ago172014
Mimino Montagna non smette mai di stupirci. Stavolta si è felicemente trovato al centro dell’esistenza mediatica molto probabilmente a sua insaputa. Giornali e televisioni locali hanno presentato il nostro sindaco come il paladino della salvaguardia degli ulivi del Salento, che dico, di Puglia: un ecologista inflessibile, un ambientalista irriducibile, un verde incredibile (ai suoi stessi occhi).
Infatti, il nostro eroe armato di penna (speriamo non di sega) vorrebbe debellare la Xylella fastidiosa: sicché, grazie alla collaborazione di un badante, il consigliere comunale Antonio Congedo, ha inviato a sua eccellenza il Prefetto di Lecce una viva e vibrante missiva in cui si è fatto promotore di un “tavolo istituzionale” (si auspica non in legno d’ulivo) con tutti i sindaci della provincia attraverso il quale chiedere “approfondimenti su tutti gli agenti causali del “Complesso del disseccamento rapido dell’olivo”; confermare la presenza di Xylella fastidiosa mediante l’applicazione di tecniche diagnostiche integrate secondo quanto previsto dai protocolli ufficiali EPPO; definire la patogenicità e la virulenza del ceppo di Xylella fastidiosa rilevata sulle piante infette; definire il ruolo delle piante ospiti e dei vettori nell’epidemiologia del batterio; sperimentare delle cure agro ecologiche volte alla salvaguardia del patrimonio olivicolo e spontaneo del Salento”. Iniziativa encomiabile, non c’è che dire. Già me lo vedo Mimino nostro intento a studiarsi di notte e di giorno tutte le carte sulla Xylella fastidiosa (fastidiosa a questo punto soprattutto per lui) cercando di capirci qualcosa, e sicuramente con l’intento di convincere tutti gli altri sindaci del circondario a preservare “l'inestimabile patrimonio arboreo di questo territorio”.
Peccato che accanto al dottor Jekyll(ella) ci sia anche il lato B di mister Montagna. Ed è qui che nasce il dramma. Sì, perché non si sa bene se “l’inestimabile patrimonio arboreo di questo territorio” possa essere preservato, per dire, anche cementificando 26 ettari di campagna collemetese per l’impianto di un pantomatico Mega-Porco commerciale, strombazzato come la panacea dei nostri problemi economico-occupazionali con l’ausilio dei due (questi sì) sempreverdi slogan: “volano per lo sviluppo” e “ricadute occupazionali”. Ovvero se la salvaguardia di questo patrimonio valga soltanto per gli alberi degli altri comuni e non anche per quelli del suo feudo di Galatina (come la quercia vallonea che sta per essere asfaltata da una striscia di cemento, che con un certo sense of humour si osa definire circonvallazione – che guarda caso fa rima con lottizzazione ndr).
Ancora. Non si capisce come sia possibile conciliare il Montagna A dal B allorché da un lato il suo consiglio comunale delibera a stragrande maggioranza la contrarietà al TAP che dovrebbe sbarcare sulle coste di Melendugno (con falcidia non solo di flora marina ma anche di vegetazione terrestre), mentre quando si tratta di metterci la faccia, per esempio ritirando la sponsorizzazione istituzionale al comitato festa patronale del suo paese, fa finta di non coglierne il nesso, nicchia, mantiene le distanze come un “re tentenna” qualsiasi, facendo il paio con il don Abbondio della situazione.
Come credere a questi amanti della natura a targhe alterne che, forse senza accorgersene, fanno di tutto - con comparti edilizi, aree mercatali, circonvallazioni inscritte che non circoscrivono, mega-porci commerciali, impianti di compostaggio ana(l)erobico di 30.000 tonnellate annue, aborti di supermercati fuoriporta (vedasi Lidl), palestre inservibili (ovvero fruibili solo come installazioni di arte contemporanea), asili infantili buoni solo per essere inaugurati - per far mancare la terra sotto i palieddhri, non riuscendo mai, chissà se per dislessia congenita o per interessi di bottega, a proferire un perentorio “Stop al consumo del territorio”?
E come la mettiamo con il fatto che il suo capobastone, cioè il nostro beneamato Matteo Renzi, sì quello che sembra voglia governarci a colpi di tweet, afferma per esempio di vergognarsi di andare a parlare dell’accordo Gazprom o di South Stream “quando potrei raddoppiare la percentuale del petrolio e del gas in Italia e dare lavoro a 40mila persone [sic!] e non lo si fa per paura delle reazioni di tre, quattro comitatini”?
E’ vero: come la mettiamo, mister Montagna, con questi “quattro comitatini” che perlopiù sono composti da gente per bene, che si battono per le coste ioniche e adriatiche premiate con tante Bandiere Blu, che lottano per un’economia sostenibile (che dovrebbe poter contare sulla qualità dell’ecosistema mare-territorio), che si oppongono alle strade a quattro follie (una per tutte la devastante ss. 275), che sono preoccupati di veder incombere tante piccole Costa Concordia al largo dei litorali pugliesi, che vogliono difendere il vero oro blu ed i suoi orizzonti dalle torri petrolifere, che sono terrorizzati dall’incubo degli scheletri di metallo a poche miglia dalla costa, che temono come l’ebola le chiazze nere di residui oleosi e di altri indicibili inquinanti, che non s’inchinano agl’interessi delle multinazionali le quali non la vogliono mica smettere di spolpare il mondo?
Non so se Mimino Montagna dopo aver ottenuto “l’importante attestato di stima da parte di Matteo Renzi nei confronti della persona e della sua azione politica […] che hanno fatto della nostra Città uno dei centri di riferimento del movimento renziano […] (cfr. comunicato del comitato “Galatina Cambia Verso con Matteo Renzi” del mese di novembre 2013) sia o meno d’accordo con le parole del suo boss costituente (o prostituente a seconda dei punti di vista), pappa e ciccia con il noto pregiudicato assegnato ai servizi sociali.
Nel caso Montagna sconfessasse il suo capobanda sarei pronto a chiedergli scusa a caratteri cubitali. In caso contrario io sarò ancora una volta destinato a beccarmi del profeta di sventura (non è la prima volta), anzi del professorone (per questo titolo mi sono a suo tempo attrezzato) e soprattutto del gufo (secondo i neologismi renziani); mentre mister Montagna potrà aspirare con fiducia ad uno dei cento seggi del nuovo Senato di non eletti e soprattutto nominati.
Cari i miei venticinque lettori, sapete cosa penso? Meglio gufo che cuccuvascista come loro.
Antonio Mellone
ott182010
Marcello D’Acquarica
lug062021
E’ questo uno tra gli importanti atti approvati dalla maggioranza nell’ultimo Consiglio Comunale, che, su proposta del Sindaco Marcello Amante, ha individuato i criteri per il riconoscimento delle agevolazioni sulle bollette TARI 2021.
Un sostegno concreto a tutela sia dei nuclei familiari in condizione di debolezza economica che di tutte quelle attività commerciali alle quali in quest’ultimo anno pandemico è stata imposta la chiusura dal governo centrale e che inevitabilmente hanno subito il maggior danno.
In attesa dei dati necessari a stabilire le tariffe per l’anno in corso, con delibera di giunta, si è autorizzata l’emissione di una fattura di acconto per le utenze domestiche pari al 60% della tariffa 2020 e del 40% per le utenze non domestiche, pagabile in due rate (31 luglio e 30 settembre 2021).
Nessun acconto per le utenze non domestiche che nell’ultimo anno abbiano subito provvedimenti di chiusura da parte della normativa anti-covid.
Il conguaglio verrà determinato successivamente e terrà conto delle seguenti agevolazioni approvate:
● UTENZE DOMESTICHE per le quali è necessario presentare apposita istanza all’ufficio tributi entro il termine del 30 settembre 2021, allegando certificazione ISEE in corso di validità. Eventuali eccedenze, considerando le bollette di acconto, saranno recuperate nell’anno successivo;
● riduzione non inferiore al 70% in favore dei:
− nuclei familiari con ISEE non superiore ad euro 8.265,00;
− nuclei familiari con almeno 4 figli a carico e con ISEE non superiore ad euro 20.000,00;
● riduzione non inferiore al 50%, in favore dei:
− nuclei familiari con ISEE da € 8.265,01 fino ad euro 20.000,00;
− nuclei familiari con almeno 4 figli a carico ed ISEE da euro 20.000,01 fino ad euro 30.000,00;
● riduzione non inferiore al 30%, in favore dei:
− nuclei familiari con ISEE da € 20.000,01 fino ad euro 30.000,00;
− nuclei familiari con almeno 4 figli a carico, con ISEE da euro 30.000,01 fino ad euro 40.000,00.
Per le UTENZE NON DOMESTICHE, distinte come segue, due categorie di riduzioni relative alla tariffa 2020 e 2021 a valere rispettivamente sulla quota variabile (2020) e sia sulla quota fissa che variabile (2021).
• riduzione del 20 per cento per le seguenti attività: esposizioni di mobili, negozi di abbigliamento e calzature per adulti, negozi particolari di tappeti e tessuti e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und15;
• riduzione del 25 per cento per le seguenti attività: Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e pub; Mense, birrerie e hamburgherie; bar, caffè, pasticcerie; spazi comuni centri commerciali;
• riduzione del 30 per cento per le seguenti attività: musei, biblioteche, scuole private di ogni ordine e grado, associazioni, circoli, luoghi di culto, ludoteche, partiti politici, autoscuole; Alberghi con ristorante e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und07; alberghi senza ristorante e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und08; impianti sportivi, palestre, scuole di danza; sale scommesse e da gioco, sale da videogiochi e slot-machine, sale biliardo;
• riduzione del 65 per cento per le seguenti attività: cinematografi e discoteche;
• riduzione del 10 per cento per le seguenti attività: uffici ed agenzie, con esclusione di Enti Pubblici e delle società di erogazione di pubblici servizi (gas, energia elettrica etc.); Studi professionali con esclusione di studi odontoiatrici, studi medici e veterinari; falegname, idraulico, fabbro, elettricista e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und18; carrozzerie, autofficine, elettrauto; Attività artigianali di produzione beni specifici;
• riduzione del 20 per cento per le seguenti attività: autoscuole, centri di fisioterapia, librerie, cartolerie, edicole, negozi di vendita al dettaglio e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und13, ad esclusione di negozi di abbigliamento e calzature per adulti, ferramenta e colori, onoranze funebri; erboristerie; distributori automatici di bevande; fiorai;
• riduzione del 30 per cento per le seguenti attività: tutte le utenze non domestiche incluse nella categoria Und06 (esposizioni) ad eccezione di esposizioni di mobili, antiquariato, mobili usati;
• riduzione del 35 per cento per le seguenti attività: fotografi, sartorie e lavanderie, zone comuni di centri commerciali;
• riduzione del 50 per cento per le seguenti attività: esposizioni di mobili, antiquariato, mobili usati; alberghi con ristorante e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und07; alberghi senza ristorante e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und08; Negozi di abbigliamento e calzature per adulti; negozi particolari di tappeti e tessuti e tutte le altre utenze non domestiche incluse nella categoria Und15; parrucchiere, estetista, barbiere;
• riduzione del 55 per cento per le seguenti attività: Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e pub; Mense, birrerie e hamburgherie; bar, caffè, pasticcerie;
• riduzione del 70 per cento per le seguenti attività: musei, biblioteche, scuole private di ogni ordine e grado, associazioni, circoli, luoghi di culto, ludoteche, partiti politici; impianti sportivi, palestre, scuole di danza; sale scommesse e da gioco, sale da videogiochi e slot-machine, sale biliardo, cinema.
Per le riduzioni alle utenze non domestiche non deve essere presentata istanza ma verranno applicate direttamente in sede di conguaglio.
Galatina, 6 luglio 2021
Vito Albano Tundo e Pierantonio De Matteis
consiglieri comunali
set102010
NOI SIAMO PER IL FOTOVOLTAICO RAGIONATO, PER L’AUTOPRODUZIONE DI ENERGIA SUI TETTI DELLE NOSTRE CASE E PER UN VERO RISPARMIO DEI COSTI DELL’ENERGIA!
IL FOTOVOLTAICO E’ NATO PER DIFENDERE IL TERRITORIO NON PER DISTRUGGERLO, COME INVECE STANNO FACENDO NELLA NOSTRA CAMPAGNA.
NOHA dovrà sorbirsi un impianto di circa
che porterà un impoverimento del nostro territorio
E’ stata svenduta la “TERRA” di Noha, l’unica vera fonte di ricchezza per la popolazione.
COSA LASCEREMO AI NOSTRI FIGLI? Cosa mostreremo ai turisti?
I nostri padri con tanto sacrificio ci hanno tramandato fertili terre, uliveti secolari, beni culturali, vigneti, prelibatezza di prodotti, ed ora le grosse multinazionali trasformeranno tutto ciò in distese enormi di pannelli argentati!
ECCO 10 MOTIVI PER RESPINGERE L’ INVASIONE DELLA SPECULAZIONE DEL FOTOVOLTAICO AGRICOLO CHE STA PER CIRCONDARE NOHA:
1) Gli incentivi statali che incassano le società del fotovoltaico li paghiamo noi sulle bollette bimestrali della luce, senza avere alcuna riduzione dei costi dell’energia;
2) Nessuno ha il coraggio di dichiarare che estensioni così grandi e concentrate non sono dannose per la salute umana.
3) I cavi che accumulano e trasportano l’energia accumulata dai pannelli vengono interrati lungo strade e sentieri che i cittadini hanno la necessità di percorrere e sono la fonte di campi magnetici;
4) Grandi estensioni concentrate di pannelli di silicio sovvertono il microclima, disturbano la fauna e le migrazioni.
5) I costi per lo smaltimento dei materiali scaduti (gli impianti si esauriscono dopo 10-15 anni) e per il ripristino della terra sono altissimi, molto ma molto superiore all’introito economico ricavato dagli affitti.
6) Per impedire alla vegetazione di crescere avvelenano la terra inquinando le falde acquifere, l’acqua che è il nostro bene più prezioso insieme alla terra ed all’aria!
7) Grandi estensioni di pannelli di silicio concentrate in una stessa area desertificano (TIPO DESERTO DEL SHARA) le campagne un tempo rigogliose;
8) Le grandi estensioni di campi di fotovoltaico impoveriscono economicamente il territorio in quanto sottraggono terra all’agricoltura;
9) Non danno diretti posti di lavoro, ma accrescono il precariato;
10) I miseri benefici che ne derivano alle amministrazioni non sono minimamente comparabili con il sacrificio che subisce la terra e la popolazione.
Il Comitato
apr272016
Non so se piangere o ridere a proposito del novello e, appunto, tragicomico attivismo dei sedicenti politici nostrani (più strani che nostri, per la verità).
In questi giorni ci stanno piovendo addosso comunicati stampa a bizzeffe grandi come goccioloni monsonici (sì, in effetti, è un tempo di merda). Tu li leggi e non puoi fare a meno di esclamare: “Stica!”, rimanendo subito dopo pietrificato manco avessi fissato la Medusa dritto negli occhi per una settimana intera.
Guardate, non è che per forza di cose voglia fare le pulci alla forma e alla sostanza delle comunicazioni politiche locali: è che qui non siamo di fronte a pulci, ma a ben pasciuti ippopotami.
*
Prendiamo in considerazione i due recenti comunicati stampa pubblicati a breve distanza l’uno dall’altro non più tardi di tre o quattro giorni fa. Non si offenda nessuno dei due rispettivi autori se oso accomunarli in due parti di un unico pezzo. Si tratta dei brani di due avvocati di grido, due esponenti di spicco dello stesso partito cosiddetto democratico: l’avvocato Emilio Tempesta, e quella tempesta d’avvocato che risponde al nome di Daniela Sindaco. Si son fatti vivi entrambi in una sorta di gara di solidarietà per Noha provocando, come dire, una tempesta in un bicchier di vave (etim. der. da bave, secrezione viscosa della bocca; in inglese probabilmente waves. Ergo: onde di vave. E a Galatina ne sanno qualcosa).
*
Tempesta, l’Emilio, scrive finalmente a proposito della famigerata cabina elettrica del centro Polivalente di Noha: “…a seguito della predisposizione da parte della Direzione Lavori Pubblici dei necessari atti ed elaborati progettuali, è stato approvato dalla Giunta il progetto esecutivo relativo ai lavori di fornitura ed installazione di una cabina MT/BT prefabbricata della potenza di 50 Kw presso il Centro Polivalente di Noha. Ciò consentirà di dotare la struttura, attualmente servita da un contatore di energia elettrica di 10 Kw, della potenza sufficiente al normale funzionamento degli impianti tecnologici esistenti.[…]”.
“Hai visto, uomo di poca fede?”, mi direbbe il pragmatista di turno.
Ecco, io volevo chiedere umilmente all’assessore ai LL.PP. (Long Playing - i dischi a 33 giri), alla luce di questo comunicato: è proprio certo, caro assessore, che subito dopo l’installazione della potenza ‘sufficiente al normale funzionamento degli impianti tecnologici esistenti’, questi marchingegni probabilmente non collaudati non essendo mai entrati in funzione da ben partiranno da soli? Dico meglio: oltre al semplice allaccio, ci sarà qualche anima pia in grado di mettere in moto queste benedette apparecchiature (ascensore, fotovoltaico in terrazza, riscaldamento e aria condizionata), le quali, ferme come sono ormai da anni, rischiano di essere diventate di fatto simili a dei catorci ignobili difficilmente azionabili? Oppure per il ‘normale funzionamento’ di questi impianti servirebbe l’ennesima ulteriore “delibera di spesa pubblica per la sistemazione delle macchine del Polivalente”, che avverrà, come noto, al tempo delle calende greche e dopo innumerevoli articoli da parte dello scrivente?
Domande, temo, retoriche (guardate che difficilmente sbaglio. Anche quando voglio, soprattutto quando voglio).
*
Gentile assessore, un’ultima cosa: non è che per caso per l’installazione di codesta cabina elettrica si cambieranno i connotati del giardino del centro Polivalente di Noha, facendone uno scempio? Sarà - la cabina, dico - a basso impatto ambientale e visivo, o l’n-esimo pugno nell’occhio, ingombrante, fuori senso e fuori luogo (e, visto lo stato degli impianti, forse fuori tempo massimo)?
Rimango in attesa di una qualche risposta. Che, sono certo, non arriverà mai alla velocità della voce, ma, tanto per cambiare, a quella di un comunicato stampa.
Si chiama arroganza del tacere.
[continua]
Antonio Mellone
apr122018
In merito al finanziamento della costruzione della palestra a servizio della Scuola Polo 2, invitiamo l’assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo a leggere la documentazione a sua disposizione presso il suo ufficio. Si renderà conto che il grande lavoro che deve compiere è solo quello di appaltare i lavori già finanziati e fare in modo di completare i lavori vigilando sia sulla regolarità degli appalti che sull’esecuzione dei lavori, perché chi si è preoccupato di chiedere il finanziamento presentando il progetto della Palestra della scuola è stata l’Amministrazione Montagna. Lo sappiamo che un’azione amministrativa si esplica in tempi lunghi ma almeno bisogna dare atto a chi le cose le ha fatte. Lasciano alquanto perplessi le dichiarazioni dell’assessore Tundo che rivendica a se il finanziamento. Sarebbe meglio forse che si concentrasse a contribuire al completamento dei tanti lavori fermi ma già finanziati dalla scorsa amministrazione di centro sinistra, quali:
Sempre con spirito costruttivo, La salutiamo cordialmente.
Andrea Coccioli
Segretario Circolo PD Galatina
lug192019
I comuni della provincia di Lecce non si sono lasciati scappare l'occasione: hanno rispettato tutte le regole, potendo godere così dei 6 milioni stanziati in favore di questo territorio nella manovra economica.
A darne notizia per primo è Leonardo Donno, portavoce alla Camera dei deputati del M5S e membro della Commissione Bilancio.
«Il nostro Governo - spiega - ha dimostrato ancora una volta come l'attenzione per i territori ed il sostegno ai sindaci siano assolute priorità. I Comuni in provincia di Lecce, dal canto loro, si sono attenuti alle regole imposte e hanno tutti rispettato i termini ultimi di presentazione dei progetti ed avvio lavori. Così facendo di quei sei milioni non è andato perduto neanche un euro».
Un passo indietro. Nell'ambito della Manovra economica il Governo ha attivato un fondo da 400 milioni di euro destinato ai piccoli comuni, quelli al di sotto dei 20 mila abitanti. Di questi circa 6 milioni sono stati destinati ai comuni della provincia di Lecce.
«Si tratta di fondi da utilizzare per realizzare piccole opere in settori vitali come l'edilizia pubblica, la manutenzione e la sicurezza del territorio - spiega ancora Donno - la manutenzione delle strade, la prevenzione del rischio sismico e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. I lavori di cui sopra dovevano essere avviati entro il 15 maggio( poi prorogati con lo Sblocca Cantieri al 10 Luglio) . E così è stato. Tutti i Comuni, nessuno escluso, hanno avviato i cantieri entro e non oltre la scadenza imposta».
Più nel dettaglio (e come si evince dalla tabella in allegato) in Legge di Bilancio è stato introdotto un contributo di 40 mila euro per i comuni fino a 2 mila abitanti, di 50 mila euro per quelli fino a 5 mila abitanti, di 70 mila euro per i comuni fino a 10 mila abitanti e di 100 mila euro per quelli fino a 20 mila abitanti. Con il contributo bisogna coprire il 100% dell'importo delle opere. Nessun cantiere deve restare in stand by.
«Questi maggiori investimenti locali -continua Donno- si vanno ad aggiungere ad 1 miliardo di euro di maggiori fondi, derivanti dallo sblocco degli avanzi di amministrazione per i comuni virtuosi. Non solo. Con la norma Fraccaro, contenuta nel Decreto Crescita, il Governo ha stanziato in favore di tutti i Comuni d'Italia, 500 milioni di euro per opere di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. Di questi 21 milioni saranno destinati alla Puglia. Più nel dettaglio 6.750.000 euro saranno destinati al comune di Lecce e a quelli della provincia. Sono previste soglie contributive che vanno dai 50mila euro per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti ai 250mila euro erogati in favore dei comuni oltre i 250mila abitanti. Le risorse - prosegue il deputato - finanzieranno opere per promuovere il risparmio energetico negli edifici pubblici e per consentire l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre i Comuni potranno utilizzare i fondi anche per la messa in sicurezza delle scuole. Infine, si potranno finanziare progetti per la mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Le opere, in quest'ultimo caso, dovranno essere avviate dai Comuni entro il 15 ottobre 2019, pena la perdita del beneficio economico. Considerando il comportamento virtuoso dimostrato dal territorio, siamo fiduciosi che anche questo finanziamento sia captato dalle amministrazioni nella sua totalità.
Ce la stiamo mettendo tutta per dare ossigeno agli enti territoriali massacrati fino ad oggi dal Patto di Stabilità interno -chiosa il deputato - e dal principio del Pareggio di Bilancio. Per la Puglia è per la mia Provincia, si tratta di un’occasione preziosa, una grandissima opportunità per avviare quel grande piano di messa in sicurezza del territorio che i Comuni e le Province, da soli, non sono in grado di sostenere».
Grazie e buon lavoro
Leonardo Donno
apr262021
Una comunità supera le difficoltà e cresce in modo armonioso se tutti lavorano e si impegnano insieme, ognuno per la sua parte. Destinare il 5x1000 al Comune di residenza oppure ad una Associazione del territorio è una scelta intelligente. Significa destinare direttamente ai Servizi Sociali del proprio Comune di residenza, e non allo Stato, una parte delle imposte Irpef pagate con la Dichiarazione dei redditi.
Non si sborsa un centesimo in più, semplicemente si lasciano le risorse finanziarie sul territorio. I cittadini possono destinare al momento della dichiarazione dei redditi il 5 per mille della propria imposta sul reddito alle attività sociali del Comune di residenza: basta una firma sulla dichiarazione dei redditi.
Non comporta alcun costo aggiuntivo per il contribuente e non sostituisce la possibilità di destinare l’8 per mille.
Negli anni scorsi le donazioni al Comune di Galatina sono cresciute notevolmente, grazie anche alle campagne di sensibilizzazione condotte dall’Amministrazione comunale. Sono 391 i cittadini galatinesi che hanno destinato la loro quota al Comune di Galatina con una erogazione complessiva di euro 13.873,78 per l’anno d’imposta 2018 e di euro 8.664,89 per l’anno 2019. Siamo il primo comune per donazioni della Provincia di Lecce ed il terzo in Puglia dopo Bari e Taranto.
Le risorse sono state utilizzate sia per sostenere le famiglie in situazione di difficoltà sia per potenziare le strutture che erogano i servizi e permettere loro di svolgere le loro funzioni in maniera più efficiente.
Nell’anno 2020 le somme sono state così destinate:
La richiesta che rivolgo a tutti i cittadini è quella di riflettere sull’opportunità di sostenere l’operato dei Servizi Sociali Comunali in questo periodo di grande difficoltà per molti nostri concittadini e nella prossima dichiarazione dei redditi sottoscrivere la destinazione del 5xmille al Comune di Galatina.
Con un solo gesto si può fare molto per la nostra Città. Grazie per la Vostra Scelta.
Antonio Palumbo
Assessore alle Politiche Sociali
nov212014
Tra i malanni che affliggono i rappresentanti della nostra amministrazione comunale, di cui continuiamo a pagare le conseguenze, un posto privilegiato assume l’inaugurite cronica, una forma di fregola compulsiva che porta sindaco, assessori e turiferari di complemento con macchinetta fotografica incorporata a correre a destra e a manca come tanti ossessi ad inaugurare, appunto, quelle che con un certo senso dell’umorismo si osa definire opere pubbliche. Tutti costoro pensano, in tal modo, di prendere in giro gli allocchi (in molti casi riuscendovi benissimo, essendo la materia prima abbondante in Galatina e dintorni).
Peccato, però, che le inaugurazioni e i tagli dei nastri tricolori siano soltanto delle goffe rappresentazioni di un attivismo fuori senso, se è vero come è vero che le strutture social-popolari che questi tizi fanno finta di aprire al pubblico sono rappresentate dalle solite cattedrali nel deserto. Anzi, più che cattedrali, cappelle.
Non sto qui a tediarvi oltre in merito alla vecchia scuola elementare di Noha, per la quale furono spesi da Pantalone 1.300.000 euro di soldi pronta cassa per poi scoprire che qualcuno, vale a dire l’Innominato, s’era scordato di una cabina in muratura per allacciare l’energia elettrica necessaria al funzionamento di impianti nuovi di zecca (come ascensore, impianto di condizionamento aria e pannelli fotovoltaici). Ad oggi quella struttura opera alla men peggio con un allaccio di cantiere buono soltanto per l’accensione delle lampadine (ma non tutte insieme, s’intende: si rischierebbe il collasso della linea e quindi il blackout). Non sto nemmeno a dirvi – dovreste già saperlo a menadito – che quella specie di assessore ai lavori pubblici galatinesi, meglio noto come l’ing. Loculo, aveva pure provato a promettere la soluzione definitiva del problema “tra giugno e settembre 2014”, per poi scomparire subito dopo il solenne annuncio, come David Copperfield, l’illusionista.
Per non smentirsi, la banda larga palazzorsiana ha testé inaugurato (e nella maniera più goffa del mondo) anche il presunto Auditorium, quella specie di costruzione colacementata in fondo al viale don Bosco “per riqualificare le periferie”. E’ il fabbricato che, al di là dell’estetica, tra gli altri rischi/difetti/schifezze che non possiamo qui sciorinare in dettaglio, ha anche quello di essere attraversato o di tangente o di secante dalla nuova circonvallazione interna (sennò, oltretutto, senza il rombo delle automobili che Auditorium è?).
Non so se qualcuno di voi abbia avuto il coraggio di visitare questo stretto e lungo corridoio cubista con tanto di colonne infami a lato, onde con un tratto di penna su di un progetto e con un po’ di soldi pubblici, i nostri amministratori son riusciti a trasformare gli stupendi “Concerti del Chiostro” nei concerti del mostro.
Le altre chicche su questa nuova bella addormentata in viale don Bosco, le scopriremo audendo.
mag142013
Il “Bonacossa” di Milano battuto per 5 a 1. Una vittoria storica che potrebbe segnare la svolta nel campionato. Domenica la dura trasferta contro “Le Pleiadi” di Torino per i playoff.
Nel primo singolare, il greco Paris Gemouchidis ha confermato di essere di un livello superiore a tutti i suoi avversari, battendo il forte Fabio Colangelo (ex 400 al mondo nel singolare) con il risultato di 6-3 6-4. Altra prestazione straordinaria, quella del galatinese d'adozione Antonio Pepe che, in una partita quasi infinita durata più di tre ore e mezzo sotto un sole sahariano, ha battuto Stefano Parini in tre set con il punteggio di 7-6 4-6 6-4. Ultima segnalazione per il galatinese doc, Filippo Stasi, che insieme a Paris Gemouchidis, ha vinto in rimonta un difficilissimo doppio contro Fabio Colangelo (ex 140 al mondo nel doppio) e Fabio Tonello con il risultato di 4-6 6-4 6-0.
Galatina, 13 Maggio 2013
Giovanni StasiPresidente “C.T. Galatina”
set172021
“La Giunta delle occasioni perdute”. Sarà ricordata così l’amministrazione guidata dal Sindaco Marcello Amante. L’avevamo scritto tempo fa, lo conferma quanto accaduto di recente: un ulteriore finanziamento, che, in una situazione definita sempre di ristrettezze finanziarie, da chi non trova altre giustificazioni, avrebbe giovato alla nostra Città. Invece, anche questo è andato in fumo. La lunga lista dei finanziamenti persi si allunga, se ne aggiunge un altro rigo.
Sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri viene riportato l’elenco dei comuni che hanno avuto accesso ai finanziamenti, per un ammontare complessivo di 300 milioni, per progetti finalizzati alla rigenerazione e all’ammodernamento delle strutture sportive o alla realizzazione di nuove: campi di calcio, palazzetti, impianti sportivi, campi da tennis, di padel (quest’ultima attività richiama un numero sempre maggiore di giovani). Il provvedimento governativo porta la data del 13 settembre, e, come previsto dal “Bando Sport e Periferie” del 13 luglio 2020, aveva come obiettivi l’individuazione di interventi atti a ridurre fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché di miglioramento della qualità urbana e di riqualificazione del tessuto sociale, anche attraverso la promozione dell’ attività sportiva.
Galatina rientrava a pieno titolo in queste caratteristiche. La situazione delle periferie è delle peggiori, fenomeni di emarginazione sociale sono sotto gli occhi di tutti, le nostre strutture sportive, tutte, nessuna esclusa, del centro cittadino e delle frazioni, sono in uno stato di pietoso abbandono, come, in interventi precedenti, abbiamo ampiamente documentano. Per assurdo, alcune sono state date in gestione a società private (qualcuna è sotto giudizio del giudice del TAR per grave violazione della normativa sui bandi), che dovranno a proprie spese ristrutturare gli impianti e mettere a norma le strutture (lo faranno?).
Nella nostra provincia sono statti ammessi a finanziamento 20 comuni e associazioni sportive, per un totale di 12 milioni di euro. Sono tanti i sindaci che esultano per quanto ottenuto, con un ammontare medio per progetto di 700.000 euro. Non può farlo il sindaco di Galatina, Marcello Amante, non ammesso ad alcun intervento, e l’unico progetto presentato, attinente la rigenerazione del “Palazzetto dello sport Fernando Panico”, è stato rigettato, come si può leggere nella motivazione, per violazione del paragrafo 6, lettera D (verifica preventiva del livello di progettazione presentato) e del paragrafo 8 lettera G, (richieste pervenute prive della documentazione e delle dichiarazioni previste dal paragrafo 6). Ovvero non è stato possibile verificare il progetto prima della sua valutazione, la domanda era priva di tutte le dichiarazioni utili per un accoglimento positivo. E’ superfluo aggiungere che prima di conoscere l’esito della richiesta, il palazzetto era stato già assegnato in gestione ad un cartello di associazioni.
Cosa dice il responsabile della procedura? Cosa ne pensano l’Assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili e quello al Centro Storico e alle Periferie? Così come fa in tante occasioni, sarebbe interessante se il sindaco Amante postasse sulla pagina Facebook le motivazioni, certamente già arrivate dal Governo, del mancato accoglimento dell’istanza del Comune. I cittadini avrebbero contezza dell’insipienza e dell’incapacità amministrativa di chi governa la nostra Città per più di quattro anni.
Per completezza delle informazioni, al bando avevano partecipato anche due società di Galatina, la QUI ED DRAW – A.S.D., intervento su “Spazio Giocanda”, e l’A.S.D. Virtus Galatina Calcio intervento per il Centro Sportivo Virtus, anche i due progetti sono stati bocciati dalla Commissione esaminatrice.
PARTITO DEMOCRATICO
CIRCOLO DI GALATINA
apr042017
Camminando per le stradine intorno a Noha, e nemmeno tanto lontano dal paese, ci si può ritrovare davanti ad una vera e propria opera d'arte, peccato che sia il risultato di un ammasso di plastica nera incombusta.
Altre "opere" dello stesso autore, perchè l'ignoranza è figlia di un unico neurone, si mimetizzano nel colto e nell'incolto della campagna. Questi pseudocoltivatori-piro-amanti-della-diossina, son cosi presi dalla foga di far scomparire il loro peccato che sminuzzano la plastica incombusta mescolandola nella terra con cui coltivano le verdure che poi smerciano ai mercati generali.
Per saperne di più sui guai che ci procura la diossina, si possono leggere le seguenti informazioni su un articolo del Sole 24 ore
Le diossine sono composti organici aromatici clorurati la cui struttura consiste di due anelli benzenici legati da due atomi di ossigeno e con legati uno o più atomi di cloro.
Le diossine ed altri inquinanti organici persistenti sono sottoposti alla convenzione di Stoccolma. Questo accordo, che entrerà pienamente in vigore, essendo stato ratificato da un numero sufficiente di paesi, prevede che gli stati prendano misure per eliminare ove possibile, o quantomeno minimizzare, tutte le fonti di diossina.
Le diossine vengono prodotte quando materiale organico è bruciato in presenza di cloro, sia esso ione cloruro o presente in composti organici clorurati (ad esempio, il PVC). È pertanto frequente trovarle nei fumi degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e rifiuti clinici, e ancora di più in combustioni a bassa temperatura come quelle di barbecue, camini e stufe.
Le diossine si generano anche in assenza di combustione, ad esempio nella sbiancatura della carta e dei tessuti fatta con cloro e nella produzione di clorofenoli, specie quando la temperatura non è ben controllata. Può essere il caso della produzione degli acidi 2,4-diclorofenossiacetico e 2,4,5-triclorofenossiacetico, noti diserbanti. La diossina può essere generata da processi di combustione di industrie chimiche, siderurgiche, metallurgiche, industrie del vetro e della ceramica, dalle centrali termoelettriche e dagli inceneritori. Questi ultimi sono stati a lungo fra le maggiori fonti di diossina, ma negli ultimi anni l'evoluzione tecnologica ha permesso un notevole abbattimento delle emissioni da queste fonti. La diossina è anche rilevabile presso numerosi impianti industriali (soprattutto acciaierie), nel fumo di sigaretta, nelle combustioni di legno e carbone (potature e barbecue), nella combustione (accidentale o meno) di rifiuti solidi urbani avviati in discarica e persino nei fumi delle cremazioni.
Le diossine sono tossiche per l'organismo umano. Sono poco volatili per via del loro elevato peso molecolare e sono solubili nei grassi, dove tendono ad accumularsi. Proprio per la loro tendenza ad accumularsi nei tessuti viventi, anche un'esposizione prolungata a livelli minimi può recare danni.
Le diossine causano una forma persistente di acne, nota come cloracne; sugli animali hanno effetti cancerogeni ed interferiscono con il normale sviluppo fisico. L'effetto sugli esseri umani è ancora controverso, ma per molti governi sono ormai agenti cancerogeni riconosciuti.
In particolare, sono stati condotti studi sia sui veterani della guerra del Vietnam che sulla popolazione vietnamita per verificare quanto l'esposizione all'Agente Arancio (Agent Orange, un defoliante che produce diossine per combustione) è stata responsabile di decine di migliaia di nascite di bambini malformati e di disturbi alla salute che hanno riguardato circa un milione di persone.
Grandi quantità di diossine sono state rilasciate nell'aria di Seveso nel 1976 in seguito ad un incidente agli impianti della ICMESA. Benché non si siano avuti morti, la zona attorno agli impianti è stata evacuata ed è stato necessario rimuovere un consistente strato di suolo dell'area contaminata. Incidenti simili si sono verificati negli Stati Uniti nella zona delle cascate del Niagara (1978) e nel Missouri (1983).
È stato inoltre dimostrato che l'esposizione alla diossina può provocare l'endometriosi.
Mediamente il 90% dell'esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a loro volta esposti a diossina) e non direttamente per via aerea.
Ciò non toglie che a loro volta gli animali, esposti ai fumi contenenti diossina, possano accumulare diossina che finisce poi nella catena alimentare umana.
Per concludere direi che è inutile piangersi addosso per i tumori che ci colpiscono comportandoci come le varie colacem che tanto criminalizziamo (e che non sono da meno), se poi nella campagna intorno alle nostre case bruciamo ogni anno montagne di plastica e rifiuti di ogni genere.
“A Galatina, nell’era dell’e-commerce, i lungimiranti politici locali in maniera bipartisan, con a capo l’illuminato primo cittadino, han deciso finalmente di dire ad alta voce ‘stop al consumo di territorio’, di annunciare a tutti che basta con il cemento e l’asfalto, e che non ha senso uccidere ulteriori 26 ettari di fertilissima campagna di contrada Cascioni attraverso la creazione di un inutile, dannoso, anacronistico mega-porco commerciale, promosso dagli speculatori di turno e caldeggiato da chi non ha capito una cippa del dramma ecologico ed economico che ne deriverebbe.”
L’incipit virgolettato di questo articolo, per quanto ovvio, è scritto purtroppo soltanto nel libro dei sogni. La realtà nuda è ben più cruda.
Infatti, un manipolo di politici e funzionari in carriera, con a capo il sindaco (che più che illuminato direi folgorato, anzi fulminato sulla via di Collemeto), ha deliberato l’esatto contrario. Pantacom, infatti, non è un portale di commercio elettronico, ma una società a responsabilità limitatissima (veramente limitatissimi in questa società – basta dare un’occhiata ai suoi bilanci - risulterebbero essere anche i capitali e le garanzie), che avrebbe in mente di realizzare “a proprie spese e cura” una miriade di opere più o meno pubbliche in un’area da trasformare in un grande insieme di capannoni commerciali e artigianali, come se nel Salento non ne avessimo già abbastanza.
Ma per edulcorare un po’ la pillola (o la supposta), nella cir-Convenzione d’incapace approvata da quasi tutti i consiglieri di destra (incluso dunque il Pd) è previsto nientepopodimeno che un “parco urbano” [sic!] di 5 ettari; in pratica un quadrato di 224 metri di lato, con tanto “di piante, panchine, sentieri, impianti di illuminazione, un’area giochi per bambini”. Insomma un’oasi da intitolare agli ottocento beati martiri collemetesi.
E qui sorge spontaneo l’n-esimo dubbio-perplessità: ma perché, se proprio devono, non lasciano almeno una volta questi 5 ettari intonsi, liberi cioè da asfalto e cemento? Perché per la pubblica utilità ci dobbiamo per forza riempiere di ulteriori 100 posti auto, sentieri, panchine, impianti, campi di calcetto, spogliatoi, servizi igienici, insomma di tutto di più?
Niente: è più forte di loro. Se cemento deve essere lo sia per tutti i 26 ettari, sembrano dirti, dal primo fino all’ultimo, nessuno escluso. Sennò come facciamo a parlare di pubblica utilità? Eh sì, eh già.
Eccovi ora un dialogo topico prossimo venturo tra due consumatori marito e moglie.
Lui: “Cara che ne diresti - dopo la spesa all’Ikea, o al Brico, o all’altro magazzino no-food, e dopo aver fatto un salto dall’Ipermarket che ha tante offerte e la tessera per la raccolta dei punti - di farci una bella passeggiata romantica in questo spazio di pubblica utilità di 5 ettari? Magari in macchina, come abbiamo sempre fatto con decine di giri a vuoto intorno alla villa di piazza Alighieri? Non lo trovi, come sempre, cool (o paracool)? E subito dopo – piazzata l’auto nel parcheggio di 100 posti - porteremo i bambini nell’area giochi del Mega-parco… Eh? What about, darling?”.
E la Galatines pretty woman de noantri che risponde: “Oh Yeah!”.
Povere creature, quei bambini: roba da chiamare immediatamente il telefono azzurro.
Poi si lamentano se a 20 anni i figli ammazzano i genitori.
mar292016
Si è chiusa con un successo oltre ogni aspettativa, nonostante le condizioni meteorologiche non proprio favorevoli, la prima uscita ufficiale dell’Associazione “Virtus Basket Galatina”: l’evento di beneficenza fortemente voluto dal Presidente Sandro Argentieri ha coinvolto per tutta la mattinata di Domenica 06 marzo u.s. un numero rilevante di famiglie galatinesi e non solo.
Un risultato eccezionale con oltre un centinaio di “Pasqualotti” venduti e tante, tantissime persone che hanno voluto conoscere il progetto “Bimbulanza” ed il progetto “TappiAmo Galatina”.
Con la vendita del “Pasqualotto” abbiamo contribuito a coprire i costi di gestione della "Bimbulanza”: la prima ambulanza pediatrica del sud Italia, all’acquisto della quale la cittadinanza di Galatina ha sempre partecipato con numerosi e diversi eventi benefici.
Il progetto, fortemente voluto e realizzato da don Gianni Mattia e dalla sua Associazione “Cuore e mani aperte verso chi soffre", nasce con l'intento di alleggerire il tragitto dei piccoli ospiti che in caso di necessità potranno essere trasportati nei vari spostamenti clinici tra diversi ospedali. La vera novità, che rende speciale questa iniziativa ed il progetto tutto, sempre in debito di fondi per la sua sopravvivenza, è la presenza sulla “Bimbulanza” di un volontario clown che tra sorrisi, giochi e colori, allieta la permanenza sul mezzo dei piccoli passeggeri.
Con i tappi di plastica abbiamo invece contribuito all’iniziativa “TappiAmo Galatina”: i tappi sono fatti di un materiale particolare (polietilene – Pe) diverso da quello delle comuni bottiglie. Normalmente nelle operazioni di riciclaggio gli impianti non separano i tappi dalle rispettive bottiglie ma li fondono insieme. Così facendo si finisce per produrre un maggiore inquinamento. Bisogna poi sapere che anche l’utilizzo dei materiali è diverso: le bottiglie vengono utilizzate per produrre “tessuti non tessuti”, come il pile (ottenuto combinando plastica e lana), mentre i tappi riciclati sono adatti a produrre vasi per i fiori, cassette per la frutta, sedie da giardino ecc… I tappi di plastica raccolti separatamente hanno, quindi, un loro valore specifico. Inoltre la raccolta differenziata contribuisce a ridurre l’inquinamento ambientale.
Due sono gli obiettivi che si prefigge la nostra iniziativa (“TappiAmo Galatina”):
Per raggiungere il nostro scopo e per avvicinarci quanto più possibile alla gente, abbiamo intenzione di distribuire in maniera capillare su tutto il territorio comunale, all’interno delle Attività commerciali che aderiranno all’iniziativa, circa 100 contenitori identificati da apposito adesivo ed adibiti alla raccolta di tappi di plastica.
Periodicamente provvederemo al loro svuotamento.
Grazie alla Ditta “ECOM SERVIZI AMBIENTALI s.r.l.” di Galatina, nostro partner in questa iniziativa, con cadenza annuale tutti i tappi raccolti, verranno portati presso il centro preposto allo smaltimento che corrisponderà la cifra corrispondente al loro peso. La stessa provvederà al trasporto ed alla compilazione dei formulari richiesti.
Il ricavato di questa vendita sarà destinato esclusivamente ad obiettivi di volta in volta individuati tra quelli più critici della realtà cittadina quali giochi per le villette, sussidi per le scuole per l’infanzia e scuole materne o reparti pediatrici dell’Ospedale; tutte iniziative comunque considerate sensibili per il raggiungimento delle quali è richiesto l’impegno di tutta la comunità. Nello specifico il primo obiettivo di questa nuova edizione, che si realizzerà verosimilmente entro giugno 2016, sarà dividere l’intero ricavato dalla vendita dei tappi equamente tra tutte le Scuole che aderiranno all’iniziativa che potranno poi autonomamente decidere come utilizzarlo (materiale didattico, sportivo, ecc.).
Altra importantissima iniziativa che verrà presto presentata è “Bambini & Sport”: un con lo scopo principale di favorire la socializzazione, la crescita, il benessere psico-fisico e l’inclusione sociale di minori svantaggiati, attraverso il linguaggio comune dello sport e del divertimento.
Promuovere e incentivare un’idea di sport per tutti, sport che diventa divertimento e cultura senza limitazioni soprattutto economiche.
Con questo obiettivo verranno promosse una serie di iniziative finalizzate alla raccolta fondi per consentire a minori di famiglie in difficoltà di praticare sport, inserendoli in programmi sportivi per un anno.
Su Facebook: TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica.
Info e contatti:
Sandro Argentieri: 333-4368532;
Piero Luigi Russo: 349-8471729;
Alessandro Antonaci: 328-0459945.
lug152019
L’intervento sulla stampa dell’ex assessore ai Lavori Pubblici e Segretario del locale Circolo del Partito Democratico, Andrea Coccioli, riporta l’attenzione sul trasferimento di alcuni uffici comunali nella ex sede del tribunale e sui lavori necessari per rendere adeguato l’immobile.
Appena insediata, l’Amministrazione Amante riceve dall’Ufficio Tecnico ampia e motivata relazione dalla quale si evidenziano alcune criticità presenti nel progetto che, di fatto, lo renderebbero non cantierabile.
Alla luce di questa relazione, la Giunta, con delibera n 101 del 2017 revoca gli atti propedeutici alla gara dando mandato agli Uffici di adeguare il progetto. Con il medesimo atto la Giunta conferma la volontà politica di addivenire al trasferimento degli uffici presso l’ex tribunale previa elaborazione di una proposta di intervento, supportata da studi ed analisi che dovranno evidenziare l’effettiva funzionalità dell’immobile ristrutturato, rispetto all’utilizzo programmato, oltre che la rispondenza degli interventi previsti agli obiettivi che si intendono conseguire da parte dell’Amministrazione Comunale. A tal proposito, con delibera di Giunta approvata in data 12 luglio scorso, si è provveduto a modificare il piano economico del progetto originario al fine di ricavare una somma necessaria finalizzata all’attenta analisi e valutazione degli impianti.
Pertanto, funzionamento ed adeguamento degli stessi, unitamente alla sostenibilità economica dei relativi interventi, costituiscono presupposto per il trasferimento degli uffici e per l’adeguato utilizzo dell’immobile.
Ad ogni modo, l’ex assessore ai Lavori Pubblici avrebbe potuto dedurre quanto riportato dalla lettura della già citata delibera del 2017 che, ad ogni buon conto, si allega.
Loredana Tundo
Assessore ai Lavori Pubblici
apr212012
Il nome “inceneritore” ha una certa assonanza, anche un po’ lugubre, con quell’altro suo omonimo che incenerisce le nostre stesse spoglie quando è ora di togliere il disturbo.
Ma forse è meglio allontanare dalla mente certi brutti pensieri sognando magari di passare le prossime vacanze con delle salutari passeggiate nell’agro di Noha.
L’idea di godere del silenzioso panorama della campagna nohana sprona ad essere mattinieri e aiuta a rinunciare anche ad un paio d’ore di sonno sperando di uscire a prendere una boccata d’aria buona.
Ci sono dei giorni, però, che l’aria è irrespirabile. Mi ricorda tanto quell’odore soffocante che rilasciavano i fumi delle taiate delle Tre Masserie di qualche decennio orsono, quando per le vie di Noha non circolavano né camion, né compattatori ma due semplici operatori ecologici armati di carretto a pedali e scopa di saggina. Ma quelli erano tempi di miserie e non c’era il famigerato progresso moderno.
Certe mattine la zaffata asfissiante che si insinua prepotentemente nelle narici, reprime il desiderio di respirare a pieni polmoni. Poi però pian piano il corpo si abitua all’aria mattutina ed il calore del sole rimuove lentamente l’inspiegabile mistero stagnante nell’aria che ogni volta che torno a casa trovo sempre più pesante.
Mi viene in mente un pensiero riportato in una pagina del mio diario:
“La prima volta che arrivai a Torino, rimasi colpito dallo strano odore dell’aria, un misto di marciumi vari, di olio bruciato e pietre ammuffite. Un odore che ti accoglie ineluttabilmente in qualsiasi periodo dell’anno appena metti il piede in stazione. Lì per lì sei portato a pensare che sia colpa della stazione ma una volta fuori la musica non cambia. Capita quindi di stare in un posto dove l’aria è sgradevole, ma fino a quando ci stai dentro non te ne rendi conto…”
Scrive Vittorio Messori ne “Il Mistero di Torino” (*): Se avessero riempito di polveri, esalazioni di piombo, capannoni, colonne di camion carichi di cemento e mattoni, non avrei avuto così tanta tentazione nostalgica del ritorno alle radici.
Noha (come Galatina e tanti altri paesi del Salento) sono la testimonianza dell’ossimoro in assoluto. Vuol dire che hanno sacrificato generazioni intere con l’emigrazione pensando di risparmiare il territorio dall’industrializzazione, senza ottenere né il lavoro né la salvaguardia dell’ambiente.
Da qualche tempo anche l’acqua delle falde acquifere alla profondità di 90 metri sono fatiscenti. E pensare che fino a pochi anni addietro ci si dissetava, per esempio, con l’acqua dei pozzi dell’agro dei “paduli” dove l’acqua si trovava, e si trova ancora oggi, ad appena a quattro metri di profondità.
C’è da restare allibiti nel sentire alcuni candidati al posto di “primo cittadino” dichiararsi favorevoli alla conversione della Colacem da cementificio in “inceneritore”. Si perché il dubbio che si tratti di una “conversione” piuttosto che il “potenziamento” del cementificio, persiste ed è suffragato dal fatto che a poche ore di mare dal Salento, ed esattamente a Ballare (Lezha), c’è una fabbrica nata un paio d’anni addietro, uguale a quella di Galatina. Oramai la campagna salentina “ha dato”, ed il territorio intorno a noi somiglia ad una gruviera. Il cemento ha “munto” a dismisura il mercato locale mentre l’Europa dell’Est è ancora tutto da cementificare. Quella di de-localizzare dopo aver fatto scempio del nostro territorio è una porcata, soprattutto perché si vuole sempre esagerare, a qualsiasi costo. Non entro nel merito della validità della tecnologia degli inceneritori moderni, dello smaltimento delle ceneri catturate in corrispondenza del camino, né delle ceneri grossolane che si raccolgono sotto la griglia. Considerarle “inerti” e smaltirle in discarica o addirittura usarle per riempimenti di cave o per rilevati stradali mi sembra demenziale, un po’ come trovarsi nel mezzo di un ciclone e nascondere la testa sotto la sabbia. Tantomeno voglio entrare nel merito della riduzione dei rifiuti e dell’aumento del riciclaggio, benché questo debba essere considerato l’unico caposaldo della nostra tanto vantata civiltà, ma non possiamo fare a meno di aprire gli occhi e le orecchie, toglierci il velo di panna che ci intorbidisce quei quattro neuroni che speriamo siano ancora reattivi, per chiedere a Galatina, insieme ai comuni limitrofi, di farsi promotrice di una revisione della legge regionale sui rifiuti che prevede l’obiettivo “rifiuti zero”. Altro che incenerire!
Invece di mettere in discussione la scelta dell’incenerimento prevale la logica del minor rischio, come se ci fosse una soglia di rischio “accettabile”. Cercare cioè un “equilibrio fra ambiente ed occupazione” (notizia diffusa dal Vescovo di Taranto, a detta del candidato a sindaco dott. Gervasi nell’intervista di TRNEWS di Telerama). Come se un impianto del genere che può aumentare le morti dovute all’inquinamento lo si può regolare mantenendo il rischio entro una soglia accettabile, barattando cioè quattro posti di lavoro con le malattie dell’intera popolazione.
Non lo dico io, ma il dottor Giuseppe Serravezza, famoso Oncologo e Presidente dell’LILT (Lega italiana per la lotta ai tumori) – Sez. Provinciale di Lecce in un documento di cui allego la parte che ci riguarda.
Dice il dr. Serravezza:
Un tasso di mortalità per tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni (tutte neoplasie non correlate all’alimentazione!) cresciuto vertiginosamente. Le aree interessate sono tutte nel Salento, da Lecce in giù. Maglie il paese più colpito (43 decessi nel 2004, 37 nel 2005), ma anche Gallipoli, Nardò, Tricase, Cutrofiano. E poi ancora:
Alcuni anni fa abbiamo rilevato come l’area settentrionale di Lecce e il triangolo Maglie-Otranto-Galatina sono le zone che pagano il peggior tributo per morti da cancro ai polmoni. Si tratta di aree situate nei pressi di impianti industriali produttori di fumi nocivi e non è difficile ipotizzare che grazie ad un “gioco dei venti” queste sostanze raggiungano un territorio più ampio, pur senza escludere delle implicazioni dovute a situazioni ambientali autoctone.
Qui non si tratta di fare del terrorismo o essere profeti di sventura, ma di rispettare la volontà di Dio che in quanto “Amore” ci comanda di rispettare tutta la natura e non solo il nostro tornaconto personale.
(*) Il mistero di Torino, Vittorio Messori e Aldo Cazzullo- Mondadori Printing S.P.A. TN anno 2010.
ott102013
Le chicche contenute nella famosa Convenzione siglata tra il Comune di Galatina e la Pantacom , quella che ha dato il via libera al Mega-porco commerciale in contrada Cascioni, non finiscono mai di stupire per la loro numerosità e per la loro ridicolaggine.
Antonio Mellone
giu142013
I dirigenti fanno il bilancio della stagione, in attesa di un nuovo colpo di mercato.
Un grande successo sportivo, quello che si è potuto ammirare domenica scorsa (09 giugno), negli impianti del Circolo Tennis di Galatina. I numerosi appassionati hanno assistito a delle partite di alto livello, che hanno portato i beniamini di casa a battere gli avversari del Tennis Club Terni con un sonoro 4 a 0, nel conteggio dei match.
I ternani non sono mai sembrati in partita, forse appannati da un caldo torrido che invogliava ad andare al mare, piuttosto che correre appresso ad una pallina giallo fluorescente. Un caldo che certamente anche i galatinesi sentivano, ma che non ha tolto loro alcuna energia. Da segnalare la partita del campano Antonio Pepe, che con un sonoro 6-0 6-0 ha battuto il suo rivale Filippo Parca in una partita senza storia. Il leone di San Giorgio del Sannio, come ormai ribattezzato dai suoi tifosi salentini, ha giocato un tennis sciolto e concreto; facendo un parallelo con la scherma, si direbbe che Pepe è andato sia di sciabola che di fioretto. Un altro galatinese d'adozione, il greco Paris Gemuochidis, ha affrontato una sfida che si preannunciava dura, contro il numero uno del Terni, David Iacoboni. La sua consueta calma olimpica, ha permesso al greco di battere il suo avversario per 6-3 6-1 regalando un tennis controllato e senza sbavature; facendo innervosire il ternano fin dai primi giochi della partita e costringendolo a rompere una racchetta ed a regalarne un'altra ad uno spettatore.
“Non siamo mai stati realmente in zona retrocessione. In alcuni tratti del campionato siamo anche stati al primo posto in classifica e solo per due trasferte particolarmente sfortunate, ci siamo ritrovati a fare i playout. Posso dire, senza possibilità di smentita, che abbiamo meritato questa conferma in serie B. Cosa potrà fare ancora il C.T. Galatina per il prossimo anno? Anticipo che stiamo già lavorando per rafforzare ulteriormente la squadra, con un nuovo e prestigioso acquisto”. Giovanni Stasi – Presidente
“E' stata una stagione a tratti esaltante, che ha regalato a noi tennisti la possibilità di ritornare a calcare dei campi che al C.T. Galatina mancavano da tanto, troppo tempo. Il merito di tutto questo è sicuramente del Presidente Giovanni Stasi ed al figlio Mario, che hanno sempre creduto in noi aiutandoci concretamente in tutte le fasi del campionato. Da direttore sportivo del circolo e capitano della squadra di serie B, ringrazio tutti i miei compagni che hanno sempre dato il massimo in ogni occasione e tutti i nostri sostenitori che ci hanno sempre fatto sentire la loro vicinanza”. Filippo Stasi – Direttore Sportivo
Galatina, 14 Giugno 2013
lug152019
Da mesi, infatti, lo stadio comunale “G. Specchia”, sede della storica e gloriosa Pro Italia Galatina, versa in condizioni indegne e vergognose per una città blasonata come la nostra.
Dopo la chiusura dell’impianto, determinata da un atto dovuto dell’Amministrazione, nessuno si è attivato per darlo in gestione né si è provveduto alla manutenzione ordinaria che permettesse uno stato di conservazione ottimale. Curare il manto erboso e la struttura vuol dire preservare il valore economico, l’appetibilità e la dignità di un impianto che ha sempre rappresentato un fiore all’occhiello nel panorama calcistico provinciale, come testimoniato dal fatto che appena qualche anno fa la nazionale di calcio scelse proprio il Pippi Specchia come campo di allenamento in vista della partita di qualificazione che si sarebbe giocata a Lecce.
Oggi qualcuno, tra cui il consigliere De Pascalis, ha documentato con fotografie, che fanno male solo a vederle, lo stato di abbandono e di degrado in cui versa il terreno di gioco del campo sportivo. Erbacce e sterpaglie alte e secche che insieme a buchi e zone sconnesse rende impraticabile ed inutilizzabile il terreno di gioco. Un logoramento accelerato anche perché nei mesi scorsi il campo sportivo è stato utilizzato per qualche partita di Rugby che ha contribuito a dissestare un campo concepito per le partite di calcio.
A questo proposito all’Assessore Loredana Tundo, che ha subito garantito lavori di manutenzione, vorremmo chiedere: ma l’Associazione che ha utilizzato il campo sportivo per le partite di Rugby ha pagato i canoni dovuti al comune? Ma soprattutto, che senso ha spendere ingenti soldi pubblici oggi quando invece sarebbe costato di meno procedere con una periodica manutenzione ordinaria? E perché la cura del manto erboso dello stadio non è stata inserita nell’appalto per la cura del verde pubblico?
Molte domande andrebbero poste non solo in riferimento allo stadio Giuseppe Specchia, ma a tutti gli impianti sportivi comunali dati in gestione provvisoria a società sportive ed Associazioni di cui non è dato sapere se abbiano pagato regolarmente i rispettivi canoni e quindi se abbiano usufruito delle strutture legittimamente.
Le parole e le rassicurazioni dell’Assessore Tundo a questo punto non bastano. Anzi, quando dice che nelle prossime ore inizieranno i lavori di manutenzione del campo sportivo afferma qualcosa che potrebbe essere ancora più dannoso: una eventuale sistemazione e piantumazione dell’erbetta andrebbero fatte a settembre con il caldo ormai alle spalle. Diversamente iniziare i lavori di piantumazione dell’erbetta d’estate, con condizioni climatiche avverse, significherebbe sprecare forze e denaro.
Ma le parole non bastano anche perché troppo spesso abbiamo ricevuto rassicurazioni a cui poi non sono seguiti i fatti. Ciò è accaduto qualche mese fa quando a seguito della nostra interrogazione in cui chiedemmo se il tappetino d’asfalto irregolare di via Piazza Cesari e di Via Principessa Mafalda fosse provvisorio o definitivo, l’Assessore Tundo ci rispose che era provvisorio e che una volta assestatosi il terreno si sarebbe proceduto con i lavori di sistemazione.
Ad oggi, dopo mesi di assestamento, quelle strade sono ancora sconnesse e dissestate e dimostrano come spesso alle parole ed alle rassicurazione non seguono azioni concrete.
Quelle stesse azioni che gli sportivi di questa città si aspettano per recuperare lo stadio, le strutture sportive della città e delle frazioni, per rilanciare soprattutto il calcio in città in maniera seria e per dare un futuro ai nostri ragazzi, ai nostri tifosi ed alle nostre Associazioni sportive.
Pierluigi Mandorino
Segretario – Partito Socialista di Galatina
mar272014
mag272011
L'energia nucleare è presente in natura, Le prime bombe atomiche, del tipo di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki, erano basate sul principio della fissione. Si deve notare che in questo contesto il termine atomico è assolutamente inesatto o almeno inappropriato in quanto i processi coinvolti sono viceversa di tipo nucleare, coinvolgendo i nuclei degli atomi e non gli atomi stessi. Secondo gli ultimi dati noti, le centrali nucleari in funzione in tutto il mondo sono 450. In Europa ci sono 195 centrali nucleari. Quelle più vicine al nostro paese, sono
collocate in Francia a 200km.
L'energia nucleare è data dalla fissione o dalla fusione del nucleo di un atomo. La prima persona che intuì la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell'atomo fu lo scienziato Albert Einstein nel 1905. Per ricavare energia dal nucleo dell'atomo esistono due procedimenti opposti:
A parte il rischio di incidenti, il maggiore problema ancora insoluto è costituito dalle scorie radioattive, che rimangono pericolose per migliaia se non milioni di anni.
Le preoccupazioni principali dovute all'uso di energia nucleare per la produzione di elettricità riguardano l'impatto sull'ambiente e la sicurezza delle persone. Il più grave incidente, il disastro di ÄŒernobyl', ha ucciso delle persone, provocato feriti e danneggiato e reso inutilizzabili per decenni grandi estensioni di terra. Si teme che possano ripetersi altri incidenti simili, come accaduto recentemente in Giappone con il Disastro di Fukushima Daiichi. Un altro problema è l'elevata quantità di acqua necessaria per il raffreddamento e l'immissione delle acque calde nei sistemi idrici: ciò in alcuni ecosistemi può causare pericoli per la salute delle forme di vita acquatica, rischi di contaminazione radioattiva nelle fasi di estrazione.
le scorie prodotte dai reattori si mantengono radioattive a lungo nel tempo, fino al caso estremo del Cesio 135 (135Cs) che impiega 2,3 milioni di anni per dimezzare la propria radioattività.
Un altro problema di sicurezza riguarda il pericolo di fughe radioattive non derivanti da guasti interni alla centrale, ma da eventi esterni che possono compromettere la tenuta delle strutture. Un evento climatico catastrofico, quale un tornado o un terremoto di particolare intensità, potrebbero distruggere l'edificio di contenimento, se non adeguatamente dimensionato. In Giappone gli impianti della centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, furono danneggiati nel 2007 a seguito di un terremoto di intensità superiore a quello considerato nel progetto e si ebbero rilasci di radioattività nell'ambiente non completamente ed univocamente quantificati (si veda la voce relativa per dettagli).
Le centrali di oggi sono più sicure, è vero, come detto sopra i costi sono aumentati anche per questo. Ma i rischi sono comunque elevatissimi. Non perché sia facile che un incidente catastrofico accada, ma perché ne basta uno per effetti terribili su vaste zone. In Italia come in Giappone la sismicità aumenta i rischi, ma non servono crolli per causare un disastro. In Giappone in questo momento è bastato un malfunzionamento dell'impianto di raffreddamento per provocare il rischio di una fusione del reattore (nuova Chernobil). A volte si sente dire "ma tanto siamo circondati da centrali". E' vero, ma se la centrale di Chernobil fosse esplosa in Italia, gli effetti sul nostro territorio non sarebbero stati uguali. Nelle immediate vicinanze si ha un'area invivibile per generazioni, sulle popolazioni confinanti un aumento esponenziale delle malattie genetiche, di leucemie, tumori... Un incidente in Francia oggi potrebbe anche interessarci, ma gli effetti sul nostro territorio, anche se gravi, non saranno mai come quelli in territorio francese.
Questo discorso vale comunque per incidenti catastrofici. Altra cosa che però in molti non sanno è che gli incidenti meno gravi non sono così rari, ma in giro per il mondo non sono poche le centrali che hanno avuto malfunzionamenti con il conseguente rilascio nell'atmosfera di radiazioni oltre il normale livello di funzionamento.
Sempre in Giappone, a seguito del terremoto di Sendai, nel marzo 2011, una serie di quattro distinti gravi incidenti occorsi presso la centrale nucleare Fukushima I hanno causato il Disastro di Fukushima Daiichi.
L'unico modo per smaltirle ad oggi è interrarle in profondità, ma le aree circostanti avrebbero comunque conseguenze, e non è facile individuare tali luoghi adatti, anche considerato che le scorie devono rimanerci per 1.000.000 di anni... Negli USA ad oggi non hanno costruito neanche un luogo sicuro per confinarle, e attualmente le scorie sono accumulate in decine di stabilimenti sparsi sul territorio nazionale.
I costi privi di una quantificazione monetaria, come ad esempio, i seguenti:
Secondo altri studi l'energia nucleare è economicamente svantaggiosa e gli enormi capitali necessari alla costruzione di un impianto ed alla gestione completa del ciclo del combustibile, non possono mai essere compensati dalla produzione di energia. Il professor Jeffrey R. Paine (Professore di Antropologia presso
l’Università del Massachusetts) ha dichiarato: «L'analisi [...] suggerisce che anche nelle condizioni più ottimistiche (dove i costi sono considerevolmente tagliati ed i redditi salgono notevolmente), le centrali nucleari dell'attuale generazione, nel corso della loro vita, possono arrivare al massimo a coprire i costi». l'impianto raramente funziona a pieno regime, solitamente è sfruttato soltanto in parte (Paine sostiene che il 58% sia la norma) dal momento che alcuni impianti periodicamente devono essere fermati per controlli di sicurezza. Aumentare questa percentuale ci esporrebbe inevitabilmente a un rischio;
la dimostrazione finale e incontestabile della non economicità dell'elettricità da fissione nucleare è che da decenni nessuna azienda privata ha pensato di costruire una nuova centrale, se non dove sussistono ingenti sovvenzioni statali in seguito a una precisa scelta puramente politica (si veda il caso del governo Berlusconi), come per certe fonti rinnovabili (ad esempio il fotovoltaico), che senza contributi statali non avrebbero alcuna convenienza economica.
Nel 2009 si sono avute infatti diverse rinunce da parte di compagnie elettriche: ad esempio, la Mid American Nuclear Energy Co, operante in Idaho, ha rinunciato alla realizzazione dei suoi progetti di espansione del numero di reattori[13]; la AmerenUE, operante in Missouri ed Illinois, ha anch'essa rinunciato alla costruzione di un reattore EPR[14].
Al costo di creazione dell'impianto, manutenzione, produzione elettrica e smantellamento ci sono da aggiungere i costi di smaltimento dei rifiuti. Questi costi sono ancora non chiari visto che non si sono ancora trovate soluzioni definitive operanti per il lungo periodo per le scorie di III categoria (caso differente per quelle di I e II, di cui esistono molti siti di stoccaggio già funzionanti da decenni); infatti sono o in fase di studio o in fase di realizzazione alcuni depositi definitivi, ma nessuno di questi è ancora attivo.
Chiara D'Acquarica
mag242016
La nostra cittadina se pur piccola ha un Impianto Sportivo come tanti e tutti i paesi d’ITALIA, ed è un Impianto che se messo in funzione è invidiabile da tanti paesi molto più grandi del nostro, completo di tutto per qualsiasi SPORT, ma purtroppo per vari motivi, che non stiamo qui ad elencare, è rimasto chiuso per un po’ di tempo e al degrado totale abbandonato a se stesso, tutti quanti noi lo sapevamo, il tutto alla luce del sole. Così un gruppo striminzito di amici ha pensato bene di far qualcosa a rivivere l’Impianto per lo SPORT, tra l’altro tentativo fatto ancora indietro negli anni con altre amministrazioni, ma senza successo. Tra varie visite negli uffici che contano e che trattano l’argomento “strutture sportive”, ci hanno consigliato di formare un’Associazione Sportiva e così ci siamo messi in moto. Nell’inverno freddo del 2015, precisamente tra il 15 e il 17 febbraio è nata l’Associazione Sportiva Dilettantistica DPM ATLETICO NOHA, il nome non è un caso, è stato studiato bene ed ha un significato. Anche il logo è stato studiato con non poca fatica, ma semplice da capire: le TRE TORRI è il simbolo di NOHA, lu SCIACUDDHRI, beh è di casa a NOHA, infine i PALLONI perché rappresenta lo SPORT. Non voglio per adesso mettere nomi di persone perchè nessuno di noi ha meriti maggiori o minori dell’altro, tutti, dico tutti con il proprio contributo. Un grazie va anche a qualche persone estranea all’Associazione che, con il suo aiuto ha contribuito a far sì che l’iniziativa vada a buon fine. Quindi siamo tutti sulla stessa linea di partenza, dico questo per togliere qualche dubbio a qualcuno. E’ naturale che in un’Associazione, Comitato, Riunione, Assemblea, ci deve essere un responsabile, legale rappresentante o Presidente che dir si voglia con appunto delle cariche, delle figure interne, che devono mandare avanti la baracca così come previsto dalla Legge e Statuti; da qui la figura del PRESIDENTE e del DIRETTIVO, deciso a suo tempo e luogo da quegli amici che si sono messi in gioco, quindi nessuno si è rivestito di AUTORITA’!!!
Fatta questa premessa, arriviamo ai giorni nostri. Gli impianti Sportivi Polifunzionali di NOHA rappresentano un esempio concreto di risorse per tutte le comunità, l’idea dell’Associazione DPM ATLETICO NOHA è, sin dal momento dell’assegnazione dei suddetti impianti, di creare una realtà Polisportiva che attraverso l’uso strumentale dello SPORT consenta a tutti gli Atleti, senza nessuna distinzione, di realizzare un percorso formativo completo, tutto questo senza SCOPI DI LUCRO, pensiero lontanissimo dei principi fondamentali della nostra Associazione.
La DPM ATLETICO NOHA per la migliore e più efficace azione delle funzioni prefissate ha come obiettivi: la collaborazione con tutte le Associazioni, Club o altre aggregazioni Sportive presenti nel territorio; la diffusione della pratica sportiva e delle attività Motorie-Creative; la promozione e lo sviluppo del Associazionismo Sportivo e l’uso degli impianti a tutti gli Interessati. Facciamo presente a tutti quelli che vogliono condividere e praticare Sport, dal Tennis al calcio in tutte le sue dimensioni, che l’impianti sono aperti ed usufruibili in tutte le ore a secondo la loro prenotazione, quindi significa che se non c’è attività l’impianto rimane chiuso, non esiste orario da Negozio. Naturalmente per usufruire dei giochi ci sarà un contributo che parte da 0 euro per minori e qualcosa in più per i maggiorenni di buona volontà, da quantificare all’atto della prenotazione a seconda del tipo di Sport e dell’orario. Questo perché la corrente elettrica che si consuma viene pagata totalmente dalla DPM ATLETICO, non come qualcuno pensa dal Comune di GALATINA, ma se anche fosse diversamente bisogna comunque pagare ciò che si consuma, anche al Comune. Ricordo a tutti che siamo un’Associazione ONLUS non abbiamo SPONSOR che ci sostengono, ci autofinanziamo tra di…NOI…oppure con i piccoli contributi che ci vengono dati di volta in volta. Per tale motivo intendo ringraziare fortemente un gruppo di AMICI, nostri compaesani, che dal primo in cui è stata riaperta la struttura, sistematicamente, ogni lunedì, vengono a giocare, dovremmo tutti prendere esempio da loro. Per concludere, vorrei ancora ricordare a tutti che il campo di calcetto ce l’abbiamo anche a NOHA, tanto per essere chiari e trasparenti a differenza di ciò che invece vorrebbero far passare altre persone con messaggi differenti o falsati.
La DPM ATLETICO NOHA, riguardo alla richiesta di chiarimenti avanzata dal Sig. Antonio MARIANO su NOHAWEB, circa la fruibilità o meno dei campi di NOHA da parte della “ RAPPRESENTATIVA NOHA”, si risponde restituendo al mittente tutte le eventuali accuse o polemiche di sorta e sottolineando che nessun rappresentante della neo formata squadra si è mai presentato presso la struttura a parlare con chicchessia sia esso PRESIDENTE che DIRETTIVO. Affermando quanto pubblicato si dimostra che si parla o si scrive solo per il gusto di farlo o per il semplice ..SENTITO DIRE.. Occorre ricordare un famoso detto Nohano per cui come “PRIMA SE TIRA LA PETRA E POI SE SCUNDE LA MANU” . Questo modo di fare non è affatto corretto perché si dice il falso coscientemente!!! L’idea di fondo della DPM ATLETICO è lo sviluppo ed il consolidamento di tutte le Società Sportive anche dei Gruppi di giovani, come la “ Rappresentativa NOHA “, che attualmente forse non usufruisce della struttura per futili motivi dovuti ad incomprensioni o non conoscenza effettiva dello stato dei luoghi o semplicemente perché non hanno mai fatto richiesta. Detto e chiarito definitivamente quanto sopra, si spera che al più presto si possa risolvere questo increscioso malinteso se così lo possiamo definire, noi siamo completamente disponibili a qualsiasi dialogo ed apertura che preveda l’inclusività e non certo l’esclusione a priori di nessuno. La possibilità di implementare un percorso non effimero, che produca persistenti miglioramenti alla qualità di vita di ciascun cittadino-atleta dipende anche dal modo in cui viene gestito il welfare-comunitario: le Società Dilettantistiche e non, nel rispetto delle proprie funzioni, devono imparare a promuovere lo SPORT. Le modalità di utilizzo degli impianti da parte della “ Rappresentativa NOHA “ e non solo, vengono concertati con il PRESIDENTE, sentito il DIRETTIVO, sempre presente in loco, al fine di ottimizzare l’uso e la fruibilità degli spazi stessi tra diverse associazioni che ne fanno richiesta.
Gli impianti Polifunzionali di NOHA sono, devono e rimarranno aperti a tutti.
Al PRESIDENTE, tra l’altro, spetta, come da Statuto, il diritto insindacabile di intervento per la soluzione di eventuali insuperabili divergenze relative all’uso degli stessi impianti. Lo stesso PRESIDENTE è tenuto alla corretta utilizzazione degli impianti, al rispetto di tutte le norme e regole stabilite, a vigilare ed è autorizzato, sentito il parere del DIRETTIVO, ad allontanare chiunque tenga un comportamento ritenuto pregiudizievole al buon funzionamento degli impianti o dell’attività che si svolge.
L’Associazione DPM ATLETICO NOHA, sin dal primo giorno successivo all’assegnazione provvisoria, si è presa cura degli impianti che si presentavano in condizioni veramente disastrose e sotto gli occhi di tutti; il campo di calcio era un cumolo di sterpaglia e pietre, una situazione decisamente critica a cui la DPM ha voluto mettere mano con urgenza, infatti siamo intervenuti con misure di emergenza e di messa in sicurezza da subito e su diversi spazi, noi dell’associazione con tenacia, determinazione e tempestività siamo riusciti a dare ai campi un’altra immagine e la possibilità di aprirlo al pubblico nel più breve tempo possibile rispondendo anche alle esigenze richieste dall’Amministrazione Comunale attraverso la manifestazione di interesse di giugno 2015.
Le difficoltà che la DPM ha incontrato sono state diverse e sempre in agguato, basta ricordare atti vandalici che abbiamo subito da ignoti sin dai primi giorni di insediamento, arrivando poi, a pochi giorni fa quando si è raggiunto il limite per danni provocati agli impianti per i quali si è richiesto l’intervento dei responsabili del settore LLPP. In un primo momento, si è pensato di non far pubblicità di questi brutti episodi perché ne sarebbe andato del decoro di tutta la nostra comunità, non solo, per evitare anche del vittimismo e tirati in ballo addirittura con falsità sui Social, allora è bene informare pubblicamente i cittadini. I danni, vanno dalla rottura ai tagli sull’impianti idrici mobili utilizzati per l’innaffiatura dei vari prati inglesi di proprietà della DPM; furti degli stessi tubi di acqua sempre di proprietà della DPM; il campo di calcio irrorato con del veleno secca – tutto ha bruciato letteralmente tutta l’erbetta vera della quale il campo medesimo era dotato via via con non poco sacrificio per renderla verdeggiante, purtroppo, ignoti hanno addirittura lasciato le bottiglie vuote sul terreno di gioco, una volta utilizzate; da ultimo, ma non meno importante, due cagnolini di piccola taglia erano stati rinchiusi sotto il sole ed all’interno di una macchina parcheggiata nei pressi del campo di gioco. Solo per mero caso, in quella mattinata, sono stati liberati i due cagnolini, altrimenti per il caldo i poveri animali non sarebbero certo sopravvissuti.
Nonostante questi brutti episodi di VANDALISMO, la DPM ATLETICO con la stessa determinazione e tenacia di sempre e che la contraddistingue è riuscita a dare al Campo Sportivo un’altra immagine restituendo la normalità attraverso la possibilità di giocare sin da subito, sistemando tutto nel migliore modi. Le situazioni di disagio non sono certo scomparse, ma il lavoro svolto è stato tanto e ce ne sarà ancora, quindi si opererà certamente nella convinzione di procedere nella giusta direzione. È necessario, però, che gli appassionati di SPORT, le Scuole, le Parrocchie, le Famiglie e le Istituzioni facciano sentire la loro presenza e la loro voce.
Con questo approfitto per comunicare a tutti che con una missiva indirizzata alla Direttrice della Scuola Polo 2 Galatina – Noha e per conoscenza anche al Comune di GALATINA, tutti i ragazzi di detto Plesso Scolastico sono stati invitati Suo tramite, a svolgere attività sportiva durante le lezioni di educazione fisica sul nostro Impianto Sportivo. Con piacere comunichiamo altresì che la Direttrice ha risposto POSITIVAMENTE, prenotando per il fine anno scolastico le due Manifestazioni Sportive di chiusura dello stesso, sia per le classi primarie che per le medie. Non solo, si porta a conoscenza tutti voi, che sempre presso gli impianti sportivi di Noha, si procederà ad organizzare il progetto che vede coinvolte le donne nello sport, in particolare nel calcio.
IL PRESIDENTE DELLA D.P..M. ATLETICO NOHA
M.LLO DONATO DE LORENZIS
mag252015
Sotto le mendaci e mistificate spoglie del “riammodernamento”, sembra ci sia un vero e proprio progetto di impianto nuovo di zecca in agro di Cavallino. Progetto votato a maggioranza il 6 Marzo scorso dall’Assemblea dei Sindaci ATO provincia di Lecce. I cittadini esasperati da più di 15 anni di malesseri e nauseabondi odori, spia olfattiva inequivocabile di qualcosa che non va, si organizzano in un “Comitato Intercomunale” e avviano una raccolta firme per chiedere l'immediata revoca e bocciatura ponendo un'irremovibile pietra tombale contro qualsiasi decisione di aprire, né tanto meno ampliare, nuove discariche o continuare a sperperare ingentissimi soldi pubblici, (circa 52 milioni di euro), in discutibili e non ben chiari “ammodernamenti” di mega-impianti industriali insalubri e antiscientifici quali gli inutili e dannosissimi “biostabilizzatori”, vera piaga e offesa all'intelligenza umana prima ancora che alla scienza tutta, assieme alle discariche e agli inceneritori che alimentano la malagestione dei rifiuti nel Salento, impianti spreca-denaro pubblico e ammazza salute, ed essere finalmente ascoltati, i cittadini, nel verso della difesa delle sacrosante ragioni di tutti e del Salento e soprattutto nel verso della difesa di inalienabili e intangibili Diritti, Diritto alla Salute e alla Vita in primis, strettamente legati al Diritto alla Salubrità, Benessere e Bellezza del proprio territorio, Diritti sanciti e difesi sommamente dalla nostra Costituzione Italiana e dall'Europa.
Si chiede fermamente al Presidente dell’ATO Paolo Perrone, nonché sindaco di Lecce e massima autorità sanitaria del suo comune, un improcrastinabile e drastico cambio di rotta allontanadosi dalla malo non-ciclo dei rifiuti nel Salento, a più riprese denunciato e smascherato da inchieste giornalistiche e posto sotto l'attenta lente della Magistratura. E’ impensabile a causa di questa dannosissima malagestione che prevede ancora nel 2015 discariche, mega impianti di fasulla e antiscientifica “biostabilizzazione” e incenerimento dei rifiuti, costringere i cittadini di San Donato, San Cesario, Lizzanello, Cavallino, Caprarica di Lecce e di Lecce stessa e di tutto l'hinterland a soccombere per altri 20 anni a delle condizioni capestro mettendo a repentaglio drammaticamente condizioni di vita e di salute rendendole ancora più pericolose e disumane. Alle soglie del 2016 sono molte e arcinote le esperienze virtuose consolidate sia in Italia che nel mondo, che dimostrano che un’altra gestione dei rifiuti, gestione buona e nel pieno interesse pubblico della risorsa “rifiuti”, è possibile e tale via maestra è rappresentata dall'ottima e concreta “Strategia Rifiuti Zero” che non prevede di trasformare ancora una volta i cittadini in cavie e i territori in pattumiere, così come oggi politiche e decisioni irresponsabili hanno ancora in animo di fare, aprendo addirittura una nuova discarica con ingentissimo spreco di pubblici denari e spingere le comunità del Salento a sprofondare in un ulteriore e drammatico abisso. Le discariche e l'attuale impiantistica minano inesorabilmente per loro nociva natura la salute dei cittadini, e compromettono la salubrità dei territori. Perdita di salute comprovata dal catastrofico quadro epidemiologico per troppo tempo sottaciuto e ignorato, in primis proprio dai pubblici decisori, relativo a insorgenze di patologie altamente degenerative e letali con incidenze in costante aumento e che oggi grazie ad accurati studi così bene si conosce.
Gli esempi di come invertire la rotta ce lo indicano proprio le esperienze virtuose dei Comuni di Galatina e Corigliano d’Otranto, tra i primissimi comuni che hanno avviato una gestione razionale e tracciabile, oltreché premiale, promuovendo e potenziando l'ottima pratica del compostaggio domestico, dimostrando come semplicemente applicando la legge vigente da oltre 15 anni e recuperando le buone pratiche tradizionali di gestione dell'importante e ingente frazione organica/umida del rifiuto, in armonia con il territorio, il cambiamento può essere semplice, immediato e a costo zero! In entrambi i comuni le amministrazioni hanno regolamentato la virtuosa e semplice pratica istituendo un Albo ufficiale e pubblico dei Compostatori per promuovere e far ben gestire, comprovandola, la buona e virtuosa pratica del compostaggio domestico, riscontrando in un tempo brevissimo una risposta oltreché positiva da parte di tutti i cittadini, ottenendo risultati insperati ed eccezionali.
Tenendo conto che la produzione pro-capite di rifiuti in Italia si attesta a circa 1 kg di rifiuti solidi urbani al giorno. Una famiglia di 4 persone quindi ne produrrà circa 1 tonnellata e mezza all'anno. Il 40 % di rifiuti solidi urbani sono di origine ORGANICA. Per rispettare i cicli naturali della materia la destinazione di questi rifiuti non deve essere l'accumulo nelle discariche ma la loro decomposizione e trasformazione in humus, prezioso per il terreno facendo tornare in pochissimi mesi le sostanze nutritive utili al suolo rigenerandolo.
Il comitato chiede a tutti i comuni dell’ATO di adoperarsi affinché si disinneschi la bomba ambientale rappresentata da discariche, biostabilizzatori e inceneritori dicendo il loro fermo e doveroso “NO!” adoperandosi da subito per adottare, invece, e applicare la virtuosa Strategia Rifiuti Zero, partendo proprio dall’incentivare massimamente il compostaggio domestico e agricolo, ripristinare la salubrità dei territori e mirare ad un abbattimento sostanziale della tassa sui rifiuti, attraverso una premialità a quei cittadini che effettivamente puntano a non conferire in discarica e a ben gestire la frazione umida/organica.
Si fa un appello a tutte le associazioni e a tutti i cittadini della provincia di Lecce, invitandoli a partecipare attivamente alla raccolta firme che si terrà domenica 24 maggio a San Donato di Lecce , in Piazza Garibaldi dalle ore 9.30 alle ore 12.00.
Helen Centobelli 329.8120306 (per l'Associazione La Scìsciula, San Donato di Lecce)
Emanuele Lezzi 328.7045055 (per l'Associazione Sveglia Cittadina, San Cesario di Lecce)
Alfredo Melissano 327.1655422 (per il Forum Ambiente e Salute del Grande Salento)
ago072018
12 su 12! Premiato Il 100% dei progetti presentati dall’amministrazione Amante per il bando del “piano regionale triennale di edilizia scolastica 2018/2020”, ritenuti “formalmente e sostanzialmente ammissibili”, cui si aggiunge il 13° presentato dalla Provincia di Lecce. Tutti ineriti in graduatoria e ritenuti finanziabili.
L’aver partecipato al bando, in un’ottica di risultati a media scadenza, evidenzia ancora una volta l’impegno del Sindaco Marcello Amante e della sua squadra a riportare finalmente la città nel solco della programmazione, nella consapevolezza che l’ottimo risultato ottenuto permetterà nel medio termine l’adeguamento alle migliori norme di sicurezza delle scuole cittadine.
Poco meno di 8 milioni di euro di finanziamenti richiesti per interventi finalizzati all’eliminazione di rischi, all’ottenimento del certificato di agibilità, all’adeguamento alla normativa antincendio, di riqualificazione del patrimonio infrastrutturale scolastico, di adeguamento alle norme igienico sanitarie, di abbattimento delle barriere architettoniche, di adeguamento a norma degli impianti tecnologici esistenti e alla sicurezza antincendio e di efficientamento energetico, nonché per la realizzazione di palestre scolastiche nelle scuole o d’interventi volti al miglioramento delle esistenti.
Le strutture scolastiche di Galatina, Noha e Collemeto saranno messe a norma e rese ampiamente sicure a tutela dei ragazzi e del personale che le vive quotidianamente.
La programmazione nazionale 2018-2020 è già finanziata con un impegno dello Stato di 1,7 MLD, da ripartire su base regionale, per il finanziamento dei singoli piani annuali e le risorse assegnate alla Regione Puglia ammonteranno presumibilmente tra 90 -100 milioni di euro.
L’aver chiaramente specificato nel bando che “Il piano regionale triennale di edilizia scolastica potrà essere utilizzato da parte dello Stato o dalla Regione per la concessione di finanziamenti relativi all’edilizia scolastica, diversi da quelli di cui al Decreto Interministeriale del 3 gennaio 2018” permetterà alle amministrazioni in graduatoria di attingere a fondi supplementari anche da ulteriori bandi regionali e nazionali o di accedere anche a ulteriori finanziamenti messi a disposizione da altri enti (INAIL- VVFF).
Nell’ambito del citato “ciclo di programmazione unitaria”, è stabilito che si darà priorità agli investimenti definiti. In particolare per la sub-graduatoria “B”, lì dove Galatina è presente con 11 dei 12 progetti con 3 nei primi 30 posti e tutti entro il 63°; ciò offre ampi margini di finanziabilità.
Il Sindaco Marcello Amante si dichiara “estremamente soddisfatto del lavoro svolto dall’ufficio Direzione Territorio e qualità Urbana, guidato dall’Arch. Nicola Miglietta, che ha ben coordinato il pool di professionisti incaricati alle redazione dei progetti risultati poi tutti premiati”. Dello stesso tenore il pensiero dell’Assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo che rivendica “il successo politico dell’amministrazione nell’aver dato concretezza al proprio programma di governo, perseguendo con determinazione quest’opportunità. La soddisfazione è maggiore poi se si pensa che i benefici saranno percepiti quasi totalmente dai nostri figli”.
Questi i progetti presentati:
TIPOLOGIA DI PROPOSTA PROGETTUALE “B”
Interventi finalizzati all’eliminazione di rischi, all’ottenimento del certificato di agibilità degli edifici scolastici e all’adeguamento degli stessi alla normativa antincendio, ovvero interventi di riqualificazione del patrimonio infrastrutturale scolastico, attraverso interventi di adeguamento alle norme igienico sanitarie ed in materia di abbattimento delle barriere architettoniche e finalizzati all’adeguamento a norma degli impianti tecnologici esistenti e alla sicurezza antincendio.
TIPOLOGIA DI PROPOSTA PROGETTUALE “C”
Ampliamenti per edifici esistenti in possesso del certificato di agibilità
Ufficio Stampa Marcello Amante
ago152023
Un tempo per provare un po’ di sollievo dal solleone (o canicola, o afa, o arsura, o semplicemente grande caldo) era sufficiente una fetta di Mellone fresco; ora pare non bastino più nemmeno i condizionatori (cui abbiam dovuto rinunciare per aver scelto la pace, come da diktat del Migliore), e dunque si debba ricorrere alle cure di uno psicologo, quando non a quelle di uno psichiatra. Eh sì, perché a fobie, tic, dipendenze e mille altre nevrosi della vita contemporanea oggi possiamo finalmente aggiungere pure l’eco-ansia.
All’inizio governi, televisioni, intellighenzia, maître-à-penser, finanza e mercati unificati parlavano esclusivamente di surriscaldamento; ultimamente, onde evitare di sbagliar segno (positivo o negativo), le stesse reti, circonfuse dalla consueta inconfondibile aura di prestigio, si accontentano di dibattere di un più generico mutamento climatico, forse per meglio corroborare la loro infallibilità oracolare.
Orbene, lungi da me il voler confutare la Scienza (e la eventuale dogmatica di complemento), o sfidare a singolar tenzone i novelli inquisitori, non essendo un climatologo non metterò in discussione il concetto di cambiamento (tutto cambia sempre, ci mancherebbe altro), ma vorrei sommessamente far presente due o tre cosette.
La prima è che non so cosa possa succedere al macroclima (o grande clima, o clima della nostra era geologica), ma il microclima (cioè quella microscopica, minuscola, trascurabile parte del macroclima terracqueo) registrerà sicuramente sensibili aumenti nei suoi gradi centigradi ogni qualvolta si procederà, per esempio, all’abbattimento degli alberi più o meno cittadini, in quanto molesti al traffico, all’asfalto, al cemento, e al piano regolatore; oppure alla loro eradicazione per via della vulgata secondo cui “Stassiccatuttu causa batterio” anche se sono vivi e vegeti, e quindi meglio non contraddire decretini e ricercatori dal verbo incarnato. Certo è che qui si sta segando alla grande, a partire dai rami su cui stiamo seduti.
Per dirne un’altra, a Matino (ogni buongiorno si vede dal Matino), proprio di fronte al cimitero qualche tempo fa troncarono alla radice una fila di enormi bellissimi pini marittimi: adesso, al loro posto, due colonnine di ricarica auto elettriche. Chissà che non sia questa la rappresentazione plastica della famosa Transizione Ecologica.
A Galatina, altro caso clinico, il famoso viale don Bosco (mai denominazione fu più azzeccata di questa) è stato finalmente disboscato. Per il momento, e per il prossimo decennio, sarà l’uomo a dover fare ombra a quegli zzippi sostitutivi che ironicamente continuano a chiamare alberi. Quanto a Noha stiamo possibilmente ancor più freschi, visto che da una decina d’anni, forse più, al Green abbiamo dedicato la parte più convessa del nostro corpo (non è la pancia, ma quella che si trova dall’altra parte, un po’ più in basso), seppellendo un centinaio di ettari di campagna nohana sotto una patina di pannelli fotovoltaici di ferro, alluminio, silicio e materiali vari. Per abbassare ulteriormente le temperature sono in arrivo non so più quante pale eoliche: ma non chiamatele pale che girano - eccome se girano - ma ventilatori. A me viene la pelle d’oca al solo pensiero, meglio indossare sin da subito un cappottino estivo.
Poco fa il sindaco di Milano piagnucolava a favor di telecamera sui disastri causati da un violento temporale abbattutosi nottetempo sulla sua città, anche questo evidentemente causa clima, incitandoci ad agire senza indugio. Mo’ non saprei dire se i centodieci ettari di piastra di calcestrunzo usata per l’Expo 2015, di cui fu amministratore delegato e commissario, contribuiranno all’aumento o alla riduzione della temperatura di quell’area, o se ormai non gli facciano più né caldo né freddo. Meno male che di là si son dati subito da fare con l’Albero della vita (che costò poco più di otto milioni di euro), con il Bosco Verticale downtown e, ovviamente, con la Milano da bere (ghiacciata).
Ci sono poi i promotori di (in ordine sparso) porti turistici, grandi navi da crociera, movida, costruzione di nuovi villaggi eco-so-ste-ni-bi-li, termovalorizzatori, produzione/vendita/spedizione/uso di armi perché così vinciamo la guerra (tra poco pure nucleare), jet personali usati da congressisti di fondi monetari internazionali, alta velocità, lidi privati chiamati simpaticamente Frescure con le pale di ficodindia in compensato spennellato di verde, navi gasiere e dunque rigassificatori, megacentri commerciali, agricoltura superintensiva, importazione di kiwi dalla Nuova Zelanda e uva dal Cile, trasformazione dell’attuale parco auto con motori a scoppio in un enorme scascia-machine, roghi nei campi, impianti di compostaggio anaerobico (o meglio analerobico) per la produzione di biogas, imminenti autostrade a quattro o più corsie, veleni che ci stanno tropicalizzando (tropico del cancro per la precisione), “infrastrutturazione del Salento” [sic], Sviluppo & Crescita, e altre cosette del genere da psicoanalista junghiano: esempi virtuosi senz'altro in grado di far calare di non poco le temperature medie del nostro Antropocene.
Voi mi direste a prescindere: “Anto’ fa caldo”. Vi risponderei che gli accorati appelli “a far presto” [sic], provengono quasi tutti dai suddetti promotori: ergo siamo in una botte di ferro. Persino la Bce s’è messa ad aumentare i tassi di interesse a più non posso al fine di raffreddare ‘sta benedetta inflazione. Roba da brividi proprio.
Non so perché insistete tanto nel dire che ci stanno prendendo leggermente, e ancora una volta, per il clima.
Pardon, volevo dire culo.
Antonio Mellone
set182020
Consiglio Comunale corposo, quello di ieri 17 settembre, con molti punti all’ordine del giorno, quasi tutti di natura finanziaria e con ampi riflessi sulla città e sull’attività amministrativa dell’ente.
Si sono ridotti i debiti comunali liberando risorse finanziare per gli anni futuri, una buona notizia per la città.
La maggioranza in Consiglio ha approvato all’unanimità la proposta per l’estinzione anticipata di mutui sottoscritti negli anni 2000 e 2001 con la Cassa Depositi e Prestiti per un ammontare di oltre € 562.000,00 e destinando oltre € 254.000,00 all’estinzione di altrettanti mutui nel 2021.
Operazione resasi possibile grazie alla vendita di alcuni immobili comunali per un incasso di circa € 816.000,00, la cui parte più corposa è rappresentata dal ricavato sull’ex Carcere Mandamentale (€ 712.120,00).
Merito al Sindaco Amante per aver raggiunto un obiettivo che tanti in precedenza avevano inseguito vanamente.
Approvato un intervento a sostegno delle attività commerciali e dei nuclei familiari più deboli: un aiuto concreto dell’Amministrazione Amante diretto a famiglie e imprese di circa € 300.000,00
Un’attenzione al tessuto economico della città, senza ignorare le istanze di quei nuclei familiari “deboli”, che hanno particolarmente subito le conseguenze economiche del lockdown. Seppur in un contesto finanziario “delicato” dell’ente, complicato ancor più dalle mancate entrate nel periodo Covid-19, l’obiettivo è stato perseguito con forza e determinazione dal Sindaco Amante.
L’approvazione del piano tariffario Tari è da sempre argomento spinoso, ancor più quest’anno con gli uffici finanziari comunali che hanno dovuto districarsi tra le numerose disposizioni dell’ARERA, ente regionale di regolazione e controllo anche in materia di ciclo dei rifiuti urbani, oltre che con le inevitabili complicazioni normative e operative causate dall’emergenza Covid-19.
In sintesi queste le agevolazioni approvate per l’anno 2020:
- confermate le stesse tariffe ai fini TARI approvate per l’anno 2019, escludendo di fatto tutti i maggiori costi conseguenti alla gestione dei rifiuti nel periodo di maggior rischio pandemico;
- riduzione del 35% su base annua della quota variabile della tariffa per le seguenti attività: Cinematografi; Discoteche; Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto, ludoteche, asili; impianti sportivi, palestre, scuole di danza, centri di fisioterapia; Alberghi; Negozi di abbigliamento, calzature, e altri beni durevoli (ad esclusione di negozi di elettrodomestici, telefonia, accessori elettrici, nonché di prodotti per l’igiene della casa e della persona), librerie, cartolerie, edicole; Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato; Banchi del mercato beni durevoli; Parrucchiere, barbiere, estetista; Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e pub; Mense, birrerie e hamburgherie; Bar, caffè, pasticcerie; Fiori e piante e pizza al taglio; sale scommesse e da gioco; negozi per animali;
- riduzione del 30% su base annua della quota variabile della tariffa per le seguenti attività: Esposizioni, autosaloni; Campeggi; Uffici ed agenzie, con esclusione di Enti Pubblici e delle società di erogazione di pubblici servizi (gas, energia elettrica etc.); Falegname, idraulico, fabbro, elettricista; Studi odontoiatrici, studi medici specialisti (liberi professionisti) e veterinari; Studi professionali; Carrozzerie, autofficine, elettrauti, banchi di mercato di generi alimentari; Attività industriali con capannoni di produzione e Attività artigianali di produzione beni specifici, a condizione che attestino, anche mediante autocertificazione, di aver sospeso la propria attività;
- riduzione del 25% su base annua della quota variabile della tariffa per le seguenti attività: distributori di carburante, negozi di elettrodomestici, telefonia, accessori elettrici, ferramenta e colori;
- riconoscimento per il 2020, in via sperimentale e straordinaria, del bonus sociale pari ad una riduzione del 25% della tariffa complessiva dovuta in favore delle utenze domestiche economicamente svantaggiate, già identificate con l’ammissione al bonus sociale per disagio economico per la fornitura di energia elettrica, gas e/o del servizio idrico integrato.
Non meno importi gli altri punti all’ordine del giorno portati all’attenzione del Consiglio Comunale e approvati all’unanimità dalla maggioranza, tra i quali:
Vito Albano Tundo
Presidente II Commissione Bilancio, Finanze e Tributi
lug122019
In merito alle recenti esternazioni del consigliere comunale Giampiero De Pascalis riguardo le condizioni di sicurezza dell'impianto sportivo di Collemeto e delle condizioni del manto erboso dello stadio comunale Pippi Specchia di via Chieti, l'amministrazione comunale respinge al mittente tutte le accuse riguardo una presunta disattenzione nei confronti di tali strutture.
Per quanto riguarda l'impianto sportivo di Collemeto, già nel passato oggetto di atti vandalici e di aperture forzate dei cancelli, il personale tecnico del Comune, appena avuta notizia, è prontamente intervenuto per chiudere i varchi e per rimettere in sicurezza la struttura. Gli interventi, purtroppo, sono periodici e sono diretta conseguenza di continue azioni vandaliche già registrate nel passato. Dispiace che il consigliere De Pascalis polemizzi con l'amministrazione comunale per le condizioni di sicurezza dell'impianto e non spenda una parola invece per stigmatizzare i comportamenti di gruppi di persone che non rispettano una struttura che dovrebbe invece essere maggiormente rispettata in quanto patrimonio della collettività.
Per quanto riguarda il manto erboso del Pippi Specchia, nei giorni scorsi il Comune ed i tecnici comunali hanno effettuato un sopralluogo ed hanno programmato un intervento di sistemazione che partirà nelle prossime ore. I lavori, già programmati da tempo, riguarderanno la rasatura e risemina del manto erboso ove necessario. Le strutture comunali sono a cuore dell’amministrazione comunale e molteplici sono gli interventi di manutenzione che negli ultimi mesi sono stati eseguiti senza clamore; tale azione proseguirà anche in futuro.
Loredana Tundo, assessore ai Lavori Pubblici
Maria Giaccari, assessore allo Sport
mar312014
“Sogno o son desto?” – mi son detto nel leggere il titolo delle note stilate dall’assessore Andrea Coccioli, e pubblicate il 27 marzo scorso sul suo sito dall’Albino Campa.
Non riuscivo a capacitarmi del fatto che un assessore si fosse degnato di rispondere per la prima volta nella storia di Noha e di Galatina messe assieme alle domande ed alle istanze stese per iscritto da un cittadino qualsiasi come il sottoscritto (benché non protocollate, codeste petizioni, presso gli uffici comunali come burocrazia vuole), e pubblicate su Noha.it.
Poi, dopo l’iniziale momento di smarrimento, mi son messo a leggere (e rileggere) la famosa “risposta” assessorile, ed ho subito pensato che sant’Albino martire – sempre troppo buono con tutti specialmente con me - stavolta avesse preso, come si dice, coccioli per lanterne (lucciole, vabbè), nel dare quel titolo ad un pezzo che ha tutto il sapore di uno stucchevole comunicato-stampa, ovvero di una enorme ennesima presa per i fondelli. Altro che “risposta all’articolo di Antonio Mellone”.
Sì, perché, al di là del politichese puro (mai chiaro come il sole, ma viscido come il sapone Sole), leggendo certe note ad uno viene il sospetto che sarà per statuto comunale che chi siede a palazzo Orsini o nei suoi dintorni non solo non sappia scrivere ma non sappia nemmeno leggere (in questo caso le mie domande).
Così l’assessore ormai non so più a che si profonde in arzigogoli che iniziano con l’immancabile “Con la presente si comunica che… “ (forse voleva dire assente più che presente).
E continua imperterrito ritenendo probabilmente che noi cavernicoli del 2014 riusciamo a mandar giù tutte le brodaglie scodellateci dal primo venuto: “Dovendo procedere all’allacciamento alla rete di energia elettrica, veniva a tempo debito richiesta ad Enel la fornitura di una potenza di 50 KW a 380 V trifasi, necessaria per le utenze installate nel Centro”.
Cosa significa a tempo debito, assessore? Che la domanda è stata inoltrata nel momento giusto però poi l’Enel ha risposto picche (e in ritardo)? E dunque sarebbe colpa dell’Enel? Non trova che se davvero le richieste fossero state presentate a tempo debito non saremmo forse in questa specie di Truman Show? Mi fa capire gentilmente il suo concetto di tempo debito?
Oppure lei crede che la storia doveva andare così, in modo tale da poter spendere un altro po’ di soldi pubblici visto che oggi come oggi 1.300.000 euro, già spesi, sono bruscolini, bazzecole, briciole, inezie?
Ma poi c’è da chiedersi ancora: se la richiesta, fatta sempre a tempo debito, è andata a finire come è andata a finire, cosa sarebbe successo se fosse stata fatta a tempo indebito o fuori tempo massimo o in un momento inopportuno? Avrebbero staccato la spina a tutta la frazione di Noha?
Ragazzi, questo è il “politichese”: dire tutto per non dir nulla, nascondersi dietro un dito, o cercare di nascondere dietro una cabina elettrica le responsabilità di qualcuno. Risultato? Un’enorme perdita di tempo e un complesso immobiliare pubblico ristrutturato ma rimasto zoppo, inaugurato un paio di volte in pompa magna, e rimasto a metà del guado non si sa per colpa di chi (come le famose autostrade o le circonvallazioni che si interrompono di fronte ad un auditorium).
A volte son fatti così i personaggi in cerca di elettore: se ne escono con l’espressione che non è né carne né pesce, pensando di buttare un po’ di fumo negli occhi dei cittadini (la cui etimologia forse deriva da citti).
Ricapitolando: l’assessore Andrea Coccioli sembra non avere la più pallida idea di chi possa aver responsabilità in questa brutta faccenda; ovvero - delle due l’una - se pur ce l’avesse, non ha il coraggio di dircelo.
Così sembra funzionare la storia italiana. Fanno le cazzate che costano milioni di euro e poi nessuno paga. O meglio paga Pantalone in comode rate attraverso un debito pubblico che, detto tra noi, sta per esplodere (hai voglia ad accorpare comuni, caro Lino).
Non trovate che sarebbe più onesto nei confronti di tutti ammettere che è stata fatta una grande fesseria? Errare è umano. E se uno lo riconoscesse saremmo addirittura pronti a perdonarlo. Ma a quanto pare è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che qualcuno riesca a proferire la locuzione: “Scusate, ho sbagliato”.
In mancanza non mi rimane che ribadire all’assessore Coccioli le mie domande rimaste ancora una volta senza risposta:
1) Non le pare che sia davvero un bel peccato aver speso 1.300.000 euro di soldi pubblici per un’opera “claudicante”, non funzionante in toto, come previsto nel progetto?
2) S’è fatto un’idea di chi possa essere la responsabilità di questa incresciosa grave situazione (onde sarebbe pure giusto, quanto meno, chiedergli se non il lucro cessante almeno il danno emergente)?
3) E, nel caso, potrebbe comunicarcela, questa idea?
Prendo infine atto di quanto scrive l’assessore nell’ultima parte del suo comunicato: “Si prevede l’esecuzione dell’intervento di realizzazione della cabina così come sopra detto necessaria ad Enel per fornire i 50 KW richiesti attivando i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014 […]”.
Prendiamolo in parola, almeno su quest’ultima promessa.
Auguriamoci di non dover far attivare dall’Albino, a partire dunque dal mese di settembre 2014, un nuovo contatore-cronografo (come quello inesorabile, già partito da sempre a proposito della ristrutturazione della vecchia scuola elementare di Noha).
Sappia, l’assessore Coccioli, che questi cronografi on-line sono tarati sull’orologio atomico di Greenwich. Sono, quindi, precisi, puntuali, perfetti, rigorosi. Nulla a che vedere con l’orologio della pubblica piazza di Noha. Che dall’altro giorno, tanto per cambiare, s’è fermato.
Sarà per l’arrivo dell’ora legale.
feb132023
Le osservazioni tecniche sulle potenziali criticità sanitarie dell'impianto, come accennato stasera, verranno trasmesse in Provincia con richiesta di allegarle agli atti del procedimento AIA.
Mi sono soffermato stasera sul contesto epidemiologico del distretto di Galatina e sulla necessità di ridurre la pressione ambientale e il livello di rischio sanitario nell'area già gravata da un'elevata incidenza di patologie.
Galatina è identificata dall'Istituto Superiore di Sanità come "area cluster per tumori polmonari"; il Distretto di Galatina (comprendente anche i Comuni limitrofi) è l'area con la più alta incidenza complessiva di neoplasie e di malattie polmonari croniche nella Provincia di Lecce (dati del Registro Tumori della ASL Lecce, del Registro Tumori Puglia e dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale). Persino la salute pediatrica in quest'area necessita di un'attenzione particolare dal momento che nel distretto di Galatina sono state riscontrate alterazioni reversibili di indicatori generali di esposizione ad inquinanti ambientali nei bambini in valore doppio rispetto a quello osservato per la Città di Lecce nell'ambito di una estensione dello Studio Europeo MAPEC LIFE Plus.
Parliamo di un contesto epidemiologico, quello del distretto di Galatina, in cui, secondo il registro tumori di Lecce c'è, rispetto a tutta l'intera provincia, la più elevata incidenza per tutti i tipi di tumori, oltre ad un tasso più elevato di mortalità per malattie polmonari.
Dal nuovo rapporto dell'Osservatorio epidemiologico regionale
sulla mortalità e i ricoveri ospedalieri, per quanto riguarda la specifica situazione del distretto socio sanitario di Galatina, la mortalità, nel sesso maschile, fa registrare eccessi per tutti i tumori, per il tumore dell'esofago, per il tumore del polmone, per le malattie dell'apparato respiratorio, in particolare per le malattie polmonari croniche, e per tutte le cause; anche l'ospedalizzazione fa evidenziare eccessi per tumore dell'esofago, tumore del polmone, tumore della vescica, malattie ereditarie e degenerative, malattie cerebrovascolari e dell'apparato respiratorio, tra cui la pneumoconiosi, e le malattie dell'apparato urinario nel sesso maschile; tra le donne, gli eccessi di ricoveri rispetto all'atteso riguardano le malattie ischemiche acute e le malattie cerebrovascolari. La criticità sanitaria dell'area di Galatina è ulteriormente attestata dal ri-scontro di danni nel Dna delle cellule della mucosa orale dei bambini di Galatina, come emerso dallo studio Impair condotto dall'università del Salento (prof. ssa A. De Donno) ed estensione dello studio europeo Mapec: nei bambini esaminati è stata riscontrata una frequenza di micronuclei (indice di esposizione a inquinanti ambientali esterni o indoor) doppia rispetto a quella riscontrata nella città di Lecce; dati confermati anche dallo studio Impair 2 in cui sono stati ripetuti i campionamenti sui bambini di Galatina, ma anche di Soleto, di Sogliano, di Sternatia e Cutrofiano. In questo contesto insiste anche lo stabilimento Colacem di Galatina, classificata come industria insalubre ai sensi del Testo Unico delle Leggi Sanitarie; viene collocata, dalla AGENZIA AMBIENTALE EUROPEA (EEA), al 586° posto nella graduatoria degli impianti fonte di maggior danno sanitario in Europa, essendo accredita per 584.000 tonnellate di CO2 annue e 2420 tonnellate di ossido di azoto (NOx) emesse (ma per quantità di NOx emessa la Colacem di Galatina è al 250° posto).Il cementificio Colacem di Galatina, con un'area ubicata in prossimità dei centri urbani di Galatina e dell'Unione dei Comuni della Grecia Salentina, secondo l'Agenzia Ambientale dell'Unione Europea (European Environmental Agencv, EEA), ha causato tra il 2008 e il 2012 un inquinamento tale da generare costi per danni ambientali e sanitari compresi fra 37 e 67 milioni di euro (http: nivonv.eea.europteuipublicationsicost-of-air-pollution). Questi 37-67 milioni di euro significano malattie e morti, quantificate. Di questi 67 milioni di euro una piccola parte sono soldi statali, regionali ma la grossa parte sono soldi che i cittadini hanno tirato fuori di tasca propria. La valutazione dell'EEA, come riconosciuto dalla stessa agenzia ambientale, é perfino sottostimata per non aver incluso un'analisi economica degli impatti sull'ecosistema e sulla biodiversità. Tale valutazione, inoltre, non tiene conto di numerose condizioni morbose della gravidanza e del periodo pesatale e di patologie croniche non-trasmissibili metaboliche, endocrine e neuro-degenerative che numerose evidenze scientifiche mettono potenzialmente in relazione alla complessa miscela di inquinanti emessa dai cementifici.
feb162011
L'unica vera infrastruttura di cui ha urgentemente bisogno il Grande Salento sono i Grandi Boschi !!!
No ad altro asfalto e cemento:
le infrastrutture vere che più mancano al Grande Salento sono i "Grandi Boschi"!
Mentre alcuni politici parlano nel Grande Salento di altre infrastrutture ridondanti che rischiano di compromettere ancora altro territorio pugliese si leva l'appello preventivo dal mondo ambientalista del Grande Salento per indicare la strada della pacificazione e della crescita vera e virtuosa del territorio!
Contro anche le devastazioni intollerabili degli impianti industriali speculativi d'energia rinnovabile nelle campagne pugliesi: la richiesta perentoria per una mobilitazione e risposta forte dello Stato a repressione e bonifica degli scempi in corso e per la ricostruzione del vitale tessuto connettivo forestale e di naturalità oggi compromesso all’inverosimile e portato al livello massimo storico di degrado, ad un livello tale da costituire un’emergenza nazionale abbisognante del massimo e più urgente intervento risolutore dello Stato!
L'Onu proclama il 2011 Anno internazionale delle foreste: si RIFORESTI LA PUGLIA!
Il Ministro salentino Raffaele Fitto e il presidente Antonio Gabellone della Provincia di Lecce, e quelli delle Province di Brindisi, Massimo Ferrarese, e di Taranto, Gianni Florido, insieme al Presidente Nichi Vendola della Regione Puglia, si preoccupino dei problemi più gravosi e seri, delle vere infrastrutture vitali che mancano da decenni e decenni al Salento: I GRANDI BOSCHI !
Non altre strade e strade in territori vergini o che consumano altro suolo!
Sì, solo ad interventi infrastrutturali che migliorano infrastrutture esistenti!
Ma non si accetterà mai più il consumo di altro suolo integro, naturale e rurale, per nessuna altra infrastruttura fotocopia e ridondante in tutto il Grande Salento!
E' il Grande Salento l’area con la maggiore percentuale di suolo cementificato ed asfaltato d'Italia, la zona dello Stivale, dell'intera Nazione isole incluse, con la minore percentuale di superficie boschiva.
Un territorio, peraltro, a grave rischio di desertificazione naturale, come segnalato dall'ONU, cui si aggiunge oggi quella artificiale, spaventosa, terrificante, del flagello da fotovoltaico nei campi!
Ed il Grande Salento era invece, fino a non molti decenti or sono, terra di boschi e foreste immense e pittoresche, nel leccese, nel tarantino e nel brindisino!
Se oggi ciò non è più così, se il vitale tessuto connettivo forestale di questa terra è stato depauperato all'inverosimile, non si deve ai cosiddetti "cambiamenti climatici" o a qualche altro effetto naturale, ma solo e soltanto all'azione devastatrice dell'uomo, alla barbarie del fuoco doloso e della scure indiscriminata, all' iper-infrastrutturazione, all'iper-sfruttamento del territorio, alle esigenze voraci dell'industria e dell'industrializzazione selvaggia, alla mala politica, alla speculazione, all'avidità di denaro facile, alla colonizzazione e svendita del Salento!
Questa è un EMERGENZA, e deve essere la priorità politico-amministrativa delle tre province! Del Grande Salento!
La vera prioritaria infrastruttura veramente vitale che manca a noi salentini è quella dei vasti boschi pubblici e privati, della riforestazione del Grande Salento!
L'unica sulla quale nessun cittadino in buona fede o sano di mente avrà mai nulla da eccepirvi contro! Un’infrastruttura la cui ricostruzione, attraverso un massiccio intervento statale, costituisce un fattore strategico di sviluppo e di benessere autentico per il sud della Puglia, nonché una notevole occasione di impiego e lavoro per numerosissimi giovani ed imprese locali.
L'assenza dei naturali boschi nel Grande Salento è causa di dissesto idrogeologico, di cambiamenti microclimatici locali, di diminuzione della fertilità dei suoli, di interruzione di una naturale rigenerazione-purificazione dell'aria dall'inquinamento, di diminuzione della piovosità, di impoverimento della biodiversità (cui l' ONU ha dedicato il trascorso anno 2010!), di crisi del settore zootecnico d’eccellenza e qualità, di scomparsa delle produzioni silvicole, ecc. ecc. E' un danno al paesaggio, all'economia e alla salubrità del territorio salentino inimmaginabile ed inquantificato!
Un “imperativo categorico” irrinunciabile e non più procrastinabile del nostro territorio e della sua gestione ed amministrazione, è quello della "Riforestazione" e "Rinaturalizzazione" con essenze autoctone e reintroduzione delle specie botaniche recentemente scomparse, a seconda dei casi previa “Bonifica” dei luoghi! Un imperativo che, come, con stupore, ognuno di noi può notare, è scomparso dall'agenda politica da decenni, mentre in passato era tra le principali priorità politiche della nostra terra; scomparso dall'agenda di tutti i partiti, scomparso dal mondo dell'informazione; scomparso dalla nostra memoria ... ma gli ambientalisti del Grande Salento non se ne sono dimenticati, ed oggi, contro la famelica antropofaga foga speculativa che domina quasi ogni atto amministrativo e ogni trama partitica, vogliono e chiedono, con forza e determinazione, di riportare nella prima pagina dell'agenda di ogni istituzione territoriale e di ogni partito, che voglia ancora sperare nella “credibilità” agli occhi dei cittadini, il più grande dei bisogni di questa terra: i Grandi Boschi pubblici e l'incentivazione massima dei rimboschimenti dei suoli dei privati!
Oreste Caroppo
Hanno già dato loro adesione:
- Forum Ambiente Salute del Salento- Gruppo apartitico d’azione locale a difesa dell’ambiente - sede centrale in Lecce
- Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadini - sede centrale in Maglie (Le)
- Save Salento - Salviamo il Salento
- Nuova Messapia - sede in Soleto (Le)
- Movimento per La Rinascita del Salento
- Associazione Arneotrek - trekking & outdoor - Salento
- Biomasseria Santa Lucia - Macurano (Lecce)
- I DIALOGHI DI NOHA
ott312019
I fondi stanziati dal Governo, di cui il M5S è parte importante e propositiva, nel Decreto Crescita hanno dato i loro frutti anche a Galatina, risolvendo questioni annose e da sempre a cuore alla cittadinanza.
Il contributo destinato ai Comuni per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile saranno impiegati soprattutto per la sede municipale in via Monte Bianco, l'ex tribunale di Galatina, per l'adeguamento impiantistico e la messa in sicurezza della struttura. Si sta parlando di 130 mila euro di stanziamento.
«Quest'intervento auspichiamo possa rappresentare un primo passo per il successivo accorpamento di tutti gli uffici comunali in un unico stabile -dichiara il consigliere comunale pentastellato, Paolo Pulli- Passaggio questo che consentirebbe di risparmiare i costi di gestione degli immobili comunali ed offrire un miglior servizio ai cittadini». Il consigliere del movimento 5 Stelle Galatina prosegue augurandosi che:«Questo stanziamento permetta di liberare definitivamente gli edifici comunali messi in vendita, permettendo quindi di recuperare risorse preziose per il risanamento del bilancio e il contestuale rilancio della città. Nell’ultimo consiglio comunale (NdA 22/10/2019) ho ribadito durante l’approvazione del bilancio consolidato come i quasi 20 MILIONI di euro di fabbricati, terreni ed immobili ascritti in bilancio rappresentino un patrimonio non fruttuoso, che necessita di risorse continue per contrastare la naturale obsolescenza ed invece può e deve rappresentare una risorsa per la città attraverso cessioni a privati o gestioni pubblico-private che siano in grado di valorizzare questa massa enorme di proprietà altrimenti poco o per nulla utilizzate.»
Consigliere
Paolo PULLI
mag082019
Frenetici preparativi in casa Salento Best Volley per l’importante evento che vedrà i ragazzi del Presidente Corrado Panico partecipare alle Finali Nazionali CRAI U.14 2019 in Lombardia, per la caccia al titolo tricolore.
Sarà Bormio, in alta Valtellina, a fregiarsi per il quarto anno consecutivo del titolo di capitale del volley giovanile ospitando, dal 14 al 19 maggio, le 28 squadre che si affronteranno nelle sei giornate di gara.
Le 68 partite in calendario che si disputeranno per assegnare lo scudetto U.14 maschile si articoleranno in fasi eliminatorie e finali, ripartite su cinque impianti messi a disposizione dal Comitato FIPAV della Lombardia che interesseranno oltre a Bormio, i comuni di Valfurva, Valdidentro e Valdisotto.
L’impegno preparatorio in sede S.B.V. per la logistica-organizzativa è al massimo, con il capo delegazione Zaira Gemma impegnata, a 360 gradi, a completare il gran lavoro di raccordo con i genitori
dei piccoli atleti, che più di ogni altri hanno necessità di maggiori attenzioni, durante i viaggi e il soggiorno.
“Con la partecipazione a questo evento, ci apprestiamo a vivere un momento importante dell’attività giovanile della SBV OLIMPIA GALATINA, sottolinea il presidente Panico, giusto riconoscimento al nostro impegno e al lavoro svolto quotidianamente dai nostri allenatori. Quest’esperienza che ci vedrà
al confronto con i migliori atleti della categoria rappresenterà, al di là risultato che si conseguirà, un importante momento di crescita per atleti, tecnici e dirigenti.
E’ l’apice di una stagione sportiva che ci ha visto primeggiare finanche nella contribuzione di elementi, ben tre, nella rosa del Trofeo Meschini. L’apporto di Andrea Nava, Diego Perrone e di Lorenzo De Matteis, quest’ultimo investito del ruolo di capitano dallo staff tecnico, è stato determinante per la vittoria finale nel Torneo dei Territori, arricchendo la bacheca del Comitato Territoriale di Lecce del 29° Trofeo Meschini.
Ora la rappresentanza del grande Salento e della città di Galatina sbarca nel panorama nazionale pallavolistico con il nome di Salento Best Volley, guidata dal binomio Pendenza-De Matteis che sicuramente saprà far esprimere al meglio i propri giocatori.”
La lunga trasferta in treno fino a Milano e poi in autobus fino a Bormio nelle splendide vallate Valtellinesi inglobate nel parco nazionale dello Stelvio, sarà un’esperienza emotivamente e culturalmente interessante per i nostri ragazzi.
La comitiva giungerà nella serata del 13 maggio alloggiando in hotel a Bormio, da cui si trasferirà nel primo pomeriggio del 14 ad Isolaccia (8 Km.) con bus-navetta dell’organizzazione, per gareggiare nella palestra della scuola media alle ore 17.00 contro il Kione Padova, rappresentante la regione Veneto.
Un in “bocca al lupo” da tutti i tifosi ed appassionati di volley.
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
SBV OLIMPIA GALATINA
feb132023
La proposta di un impianto di trattamento dei rifiuti speciali a Santa Barbara, per una capacità di trattamento di 90.000 tonnellate / anno, conferma la tendenza in atto a trasformare il comprensorio di Galatina in uno snodo di raccolta e smistamento di rifiuti speciali al servizio non solo della Provincia di Lecce ma di vasti territori regionali ed extra-regionali.
Appare significativa in tal senso la dichiarazione d'intenti contenuta nel progetto Entosal per cui "L'impianto per la sua posizione geografica, può concretamente fungere da centro di riferimento per le attività di raccolta recupero e trasporto di particolari tipologie di rifiuti speciali (soprattutto pericolosi, prodotti nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia. Il gestore punta a riferirsi ad un mercato più ampio di quello locale, avendo accesso anche a clienti nazionali grazie alla specificità dei rifiuti trattati.”
Beninteso il termine “specificità” dei rifiuti trattati non esprime la eterogeneità e la nocività dei rifiuti stessi; un elenco di circa 400 variegate tipologie, che comprende quanto di più inquinante e pericoloso provenga dalle lavorazioni industriali; non stupisce quindi che vi siano in Italia diversi produttore lieti di liberarsi di tali sostanze, che costituiscono però una vera bomba ecologica per le comunità locali. L'elenco dei codici CER (Codice Europeo dei Rifiuti) spazia dai residui dalle lavorazioni siderurgiche agli scarti animali, dai fanghi di vario tipo a bagni con cromo e inchiostri dai residui delle concerie ai reflui petroliferi, dai rifiuti della lavorazione dell'amianto ai residui di pitture e vernici. Alcuni di questi scarti hanno una composizione talmente problematica da poter essere definiti “rifiuti di rifiuti", avendo un Codice CER indicato come "scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione".
Un aspetto della proposta che inquieta fortemente è la presenza in gran parte delle operazioni previste di trattamenti di “frantumazione" e di "miscelazione” che potrebbero determinare, se non correttamente gestiti e controllati da enti terzi, la perdita delle caratteristiche nei rifiuti in ingresso, con possibili difficoltà successive a garantire la tracciabilità dei singoli rifiuti ed a evitare la miscelazione di rifiuti pericolosi e non pericolosi, come previsto dalla legge. La proposta, prima ancora di entrare nel mento dei contenuti, appare in contrasto non solo per il progetto in sé, ma anche per il contesto politico-amministrativo in cui si pone con alcuni fondamentali indirizzi comunitari, contenuti nella Direttiva 2008.98.CE e successive modifiche e recepite nella normativa nazionale (D.Lgs. 152'06):
Nel progetto in esame non si intravede né dove sia "l'integrazione" tra i vari impianti in esercizio o previsti, né quali strategie siano adottate dagli enti locali per rispettare il principio di autosufficienza e minimizzare i trasferimenti.
Di fatto nella realtà questi principi vengono troppo spesso ignorati grazie ad una programmazione a maglie larghe della Regione, e alla totale inosservanza da parte della Provincia di Lecce degli obblighi di corretta localizzazione e di controllo degli impianti (art. 197 D. Lgs. 152/2006), ogni procedimento autoriz zativo considera ogni proposta come a sé stante, senza una ottimizzazione del sistema di raccolta ed una minimizzazione degli spostamenti cui è soggetto ciascun carico di rifiuti. Ciò indubbiamente agevola i produttori ed i gestori, grazie ad una sostanziale deregolamentazione, che amplia discrezionalmente i limiti di mercato e facilità i traffici di rifiuti da e verso altre regioni o altri stati, imponendo però alle popolazioni locali pesanti e spesso inaccettabili ricadute ambientali, come nel nostro caso. Intanto prolificano nel comprensorio di Galatina gli impianti di trattamento di rifiuti speciali anche pericolosi, oltre alla Entosal, sono già autorizzati o in via di autorizzazione le società “Ecom S.A.", "Salento Riciclo" e "Ambiente e Riciclo" di Gelatina; "Cave Marra Ecologia” di Galatone (con 2 sedi sulla S.P. Galatone-Galatina e nella zona industriale di Galatone-Nardò), “Progest" di Galatone (Zona Ind.) e la stazione di trasferenza dei rifiuti organici "Bianco” nella stessa zona industriale, oltre alla ben nota Colacem di Galatina /Soleto, che da sola è autorizzata a trattare fino a 400.000 tonnellate anno di rifiuti speciali.
L'atteggiamento benevolo della Regione nei confronti dei vari gestori è particolarmente evidente esaminando le variazioni intervenute nella stesura dell'ultimo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali, approvato con Delibera Giunta Regionale n. 673 del 11.05.2022. Nella precedente versione del 2015 (approvato con Deliberazione Giunta Regionale n. 1023 del 19.05.2015) erano imposte delle distanze minime di sicurezza per la popolazione insediata nell'area e per alcuni siti sensibili come scuole e strutture sanitarie, da definire in fase di autorizzazione previo studio di approfondimento delle condizioni climatologiche locali (venti dominanti. altezza dei camini, tipo di emissione ecc.)
Nella versione attuale del Piano tali vincoli incredibilmente scompaiono, cosi come l'obbligo del relativo studio propedeutico. Perché un'area sia considerata inidonea occorre che sia oggetto di un esplicito vincolo ai sensi del Piano Regionale di Qualità dell'Aria (Legge Regionale n. 52 2019). In assenza di tale vincolo, gli insediamenti possono essere localizzati anche in prossimità di centri abitati, con poche blande prescrizioni sull'inquinamento acustico.
Un altro aspetto inquietante su cui meditare è costituito da una strategia che si sta diffondendo in questi anni nelle amministrazioni pubbliche, pressate da un lato dai gestori, desiderosi di dare avvio alle attività, e dall'altro lato dalle associazioni e comunità locali preoccupate per gli effetti ambientali: la finta opposizione.
In pratica la Provincia o il Comune di turno emettono il diniego all’autorizzazione alla conclusione del procedimento autorizzativo ma senza poi motivarlo con solide argomentazioni scientifiche. In tal senso fa scuola e merita di essere riportata per stralcio la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Comune di Gelatina, che chiedeva la conferma del diniego stabilito dalla Provincia di Lecce e annullato dal Tar ad uno degli impianti prima citati poi effettivamente realizzato anche sulla base di questa sentenza: 'Il Consiglio Comunale di Galatina si è limitato a richiamare l'esistenza di un ambito paesaggistico tutelato ma non ha saputo o potuto indicare quali specifiche caratteristiche dell’intervento in progetto arrechino pregiudizio al contesto tutelato".
Per quanto concerne poi gli impatti cumulativi (aspetto essenziale collocandosi l'insediamento in un contesto in cui operano altre strutture simili), il Tar aveva notato "la genericità delle obiezioni del Comune nelle quali non è contenuta nessuna valutazione tecnico-scientifica quanto al consumo di territorio, non si citano infatti le superfici già interessate dagli impianti in esame, nonché la vicinanza dell'impianto dal più vicino centro urbanizzato, e le ripercussioni negative che la sua realizzazione determinerebbe sulla collettività - (Gazzetta del Mezzogiorno. 22.06.2020).
Ma questo atteggiamento dell'Amministrazione Comunale non è isolato, se anche la nuova compagine oggi al governo cittadino ha fatto notare la sua assenza alla Conferenza di Servizi convocata sull'argomento. Grave segnale di indifferenza nei confronti della salute collettiva e dei beni comuni.
Né stupisce, se questo è l'andazzo nei procedimenti amministrativi nella nostra realtà, che nel Rapporto Ecomafia 2022 di Legambiente, la Puglia occupi il 3° posto in Italia per reati ambientali e che nella stessa classifica la provincia di Lecce si ponga al decimo posto, mentre nella classifica dei reati legati al ciclo dei rifiuti la Puglia occupi il 4° posto in Italia, mentre la provincia di Lecce sia al 18° posto.
La criminalità odierna non è quella di un tempo, che agiva a suon di lupara ed estorsioni, ma si è evoluta ed ha infiltrati nelle nostre istituzioni nutrendosi di assenze e silenzi, istruttorie carenti, di autorizzazioni a maglie larghe e di controlli inadeguati. come è stato denunciato più volte dalla nostra magistratura.
Antonio De Giorgi
nov142013
A proposito di campi di concentramento di impianti fotovoltaici nohani volevo cogliere l’occasione per ricordare, nel loro terzo anniversario, le storiche parole dell’ex-sindaco di Galatina Giancarlo Coluccia pronunciate nel corso di un intervista apparsa on-line anche su questo sito il 2 settembre 2010, conversazione davanti a telecamera e microfono, condotta dal bravo Tommaso Moscara. Che davvero non so come faccia a non scoppiare in fragorose risate in faccia all’interlocutore di turno, rimanendo invece imperturbabile di fronte alle scemenze propinategli dai politici di ieri e di oggi, inclusi gli americani e i Russi. Ma questa è un’altra storia.
Il per fortuna ex-sindaco di Galatina, a proposito del fotovoltaico, riuscì in quell’intervista da manuale a concentrare in poche ma sintatticamente malferme parole un incredibile numero di baggianate.
Dopo aver premesso che probabilmente la calura estiva poteva aver annebbiato la mente a qualcuno (inclusa certamente anche quella del sottoscritto) che s’era permesso addirittura di lottare insieme ad altri contro l’invasione dei pannelli in mezzo alla campagna, dopo essersi retoricamente chiesto se noi fossimo o meno per le energie alternative, e dopo aver aggiunto che comunque la sua amministrazione non aveva alcuna responsabilità in merito al fotovoltaico, il Giancarlo nostrano si è esibito in sperticati numeri da trapezista che neanche al circo Orfei. Se si fosse fermato alle prime elucubrazioni forse avrebbe fatto miglior figura. Ma i salti mortali evidentemente provocano in certi folkloristici personaggi una qualche forma, come dire, di ebbrezza.
Così continuava a blaterare il nostro pervicace e per grazia di Dio ex-sindaco: “…Se andiamo a vedere quei terreni, sono terreni impervi, dove prima andavano a pascolare i greggi. Non sono terreni effettivamente dalla grande produzione agricola. Fermo restando che dovranno essere come da statuto piantumati nel loro perimetro in maniera da risultare quanto meno impattanti”. E così via di questo passo.
Chiaro? Il sindaco e la sua giunta non ne erano i responsabili. Ma se dobbiamo dirla tutta, di fatto, almeno politicamente un pizzico lo erano, eccome. Questo si evince dagli atteggiamenti e dalle parole. Il sindaco sembrava quasi rammaricarsi per non essere stato lui, ma altri, a dare l’imprimatur a codesto impianto di “energia alternativa”. Del resto nessun esponente dell’allora maggioranza (e a dire il vero anche della sedicente opposizione) sembrava non dico avversare ma almeno batter ciglio contro lo scempio dei nostri campi occupati dall’invasore. Anzi! Visto che i “terreni sono impervi” e non “dalla grande produzione agricola” tutto sommato – così si arguisce – si poteva pure fare il megaparco di pannelli in contrada Roncella. E così sia.
Chi va a dire al poveretto che anche “i terreni impervi, dove prima andavano a pascolare i greggi” sono fondamentali per la biodiversità vegetale ed animale? Che la fotosintesi clorofilliana non è solo quella delle “grandi produzioni agricole” ma anche quella delle erbe spontanee, molte delle quali edule, e dei “pascoli per i greggi”? Che per quanto si possa “piantumare” con siepi perimetrali un parco fotovoltaico di quella estensione, il disastro rimane nei secoli dei secoli? E che eventuali siepi anche fitte sarebbero niente altro che il classico tappeto sotto il quale nascondere la polvere? E che la siepe del parco nohano, fatta tra l’altro con alcuni ulivi già secchi, è semplicemente ridicola?
Chi va a spiegare a questi mostri di intelligenza che per un piatto di lenticchie anzi di briciole, oltretutto una tantum, gentilmente concesse dai nostri conquistadores, non si può svendere la nostra primogenitura e che, dunque, non sono sufficienti “la ristrutturazione del canile di Galatina” ed “il rifacimento della villetta Fedele in via Soleto” per indennizzarci della perdita del panorama, del futuro, della faccia, della dignità, della bellezza e, non ultimo, dei soldi (che tra l’altro, a quanto pare, imboccano la strada per la Germania direttamente da contrada Roncella senza manco transitare da Galatina)?
Chi va a spiegare a chi si rifiuta di capire persino l’ovvio che questa non è assolutamente “energia alternativa”?
E’ “alternativa” (oltre che rinnovabile) quell’energia che compensa la minor produzione di corrente elettrica prodotta ad esempio da fonti fossili come petrolio, gas e carbone. Il che non è. Abbiamo cercato di dire, ridire e ricordare minuziosamente almeno un milione di volte che questi impianti fotovoltaici danno ai titolari il diritto di ottenere i cosiddetti “certificati verdi”. Cosa sono? Ma sicuramente l’ennesima truffa, in quanto si tratta di veri e propri permessi di inquinare, liberamente negoziabili a prezzi di mercato. I suddetti attestati, dunque, vengono venduti, tra gli altri, anche e soprattutto alle centrali di produzione di energia tradizionale, che a loro volta, grazie a questi permessi di inquinare, possono addirittura aumentare e non ridurre la produzione di corrente da fonti non rinnovabili. Altro che “energia alternativa”.
La centrale di Cerano, per dire, nonostante la Puglia sia ormai completamente ricoperta da pannelli fotovoltaici (e tra poco anche da pale eoliche: non ci facciamo mancare niente) non ha ridotto di un solo kw la sua produzione, anzi l’ha addirittura aumentata. Con quali conseguenze? Ma ovviamente con maggiori emissioni di fumi, anidride carbonica, gas di scarico ed altre schifezze che arrivano anche da noi grazie a quel “gasdotto” naturale che è la tramontana. A questo si aggiungano le autoproduzioni salentine di diossina e miasmi ed esalazioni varie provenienti dai camini di certi altiforni svettanti intorno a noi come la torre Eiffel ed il quadro è completo.
Poi uno si chiede come mai nel leccese, e a Galatina e dintorni in particolare, si muore molto di più che in altri luoghi per neoplasie, mesoteliomi, e cancro all’apparato respiratorio.
Infine, come far comprendere a questi signori, per i quali sembra che la logica sia un’allergia, il concetto basilare per cui non serve una centrale da un milione di kw ma un milione di utenti che mettono in rete un kw ciascuno? Dunque l’energia solare va benissimo, ci mancherebbe altro; ma in impianti di micro-generazione energetica e non in mega-impianti in mezzo alla campagna, anche se piena di cozzi, impervia, o morfologicamente assimilabile ad una pseudo-steppa. E’ così difficile da comprendere questa roba? Questi signori hanno mai preso in mano un libro, che so io, di un Jeremy Rifkin, ammesso che conoscano il professore e le sue ricerche scientifiche?
Anzi, formuliamo meglio: hanno mai preso in mano un libro (che non sia, per favore, il tomo-panettone di Bruno Vespa)?
ott192014
Gentile Assessore Andrea Coccioli, permette una domanda?
Cosa voleva dire esattamente con le seguenti parole apparse in un comunicato a sua firma pubblicato su questo sito il 23 marzo 2014: “Si prevede l’esecuzione dell’intervento di realizzazione della cabina così come sopra detto necessaria ad Enel per fornire i 50 KW richiesti attivando quindi i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014 e comunque non appena approvato il Bilancio di Previsione 2014”?
Scusi se osiamo ancora una volta scomodarla per chiederle, appunto, lumi sull’argomento. Ma sa, siccome “tra giugno e settembre 2014”, e giacché ci siamo anche ottobre inoltrato, della famosa luce non s’è vista nemmeno l’ombra, sarebbe appena il caso che ci desse qualche ragguaglio in merito ad eventuali ritardi o ripensamenti (questo, s’intende, a condizione che nel frattempo la famosa cabina elettrica non sia stata realizzata a nostra insaputa).
Per chi si fosse sintonizzato solo oggi su questo canale o dovesse essergli sfuggita questa inezia, volevo ricordare che a Noha esattamente da s’è festeggiata la fine dei lavori di ristrutturazione della vecchia scuola elementare di Noha ubicata in piazza Ciro Menotti, scordandosi però - come richiesto (purtroppo non dai progettisti) - l’allaccio alla rete elettrica sufficiente a far funzionare gli apparati acquistati e montati nell’edificio, come ad esempio l’impianto di riscaldamento e climatizzazione, l’ascensore, e, tanto per aggiungere danno al peccato originale, anche l’impianto di pannelli fotovoltaici montato sulla terrazza della scuola per la produzione di energia elettrica. Sembra che manchi una cabina elettrica in muratura, funzionale al richiesto collegamento - che probabilmente non rientrava nel budget dei famosi 1.300.000 euro di soldi pubblici (bazzecole) così pragmaticamente spesi.
Ancora oggi – salvo errori od omissioni - la struttura nohana, a cantieri ormai chiusi, dispone dunque di un “allaccio di cantiere” idoneo appena appena ad evitare ai poveri fruitori di quei locali di dovervi accedere a lume di candela o con l’ausilio di una lanterna a petrolio, come quelle che ormai si trovano solo nei mercatini dell’antiquariato.
Più volte su questo sito abbiamo ricordato l’annoso problema di quel sito scolastico, così come abbiamo chiesto informazioni, rivolto istanze, formulato domande (anche se non in carta da bollo) che l’assessore Coccioli s’è guardato bene dal leggere (o almeno dal far finta di). Tanto è vero che, non so se per compassione o per abrasione, s’è messo a stilare in politichese puro uno dei classici comunicati-stampa palazzorsiniani, che tutto riportava men che le risposte ai nostri interrogativi. A noi non rimaneva che prenderne atto e soprattutto per buona l’unica promessa formulata con le parole: “attivando i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014”, con la speranza che non si trattasse di annuncite cronica, di cui purtroppo (o per fortuna) sono affetti troppi cosiddetti governanti italioti.
Forse l’assessore sperava che noi altri, in tutt’altre faccende affaccendati, ci scordassimo delle sue promesse. Invece no. Siamo qui imperterriti a chiedergliene conto.
Gentile Assessore, nel suo comunicato in conclusione scriveva ancora: “Infine, in merito alla richiesta su impianto fotovoltaico e precisamente se sia stato previsto il ristoro dell’energia prodotta, si comunica che a seguito dell’allacciamento definitivo alla rete elettrica si usufruirà del cosiddetto meccanismo dello scambio sul posto che porterà benefici economici per un periodo di 30 anni”.
Bene Assessore, saprebbe dirci precisamente a partire da quando si potrà usufruire di codesti benefici economici? Cioè a partire da quale giorno inizieranno a decorrere questi (ulteriori) 30 anni?
Però per favore, almeno stavolta, ce lo scriva in maniera chiara, senza tanti arzigogoli, circonlocuzioni, perifrasi politiche, e soprattutto senza l’utilizzo del topico linguaggio torbido, viscido, untuoso. Siamo su Noha.it, mica su gelatina.it.
ott022019
“Siamo al fianco del Deputato Leonardo Donno nella battaglia di legalità intrapresa in materia di occupazioni abusive delle case popolari in Provincia di Lecce, sollecitando la Ministro degli Interni, la Prefettura ed i sindaci all’urgente attivazione.
Un’operazione di stimolo che abbiamo richiesto dal basso, essendo noi consiglieri comunali quotidianamente a contatto con la sottrazione di diritti e di dignità che sono costretti a subire i cittadini onesti, sia che siano inseriti in comunità ove spesso vige la legge del più forte o che, pur avendone diritto, non hanno la possibilità di ottenere la legittima assegnazione e occupazione.
Sempre più diffusamente le “case popolari” sono luoghi in cui il disagio sociale si concentra e si scarica proprio sul più debole e si perde la cognizione del bisogno reale, perché questo si mischia fatalmente con la delinquenza e l’arroganza a causa della lentezza con cui le Istituzioni intervengono.
Ci ha lasciati sbigottiti scoprire che il fenomeno, nella nostra provincia, assume dimensioni anomale e registra inerzie intollerabili, anche solo nei confronti delle province vicine. Una situazione di cui una certa politica è la principale responsabile, se non proprio complice.
Abbiamo bisogno di un intervento forte, deciso e coordinato dei sindaci, delle Autorità di pubblica sicurezza, dei Servizi Sociali e degli Enti gestori degli immobili e dei servizi pubblici, ma soprattutto della Politica, per ripristinare la legalità e smettere di soffocare l’onestà. Non solo sgomberi ma anche e soprattutto: monitoraggio delle procedure di assegnazione, per evitare abusi e favoritismi; modifiche normative mirate a superare le gestioni condominiali intermediate dalla figura dell’amministratore, per salvaguardare i diritti individuali degli occupanti; un adeguato coordinamento operativo con il Reddito di Cittadinanza, per evitare che finisca nelle tasche di chi non rispetta la legge e allo stesso tempo funga da reale garanzia di un alloggio attraverso l’implementazione di un efficiente sistema di “alloggi popolari”; interventi tecnologici, ove possibile, per trasformare gli impianti da comuni ad individuali; un più razionale quadro normativo per l’impiego del bonus idrico e controlli serrati sugli allacci abusivi e sulle morosità colpevoli, introducendo nuove cause di decadenza dal diritto di occupazione.
Questi alcuni degli obiettivi che chiediamo di perseguire a tutti i livelli, a partire da quello regionale, già impegnato nella stesura del programma politico per l’imminente competizione elettorale 2020.
Da parte nostra continueremo l’azione di monitoraggio a partire dalla richiesta di attivazione espressamente rivolta ai Sindaci, di cui chiederemo riscontro nei Consigli Comunali.
I Consiglieri Comunali del M5S:
Arturo Baglivo (Lecce)
Paolo Pulli (Galatina)
Francesca Sodero (Tricase)
Antonio Izzo (Maglie)
Massimo Scarpa (Trepuzzi)
Giampaolo Falco (Cavallino)
Antonio Parlageli (Lizzanello)
Stefano Colizzi (Aradeo)
Antonio Orlando (Corsano)
Francesco Ciardo (Gagliano del Capo).
gen312017
Giovedì 02 febbraio ultima apertura straordinaria della scuola dalle 16:00 alle 20:00. Iscrizione on-line entro il 06 febbraio 2017.
Dopo le numerose visite in occasione dei precedenti appuntamenti, l’Istituto Professionale “Falcone e Borsellino” di Galatina apre ancora una volta la propria sede in Viale Don Bosco n. 48 alla Città, agli studenti delle Scuole Secondarie di I grado e alle loro famiglie.
Nel corso dell’ultima giornata di orientamento “OPEN DAYS”, prevista per giovedì 02 febbraio 2017, i docenti del Polo Professionale galatinese, coadiuvati da alcuni studenti dell’Istituto, guideranno i ragazzi di terza media in un breve percorso didattico, per presentare l’offerta formativa della scuola nei suoi diversi settori: Servizi SOCIO-SANITARI con QUALIFICA O.S.S. (protocollo di intesa con la Regione Puglia), Settore ODONTOTECNICO, MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA (Elettrotecnica, Elettronica, Meccanica e Termomeccanica) e Servizi COMMERCIALI (con QUALIFICA di OPERATORE GRAFICO e DIPLOMA DI TECNICO DELLA PROMOZIONE COMMERCIALE E PUBBLICITARIA). Sarà inoltre possibile visitare i numerosi laboratori, l’auditorium e gli impianti sportivi presenti nell’Istituto.
Inoltre, lo staff e gli uffici di segreteria continueranno l’attività di supporto alle famiglie nella procedura di iscrizione “on-line” alla classe prima per l’A.S. 2017/2018.
Per tutte le informazioni è possibile contattare la segreteria didattica al numero 0836/56.10.95 oppure collegarsi al sito web della scuola www.professionalegalatina.it.
Vi aspettiamo numerosi!
I docenti dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino”
ott272014
L’assessore Coccioli è fatto così: bisogna capirlo. Se non scrivi, non solleciti, non chiedi, non “inoltri istanze” più e più volte sembra sia incapace di intendere (cioè fa lo gnorri) e soprattutto di volere. Pare che l’assessore, per indole e formazione, non ce la faccia proprio a degnarsi di formulare ed esprimere pubblicamente un pensiero uno di fronte alla richiesta di un cittadino qualsiasi.
Non ti dico se codesto cittadino per infausto caso dovesse essere di Noha, se la domanda dovesse riguardare un interesse pubblico (non privato), e se la petizione non dovesse essere almeno preventivamente transitata dall’anticamera dell’“ufficio protocollo” del Comune: in questi tre casi concomitanti sembra addirittura che l’assessore fuggente (come l’attimo) si dilegui nel nulla.
Il tema purtroppo è sempre quello dell’allaccio alla rete elettrica per il tramite di una cabina in muratura in modo da far funzionare (come sciaguratamente non è finora mai avvenuto) tutti gli impianti acquistati ed installati nella vecchia scuola elementare di Noha, quella di piazza Ciro Menotti, ristrutturata (quasi) per intero grazie ad una spesa pubblica di 1.300.000 euro.
Sul tema abbiamo finora prodotto e pubblicato su questo sito (cfr. rubrica “ex-edificio scolastico”) circa 19 articoli e 5 video, oltre ad un incommensurabile numero di vignette. Ma temo che di questo passo, per smuovere le terga assessorili (e invero anche quelle degli altri cosiddetti nostri rappresentanti) saremmo costretti a continuare ancora imperterriti su questa falsariga, magari con cadenza settimanale o al più decadale. Vediamo un po’ se con tale metodo anche noi saremo in grado di esclamare, come Galileo Galilei al cospetto dell’Inquisizione, “eppur si muove”.
E’ che l’assessore Coccioli, non più tardi del 27 marzo 2014 pubblicava su questo sito un comunicato nel quale prometteva la realizzazione di questa famosa cabina elettrica “tra giugno e settembre 2014 [sic!]”. Ora, essendo spirati i termini da egli stesso esternati senza che alcuno abbia visto all’interno o nelle immediate adiacenze di quella scuola un indizio o una traccia di codesta cabina (a meno che questa non sia stata interrata senza che noi altri ce ne accorgessimo), siamo qui a chiedergliene ragione, ed eventualmente una nuova data a partire dalla quale, per dire, in estate in quell’edificio non si sarà più sottoposti agli effetti involontari di una sauna fuori luogo, mentre in inverno non si sarà più costretti, grandi e piccoli, ad accedervi come in un igloo, pragmaticamente imbacuccati con sciarpe e pellicce alla stessa stregua di uno Yeti.
Vorremmo, già che ci siamo, chiedere anche al consigliere Carlo Gervasi, che aveva pure, come dire, sbandierato un certo interesse al problema con tanto di interrogazione al parlamento galatinese se si ricorda qualcosa in merito alle risposte a suo tempo ricevute dagli interrogati; e soprattutto se ha tuttora “a cuore” la questione di Noha, e – giacché c’è - eventualmente intenzione di intervenire ancora una volta sul tema; o se invece a questo punto non abbia già deciso di gettare la spugna, contribuendo così anche lui a mandare definitivamente in malora quel milionetrecentomila euro di soldi (anche suoi).
Per quanto riguarda i consiglieri della cosiddetta opposizione nohana, meglio stendere un velo pietoso.
Tu, anche con i tuoi articoli, cerchi in qualche modo, come nella pallavolo di fungere da alzatore, smistando la palla a questi signori che potrebbero con poco sforzo alzarsi dalla poltrona, sollevarsi e schiacciare nel campo avversario, e magari in tal modo guadagnare pure qualche punto. E questi come reagiscono? Con il vucchipertismo, la paresi, il vuoto pneumatico: non vedono, non sentono e non parlano. Evidentemente il verbo “schiacciare” riescono a coniugarlo solo in concomitanza del lemma “pisolino”.
Salvo poi, in consiglio comunale, dar vita ad una vera e propria sceneggiata napoletana, anzi nohana, sul nulla. Tutti abbiam visto su galatina2000.it il video di quel sonoro siparietto palazzorsiniano, un vero e proprio teatro macchiettistico con tanto di vaiasse sciantose, sbraitanti e rissaiole. Un roba che lascia interdetti, senza parole, indecisi se ridere o piangere.
Non v’è altro da aggiungere se non che troppa gente si lascia abbindolare ancora oggi dai diversivi retorici di questa banda larga fatta di Marise Laurito, di Mari Merola, di Nini D’Angelo (per non dire Pulcinelli), che magari in altri contesti s’atteggiano a suorine dalle buone maniere e perbenisti della domenica.
Sappiate invece, cari lettori, che bolge sguaiate come queste fatte di bugie e ipocrisie sono imprese che possono riuscire solo a certi figuranti, attori o marionette, e signori (anzi s’ignori) senza tanti scrupoli, che magari s’incazzano e si placano a comando. Sono quegli stessi personaggi in cerca d’elettore che poi votano tutti insieme appassionatamente le più grandi mega-porcate della storia locale.
E sono quegli stessi che, probabilmente, dopo aver percorso a braccetto la processione alle spalle del santo di turno, vanno pure a farsi due spaghi insieme.
Funzionano così le “larghe intese”, il “governo della non sfiducia” e il “concorso esterno”.
Antonio Mellone
gen132017
Domenica 15 gennaio prima apertura straordinaria della scuola dalle 9:00 alle 12:00, dal 16 gennaio supporto alle famiglie per l’iscrizione on-line.
L’Istituto Professionale “Falcone e Borsellino” di Galatina apre le porte della propria sede in Viale Don Bosco n. 48 alla Città, agli studenti delle Scuole Secondarie di I grado e alle loro famiglie.
Nel corso delle giornate di orientamento “OPEN DAYS”, i docenti del Polo Professionale galatinese, coadiuvati da alcuni studenti dell’Istituto, guideranno i ragazzi di terza media in un breve percorso didattico, per presentare l’offerta formativa della scuola nei suoi diversi settori: Servizi SOCIO-SANITARI con QUALIFICA O.S.S. (protocollo di intesa con la Regione Puglia), Settore ODONTOTECNICO, MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA (Elettrotecnica, Elettronica, Meccanica e Termomeccanica) e Servizi COMMERCIALI (con QUALIFICA di OPERATORE GRAFICO). Sarà inoltre possibile visitare i numerosi laboratori, l’auditorium e gli impianti sportivi presenti nell’Istituto.
Le prossime iniziative di orientamento si svolgeranno secondo il seguente calendario:
Inoltre, dal 16/01/2017, gli uffici di segreteria saranno a disposizione delle famiglie per supportarle nella procedura di iscrizione “on-line” alla classe prima per l’A.S. 2017/2018.
Per tutte le informazioni è possibile contattare la segreteria didattica al numero 0836/56.10.95 oppure collegarsi al sito web della scuola www.professionalegalatina.it.
Vi aspettiamo numerosi!
I docenti dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino”
feb162012
Dopo aver detto la vostra su questi o su altri eventuali punti interrogativi (che vi vengono in mente), siete pregati di scrivere di seguito le vostre idee per l'utilizzo proficuo (e continuo) di questo rinato bellissimo complesso - che, speriamo, non diventi mai (più) una cattedrale nel deserto.
I documenti del bando di gara per l'appalto dei lavori di ristrutturazione della vecchia scuola elementare presenti sul sito del Comune di Galatina.
Di seguito tutta la documentazione.
mar302015
Ho notato una cosa: quando sulla carta stampata (un esempio per tutti il Quotidiano: ma quand’è che s’inizia a boicottarlo, come giustamente suggerisce Ivano Gioffreda, smettendo di buttar via i soldi per il suo acquisto?) o su altri giornali on-line scritti diretti e interpretati da “giornalisti” dotati di prolifiche ghiandole salivari si parla di Tap o di Tav, di strada statale 275 o di circonvallazioni interne, di Regionale 8 o dell’altra inutile Maglie-Otranto [per la cronaca il Salento ha il primato mondiale di strade per chilometro quadrato, quindi ne stiamo mettendo in cantiere delle altre, ndr], di Mega-porco Pantacom o di Mega-impianto di compostaggio [le cazzate o sono mega o niente anche qui da noi, ndr], di Colacem o di altri simili gigli di camposanto, di Xylella fastidiosa o di discarica a Corigliano, di trivellazioni petrolifere in mare o di inceneritori, di centrale a carbone di Cerano o di Ilva di Taranto, di fotovoltaico selvaggio in mezzo alle campagne o di impianti a biogas, di zone industrial-artigianali o di aree mercatali [l’ultima in ordine di tempo, se non già fatto, sta per essere varata a Galatina dall’attuale giunta diserbante, ndr], dicevo, quando sui cosiddetti mezzi di informazione leggiamo di tutta questa roba ci imbattiamo sovente in termini del tipo: posti di lavoro, sviluppo, ricadute occupazionali, volani per l’economia, disoccupazione, Pil, partito del no, milioni di euro, commissario straordinario, risarcimenti, emergenza, aumento della cubatura, grandi opere, suolo edificabile, fondi europei, consumi, crisi, attrattività, produzione, interesse locale, ricchezza, raccolta di firme, insediamenti produttivi, velocità di comunicazione, maggioranza allargata, conferenze dei servizi, fideiussioni, protocolli d’intesa, inizio dei lavori, tensioni politiche, assessori, tavoli tecnici, concorrenza, grandi opere.
Sono questi, a quanto pare, gli argomenti che devono essere portati all’attenzione dell’opinione pubblica.
Non leggeremo di certo parole come: malattie, fumi, diossina, cementificazione, cancro, malformazioni genetiche, registro dei tumori, percolato, pesticidi, esalazioni pericolose, patologie neonatali, decessi, viaggi della speranza, cellule tumorali, partito del cemento, surriscaldamento climatico, inquinamento della falda acquifera, morte dell’agricoltura, multinazionali voraci, interessi privati, discariche abusive, cure sanitarie, infortuni, distruzione dell’habitat naturale, consumo di territorio, restauri, scempio ambientale, mattanza di ulivi, corruzione, mafia, tangenti, bronchite cronica, mortalità infantile, deformazioni fetali, latte materno contaminato, ricatto occupazionale, mistificazione della realtà, responsabilità, dignità, paesaggio, buone pratiche agricole, piccole opere, sicurezza, alternative, risorse, investimenti, futuro.
Questi ultimi evidentemente sono vocaboli o locuzioni che evocano argomenti di secondo ordine, di allarme sociale: tutta roba da omettere.
Aveva proprio ragione Leo Longanesi (1905 – 1957) quando affermava che non c’è carenza di libertà, ma di uomini liberi. Non parliamo poi dei politici (rigorosamente con la minuscola) con i quali certi scrivani non possono che fare un bell’ambo.
* * *
P.S. A proposito: se qualcuno di voi dovesse per puro caso avvistare in giro per Noha l’assessore alle papere pubbliche, vale a dire l’ing. Coccioli [ma sarebbe come rintracciare un pinguino all’equatore o una mangusta della savana al polo nord, ndr] potrebbe gentilmente ricordargli che nella locale vecchia scuola elementare ristrutturata a mo’ di centro polifunzionale, a causa di una cabina elettrica scordata da chissà chi, non funzionano ancora, in ordine sparso: ascensore, impianto fotovoltaico e riscaldamenti (sicché in inverno gli avventori son costretti ad accedervi muniti di caldi piumini d’oca)?
Antonio Mellone
giu172021
Arriva oggi a conclusione una situazione imbrigliata dalla burocrazia che Galatina si trascinava dietro dal lontano 2007. Nonostante le ordinanze sindacali e le sollecitazioni intervenute nel corso degli anni, infatti, non si era arrivati alla soluzione definitiva che doveva necessariamente prevedere lo smantellamento della struttura sempre più fatiscente e pericolosa, oltre che indecorosa Stiamo parlando della stazione di distribuzione carburanti di via XX Settembre, nei pressi della Villetta della Stazione.
Nei mesi scorsi, l'assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo con il consigliere Vito Albano Tundo, dopo una ulteriore interlocuzione con la curatela fallimentare della società proprietaria e con il supporto fondamentale degli uffici LLPP, hanno sollecitato la rimozione.
Questa mattina la Società Puglia Carburanti s.a.s., azienda specializzata nel settore degli impianti di carburanti, ha provveduto allo smontaggio delle strutture esterne ed al ripristino della pavimentazione.
Certo, siamo consapevoli che la villetta ha necessità di una ristrutturazione generale, anche su questo obiettivo L'amministrazione si è già attivata, ma aver dato un po' di dignità e decoro in più al luogo è un passo verso la giusta direzione.
Ufficio stampa Marcello Amante
set232010
In merito al precedente articolo con il quale si chiedevano delle delucidazioni, ecco i documenti del bando di gara per l'appalto dei lavori di ristrutturazione della vecchia scuola elementare presenti sul sito del Comune di Galatina.
Di seguito tutta la documentazione che abbiamo ricevuto dell'ex consigliere comunale Giovanni De Benedetto a cui va il nostro grazie.
Dalla documentazione (Tav. - Relazione illustrativa pag. 10) si evince che sarà installato un impianto fotovoltaico della potenza nominale di 22,77 kWp sulla copertura dello stabile, di certo per questo impianto non ci saranno delle battaglie o raccolte firme per bloccarlo.
La gara di appalto è stata vinta dalla ditta "ATI EDILELE PELLE' LUIGI SURL".
lug062014
Antonio Congedo
Consigliere Comunale al Comune di Galatina
Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista
gen032017
«Darò mandato a un legale affinché valuti quali siano le possibili azioni da intraprendere per fermare lo scempio deciso dalla politica sull’ospedale “Santa Caterina Novella”». La decisione di Giampiero De Pascalis, candidato sindaco di Galatina sostenuto da Cor, Psi, Udc, e dalle liste civiche Agorà e La Città, è maturata questa mattina dopo l’incontro con il direttore sanitario del “Santa Caterina Novella”, Giuseppe De Maria, e il personale sanitario. L’incontro è stato organizzato dai parlamentari dei Conservatori e Riformisti Francesco Bruni, Roberto Marti, Rocco Palese e dai consiglieri regionali Erio Congedo e Luigi Manca che hanno invitato il candidato sindaco di Galatina a partecipare. «Sulla pelle dei cittadini, non solo galatinesi e dei residenti nei comuni limitrofi, sono state fatte scelte irrazionali – insiste De Pascalis – che si giustificano solo con la forza che hanno avuto politici di altri territori nel farsi ascoltare a Bari. È stato deciso di far morire l’ospedale di Galatina che, posso testimoniare, si caratterizzava come centro di eccellenza e il problema non è di campanile. Dietro le scelte della politica c’è l’utilizzo dei soldi pubblici e allora mi chiedo come si possa giustificare che una struttura come il nostro ospedale possa essere ridotta a fare quasi nulla mentre si dovranno spendere soldi pubblici per rendere idonee altre strutture ospedaliere. Se a questo aggiungiamo che fra Lecce e Gallipoli c’è solo l’ospedale di Galatina che la politica ha deciso di penalizzare spingendolo verso una china pericolosa per la salute pubblica, allora mi chiedo dov’era la politica locale quando si compiva il misfatto. Cosa hanno fatto la precedente amministrazione e il Pd? Noi cittadini conosciamo bene la risposta».
E poi l’affondo: «Poteva essere un ospedale da 600 posti letto e lo vogliono ridurre a 160 posti letto contro gli attuali 255 e questo significa che la maggior parte dei reparti sarà chiusa e abbandonata. Premesso che il decreto ministeriale 70, con cui sono stati fissati gli standard ospedalieri, è stato redatto dal ministero della Salute e da quello dell’Economia, ne consegue che c’è particolare attenzione all’equilibrio dei conti. Mi chiedo, perciò, se l’ospedale di Galatina avrà, dopo il ridimensionamento, minori costi di gestione o se per la parte inerente la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti e per le pulizie rimarrà comunque l’attuale costo spalmato su un numero di letti inferiore. Il mio timore è che il costo del posto letto possa non diminuire e un domani potremmo sentirci dire che l’ospedale, nonostante le tante professionalità presenti, non è efficiente. Ma la schizofrenia delle scelte è palese se si esaminano gli atti della Regione. Il Regolamento ospedaliero varato dall’amministrazione Vendola accorpava Copertino e Galatina come ospedali di primo livello e Scorrano ospedale di base. Successivamente è intervenuto il dm 70 che ha impedito scelte da Ponzio Pilato (accorpare per non scegliere chi fa cosa) e il Piano di riordino elaborato dall’amministrazione Emiliano ha declassato a pronto soccorso di base sia Galatina che Copertino e ha promosso Scorrano a ospedale di primo livello. Vogliamo capire il perché di queste scelte e vogliamo un’operazione di trasparenza sullo stato delle strutture e sulla loro capacità di rispondere alla domanda di salute dei cittadini».
Maddalena Mongio'
ott012014
E’ mai possibile che in questo comune fuori dal comune si dia il via libera ad un mega-impianto di compostaggio aerobico e giacché ci siamo anche ana(l)erobico, e nessuno, tranne il sottoscritto (che conta come il due di picche) e il povero Raimondo Rodia di Galatinablogolandia, osi alzare ciglio o storcere il muso o postillare qualcosa soprattutto in merito al fatto che il tutto si decida sempre sulla testa del cittadino, senza nemmeno sognarsi non dico di interpellarlo preventivamente ma quantomeno di informarlo su quello che gli capiterà a breve?
Certo, non mi riferisco qui ai sedicenti giornalisti copia-incollatori del “Quotidiano” ed alla loro opinione (semmai ne avessero una), né al noto redattore capo di sgualdrina.it (con rispetto parlando), ma alle teste pensanti galatinesi (posto che ne fosse rimasta qualcuna in giro), ai residui blogger non allineati e soprattutto non coperti, agli studenti non addormentati, ai comitati spontanei di cittadini, agli spiriti liberi superstiti e in grado di pronunciare il loro “invece”.
Nei giorni scorsi, come forse avrete avuto modo di leggere, è apparso un comunicato-stampa a siti unificati e a firme congiunte di tal Angelo Tondo (presidente ASI – l’acronimo starà probabilmente per Azienda Scempio Infinito o Agenzia Speculazione Immondizia), di Graziano Vantaggiato, sindaco del comune di Soleto, e, last and least, dell’ineffabile Cosimo Montagna (poteva mai mancare il nostro Mimino? Certo che no: quando si tratta di colpi di grazia lui è sempre il primo cittadino).
In codesto comunicato si legge che “finalmente” proprio all’ingresso di Galatina, provenendo da Lecce, in una traversa della SP 362, però in territorio di Soleto a “4 – 5 chilometri da tutti i centri urbani intorno” (nemmeno tanto distante in linea d’aria anzi di biogas dalla zona dove su 26 ettari quadrati verrà spalmato il Mega-Porco commerciale in Pantacom: se disastro deve essere sia completo), verrà piazzato un bell’impianto “anaerobico ed aerobico con produzione di compost di qualità [sic] da utilizzare nelle nostre campagne [sic], senza alcuna immissione di fumi nell'ambiente [sic]. Si tratterà quindi di un impianto all'avanguardia a servizio dei Comuni dell'ex ATO Le2, che ne trarranno immediato beneficio economico sulla tariffa [sic] e risolveranno finalmente l'annoso problema del conferimento della frazione organica dei rifiuti. La realizzazione degli impianti di compostaggio infatti ci libererà dalla schiavitù e dal disastro ambientale delle discariche [sic] dal rischio ambientale che ne deriva e dai cattivi odori [sic]”. Come si possa riuscire a concentrare in così poche righe un così alto numero di baggianate bisognerebbe chiederlo alla suddetta trinità firmataria, la quale probabilmente o non sa quello che dice e fa, oppure dice e purtroppo fa quello che noi ancora non sappiamo. Vediamo perché.
Intanto questa storia del mega-impianto aerobico e anaerobico.
E’ l’uno o l’altro? Perché entrambi? E come si deciderà quale frazione di rifiuti indirizzare alla prima e quale alla seconda linea? Forse che le bucce di banana saranno destinate al compostaggio anaerobico mentre gli scarti dell’industria casearia, per dire, a quello aerobico? Non è che saremo costretti a fare una differenziata nella differenziata (cioè una differenziata al quadrato)? Oppure la frazione umida proveniente dal Salento sarà digerita anaerobicamente mentre quella che acquisteremo dal resto d’Italia (necessaria al raggiungimento del quantitativo minimo per giustificare un impianto di quella portata) verrà sottoposta alla danza aerobica?
E’ stato detto per caso agli ignari cittadini che il gas derivante da una fermentazione anaerobica è un metano impuro (infatti solo il 50% è metano)? E che per un impianto, diciamo, da 1MW si hanno circa 30 milioni di mc di fumi prodotti all'anno, che equivalgono a tonnellate di gas nocivi (tra cui anche l'azoto ammoniacale)? Che la digestione della biomassa in assenza d’aria, fondamentale per la produzione del cosiddetto biogas, impone temperature medio-alte (in media 55°C) - con conseguenze anche sul microclima locale - per effetto delle quali si verifica una selezione batterica a favore di gruppi termofili, alcuni dei quali pericolosi per via della produzione di neurotossine mortali? Qualcuno ha mai fatto capire alla popolazione che il nostro territorio - tra centrali a carbone, fotovoltaico a iosa, pale eoliche, eccetera - è uno dei poli energetici più grandi d’Italia, tanto che buona parte dell’energia ivi prodotta viene letteralmente buttata via, e che dunque non vi è necessità alcuna di aumentare ulteriormente la produzione di KW con un altro impianto (stavolta a “biogas”)?
Lo sanno i vostri elettori che la FORSU (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) destinata all’anaerobico deve essere trattata preventivamente con flocculanti e stabilizzanti chimici e che lo stabilizzato che fuoriesce dai digestori, il FOS, per quanto lo si integri con ammendante controllato (residui verdi) è a tutti gli effetti un rifiuto speciale inutilizzabile come compost in quanto dannosissimo all’agricoltura, e pertanto da trattare in discariche speciali? E che, a proposito di “benefici sulle tariffe” il prezzo per tonnellata del trattamento di questo rifiuto è doppio rispetto a quello pagato per gli altri RSU (residui solidi urbani)?
Ed infine, sempre a proposito di domande da porci, è questa la democrazia partecipativa per cui Roberta & Co. si son sempre battuti nella loro precedente vita?
Si attendono le solite risposte, cioè quelle che non arriveranno mai.
Ragazzi, questi personaggi da trinità dei morti son riusciti in men che non si dica a trasformare la terra dei fichi in una novella terra dei fuochi.
Questi sono proprio fuori. Come un bidone della spazzatura.
Antonio Mellone
mar222014
Ogni volta che la mia amica Anita Rossetti del popolo delle Agende Rosse di Galatina m’invita ad una manifestazione antimafia (chiamiamola così per semplificare) sono colto da un duplice viluppo di sentimenti contrapposti. Da un lato sono contento, eccome, certo di incontrare gli amici ed i compagni di tante battaglie, di ascoltare parole tratte finalmente da un vocabolario non stantio e lontano dai luoghi comuni, di conoscere altre persone, di arricchirmi culturalmente, di sentirmi a mio agio, insomma; dall’altro, sono infastidito, che dico, amareggiato, terrorizzato nel registrare le topiche assenze eccellenti, ovvero gli atteggiamenti decrepiti o boriosi dei soliti noti in caso di loro presenza (e non so, a questo punto, cosa sia peggio, se la loro assenza o la loro presenza), conditi da interventi talvolta fatti solo per dare aria alla bocca.
Lunedi 17 marzo scorso, per dire, ero nella platea del teatro delle Gallerie Tartaro di Galatina al convegno “Identità in dialogo # patriasenzapadri”, organizzato dall’assessorato alla cultura del comune, al quale ha partecipato Massimo Ciancimino, in collegamento video, intervistato dalla giornalista e scrittrice Petra Reski (nota in Italia e all’estero per la sua produzione letteraria di denuncia della criminalità organizzata, cfr. Wikipedia e siti vari).
Anche in questa occasione ho provato i due opposti grovigli di sentimenti, come dicevo all’inizio di queste note.
Da un lato ho avuto il piacere di re-incontrarmi con Anita, di conoscere di persona Petra Reski, di conversare brevemente ma amabilmente con Rita Toscano (impegnata in qualche modo nell’organizzazione della serata, e attivissima nella promozione della neonata stagione teatrale galatinese), di scambiare due parole con Eleonora Longo (la nostra turbo-dirigente scolastica, sempre presente in manifestazioni di questo tenore: che bello, e che esempio per docenti e discenti), di confrontarmi prima dell’inizio del convegno con l’assessora Daniela Vantaggiato – che, devo ammettere, oltre che “coraggiosa” nell’organizzare l’evento con il figlio del defunto boss Vito Ciancimino, è stata davvero in gamba nel presentare la serata al pubblico, oltretutto con una dizione ed una cadenza finalmente senza pesanti o meschine inflessioni, cosa rara a Galatina e dintorni (vedi, prof. Vantaggiato? stavolta non scrivo per cantartene quattro, ma per riconoscere la tue capacità: ciò che giusto è giusto), di conservare il posto a sedere ad Alfredo Melissano (endemicamente in ritardo, nonostante da queste parti i convegni inizino puntualmente con almeno i tre quarti d’ora accademici di mora), di stringere la mano a Tommaso Moscara (congratulandomi per l’impegno e l’impeccabile regia), di salutare Angela Beccarisi (con la quale basta uno sguardo d’intesa, senza tanti fronzoli). Ed ancora di assistere alla stupenda performance artistica dell’ouverture da parte degli studenti del Liceo Classico “P. Colonna”, alcuni dei quali sono anche redattori della bella rivista “Intervalla Insanie” (ragazzi, io sono con voi, e lotto anch’io per il diritto di parola. Difendiamolo insieme dove manca, dove indietreggia, dove rallenta. E se questo dovesse costarci caro, paghiamone allegramente il prezzo: anche questa è responsabilità civile). E, non ultimo, di ascoltare le parole di Massimo Ciancimino, che con le sue dichiarazioni ha squarciato il velame del segreto che accomuna pezzi di Prima e Seconda Repubblica, ministri e alti ufficiali mendaci e smemorati, politici ipocriti, e istituzioni, apparati, forze dell’ordine, servizi di sicurezza, e pure qualche cardinale. E siamo nel campo della famosa “trattativa stato-mafia”, come riportato anche nel suo libro “Don Vito”, scritto con Francesco La Licata (Feltrinelli, Milano, 2010).
Molti scordano, o forse non lo sanno (affaccendati come sono sempre stati in tutt’altre faccende) che, grazie alla testimonianza di Massimo Ciancimino, molti politici (che magari hanno pure fatto carriera tramandandosi la scatola nera dei loro segreti inconfessabili anche su stragi e trattative) dapprima muti come pesci sono stati costretti a ritrovare la memoria e la loquacità, e hanno dovuto ammettere, tra mille arzigogoli e contraddizioni, che sì, una certa trattativa c’era stata, e che il patto di omertà era stato devotamente rispettato, soprattutto, guarda un po’, dagli uomini del cosiddetto Stato.
Sì, signori, c’è da constatare purtroppo che il lemma Stato per alcuni è solo un participio passato.
Ma a fronte dei sentimenti belli e positivi sopra evidenziati, sono stato costretto, dall’altro lato, a provare l’amara sensazione, con tanto di ruzzolone da parte delle mie braccia (per non dire la cascata di un altro binomio anatomico meno oblungo e più sferico) nell’ascoltare e soprattutto nell’osservare la prestazione pubblica del mio sindaco, al secolo dott. Mimino Montagna.
Orbene, io m’aspettavo di sentire la voce del Montagna riecheggiare altissima in quella sala teatro - tanto da far tremare le belle capriate lignee di cui sono costituite le sue arcate - e scandire con tutti i decibel possibili ed immaginabili locuzioni del tipo: “Anch’io voglio conoscere la verità, come cittadino ed in nome del mio popolo. E non importa da chi proferita, questa verità”.
Invece ho dovuto assistere ad uno spettacolo un po’ così, ed ascoltare ancora una volta un uomo pubblico blaterare frasi non saprei dire fino a che punto proferite sul filo della logica.
Oltretutto, il mio sindaco, forse ignaro delle più elementari norme del bon-ton istituzionale (anzi del galateo tout-court), sprofondato nella sua poltrona piazzata sul quel palcoscenico tra la giornalista ospite e la sua assessora alla Cultura, così, davanti agli spettatori e per quasi tutto il tempo si mette pure a compulsare la tastiera del suo telefonino (o i-phone o cosa cavolo fosse), come uno sbarbatello qualunque all’oscuro delle regole della buona creanza. Peggio che ruminare un chewing-gum durante l’interrogazione in classe.
Non so se stesse comunicando compulsivamente con i suoi amici di face-book, o se si fosse messo a comporre più anacronistici sms, o se cercasse ostinatamente qualche sito o qualche pagina di Wikipedia in cui vengono riportate le condanne penali di Massimo Ciancimino, o se magari avesse un filo diretto in chat con il leader del suo partito, nonché corrente, il premier Renzi (sì, quello che sta trattando – a proposito di trattativa – con il delinquente conclamato per frode fiscale, il noto no-cav., addirittura per cambiare la nostra carta costituzionale), o tutte queste cose contemporaneamente.
Sta di fatto che quando è arrivato il suo turno, il sindaco di Galatina [cfr. video in calce a questo articolo prodotto da Inondazioni.it] ha biascicato asserzioni della serie: “Il libro scritto da Ciancimino non esprime verità assolute” (e chi l’ha mai pensato. Le dichiarazioni e i documenti del testimone vengono verificati e riscontrati con rigore e puntualità dagli inquirenti: i quali tutto hanno men che l’anello al naso. In un caso, per dire, per un documento manomesso lo stesso Ciancimino è stato indagato dai medesimi magistrati con cui collabora. E questo non invalida mica la montagna della documentazione prodotta e già riscontrata, ma la conferma, di più, la corrobora); e successivamente: “Quindi prendiamo con tutte le capacità critiche il suo contenuto” (grazie sindaco, meno male che ci sei tu a ricordarci di aver senso critico); e ancora: “Lo stesso Ciancimino è stato arrestato e condannato per riciclaggio” (e questo inficerebbe per caso la sua attendibilità circa la testimonianza sulla trattativa? Mi sfugge la correlazione, il nesso di causalità); e dunque: “siamo di fronte ad una situazione dettata dalla cronaca” (ovvio, se fosse storia anziché cronaca non saremmo di fronte ad un tribunale penale); e sentite quest’altra: “Il modello che proponiamo nel rapporto padre-figlio è un modello non-positivo” (ah no? Un figlio che, anche mettendo a repentaglio la sua vita, abiura l’operato di un padre mafioso e soprattutto la sua mentalità scellerata non è un modello positivo da proporre alle giovani generazioni, e giacché ci siamo anche alle vecchie?); e, chicca delle chicche: [qui si parla di] “eventuale trattativa Stato-mafia” (eventuale? Casomai interessasse a qualcuno, quei disturbatori della quiete pubblica riuniti nell’Associazione vittime di via dei Georgofili, guidata da una donna straordinaria, Giovanna Maggiani Chelli, hanno reso noto la sentenza con la quale la Corte d’assise di Firenze il 5 ottobre 2011 ha mandato all’ergastolo l’ultimo boss stragista, Francesco Tagliavia: “Una trattativa – scrivono i giudici nelle motivazioni – indubbiamente ci fu e venne, quantomeno inizialmente, impostata su un do ut des. L’iniziativa fu assunta da rappresentanti delle istituzioni e non dagli uomini di mafia”). Punto.
Mentre ascoltavo queste considerazioni sindacali mi chiedevo: ma interessa ancora a qualcuno sapere perché nel 1992 è morto Paolo Borsellino con gli uomini della scorta? Sapere perché l’anno successivo sono morte 5 persone e 29 sono rimaste ferite nell’attentato di via dei Georgofili a Firenze, altre 5 sono morte e altre 10 sono rimaste ferite in via Palestro a Milano, altre 17 sono rimaste ferite a Roma davanti alle basiliche? Interessa a qualcuno tutto ciò, a parte un gruppetto di pubblici ministeri, giornalisti e cittadini irriducibili come l’Anita Rossetti? Oppure la verità su quell’orrendo biennio è una questione privata fra la mafia e i parenti dei morti ammazzati?
Non rischiamo che la nostra antimafia sia ridotta ormai ad una salmodiante ripetizione di giaculatorie stucchevoli come ad esempio: “tutti uniti contro la mafia”, o come: “mai abbassare la guardia”? Non rischiamo davvero di diventare come un popolo che si commuove ma che non si muove? E che dire poi delle corone di fiori da parte delle cariche dello stato ad ogni livello, dei messaggi-farsa nelle giornate della memoria istituite ad hoc, dei discorsi ipocriti, della favoletta dello Stato da una parte e dell’Antistato dall’altra?
E come non considerare ancora come mafia brigare dietro le quinte, scendere a compromessi, depistare, insabbiare, occultare, sopire e troncare, trattare, votare scudi fiscali, non concedere un bomb-jammer a Nino Di Matteo (al quale si vorrebbe far fare la stessa fine di Falcone e Borsellino), perorare “le grandi opere”, dare autorizzazioni alla cementificazione del territorio, contribuire alla creazione di costosi mega-impianti di ogni tipo, magari in nome delle “ricadute”, del “volano per lo sviluppo”, e ultimamente anche in nome dei rifiuti zero?
Bene ha fatto, ancora una volta, Daniela Vantaggiato a ricordarci, a conclusione dei lavori, che sta a noi “assumerci la fatica della conoscenza”, e “conoscere vuol dire leggere un libro, ed anche qualche altra cosa” (magari non la solita testata caltagironea in testa alla classifica delle edicole locali), a rimetterci in discussione, cioè “rimescolare i pezzi, e anche a tentare di dare un nuovo ordine, anche se provvisorio”, e soprattutto “ritrovare il senso della condivisione” e “ricostruire una civiltà dei rapporti”. D’accordissimo signora.
Nell’attesa che sempre più persone si assumano questa benedetta “fatica della conoscenza” la trattativa stato-mafia rimane, per i più, “eventuale” o “presunta”.
Invece per noi altri supposta.
Antonio Mellone
gen282018
Senza lavoro nessun diritto. Senza diritto nessun futuro. I lavoratori, da attori protagonisti, sono in grado di valutare l’ambiente in cui operano. A loro, in primis, spetta il diritto di verifica e controllo. In prima linea, pronti a monitorare e giudicare proprio quell’ambiente in cui trascorrono gran parte delle proprie giornate e che rappresenta punto di “osservazione” privilegiato, quasi a renderli, al tempo stesso, un “termometro” naturale per la misurazione della salubrità dei luoghi e la base di partenza per la progettazione e realizzazione di interventi di risanamento, che scongiurino rischi ambientali ed alla salute. Dagli anni ‘70 lo scontro tra il diritto al lavoro ed i lavoratori, da un lato, e le ragioni ambientali, dall’altro, è stato sempre stridente. Come Osservatorio abbiamo pensato di armonizzare il tutto perché entrambi i diritti (alla salute ed al lavoro) non sono confliggenti, ma complementari. È nostro intendimento dare un supporto concreto alle Istituzioni, agevolando, sostenendo e contribuendo ad un lavoro responsabile dei Sindaci del territorio, primi tutori della salute dei propri cittadini, chiamati a difenderla con tutti gli strumenti a loro disposizione, ma, nel contempo, chiamati ad affrontare con altrettanta forza ed attenzione il problema dell’occupazione, che sta dilaniando, in maniera silenziosa, centinaia di famiglie. Perché c’è una strada possibile: ed è quella di vigilare e pretendere l’adozione di misure di protezione ambientale che passano anche attraverso il lavoro di chi è chiamato a realizzarle. Chiediamo, pertanto, a chi di dovere, innanzitutto dati su tutti i siti e gli impianti produttivi che presentano potenziali situazioni di rischio ambientale, nonché dati sulla reale situazione occupazionale di Galatina e paesi limitrofi. Siamo a completa disposizione, con il nostro bagaglio di conoscenze ed esperienze di lavoratori e lavoratrici dell’industria, dell’agricoltura e dell’artigianato, proponendoci come strumento a supporto delle decisioni dei tecnici e dei politici. E per fare questo, al più presto, incontreremo il Sindaco, Marcello Amante, l’Assessore alle Attività Produttive, Nico Mauro, e l’Assessore responsabile della delega all’Ambiente, Cristina Dettù, per uno scambio di informazioni ed opinioni utili ad “armonizzare”i rapporti tra lavoro, ambiente, istituzioni e territorio. Per quello che ci riguarda, da sentinelle sociali, nel confronto con le istituzioni, porteremo all’attenzione anche e soprattutto il dato, tanto preoccupante quanto a dir poco disarmante, dell’attuale situazione del lavoro a Galatina e paesi limitrofi. Riteniamo, questo, il primo passo fondamentale per consentire a tutti gli attori scelte consapevoli e soluzioni permanenti per la difesa della salute e dell’ambiente e, nel contempo, del diritto al lavoro.
Galatina, 27 Gennaio 2018
Il Coordinamento
Enzo Del Coco
Enrico Macchia
Roberto Geusa
Salvatore Martalò
feb012016
Ogni volta che miro e rimiro quel pezzo d’affresco antichissimo comparso sulla parete nord del muro delle cantine del castello di Noha, mi convinco sempre di più che non si tratta di uno scorcio dell’imperitura arte bizantina - come qualcuno ha pure ipotizzato -, non fosse altro che per le movenze.
L’immagine apparsa, infatti, non è quella di un cavallo fermo, imbalsamato, statico, ma quella di un corpo mosso, come in un ritmo di danza equestre o circense. Quello che sbuca dalla vetusta superficie superstite di quel muro, conservato intatto nel corso dei secoli al netto delle abrasioni causate dall’umidità e dal tempo, si presenta come un cavallo rampante, imbizzarrito, pieno di energia, più un destriero che un palafreno.
L’arte bizantina, all’opposto, non cercava l’uomo, o la natura, né emozioni e sentimenti umani: cercava l’esaltazione del pensiero divino nella forma delle icone ripetute, perfette, immobili. Il bizantino era costante e perpetua ricapitolazione; era replica di modelli ieratici, iconografie e riti per i quali non era previsto rinnovamento, né ricerca dell’uomo, né emozioni, né passioni terrene, ma soltanto perfezione degli schemi, dei tipi, stavo per dire prototipi.
Come si legge nei manuali di Storia dell’Arte, i canoni del bizantino sono “la religiosità, l’anti-plasticità, e l’anti-naturalismo”, sono “appiattimento e stilizzazione delle figure, volte a rendere una maggiore monumentalità ed un'astrazione soprannaturale” (cfr. Wikipedia).
Toccò a Giotto (1267 – 1337) fare la rivoluzione [quante volte andavo in visita alla Cappella degli Scrovegni di Padova, quando non c’era il bisogno di prenotarsi on-line come adesso e si poteva rimanere dentro anche per delle ore, incantati davanti a quella rivoluzione giottesca. Ndr.].
Con Giotto, dicevo, è la prima volta che un pittore non procede più per luoghi comuni stabiliti, appunto, dalla lunga tradizione bizantina. Con Giotto la pittura parte dall’osservazione (o dall’immaginazione) di quello che la realtà vuole dimostrare o semplicemente essere. Non mancano in Giotto certamente i soggetti religiosi (al contrario, le sue opere ne sono pervase); tuttavia le sue rappresentazioni (anche sacre) sono piene di accenti personali, di sorprese, di stati d’animo, di rimpianti, di delicatezze. E finalmente di un po’ di movimento.
All’opposto, un quasi contemporaneo Duccio di Buoninsegna (1255 – 1318/19) - non meno grande di Giotto - non vuole chiudere con la tradizione bizantina, ma celebrarla, osannarla, perfezionarla, quasi perpetuarla fino all’esaltazione dei suoi modelli. La pittura di Duccio, al contrario di quella di Giotto, consacra, non illustra, né umanizza.
Siamo allora di fronte a due mondi, a due visioni opposte, inconciliabili, ma ad una sola idea: per Duccio trovare l’umano attraverso il divino; per Giotto trovare Dio attraverso l’uomo e la sua storia.
*
Detto questo, ritorniamo al nostro cavallo di battaglia nohano, a quel tocco di pennello magistrale e deciso, a quella vivacità di colore prevalente che ricorda tanto il rosso pompeiano [il che non implica che il dipinto risalga al I secolo d.C, ndr.].
Che il brano di pittura sia antichissimo, risalente al Medioevo, non ci piove (lo capirebbe anche uno studente di seconda superiore appena un po’ più diligente della media: il luogo d’appoggio, i materiali apparenti, gli strati di intonaco, lo stile sono tutti concordi nel dimostrarlo); che la mano dell’artista che lo ha effigiato sia stata spinta più dall’istinto e dalla passione che dalla ragione, pure.
Ma immaginate un po’, signori, se si dovesse trattare di un affresco del XIV secolo, di matrice laica, cioè che non riproducesse una figura religiosa, come, per dire, un San Martino o un San Giorgio a cavallo (sono i primi soggetti che vengono in mente nel guardare quel pezzo di immagine), ma una più vasta scena profana? Immaginate se si trattasse di un frammento di un più ampio quadro politico, come per esempio l’“Allegoria ed effetti del buon governo e del cattivo governo” del senese Ambrogio Lorenzetti (1290 – 1348), o qualcosa del genere? Tra l’altro, questo affresco, trovandosi oltretutto in un luogo “secolare” (vale a dire non ecclesiastico), sarebbe straordinario, di più, rivoluzionario: sarebbe la rivoluzione di un redivivo “Giotto nohano”.
Per questo varrebbe la pena di prestargli la dovuta attenzione, approfondirne gli studi, e non, come sovente capita nelle nostre contrade, lasciar correre ricoprendo il tutto con una coltre di indifferenza e trasformando il nostro destriero ritrovato nell’ennesimo cavallo di troia. Ovviamente in minuscolo.
Antonio Mellone
*
P.S:
1) Forse non tutti sanno che questo cavallo non è apparso dal nulla, ma da una campagna di indagini portata avanti da due Indiana Jones alla ricerca dell’arca perduta, che rispondono ai nomi di Albino Campa e di Marcello D’Acquarica, osservatori nohani doc. Per essere precisi, come documentato, il protagonista della straordinaria scoperta è stato Albino Campa, patron di questo sito. Ora, in mancanza del nome dell’autore del dipinto medievale, credo sia giusto – come è d’uopo in queste occasioni - appellare il ritrovamento di questo pezzo di storia dell’arte nohana come “l’Affresco di Albino”. Diamo a Cesare quel che è di Cesare, e all’Albino quel che è di Albino.
2) Secondo voi, qualcuno dei politici glocal (cioè di Galatina e Noha) - nonostante le immagini su nohaweb postate dallo stesso Albino Campa, e nonostante ne abbiano parlato su Noha.it, nell’ordine, Angela Beccarisi, Marcello D’Acquarica e P. Francesco D’Acquarica - si è precipitato alla volta del Parco del Castello di Noha per informarsi della straordinaria scoperta? Secondo voi, qualcuno dei suddetti presenzialisti assenti si è fatto vivo? Ne ha parlato? Ne ha scritto o ne ha fatto scrivere sui giornali? Ne ha pubblicato da qualche parte un’immagine, un brano, un “mi piace” dal sen anzi dal dito fuggito? Ne ha informato, orgoglioso, la Sovrintendenza? Ne ha convocato una conferenza stampa presso l’assessorato della Cultura? Se sì, vi prego di comunicarmi dove e quando.
3) Infine, secondo voi – questo esula dai precedenti punti 1) e 2) ma non più di tanto - i sindaci di Galatina e di Noha, dobbiamo continuare ad invocarli all’indicativo presente o, viste le dimissioni del capobanda, ormai al passato remoto (cioè Sindacò)? Mistero della fede (politica).
*
Non vorrei fare il solito polemico, ma temo che se fosse per questi “s’ignori”, la figura equina scoperta di recente dal nostro amico, più che “l’Affresco di Albino” dovrebbe denominarsi Campa Cavallo.
Mel
ott172016
A seguito della DGR n. 1115/2016 è stato ammesso a finanziamento l'istituto comprensivo I.C. Galatina Polo 1 per un importo di 1.000.000,00 euro senza oneri per finanziari per il Comune.
Il progetto è stato presentato in Regione nell'anno 2015 presentato dall'Amministrazione Montagna dal Settore Lavori Pubblici.I lavori da eseguirsi sono finalizzati al conseguimento dei seguenti obiettivi:
Sicurezza strutturale antisismica;
Sicurezza antincendio;
Adeguatezza impiantistica rispetto alle norme igienico-sanitarie;
L'amministrazione Montagna ha investito molte risorse sugli interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio infrastrutturale degli istituti scolastici e come succede sempre, che semina, raccoglie.
Spero che il progetto ammesso a finanziamento venga realizzato per il bene della Città meritevole di grande cura e attenzione.
Andrea Coccioli
feb082016
Ogni tanto vengo colto da attacchi di masochismo. Stavolta per soddisfare questo compulsivo ma per fortuna sporadico bisogno di farmi del male sono andato a spulciare l’ultimo bilancio approvato dalla “Fotowatio Italia Galatina srl”, che, per chi non lo sapesse, è la proprietaria del mega-impianto di pannelli fotovoltaici che ha fatto sparire, con il silenzio-assenso dei politici che ci ritroviamo tra i piedi, una quarantina di ettari di contrada Roncella, feudo di Noha, sufficienti per una potenza di 9,7 MW.
Perché 9,7 e non 10 MW o qualcosina in più? Semplice: per evitare la V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale). Troppo rischiosa. Meglio costruire tanti impianti di potenza inferiore al limite dei 10 MW, anche confinanti, ma apparentemente di proprietà di diversi soggetti economici, per aggirare l’ostacolo imposto da quelle rompiscatole delle norme di legge (mica al tempo c’era lo “Sblocca Italia” di Renzi come ora). Solo con questo imbroglio l’apocalisse dei campi di sterminio (ovvero lo sterminio dei campi) si trasforma in una bella prateria sconfinata che manco un video del National Geographic.
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L’impianto di Noha, allacciato alla rete nazionale nel dicembre del 2010, mentre i lavori di completamento si sono conclusi nel 2011 [sic!], ha accesso alle tariffe incentivanti previste dal D.M. del 19 febbraio 2007 (2° Conto Energia), che ha stabilito una tariffa costante per la produzione energetica dalla data di entrata in funzione dell’impianto per una durata di 20 anni. Sì, il progetto si fonda su un business plan che copre il periodo 2011-2030. Cosa succederà alla fine del piano? Chi vivrà vedrà: voglio dire che vedrà le sequenze di The day after 2.
Orbene, ritornando al conto economico della società a responsabilità limitata (in tutti i sensi), osserviamo che i ricavi registrati nel corso del 2014 (ultimi dati di bilancio disponibili) sono pari a 5.829.522,00 euro (quelli dell’anno precedente erano 6.121.552 euro - vuoi vedere che l’impianto inizia a dare i primi segnali di invecchiamento?), mentre l’utile “pulito”, cioè al netto di costi, spese, tasse, eccetera, è pari a 1.346.141,00 euro. L’assemblea dei soci ha deciso di distribuire al socio unico un dividendo dell’importo di 1.100.000,00 euro e di accantonare a riserva di capitale la differenza pari a 246.141,00 euro.
Chi è il socio unico che si pappa ogni anno tutti questi soldi nostri? Tal MR Rent Investment Gmbh con sede a Monaco di Baviera (Koeniginstrasse 107), mentre gli amministratori sono i signori Robert Pottman e Stefan Schweikart, mica Rocco, Gino o Oronza. A sua volta (anzi a sua Volt) la MR Rent Investment Gmbh è posseduta al 100% da un altro giglio di campo (di concentramento): la Munchener Ruckversicherungs-Gesellschaft AG (Munich Re). Punto.
Volete sapere le novità dell’ultim’ora? Da una recente visura della Camera di Commercio risulta che la Fotowatio Italia Galatina srl, non è più di Galatina (veramente manco d’Italia), in quanto la ditta è “cessata” in data 5 agosto 2015 per trasferimento in un’altra provincia. Tiè.
Sicché, noi continueremo ad avere tra le scatole tutti quei pannelli in mezzo alla campagna e a fare da bancomat a questa azienda che non figurerà più nemmeno tra quelle “locali” iscritte alla Camera di Commercio di Lecce (del resto, di fatto, non lo è mai stata, essendo passata, come scritto altrove, dalla dominazione degli spagnoli a quella dei tedeschi), con tutto quello che ne consegue anche a livello di tributi locali.
E a noi cosa entra più che in tasca in qualche altro, come dire, vaso indebito? Presto detto: oltre all’aumento delle bollette Enel (sennò ogni anno come facciamo a pagare circa sei milioni di euro ai nostri conquistadores tedeschi?), un bel po’ di altre cosette carinissime, della serie: inquinamento elettromagnetico generato dalle cabine di trasformazione, dai cavidotti e dagli elettrodotti; dispersione di sostanze nocive (per esempio cadmio) contenute nei pannelli; inquinamento causato dai diserbanti irrorati a terra; variazioni microclimatiche; danno all’ecosistema; gravi impatti visivi al panorama; abbagliamenti (di giorno, ma anche di sera per via di un paio di fari chissà perché puntati sulla circonvallazione di Noha, la Sp. 352, in direzione Collepasso); e, tanto per non farci mancare nulla, una manciata di neoplasie, e danni a questo o quell’apparato del corpo umano.
Più che energie, allergie alternative.
Volendo farmi del male fino in fondo, oltre alla visura camerale e al Bilancio della Fotowatio Galatina srl, sempre sul tema del fotovoltaico, sono andato a rivedere i video con gli interventi di due cosiddetti amministratori locali, due cime, due mostri di intelligenza noti ormai a tutti per la loro perspicacia, che rispondono ai nomi di Giancarlo Coluccia, ex-sindaco di Galatina, e di Daniela Sindaco-in-carica (santa subito, anzi Santanché, c’est plus facile), esponenti rispettivamente del centrodestra e del centrosinistra, vale a dire del Partito Unico della Frazione. Nell’ascoltare i loro storici interventi sembra che l’unico elemento superstite in grado di differenziarli era il baffetto.
Infatti, mentre l’uno – scordando il concetto di biodiversità oltre all’elementare principio di precauzione - continuava a blaterare di “terreni impervi, dove prima andavano a pascolare i greggi”, e che “non sono terreni effettivamente dalla grande produzione agricola” e “fermo restando che dovranno essere come da statuto piantumati nel loro perimetro in maniera da risultare quanto meno impattanti” (s’è visto poi come sono stati piantumati, anti piantonati); l’altra, sulla stessa falsariga, parlando tanto per dar fiato alla bocca, imbrogliando le carte come sovente usano fare i politici locali, e ribadendo tutto e il contrario di tutto in un intervento sul fotovoltaico pertinente come il pecorino sulle ostriche, confermava che “ambiente è un conto, urbanizzare un altro [e meno male, ndr.]”, e che “quei terreni sono morti, non cresce nulla, non c’è pascolo” [e daie, ndr.], che “Noha si è “espasa” [sic]”, che quei “terreni non si prestano per l’agricoltura” [a ridaie, ndr.] e che “dove ci sono cozzi non cresce nulla”, e mille altre elucubrazioni dello stesso tenore (anzi dello stesso orrore: è uguale).
Ma l’acme (e pure l’acne) della serata s’è toccato quando Michele Stursi chiede d’emblée alla nostra beniamina e coram populo: “Ma voi che idea di ambiente avete?”.
E qui casca l’asino, con la Daniela nostra che, con sguardo smarrito, sudorazione a mille e salivazione azzerata, ripete più volte: “Non riesco a comprendere”, e ancora: “Non ho capito davvero cosa vuoi dire” [e soprattutto: dove vuoi andare a parare, ndr.].
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Dai, Michele, pure tu che ti metti a parlare in ostrogoto proferendo una sequela di non uno ma addirittura due fonemi che più ostici non si può, irreperibili sul vocabolario dei sinonimi (ma solo su quello dei contrari) dei nostri rappresentanti al comune di Galatina. Mi riferisco ai due lemmi impronunciabili: “ambiente” e soprattutto “idea”.
Antonio Mellone
giu032015
Oggetto: avviso pubblico per l’assegnazione d’uso temporanea dell’impianto sportivo polivalente sito in Noha alla via Giovenale.
I sottoscritti Consiglieri Comunali ANTONIO PEPE e MARCELLO P. AMANTE
- in data 26.05.2015 veniva pubblicato l’avviso per l’assegnazione d’uso temporanea dell’impianto sportivo polivalente sito in Noha alla via Giovenale;
- tra i requisiti indicati per la partecipazione vi è l’iscrizione all’Albo delle Associazioni Sportive e degli Enti di Promozione Sportiva di cui all’art. 3 del Regolamento per l’uso e la gestione degli impianti sportivi ovvero la formale richiesta di iscrizione a tale Albo pervenuta al protocollo generale dell’Ente entro la data di pubblicazione dell’avviso in parola;
- da informazioni assunte, tale Albo non risulta istituito né risultano pervenute istanze di iscrizione;
- nessuna associazione, per le motivazioni innanzi esposte, risulta quindi avere i requisiti per partecipare;
- l’unico Albo istituito presso il Comune è quello generale delle Associazioni di cui all’art. 58 dello Statuto Comunale, elenco diverso da quello richiamato nell’avviso;
- si rende necessaria la pubblicazione di un nuovo avviso;
- l’impianto sportivo di Noha versa attualmente in uno stato di degrado e totale abbandono;
- sarebbe stato opportuno effettuare prima i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e solo dopo procedere all’assegnazione anche temporanea di tale struttura;
- l’Amministrazione Comunale è comunque responsabile di eventuali danni a persone e/o cose che dovessero verificarsi, date le condizioni in cui versa, nonostante sia prevista l’attribuzione di qualsivoglia responsabilità agli eventuali utilizzatori;
- ancora una volta si evidenzia la superficialità e l’improvvisazione con le quali vengono affrontate le varie questioni;
- di conoscere le motivazioni per i quali non si è proceduto alla messa in sicurezza della struttura ed al rispristino dei vari spazi e solo successivamente all’assegnazione di tale impianto;
- di conoscere le ragioni che hanno indotto l’Amministrazione a non procedere ad un’assegnazione definitiva.
Marcello P. AMANTE
giu242022
Dopo il dossier approdato in Parlamento sul colosso Colacem spa, titolare anche del cementificio di Galatina, il deputato del gruppo “Liberi e uguali” Nicola Fratoianni presenta un’interrogazione. Ma non è la sola novità sul tema. Convocato infatti per lunedì prossimo, 27 giugno, il tavolo per la Vis, la Valutazione di impatto sanitario dell’impianto salentino. Quella della Vis costituisce una procedura finalizzata alla tutela della salute delle comunità esposte a eventuali impatti derivanti dalla presenza di grandi opere sul territorio.
Andiamo per gradi. Sul fronte nazionale, a supporto dell'istanza di audizione alla Commissione ambiente da parte dei comitati di Galatina, Gubbio e Sesto Campano (proposta alle deputate Alessia Rotta e Rossella Muroni, rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione Ambiente), è intervenuto il segretario nazionale di Sinistra Italiana. Fratoianni. Nella giornata di martedì scorso ha presentato l'interrogazione parlamentare, avanzando la richiesta dello stop degli impianti Colacem al ministro della Transizione e ministro della Salute per via dei danni sanitari e ambientali. È utile ricordare che l'intera zona del circondario galatinese è stata dichiarata "zona rossa" per l'incidenza di alcune patologie tumorali, soprattutto ai polmoni.
“Dal punto di vista ambientale i cementifici sono industrie insalubri di prima classe. L'Agenzia europea per l'ambiente ha indicato due in questione tra i più inquinanti dell'Unione europea. I timori delle popolazioni locali sono cresciuti in seguito al sequestro delle polveri eseguito dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia, ndr) di Lecce presso lo stabilimento di Galatina, che ha evidenziato caratterizzazioni insufficienti nella composizione dei rifiuti, così come indicato nella Ctu per Colacem Galatina e da Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr) per Sesto Campano. Laboratori accreditati hanno confermato la presenza di diossina nel latte materno e nella placenta umana ed elevata concentrazione di metalli pesanti nella vegetazione, nella falda e nel suolo”, si legge nel testo a firma di Fratoianni. Ma non è tutto.
Il deputato fa anche riferimento alla spinosa questione del Css, il Combustibile solido secondario. Nel forni degli stabilimenti Colacem, infatti, accanto al carbone viene anche effettuato il recupero di materiali attraverso il trattamento ad alte temperature di quel tipo di rifiuti. “Secondo i comitati promotori del dossier, le iniziative normative promosse dai governi dal 2003 fino all'entrata in vigore dell'articolo 35 del decreto-legge 77 del 2021 (Decreto Semplificazioni), rispetto all'utilizzo dei Css (la gran parte dei rifiuti indifferenziati) negli impianti che operano recupero rifiuti, tra cui anche le cementerie, hanno favorito l'allentamento delle procedure autorizzative: i limiti di emissione di carbonio di un cementificio che brucia rifiuti sono oggi meno restrittivi di quelli di un inceneritore in netto contrasto, a parere dell'interrogante, con gli obiettivi europei per la riduzione delle emissioni di carbonio e il recupero dei materiali scartati”, riporta nella sua interrogazione (nella foto accanto).
Sul piano locale quella di lunedì 27 giugno partirà già come una giornata all’insegna del malcontento e delle polemiche: comitati, medici e amministratori lamentano la “latitanza” della Regione Puglia. In una nota sottoscritta in maniera congiunta da sindaci e associazioni dell’hinterland galatinese, infatti, viene sollecitata la nomina di un referente Aress, l’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale. Si tratta dell'ente incaricato alle valutazioni, la cui presenza è quanto mai indispensabile “in quanto tale Agenzia è nata con lo scopo di monitorare costantemente il sistema sanitario regionale onde verificare l’adeguatezza dello stesso alle esigenze e alla tutela della salute dei cittadini pugliesi dando piena soddisfazione ai bisogni di salute della popolazione sia nella prevenzione che nella cura sanitaria”, scrivono i firmatari del documento.
Nello specifico si chiede che nel giorno della Vis, che sarà effettuata dall’Università di Bologna su richiesta del gruppo Colacem, possa appunto essere presente anche Aress a causa dell’incompatibilità del dirigente medico indicato in un primo momento. Nella missiva, indirizzata al Servizio politica di tutela ambientale e transizione ecologica della Provincia di Lecce, i firmatari si dicono in attesa dunque di un nome alternativo di un esperto. La missiva è stata sottoscritta dai rappresentanti dei Comuni di Galatina, Soleto, Corigliano d’Otranto, Sogliano Cavour, Martano, dal Coordinamento civico ambiente e salute. E ancora, dalle associazioni Airsa, Italia nostra, Isde (Medici per l’ambiente), Sisped, Forum Amici del territorio e Noi Ambiente. Di seguito i nomi dei firmatari: Marcello Amante, Graziano Vantaggiato, Dina Manti, Giovanni Casarano, Alessandra Caragiuli, Elena Bitotti, Marcello Seclì, Sergio Mangia, Giovanni De Filippis, Gianfranco Pellegrino e Marcello D'Acquarica.
Valentina Murrieri
(fonte: lecceprima)
mag312022
Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara, dopo la firma della convenzione tra l’amministrazione del Sindaco Marcello Amante e la società City Green Light, avranno un nuovo sistema di pubblica illuminazione.
Giunge a conclusione l’iter amministrativo partito nel novembre 2021 per l’ammodernamento dell’impianto di pubblica illuminazione su tutto il territorio comunale e da domani, 1° giugno, si partirà con la sostituzione dei corpi illuminanti oltre al ripristino, dove necessario, della rete, dei sostegni e dei quadri elettrici.
“Una svolta completamente green che porterà ad un risparmio energetico di circa il 70% - dichiara il Sindaco Marcello Amante – il servizio mira alla riqualificazione di tutto il sistema con apparecchi illuminanti a elevata efficienza (LED) funzionali all’ottimizzazione e al risparmio di energia. Un ulteriore obiettivo centrato dalla mia amministrazione sia sotto l’aspetto economico, con un risparmio annuo stimato in circa 300.000 euro, che ambientale con un importante passo in avanti verso quell’idea di smart city che ci appartiene. E’ stato previsto infatti, a regime, il telecontrollo di tutti gli impianti con l’adesione al progetto Public Energy Living Lab (PELL) promosso dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie e la possibilità di segnalare anomalie e malfunzionamenti da parte dei cittadini anche tramite la “City green app” oltre che i canali tradizionali.”
“Un intervento strutturale importante che la città attendeva da anni e che riguarderà 4991 punti illuminanti oltre alle 175 lanterne semaforiche. Una particolare attenzione l’abbiamo avuta verso i centri antichi per i quali abbiamo richiesto il mantenimento dei corpi illuminanti artistici a luce “calda” e adeguata ai luoghi – dichiara l’assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo - il contratto di gestione avrà una durata di 9 anni e comprende anche la manutenzione. Sono particolarmente soddisfatta per aver centrato un altro degli obiettivi di mandato della nostra amministrazione. Nel canone in convenzione abbiamo concordato, con la nuova società gestore, l’inserimento di circa 484.000 euro derivanti dai risparmi, da destinare a adeguamenti tecnologici, alla progettazione e alla realizzazione di nuovi impianti in zone comunali oggi scoperte. Prevista anche la condivisione al 50% dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE, il principale meccanismo di incentivazione dell’efficienza energetica nelle infrastrutture a rete), il servizio di call center h24 e il servizio di energy management”.
Ufficio stampa Marcello Amante
dic192016
Firmato oggi in Regione Puglia alla presenza dell'Assessore Arch. Totò Negro, la Dirigente dott.ssa Candela, il tecnico di misura dott.ssa Luisi ed il RUP, Geom Daniele Grappa, il disciplinare del procedimento dei lavori di ristrutturazione dell'immobile comunale denominato “Casa del Pellegrino”.
L’importo complessivo del progetto è di € 350.000,00.
Il progetto, redatto dall’arch. Katy Tundo, riguarda la ristrutturazione del suddetto immobile, sito in via Cavour, nei pressi della Basilica di S. Caterina, noto con il nome di “Casa del Pellegrino”
L’edificio, che si sviluppa su tre piani, venne completamente ristrutturato in occasione del Giubileo del 2000, e destinato a “Centro di accoglienza a basso costo per pellegrini”. La struttura venne data in comodato d’uso ai Frati Minori che lo restituirono al Comune nel 2014.
Nel settembre 2015, il Comune di Galatina, a seguito di una stressa collaborazione tra l’Ufficio Lavori Pubblici (Assessore ai LLPP, Ing. Andrea Coccioli) e l’Ufficio di Ambito Sociale (Assessore alla Cultura e alle Politiche Sociali, Dott.ssa Daniela Vantaggiato), presentò alla Regione Puglia un progetto di ristrutturazione per la realizzazione di alloggi sociali per adulti in difficoltà, come previsto dal Programma Regionale che prevedeva l’assegnazione di fondi per nuove strutture e nuovi servizi sociali e sociosanitari in Puglia.
L’edificio sarà destinato ad una categoria d’utenza priva di sostegno familiare o comunque a soggetti la cui permanenza nel nucleo originario sia giudicata temporaneamente o prevalentemente impossibile. La struttura mira ad avere caratteristiche funzionali ed organizzative orientate al modello comunitario e svolgerà attività socio educative volte allo sviluppo dell’autonomia individuale e sociale, nonché all’ inserimento lavorativo. L’intervento di ristrutturazione prevede interventi per il superamento delle barriere architettoniche e soluzioni impiantistiche finalizzate al risparmio energetico.
Il Dipartimento dei Lavori Pubblici si occuperà ora delle fasi successive, relative al Bando di Gara per l’assegnazione dei lavori.
Andrea Coccioli
apr192022
Cari candidati alla carica a Sindaco di Galatina,
sento il dovere di porvi all’attenzione un argomento che, in particolar modo in questo momento, costituisce una delle tematiche più importanti a livello nazionale e regionale ma che a Galatina non viene mai affrontato, se non a livello marginale o è assente del tutto.
Aree Tematiche che necessiterebbero di molta attenzione considerata la vocazione storica della nostra comunità.
Come possiamo andare avanti se non ricordiamo chi siamo e da dove veniamo?
Come può un comune con 75,00 kmq. circa di superficie agricola e in posizione centrale nella nostra provincia non avere tale settore come uno tra i principali temi nelle programmazioni elettorali?
Ci sono molteplici iniziative da intraprendere a breve e a lungo termine, a costo zero o meritevoli di finanziamento nel PNRR, prima fra tutte ed è solo un esempio e che rappresenta però l’idea di progresso nel rispetto della nostra tradizione: la rivalutazione di uno stabile presente nella nostra area urbana, al centro di un contesto commerciale e turistico sempre più in espansione:
l’ex mercato coperto che potrebbe RI-trasformarsi nel MERCATO COPERTO BIO di GALATINA e sarebbe la prima realtà in provincia di Lecce.
In questi anni ho sentito le idee più improbabili al fine di attingere a fondi per il recupero dello stabile, ma perché non puntare sull’originaria natura di questo edificio?
Partendo dal reimpianto delle aree colpite da xylella fastidiosa, passando alla pianificazione agricola in materia di prodotti dop igt e stg, con tipicizzazione di aree per la produzione del biologico e considerando anche la grande attenzione nella conversione, da parte della Comunità Europea, attraverso le varie misure del PSR con cui AGEA finanzia progetti di produzione biologica. Il primo mercato biologico della provincia di Lecce, situato al centro della città potrebbe rappresentare un fiore all’occhiello per i paesi limitrofi, a questo è da considerare la posizione strategica per il turismo a Galatina. Chi visita la nostra città, spesso è alla ricerca dei prodotti tipici come confetture, farine, pasta, friselle, olio, vino,prodotti caseari...e per gli abitanti dei paesi limitrofi sarebbe un ulteriore occasione per venire a Galatina. In provincia esistono moltissime aziende convertite in bio ma a parte i mercatini itineranti di Campagna Amica e altri mercati saltuari presenti soprattutto nel capoluogo non ci sono realtà stabili come punto di riferimento per questa filiera.
Il piano regolatore del verde è uno strumento di pianificazione di settore e può svilupparsi in due grandi branche: quello pubblico e quello dedicato alle aziende del settore.
L’’aspetto pubblico è parte integrante dello Strumento urbanistico generale che partendo dall’analisi dettagliata del patrimonio verde del comune ne definisce lo sviluppo quantitativo e qualitativo nel medio e lungo periodo, anche in previsione della futura trasformazione urbanistica - territoriale. Senza entrare nei dettagli normativi il Piano Regolatore del Verde comprende una serie di prescrizioni specifiche e norme per la tutela, manutenzione e fruizione del verde, pubblico e/o privato, presente sul territorio comunale, nonché indirizzi progettuali per aree verdi di futura realizzazione ed è utilissimo per delineare le linee guida per le fonti di energia rinnovabile.
Dal Verde attrezzato che comprende : piccoli parchi e giardini di quartiere con giochi per bambini, aree cani, alla Forestazione urbana, agli Orti botanici finendo con gli Orti urbani, i Cimiteri e le Aree sportive all’aperto. Insomma tante idee concrete ed in molte di queste voci si collocano il Baratto amministrativo (art. 24 Dl n° 133/2014) e altre formule che potrebbero facilitare sin da subito lo sviluppo di molti progetti.
L’agricoltura è un settore produttivo primario per l'economia del nostro paese, e nella nostra campagna si producono prodotti di eccellenza quali quelli ortofrutticoli e poi vino, olio, ecc. sia in coltivazione convenzionale che biologica, l'amministrazione comunale ha il dovere di essere partecipe e protagonista attraverso un organo con funzioni consultive propositive ed organizzative, fornendo pareri, non vincolanti, nelle politiche agricole; esprimere pareri, non vincolanti, relativi all'assetto del territorio, risorse idriche, realizzazione di infrastrutture, di impianti per produzioni di energia alternativa, viabilità rurale ecc perche solo attraverso un reale interesse da parte vostra possiamo tornare ad essere un modello per il nostro territorio.
Ambra Mongiò
ago022016
Sig. Russo Piero Luigi,
dalla sua invettiva emerge che io sia al centro di quasi tutta l’attività amministrativa svolta, secondo Lei, con poca attenzione in questi quattro anni. Al di là delle sue opinioni personali nelle quali evidentemente non mi riconosco, ritengo di poterle rispondere per le questioni di mia competenza.
Credo che i cittadini abbiano elementi per valutare serenamente l’operato dell’Amministrazione Montagna e dei miei tre anni e mezzo di impegno amministrativo. Da parte mia, Le posso dire che ho vissuto e vivo felicemente la vita sociale di Galatina uscendo per le strade, frequentando le piazze, le attività commerciali, incontrando persone, salutando e parlando con tutti i quali mi hanno onorato della loro stima, amicizia, conoscenza. E sono tantissimi, fortunatamente. Sig. Russo Piero Luigi, la mia serenità d’animo, la mia voglia di continuare a fare, a tessere relazioni, a dialogare con tutti e impegnarmi per migliorare la nostra comunità non si fermerà certo davanti alla sua rabbia e invettiva contro la mia persona. Può star certo.
Vivo a Galatina, e io e mia moglie abbiamo scelto di far crescere i nostri figli a Galatina e le posso assicurare che farò di tutto perchè loro possano amare e rispettare questa Città. Lo farò, come ho sempre fatto in vita mia, impegnandomi nel sociale, in politica e cercando di dare esempi positivi.
Ma andiamo in ordine.
Risponderò punto punto alle sue critiche quando di mia stretta competenza. Ad alcune delle sue considerazioni tra l’altro , in questi anni di amministrazione Montagna, è stata data già risposta attraverso risposte alle interrogazioni consiliari oppure attraverso note scritte pubblicate sulle varie testate giornalistiche, ma certamente, repetita iuvant.
La ‘Lampada senza luce” di Gaetano Martinez. Si è provveduto a ristrutturare l’intero vano pompe, sono stati sistemati tutti gli impianti idrici e l’impianto elettrico mettendo nelle condizioni l’impresa di effettuare anche manutenzione continuativa per un anno. L’importo era comprensivo di IVA e manutenzione per un anno. Si è fatta regolare gara d’appalto, come sempre con trasparenza e rispettando la legge. Ora la fontana funziona. Piuttosto dovremmo prenderci un po’ tutti cura di quel bene prezioso che ci ha lasciato Gaetano Martinez, rispettando e facendo rispettare semplici norme di convivenza civile come evitare di buttare nella vasca cicche, cartacce o altro ancora. Sarebbe altrettanto importante punire chi non rispetta i beni pubblici.
Rup per questioni di carattere economico-finanziario. La professionista in questione è stata incaricata con regolare procedura messa in atto dalla dirigente dott.ssa Rita Taraschi, persona sempre scrupolosa e attenta alla corretta applicazione delle norme. Il lavoro della professionista in questione è finalizzato a reperire risorse finanziarie a disposizione dell’ente. Si è reso necessario procedere con una ricognizione delle disponibilità residue a valere sui mutui già concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti le cui opere sono state concluse. Lavoro mai svolto in precedenza, molto meticoloso ed espletato con grande impegno.
In particolare tale procedura consiste nel richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti le erogazioni a saldo per quei mutui che presentano una disponibilità residua pari o inferiore a 5.000,00 € o nel caso di importi residui pari al 5% del mutuo a suo tempo concesso.
Il lavoro di ricognizione, che è stato espletato per il 50%, ha portato i seguenti esiti:
somme per le quali è possibile richiedere l’erogazione a saldo: € 76.957,35;
somme che possono essere destinate alla riduzione del prestito originario ovvero ad un diverso utilizzo, nuovi investimenti senza incrementare il debito: € 247.684,69
Questa ultima somma è stata destinata alla riorganizzazione degli ambienti del tribunale per ospitare uffici amministrativi del Comune tra i quali Ufficio LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Anagrafe e Ufficio Commercio. La nuova organizzazione degli uffici all’ex tribunale porterà indiscutibili vantaggi all’utenza in quanto un unico luogo ospiterà più uffici e servizi a disposizione anche di utenza con difficoltà motorie. Purtroppo, attualmente, pochissimi uffici sono accessibili ai diversamente abili.
Palestra di via Montinari. Abbiamo inaugurato la palestra perchè i lavori conclusi dovevano subito portare al suo immediato utilizzo. Non si è ancora utilizzata per due motivi. Primo le società sportive di pallavolo e basket ritengono vada prima migliorato il terreno di gioco con altra superficie idonea. Due, serve maggiore collaborazione di tutti per dare seguito alle volontà politiche di un completo utilizzo delle strutture pubbliche. Non va bene che una struttura pubblica rimanga chiusa per molto tempo. L’autocritica è necessaria.
Centro Polivalente di Viale Don Bosco. La struttura è agibile, sono stati terminati i lavori appaltati e viene regolarmente utilizzata da chi ne fa richiesta. Sono stati già organizzati corsi di teatro, spettacoli di vario genere, feste, concerti e conferenze.
La struttura è stata intitolata a Pierantonio Colazzo per volere dell’Amministrazione Coluccia.
Asilo di viale Don Bosco. Abbiamo ereditato duemila problemi, quindi testa bassa e pedalare. E’ stato compiuto un grande sforzo organizzativo per risollevare il cantiere e aprire l’asilo. Ora l’asilo funziona.
Corso Porta Luce e pista ciclabile. Corso Porta Luce è parte del finanziamento PIRU-Piano Integrato Riqualificazione Urbana. E’ stato migliorato il progetto anche con la realizzazione di una pista ciclabile. Prima dell’amministrazione Montagna, Galatina aveva zero Km di piste ciclabili. Ora, grazie alla realizzazione della tangenziale sud-ovest e al miglioramento di Corso Porta Luce, possiede circa 2,5 km. E’ chiaro che ci deve essere la volontà dei cittadini e della politica per continuare a tracciare piste ciclabili se vogliamo rendere Galatina più ecosostenibile e favorire una mobilità dolce e più rispettosa dell’ambiente. La realizzazione di un ulteriore piccolo tratto di pista ciclabile tra angolo Corso d’Enghen- Corso Porta Luce passando da via Ugo Lisi - Ex Tribunale (in prossimità degli Uffici Pubblici), permetterebbe di collegare la tangenziale a tutto il Centro Storico, già zona a traffico limitato. Personalmente mi rallegro quando vedo le persone pedalare in sicurezza nella Città.
Utenze e canoni per telefonia e reti di trasmissione. C’era da fare una piccola rivoluzione. Ci stavamo provando ma non abbiamo finito il lavoro iniziato. Non conosco i dati dei primi sei mesi del 2016. Non ci sono stato. Mi sono dimesso a gennaio. Posso solo dirle che non ho mai utilizzato una scheda telefonica del comune, anche se assegnatami. Ho sempre e solo utilizzato una scheda telefonica con traffico dati pagata personalmente. Il mio numero privato era ed è anche pubblico e segnalato, sin dal 2012, sul mio profilo del sito istituzionale del Comune di Galatina.
Concerto del 27 agosto 2015 in piazza Falcone e Borsellino. Grazie alla sinergia tra diverse associazioni ad agosto del 2015 è stata organizzata una bella rassegna di arte, e cultura giovanile. Tra le diverse associazioni che hanno contribuito alla organizzazione degli eventi, c’è stata la partecipazione dell’Associazione Guerriglia Culturale che ha anche curato l’organizzazione del concerto in piazza Falcone e Borsellino. A un certo punto della serata per pochissimi minuti e prima di essere allontanato dal palco, uno dei componenti di uno dei gruppi rap che si sono esibiti ha urlato al microfono frasi irrispettose e volgari. Sia io, sia i componenti dell’associazione giovanile Guerriglia Culturale, abbiamo preso nettamente le distanze dal ragazzo maleducato che ha offeso i presenti al concerto.
Sig. Russo Piero Luigi, nelle amministrazioni pubbliche succedono tante cose. C’è chi è bravo ad intercettare fondi pubblici, chi a programmare interventi di pubblica utilità, chi a progettare. Poi bisogna realizzare gli interventi. Spesso in un unico mandato amministrativo non si riescono ad evadere tutte le fasi di un’idea. Noi abbiamo finito lavori iniziati da altri, certamente, ma abbiamo anche adeguato progetti poco completi, poi li abbiamo appaltati e li abbiamo terminati. Abbiamo utilizzato le risorse del PIRU e del PIRP (Amministrazione Antonica), abbiamo appaltato e realizzato lavori, abbiamo recuperato fondi pubblici per evitare gli allagamenti nel rione Italia, abbiamo recuperato fondi pubblici per dare nuova vita allo storico Teatro Cavallino Bianco e altro ancora. Non è semplice, l’Italia è un paese che sta cercando la strada della semplificazione. Le complicazioni amministrative impongono l’acquisizione di pareri di molti enti pubblici ognuno con le sue peculiarità, le sue esigenze. Tanta burocrazia inutile frena il fare e la strada per arrivare a risultato è sempre più in salita. In tutto questo è stato fatto tanto. Perciò, giusto perché ripetere aiuta, Le allego le cose fatte perché è sempre meglio essere ricordati per le cose fatte anziché per le cose dette. Inoltre mi piace ricordare, anche a me stesso, che “Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il ….FARE”.
Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a luglio 2016:
Lavori Pubblici
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale
Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Comune Galatina: 500.000,00 euro
Lavori completati
Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.
Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia
Importo progetto: 700,000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia
Lavori completati
Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3
Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni
Importo totale progetti: 500.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero
Lavori completati
Riqualificazione ed efficientamento Scuola Noha e aree adiacenti.
Importo progetto: 400.000,00 euro
Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.
Lavori completati
Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.
Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.
Importo progetto: 250.000 euro
Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)
Lavori completati
Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.
Importo progetto: 300.000,00 euro
Finanziamento: Comune di Galatina
Lavori completati
Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.
Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.
Importo progetto: 250.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
Centro Polivalente viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Struttura inaugurata e utilizzata.
Asilo Nido viale don Bosco
Finanziamento: PIRU
Lavori completati
L’asilo è utilizzato e perfettamente funzionante.
Palestra via Montinari
Finanziamento: PIRU
In attesa di essere concessa in uso.
Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale
Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.
Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro
Regione Puglia: 800.000,00 euro
Lavori da appaltare. Procedure di Gara d’appalto avviate.
Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.
Importo progetto: 1.000.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Lavori in corso.
Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.
Importo progetto: 500.000,00 euro
Finanziamento: PIRU
Gara effettuata e aggiudicata
Lavori in corso.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:
Utilizzo delle palestre scolastiche comunali
E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo degli spazi sociali per lo sport.
Festa dello Sport 2014
La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.
Festa dello Sport 2015
Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.
Green Olympic Games
Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.
Struttura Sportiva di Noha
La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.
Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive
E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.
Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:
Chiostro d’Estate. Estate 2012
Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.
Festa della musica. Giugno 2013
Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.
Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto
Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.
Mercato S…coperto,
Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.
Servizio civile nazionale
In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.
Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE
Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e movimenti sociali rappresentanti di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico, un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.
Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici attraverso dei personali approcci che spaziano dal mondo della musica a quello del cinema, dal teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.
Cordiali saluti
Andrea Coccioli
apr242019
Ultima gara casalinga per il volley galatinese targato Efficienza Energia, che offre ai suoi tifosi un arrivederci al prossimo anno con un incontro di alto livello.
Ospite del PalaPanico sarà infatti, sabato 27 aprile, l’Erredi Taranto impegnata a distanza con Massa Lubrense, per conquistare la seconda posizione in classifica che vale i play off per la serie A3.
Penultima spiaggia per coach Narracci e i suoi ragazzi che hanno un finale tutt’altro che tranquillizzante: battagliare con i salentini di mister Stomeo prima, tendendo l’orecchio ad Ottaviano dove una capolista schiacciasassi ospita Massa e poi giocare, sabato 27 tra le mura amiche, la grande sfida proprio contro Ottaviano.
Passa da Galatina però il futuro prossimo degli ionici che troveranno un’orgogliosa EFFICIENZA ENERGIA, pronta ad offrire una prova di carattere che impreziosisca la striscia di prestazioni importanti di questo finale di campionato.
L’ex giocatore di turno di tanti anni fa, Gianni Narracci, ora in veste di tecnico arriva nel Salento con tutti i suoi effettivi; si affiderà come sempre alla diagonale Parisi-Roberti, ai laterali Di Sabato e Garofalo, ai centrali Giosa e Carofiglio, al libero Nero e con Mingolla, Gasbarro, Schifone e Piscitelli pronti a dare manforte.
Mister Giovanni Stomeo risponderà con Zonno-Buracci, Lotito e Durante di banda, Musardo e Iaccarino al centro, Pierri libero, deciso a chiudere con un successo questo campionato, potendo anche contare su Calò, De Lorentis, Petrosino, Rossetti, Persichino ed Apollonio.
Lo spettacolo sicuramente non latiterà al PalaPanico.
Il connubio tra le società Olimpia e S.B.V. è stato ampiamente positivo in questi due anni di collaborazione e il risultato finale soddisfa complessivamente gli obiettivi di entrambe le società.
Il gruppo presieduto da Luigi Santoro forse potrà recriminare su qualche punto lasciato per strada, più per un tardivo rodaggio della squadra che per gli infortuni, anch’essi determinanti alcune prestazioni insufficienti (ci può stare), ma alla fine galleggiare tra 5^ e 6^ posizione in classifica è un traguardo lusinghiero.
Ora spetterà ai vertici societari e alla disponibilità del main sponsor reiterare un accordo che però necessita di un progetto ad ampio respiro.
Questo il pensiero-fiume del presidente Santoro espresso alla vigilia della gara con Taranto:
“Chiudiamo questo campionato in casa (l’ultima gara sarà in trasferta ad Ischia ndr) con un bilancio sportivo positivo, ricevendo l’assenso anche da parte dello sponsor principale Efficienza Energia. Il futuro della pallavolo galatinese che noi rappresentiamo, stante la collocazione in una serie nazionale, ha però necessità di certezze e di supporto da parte delle istituzioni amministrative locali, soprattutto dal punto vista impiantistico.
Un sussulto annuale con un intervento una tantum, rapportato agli sforzi societari e all’impegno puntuale di uno sponsor non ha ragione di esistere: è di altri tempi.
Le strategie di un imprenditore che si lega come componente determinante in un campionato di pallavolo di serie nazionale, per interesse e per passione, non possono comparire e dissolversi nella fugacità di un campionato, ma hanno stringenti necessità di marketing di radicarsi sul territorio. Un programma pluriennale condiviso, e non è da tutti con i tempi che corrono, che fissi obiettivi ed intenti di crescita è anche un beneficio per la comunità sociale ed un ovvio ritorno economico alla propria attività imprenditoriale.
Per far ciò l’aiuto dell’amministrazione politica è prioritario, principalmente in materia di disponibilità impiantistica.
Noi tutte società sportive finiremo, al termine di questa stagione, in un cul-de-sac che a giugno ci vedrà sfrattate (per fine mandato gestionale) da un PalaPanico al limite dell’inagibilità e che non ci permetterà di pianificare un futuro sportivo.
Come si può pensare di richiamare investitori privati, per un salto eventuale in serie A3, quando obblighi federali richiedono un impianto che soddisfi determinati requisiti (capacità ricettiva di spettatori, fondo del terreno con caratteristiche sintetiche particolari, altezza del soffitto almeno di m.8 ecc.) ed invece ci troviamo ad avere palazzetti obsoleti o strutturalmente incompiuti, con progetti realizzativi in atto che non prendono in esame le esigenze delle varie federazioni sportive?
Saremo costretti, come è accaduto per altre società (Leverano n.d.r.), ad emigrare verso altre sedi lontane da Galatina, con un aggravio di costi insostenibili che sicuramente faranno naufragare il progetto.
L’appello che rivolgo al primo cittadino è quello di onorarci, sabato 27 alle ore 18.00, con la sua presenza al PalaPanico, dando corpo così a precisi impegni per la piena operatività del palestrone di via Montinari che, a distanza di cinque anni dalla sua inaugurazione, è ancora uno scheletro senza corpo”.
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA ENERGIA GALATINA
mar282023
Le associazioni “Coordinamento Civico Ambiente e Salute della prov. di Lecce”, “Natural-mente NO RIFIUTI – Collemeto di Galatina”, “NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina”, “Medici per l’Ambiente-ISDE ItaliaForum Amici del Territorio ETS”, “Nuova Messapia”, “Forum Ambiente e Salute”, “Associazione Bianca Guidetti Serra”, “Associazione Adotta Dog”, “Organizzazione di Volontariato Mobius Circle- ODV”, “CAS Coordinamento Ambientale Salento”, “Salento km0 APS” scrivono al responsabile della task force regionale per l’occupazione Leo Caroli “per esprimere parere contrario alla proposta di destinazione dell’impianto Minermix Galatina aduna ulteriore industria insalubre”.
Si parla di un’azienda di calce e derivati che ha sedi a Galatina e a Fasano (Br), il cui principale committente è l’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia.
Appena un mese e mezzo fa l’azienda è stata sotto i riflettori per il rischio licenziamenti paventato nell’ultimo periodo. Ad inizio febbraio si è tenuto un incontro proprio con la Task force regionale, a Bari, in cui l’azienda ha annunciato l’impegno di sospendere i licenziamenti (sono 59 i dipendenti) ed avviare la procedura di richiesta della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. La proprietà ha confermato la scelta di carattere industriale di interrompere l’attività, dichiarandosi disponibile a valutare percorsi che conducano alla cessione.
Veniamo dunque alla lettera di cui sopra.
“Gentilissimo dott. Leo Caroliin risposta alle recenti preoccupazioni espresse dalla popolazione galatinese a seguito diun possibile impianto di trattamento rifiuti speciali e non a Santa Barbara e dellesegnalazioni di emissioni anomale presso il cementificio Colacem, rimbalza su alcunepagine social la proposta avanzata dalla task force regionale, istituita per il salvataggio delcalcificio Minermix, di chiamare a raccolta altri cementieri o comunque produttori di rischioper la salute.Questa proposta, come forse lei saprà, si inserisce in un quadro territoriale molto delicato.Le autorità sanitarie e gli enti locali che siedono al tavolo provinciale V.I.S. (ValutazioneImpatto Sanitario) per valutare – secondo quanto riporta ASL Lecce – i danni e l’impattosanitario e ambientale con riferimento alle potenziali ricadute cumulative di tutte le attivitàproduttive presenti nell’area industriale, in particolare del cementificio Colacem Galatina,non possono ignorare che l’area Galatina/Soleto e comuni limitrofi, come confermatodall’Istituto Superiore di Sanità, dai rapporti Ambiente e Salute RePOL, dallo studioPROTOS, dai dati LILT e dell’OER Puglia, è un cluster che registra dati epidemiologiciallarmanti, in particolare per neoplasie polmonari, per l’esposizione ambientale come quellederivanti dalle emissioni di grandi camini industriali. Come riportato nei giorni scorsinell’ultimo Rapporto di Puglia Salute in tutta la Provincia di Lecce, in particolare nel Distrettodi Galatina, la fotografia dell’incidenza delle neoplasie è in peggioramento.Nell’area galatinese, la più industrializzata e malsana della provincia di Lecce, con lamaggiore concentrazione di grossi impianti industriali insalubri IPPC, il quadro sanitario eambientale non è stato sufficientemente rappresentato nei lavori della task force regionaleimpegnata nella vertenza Minermix.Lo stabilimento della Minermix Srl, attivo dal 1990, è adibito alla produzione, macinazione emiscelazione di ossido di calcio, calce idrata, premiscelati di minerali, grassello e malte peredilizia. È inserito nella ASI Galatina Soleto a poche centinaia di metri dall’area densamenteurbanizzata, insieme ad altri opifici di trattamenti rifiuti e comunque fortemente nocivi.Come Associazioni, abbiamo preso parte alla CDS del mese di marzo 2022, e in quellaoccasione abbiamo preso atto che la stessa Dr.ssa Teresa Alemanno, presente inconferenza di servizi per il riesame A.I.A. per il Dipartimento di Prevenzione ASL Lecce, puressendo stata molto concisa, ha evidenziato chiaramente la questione “area sensibile”,in riferimento all’area cluster tumore polmonare del Distretto di Galatina, chiedendoquindi ad ARPA se avessero loro effettuato delle verifiche sulle emissioni, con chiaroriferimento al potenziale apporto di ulteriori danni all’ambiente.Occorre ricordare che a Galatina insiste un cementificio Colacem attivo sin dalla fine deglianni ‘50, uno degli impianti più grandi d’Europa. Le ricordiamo che i cementifici sonocompresi nell’elenco delle industrie a maggior impatto ambientale in EUROPA, comeindustrie insalubri di Seconda Classe, cioè di impianti che devono osservare speciali cautelenei confronti del vicinato. L’insostenibilità ambientale è legata non solo alle emissioni diparticolato, di PCB (prodotto clorato simil diossina), metalli pesanti, (Mercurio, piombo,cadmio, cromo esavalente), tutte sostanze gravemente nocive per la salute, cancerogeneed interferenti endocrine, ma anche alla portata di consumo di acqua e suolo.Nel 2017 Colacem Galatina ha prodotto complessivamente 2.658.578 t di Clinker,2.883.528t di cemento, ha consumato 244 litri di acqua per ciascuna delle 309.900tonnellate di cemento prodotto, ovvero 75,6 milioni di litri di acqua. Il consumo è abnormeper un territorio già fortemente penalizzato dalla sua stessa conformità naturale, dove lospessore medio del sottosuolo riferito al livello del mare è di circa 60 metri, con scarsacapacità di filtraggio delle acque pluviali per via della sua condizione carsica, e con unafalda esigua che presenta forti infiltrazioni inquinanti.Le concentrazioni contaminanti e il correlato rischio mortalità mostrano un trend inpeggioramento, secondo quanto indicato in uno studio realizzato nel 2014 dall’istituto diScienze dell’Atmosfera e del Clima ISAC – CNR in collaborazione con l’Istituto di FisiologiaClinica del CNR attraverso una valutazione preliminare nei comuni di Sogliano Cavour,Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto e Soleto.Gli impegni dichiarati anche da alcuni rappresentati politici locali pare che siano finalizzatinel voler salvare i 20 posti di Galatina, e forse anche i 39 di Fasano, con il rischio però diritrovarci un nuovo opificio maggiormente inquinante, chiamando a raccolta altri cementierio comunque opifici produttori di rischio.Inoltre, va tenuto conto dei riferimenti legislativi alla salute della popolazione e all’integrità
dell’ambiente esterno descritti nel d.lgs. n. 81/2008, N.81, sono norme che fanno esplicitoriferimento alla “salute della popolazione” e all’“ambiente esterno”.Da un lato, l’art. 2, comma 1, lett. n), definisce proprio il concetto di “prevenzione” comequel «complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità dellavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispettodella salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno».Dall’altro, l’art. 18, comma 1, lett. q), impone al datore di lavoro e al dirigente l’obbligo di«prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possanocausare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esternoverificando periodicamente la perdurante assenza di rischio» (la violazione di taleobbligo è sanzionata dall’art. 55, comma 5, lett. c), d.lgs. n. 81/2008 con l’arresto da due aquattro mesi o con l’ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro).Il Dispositivo dell’art. 452 bis Codice Penale, reato di inquinamento ambientale,determina quanto segue:• È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramentosignificativi e misurabili:1. 1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o delsottosuolo;2. 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolopaesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in dannodi specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata.Dalle norme, si evince come esse siano essenzialmente dirette ad evitare la possibile“esternalizzazione” dei rischi cui sono sottoposti i lavoratori nel contesto produttivo,obbligando l’impresa ad adottare tutti quei provvedimenti necessari affinché lapredisposizione delle misure di salute e sicurezza dei lavoratori non determini unriversamento all’esterno delle nocività presenti nell’ambiente di lavoro, pregiudicando lasalute della popolazione e l’integrità dell’ambiente [15].E’ vero che i galatinesi hanno bisogno di posti di lavoro, il lavoro è nel diritto costituzionale,per tutti, anche di chi va a cercarlo altrove. È vero che è necessario fare il possibile persalvare quei pochi posti esistenti, ma è altrettanto vero che il diritto alla salute èsacrosanto e altrettanto costituzionale, e va individuata una strada occupazionaleperseguibile, che tenga conto dell’intera cittadinanza.Come ben sappiamo tutti, a Galatina non c’è famiglia che non abbia un lutto a causa delcancro, o una patologia che tende a degenerare in tumore. Lo si dice dappertutto:nelle Cds aziendali, nelle Asl, nello studio Protos, nei recentissimi dati LILT, che vede laprovincia di Lecce seconda solo al Piemonte e alla Liguria in numero di morti per tumori, allapari con la Lombardia. Che il quadro sanitario di Galatina sia aggravato con un aumentoulteriore di tumori è anche denunciato nel Registro dei Tumori 2021 appena pubblicato, coni dati di incidenza che vanno dal 2013 al 2017.Lo stesso principio di precauzione consiglia di non rischiare la salute di giovani famiglie chemettono al mondo bambini, la parte più fragile della società, costruendo abitazioni a ridosso diuna zona industriale insalubre, come invece si sta facendo ancora oggi a Galatina, insistendonell’errore fatto negli anni ’70 del secolo scorso, o ri-attivando impianti insalubri, che andrebberoriconvertiti in green.Siamo convinti che quando si tratta di risolvere problemi di straordinaria importanza, come quellodi 30 o 100 posti di lavoro da tutelare, oppure il pericolo per la salute di 140.000 cittadini inermi,non lo debbano decidere solo alcuni rappresentanti della politica. Quando la questione èstraordinaria, si porta ad un tavolo di concertazione con tutte le forze sociali presenti sul territorio,anche con le nostre associazioni impegnate nella tutela dell’ambiente e della salute nei diversiprocedimenti autorizzativi.Certe responsabilità non devono pesare sulla coscienza o presunzione di nessuno, ne va deldiritto, ne va della democrazia, ne va dello stato di civiltà di una comunità, ne va del futuro deinostri figli.Basta fingere che il primato della più alta mortalità per tumori non esista, Galatina e la provinciadi Lecce sono sul podio. Non aspettiamo che il dolore delle persone che vedono morireprematuramente figli e parenti, diventi rabbia, o peggio ancora rassegnazione a doverbarattare il posto di lavoro con la perdita di salute propria, dei propri familiari o deiloro concittadini, rischiamo lo sfascio sociale.Auspichiamo l’impegno dei rappresentanti istituzionali, che si adoperano per il coinvolgimento dinuovi produttori di rischio, a non aprire le porte ad un altro opificio insalubre, di investire sullariconversione di Minermix in chiave green e di riflettere su quale soluzione possa portare ad unosviluppo sostenibile della nostra città”.
Fonte: Il Gallo
gen162017
Porte aperte ai ragazzi delle Scuole Secondarie di I grado e alle loro famiglie, giovedì 19 gennaio 2017, all'I.I.S.S. “Falcone e Borsellino” di Galatina, che presenta, dalle ore 16:00 alle ore 19:00, la sua offerta formativa con una lezione del Progetto “Circense” (giocoleria), a cui seguirà il 26 gennaio uno spettacolo finale. L’accoglienza dei ragazzi, eventualmente accompagnati dalle famiglie, avverrà nell’Aula Magna della scuola in Viale Don Bosco n. 48 a Galatina.
Il Polo Professionale galatinese vanta numerosi e interessanti indirizzi di studio: Servizi SOCIO-SANITARI con QUALIFICA O.S.S. (protocollo di intesa con la Regione Puglia), Settore ODONTOTECNICO, MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA (Elettrotecnica, Elettronica, Meccanica e Termomeccanica) e Servizi COMMERCIALI (con QUALIFICA di OPERATORE GRAFICO). Sarà inoltre possibile visitare i vari laboratori, l’auditorium e gli impianti sportivi presenti nell’Istituto.
Gli esperti esterni, coadiuvati da alcuni docenti e studenti della scuola, guideranno i ragazzi di terza media in un breve percorso didattico, per presentare la valenza formativa del suddetto progetto. “Il circo sociale” è un'espressione che si riferisce a una metodologia pedagogica che utilizza le arti circensi come mezzo per promuovere la crescita e il benessere personale e sociale, rappresentando, infatti, un strumento efficace e innovativo, attraverso il quale far sperimentare ai ragazzi modi diversi di “stare insieme”.
Il Progetto “Circense” prevede le seguenti performance: giocoleria, utilizzo dei trampoli e acrobatica aerea (utilizzo del trapezio statico e del tessuto aereo): tali dimostrazioni verranno effettuate il 26 gennaio 2017 dai nostri alunni che, terminato il corso di 60 ore e avendo superato un apposito esame, conseguiranno un attestato spendibile nel mondo del lavoro, con competenze che spesso si traducono in concrete proposte lavorative per i neodiplomati.
Tutti gli studenti dell’Istituto Professionale sono tenuti a svolgere attività di stage aziendale in Italia o all’estero (alternanza scuola-lavoro), implementando anche le competenze linguistiche: un’opportunità da non sottovalutare, che crea un vero “trampolino” di lancio con la realtà lavorativa.
Per tutte le informazioni, anche relative alle iscrizioni alla classe prima per l’A.S. 2017/2018, è possibile contattare la segreteria didattica al numero 0836/56.10.95, oppure collegarsi al sito web della scuola www.professionalegalatina.it.
Vi aspettiamo tutti con i vostri genitori.
I docenti dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino”
lug242019
sono una cittadina di Noha molto amareggiata, amareggiata e delusa per il modo in cui è trattato il nostro cimitero. Si tratta, nel caso specifico, dello stato di degrado degli ultimi lotti a tre livelli che insistono nella parte nuova, a Sud Est del cimitero (vedi schema allegato).
Non entro nel merito del degrado e del livello di insicurezza che ha raggiunto l’abitato. Mi riferisco alle strade, ai marciapiedi e alla circolazione. Ma il cimitero è un luogo piccolo da manutenere, non ha certo l’estensione di una città, il cimitero è un luogo per noi cittadini che va oltre il sacro, un luogo che va rispettato dalla prima all’ultima pietra per moltissimi motivi, che sicuramente conosce bene.
Veniamo al punto e cerco di descrivere quali sono i problemi che mi hanno rattristato così tanto:
Ne abbiamo avuto prova il giorno in cui è stato riesumato mio padre (01-07-2019), lo possono testimoniare anche gli addetti ai lavori, i quali appena rimossa la prima pietra si sono allarmati per la grande quantità di acqua biancastra che ne è fuoriuscita, a tal punto che vista la straordinarietà dell’evento, stavano per sospendere i lavori di estumulazione.
Non le dico le condizioni dei resti di mio padre, una poltiglia indescrivibile, qualcosa di veramente inqualificabile, cose inammissibili per noi cittadini del terzo millennio e di un Paese che di definisce civile.
Mi chiedo con quale coscienza si lascino adibire a luoghi di sepoltura dei loculi soggetti a continui ristagni delle acque piovane, con i rischi connessi alla sicurezza della salute dell’ambiente circostante, infatti al di là del muro di recinzione del cimitero, il terreno che lentamente riceve le acque “filtrate” dalle salme decomposte, è anche coltivato.
I resti non identificabili in ossa o parti personali del mio papà, nel caso specifico la poltiglia nerastra inqualificabile di cui le dicevo prima, sono stati raccolti dal personale addetto all’esumazione, in un contenitore apposito e lasciato stazionare per ben undici giorni in un angolo all’aperto, alla mercé di tutto e di tutti, e non in un “distinto e adeguato punto di raccolta”, come detta il “Regolamento Comunale di Polizia Mortuaria”, art. 85. (fruibile in rete sul sito comunale: https://www.comune.galatina.le.it/amministrazione/attivita/tutti-gli-atti/item/regolamento-di-polizia-mortuaria)
Ho insisto non poco con gli addetti ai lavori, anche presso gli uffici comunali, affinché riponessero i resti del mio papà in un luogo più discreto e adeguato, ma non ottenendo alcuna soluzione sono stata costretta a rivolgermi alle Forze dell’Ordine, che prontamente, o quasi, hanno risolto la questione dei rifiuti speciali.
Non ho più parole per esprimere la mia indignazione. Può capire benissimo il dolore e il disagio vissuti in questa operazione, Le chiedo pertanto di fare in modo che cose di questo genere, come quelle descritte nei miei tre punti, non debbano più accadere ad altre persone, ma soprattutto di far risanare al più presto i lotti cimiteriali di cui sopra”.
Cordiali Saluti
Marisa Scalese
lug022018
“Siamo con i Comuni di Nardò e Soleto che hanno espresso la loro contrarietà ad ospitare l’impianto di compostaggio che la Regione vuole realizzare in Salento. Ribadiamo ancora una volta la nostra contrarietà ad impianti di grandi dimensioni”. Lo dichiarano consigliere regionale del M5S Antonio Trevisi, il senatore Cataldo Mininno e il deputato Leonardo Donno. L’unico Comune che si è detto pronto ad accogliere un impianto sarebbe quello di Melpignano a condizione che si tratti di un impianto aerobico, mentre quelli previsti attualmente dalla Regione sono impianti integrati anaerobici/aerobici con produzione di biogas.
“A fronte di una provincia con 800mila abitanti - spiegano i pentastellati - produciamo circa 110mila tonnellate di umido e quindi non possiamo accettare impianti al di sopra delle 20mila tonnellate e ulteriori impianti nei Comuni che già ne ospitano altri impattanti come Cavallino o Ugento. Siamo favorevoli agli impianti aerobici pubblici di taglia inferiore a 20mila tonnellate in quanto non concentrano potere economico, amministrativo e elettorale e non rendono il bilancio di un comune dipendente da royalties, generando meno problemi di trasporto dovuti alla raccolta di umido e vendita compost nei paesi limitrofi. Nonostante sia una scelta che - continuano - siamo consapevoli, comporterebbe un numero maggiore di impianti, creando preoccupazione nei cittadini dei Comuni destinati ad ospitarli, si tratta di una problematica che si può superare proprio coinvolgendo le comunità e garantendo il rispetto di un buon capitolato d’appalto da parte dei soggetti gestori dell'impianto e della raccolta”.
“I piccoli impianti di compostaggio aerobici di 20mila tonnellate massimo - proseguono i cinquestelle - devono lavorare in sinergia con quelli di comunità e di prossimità (compostiere domestiche, di condominio, di quartiere, di frazione e di Comune) che vanno sostenuti e promossi. Si tratta di impianti - concludono - che vanno in direzione della strategia rifiuti zero, pertanto non solo li condividiamo ma li adottiamo dove amministriamo e li proponiamo nel programma regionale come soluzione nel piano rifiuti”.
M5S
giu252019
Avviata, con l’affidamento alla ditta esecutrice dei lavori, un vasta azione di bonifica di rifiuti, anche di tipo “pericoloso”, illecitamente abbandonati nelle periferie e nelle campagne galatinesi.
Oltre 38.000 kg di rifiuti, su circa 500 mq, distribuiti nelle 33 discariche abusive censite.
Un’azione si sanificazione e di ripristino del decoro dei luoghi dal costo di circa € 33.000, provenienti quasi interamente da fondi regionali per un bando aggiudicato dall’Assessorato all’Ambiente.
L’amministrazione Amante, sin dal suo insediamento, ha puntato molto sull’attrattiva turistico-culturale della città che inevitabilmente passa anche da uno sforzo collettivo, con forte senso civico, per la tutela del territorio cittadino e rupestre. Continueremo a mantenere alta l’azione di vigilanza e di contrasto all’inciviltà di chi, in spregio totale delle regole del civile vivere comune, ritiene, ancora oggi, di poter abbandonare rifiuti impunemente.
Le discariche abusive, oltre all’ovvio danno ambientale, certamente non rappresentano un buon biglietto da visita agli occhi dei tanti visitatori, quindi un ringraziamento va agli uffici interessati perché essere riusciti ad intervenire alla vigilia del periodo estivo, momento di massima affluenza turistica in città, è certamente una buona notizia.
Di seguito l’elenco delle zone interessate:
via Catullo, strada comunale n. 90, via degli Andriani, impianti sportivi Noha, contrada Securi, strada comunale n. 90 Scorpi Muto, strada comunale n. 85 San Vito‐due Trappeti, strada comunale n. 75‐76‐85, Strada comunale n. 40, Paradisi San Giuseppe, via Mercurio, strada comunale Duca, strada comunale n. 123, strada comunale Petrosa, Strada comunale Don Quintino, strada comunale Meli, strada P. 328 Galatina Torre Pinta, viale Germania ( rotatoria), via Spagna ( rotatoria ), via Spagna, strada comunale Scalfo, via Ascoli Piceno, via comunale San Vito, Strada comunale n. 76, via Fedro, contrada Scorpi, strada provinciale 371, viale cimitero, contrada Bruciate, via comunale Pisanello, viale Ionio, Strada Prov. 41 angolo strada comunale Lardo.
Vito Albano Tundo
Galatina in movimento
lug022018
È utile sottolineare che siamo consapevoli che il ciclo dei rifiuti debba essere completato e quindi in senso generale non c’è contrarietà nei confronti di impianti del genere, ma al tempo stesso riteniamo sia da ben valutare il progetto nel complesso. Soprattutto considerando il fatto che non si può realizzare un impianto cosi impattante sull'ambiente, quindi sulla qualità della vita dei galatinesi, senza che l'amministrazione abbia potuto approfondire adeguatamente.
Nella nota inviata solleviamo questioni ambientali anche per le dimensioni dell'impianto che ci appaiono eccessive per il bacino di utenza da servire.
Ne deriva che non si può prescindere da una valutazione tutta nostra che sarà determinante per la realizzazione ipotetica del progetto.
Di seguito la lettera:
- REGIONE PUGLIA
Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche
- AGER
Agenzia Territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti
- Consorzio ASI Lecce
- Comune di Soleto (LE)
Oggetto: Manifestazione di interesse finalizzata alla individuazione di aree idonee alla localizzazione di impianti integrati anaerobici/aerobici destinati al recupero della frazione organica dei rifiuti urbani rivenienti dalle raccolte differenziate: Determinazioni del Dirigente della sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche n. 214 del 20.12.2017 e n. 79 del 14.06.2018.
Osservazioni.
Preso atto dei contenuti delle determine in oggetto, con riferimento all'approvazione della candidatura del Comune di Soleto, con la presente si manifesta agli Enti in indirizzo la necessità di questo Ente di valutare l'impatto, soprattutto ambientale, che un impianto integrato anaerobico/aerobico avrebbe sul proprio territorio, vista l'ubicazione dello stesso in prossimità dei propri confini.
Come noto, questo Comune non ha prestato la propria disponibilità ad ospitare un impianto, e pur tuttavia l’area proposta dal Comune di Soleto per l'impianto di che trattasi, oggetto di approvazione regionale, per quanto ricadente nel territorio del predetto Ente, in realtà dista circa 300 mt da una masseria con agriturismo di Galatina, 800 mt da case sparse, 1660 mt da contrada Paradisi, 3500 mt dalla zona residenziale “Guidano” e 3500 mt dal centro abitato di Galatina, mentre dista dal centro abitato di Soleto ben 4500 mt.
Ne discende che il Comune di Galatina è da considerarsi, sotto ogni aspetto, “parte interessata” in misura sensibilmente maggiore del comune ospitante.
Non è superfluo ricordare che i terreni candidati ad ospitare l'impianto ricadono sì nel territorio di Soleto ma costituiscono porzione di area la cui gestione è affidata al Consorzio ASI di Lecce, del quale il Comune di Galatina è uno dei consorziati.
Ai sensi dello Statuto Consortile (art. 6 - Finalità) “ Il Consorzio ha per oggetto: (omissis) La progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione di opere ed impianti necessari ad uno sviluppo equilibrato ed eco-compatibile del territorio di competenza”; e dunque, affinché si possa compiutamente valutare se questi fondamentali requisiti possano ritenersi soddisfatti dall'opera in progetto, occorre essere “informati” sia a livello di Consorzio che di singoli consorziati, informazione che, alla data odierna, e almeno per quel che riguarda questo Ente, appare del tutto carente.
Dalla consultazione della documentazione disponibile, si evince unicamente che l’impianto sarà del tipo “integrato anaerobico/aerobico”, mentre si rileva la totale mancanza di una più puntuale descrizione della tecnologia e della portata dell’impianto; infatti si ritiene fondamentale, per tutelare un principio di prossimità e minimizzazione dell’impatto ambientale, su un territorio già fortemente messo alla prova, la scelta di una portata non eccedente le 30.000 ton/anno e che l'impianto produca bio-metano da immettere in rete. Questo permetterebbe un minor traffico veicolare e la riduzione delle emissioni, visto che una eventuale centrale annessa per la produzione di energia elettrica porterebbe solo maggiore, quanto inutile, inquinamento, in una zona e in una Regione che produce già più energia elettrica di quella di cui necessita.
Nel contempo, non è dato sapere esattamente quale sia la prevista composizione qualitativa del materiale in ingresso alla digestione anaerobica tale da garantire una qualità del digestato che possa originare a sua volta un compost di qualità.
Dalle suddette -prime- considerazioni ne deriva che questo Ente, non può non esser parte di una procedura condivisa di progettazione-valutazione-approvazione.
Si chiede pertanto alle SS.LL. di fornire, con cortese sollecitudine, ogni documento tecnico-progettuale in loro possesso e ogni informazione utile ad una migliore percezione del possibile impatto del progetto in fieri, facendo espressa riserva, in caso di loro mancato riscontro, di procedere alla tutela dei propri diritti in ogni forma consentita dalla legge.
Il Sindaco Marcello Amante
mar212022
Favorire, anche a Galatina, la creazione di Comunità energetiche e di Autoconsumo collettivo. È questo l'obiettivo per cui il consigliere comunale del M55, Paolo Pulli, ha depositato una mozione per impegnare Sindaco e Giunta comunale a «promuovere una fase conoscitiva pubblica, tesa a valutare l’interesse delle utenze private e pubbliche presenti sul territorio comunale».
«Le comunità energetiche siamo noi -spiega il consigliere- è la nostra capacità, grazie al sostegno dello Stato, di autoprodurre energia con i pannelli fotovoltaici che installiamo sulle nostre abitazioni. Energia pulita, energia che possiamo scambiare e donare a chi ha più bisogno, energia che non inquina e non produce emissioni di gas serra.
Senza il Movimento 5 Stelle al Governo - ricorda Pulli - non avremmo oggi a disposizione questo prezioso strumento in grado di affiancare benefici ambientali, sociali ed economici per i cittadini che decidono di condividere l’energia prodotta dai loro impianti alimentati da fonti rinnovabili. Un modello basato su forme di azione collettiva e di economia collaborativa che mette insieme cittadini, enti e piccole e medie imprese».
A fargli eco, sostenendo l'iniziativa, è il deputato galatinese del M5S, Leonardo Donno. «Abbiamo sempre lavorato per favorire i gruppi di autoproduzione - dice - per incentivare la nascita delle prime comunità energetiche del nostro Paese e per far conoscere ai cittadini queste opportunità. Il nostro impegno prosegue e grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza avremo a disposizione altre risorse. È da qui che passa la Transizione Ecologica: da un modello energetico più vicino ai bisogni dei territori e che metta in rete i cittadini, rendendoli protagonisti del loro futuro. Vogliamo che anche la nostra Galatina si faccia trovare provare per accogliere le nuove sfide, dalle quali potrà trarre grandi benefici».
Proprio a tal fine la mozione presentata dal consigliere Pulli, in linea con i punti inseriti nel programma del MoVimento, intende impegnare sindaco e Giunta a:
-Promuovere una fase conoscitiva pubblica tesa a valutare l’interesse delle utenze private e pubbliche presenti nel territorio comunale alla creazione di Comunità energetiche e di Autoconsumo collettivo, favorendo, così, la costruzione di una infrastruttura tecnologica abilitante distribuita, che potrà essere efficacemente utilizzata anche per beneficiare degli ulteriori incentivi che saranno legati al recepimento da parte dello Stato italiano della Direttiva 944/2019;
- Costituire una Comunità Energetica Rinnovabile come progetto “pilota”, utile ad acquisire un adeguato livello di know how tecnico da replicare ed estende all’intera comunità, che preveda l’impiego di aree o edifici di proprietà comunale e sostenga prioritariamente le forme di configurazioni che generano benefici diretti con la riduzione dei costi in bolletta per i cittadini con maggiore disagio economico che ricadono o rischiano di ricadere nella condizione di povertà energetica;
- Creare apposito sportello o centro informazioni per la messa a disposizione dei cittadini delle informazioni necessarie a promuovere la creazione di comunità energetiche e sistemi di autoconsumo collettivo.
«Come ha rimarcato il nostro leader Giuseppe Conte proprio nei giorni scorsi - conclude il consigliere Pulli - Non possiamo limitarci a rimedi-tampone, pur se indispensabili quando si tratta di ridurre le bollette a famiglie e imprese. Occorre, adesso più che mai, allargare i nostri sforzi a interventi strutturali verso un’effettiva transizione ecologica, nella direzione dell’efficienza e del risparmio energetico e verso una progressiva riduzione della nostra dipendenza energetica dalle fonti fossili importate da Paesi esteri».
M5S
ott082021
Come ben sappiamo, l'acqua è una risorsa preziosa da salvaguardare e il nuovo piano d'ambito è fondato su uno studio preciso e approfondito della situazione esistente. Intorno ad esso è stato preparato un programma di ottimizzazione delle infrastrutture che possa consentire di raggiungere una rapida crescita del Servizio Idrico integrato, con la massima efficienza e costi relativamente contenuti.
Tra gli obiettivi del nuovo piano vi è il contenimento delle perdite che si verificano nei tronchi esistenti, con un presidio più efficace dell'infrastruttura acquedottistica, il mantenimento della continuità del servizio, anche attraverso un adeguato rapporto tra il sistema delle fonti di approvvigionamento e gli impegni di risorsa, un rigido adeguamento della qualità destinata al consumo umano.
Si prefigge, quindi, come obiettivo ambizioso l'azzeramento della dispersione entro il 2030, anche grazie all'installazione di attrezzature che consentano il telecontrollo.
Punti di arrivo non semplici in considerazione del fatto che in Puglia ci sono 21.000 km di rete. Tra le altre cose sono previsti degli impianti di dissalazione e una riduzione della produzione di fanghi di depurazione. Il Presidente, nella sua relazione, ha parlato di un lavoro quotidiano e non evidente che l'Autorità svolge in favore delle comunità pugliesi.
Per quello che riguarda il nostro Comune mi sono permessa di fargli notare quanto per noi gli obiettivi prefissati siano già evidenti e tangibili, e il fatto che il nostro lavoro è già stato indirizzato in quel senso. La realizzazione dei tronchi di acqua e fogna nel corso della nostra amministrazione sono la dimostrazione di come la rete creata tra gli uffici tecnici del nostro comune, l'Autorità Idrica e Acquedotto, ha migliorato la qualità della vita dei nostri concittadini.
Non posso che auspicare che il nuovo piano possa avviarsi e gli obiettivi raggiungersi, non solo per la nostra generazione, ma per garantire l'approvvigionamento dell'acqua per le generazioni future.
Assessore ai Lavori Pubblici
Loredana Tundo
mar132016
Quanto lavoro per realizzare le attrezzature, gli elmi con le criniere, gli scudi e le loriche per i legionari romani, i calzari (rigorosamente in cuoio e spago) per tutti gli attori, dal primo fino all’ultimo comparse comprese. E poi ancora i mantelli per i soldati, la tunica color porpora di Gesù Cristo “priva di cuciture”, quella che i soldati si disputarono tirandola a sorte, e poi il vestito di Ponzio Pilato, la cappa magna del sommo sacerdote Caifa, il vestiario del Cireneo, della Madonna e dell’apostolo Giovanni, della Veronica e delle altre pie donne, il tutto foggiato dalle sarte locali; e addirittura una biga ex-novo “a due attacchi” per altrettanti cavalli costruita ad hoc per la via Crucis vivente di Noha; per non parlare della croce in legno altissima (e pesantissima) caricata in spalla al Protagonista Principale della sacra rappresentazione.
Attrezzature, costumi di scena, impianti scenografici erano tutti rigorosamente manufatti (un tempo non c’erano negozi fisici e tantomeno cataloghi on-line di costumi teatrali adatti alla bisogna: e se anche fosse, a Noha da sempre si preferisce l’arte all’industria).
Così, dopo mesi di lavoro, allestimenti, studi della sceneggiatura, prove tecniche e di recitazione, le piazze e le strade di Noha si trasformavano in un palcoscenico per il più grande spettacolo corale interpretato da attori dilettanti, giovani e meno giovani, in una serie di scene dialogate tratte fedelmente dai brani del Vangelo, quelli che narrano le ultime ore del Cristo. Per inciso diciamo che gli attori di questo teatro popolare a cielo aperto erano così “dilettanti” che nelle varie tappe della via dolorosa non era infrequente che qualcuno di questi - immedesimato talmente nella sua parte - scoppiasse in lacrime per davvero (così come, del resto, il copione prevedeva).
La rappresentazione si svolgeva in maniera itinerante per tutta la cittadina, mentre il pubblico presente fungeva da sfondo, da cornice alle scene che si susseguivano: dall’ingresso di Gesù in Gerusalemme all’ultima cena, dall’orto degli ulivi all’arresto, dal processo alla condanna a morte, dalla flagellazione al percorso fino al Golgota, con le famose tre cadute e gli incontri con i vari personaggi.
L’acme del dramma si raggiungeva con la crocifissione e la successiva deposizione. Che strazio sentire quei colpi di martello amplificati dall’altoparlante, e che commozione vedere le tre croci, ciascuna con il suo fardello umano, innalzarsi lentamente da terra grazie ad un sistema di funi e carrucole per essere finalmente infisse al suolo. Lì, di fronte al Calvario di Noha, il silenzio era interrotto soltanto dal dolore straziante di Maria, e dalle ultime emozionanti frasi del Nazareno: “Donna, ecco tuo figlio… Figlio, ecco tua madre”, e poi dall’urlo angoscioso dell’Unigenito: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”, e ancora il tragico: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”, e infine il mesto: “Tutto è compiuto”.
Non era infrequente vedere molti spettatori del pubblico asciugarsi le lacrime per la commozione. Chi scrive, da piccolo imberbe osservatore nohano - ora nelle vesti di chierichetto, ora in quelle di narratore (nell’ultima edizione) – registrava tutto nella sua mente per poterlo raccontare un giorno. Un giorno come questo.
*****
Finalmente (se ne parlava da tempo), dopo oltre un quarto di secolo di assenza, la Passione vivente ritorna a Noha grazie all’associazione dei ragazzi del Presepe “Masseria Colabaldi” in collaborazione con la Parrocchia di “San Michele Arcangelo”. La straordinarietà di questa edizione, oltre a tutto il resto, è legata anche al fatto che si ha la fortuna di usufruire dell’incredibile naturale scenografia degli spazi del “Parco del Castello” (i “fori imperiali nohani”) che ospiteranno le prime scene della Via Crucis vivente 2016: dalla Gerusalemme dell’ultima cena al Getsemani, dal palazzo di Pilato alla colonna dell’“Ecce Homo”, e via di seguito. Il resto si snoderà tra le strade e le piazze di Noha, fino alla Resurrezione. Sarà un percorso di arte, riflessione e di grande spiritualità.
Peccato, non parteciparvi.
Il leitmotiv scelto dal parroco don Francesco Coluccia per questa rievocazione sono i piedi del viandante. Tema molto bello e stimolante, che avremo modo di meditare Domenica delle Palme, 20 marzo 2016, in notturna, a partire da piazza San Michele, con inizio alle ore 19.00.
In caso di pioggia la manifestazione verrà rinviata al martedì successivo, 22 marzo 2016, stesso orario.
Riproponiamo qui di seguito, a mo’ di conclusione di queste note e di anteprima laica alla manifestazione religiosa di domenica prossima (no, non è un ossimoro), l’elogio dei piedi di Erri De Luca, lo scrittore non credente affascinato dalla Bibbia.
Elogio dei piedi (di Erri De Luca)
Perché reggono l’intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio.
Perché, come le capre, amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.
Antonio Mellone
p.s. 1
Ringrazio lo studio fotografico Pignatelli, per la riproduzione di alcune fotografie a corredo di questo pezzo. Grazie anche a Michele Vito Martella, per le altre foto che m’ha fatto pervenire tramite Whatsapp e per avermi raccontato alcuni particolari di un paio di Passioni viventi (in una delle quali egli vestì i panni del Protagonista Principale).
p.s. 2
Chiedo ai partecipanti alle Passioni viventi di allora (qualcuna superò i 110 figuranti) di raccontarci la loro esperienza, i nomi dei personaggi e dei loro interpreti, gli organizzatori, e, se possibile, d’inviarci le eventuali foto a loro disposizione sulla storia e le immagini di quegli eventi memorabili. E’ un modo come un altro per conoscere meglio le radici culturali della nostra terra, e per arricchire l’archivio di questo sito, sempre aperto e a disposizione dello studioso e del ricercatore di oggi e di domani. Un tempo non c’erano macchinette fotografiche digitali e soprattutto gli smartphone odierni con cui immortalare le immagini di ogni secondo della nostra e dell’altrui vita: bisognava essere dotati piuttosto di buone sinapsi più che di megabyte sulle periferiche.
p.s.3
Eccovi (salvo errori ed omissioni, ovviamente) i nomi degli attori che, in ordine cronologico, hanno interpretato, a partire dal 1977 il Cristo nelle Passioni viventi nohane: Gianni Guido (1977 e 1978), Michele Vito Martella (1979), Bruno Scrimieri (1980), Marcello jr. Maccagnano (primi anni ’80), Fernando Notaro (metà degli anni ’80).
*
Chiedo venia per gli eventuali refusi. Del resto non si può descrivere appieno una passione: la si può solo vivere.
Mel
giu272021
Mi fa piacere la dialettica che si viene a creare, con l’avvicinarsi del termine del mandato dell’Amministrazione Amante, perché tutti cominciano a dimostrare attenzione alle problematiche della nostra città e le sue frazioni, quando per anni sono stati a guardare.
Non è per fare polemica, ma con i fatti posso smentire le affermazioni del segretario PD della sezione di Noha.
Parto da lontano, ma questo serve per poter rinfrescare la memoria del segretario che il Sindaco Amante è stato il primo ad aver scelto due assessori delle frazioni, riponendo nella loro azione amministrativa le deleghe più complesse, proprio per valorizzare al massimo le frazioni della Città di Galatina, fino a quattro anni fa bistrattate da tutte le amministrazioni. In passato, del resto, Noha ha espresso un sindaco, alcuni assessori e/o consiglieri, sarebbe bene chiedere anche a loro cosa hanno lasciato e se sono orgogliosi della loro azione amministrativa.
Lo dico a ragion veduta in quanto sono nata a Noha, ho scelto di esercitare la mia attività professionale a Noha e conosco molto bene le problematiche di chi vive nella frazione e lo scempio, posso dirlo senza temere smentita, perpetrato dalle passate amministrazioni con l’utilizzo di strutture pubbliche per proprio uso e abuso.
Mi verrebbe da chiedere a quei tempi il PD, sezione di Noha, dove fosse e perché ha lasciato che Noha vivesse nel degrado.
Ma oramai fa parte del passato e spero veramente che i cittadini possano oggi riflettere e vedere la differenza.
Ora veniamo a ciò che si è fatto per la nostra Noha e le altre frazioni di Collemeto e Santa Barbara. Cercherò di fare un elenco completo ed esaustivo, ma mi perdoneranno se magari potrò completare l’elenco anche successivamente con i fatti e non con le parole.
Durante la campagna elettorale, non essendo candidata in prima persona non ha potuto promettere nulla e chi mi conosce sa che prendo un impegno nel momento in cui sono sicura di poterlo portare a termine, altrimenti cerco di capire il problema, di approfondirlo e cercare una soluzione, senza impegnarmi con promesse elettorali.
SCUOLE E PALESTRE - Da quando ci siamo insediati, abbiamo presentato dei progetti per la ristrutturazione di tutte le scuole comprese quelle delle frazioni, tutte ammesse e finanziate e per le quali l’iter è in corso. In aggiunta a Collemeto la scuola l’abbiamo candidata ad un progetto per la realizzazione di una palestra, i cui lavori sono in corso ed entro l’anno saranno terminati.
impianti SPORTIVI - Per Noha abbiamo candidato l’impianto sportivo per il quale abbiamo portato un bando a finanziamento e i lavori cominceranno a breve.
SICUREZZA - Sempre per Galatina e le frazioni, abbiamo realizzato un progetto di videosorveglianza, già completato, ed a Noha abbiamo installato le telecamere in Piazza XXIV Maggio (Trozza) la quale è sempre stata oggetto di atti vandalici, e nei pressi del cimitero e dell’impianto sportivo.
ACQUA E FOGNA - Per Galatina e le frazioni abbiamo realizzato tutti i tronchi di acqua e fogna mancanti. Nelle frazioni i lavori sono in corso e a breve Santa Barbara sarà interessata per il primo lotto della condotta che porta l’acqua da Collemeto a Santa Barbara con la sostituzione del tronco in cemento di amianto.
Abbiamo iniziato una interlocuzione con l’autorità di bacino in merito al rischio idraulico e per Noha abbiamo ottenuto il finanziamento per collocare una stazione altimetrica sul canale asso, che sarà monitorata direttamente dalla protezione civile regionale.
Abbiamo una collaborazione con il consorzio di bonifica che ha provveduto alla pulizia del canale Asso e di tutti i suoi affluenti.
RIFIUTI - A Collemeto è in corso di realizzazione il Centro Comunale di Raccolta, sempre grazie a un finanziamento ottenuto dall’amministrazione Amante.
SANITA’ - A Noha il centro Polivalente, utilizzato ai tempi dell’amministrazione guidata dal PD in maniera allegra, oggi dato in comodato dall’amministrazione Amante, alla ASL che svolge per tutto il territorio di ambito, un servizio sanitario indispensabile e che, se il Sindaco Amante non fosse intervenuto, sarebbe sparito da Galatina, lasciando le persone più fragili con problemi psichici alla deriva.
TERZO SETTORE - Al piano terra dello stesso immobile è ospite, fin dal nostro insediamento, un’Associazione Onlus che presta servizi alle famiglie per altre fragilità, integrata benissimo nella comunità di Noha.
DISABILITA’ - Sempre per Noha è in corso di realizzazione in collaborazione con l’associazione Virtus Basket un progetto di riqualificazione e di integrazione per tutte le disabilità nei giardini Madonna delle Grazie.
LEVERA - Continuo ricordando al Segretario che a Noha ha sede l’Associazione Levera, in uno stabile confiscato, assegnato dall’amministrazione Amante.
RIGENERAZIONE - Sempre per Noha abbiamo candidato negli ultimi bandi di rigenerazione urbana l’area a verde nella zona del Calvario che comprende la Piazza XXIV Maggio, insieme a due progetti per Galatina.
Sicuramente avrò dimenticato qualcosa ma non dimentico di informarlo che per la Torre dell’orologio è in corso un progetto di messa in sicurezza.
Inoltre sempre per Noha è aperta una interlocuzione con la provincia, cominciata ben prima della lettera che fece il PD qualche mese fa al Presidente, il quale ha rimandato al Comune le competenze, ma che in realtà interessa entrambi gli enti, evidentemente sarà stato informato male, che potrebbe portare in prossimo futuro alla realizzazione del passaggio pedonale per il cimitero.
Volutamente sto tralasciando in questo mio resoconto altre attività che sono in corso su Galatina, come il polo bibliomuseale, per il quale abbiamo ottenuto, grazie a un bando, due milioni di euro di finanziamento, la realizzazione della palestra in Via Arno, la riqualificazione della palestra in Via Montinari, il progetto sulla viabilità dolce, il progetto di ampliamento del recapito finale “Bomba”, i finanziamenti per la progettazione e ampliamento del recapito finale “Bomba” e quello del Viale Carlo Alberto dalla Chiesa. Tanto altro ancora che ci sarà tempo e modo in questa lunga campagna elettorale di ricordare al segretario del PD di Noha e a tutti i cittadini.
Loredana Tundo
Assessore ai Lavori Pubblici
feb182021
Finora si sono fatte solo tante parole, e con la scusa del "green economy" e dell'energia da fonti rinnovabili, si è solo consumato tanto territorio in impianti fotovoltaici su terreni fertili, di contro continuiamo a inquinare l'aria facendo il deserto di alberi e bruciando combustibile da fossile, così come si fa per esempio nella più grande centrale elettrica a carbone: la centrale termoelettrica "Federico II" di Cerano.
Lettera aperta al Ministero per la Transizione ecologica
Galatina, 15 febbraio 2021
DI INQUINAMENTO SI MUORE
ULTIME SU: EX ILVA; PROGETTO MINORE; TERRA DEI FUOCHI; RePOL 2020
Signor Ministro Roberto Cingolani
Parliamo del Salento, che Lei conosce bene, e quindi sa che è un lembo di terra lungo appena 100 chilometri e largo circa 50. Vi sono però concentrati talmente tanti opifici da ottenere il primato di una delle zone con il più alto tasso di inquinamento. Un paradosso incredibile: poco lavoro e tanto inquinamento.
Lo scrivono da tempo scienziati e ambientalisti, lo hanno dichiarato apertamente su “RePol 2020” (Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese ) i Medici e Veterinari del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Lecce, i tecnici del servizio ambiente della Provincia di Lecce, i tecnici della Prevenzione dell’ASL di Lecce, i tecnici di ARPA Puglia, Ordinari e Associati dell’Università del Salento, i ricercatori di Unisalento e CNR -(2); notizia di questi ultimi giorni, sul caso “Terra dei Fuochi”, lo hanno dichiarato in una intesa anche l’Istituto Superiore della Sanità e la Procura di Napoli: “di inquinamento si muore”. (1)
E ancora, ultimissima, pare non siano sufficienti le migliaia di morti per cancro compresi i bambini, a causa dell’acciaieria più inquinante d’Europa, se non addirittura del mondo: l’Ex Ilva di Taranto, per cui il Tar ordina lo stop agli impianti: "Pericolo urgente per la salute dei cittadini". (3)
Ci chiediamo che cosa stiamo attendendo ancora per invertire la rotta nella gestione dell’economia locale che non tiene conto in forma prioritaria di cosa succede dopo:
Evidentemente, a far cambiare rotta alle scelte che vanno contro la salute dei cittadini, non sono sufficienti nemmeno i “sospetti” resi pubblici dal Progetto Minore, in un nuovo incontro con la Regione condotto da Asl, Arpa, Cnr e Università, in cui si evince che i dati sul tumore alla vescica, e la sua alta mortalità, potenzialmente incrociano quelli relativi all'inquinamento della falda.
E inoltre, così riporta l’articolo pubblicato su LeccePrima, nella sezione Salute del 11 febbraio 2021 (vedi link (4) : “I dati sulla mortalità in provincia di Lecce sono tra i più elevati d’Italia. E a ciò si aggiungano i casi di Seu (Sindrome uremico emolitica) legati alla salubrità dell'acqua e che mietono vittime nel Salento”.
Il Covid ha dimostrato quanto sia fondamentale la prevenzione - ha aggiunto il direttore del dipartimento di Prevenzione della Asl di Lecce, Alberto Fedele: “lì dove questa è venuta meno nel tempo, si sono riscontrate importanti falle e minore resistenza ai fattori patogeni ambientali e virali come il Covid -19”.
Signor Ministro Roberto Cingolani, siamo preoccupati perché alle parole accorate in merito alla salvaguardia dell’Ambiente seguono spesso discariche abusive, tagli indiscriminati di alberi e incapacità a gestire il disseccamento di migliaia di ettari di ulivi, consumo di suolo, controlli soltanto di nome, e autorizzazioni a devastazioni e scempi su vasta e su piccola scala “a norma di legge”.
Non ci facciamo molte illusioni sul cambiamento di rotta auspicato, ma crediamo nel risveglio delle coscienze.
Cordiali saluti
Il Direttivo di:
NoiAmbiente e Beni Culturali odv diNoha e Galatina
mag042021
Abbiamo fatto un conto approssimativo, tanto per avere un’idea di quanti ettari di verde ci sono stati sottratti dagli impianti fotovoltaici galatinesi, quelli che hanno infranto il “REGOLAMENTO COMUNALE RECANTE NORME PER LA REALIZZAZIONE DI impianti FOTOVOLTAICI NEL TERRITORIO DI GALATINA REVISIONE X-2010”, fruibile in rete:
https://www.comune.galatina.le.it/documenti/delibere_consiglio/REGOLAMENTOPIANOENERGETICO.pdf
Il suddetto regolamento prevede che gli impianti in aperta campagna siano protetti da recinzioni “leggere” e che queste siano a loro volta coperte visivamente da essenze arboree, quindi obbliga i costruttrori di impianti fotovoltaici a predisporre sostanzialmente delle siepi (vere) intorno all’area occupata dai pannelli per tutto il perimetro.
Abbiamo cercato un campo fotovoltaico dappertutto intorno a Galatina, non se ne trova nemmeno uno che abbia una essenza arborea intorno, che non sia qualche filo d’erba spontaneo. Più che essenza avranno capito assenza? Insomma fatta la legge trovato l’inganno.
Contando gli impianti esistenti su Galatina e i 100 ettari su Noha, considerando una media di 750 metri lineari di perimetro per ogni impianto (si può fare semplicemente con le opzioni di Google, non ci vuole mica la bacchetta magica), si direbbe che siano stati oltre 32 i chilometri di essenza arborea “sfilati” al patrimonio arboreo di Galatina e frazioni. Se teniamo conto che la città di Galatina si sviluppa su una superfice rettangolare con all’incirca 2500 metri lineari per 1500, ai relativi lati, immaginando di mettere 15 file di piante (una ogni cento metri) lunghe 2500 metri lineari cadauna, avremmo un bosco grande quanto tutta la superficie urbana. Un bosco perso grazie al mancato rispetto della legge.
In tempi come quelli che stiamo vivendo, di emergenza climatica e di lotta contro l’inquinamento (Covid e Xylella compresi), è necessario cambiare stile di pensiero nei confronti delle piante. Dobbiamo renderci conto che sono l’unica strada concreta per tentare quantomeno di ridurre i danni all’ambiente e salvaguardare quindi il futuro, che non è solo nostro.
Quindi, quanto facciano bene le piante lo dice la scienza e lo dicono anche i nostri polmoni. E purtroppo lo dice anche il rapporto di salute della provincia di Lecce, RePol 2020, in cui Galatina risulta in testa alla classifica, insieme ad altri 15 comuni limitrofi, con il più alto tasso di tumori ai polmoni.
In conclusione chiediamo a questa Amministrazione, e ovviamente alle future, di tutelare al meglio la salute del nostro Ambiente, facendo rispettare legge e regolamenti ove previsto a suon di multe, e chiedendo il ripristino immediato del parco di essenze arboree mancante all’appello.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni Culturali
SCHEDA TECNICA |
Nella mappa sopra, sono rappresentati tutti gli impianti fotovoltaici presenti e in richiesta di allestimento sul territorio comunale di Galatina. I quattro indicati con i numeri: 1; 2; 3 e 4 sono stati presi a campione come dimostrazione (vedi foto) che nessun impianto è in regola, in quanto sprovvisto di recinzione arborea come previsto dal Regolamento Comunale citato.
Nell’immagine sotto un esempio di rilevamento dei metri lineari effettuato con google maps del perimetro di un impianto (nello specifico quello di Contrada Roncella a Noha). Avendoli misurati tutti con questo metodo, ovviamente molto indicativo, risulterebbero ben km 32,500. Una fila di alberi da Galatina fino a Punta della Palacia sull’Adriatico
.
Volendo distribuire equamente i 32 chilometri e mezzo di essenze arboree, concentrati nell’abitato di Galatina, giusto per capire il polmone di verde che è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, e soprattutto ai nostri polmoni, abbiamo immaginato di mettere 15 filari di piante lunghi km 2,5 alla distanza di circa 100 metri l’una dall’altra: ebbene, risulterebbe coperta dal verde tutta la superficie urbana del nostro Comune. Con il deserto che avanza nelle nostre campagne, ci manca proprio
.
Di seguito la segnalazione protocollata il 13 aprile 2021:
gen132022
Un intero fine settimana dedicato all’orientamento presso l’Istituto Tecnico-Professionale di Galatina: le due sedi della scuola saranno, infatti, aperte alle visite nei giorni di sabato 15 gennaio (16:00-19:00) e domenica 16 gennaio (09:00-12:00).
Si tratta di un’occasione importante per conoscere meglio l’offerta formativa ed i docenti, fare esperienza nei laboratori scientifici e multimediali, visitare i vari ambienti e gli impianti sportivi dell’Istituto.
Nel corso delle giornate di orientamento, inoltre, sarà possibile effettuare l’iscrizione on-line per l’a.s. 2022-2023.
Istituto Tecnico-Professionale di Galatina
nov222020
Mi verrebbe quasi voglia di fidarmi degli addetti ai lavori che si occupano dei beni comuni, tipo l’aria, l’acqua e la terra, e quindi di lasciar perdere tutto quello che mi passa per la mente e che vedo in giro. In fondo, penso, come si usa dire: “andrà tutto bene”. Così chiudo i pensieri per una frazione di secondo. Ma poi certe immagini mi ritornano davanti con prepotenza, e con esse le parole dette, insieme a tutti quei dati e a quelle tabelle che ho letto nel Report dei tumori nella nostra provincia aggiornato al 2020.
E allora non posso fare finta di niente. Le immagini sono anche quelle degli impianti di pannelli fotovoltaici tra le Contrade Roncella e Scorpio che, ora che hanno perso i ripari (ulivi martiri) dietro cui parevano nascondersi, manifestano tutta la loro sfacciataggine. Non ci sono parole, gli alberi d’ulivo, quelli scampati agli incendi, rimangono lì come testimoni muti della (voluta?) mancanza di cure. Invece la distesa infinita di pannelli luccicanti come l’oro sembra non fare una piega.
Inutile farvi leggere per l’ennesima volta la sfilza di controindicazioni che generano le devastazioni della campagna: desertificazione del suolo, impoverimenti della biodiversità, scarsa generazione di ossigeno nell’aria, danni idrogeologici, cambiamenti microclimatici, ecc.
Tant’è che si sono studiate norme altamente specifiche che dovrebbero tutelare tutto il sistema ambientale, paesaggistico ed economico. Si tratterebbe soltanto di farle rispettare se non avessero purtroppo la stessa efficacia delle grida di manzoniana memoria .
Nonostante l’impegno – eravamo quattro gatti spelacchiati - non riuscimmo a evitare i danni del 2010 (quelle devastazioni sono sotto gli occhi di tutti, tranne dei ciechi), ma pensavamo che questo maledetto discorso si fosse chiuso definitivamente là, con i danni a noi e i milioni di euro alle società a responsabilità limitata, che oltretutto sono pure di fuori regione, se non spagnole (prima) e tedesche (poi).
Nel 2010, forse presi dalla smania degli incentivi elargiti dallo Stato (cioè da noi stessi, altro che energia gratuita) e dai baratti per la sistemazione di un canile, l’allora amministrazione comunale non fiatò nemmeno per denunciare l’invasione degli alieni, sicché Noha subì un tremendo taglio di parco naturale (zona Roncella e Scorpio), e fu risparmiata chissà per quale miracolo da un altro impianto di pannelli di vetro, ferro e silicio, proprio dirimpetto alle case del nascente (e per fortuna poi morto nella culla) comparto 4, quello che prevedeva a nord di Noha una cosa come una ottantina di villette a schiera.
Ma tranquilli, i comparti non muoiono mai del tutto, e i progetti di impianti fotovoltaici neanche.
Ed eccolo qui, a poche decine di metri dalla Masseria Colabaldi, dunque a ridosso delle case della 167 di via Lago di Garda, a due passi dalla Chiesa di San Rocco: dieci ettari di ferraglia che chiamano “parco”, pronti a sovrastare la collinetta da Via Dalla Chiesa a via delle Tre Masserie. Chissà questa volta chi parerà il sacco a questi novelli “investitori”, chissà quale conferenza dei servizi, quale legge o regolamento, quale dirigente-impiegato-funzionario-burocrate.
Il fotovoltaico è cosa buona e giusta, ma non in mezzo alle campagne, di cui dovremmo ormai tutelare ogni centimetro quadrato di terreno (chissà quando riusciremo a capire quanto la terra valga più dell’oro, più di un conto in banca con tanti zeri), ma sulle parti ormai morte dei territori, cioè quelle già cementificate o asfaltate, quelle dei tetti delle costruzioni civili o dei capannoni artigianali e industriali, quelle dei parcheggi, e quelle delle cave dismesse e, perché no, dei cimiteri. Prima che si ripeta una nuova Roncella, i cittadini dovrebbero poter partecipare a decisioni così impattanti: in fondo siamo né più e né meno che un grande condominio e le decisioni straordinarie, quelle che riguardano la salute di “tutti”, dovrebbero essere condivise con “tutti”. Così almeno se si scegliesse di farne un’ecatombe saremmo “tutti” più o meno direttamente responsabili. L’ Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Marcello Amante, in accordo con la Sovrintendenza dei Beni culturali della Provincia di Lecce e Taranto, con delibera n. 223 del 16 ottobre scorso, ha già bocciato mediante notifica di svariate incongruenze ambientali e normative altri tre progetti in zona Collemeto, per un totale di circa 21 ettari di suolo vergine. Ma questo non ci lascia mica tranquilli per il futuro. Ci sarebbe bisogno, crediamo, di più informazione preventiva, più partecipazione, ma soprattutto di più buon senso.
Marcello D’Acquarica
feb102022
mag082023
Alla conferenza stampa odierna hanno partecipato il Sindaco dott. Fabio Vergine, dell’assessore On. Ugo Lisi, dell’assessore avv. Carmine Perrone, del direttore generale dell’A.I.P. dott. Cosimo Ingrosso e del Presidente dell’A.I.P. On. Toni Matarrelli.
È stato presentato alla stampa un importante progetto che verrà realizzato attraverso l’utilizzo di fondi messi a disposizione dell’Autorità Idrica Pugliese: la nuova condotta suburbana di alimentazione per Guidano, Collemeto e Santa Barbara.
La attuale condotta è stata realizzata tra il 1940 è il 1950, in cemento amianto dal diametro di 150 mm.
Questa condotta, in passato prosecuzione della rete urbana di Galatina, costituisce la connessione con la diramazione del “pertusillo” e definisce una separazione tra l’urbana di Galatina e la condotta per Guidano, Collemeto Santa Barbara.
Con uno sviluppo totale di circa 9000 metri, è posata lungo le seguenti sedi stradali:
La tubazione ha sede, per quasi la totale lunghezza del percorso, sul bordo stradale, a ridosso della banchina. Questa posizione, attraversando le zone dell’abitato, ha determinato che nel corso degli anni alcune abitazioni private abbiano realizzato dei muri di recinzione sopra la sede di posa della condotta.
Il progetto della nuova condotta, dell’importo di 6 milioni di euro, sarà realizzata in ghisa sferoidale con diametro di 150 mm anti-sfilamento, segue il percorso dell’esistente, tranne che per il tratto in cui la vecchia suburbana si trova su strada sterrata comunale, pertanto sarà posata lungo le strade provinciali che collegano Galatina, Collemeto e Santa Barbara e congiunta con tutte le connessioni idrauliche che attualmente sono collegate con l’esistente (tronchi urbani e impianti di utenza).
Si tratta di un progetto strategico e di grande rilievo poiché la vecchia condotta è spesso oggetto di manutenzioni e di rotture le cui riparazioni comportano l’interruzione del servizio, causando sempre più spesso disagi alle utenze.
L’amministrazione comunale ha rivolto uno speciale ringraziamento al Presidente dell’A.I.P. On. Toni Matarrelli per la grande attenzione verso il territorio di Galatina con questo intervento eccezionale e straordinario.
La Segreteria del Sindaco
Comune di Galatina
nov302020
Ce l’abbiamo fatta. Si anche quest’anno, siamo riusciti a ufficializzare per l’ennesima volta il nostro grido di allarme, quello per il Creato, sempre più degradato. Lo abbiamo fatto piantando due nuovi alberi al Giardino della Madonna delle Grazie. Due piante che si vanno ad aggiungere ad altre tre già messe a dimora nei giorni scorsi da qualche nostro concittadino sensibile alla causa.
Poca cosa, viene da dire, ed è vero se facciamo il confronto con la desertificazione in corso, cinque piante non fanno nemmeno la fatidica goccia nell’oceano. Considerando ciò il rischio di scivolare nell’amarezza prevale facilmente sul buon umore.
Viene a mancare perfino la voglia di dirlo, tanto che queste nostre buone intenzioni, quelle di continuare a ripetere a destra e manca che gli alberi ci danno l’ossigeno, che non sono loro a disturbare il nostro cammino, che sia un marciapiede, una strada asfaltata, una casa o qualsivoglia altro nostro alibi insostenibile, che loro, gli alberi, sono molto più importanti del 5G, dei comparti di abitazioni a schiera a scapito di tante abitazioni vuote, delle decine e decine di ettari di impianti fotovoltaici, che con la scusa del fabbisogno di energia verde, stanno (loro) desertificando le nostre campagne come fosse ( e lo è) un’altra pandemia. E non ci stanchiamo mai di dire che le risorse di questa Terra non sono infinite e che a doversene preoccupare dobbiamo esserlo tutti, dal primo all’ultimo: amministratori pubblici, politici, padri e madri, e nessun’altro escluso.
Non si capisce più quale sia la retorica, se le giornate scandite dal calendario delle celebrazioni per ricordare i più importanti valori della nostra civiltà (?), oppure questa incredibile mania distruttiva cavalcata dai tanti in nome di una crescita che non fa altro che mostrare falle e fallimenti.
E niente, mentre noi, sempre i soliti quattro gatti, continuiamo a ripetere la nostra “oratoria” di allarme, speriamo che nel frattempo la famigerata luce in fondo al tunnel, non sia un treno in corsa, del tipo quello che stiamo sopportando con fatica, ma il risveglio di chi ha il dovere di amministrare bene questa nostra splendida Terra.
Il Direttivo di NoiAmbiente
e Beni Culturali di Noha e Galatina
apr092018
La scuola statale Istituto comprensivo Polo 3 di Galatina, continua a mettersi in gioco dopo aver aderito al progetto nazionale “S3 - All together we can spike”, proposto dalla Federazione Italiana Pallavolo, riconosciuto dal MIUR e destinato agli alunni di Istituti Scolastici di ogni ordine e grado.
Il carattere innovativo del progetto che ha inteso “rivoluzionare” il gioco della pallavolo è già sintetizzato nella denominazione del progetto ,finalizzato alla realizzazione del gesto tecnico della schiacciata: “S” come Spike, schiacciata, il gesto tecnico che assume un ruolo centrale all’interno della pratica pallavolistica; S3,le iniziali di 3 parole chiave: sport, squadra, salute.
Questo il pensiero della Dirigente scolastica professoressa Rosanna Lagna:
“Il coinvolgimento del nostro Istituto scolastico al progetto della Federazione Italiana Pallavolo per il tramite della società S.B.V. OLIMPIA GALATINA è stato di ampio respiro e fortemente condiviso dalla docente di educazione motoria professoressa De Bonis . L’obiettivo finale di promuovere la pallavolo, e lo sport in generale, è stato certamente raggiunto grazie anche all’azione del tutor federale Laura Pendenza, in simbiosi con la nostra docente, che anche negli anni passati ha collaborato con il Polo 3 nel progetto Giovani “ VOLLEY e SCHOOL” . Sono soddisfatta di questa iniziativa e sempre pronta a sostenere progetti dedicati alla promozione dell’attività sportiva, accogliendo innovazioni ,capaci di entusiasmare e stimolare la curiosità degli studenti.”
Nei giorni scorsi è stato consegnato dai dirigenti della società SBV OLIMPIA , Zaira Gemma e Piero de lorentis, addetti ai rapporti con le scuole, il kit Volley S3 comprendente una struttura modulare (tre reti di varie lunghezze) per allestire più impianti di volley multifunzionali che possono tenere impegnati un numero sostanzioso di ragazzi, sei palloni Mikasa di tre diverse grammature, una sacca porta palloni, materiale promozionale e guide tecniche.
Il ringraziamento del Presidente della SBV Olimpia Galatina , Corrado Panico, alla dirigente responsabile del Polo 3, si traduce in un augurio di fattiva e reciproca collaborazione anche per il prossimo anno, con attività progettuali a supporto dell’apprendimento del volley nella scuola primaria e secondaria di I grado del Polo 3.
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
S.B.V. OLIMPIA GALATINA
set262019
Manifestazione di grande interesse sportivo al PalaPanico nei giorni 28 e 29 settembre prossimi, per quello che è l’omaggio che Galatina pallavolistica intende dedicare al grande tecnico Fernando Panico scomparso sedici anni fa.
Ricordi e rimpianti di quanto lo hanno conosciuto si fonderanno nella due giorni di volley, in uno spettacolo di sport che Fernando ha sempre identificato come fertile terreno formativo ed educativo per i giovani atleti.
A far proprio questo principio, acconsentendo all’invito del comitato promotore di Salento Best Volley, è la presenza di quattro società salentine che nel panorama pallavolistico nazionale danno lustro alla Puglia e al Salento.
AZZURRA ALESSANO e VOLLEY LEVERANO di serie A3, FULGOR TRICASE ed OLIMPIA SBV GALATINA di serie B, offriranno una ghiotta anteprima ai loro sostenitori misurandosi in un test che, a venti giorni dall’inizio dei rispettivi campionati, sarà sicuramente indicativo per quelli che sono gli obiettivi programmati.
L’esordio nella manifestazione è per BCC Leverano e Libellula Tricase, alle ore 17.30 di sabato: a seguire scenderanno in campo Aurispa Alessano ed Efficienza Energia Galatina.
I due sestetti vittoriosi si assicureranno la finale per il primo e secondo posto domenica 29, preceduta (ore 17.30) dalla finalina tra le due squadre risultate perdenti.
Tutti gli incontri si svolgeranno al meglio di 3 set su 5 con il sistema del Rally Point System, arbitrati da giudici federali. Sarà infatti la coppia Ingrosso-Tolomeo ad essere impegnata nella prima giornata, mentre il duo Resta-Pellè si alternerà nella direzione delle due gare domenicali.
Il Leverano allenato da mister Zecca si avvicina alla nuova serie A3 con un roster rinnovato per otto-tredicesimi: ai confermati Galasso, Balestra, Orefice, Gabriele Cagnazzo e Serra si aggiungono i due liberi Torchia e Sciurti, i centrali Schipilliti e Occhiogrosso, il laterale Negro, il secondo opposto Simone Cagnazzo, il palleggiatore Leone e il martello slovacco Hukel.
Il sestetto in campo dovrebbe vedere la diagonale Leone-Orefice, le bande Galasso e Hukel, i centrali Serra e Schipilliti e il libero Torchia.
La Libellula Tricase sotto la guida del riconfermato tecnico Marano ha irrobustito il suo organico con innesti di grosso calibro: diagonale nuova di zecca con Latorre- Dalmonte, in posto quattro Zanette, Marzo e Romano, al centro i riconfermati Muccio e Tridici ,in regia difensiva Bisanti e pronti a dar man forte il palleggiatore D’alba, il centrale Crisostomo, i laterali Cassiano e Chiarello ,il libero Bisci e l’opposto Sodero.
La seconda gara in programma vedrà i padroni di casa di Efficienza Energia affrontare L’Aurispa Alessano anch’essa rivoluzionata nell’organico e nella guida tecnica dal direttore sportivo Mirko Corsano.
Al duo Lorizio-Tofoli della passata stagione subentra mister Livio Bramato, mentre del gruppo retrocesso dalla serie A2 rimangono i soli due libero Morciano e Russo e il centrale Scardia. Poi tutto il resto è nuovo di zecca: diagonale formata da Campana e dall’olandese BoswinkeL, martelli ricettori Lalloni , Russo e il brasiliano naturalizzato italiano Dall’agnol ,centrali Aprile e Catena, con i giovani Ciardo, Melissano e Lisi pronti al bisogno.
Efficienza Energia alza l’asticella dei suoi obiettivi ed apporta un notevole cambiamento all’interno del suo gruppo. Al riconfermato tecnico Giovanni Stomeo ed al suo secondo Antonio Bray vengono affidati i nuovi innesti: Gabriele Parisi ed Asclepio Nicolazzo in cabina di regia, Domenico Maiorana e Ferdinando Lentini in posto quattro, Mirko Torsello, Mattia Lezzi e Francesco Tundo al centro e Riccardo De Lorentis in posto due, che vanno ad integrarsi con i riconfermati Marco Lotito, Giuseppe Apollonio, Francesco Pierri, Santo Buracci e Donato Musardo.
Un gruppo tecnicamente molto valido, anche nelle seconde linee, che alimenta così le speranze di una tifoseria pronta a traguardi importanti.
Fine settimana quindi di grande volley in nome di un allenatore speciale, fuori dell’ordinario per passione e capacità didattiche , a cui sarà reso omaggio non solo dagli attori sul parquet ,ma anche da cariche istituzionali sportive e politiche che hanno assicurato la loro presenza .
AREA COMUNICAZIONE
SBV OLIMPIA GALATINA
nov252020
Il conseguimento della “grid parity” nella produzione di energia elettrica con la tecnologia fotovoltaica, che rende gli investimenti convenienti anche in assenza di incentivi specifici, insieme alla sostanziale rinuncia degli organi centrali e periferici dello Stato a svolgere il loro compito istituzionale di salvaguardia del bene comune, sta scatenando nel Salento una seconda ondata di progetti di impianti fotovoltaici di grande taglia in aree agricole.
Si tratta di operazioni puramente speculative, non rispondenti ad esigenze di coperture dei consumi, avendo la Puglia un esubero rispetto ai suoi fabbisogni di circa l’80%, rispondenti esclusivamente agli interessi degli investitori, che talvolta nascondono – come hanno rivelato inchieste giornalistiche e procedimenti giudiziari - operazioni di riciclaggio di denaro di dubbia provenienza.
Nel Salento questo deleterio fenomeno sta assumendo le proporzioni di un vero e proprio assalto distruttivo al territorio rurale, con proposte di generatori per centinaia di ettari.
Le peculiarità salentine agevolano questo approccio neo-colonialistico di sfruttamento del territorio: l’andamento generalmente pianeggiante del terreno, le favorevoli condizioni meteo-climatiche, la drammatica criticità causata dai fenomeni di disseccamenti dell’olivo (Co.Di.R.O.), il conseguente crollo del prezzo di mercato dei terreni agricoli e del reddito da agricoltura. In questo contesto già preoccupante, è poi clamorosamente e colpevolmente mancata una strategia di rigenerazione agri-ecologica del territorio, che consentisse un’uscita dalla crisi.
Il rischio di uno stravolgimento pesante ed irreversibile nel breve-medio periodo delle peculiarità culturali, paesaggistiche, ambientali e socio-economiche del nostro territorio è quanto mai attuale e drammatico, con una situazione già oggi fuori controllo e che potrebbe diventare presto dilagante.
Molte delle valutazioni qui esposte possono essere trasferite con i dovuti distinguo ai mega-impianti eolici.
Un intervento di governo del fenomeno è quanto mai necessario ed urgente per varie ragioni:
Occorre sfruttare tuttavia al meglio le disposizioni (art. 7 D.Lgs. 387/2003 citato) che tutelano le “tradizioni agroalimentari di qualità”, così come il “patrimonio culturale e del paesaggio rurale”. In ciò soccorrono le prescrizioni piuttosto stringenti del Piano Paesaggistico Regionale, che tra l’altro introducono l’obbligo di concentrare le attività produttive in APPEA (Aree Produttive Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzate). Ma possono anche risultare utili quei fattori legati ad una effettiva qualità agroalimentare o paesaggistica del contesto: produzioni biologiche o biodinamiche, consorzi di tutela, marchi di qualità DOC; DOP; IGT e altri. Sotto tale profilo si noti come il Piano Paesaggistico pugliese (PPTR), pur non essendo propriamente un Piano Energetico, fornisce tuttora, in assenza di altri strumenti più efficaci, i vincoli più stringenti in merito agli insediamenti energetici. Vedasi in proposito le Linee Guida 4.4, parte prima, “Linee guida sulla progettazione e localizzazione di impianti di energia rinnovabile” e parte seconda “Componenti di paesaggio e impianti di energie rinnovabili” con Tavole allegate, come quella relativa alle “Aree sensibili per impianti di media e grande taglia” per gli impianti eolici e quella delle “Discariche e cave abbandonate e con decreto scaduto” per il fotovoltaico, che forniscono indicazioni preziose per la localizzazione degli impianti in aree meno delicate e con minimi impatti ambientali.
È comunque indispensabile ed urgente una forte azione di pressione politica da parte delle istituzioni locali (Regioni, Provincie, Comuni) sul Parlamento e sul Governo nazionali per l’abrogazione delle penalizzanti sciagurate disposizioni di legge. Le istituzioni locali sono quelle più immediatamente a contatto con i cittadini, con i loro reali bisogni ed interessi, e possono e devono intervenire prima di altri per difendere tali interessi.
La difesa più efficace tuttavia, per quanto generalmente sottovalutata più o meno consapevolmente dai decisori politici, resta il completamento del quadro di pianificazione energetica locale. Tale tutela risulta tanto più valida in quanto manca un Piano Energetico Nazionale, mentre il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), ormai inefficace ed a maglie troppo larghe, è soggetto da tempo ad una estenuante revisione.
In tal senso si riporta l’art. 31 del D.Lgs n. 112/98, che recita:
“31. Conferimento di funzioni agli enti locali
1. Sono attribuite agli enti locali, in conformità a quanto disposto dalle norme sul principio di adeguatezza, le funzioni amministrative in materia di controllo sul risparmio energetico e l'uso razionale dell'energia e le altre funzioni che siano previste dalla legislazione regionale.
2. Sono attribuite in particolare alle province, nell'ambito delle linee di indirizzo e di coordinamento previste dai piani energetici regionali, le seguenti funzioni:
a) la redazione e l'adozione dei programmi di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico;
b) l'autorizzazione alla installazione ed all'esercizio degli impianti di produzione di energia”.
Scaturisce da qui la proposta, da perseguire con fermezza, di riprendere ed aggiornare con urgenza, alla luce del PEAR approvato e del suo aggiornamento, il “Programma di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico”, approvato con Deliberazione di Consiglio Provinciale di Lecce n. 36 del 23.04.2004. Detto Programma potrà raccogliere e aggiornare le stime sulla potenza fotovoltaica potenzialmente installabile sulle coperture esistenti (residenziali, industriali, commerciali, del terziario ecc.), in grado secondo qualificati dati preliminari di coprire ampiamente il fabbisogno elettrico dell’intera Provincia senza intaccare nuovo suolo agricolo.
Anche i Comuni con una popolazione superiore a 50.000 abitanti (come Lecce) sono obbligati a approvare un Piano Energetico Comunale, da integrare nel Piano Regolatore Generale (art. 5 Legge n. 10/91).
Gli strumenti indicati sono fondamentali per dare indicazioni di dettaglio degli interventi insediativi, tuttora vaghe e limitate per esclusione dalle “aree non idonee” nel quadro normativo attuale, ma che lasciano piena discrezione al proponente di individuare il sito di installazione.
Una corretta pianificazione saprà inoltre indicare le potenzialità degli impianti da collocare sulle coperture di edifici esistenti, potenzialità questa sistematicamente trascurata e sottovalutata.
Il completamento di un corretto quadro di pianificazione energetica locale (regionale, provinciale e comunale) rappresenta un significativo indice della volontà politica di contrastare il fenomeno in atto, piuttosto che limitarsi a generici proclami di facciata, o affidarsi alle pastoie del procedimento amministrativo, o nella migliore delle ipotesi a “regolamenti” locali, armi spuntate rispetto alle sovraordinate norme nazionali.
Un nuovo quadro di programmazione non può tuttavia prescindere dalla considerazione della taglia, della finalità, delle modalità installative, dell’impianto proposto. In tal senso occorre distinguere, ad esempio, i grandi impianti in pura cessione alla rete, con fini marcatamente speculativi, dalle piccole installazioni al servizio di utenze locali, su coperture esistenti, il cui iter procedurale dovrebbe essere al contrario agevolato e snellito.
È necessario uscire dalla logica della produzione di energia elettrica come merce soggetta alle sole leggi del libero mercato: l’energia elettrica è da considerare un “bene comune” alla stessa stregua dell’acqua e dell’aria, da produrre non per intenti speculativi, ma per soddisfare ben precise esigenze di copertura dei consumi.
Sono necessari atti d’indirizzo, norme e incentivi a livello nazionale e locale per passare con decisione ad un nuovo modello energetico decentrato, con impianti di piccole-medie dimensioni ubicati su coperture esistenti o in zone residuali, collegati in rete, con l’obiettivo dell’autonomia energetica delle comunità locali, svincolate così da monopòli e caste energetiche.
Occorre poi ricordare che le fonti energetiche più pulite e convenienti restano il risparmio, l’efficienza e l’uso appropriato dell’energia.
Lecce, 24 novembre 2020
RETE AMBIENTE E SALUTE SALENTO
apr292010
La Cgil contro l’impianto fotovoltaico - ANTONIO LIGUORI
• G A L AT I N A .
“Bisogna evitare che il nostro territorio diventi unalanda sterminata di specchi di silicio”.
Dissenso alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico in località Roncella, fra Galatina e Noha, dallaMacroarea Cgil di Galatina, Maglie e Nardò. Il responsabile territoriale Nicola De Prezzo invita il sindaco Giancarlo Coluccia a verificare “i tempi e leprocedure esperite dal Comune nella valutazione del progetto.
La costruzione diun impianto fotovoltaico in località Roncella - prosegue De Prezzo - suscitaperplessità sia per le modalità che per i tempi, a pochi giorni dal voto per ilrinnovo del consiglio comunale. Vengono al pettine i nodi della lunga gestionecommissariale e il mancato controllo democratico. Il progetto della Società Fotowatio Italia Galatina srl, che a pieno regime avrà una potenza di circa 10megawatt, dovrà sorgere in un territorio a vocazione agricola, e si aggiunge ad altri già realizzati nell’agro galatinese.
La Cgil – prosegue De Prezzo chiede alla giunta regionale e alla Provincia, i cui presidenti in campagna elettorale si sono espressi contro la realizzazione di impianti di energiaalternativa fuori da qualsiasi strategia e per la salvaguardia dell’ambiente,di intervenire bloccando i lavori e predisporre un progetto territoriale programmato per impianti di questa portata. Il neo sindaco Coluccia ha l’obbligo, essendo espressione dei cittadini nohani, di verificare i tempi e le procedure, di invitare la Fotowatio a soprassedere in attesa che il consiglio comunale riesamini la vicenda, riveda i progetti già presentati e in via diautorizzazione, approvi le linee generali di indirizzo per l’installazione diimpianti di energia rinnovabile che la scadenza anticipata impedì al vecchio Consiglio di deliberare”.
FONTE: Gazzetta del mezzogiorno, 29 Aprile 2010
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GALATINA UNA DETERMINA DEL SERVIZIO ENERGIA SBLOCCA L’ITER PER LAREALIZZAZIONE
• G A L AT I N A .
Via libera della Regione alla realizzazione di unimpianto di produzione di energia elettrica fotovoltaica in contrada «Roncella».
L’autorizzazione, che sblocca definitivamente l’iter per la realizzazionedi una struttura produttiva che avrà una potenza pari a 9,69 megawatt, è giuntonei giorni scorsi con la pubblicazione nel bollettino ufficiale della RegionePuglia di una determinazione del dirigente del servizio di Energia, Reti edInfrastrutture materiali per lo sviluppo. L’impianto, denominato “Ganascia 1” sarà realizzato nel territoriocomunale, dalla Società Fotowatio Italia Galatina srl e sarà attuato in unaampia area un tempo a destinazione agricola che si trova nella periferiacittadina. La struttura, che fin dalla presentazione del progetto a Palazzo Orsini èstata accompagnata da numerose polemiche e da molte perplessità espressesoprattutto da associazioni ambientaliste, ha ottenuto lo scorso marzo l’autorizzazione unica da parte della Regione Puglia dopo un lungo iter che hacoinvolto non solo il Comune di Galatina ma anche numerosi altri entiinteressati. Le maggiori critiche vennero espresse non solo sull’entità del progettoma anche sull’individuazione dell’area per tale realizzazione. La prima conferenza dei servizi venne convocata lo scorso ottobre ottenendoil pa rere favorevole dei ministeri competenti, della Regione Puglia, dell’Autorità di bacino della Puglia, dell’Agenzia regionale per la prevenzione e laprotezione dell’ambiente, che condizionò il suo via libera ad alcune procedurelegate alla salvaguardia del territorio, dalla Provincia di Lecce, dal Comunedi Galatina, dalla Asl e da altre autorità territoriali interessate all’impattodi tale progetto. In precedenza la stessa Fotowatio srl aveva rinunciato ad una analogarichiesta di autorizzazione unica per la costruzione ed esercizio di unimpianto denominato “Ganascia 2” della potenza di 4,68 megawatt. Lo scorso 18 febbraio, è stato sottoscritto l’atto di im pegno e laconvenzione che in pratica sblocca l’iter amministrativo dando il via liberaalla realizzazione dell’impianto. L’accordo è stato siglato dalla RegionePuglia, la società Fotowatio Italia Galatina srl ed il Comune di Galatina. L’autorizzazione unica costituisce autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio dell’impianto in conformità al progetto approvato.
FONTE: Gazzetta del Mezzogiorno, 27 Aprile 2010
Michele Stursi
mar042016
I cittadini hanno ricevuto nel mese scorso un avviso di pagamento con raccomandata dalla SOGET SPA, per la richiesta di pagamento del tributo per opere irrigue o per bonifica fabbricati per gli anni 2012 e 2014.
Il Consorzio ha un potere impositivo, che gli viene dalle leggi vigenti, su tre tipologie di tributi:
Il 29 febbraio u.s. si è tenuto a Bari un incontro tra i rappresentanti dei comuni e del Consorzio di bonifica. Si è raggiunto l’accordo che prevede la sospensione delle cartelle esattoriali per 90 giorni e l’apertura di un tavolo tecnico.
Il Consorzio dovrà indicare le zone che sono state soggette a bonifica su ogni comune.
Ora è l’amministrazione comunale a doversi attivare per confrontarsi con i tecnici del Consorzio ed evitare inutili tributi ai cittadini.
Le ACLI chiedono: cosa sta facendo l’amministrazione di Galatina?
Da parte nostra è doveroso informare che gli avvisi non si dovrebbero pagare in attesa della cartella esattoriale.
La cartella dovrebbe arrivare ai proprietari degli immobili ricadenti nel territorio soggetto ad effettiva bonifica, con un aggravio di spese pari al 3%.
Le ACLI di Noha sono a disposizione per qualsiasi informazione o chiarimento.
Loredana Tundo
giu122022
Le vore sono in pratica un accesso naturale che porta direttamente verso il bene più prezioso: l'acqua. E qui da noi, nel Salento, l'acqua scarseggia e quella che c'è è a rischio di non potabilità per tante ragioni, dovute soprattutto alle attività dell’uomo.
Per esempio, la Vora Bosco, dopo il primo tratto di cunicoli tortuosi di circa trenta metri precipita per i restanti 40 m. a capofitto fino al fondo, dove soggiace la nostra preziosissima acqua, benedetta da tutti nei secoli dei secoli.
A proposito di vore nostrane, abbiamo chiesto e protocollato presso il Comune di Galatina, in questi ultimi (5) anni la richiesta di messa in sicurezza della Vora Bosco, in contrada San Vito e la bonifica della Vora di Noha che si trova all'imbocco della via che porta a Sirgole.
Bonificare serve, oltre a restituire dignità ai cittadini, ad arginare lo sversamento continuo in falda del percolato prodotto dai rifiuti ammassati.
Mettere in sicurezza serve a impedire atti vandalici, sempre più frequenti e scarsamente controllati, ma soprattutto vuol dire impedire l'accesso delle acque di dilavamento delle strade (e di certe campagne). Le acque di dilavamento, non solo quelle aziendali ma anche piovane, non fanno altro che, appunto, lavare le superfici dai più svariati inquinanti che il progresso del consumismo ci porta a spargere ovunque, compresi olii e polveri derivanti dall'uso spasmodico degli autoveicoli.
Queste acque quindi andrebbero convogliate in appositi impianti di pretrattamento e bonificate, prima di essere rilasciate in falda.
Non certo convogliarle nelle vore, che invece vanno messe in sicurezza sotto tutti gli aspetti.
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni Culturali
di Noha e Galatina
mar222021
Un colpo al cerchio e uno alla Colabaldi, si fa per dire ovviamente, ma di fatto il colpo lo stiamo dando su noi stessi. Tutti resteremo penalizzati da certi comportamenti, tollerati purtroppo con il silenzio. Come sia possibile che vengano demolite delle mura così grandi, in pieno centro abitato, in un posto che più in vista di così non si può e nessuno si allarma? Contribuisce certamente questa sfortunata situazione di emergenza generata dal Covid-19. Ma il fatto resta ugualmente molto grave.
La masseria Colabaldi è un Bene Culturale di Noha, della sua storia si è scritto e parlato ovunque. Lo sanno anche le pietre che è stata edificata sul punto più alto della serra che domina la valle dell’Asso, e che molto probabilmente la parte più antica risale a duemila anni addietro. Insomma è lì da secoli, ha superato quasi indenne, terremoti, uragani, guerre e relativi bombardamenti, la spagnola e se vogliamo perfino le tremende mine della cava adiacente che facevano vibrare i vetri delle case di Noha. Chi ha memoria e coscienza queste cose le sa.
I fatti: pare che qualcuno (probabilmente vandali) abbia deciso di cambiare corso al destino della nostra antca Masseria Colabaldi, non con restauri o rivalutazioni ovviamente, ma a colpi di violenza, una violenza inspiegabile, talmente possente da buttare giù le mura secolari. Per adesso pare che abbiano cominciato a buttare giù i parapetti ed i cornicioni di alcuni pezzi del perimetro delle terrazze, ma se nessuno interverrà potrebbero continuare fino a raderla al suolo completamente, anche se sembra una cosa assurda, in mancanza di interventi e in presenza di una ambigua tolleranza, tutto è possibile. Che dire, una comunità savia conosce bene l’importanza di certi valori, sa bene che a identificarci al cospetto del mondo non sono certo i megaimpianti fotovoltaici, le nuove borgate di villini bi o tri familiari copia incolla, le strade senza alberi, tantomeno il “business” del deserto che cementifica la campagna. Quindi la comunità sa. Il nostro è un appello al senso di responsabilità di tutti, dal Primo fino all’ultimo cittadino, dalle istituzioni pubbliche tutte, nessuna esclusa, alla proprietà e quindi alla responsabilità di chi è “educatore” degli autori di questi atti vandalici. Se così possono ancora definirsi.
IL DIRETTIVO di
NOI AMBIENTE E BENI CULTURALI Odv
Noha e GALATINA
apr052022
Arriviamo alla fine di questo percorso a ostacoli con il cenno fatto dalla probabile ri-novella Sindaco al famoso comparto D7 o quel che è, vale a dire quella trentina scarsa di ettari di campagna da adibire a Mega-porco commerciale, voluto anche, soprattutto direi, da quel Pd che “è la mia casa, la mia famiglia” [l’ha detto lei, eh].
Pare che vogliano farlo partire in qualche modo, ‘sto comparto con coordinate da battaglia navale (insieme agli altri s’intende), ma stavolta non come Centro Commerciale (che avrebbe prodotto secondo gli scienziati locali del tempo, primi fra tutti dunque i “compagni”, non meno di 200 posti di lavoro, anzi 300, mi voglio rovinare), ma come “qualcosa d’altro” (immagino che lo verremo a sapere a breve grazie ai succitati muri parlanti che, visto il livello, molto probabilmente si esprimeranno in termini di Galatinaland). Lasciarla intonsa quell’area, dico quel suolo agricolo, manco a parlarne. Tanto ora che l’Ucraina vincerà finalmente la guerra grazie alle armi italiane esenti da Iva il grano e gli altri cereali li riceveremo in abbondanza direttamente da Kiev, sicuramente a prezzo di favore, e magari scortati dal battaglione Azov.
Infine una carezza alle frazioni, definite dalla Sandra Sindaco “Il Nostro Faro”. Quasi mi commuovo. Insomma la guardiana del farò a un certo punto parla di comunità energetiche. E io – che ingenuo – pensavo che le frazioni avessero già dato in termini sia di “transizione” che di “energetica” (o forse era transazione) con quelle centinaia di ettari di pannelli fotovoltaici schierati per esempio intorno a Noha come un plotone d’esecuzione. Dite che prima abbiamo scherzato e che ora si faccia sul serio? Ma sì, basterebbe un bell’impiantino di compostaggio anaerobico di qualche migliaio di tonnellate di rifiuti organici (chissà se Sandra, parlando di frazione, non intendesse proprio quella umida) per la produzione del famoso biogas (con il bio davanti tutto s’illumina d’incenso) e il gioco è fatto. Le grandi imprese non aspettano altro, pronte come sono a venderci il pacchetto (o il pacco) chiavi in mano. È capace che con il biogas a km0 diventiamo del tutto indipendenti dagli idrocarburi russi (come del resto qui nel Salento lo siamo da un pezzo in termini di gas grazie a Tap, o no?). Magari, visto il sodalizio Progressista con i 5 Stelle, si potrebbe pure pensare a una mini-centrale atomica portatile, dico quelle di quarta o quinta (ne ho perso il conto) generazione, se no come fai a trasformare l’utopia in fantascienza.
Ci sarebbe tanto altro da aggiungere, tipo il Punto essenziale ovvero esiziale sulla “raggiungibilità di Galatina” (che come noto è città abbarbicata sul cucuzzolo di una montagna impervia), onde dovremmo aspettarci qualche altra bella rotonda e non so più quanti nuovi ponti o sottopassi o circonvallazioni, rigorosamente green, puntualizziamo, in nome della Rigenerazione Urbana, della Resilienza e giacché pure della Coesione Sociale. Quando si dice una città Smartata.
Non mi è tanto chiaro invece il Punto sulla Cultura, e la sua chiave di lettura. A un certo momento della conferenza stampa la padrona di Casa Antonica, sarà stata l’emozione della seconda volta o forse la stanchezza per tutte quelle domande giornalistiche così ficcanti, ha iniziato a parlare (credo) di “élite”, ergo (immagino) di “elitismo”, ma continuava a proferire il lemma “etilismo” o “etilitarismo” o qualcosa del genere [ascoltate la registrazione, s’il vous plaît, prima di ri-stracciarvi le vesti e dunque ri-crocifiggermi]: sicuramente avrò capito male io, oppure l’audio in quell’attimo ha invertito l’ordine di successione dei fonemi provocando una metatesi. Sarà più precisa, suppongo, alla prossima conferenza (dei servizi).
Avrei qualcosa d’altro da aggiungere, se non fosse che rischio di dedicare molto spazio alla Sandra Sindaco, trascurando gli altri tre concorrenti che chissà quanto fremano, scalpitino e friggano per veder pubblicato un articolo uno sulle loro gesta eroiche, diverso dai comunicati stampa redatti dalle loro rispettive Bestie (pare si definiscano così i consulenti assoldati dai politici per le campagne elettorali). E non vorrei che mi denunciassero per omissione di discorso, vale a dire di assenza di articoli sul loro operato, o meglio pensato. Oggi come oggi c’è da aspettarsi di tutto.
Qui mi basti concludere chiedendo venia se non ho fatto cenno agli altri numerosi Punti del programma sandrigno, ma credo che quelli summenzionati siano sufficienti, uniti tra loro con un tratto di penna, a darci un’idea del disegno diciamo politico che apparirà.
In conclusione vorrei solo ricordare che la conferenza stampa oggetto di queste note si è svolta nella sala di un noto bar cittadino, tappezzato, ecco, di tutto Punto. Mo’ non chiedetemi se fosse il bar dello sport, ché certi dettagli sfuggono anche al più acuto osservatore nohano ancora a piede libero. Testimoni oculari (e olfattivi) asseriscono che nell’aere s’avvertiva un inebriante profumo di brioches.
Probabilmente quelle di Maria Antonietta.
Antonio Mellone
lug292019
Gentile Sindaco Amante e Assessore Tundo, ora basta chiacchere e lavorate per utilizzare la struttura dell'ex tribunale.
I soldi li avete. Sono passati già due anni ma non abbiamo visto i risultati sperati. Ora non c'è più tempo. Fate quello che dovete fare senza lamentarvi.
L'iniziativa del SIT-IN di giovedi 25 luglio è stata sostenuta dall'intero Partito Democratico a tutti i livelli. Confermiamo l'ottima riuscita dell'iniziativa. Tutte le persone che sono passate da quella zona, sono state veramente tante, hanno condiviso l'iniziativa e si sono augurate che l'ex tribunale potesse essere davvero il centro della pubblica amministrazione galatinese.
Certo, per farlo dovete volerlo e impegnare gli uffici di competenza. Non basta solo concedere ad una associazione le incombenze organizzative.
PALESTRA di Via Montinari. Provate a farlo funzionare meglio il palestrone senza semplicemente darlo in concessione ad una società sportiva di danza venuta da Racale. Tante società sportive di Galatina vorrebbero e avrebbero già voluto e potuto utilizzare la struttura. Invece avete preferito una società sportiva di Racale che lo ha utilizzato nell'ultimo anno.
RISTRUTTURAZIONE SCUOLA PRIMO POLO, Piazza Cesari. Fate un bando di gara per dare la possibilità a un professionista di svolgere la direzione dei lavori per spendere al meglio 1.000.000,00 di euro previsti per l'adeguamento della Scuola Polo Uno di piazza Cesari. I tecnici comunali, oberati di impegni, avrebbero difficoltà a svolgere per bene il controllo dei lavori.
CASA DEL PELLEGRINO: Fateci sapere anche a che punto sono i lavori di adeguamento della casa del pellegrino. Son passati troppi mesi dall'inizio lavori e le persone non conoscono nulla circa la fine dei lavori e il futuro utilizzo della struttura.
CINE TEATRO CAVALLINO BIANCO. Tanto che ci siamo, diteci anche quando il Cavallino Bianco tornerà utilizzabile e soprattutto con quale tipo di piano di gestione. Speriamo che il Teatro abbia una degna gestione senza essere assegnata a qualche associazione neonata con zero esperienza.
PERIFERIE. Ormai abbandonate a se stesse. Piazza Fedele è vandalizzata da tempo; villetta del Bersagliere è in assoluto abbandono, sporcizia, mancanza di pulizia del verde, mancanza di cestini per i rifiuti aumentano il degrado dell'area.
E' abbastanza scontato anche parlare delle scarsa attenzione delle frazioni, agli impianti sportivi inutilizzati, alla sporcizia nelle strade periferiche.
Serve maggiore impegno e maggiore trasparenza, ma al di la di tutti i ritardi e mancanze, si percepisce in modo lampante la mancanza di prospettiva e di Vision da parte di questa Amministrazione che di adopera solo quando viene "sollecitata" e per il resto del tempo vivacchia con approssimazione dimostrando incapacità organizzativa e gestionale.
Andrea Coccioli
Segretario Partito Democratico Galatina
gen112018
Durante il prossimo fine settimana, sarà possibile visitare entrambe le sedi della scuola in Viale Don Tonino Bello (Istituto Tecnico) e Viale Don Bosco n. 48 (Istituto Professionale).Iscrizioni on-line dal 16 gennaio 2018.
L’Istituto Superiore "Laporta/Falcone-Borsellino" di Galatina continua ad accogliere gli studenti delle Scuole Secondarie di I grado e le loro famiglie, per una serie di appuntamenti dedicati all’orientamento scolastico “in entrata”, in vista delle iscrizioni alla classe prima per l’A.S. 2018/2019.
Nel corso delle giornate di orientamento "OPEN DAYS", i docenti dell’Istituto Tecnico-Professionale galatinese, coadiuvati da alcuni studenti e diplomati della scuola, guideranno i ragazzi di terza media in un breve percorso didattico, per presentare al meglio la propria offerta formativa.
Il nuovo Istituto di Istruzione Superiore dedicherà il prossimo fine settimana all’orientamento, programmando due distinti appuntamenti, uno per ciascuna delle due sedi della scuola.Sabato 13 gennaio (ore 16:00 – 19:00), sarà infatti possibile visitare la sede del settore tecnico-tecnologico di Viale Don Tonino Bello, che ospita i corsi ed i laboratori dei seguenti indirizzi: Tecnico-Economico (A.F.M. amministrazione finanza e marketing, S.I.A. sistemi informativi aziendali, R.I.M. relazioni internazionali per il marketing e TUR turistico) e Tecnologico (informatica).
Passando ai corsi del settore professionale, la storica sede di Viale Don Bosco n. 48 sarà aperta Domenica 14 gennaio (ore 9:00 – 12:00), per presentare l’offerta relativa ai seguenti indirizzi: Servizi Socio-sanitari con Qualifica O.S.S., Odontotecnico, Servizi Commerciali con opzione di Promozione Commerciale e Pubblicitaria, e Manutenzione e Assistenza Tecnica.
Durante gli incontri di orientamento, sarà inoltre possibile visitare i laboratori multimediali, linguistici e scientifici, la palestra e gli impianti sportivi all’aperto, oltre agli ampi spazi per conferenze, spettacoli e assemblee degli studenti, di cui entrambe le sedi scolastiche sono dotate.
Le prossime iniziative di orientamento si svolgeranno secondo il seguente calendario:
TECNICO ECONOMICO e TECNOLOGICO – Sede di Viale Don Tonino Bello, Galatina
DOMENICA 28/01/2018dalle ore 9:00 alle ore 12:00;
PROFESSIONALE – Sede di Viale Don Bosco n. 48, Galatina
GIOVEDI’18/01/2018dalle ore 16:00 alle ore 19:00;
DOMENICA 28/01/2018dalle ore 9:00 alle ore 12:00.
Infine, dal 16/01/2018, la segreteria didattica sarà a disposizione delle famiglie per supportarle nella procedura di iscrizione "on-line": per tutte le informazioni, è possibile contattare il front-office ai seguenti numeri 0836/56.11.17 - 0836/56.10.95, oppure recarsi direttamente presso le sedi dell’Istituto.
Vi aspettiamo a scuola!
I docenti dell’I.I.S.S. "Laporta/Falcone-Borsellino"
mar232016
Egregio Assessore,
a due mesi circa dalla sua cooptazione nella giunta Montagna con la nomina ad assessore ai LL.PP. (vedremo poi il significato che assumerà questo acronimo: per lei e per noi), volevo chiederle se, nel passaggio di consegne, il suo compagno di partito (ormai dipartito), dico l’ineffabile suo predecessore ing. Coccioli, ha avuto modo di parlarle di una sua indagine in corso presso chissà quali uffici (indagine ahimè interrotta sul più bello per intervenute dimissioni) relativa ad uno dei più ingombranti scheletri nell’armadio dell’amministrazione Pantacom tuttora felicemente regnante a Palazzo Orsini: la responsabilità connessa alla dimenticanza di una cabina elettrica necessaria al funzionamento di alcuni impianti e quindi dello stesso centro Polivalente di Noha costato la bellezza di 1.300.000,00 euro di soldi nostri e atteso dagli utilizzatori finali, chiamiamoli così, esattamente da.
Non pretendo che anche lei indossi i panni di un novello Sherlock Holmes (le cocciolate non sono il mio forte), volevo tuttavia domandarle se e cosa ha escogitato per risolvere questo annoso problema, che – mi dispiace per lei, ma principalmente per noi – ha dovuto ereditare.
Non mi risponda per favore che lei non c’entra nulla, che non sono affari suoi, che non immaginava la complessità delle rogne comunali sul tappeto, ma soprattutto sotto: quando un politico prende il posto di un altro politico accetta l’eredità sic et simpliciter, senza beneficio di inventario.
Gentile Assessore, non vorrei apparirle come un inquisitore papale pronto a puntarle contro un dito lunghissimo e ossuto mentre urla: “Al rogo tutti i pubblici amministratori galatinesi!”, né mi piace stroncare parole, opere e soprattutto omissioni delle cosiddette autorità locali (e dei giornalisti al seguito) per puro esercizio di stile. E’ che quando sento, leggo o vedo alcune corbellerie tali da farmi girare la testa (in verità, in verità le dico, sono altre le cose che mi girano vorticosamente), non posso fare a meno di chiederne pubblicamente conto agli autori e ai loro responsabili, cercando, nei limiti del possibile, di evitare intercalari, epiteti e locuzioni da scomunica pontificia.
A questo proposito, non so se è a conoscenza (se lo fosse ed è rimasto inerte è grave; se non lo fosse, è ancor peggio) di un altro crimine perpetrato a Noha non più tardi di qualche giorno fa. Una mano sacrilega, comandata sicuramente da un cervelletto mentulomorfo, per “pulire” i marciapiedi dagli sporadici ciuffetti di innocua erbetta spontanea ha azionato un irroratore erbicida spruzzando di diserbante (cancerogeno) buona parte delle povere strade della frazione, lunghi segmenti di prato dei pubblici giardini Madonna delle Grazie, e [non ridere caro lettore, quell’uno che sarai, ndr.] quasi tutto il perimetro dell’orto botanico di via degli Astronauti. Roba da geni in erba (nel senso che si faranno. Magari proprio di erba).
Mi sa dire qualcosa in merito? La prego, Assessore, mi risparmi la faticaccia di chiedere lumi ai politici nohani, con il rischio concreto di eventuali risposte dello stesso acume di quelle che potrebbe formulare un’ameba con l’Alzheimer.
*
Gentile Assessore, le confesso che con il suo insediamento m’aspettavo uno Sturm und Drang un tantino diverso da quello che m’è toccato di osservare da uno dei suoi primi atti amministrativi. Non mi sto riferendo all’ennesima delibera di spesa da parte della sua Giunta per sopperire alle deficienze dei lavori in corso per quella autostrada Salerno-Reggio Calabria che è il Cavallino Bianco (ormai abbiamo fatto il callo non le dico dove), ma al provvedimento di alienazione dei terreni di proprietà comunale, pubblicata a quanto pare sulla Gazzetta Ufficiale, sul Burp e sui due quotidiani più letti in loco, cioè “Il nuovo Quotidiano di Puglia” e “Il Corriere dello Sport – ed. Puglia” [poi uno si lamenta del livello culturale nostrano, ndr.].
Orbene, il terreno che riguarda Noha è un suolo in Via degli Astronauti, con destinazione D2 del PUG [chissà perché questo D2 mi ricorda tanto le zone per fabbricati artigianali, se non per supermercati o addirittura Iper: se ne sentiva giusto la mancanza a Noha e dintorni, ndr.] suddiviso in due lotti, prezzo a base d’asta € 116.240,00 ed € 21.600,00.
Ora, a prescindere dal poveretto che andrebbe a buttar via i suoi soldi per l’acquisto di quei terreni (o dalla Banca Etruria di turno che andrebbe a finanziarlo) le chiedo: ma che male fanno al Comune quei suoli pittoreschi, finalmente incolti, fatti di preziosi prati rocciosi e carsici, ricchi di tanta preistorica autoctona biodiversità, ultimo baluardo privo di cemento, asfalto e inutili volumetrie? Ma vi repelle proprio l’idea di scrollarvi di dosso l’appellativo di Giunta Attila? Vi rendete conto che, con queste genialate, ogni vostra mossa è come quella di un elefante in una biblioteca di libri antichi, e la vostra “politica” come un meteorite in una serra di orchidee?
Non mi dica, per favore, che lo fate per noi, per racimolare un po’ di soldi, magari per sopperire monetariamente alla dimenticanza di una cabina elettrica in un centro Polivalente, o per finanziare i lavori di sistemazione del puteale di una Trozza danneggiata dai Vandali, o per restaurare una torre civica e un orologio fermo dai tempi del Cretaceo, o altre amenità del genere, perché non vi crede più nessuno (eccetto i quei quattro PD, Pragmatici Devoti vostri seguaci). Meglio sarebbe lasciare il mondo così com’è, piuttosto che assediarlo in nome di un attivismo di maniera che non porta a nulla di buono.
Il fine vero, diciamocela tutta, è invece quello di batter cassa, ma nel peggiore dei modi, con la svendita cioè dei gioielli di famiglia (e i terreni, soprattutto quelli intonsi, lo sono. Capisco, la vostra cervice trova particolarmente ostico questo passaggio), pur di allungare di qualche giorno l’agonia delle finanze del nostro Comune, sempre sull’orlo di una crisi di servi.
Gentile Assessore, anche se il buongiorno si vede dal mattino, qualche possibilità vorrei lasciargliela. Le auguro, e soprattutto mi auguro in qualità di cittadino, che per il suo assessorato riesca ad utilizzare la testa e non i piedi (da cui il termine Lavori Podologici, a proposito di LL.PP., assunto di fatto dagli uffici dei suoi augusti predecessori).
Non pretendo che nella sua giunta s’annoverino dei miei ammiratori, né che facciano la ola per i miei interventi su questo sito (figurarsi), tuttavia le chiederei di evitare lo snobismo tipico fin qui registrato dai pubblici amministratori di maggioranza e di opposizione liquida (come direbbe Bauman): il far finta di nulla, il “sopire troncare” di manzoniana memoria, il bendarsi gli occhi, la bocca e le orecchie non pagano più politicamente da un pezzo.
*
Gentile Assessore, nell’augurarle buon lavoro (pubblico), attendo trepidante le sue risposte. Confido che, almeno con lei (scusi la franchezza), si riduca l’alto tasso di scemenze pro-capite che m’è toccato di sorbirmi fino all’altro ieri da parte dei suoi compagni di merende.
Con cordialità.
Antonio Mellone
P.S. La sera di domenica 20 marzo scorso, nelle strade principali di Noha ha avuto luogo una bellissima Via Crucis vivente seguita da oltre mille persone provenienti da ogni dove. Orbene, nonostante le preventive comunicazioni e gli inviti spediti al Comando, non s’è visto in giro per la frazione nessun Vigile Urbano, non per rappresentanza (non sapremmo che farcene) ma per la sicurezza delle strade e il servizio d’ordine. Evidentemente erano tutti alle prese con i sabburchi di Galatina.
apr202017
Finalmente domani inizieranno i lavori di illuminazione all’ingresso dell’abitato di Collemeto.
L’intervento sulla Strada S.P .n.18 all’ingresso di Collemeto prevede l’installazione di pali con relativo organo illuminante e si riferisce all’illuminazione dell’incrocio fra la S.P.n.18 e la S.P.n.135 con la s.c.”Vore”.
Il tratto di strada interessato è particolarmente pericoloso e teatro di numerosi incidenti ed è frequentatissimo dai residenti della frazione. Con questo intervento si aumenterà notevolmente la sicurezza stradale.
Inoltre si interverrà anche all’ingresso della zona residenziale “Guidano”. Il tratto di strada interessato è particolarmente pericoloso e risulta privo di visibilità. Detto tratto di strada è già servito da impianto di pubblica illuminazione ma da anni spento perchè alimentato da pannelli fotovoltaici non funzionanti. L’intervento consiste nel collegare alla rete elettrica gli organi illuminanti attraverso l’esecuzione di scavo e cavo interrrato a bordo strada.
I lavori di "Manutenzione straordinaria strade e impianti di pubblica illuminazione" sono stati aggiudicati all'ATI (Associazione Temporanea d'Impresa) tra Pietro De Pascalis s.r.l. e Colizzi Massimino.
Gli interventi descritti si riferiscono ai lavori conclusivi di un intervento più ampio già effettuato nel 2015 e programmato nel 2014 dall’amministrazione Montagna.
Il lavori già effettuati tra il 2015 e il 2016 sono stati:
1) Via Gallipoli. Rifacimento del manto bituminoso oltre alla sistemazione di alcuni marciapiedi particolarmente sconnessi. Tratto da via Mincio, innesto tappetino nuova rotatoria Tangenziale Sud-Ovest, fino all’incrocio con via Molise.
2) Via Lecce. Intervento Rifacimento del tratto stradale da Viale Ionio al secondo innesto di via Ippolito De Maria e parte di via Diaz. L’intervento di fresatura e rifacimento del manto bituminoso ha interessato metà carreggiata particolarmente danneggiata.
3) Via Soleto: Rifacimento stradale del tratto in ingresso da Soleto a Galatina fino a via Enna (prospiciente campo sportivo). L’intervento ha interessato la sostituzione del manto stradale e la costruzione di banchine stradali e marciapiedi per garantire una più sicura pedonabilità in un tratto particolarmente pericoloso.
4) Via Isola d’Elba – Via Molise – via Arno. L’intervento ha interessato la sostituzione del manto bituminoso oltre al risanamento di tratti distrutti dalle radici dei pini della vicina piazza “Falcone e Borsellino” mediante il rifacimento della massicciata stradale con relativa pavimentazione con bynder e tappetino bituminoso e il rifacimento delle zanelle e cordoni divelti.
Per quanto riguarda gli “impianti di Pubblica Illuminazione” è stato scelto di intervenire principalmente sugli impianti esistenti mediante la sostituzione dei vecchi pali non protetti da zincatura con presenza di elevata corrosione tale da provocare la caduta anche con la semplice azione di forti venti. Inoltre è stato dato spazio anche a nuovi impianti in alcune zone densamente abitate e particolarmente buie o pericolose per la circolazione veicolare e per la sicurezza dei residenti.
Interventi sugli impianti di pubblica illuminazione:
Andrea COCCIOLI - Assessore Lavori Pubblici 2012-2016
Luigi LAGNA - Consigliere Comunale e Delegato Frazione Collemeto 2012-2106
nov092020
Si sono conclusi i lavori di adeguamento della palestra di via Montinari. Il finanziamento regionale di 46 mila euro che l’amministrazione comunale era riuscita a intercettare è stato fondamentale per la realizzazione del progetto. A questi fondi sono stati aggiunti 15 mila euro comunali.
La palestra ha una storia tristemente nota. Infatti, l’inagibilità della struttura, di cui ci si è resi conto praticamente subito dopo l’inaugurazione, ne ha condizionato il percorso. Il basket e la pallavolo, sport per cui era nata, non si potevano disputare.
I lavori di adeguamento hanno riguardato innanzitutto il rifacimento del pavimento, ma non solo. La pavimentazione, dopo il livellamento, è stata realizzata con materiale “VinylSport” della ditta Mondo, materiale tra i migliori esistenti per disputare partite di basket e volley, il cui spessore è di 7,2 millimetri.
Inoltre si è provveduto a realizzare una ricollocazione del campo di gioco per permettere la progettazione della tribuna, prima inesistente. È stato effettuato anche un efficientamento energetico con la sostituzione dei fari presenti con nuovi a led. Nella struttura sono già state installate le attrezzature sportive necessarie per la disputa delle partite. Infine è stato individuato un locale per la realizzazione dei bagni per il pubblico, nel caso di competizioni di Serie A.
“La nostra amministrazione - hanno dichiarato l’assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo e l’assessore allo Sport Maria Giaccari - ha inteso, fin dal primo insediamento, mettere l’adeguamento della palestra tra i primi interventi strutturali. Quello è stato realizzato in questi mesi di lavoro è un importante tassello che si aggiunge alle opere in corso per adeguare e migliorare gli impianti di Galatina quali il pre-campo, l’impianto sportivo di Noha e il palazzetto dello sport.”
Ufficio stampa Marcello Amante
Sindaco di Galatina (LE)
mar182019
La Tari aumenta per le famiglie da un minimo del 3,85 per cento a un massimo del 6,89 per cento e dell’1 per cento per le utenze non domestiche. È il regalo del sindaco Marcello Amante e della sua maggioranza che dopo un anno e mezzo di governo può essere ricordato solo per controverse azioni amministrative. Cito solo gli eventi nell’ex convento di Santa Chiara, il murales a Collemeto, l’inaugurazione dell’impianto di stoccaggio, i finanziamenti che di rado arrivano a Galatina, gli atti richiesti per consentire all’opposizione di vigilare sull’attività amministrativa della maggioranza, inviati in ritardo o per nulla, le delibere di Consiglio comunale inviate a ridosso dell’assise rendendo difficilissima la loro valutazione.
Per non farci mancare nulla, il nostro sindaco ha fatto un piano della Tari all’insegna della logica ragionieristica. Il risultato non poteva essere altro se non quello che purtroppo graverà sui bilanci di famiglie (in modo più pesante) e imprese. A determinare i maggiori costi il fatto che secondo l’Amministrazione non ci sono impianti di compostaggio in provincia e quindi paghiamo il triplo per lo smaltimento dell’umido. Tutti noi pagheremo, poi, oltre 800mila euro di crediti che il Comune ritiene non esigibili, oltre 520mila euro pensano di riscuoterli e in più ci sono aggravi per 220mila euro per una transazione con il gestore e circa 320mila euro chiesti dal gestore del servizio di raccolta e smaltimento per maggiori costi sostenuti nell’anno precedente.
Se accanto a questo aggiungiamo che non brilla la qualità dei servizi affidati alla società che dovrebbe pulire le strade, ad esempio, oltre che raccogliere i rifiuti, il danno che come cittadini subiamo è doppio.
Manca la visione politica, nella gestione dei rifiuti, coperta da atti che vogliono gettare fumo negli occhi. Mi riferisco alla delibera su “Zero rifiuti” che per l’ingenuità delle proposte fa sorridere. Il riciclo viene inteso come occasione per portare in luoghi prefissati le proprie cose e scambiarle per il riuso.
Lo smaltimento dei rifiuti, per il costo sopportato dai cittadini e per l’impatto ambientale che produce, non può essere trattato con superficialità e pressapochismo. Prima il sindaco Montagna ci ha fatto perdere la presidenza dell’Aro 5 di cui Galatina fa parte, oggi il sindaco Amante rimane inerte di fronte a Corigliano d’Otranto che ne ha assunto la presidenza e non sollecita l’apertura della discarica presente a Corigliano d’Otranto che permetterebbe di pagare un terzo per lo smaltimento della frazione inerte del rifiuto urbano. I risparmi sarebbero stati notevoli e, sicuramente, si sarebbe evitato l’aumento, anzi le tariffe sarebbero diminuite. Il sindaco Amante deve muoversi nell’interesse della città: la sua inerzia ci sta procurando troppi danni.
Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis
Giampiero De Pascalis
mag152018
PREMESSO CHE:
CONSIDERATO CHE
tanto premesso si interroga IL SINDACO
.
Giuseppe Spoti
Partito Socialista Italiano
gen162015
Annunciaziò, annunciaziò: pare, si dice, si vocifera che l’ormai famosissima cabina elettrica necessaria al funzionamento di tutti gli impianti installati nella vecchia scuola elementare di piazza Ciro Menotti a Noha verrà costruita nei “primissimi mesi del 2015”. Della serie: riprova e sarai più fortunato.
Orbene, posto che – non facciamo sempre i ragionieri, suvvia, siamo elastici, - “i primissimi mesi dell’anno” vadano da gennaio a novembre di ogni anno domini, potremmo con una certa ragionevole sicurezza confidare nel fatto che entro e non oltre il Natale del 2015 in quel centro polivalente nohano saranno finalmente varati (come si fa con le navi, sperando di non trovarci sul Titanic) gli impianti di riscaldamento/aria condizionata (per ora, come noto, funziona solo quello dell’aria fritta), sollevamento pesi (cioè l’ascensore), e produzione di energia fotovoltaica.
Abbiamo dovuto utilizzare il condizionale (potremmo) in quanto la notizia-bomba della costruzione di questa benedetta cabina elettrica pare sia stata diffusa dall’assessore parzialmente stremato (dai nostri articoli), vale a dire l’amatissimo ing. Coccioli in persona, già noto alle cronache per essere uomo di parola, mai propenso a sbottonarsi senza avere la certezza delle cose: insomma un personaggio che mai e poi mai si metterebbe a scrivere una cosa per un’altra, tipo che una cabina elettrica scordata da chissà chi “verrà installata nel centro polivalente nohano tra giugno e settembre 2014”.
Dunque prendiamo per buone le promesse del nostro assessore ai lavori comici, fiduciosi nel fatto che prima o poi il SAL (stato avanzamento dei lavori) di quella benedetta struttura costata 1.300.000 euro di soldi pubblici passi una volta per tutte dal 99% al 100% (in effetti molte cose avvengono o non avvengono per via del classico pelo).
*
Abbiamo appena comprato in cartoleria un’agenda nuova di zecca (le banche non ne regalano più da un pezzo) per appuntare l’n-esimo programma politico per i prossimi 365 giorni (quello dei 1000 giorni è copyright del premier Renzi, ma siamo lì visti i rapporti di amicizia partitocratica con i membri di questa maggioranza cumonale).
Pur elegantemente foderata in pelle di nohano questa agenda non è una Smemoranda.
Se lo fissino bene in mente politici e burocrati di Palazzo Orsini, novelli guardiani del farò.
Antonio Mellone
apr202017
Il Movimento 5 Stelle, attraverso i suoi attivisti, è da tempo presente e propositivo per il bene di Galatina. Oggi non possiamo che esprimere il nostro più vivo apprezzamento per l’iniziativa intrapresa dal commissario straordinario dott. Guido Aprea volta ad intercettare fondi comunitari per l’efficientamento energetico di immobili di proprietà comunale.
Tale opportunità FU PERSA nel 2015 dalla giunta Montagna nonostante il Movimento 5 Stelle di Galatina avesse provveduto ad avvisarla della possibilità di effettuare interventi quali realizzazione di impianti fotovoltaici, solari-termici, a pompa di calore per climatizzazione e relamping, senza gravare di un solo euro sulle casse comunali, offrendo peraltro la massima disponibilità e collaborazione ad approfondire la tematica. Alla segnalazione non seguì alcun riscontro, né fu intrapresa alcuna azione.
In un momento di ristrettezze economiche (per usare un eufemismo) per il bilancio comunale è oltremodo necessario usufruire di ogni possibilità di realizzare opere finanziabili al 100% e a fondo perduto, tanto più quelle finalizzate all’efficientamento energetico che comporterebbero, oltre che un innegabile beneficio per l’ambiente, una concreta diminuzione dei costi delle utenze energetiche e conseguentemente un risparmio per il Comune.
Per questo nella futura Galatina a 5 Stelle ci impegneremo a potenziare l’ufficio Europa del Comune affinché nessuna opportunità di finanziamento comunitaria vada persa. Siamo dell’idea che si possa fare OPPOSIZIONE COSTRUTTIVA anche fuori dall'aula consiliare. La forza del Movimento 5 Stelle sono le idee.
Idee che troppo spesso mancano alla maggioranza e anche alle opposizioni che abbiamo visto NON operare nelle precedenti amministrazioni di Galatina.
PAOLO PULLI
Candidato sindaco di Galatina per il Movimento 5 Stelle
ott242017
Domenica 22 Ottobre si è svolto il Congresso PD del Circolo di Galatina presso il Palazzo della Cultura, ebbene si, c’è chi può e c’è chi non può permettersi l’uso ( improprio) del Palazzo della Cultura nonostante la concessione “dovrebbe” essere effettuata solo per eventi culturali organizzati dal Comune o da altre associazioni patrocinati. Ricordiamo a tutti i cittadini che in passato a Noha presso il Centro Polivalente ( immobile comunale), per un evento simile, hanno addirittura messo i sigilli!
Ma siamo andati ancora “OLTRE”! perché c’è da aggiungere il fatto che anche il Sindaco concede (facendo anche lui un uso improprio degli immobili comunali) solo ad ALCUNE associazioni “amiche all’attuale amministrazione comunale” l’utilizzo degli impianti Sportivi e Centri Polivalenti! Vedasi la questione dell’utilizzo degli impianti Sportivi a Noha!Si perché solo dopo mesi e mesi di innumerevoli richieste, alla DPM NOHA Calcio viene data una risposta del tutto non“veritiera” ed esaustiva, ma non demordiamo! Siamo da circa 20 giorni in attesa di ricevere un appuntamento con il Sindaco, che a dire del suo Segretario Comunale “ è molto impegnato”, e perché questa questione non è urgente?
In Campagna elettorale si sbandierava tanto il concetto di …. LEGALITA’…. Dov’è la disponibilità del Sindaco nell’affrontare una questione tanto urgente come l’utilizzo a tutti i cittadini degli impianti Sportivi a Noha?
Nell’occasione porgiamo i nostri migliori auguri al neo nominato Andrea Coccioli e ci chediamo : ora come farà il ragioniere dell’ospedale Luigi Lagna a farsene una ragione della sua nomina? visto che l’ha voluto fortemente far fuori da assessore nella giunta comunale Montagna, forse perché sperava di poter prendere il suo posto?
Speriamo che per il futuro si possa lavorare insieme all’Ing. Andrea Coccioli, anche in un’ottica di correttezza che in particola in passato si è sempre mantenuta, sperando che non viva di influenza esterna ed altrui che ha da sempre condizionato e logorato i rapporti interni del PD.
Pertanto restiamo in attesa di avere L’ONORE di avere un incontro con il SINDACO AMANTE per la questione dell’utilizzo degli impianti sportivi di Noha, in caso contrario saremo costretti a segnale la vicenda alla magistratura e perché no anche a Striscia la Notizia.
Bene Galatina…..ANDIAMO OLTRE! E si! Oltre ogni limite….
Daniela Sindaco
Presidente e Portavoce di Articolo UNO MDP Galatina-Noha
mag132017
A volte ritornano.
Uno pensava che gli impegni professionali [fu questo il “motivo ufficiale” per cui a suo tempo si dimise dalla carica di assessore ai lavori pubici per ritirarsi finalmente a vita privata, ndr.], l’avrebbero tenuto lontano per un bel po’ dalle faccende di Stato (in luogo), per la precisione quelle di Palazzo Orsini.
Invece, dopo appena un anno da quel fatidico gran rifiuto, mister Andrea Coccioli s’è riorganizzato per tornare in campo più cazzuto che pria, candidandosi alle comunali con la nota sfollagente Paola Carrozzini.
Manco Amintore Fanfani, “il rieccolo” per antonomasia, era capace di tante risurrezioni.
Non l’ho scoperto mica andando a compulsare l’elenco dei quasi quattrocento candidati suddivisi tra le decine e decine di liste a sostegno dei sei concorrenti alla poltrona di sindaco di Galatina (figurarsi se ho tutto questo tempo da perdere io), è che ogni volta che apro la mia pagina face-book m’appare il suo simpatico faccione, con quella barba un po’ così che fa tanto sinistra(to), e con un sorriso (o forse un ghigno) che è tutto un programma; per non parlare dei suoi slogan e delle sue genialate.
Ora dovete sapere che io – pare che sia in buona compagnia - non sono immune dalla mania di controllare più volte al giorno il mio profilo fb (lo confesso: è la pagina che più in assoluto consulto) probabilmente per quell’ansia di apparire, di farmi osservare e ammirare che manco un concorrente di Uomini & Donne. Una mini-fiction individuale, la mia, una specie di droga leggera, una forma di esibizionismo personale che mi spinge a verificare più volte al dì i like che i miei post riescono a riscuotere dalla rete [pochissimi, invero: primo, perché i miei messaggi sono sovente un po’ prolissi - e sui social un pensiero più lungo di cinque righe manda in crisi da ipossia il malcapitato internauta; secondo, perché se sei antipatico ai più, come cavolo puoi pretendere che gli altri ti mettano pure i loro “mi piace”? Mistero della fede in se stessi, ndr.].
Dunque, ogni volta che si apre questa benedetta pagina, oltre al mio profilo con papillon, m’appare immancabilmente sulla destra anche quello dell’ingegner Andrea Coccioli con tanto di slogan: “Impegno, condivisione, innovazione”. Io ci avrei aggiunto pure “Energia”, visto il culo che s’è dovuto fare per il centro polivalente di Noha, quello per il quale non ci ha mai fatto sapere chi aveva scordato di costruire la cabina per l’allaccio alla rete elettrica nazionale dopo aver speso 1.300.000 euro di restauri.
Ebbene, per la cronaca, questa benedetta cabina elettrica – dopo soli 4 anni, 5 mesi e 13 giorni, è stata finalmente costruita: vabbè, hanno dovuto spendere un altro po’ di soldi pubblici; vabbè, hanno dovuto sventrare il giardino del centro polivalente; vabbè, non è ancora entrata in funzione; vabbè, tutti gli impianti sono ancora fermi e chissà se con questi chiari di luna si metteranno mai in moto (tanto è sufficiente un po' di pragmatismo). Ma possiamo dire che in qualche modo s’è corso ai ripari nella forma. Nella sostanza un po’ meno. Vabbè, ma che vuoi che sia.
Ma non era della cabina elettrica che vi volevo parlare, bensì sempre della pagina fb del signor Coccioli che risulta essere addirittura “sponsorizzata”. Cioè, il candidato paga face-book – come per intenderci fa anche Renzi o i suoi colleghi venditori di batterie di pentole - perché i suoi post appaiano sulle nostre bacheche (contando sul fatto che alla fine prima o poi uno lo prendi per sfinimento).
Orbene, nei giorni scorsi, tra i messaggi del nostro genio della lampada senza luce s’annovera uno nel quale si propone la sostituzione di tutte le torce comunali con luci a Led. Una trovata acutissima alla quale, invero, sarebbe potuto arrivare persino quel trust di cervelli ormai in comunione dei beni composto da Gianpiero De Pascalis e da Sindaco Daniela Sindaco, se non fossero rispettivamente incasinati, uno con i dieci cantieri del programma ancora tutto da redigere, e l’altra con il PD che l’ha cacciata così su due piedi dall’anagrafe dei suoi iscritti (poveri renziani di Noha, ora non sanno più a che santo votarsi. Anzi votare).
L’ultimissima cocciolata è ovviamente sul mega-porco (l’ex-assessore continua ad appellarlo “parco”, bontà sua), che sarebbe ottimo, irrinunciabile, impellente (come quando devi correre in bagno, per dire) per via delle solite “ricadute occupazionali” (ricade sempre su questa balla quotidiana chi ha il cemento in testa, non c’è niente da fare); secondo, per i tributi che entreranno nelle casse del comune di Galatina (sì, come no, azzereranno il debito in quattro e quattro otto e avanzeranno pure); e terzo perché se non lo colassero a Galatina, il mega-porco commerciale si farebbe più in là (come le sorelle Bandiera).
Pensavo tra me e me: “Il rieccolo” de noantri sembra pintu e scuddhratu al segretario del suo partito (il quale affermò deciso: “se perdo il referendum lascio la politica”). Pare che in quella consorteria funzioni così: qualcuno si dimette, ma in dosi omeopatiche, diciamo, senza esagerare.
Però devo riconoscere che questa candidatura almeno un risultato positivo l’ha già ottenuto: grazie agli agguati feisbucchini sponsorizzati dal Coccioli per lanterne, il sottoscritto ha ormai una sorta di repulsione nel compulsare il suo profilo più di una volta al giorno, per paura dell’apparizione di quest’altra primadonna della pOLITICA nostrana e soprattutto delle sue frasi fatte e dei suoi slogan per bimbi-minchia.
Vedete, a volte basta poco per guarire in un’unica botta da narcisismo compulsivo, vanità personale, bassa autostima, e nostalgia della politica del tempo che fu.
Antonio Mellone
nov182023
Alla presenza del Presidente del Circolo Sig. Antonello De Pascalis e del nostro Dirigente Scolastico Prof. Andrea Valerini, siglato oggi 16 novembre importante accordo che formalizza la già consolidata collaborazione tra I.I.S.S. “Laporta/Falcone-Borsellino” e A.S.D. CIRCOLO TENNIS GALATINA.
La rete sociale che nasce dalla Convenzione consentirà agli studenti frequentanti le classi 1^ - 2^ - 3^ dell’Indirizzo Professionale “Servizi Commerciali con curvatura Sportiva” di effettuare 2 ore al mese di Scienze Motorie, tra quelle previste nel proprio quadro orario curriculare, presso il Circolo Tennis di Galatina, usufruendo degli impianti sportivi e della professionalità di un istruttore qualificato di tennis.
L’iniziativa ha suscitato grande entusiasmo da parte degli alunni coinvolti, che potranno così diversificare la pratica sportiva presso una struttura ben attrezzata e vicina agli obiettivi formativi del percorso scolastico frequentato, l’unico attivo a Galatina con potenziamento delle Scienze Motorie (4 ore settimanali).
Coltivare la passione per il tennis a scuola….. si può?
Sì, al “Laporta/Falcone-Borsellino”!
Un ringraziamento particolare va al Presidente del Circolo sig. Antonello De Pascalis per la fiducia e pronta disponibilità alla collaborazione, espressione di profondo senso civico ed amore per i giovani.
I.I.S.S. "Laporta/Falcone-Borsellino" - Galatina
set172010
lug142020
Premiata ancora una volta la capacità progettuale dell’amministrazione Amante. Finanziato con 100mila euro il progetto di riqualificazione dell’impianto polisportivo di Noha, oggi in stato di abbandono. Il progetto, frutto di diverse partnership territoriali con associazioni di promozione sociale e sportive e istituzioni scolastiche prevede la riqualificazione dell’impianto con la messa a nuovo e a norma del campo di calcetto, di un campo da tennis e del campo di beach volley. Inoltre verrà realizzato un campo di basket utilizzabile anche da ragazzi diversamente abili. Infine verranno adeguate le strutture già presenti (spogliatoi) e messi a norma tutti gli impianti.
“Il finanziamento in oggetto – dichiara l’assessore ai lavori pubblici Loredana Tundo – è il frutto di un lavoro partecipato col territorio già dall’individuazione dell’impianto oggetto degli interventi e di costante dialogo con le associazioni del territorio circa le esigenze e le potenzialità dello stesso. Una volta adeguato e restituito all’utilizzo della frazione di Noha, l’impianto sarà nuovamente quel punto di riferimento per il ragazzi che era un tempo e contribuirà a riqualificare tutta l’area. Il dialogo costante poi con l’istituzione scolastica presente sul territorio contribuirà a sopperire alle mancanze delle strutture scolastiche in fatto di luoghi aperti e facilmente accessibili dagli studenti.”
Ufficio Stampa Marcello Amante
mag282010
La frase del titolo è un’esclamazione di Lorenzo Tomatis, uno dei maggiori oncologi del dopoguerra morto nel 2007.
crf “Così ci uccidono”, Emiliano Fittipaldi, Rizzoli, Milano, 2010.
Vogliamo un paese produttore di energie e quindi quasi certamente di rifiuti tossici o un bel paese?
La salvaguardia della natura va fatta a prescindere dal colore politico. Le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di fare il bene per il popolo in maniera democratica. I cambiamenti di simpatia da un partito all’altro non devono influire sulle scelte guidate dalla ragione. La mia osservazione in merito a contrada Roncella, è volta alla difesa di quel territorio, che altrimenti verrebbe devastato dall’ennesimo impianto fotovoltaico. Oggi è una superstite area naturale, ancora incontaminata da prodotti di scarto dell’uomo. E non può essere paragonata a nessuna distesa di pannelli, nemmeno se sopra vi si dipingessero diecimila ulivi secolari o prati di papaveri rossi. Se ognuno di noi avesse più cura del proprio spazio, saremmo un paese civile. Purtroppo non è così.
Non è necessario essere professori o geni dell’economia per chiedersi da che parte sta la verità. Sarebbe sufficiente confrontarsi democraticamente (e lottare per mantenere questo diritto), informarsi ed avere un briciolo di attenzione per il mondo che ci circonda, comprese le attività di alcuni furbi rivolte esclusivamente al proprio lucro. Il territorio in quanto ambiente di vita per tutta la natura, fatta di flora e fauna e non di cemento e immondezzai, non ci appartiene. Lo abbiamo ereditato dai nostri predecessori, e siamo altresì obbligati a lasciarlo ai nostri successori indenne il più possibile da inquinamenti di ogni sorta.
Oppure pensiamo davvero di essere eterni o di poter arraffare tutto per portarcelo all’altro mondo?
I pannelli fotovoltaici di per sé inquinano, e non solo per le parti in plastica o derivati usate nella struttura o per i cablaggi vari, ma per il fatto stesso che per costruirle si inquina ma soprattutto un terreno ancora allo stato naturale si riempie di carcasse di alluminio, ferro e silicio. Ma visto che è proprio necessario procedere al fotovoltaico sarebbe bene utilizzare gli spazi già occupati da case, palazzi e capannoni (ce ne stanno a bizzeffe) prima di ricoprire i residui centimetri quadrati di terra a nostra disposizione.
Il problema allora non sta nella scelta del fotovoltaico, ma nel fatto che si finisce sempre per esagerare. Gli utili diretti spesso vanno a quei pochi che sfruttano il meccanismo degli incentivi, ribaltando sui poveri cittadini il costo sociale. A questi ultimi restano le briciole, le macerie da smaltire a fine ciclo degli impianti, i problemi ecologici derivanti dallo scempio ambientale, oltre che il costo degli incentivi (che di fatto sono pagati da tutti i contribuenti).
Oramai dovremmo sapere tutti che una richiesta maggiore di energia da parte del mercato serve solo a produrre ulteriori forme di inquinamento, sia nella fase di produzione dell’energia stessa (vedi scorie e rifiuti tossici vari) che nelle migliaia di oggetti usa e getta di cui stiamo riempiendo la terra. Senza accorgercene stiamo chiedendo di avere ulteriori “beni” spargi veleni: altre televisioni, altre luci da accendere, altre auto da rottamare, altri viaggi low-cost, altre inutili autostrade, altre TAV, altre piattaforme petrolifere, altre antenne per la telefonia, altri ponti sugli stretti…
Più questo trend cresce e più aumentano le aree pericolose per la salute pubblica, compresi i depositi tossici per decenni, secoli e millenni.
I turisti non verranno nel Salento, a Galatina, a Noha o in qualche altro paese intorno a noi per vedere distese di fotovoltaici o foreste di pale eoliche o, peggio ancora, coste ricoperte di colate di cemento sottoforma di ville, alberghi, capannoni o villaggi turistici. Gli spot pubblicitari sul nostro Salento ci parlano di mare, di coste naturali e di un territorio ancora indenne da segnali di inquinamento e di stupidità umana. Facciamo in modo che questa volta non si tratti della solita propaganda ingannevole.
La difesa di questo patrimonio di benessere dal vandalismo consumistico o dalle paventate sedi di nuove Cernobil, con connessi depositi di scorie radioattive, dovrebbe essere per ognuno di noi il primo obiettivo da raggiungere.
L’energia è necessaria, ma la terra è indispensabile. Non ne abbiamo altre sulle quali poter vivere.
Marcello D’Acquarica
mag142021
In mattinata i sindaci del circondario galatinese e i referenti del Comitato civico ambiente e salute incontreranno l’assessora Maraschio, in un tavolo avviato a marzo. Dal rapporto Arpa, redatto al termine dell’ispezione di luglio, emergono livelli di sostanze nocive nelle acque che supererebbero la soglia consentita
Potrebbe essere una giornata significativa, quella di oggi, per la vicenda Colacem di cui abbiamo scritto nelle scorse ore, allegando documenti in esclusiva. Nella tarda mattinata, infatti, il Coordinamento civico ambiente e salute e i sindaci del circondario galatinese incontreranno l’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio e il capodipartimento Ambiente, Paolo Garofoli.
Intanto, però, spunta un verbale di prescrizione nei confronti del cementificio che l’Arpa, l’Agenzia regionale protezione ambientale, ha inviato alla Procura della Repubblica di Lecce a settembre scorso. Al termine del rapporto di un’attività ispettiva ambientale eseguita all’interno dello stabilimento galatinese, l’Arpa ha inoltrato comunicazione di notizia di reato alla Procura, ravvisando ipotesi contravvenzionali in materia ambientale. Nel verbale si segnalano criticità e non conformità, solo parzialmente chiuse dall’azienda.
Dal Dipartimento ambiente provinciale dell’Arpa e dal Dipartimento impiantistica e rischio industriale sono state impartite alcune prescrizioni nei confronti di Colacem, al termine di un sopralluogo ordinario eseguito in tre giornate nel mese di luglio del 2020. Nel rapporto conclusivo redatto dai funzionari dell’Agenzia regionale di protezione ambiente sono state riscontrate delle irregolarità in materia di tutela ambientale, poi comunicate alla Procura della Repubblica di Lecce. Limiti sarebbero stati per esempio superati relativamente alla presenza di Cadmio, Nichel, Piombo e Nitriti all’interno delle acque sotterranee: parametri superati di un decimo rispetto a quelli consentiti. Ma le anomalie - che l’azienda avrebbe solo parzialmente sanato - riguarderebbero diversi aspetti, legati tra gli altri anche ai sistemi idraulici di separazione delle acque. “Alcune superfici scolanti impermeabilizzate, limitrofe all’impianto di trattamenti delle acque meteoriche denominato Area B non sono dotate d una rete di raccolta e convogliamento delle acque meteoriche medesime”, si legge nel verbale.
Tra le criticità sollevate dagli ispettori regionali anche quelle relative agli impianti di trattamenti delle acque meteoriche denominati Area B e Area C: "Sono dotati ognuno di un dissabbiatore, ubicato a monte dell’impianto, che al momento del sopralluogo risultavano pieni d’acqua sebbene fossero trascorse più di 48 ore dall’ultimo evento meteorico, non garantendo, pertanto, le condizioni previste dall’articolo 10 del Regolamento della regione Puglia del 9 dicembre del 2013, e la separazione delle acque di prima pioggia dalle acque di dilavamento successive (acque di seconda pioggia)”. Tre le righe del verbale inoltrato alla magistratura si legge ancora: “Tutti gli impianti delle acque meteoriche, a servizio delle zone A, B,C, D, non sono dotati di un idoneo sistema di deviazione idraulica, attiva o passiva, che consenta di separare le acque di prima pioggia dalle acque di dilavamento successive”. Alla ditta è stato pertanto imposto di procedere con l’adeguamento degli impianti non in regola, entro 90 giorni a partire da settembre.
Il tavolo regionale, avviato già dal mese di marzo, si metterà in giornata al lavoro per un’analisi sull’impatto ambientale e sanitario prodotto dal cementificio di Galatina sul territorio. La richiesta giunta sulla scrivania dell’assessorato all’Ambiente è quella di ridurre la pressione ambientale, subordinando l’autorizzazione a Colacem alla Valutazione di impatto sanitario (Vis) da effettuarsi secondo linee guida accreditate a tutela della salute delle comunità del Galatinese. Una richiesta già indirizzata, a dicembre scorso, ad Aress Regione Puglia dal Dipartimento di prevenzione della Asl Lecce per “le potenziali ricadute cumulative di tutte le attività produttive presenti nell’area industriale di Galatina-Soleto”. (Alleghiamo nuovamente la missiva di Asl Lecce, qui accanto)
Tra le priorità prese in esame in giornata, la riduzione della pressione ambientale e del consumo delle risorse (244 litri di acqua per 309mila e 900 tonnellate di cemento prodotto a Galatina), lo stop cautelativo all’impianto, in attesa della realizzazione della Vis, nell’area Galatina-Soleto con la più alta incidenza complessiva di neoplasie e di malattie polmonari croniche della provincia. Valutazione che dovrebbe essere eseguita preliminarmente e non successivamente al rilascio dell’autorizzazione. Insomma, sarebbe un bene che l’ente Provincia accertasse la compatibilità di un simile stabilimento con il diritto alla salute della comunità, prima del rilascio di qualunque autorizzazione.
I riflettori del tavolo istituzionale sono dunque tutti puntati sul riesame dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale al cementificio sede legale a Gubbio, concessa nel febbraio del 2018 dalla Provincia di Lecce, rianalizzata nel 2019. Il tutto sebbene undici single mediche e due autorevoli studi realizzati da Asl Lecce, Cnr e Istituto superiore della Sanità abbiano già snocciolato preoccupanti dati scientifici relativi all’incidenza dei tumori polmonari proprio in quella porzione dell’entroterra salentino. L’intero circondario è stato infatti dichiarato dall’Iss “area cluster per tumori polmonari”.
I primi cittadini dei Comuni che orbitano attorno a uno dei cementifici tra i più grandi d’Europa hanno presentato ricorso al Tar: quest’ultimo si esprimerà a ottobre prossimo. Della questione se ne parlerà nella Conferenza dei servizi, in Provincia, prevista per il prossimo 18 maggio e rinviata nelle ultime ore al 4 giugno. Proprio l’ente di Palazzo dei Celestini, con presunte violazioni della normativa processuale, ripropone infatti di riesaminare l’Aia relativa all'impianto di produzione di materiale laterizio (clinker) per 500 tonnellate al giorno: ma quel provvedimento è oggetto di un giudizio di annullamento davanti al Tribunale amministrativo regionale. Lo stabilimento galatinese è inoltre oggetto di consulenza tecnica d’ufficio, conferita nel dicembre del 2019.
Diverse le presunte anomalie emerse nel provvedimento autorizzativo e sulle quali il Comitato e le amministrazioni comunali vogliono vederci chiaro, chiedendo alla Provincia di esprimersi. Nella voce “scarichi idrici”, per esempio, non sarebbe presente un richiamo al rispetto dei limiti dello scarico e per il monitoraggio delle acque sotterranee, mentre le prescrizioni sulle emissioni sono ritenute insufficienti. Senza tenere conto, inoltre, che il monitoraggio di alcune sostanze inquinanti emesse dovrebbe essere eseguito di continuo, non estemporaneamente. E, soprattutto, questo stesso controllo dovrebbe essere effettuato da soggetti indipendenti e non dalla proprietà dello stabilimento.. Mancherebbero, infine, dei vicoli circa l’utilizzo del coke da petrolio.
L’impianto industriale Colacem, attivo da quasi 80 anni, produce circa 600mila tonnellate all’anno di anidride carbonica. Se il progetto di utilizzare Css venisse autorizzato (il combustibile solido secondario, derivante dalla centrale di Cerano), le emissioni si andrebbero a sommare a carbone, olio pesante e coke da petrolio. Quest’ultimo era considerato fino ad alcuni anni addietro un rifiuto tossico e altamente nocivo. Tanto che un maxi sequestro di quella ritenuta sostanza ritenuta dannosa- eseguito dai carabinieri del Noe nel 2008 all’interno dell’ex Ilva - rappresenta un importante pezzo delle cronache pugliesi.
dic162022
Egr. Direttore,
siamo in un periodo prefestivo e l’attenzione è, naturalmente, rivolta alle festività natalizie.
Sarò forse considerata troppo pragmatica, ma oggi il mio ruolo di Consigliere Comunale di minoranza, supportato dall’esperienza nei cinque anni precedenti in prima linea da assessore ai lavori pubblici, mi impone alcune riflessioni sull’attività amministrativa della nostra città.
Il fattore “tempo” non può e non deve essere l’elemento guida centrale per chi è chiamato a programmare governando la città, certo sarebbe bello e auspicabile il tutto e subito, ma inevitabilmente ci si ritrova a dover scontrarsi, quasi quotidianamente, con problematiche impreviste e imprevedibili che assorbono le limitate energie umane della macchina amministrativa, obbligando talvolta a scegliere, anche tra le emergenze, quale rimandare. Amministrando la cosa pubblica il “tempo” è quindi una variabile spesso prigioniera della burocrazia che imballata da norme e disposizioni fa da freno all’attività politica ma, sia chiaro, le leggi e le norme, anche se considerate sbagliate o fuori tempo, vanno cambiate e non disattese o raggirate. E’ questo un principio di legalità su cui l’amministrazione di cui ho fatto parte non ha mai ovviato; senza alcun rammarico, anche a costo di dover pagare consapevolmente un prezzo politico.
Tutta questa premessa per invitare ad abbandonare ogni polemica su chi ha fatto cosa e quando, tanto banale quanto sterile, il “tempo” se non è un alleato di chi amministra protempore è però certamente “galantuomo” e al momento giusto sa riconoscere meriti e demeriti a tutti.
La Città pian piano sta cambiando volto e nessuno può disconoscere che quanto oggi si realizza ha quasi sempre origine nell’attività dei cinque anni precedenti nei quali l’amministrazione del Sindaco Amante ha saputo cogliere le possibili opportunità di programmare mentre affrontava con determinazione il predissesto finanziario e il periodo della pandemia. In una continuità amministrativa è ovvio e scontato che si dia seguito ai progetti ereditati, così come l’amministrazione Amante ha portato a termine i progetti sul Cavallino Bianco e sulla palestra di via Montinari l’amministrazione Vergine ha il compito di portare a termine i tanti progetti avviati e/o messi in cantiere dalla precedente, magari provando ad impiegare più energie sul fare che nell’apparire.
Ed proprio su questo che allora concentro la mia riflessione di fine anno.
Se il rinnovo della pubblica illuminazione è in corso e qualche altro progetto è in fase di avvio come la rigenerazione della villa comunale a Galatina e il rifacimento del manto stradale del comparto Guidano, su molti altri progetti, tutti già finanziati , non si ha notizia di attività negli atti amministrativi: la palestra di via Arno da completare, la palestra di Collemeto i cui lavori sono conclusi, la messa in sicurezza della Torre dell’Orologio di Noha, l’ampliamento del CCR di Galatina per il quale la regione ha già erogato un primo acconto, la Biblioteca Comunale, gli impianti laterali del Campo Sportivo di Noha pensati inclusivi e fruibili dai diversamente abili, il Giardino di Comunità a Collemeto (ereditato), il PCMC (piano comunale della mobilità ciclabile), il PEBA (piano abbattimento barriere architettoniche), il precampo di via Chieti i cui lavori dovrebbero essere stati già affidati, la progettazione finanziata per lavori di mitigazione idrogeologica.
Ed ancora, tutti i progetti candidati al PNRR per i quali si inizia a parlare di revoca per ritardi nel mette a cantiere le opere: l’efficientamento dei 32 appartamenti delle case popolari di Noha, l’efficientamento energetico del Cavallino Bianco per il quale il TAR ha dato ragione all’ente sull’opposizione della Sovrintendenza, la nuova mensa scolastica per il plesso scolastico di via Spoleto, l’edilizia scolastica con l’efficientamento e l’adeguamento strutturale di tutto il plesso di via Spoleto.
Una nota a parte merita il progetto PNRR per la rigenerazione urbana che darebbe nuova veste a una larga zona della città, con il quale si è previsto di riqualificare, con un finanziamento già disponibile di 5ml di euro, piazzale stazione, piazza Falcone e Borsellino (via Arno) e piazza Vittima delle Foibe (Bersaglieri) e per il quale l’immobilismo dell’amministrazione ci è già costato 500.000 euro ulteriori messi a disposizione dal Ministero per l’adeguamento dei prezzi.
Inerzia amministrativa che potrebbe far perdere alla città anche il primo finanziamento CIPE di 3 milioni di euro (più 1ml integrativo delle Regione) per interventi volti alla soppressione di 2 passaggi periferici all’allargamento del sottopasso di Via Teramo (Ponte Picaleo), perché una delle condizioni contenute nel disciplinare, pena la revoca del finanziamento, prevedeva quale termine ultimo per l’assegnazione dei lavori il 31 dicembre 2022 e l’avvio dei lavori entro il 31.06.2023. E’ uno dei problemi atavici galatinesi irrisolti quello dei passaggi a livello che l’amministrazione Amante aveva inteso affrontare puntando, proponendo e interloquendo con Ministero e FFSS per l’unica soluzione definitiva possibile: l’interramento della linea ferroviaria nel tratto che interessa il tessuto urbano.
Qualche mese fa il Sindaco Vergine ha dovuto affrontare anch’egli le problematiche legate alla presenza di due passaggi a livello che di fatto chiudono i galatinesi nel perimetro urbano per lungo tempo, ha dato notizia che a breve avrebbe interloquito a Bari con l’assessore Anita Maurodinoia, non è dato sapere se l’incontro c’è stato e se si è ottenuto il risultato sperato.
Tanta carne al fuoco ha ereditato l’amministrazione Vergine, tanti i progetti che potrebbero cambiare il volto della Città proiettandola verso un certo rilancio. Progetti di tutta Galatina, da fare propri, da portare avanti con caparbietà e determinazione, riconoscendo i meriti a chi ne ha e provando magari anche a programmare per il futuro. Quando si vuol veramente lavorare per il bene di Galatina la prospettiva e il limite non può essere quello della durata della propria amministrazione.
Su tutto questo chiedo al Sindaco Vergine e alla sua squadra assessorile di informare i galatinesi che hanno il diritto di sapere. Nel mio ruolo di consigliera di minoranza vigilerò e se necessario contesterò le scelte (sempre che ci siano) perché a questo è il ruolo assegnatomi dai tanti elettori che hanno avuto fiducia in me, lo farò con la caparbietà e la tenacia che mi riconosco a costo di risultare, alla maggioranza di governo, fastidiosamente una che “disturba il manovratore”.
La ringrazio per l’attenzione e lo spazio che vorrà dedicarmi attendendo fiduciosa, assieme a tutti i galatinesi, risposta nel merito alle mie osservazioni.
Loredana Tundo
Consigliera Comunale lista CON
set062010
Tira una brutta aria eolica, per le ninfe e i fanciulli che da millenni vivono tra gli ulivi secolari del meraviglioso colle San Giovanni a Giuggianello: non hanno i timbri in regola. C' è chi dirà: ma se ne hanno scritto Nicandro e Ovidio e probabilmente pure Aristotele! Fa niente: non hanno i timbri in regola. Lo dice una sentenza del Consiglio di Stato. Secondo il quale un posto può anche essere la culla della memoria magica di un popolo ma se non ha le carte in regola, cioè un timbro della sovrintendenza che dice che effettivamente è la culla della memoria magica di un popolo, non ha diritto a tutele. Testuale: «A prescindere dal fatto che tali miti e leggende non risultano essere stati individuati da un provvedimento legislativo, non si vede come l' impianto degli aerogeneratori possa interferire su tale patrimonio culturale». Appunto: «non si vede». Nel senso che i giudici non hanno «visto» l' area in cui dovrebbero sorgere le immense pale eoliche se non sulla carta. Perché certo non avrebbero mai potuto scrivere una cosa simile se fossero saliti su queste colline dolci che hanno incantato nei secoli i viaggiatori. Se avessero visto, scavata nella viva roccia, l' antica e commovente chiesetta rupestre di San Giovanni. Se si fossero fermati davanti a questi massi enormi dalle forme incredibili che scatenarono le fantasie e la devozione dei nostri avi. Se avessero camminato all' ombra di questi ulivi grandiosi. Come può un paradiso bucolico come questo non essere devastato da 12 pale eoliche alte 80 metri cioè quanto 12 palazzine di 25 piani? Eppure questo, salvo miracoli, è il destino della Collina dei Fanciulli e delle Ninfe a Giuggianello, pochi chilometri a sud della strada che da Maglie porta a Otranto, nel Salento. Non è un punto qualunque sulla carta geografica, questa collina. Come spiega l' ambientalista Oreste Caroppo in un delizioso saggio, è conosciuto «l' Acropoli della civiltà messapico-salentina antica». Qui sono ambientate da migliaia di anni leggende riprese da Nicandro di Colofone: «Si favoleggia dunque che nel paese dei Messapi presso le cosiddette "Rocce Sacre" fossero apparse un giorno delle ninfe che danzavano, e che i figli dei Messapi, abbandonate le loro greggi per andare a guardare, avessero detto che essi sapevano danzare meglio. Queste parole punsero sul vivo le ninfe e si fece una gara per stabilire chi sapesse meglio danzare. I fanciulli, non rendendosi conto di gareggiare con esseri divini, danzarono come se stessero misurandosi con delle coetanee di stirpe mortale; e il loro modo di danzare era quello, rozzo, proprio dei pastori; quello delle ninfe, invece, fu di una bellezza suprema. Esse trionfarono dunque sui fanciulli nella danza e rivolte ad essi dissero: "Giovani dissennati, avete voluto gareggiare con le ninfe e ora che siete stati vinti ne pagherete il fio". E i fanciulli si trasformarono in alberi, nel luogo stesso in cui stavano, presso il santuario delle ninfe. E ancora oggi, la notte, si sente uscire dai tronchi una voce, come di gente che geme; e il luogo viene chiamato "Delle Ninfe e dei Fanciulli"». Un mito rilanciato, come dicevamo, da Publio Ovidio Nasone. E trattato anche nel Corpus Aristotelico dove si accenna al salentino Sasso di Eracle: «Presso il Capo Iapigio vi è anche una pietra enorme, che dicono venne da Eracle sollevata e spostata, addirittura con un sol dito». E coltivato dai contadini della zona che raccomandavano ai figlioletti di non andare a giocare alle rocce del «Letto della vecchia», del «Sasso di Eracle» e del «Piede di Ercole», spiega Caroppo, perché potevano «apparire loro le fate» e chissà quale incantesimo erano capaci di fare. Leggende. Ma nessuno, un tempo, avrebbe osato profanare un sacrario della memoria antica come questo. Così come nessuno avrebbe osato abbattere migliaia di ulivi stuprando quella che da secoli è l' immagine stessa del Salento. Marcello Seclì, presidente della sezione salentina di Italia Nostra, non si dà pace mentre ci trascina tra i viottoli delle campagne tra Parabita e Gallipoli e poi a Scorrano e a sud di Maglie e mostra come intere colline siano state tappezzate da quell' altra forma di violenza alla natura che possono essere le distese sterminate di pannelli fotovoltaici. Pannelli bruttissimi. Giganteschi. Tirati su senza rispetto per la natura. Per la fatica dei nostri nonni che piantarono gli ulivi sradicati. Per la vocazione turistica dell' area. Fa impressione rileggere oggi quel che mezzo secolo fa scriveva sul «Corriere» Alberto Cavallari parlando del Salento come del «più bel paesaggio d' Italia»: «Sorgono nel leccese i paesi più affascinanti del Sud, come Nardò, o la città morta di Otranto. Restano infatti i borghi civili, asciugati dal mare e dal vento, nitidi come la loro povertà. Le coste, spesso frastagliate nello scoglio, non sono ancora deturpate: sono piene di grotte, leggendarie e favolose, mentre lontano si vedono le "pagliare" dei pastori, e i riverberi, i luccichii dei due mari (come una volta scrisse Piovene) "sembrano quasi incontrarsi a mezz' aria" nel punto in cui l' Italia finisce, o meglio sfinisce, dentro l' atmosfera di un miraggio». Non aveva dubbi, Cavallari: «Difendere questa provincia e conservarla è così certo l' unico modo di fare della buona economia». Questo doveva fare, il Salento: puntare su «un turismo di classe, come quello che si svolge in Grecia, redditizio e ricco, e certo meglio di un' industrializzazione assurda e asfittica». I dati di questi giorni dicono che il turismo è davvero la chiave della ricchezza salentina. L' Apt gongola sventolando un aumento del 5%, che in questi tempi di magra vale doppio. E contribuisce a «collocare il Salento ai vertici della classifica nazionale». Italiani, soprattutto. Ma anche tanti stranieri. In testa tedeschi, francesi e inglesi. Vengono per vedere la cattedrale di Otranto e inginocchiarsi davanti alle reliquie dei morti nella strage del 1480 ed emozionarsi nel leggere che il corpo senza testa di Antonio Pezzulla detto il Primaldo, il primo degli ottocento martiri di Otranto a venire decapitato per ordine del Gran Visir Achmet «lo Sdentato», «si alzò e restò in piedi fino al termine della strage e non ci fu forza che valesse ad atterrarlo». E poi vengono per le orecchiette e i turcinieddhri e le ' ncarteddhrate e tutte le altre leccornie della formidabile cucina salentina e il suo olio e il suo vino. E vengono per la notte della Taranta, quando a fine agosto accorrono in decine di migliaia a Melpignano per ballare e ballare fino a uscir di senno con la «pizzica pizzica». Ma verrebbero ancora, se il Salento fosse definitivamente stravolto da una edilizia aggressiva che ha già deturpato parte delle sue coste come a Porto Cesareo, San Cataldo o Ugento? Se le distese di ulivi che costituiscono la sua essenza fossero sistematicamente rase al suolo? Se questo panorama che trae la sua bellezza non dalla vertigine delle vette dolomitiche ma dalla dolcezza delle distese appena ondulate venisse trafitto da centinaia e centinaia di pale eoliche? «Lecce, città dell' arte, / se ne infischia / di chi arriva e di chi parte», dice un vecchio ritornello usato dagli antifascisti il giorno in cui Achille Starace, il braccio destro di Mussolini che era nato a Sannicola, tornò in pompa magna della terra natia. E per certi versi la città è rimasta così come la vide Cavallari. Una città «aristocratica, spagnolesca, narcisista». In qualche modo «tagliata fuori dalla Puglia dinamica». Dove, nonostante l' orrore di certi quartieri residenziali e la bruttura della ragnatela di cavi neri che dovrebbe servire la metropolitana di superficie incompiuta da un mucchio di anni, è ancora emozionante camminare tra pietre e chiese di rara eleganza. Il problema di chi arriverà ancora e di chi se ne andrà, però, esiste. E dipende dal rischio di un' accentuazione del degrado paesaggistico. Cinquantuno anni dopo, il reportage a puntate lungo le coste scritto da Pier Paolo Pasolini per la rivista «Successo» e riproposto nella versione integrale con il titolo «La lunga strada di sabbia» da Contrasto, va riletto: «In quello slanciato ammasso di case bianche, inanellato da lungomari e da moli, la gente vive una vita autonoma, quasi ricca, si direbbe, quasi non ci fosse soluzione di continuità con qualche periodo della storia antica, che io non so, né faccio in tempo a capire: il demone del viaggio mi sospinge giù, verso la punta estrema. Ci si arriva lentamente, mentre intorno la regione si trasforma, si muove in piccole ondulazioni, si ricopre d' ulivi. Santa Maria di Leuca si stende lungo il mare con una fila di villini liberty, lussuosi, rosei e bianchi, incrostati d' ornamenti, circondati da giardinetti...» Fece una gran fatica, PPP, «nel sole feroce» ad arrivare fino alla punta estrema del tacco d' Italia, fino a questo splendido promontorio dove, come ha scritto Giuseppe Salvaggiulo nel libro collettivo «La colata» scritto con Andrea Garibaldi, Antonio Massari, Marco Preve e Ferruccio Sansa, «sei ancora sulla terra, ma ti senti già in mare». E forse proprio per questo tanti viaggiatori ci vengono ancora: perché non è alla portata di tutti, appena fuori da uno svincolo autostradale come tanti vacanzifici traboccanti di discoteche, bazar e McDonald. Perché arrivarci costa fatica. E questa fatica appare loro in qualche modo obbligata per assaporare il gran premio finale: la vista su un mare di una bellezza che ti mozza il fiato. Diceva il poeta e saggista Franco Antonicelli, in occasione di un lontano viaggio con Italo Calvino: «Anche Reggio Calabria è alla fine della penisola, ma subito dopo c' è l' isola e subito dopo l' Africa; non c' e tempo di perdersi. Ma a Leuca sì...» Di là del promontorio c' è il mare. Solo il mare. «Uffa!», sbottano gli «sviluppisti». E dicono che no, anche il luogo più lontano d' Italia, quello che partecipò al processo unitario solo con Liborio Romano, di cui parla Nico Perrone, deve essere collegato al resto del mondo con una superstrada. Un' arteria che dovrebbe partire da Maglie e scendere giù per 40 chilometri, con le sue 4 corsie per 22 metri complessivi e un viadotto di 500 metri su 26 piloni di cemento fino a una mastodontica rotonda del diametro di 450 metri, lunga un chilometro e mezzo, che intrappola un' area estesa quanto 23 campi di calcio. Una mostruosità, dicono gli ambientalisti. Che stanno dando battaglia a colpi di ricorsi un po' a tutto. Alla superstrada voluta da Raffaele Fitto, il giovane ministro amatissimo da Berlusconi e figlio di quella Maglie che in passato aveva dato all' Italia uomini della statura di Aldo Moro. A ulteriori cementificazioni di coste già abbruttite da lottizzazioni selvagge. Al progetto spropositato di quadruplicare il santuario di Santa Maria de Finibus Terrae svettante su Santa Maria di Leuca e farne un edificio (citiamo ancora «La colata») di «ventiduemila metri cubi eretti su una superficie grande la metà di un campo di calcio per ospitare otto celebrazioni giornaliere, presbiterio con annesso palco per quaranta sacerdoti concelebranti, penitenzieria con almeno dieci postazioni confessionali, aule per catechesi e attività connesse».. Battaglie difficili. Segnate a volte da sconfitte sconcertanti. Come quella della sentenza sulla Collina delle ninfe che ribaltava il verdetto del Tar che aveva accolto in pieno la tesi dell' avvocato Valeria Pellegrino spiegando che l' impianto eolico andava bloccato perché quei miti e quelle leggende millenarie avevano determinato «un legame tra le popolazioni che ruotano attorno all' area de qua che va ben oltre la percezione visiva e dunque fisica dei luoghi». O come un altro verdetto del Consiglio di Stato che, anche qui ribaltando il precedente giudizio del Tar che dava ragione all' avvocato di Italia Nostra Donato Saracino, ha accolto le tesi della società tedesca Schuco International. La quale aveva comprato terreni a Scorrano per metterci un mare di pannelli fotovoltaici per un totale di una quindicina di megawatt. Un impianto enorme. Frazionato in quattro pezzi diversi, con una furbizia «all' italiana», per stare al di sotto di certi limiti ed evitare la grana della Via, la valutazione dell' impatto ambientale. Vi chiederete: come mai anche i tedeschi vengono a investire nel Salento? Perché nel nostro Paese del Sole, dove fino al 2006 si produceva con i pannelli 70 volte meno che nella «grigia» Germania, è stata fatta una scoperta: il «solare» può essere una manna. I dati dicono che nel 2009 l' elettricità da fonti rinnovabili è aumentata del 13%. Ma se l' eolico ha avuto una crescita del 35%, il fotovoltaico ha registrato in dodici mesi un boom: + 418%. Tredici volte di più. Sia chiaro: come per le pale eoliche, anche per il fotovoltaico vale lo stesso discorso. C' è modo e modo, c' è luogo e luogo. Gli incentivi, qui, sono faraonici. Come in nessun Paese al mondo. In base alle regole introdotte nel 2007, per esempio, si prendono i soldi per l' elettricità prodotta anche per impianti microscopici. E tutto si scarica sulle tariffe: più energia rinnovabile viene prodotta, più le bollette sono care. La progressione è geometrica. Nel 2008 gli incentivi fotovoltaici hanno pesato sugli utenti per 110 milioni di euro? L' anno seguente sono triplicati: 344. Ovvero un sesto di quanto abbiamo speso per incentivare le fonti rinnovabili: oltre 2 miliardi di euro. Conto salito nel 2010 a 3 miliardi. «Quasi il 10% - ha detto il presidente dell' Autorità per l' Energia Alessandro Ortis -, dell' intero costo del sistema elettrico» nazionale perché «l' incentivo medio risulta pari a circa il doppio del valore dell' energia prodotta. Così paghiamo l' energia incentivata 3 volte quella convenzionale». E questo in un Paese dove già prima dell' esplosione di questo business le bollette erano le più care d' Europa. Ma è niente, rispetto alle previsioni dell' authority. La quale ipotizza, nel caso di raggiungimento degli obiettivi assegnati per il 2020 da Bruxelles ai vari Stati europei, una spesa aggiuntiva astronomica a carico di chi paga la bolletta: cinque miliardi l' anno per il 2015, sette per il 2020. Dei quali metà per i soli pannelli fotovoltaici. E questo, dice l' Autorità per l' energia, anche nel caso in cui gli incentivi vengano ridotti via via al 50%. Il guaio supplementare è che in un territorio urbanizzato come quello italiano, i pannelli finiscono per rubare terreni all' agricoltura. Alla faccia dei dubbi che già negli anni Novanta aveva manifestato Carlo Rubbia secondo il quale «per soddisfare la metà del nostro futuro fabbisogno elettrico con l' energia solare servirebbero circa 22.000 chilometri quadrati di pannelli, un' area grande più o meno quanto tutta la Sardegna». Ma sapete com' è fatta l' Italia: o tutto o niente. Così, dal totale disinteresse per le fonti rinnovabili, si è passati a un eccesso di incentivi. Mettetevi nei panni di un agricoltore: perché dovrebbe arare, seminare e trebbiare quando è molto meno faticoso e più redditizio riempire un campo di pannelli? E rieccoci in Puglia e nel Salento. Dove a chi installa meno d' un megawatt è sufficiente presentare, come abbiamo visto, una semplice Dia. Se la regione con più impianti fotovoltaici è la Lombardia (13.617), seguita da Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, la Puglia è quella che produce di più: 295 megawatt, dei quali 239 prodotti da 497 impianti collocati su terreni agricoli, per una superficie di 358 ettari. Viene dalla Puglia il 20% circa di tutta l' energia solare italiana, pari a 1.509 megawatt: potenza che richiede oltre 2.250 ettari di pannelli. Il Salento contribuisce alla produzione pugliese col 30%: vale a dire 87,6 megawatt, dei quali ben 76,6 su 115 ettari «rubati» all' agricoltura. Ma sono dati ufficiali che per Marcello Seclì sono già sfigurati dai nuovi impianti: «Il boom è nella seconda metà del 2009. In provincia di Lecce, secondo noi, sono già stati impegnati 2000 ettari, per la maggior parte non ancora collegati». E potete scommettere che la corsa non cesserà molto presto. I nuovi incentivi stabiliti dal ministero per lo Sviluppo economico da mesi occupato ad interim da Berlusconi, variano da un minimo di 28 a un massimo di 44 centesimi di euro al chilovattora. Da quattro a sei volte più del prezzo medio (7 centesimi) dell' energia elettrica prodotta con sistemi tradizionali. Avanti così, perché un contadino dovrebbe piegare la schiena sulla terra?
fonte: http://archiviostorico.corriere.it/2010/agosto/28/
Pannelli_solari_pale_tra_gli_co_9_100828006.shtml
RIZZO SERGIO, STELLA GIAN ANTONIO
giu282015
Come risaputo, la Pantacom srl, nota alle cronache locali per il suo “progetto” del Mega-parco commerciale da piazzare ad un fischio da Collemeto, non avendo (più) nulla da perdere, cerca di fare il suo mestiere ovvero i suoi interessi e, dunque, ricorre al Tar con l’intento di ottenere le concessioni edilizie o altre autorizzazioni (negate dal Comune per mancanza di idonee garanzie), e magari pure un bel risarcimento danni. O meglio, la società sembrerebbe pure disposta a pagare il milione di euro richiesto o a presentare la famosa fideiussione equipollente ma solo dopo il rilascio delle concessioni. Il solito cane che si morde la coda, insomma.
Probabilmente è l’ultima speranza per provare a vendere più facilmente il pacchetto (o rifilare il pacco) al miglior offerente proveniente da chissà dove (forse dall’altro mondo).
Peccato che la pubblica amministrazione, avendo a che fare con interessi pubblici, debba tutelarsi almeno un pochino con qualche garanzia un po’ più seria della semplice parola di una Fantacom qualsiasi, o della bella faccia dei suoi esponenti (cosa che i nostri politici si son ben guardati dal considerare, allorché, confidando nelle volute aeree degli asini, in maniera trionfalistica annunciavano il “buon lavoro” degli uffici comunali, le “buone pratiche amministrative”, e gli “importanti benefici per la comunità galatinese” [sic!]): altrimenti un pinco pallino qualsiasi, svegliandosi una mattina, potrebbe costituire una SRL, presentare un progetto un po’ più pantacomico di quell’altro, magari con numeri e promesse occupazionali molto più consistenti (e che ci vuole?), e ottenere così concessioni edilizie e autorizzazioni integrate a iosa senza garanzia alcuna.
Figurarsi se sindaco, assessori, e tutto il cucuzzaro al seguito, potevano soffermarsi su queste quisquilie, ovvero dar retta al sottoscritto allorché cercava disperatamente di puntualizzare codeste ovvietà. Niente: sono andati a cacciarsi in questo guaio senza fare un plissé.
Chissà se Montagna, Coccioli, Russi e Americani in vacanza hanno mai letto da qualche parte degli esuberi al Carrefour, a Media-World, all’Unieuro (di Cavallino, per esempio), alla Coop-Estense [pare che in quella di Lecce-Surbo, a meno di un quarto d’ora da contrada Cascioni, si voglia licenziare un numero di lavoratori che sfiora le 150 unità, per sostituirli con esterni pagati la metà, ndr]; chissà se hanno mai letto dei report statistici a proposito di casse e parcheggi vuoti ovunque; chissà se hanno mai letto del fatto che molto probabilmente questa formula non va più, che siamo ormai al tramonto degli ipermercati (luogo simbolo del consumismo anni ’80 e ’90), e che oggi vanno invece i mercatini (non l’area mercatale, la nuova boiata bollente nella pentola palazzorsiniana); chissà se hanno mai letto degli studi in merito alla crescita esponenziale del commercio on-line che fa sì che i mastodontici megastore in periferia siano ormai da considerarsi come i dinosauri, roba da archeologia commerciale, vestigia del Pleistocene. Insomma, chissà se hanno mai letto.
Sta di fatto che oggi son costretti a “difendersi” in tribunale contro la ricorrente Pantacom, nominando, pare, un avvocato di parte e stanziando tra le uscite del bilancio comunale 3.600,00 euro per la sua parcella.
Ora mi chiedo: ma perché mai dovremmo pagare noi altri gli errori (anzi le mega-cazzate) dei nostri amministratori? Non sarebbe finalmente il caso di far sborsare la cifra direttamente al sindaco e a tutti gli yes-man (o yes-woman) che hanno alzato la manina per votare a favore di questa scemenza chiamata Mega-parco (pur sapendo che la società proponente non valeva una cippa, e che le garanzie erano di fatto inesistenti)?
Facessero una bella colletta tra di loro, i nostri politici, e non si permetta loro di dissanguare ulteriormente le già esauste casse comunali.
Se per ragionare questi figuri avessero usato la testa anziché quel che più somiglia alla loro faccia non saremmo ora a questo punto.
Infine una chiosa sulla stampa, bellezza.
Il 12 marzo 2015, il Quotidiano di Lecce, o come cavolo si chiama, se ne esce con un articolo a proposito del ricorso al Tar da parte della Pantacom srl, ripetendo a pappagallo tutti i benefici riportati nel cosiddetto progetto del mega-parco commerciale, cioè la solita solfa fatta di “progetto da trenta milioni di euro”, di “un parco urbano di 5 ettari con piante, panchine e un'area giochi per bambini, impianti sportivi e per il tempo libero, due campi di calcetto e un impianto ludico-ricreativo per bambini di 10.000 metri quadri” e poi ancora di “cessione a titolo gratuito al Comune di uno spazio complessivo di 300 metri quadri, in una zona centrale dell'area commerciale, da destinare alla promozione dei prodotti locali [sic]” ed infine, ciliegina sulla torta, “l'assorbimento di 200 unità lavorative” con “una corsia preferenziale destinata ai cittadini residenti sul territorio da almeno tre anni dalla data di sottoscrizione della convenzione.”
L’articolo proseguiva con: “l'argomento in questi anni è stato molto dibattuto in città ed ha coinvolto nel dibattito cittadini, politici e associazioni di categoria. Fra chi guardava al progetto come un'opportunità occupazionale e chi invece intendeva contrastarlo”.
Chiaro? Secondo il “giornalista”, da un lato c’era chi guardava al progetto come un’opportunità occupazionale; dall’altro, evidentemente, chi voleva contrastarlo. Come se chi si opponeva e si oppone al mega-porco fosse a favore della disoccupazione.
Ma che stile, ma che correttezza, ma che deontologia professionale.
E’ proprio vero che se da certi giornali si togliesse la merda ci rimarrebbe giusto la carta.
Antonio Mellone
lug082018
Il fatto che i vari tg Orba, le mezze gazzette quotidiane e i leoni da betoniera si siano schierati a tastiere unificate come un plotone di esecuzione nei confronti di un articolo di Petra Reski, nel quale si evidenziano legittimi dubbi in merito a come sia stato finora gestito l’affaire Xylella, la dice lunga su quanto abbia ragione da vendere la giornalista e scrittrice tedesca, amica del Salento, mia e soprattutto della verità.
Per la sua attività letteraria e giornalistica, Petra ha ricevuto numerosi premi e candidature internazionali, e ovviamente querele. Queste ultime, provenendo quasi sempre dai mammasantissima dei più svariati settori (mai dagli esponenti del popolo), per chi scrive in buona fede e non sotto dettatura di padroni o in ascolto della voce del padrino sono da considerarsi veri e propri trofei, medaglie al valore, attestati di benemerenza di gran lunga più importanti di un Pulitzer. Cosa non si fa per sigillare la bocca con un bavaglio, sfilare la penna di mano, tentare di schermare la brillantezza della ragione e della perspicuità, colpirne un paio per educarne centocinquanta.
Nella foto scattata con il mio telefonino nel mese di maggio di quest’anno, Petra Reski è a Noha in piazza San Michele. Era di passaggio insieme a Francesco Zizola, antropologo e fotografo, anch’egli pluripremiato in tutto il mondo per i suoi reportage, di ritorno da un lungo tour in tutta la Puglia per un’inchiesta sugli ulivi nel corso della quale i due corrispondenti hanno posto domande a tutti, dagli scienziati agli agricoltori, dalle associazioni di categoria ai politici, ai comitati di cittadini liberi e pensanti. Petra e Francesco, poi, accompagnati da Anita, han voluto conoscere la storia di mio padre neo-novantacinquenne, contadino da sempre, e visitare il suo appezzamento di terreno. Per dire della loro capacità di ascolto a tutti i livelli.
Ma per non perdere il filo del discorso, vorrei qui ribadire il fatto che per salvare il nostro paesaggio dai novelli predoni, e dunque l’economia (nossignore, le due cose non sono antitetiche, anzi), avremmo bisogno finalmente di più Giornalisti alla Petra Reski e meno “giornalisti” all’acqua di rose (le virgolette stanno per Biologicamente Servili). Questi ultimi ci stanno stordendo ormai da anni con l’ovvietà disarmante delle loro opinioni, un certo stucchevole moralismo e la presunzione con cui pontificano su qualsiasi argomento (spesso senza conoscerlo), sicché uno arriva a chiedersi quale possa essere il grado di utilità di alcuni ordini professionali sfornanti tesserini da portare in tasca o esibire sul parabrezza dell’auto. Qualcuno fra questi “giornalisti” è arrivato a scrivere sulla propria bacheca fb di avere la “schiena dritta”: ma sbaglio o dovrebbero essere gli altri a riconoscertelo?
Per fortuna abbiamo anche qui da noi bravi e coraggiosi reporter (mi riferisco a Tiziana, Marilù, Danilo, Luigi, Giuseppe ed Eleonora, per citarne qualcuno) ma son troppo pochi e tutt’altro che mainstream perché le loro parole travalichino la barriera del deserto dei tartari (o dei vandali). Tanto è vero che nel glossario corrente, quando si parla di Tap, di Xylella, di nuovi villaggi turistici tipo Sarparea, di centri commerciali, di mega-impianti di compostaggio o di lidi alla Briatore, prevalgono ancora quelle dei lenoni da lettiera copia-incollatori seriali che credono di essere ontologicamente nel giusto, sicché la Stampa si trasforma d’amblée in stampella (fastidiosa).
Nei Diciamo Articoli di codesti “giornalisti” si evidenzia un lessico tutto fatto di posti di lavoro, sviluppo, ricadute occupazionali, volani per l’economia, disoccupazione, Pil, partito del no, milioni di euro, risarcimenti, emergenze, trattati internazionali, grandi opere, suoli edificabili, fondi europei, consumi, attrattività turistica, produttività, ricchezza, insediamenti produttivi, conferenze dei servizi, protocolli d’intesa, inizio dei lavori, tavoli tecnici, concorrenza, grandi opere, indotto...
Sono questi, a quanto pare, gli argomenti che devono essere portati all’attenzione dell’opinione pubblica.
Non leggeremo di certo parole come: rischio, malattie, fumi, diossina, cementificazione, cancro, malformazioni genetiche e deformazioni fetali, registro dei tumori, percolato, pesticidi, esalazioni pericolose, patologie neonatali, decessi, viaggi della speranza, cellule tumorali, partito del cemento, surriscaldamento climatico, inquinamento della falda acquifera, morte dell’agricoltura, multinazionali voraci, interessi privati, decretini ministeriali, discariche, cure sanitarie, infortuni, distruzione dell’habitat naturale, consumo di territorio, scempio ambientale, mattanza di ulivi, corruzione, mafia, tangenti, ricatto occupazionale, mistificazione della realtà, attentato alla Costituzione. Questi ultimi evidentemente sono vocaboli o locuzioni che evocano argomenti di secondo ordine, di AL-LAR-ME SO-CIA-LE, signora mia: tutta roba da omettere.
Non so a voi, ma a me cascano le braccia (e qualcos’altro di meno oblungo e più sferoidale) quando vedo il duce in fondo al tunnel.
Antonio Mellone
set152018
Affianca il progetto sportivo pallavolistico dell’Olimpia SBV Galatina, ECOM Servizi Ambientali, un’azienda che in un’ottica di salvaguardia dell’ambiente è leader in questo campo.
“Abbiamo ritenuto opportuno condividere i programmi sportivi illustrati dalla dirigenza societaria, afferma Fabio De Matteis amministratore del gruppo, sia per le finalità sociali e sportive che il gruppo del presidente Santoro si pone come traguardi, sia per l’ottima vetrina che un campionato nazionale ,itinerante in più regioni, offre alla nostra azienda in materia di promozione di prodotti e servizi.”
ECOM servizi aziendali è una società con sede a Galatina che assiste clienti privati, pubblici ed aziendali per le problematiche ambientali che possono riguardare la rimozione, la classificazione, lo smaltimento ed il riciclo dei rifiuti pericolosi e non, solidi e liquidi.
Tra le attività dell’azienda, sono contemplate anche le indagini tecniche e le consulenze per bonifiche e classificazione dei rifiuti delle aziende e complessi industriali.
Acque, polveri, acidi, vernici, fanghi, alluminato sodico, eternit, amianto: sono solo alcuni esempi di rifiuti che il team di ECOM Servizi Ambientali è in grado di smaltire e, se possibile, recuperare e valorizzare, presso impianti di trattamento specifici per ciascun materiale, selezionati insieme al committente.
La qualità del servizio è garantita da una preliminare analisi dei rifiuti grazie alla collaborazione di laboratori indipendenti e alla possibilità per il cliente di controllare, attraverso una attività di auditing, il rispetto di tutte le procedure in linea con le attuali normative ambientali.
Si affianca così, al main sponsor EFFICIENZA ENERGIA, un altro partner ECOM Servizi Ambientali che non è solo un supporto economico con la pura esposizione del marchio, ma è l’espressione di una volontà imprenditoriale locale a cui sta a cuore la crescita del territorio e delle eccellenze sportive che ne sono il corollario.
“Stiamo costruendo un portfolio di sponsor, dichiara il D.G. Stefanelli, che non sia occasionalmente contributivo o che sfrutti strumentalmente la nostra posizione sportiva, ma che voglia condividere finalità ed obiettivi sociali e sportivi.
Del progetto, il cui moltiplicatore è il settore giovanile SBV OLIMPIA GALATINA, vogliamo condividere con i nostri collaboratori gli intenti civici e solidaristici, con eventi al di fuori dell’agone sportivo, che assegnino alla cittadinanza e al territorio quel riconoscimento d’importanza già tributato dalla storia dell’arte e della cultura alla nostra città.”
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA ENERGIA GALATINA
gen132024
Tutti i prossimi fine settimana del mese di gennaio 2024 saranno dedicati all’orientamento presso il Polo Tecnico-Professionale di Galatina: le due sedi della scuola saranno, infatti, aperte alle visite nei giorni di domenica 14/01/2024 (9.00-12.00), sabato 20/01/2024 (16.00-19.00), domenica 21/01/2024 (9.00-12.00), sabato 27/01/2024 (16.00-19.00) e domenica 28/01/2024 (9.00-12.00).
Si tratta di un’occasione importante per i ragazzi degli Istituti Comprensivi per conoscere meglio l’offerta formativa ed i docenti, fare esperienza nei laboratori scientifici e multimediali, visitare i vari ambienti di apprendimento e gli impianti sportivi presso le sedi di Viale Don Bosco e Viale Don Tonino Bello.
Nel corso delle giornate di orientamento, inoltre, sarà possibile effettuare l’iscrizione on-line per l’a.s. 2024-2025.
Per maggiori informazioni, visitare il portale orientamento della scuola al seguente indirizzo: https://www.iisslfb.edu.it/orientamento-2023-2024
I.I.S.S. "Laporta/Falcone-Borsellino" - Galatina
lug262011
Perché sia imposta una moratoria urgente per tutte le miriadi di impianti eolici e fotovoltaici industriali in progetto nel paesaggio del Bel Paese, l’ Italia, e che comporterebbero se realizzati la cancellazione totale di tutto ciò che significa “Italia” nel mondo, nonché gravi problemi di disagio e mobilitazione sociale a difesa del vitale spazio vitale e del territorio! Fatta l’Italia, fatti gli italiani, dopo 150° anni di speculazioni crescenti, ed impennatesi esponenzialmente oggi nella grave aberrante iper-speculazione della mala della Green Economy Industriale, ora abbiamo bisogno di rifare il paesaggio identitario, rurale, storico e naturale, d’Italia, e di farlo risorgere e restaurarlo a 360°!
Il gruppo, dall’eloquentissimo nome “Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi”, nato su facebook (http://www.facebook.com/groups/192311587488270), ma già attivo anche nella realtà delle relazioni umane e sul territorio, ha ormai raggiunto e ampiamente superato la simbolica soglia “dei 1000” iscritti, nonostante si sia costituito solo da pochissimi giorni! Vi è un malumore dilagante, enorme, in tutta la Nazione, da un capo all’altro della penisola e sulle sue isole, che sta trovando così sfogo e forme di coordinamento ed organizzazione, attraverso il canale iniziale del social network di internet facebook, per reagire contro la mala della Green Economy Industriale, che tiene quasi del tutto in mano l’informazione di molte tv nazionali, e ha creato una macchina di controllo mediatico fittissima, atta a non dare voce, e a gettare fango su chi sta cercando di fare emergere tutta la Verità relativa al sistema di fondamentalismo fanatico interessato falso-verde, neo-industrialista, mistificatorio, e iper-speculativo, cresciuto sul tema, strumentalizzato oltre ogni immaginazione, dei cambiamenti climatici causati dall’uomo.
Una macchina impressionante della menzogna che ha trasformato immoralmente le energie rinnovabili, che con forme virtuose di utilizzo dovevano negli intenti iniziali, salvare il nostro Pianeta, nel più grande e devastante per lo stesso Pianeta, business fraudolento di inizio millennio! La gravità di quanto avvenuto, se da un lato distrugge l’ambiente ed il paesaggio in ogni dove ed in ogni direzione con impianti di dimensioni mastodontiche a fini puramente economici, dall’altro sta erodendo democrazia e libertà, oltre che calpestando diritti fondamentali dei cittadini. Il gruppo pertanto indirettamente persegue anche l’obiettivo, altra faccia della stessa medaglia della protezione del paesaggio, di salvare anche la stessa “filosofia buona di fondo” delle energie rinnovabili, da queste aberrazioni mostruose industriali ed oligopolistiche che le stanno snaturando profondamente, e rubando di fatto ai cittadini medesimi!
La forza del vasto crescente gruppo sta anche nella sua costitutiva apartiticità ed al contempo apertura a tutti senza distinzioni alcune a tutti coloro che stanno percependo in tempo tutta la gravità della catastrofe falso-verde in corso! Anche da diverse associazioni nazionali, ormai nella sostanza del tutto pseudo-ambientaliste, scivolate nella macchina speculativa della Green Economy, numerosi sono coloro che stanno prendendo le distante dai loro direttivi degenerati, e stanno sostenendo queste nuove realtà organizzative espressione della necessità di reagire e di salvare la vera “ecologia”, dall’ ecologia malata e strumentalizzata che oggi l’ Italia subisce come un flagello! Il Gruppo è totalmente aperto a chiunque sia contrario e sensibile alla devastazione del paesaggio da impianti industriali fotovoltaici ed eolico sulle aree verdi.
In quasi tutto il territorio nazionale è in scandaloso corso una installazione selvaggia di impianti industriali fotovoltaici a terra in zone agricole e naturali e sui laghi, e di eolico, con torri di media e mega altezza (fin anche oltre 100 m ,e anche 150 m), tanto in mare quanto sulla terraferma, spesso anche senza alcuna informazione del cittadino. Viene calpestata il più delle volte ogni buona norma per la distanza degli impianti da abitazioni e presenze umane. Chi ne viene danneggiato, case sparse ed agriturismi, non è giusto che debba subire i danni materiali da deprezzamento dell’immobile oltre le spese per difendere i propri beni da tali scempi, e danni morali e psico-somatici da impatto ambientale (acustici, visivi, elettromagnetici) per 20 anni fino a dismissione dell’impianto. Inoltre essendo autorizzazioni “rinnovabili” è probabile che avendo già una predisposizione possano rimanere per sempre operanti in loco. Quindi dobbiamo batterci sia per noi stessi che per le bellezze naturali d’Italia, prima vanto e attrazione turistica, ora deturpate da questi mostri che dovrebbero produrre energie “pulite” alternative e non distruttive del territorio, che pertanto pulite non sono. Siamo favorevoli alle energie alternative, ma sui tetti e tettoie di tutti gli edifici recenti, per l’autoconsumo, sopra i capannoni industriali, nei parcheggi, autostrade ecc., purché si eviti di sottrarre i terreni all’agricoltura e ai paesaggi ricchi di verde della nostra nazione.
Siamo stati tutti in prima linea nella lotta contro la “Pazzia del Nucleare”, e lo abbiamo fatto perché credevamo e crediamo davvero nella possibilità di produrre energia pulita per rispettare ambiente e paesaggio insieme, attraverso il fotovoltaico ubicato sui tantissimi tetti inutilizzati degli edifici recenti, ed è per questo che affermiamo che sarebbe un crimine continuare ad appioppare il falso nome di “energie pulite” al mega e medio eolico e al fotovoltaico nei campi e sui laghi con cui si vuole oggi distruggere la nostra nazione, l’Italia, il giardino bello del Mediterraneo con la cornice del suo incantevole mare, la più bella nazione del mondo culla di cultura e vita, da millenni! I principi fondanti delle richieste di questo gruppo: sono sintetizzati nel nome del gruppo stesso "Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi", e, alla luce dell'attuale tecnologia eolica falcidia uccelli e paesaggio, si aggiunga "e nel mare"; Pertanto:
-) Sì solo al fotovoltaico sui tetti di tutti gli edifici recenti – e sottolineiamo “recenti” per evitare di dare lo spiraglio ad altri disastri della Nazione da iper-sfavorire, dei suoi centri, palazzi e luoghi storici;
-) No al mega e medio eolico ovunque per il suo danno paesaggistico di portata chilometrica.
Il principio forte e nuovo, e più onnicomprensivo, che viene lanciato da questo comitato, è la “DECEMENTIFICAZIONE”, che noi chiediamo per la nostra Nazione, la sua bonifica dal cemento, di cui questa mala della Green Economy Industriale è figlia (vedi basamenti di cemento di torri eoliche e pannelli nei campi), e quindi la sua rinaturalizzazione, in cui crediamo, e che vogliamo e che sappiamo, in coscienza e scienza, essere davvero fattore strategico per la nostra vita e crescita culturale umana ed economica! Di fronte alla noncuranza con cui taluni difendono il fotovoltaico industriale a terra, sebbene quasi tutti, sono persone più o meno direttamente collegate al nero business sottostante, ci chiediamo retoricamente “quanti hanno un’idea di come viene prodotto il cibo che tutti noi consumiamo”!? Solarizziamo pertanto tutti tetti gli sconfinati tetti degli edifici recenti, e solo dopo averlo fatto valutiamo cosa serve ancora all' Italia davvero, e vediamo un po' intorno a noi, solo allora, cosa offrono i vari “pifferai magici” per poi decidere con saggezza; la stessa saggezza di chi dirà si oggi solo al fotovoltaico sui tetti per salvare campi, mare e cielo, vita, nerezza paesaggio! Sui tetti delle brutture della modernità del cemento i pannelli fotovoltaici non possano peggiorare in alcun modo tali orrori, al più su questi edifici recenti i pannelli possono dare un tocco di estetica! Tutt'altro il discorso per edifici storici e centri storici dove ai normali pannelli occorre sostituire e pensare, se proprio anche lì dei privati vogliano ubicarvi impiantini solari, a soluzioni iper-integrate, innovative e di zero impatto estetico!
Alcune associazioni falso-ambientaliste stanno tentando di favorire soluzioni miste tra fotovoltaico ed agricoltura, con serre fotovoltaiche, panelli sospesi ecc. che comunque sottraggono la risorsa “Sole”, al mondo vegetale e pertanto di dubbia efficacia e di conclamata dannosità paesaggistica, pur di favorire ancora la fotovoltaicizzazione ed iperelettrificazione speculativa dei campi, sulla cui nocività per innumerevoli fattori (dall’ uso dei diserbanti, ai campi elettromagnetiche, ai componenti nocivi dei pannelli, come per il Tellururo di Cadmio, l’Arseniuro di Gallio, ecc.) oggi colpevolmente da parte delle autorità pubbliche preposte (Asl, ARPA, ecc.) ancora non si indaga adeguatamente, con il grave rischio di avere tra qualche anno un’emergenza del tipo di quella “amianto” causata da una eccessiva superficialità iniziale!
Le stesse associazioni, mere scatole svuotate degli originari valori statutari ecologisti, si dicono, strumentalmente, “favorevoli all’ubicazione dei pannelli fotovoltaici in zone agricole”, che essi definiscono “degradate”! “Degradate” !? Ma non si deve assolutamente introdurre in queste logiche il concetto stesso di zone degradate!!! Sarebbe iper-sbagliato! Nelle cave, ad esempio, si facciano laghi, si piantino piante, si coltivi! Nelle aree degradate agricole, inquinate, cementificate, le si de-cementifichi, le si bonifichi dagli inquinanti e le si ri-naturalizzi! Le si rimboschisca, se si ha davvero a cuore i clima del globo, e soprattutto il microclima e la biodiversità! Le si facciano tornare campi e pascoli fertili e produttivi!
Le aree degradare dall'uomo ad hoc esistono già e si chiamano "zone industriali" preesistenti, e tante con tanti lotti inutilizzati ancora, o dismessi, e son pure già urbanisticamente infrastrutturate ad hoc per la sicurezza, e programmate non certo per viverci! I pannelli fotovoltaici vadano su tetti di tutti gli edifici recenti, migliaia di ettari inutilizzati e biologicamente morti, di nullo valore estetico! Solo dopo averli occupati ci metteremo a tavolino e decideremo cosa altro ci serve in termini energetici! E faremo eventualmente altre concessioni, come sistema Italia, ma intanto anche la tecnologia delle rinnovabili sarà avanzata, più efficiente e di minore impatto, rispetto a quella attuale di eolico e fotovoltaico, tecnologicamente disponibile sul mercato, e che siamo costretti ad affrontare! Il concetto di area degradata pro-fotovoltaico è pericoloso, pericolosissimo, si presta a mille invenzioni diaboliche da parte delle male lobbies di speculatori politico-imprenditoriali, scoraggia ogni futuro intervento di restauro paesaggistico, di cura del paesaggio che deve partire proprio dalle aree degradate e che deve essere il contributo che da noi tutti più deve giungere alla cultura amministrativa italiana, dove deve divenire pratica prioritaria!
Ed inoltre in un circolo vizioso, tale concetto porta a degradare strumentalmente aree oggi non tali, al fine di favorirvi la speculazione, quasi fisiologicamente “mafiosa”, della Green Economy Industriale, fisiologicamente tale poiché fondata non sui doni della terra o del sole e del vento, ma sui nostri incentivi pubblici, e poiché depreda noi tutti non solo dei nostri denari, ma anche del nostro vitale habitat e del nostro paesaggio, il libro aperto al cielo della nostra storia ed identità, la scenografia della piacevolezza della nostra esistenza! Paesaggio che questa estesa mala distrugge incostituzionalmente ed immoralmente come nulla mai sin ad oggi nella storia umana, con rapidità ed estensità inaudite! Si deduce oggi dalle ultime normative che: sono utilizzabili terreni da almeno 5 anni non coltivati per l’ubicazione dei pannelli nei campi per impianti industriali, cioè volti alla vendita dell’ energia”! Ma che significa?! Sono follie! Si vuole far passare per degradati terreni non coltivati da 5 anni almeno? Ma son proprio quelli i terreni più naturalmente fertili!! Ma si è smarrito ogni rapporto con la natura, con la scienza millenaria dell’agricoltura: sono i terreni a riposo, quelli più arricchiti di humus, quelli a più alto potenziale di fertilità! Si è dimenticato, nella pazzia speculativa dell’industrializzazione chimica dell’agricoltura che fa oggi massiccio uso di abbondanti, e anche nocivi, fertilizzanti chimici, concetti come il “riposo dei terreni”, le “rotazioni delle colture”, il “maggese”! I terreni "degradati" non esistono! E se esistono non devono esistere più!
Tutta la degenerazione del tessuto socio-politico ambientalista italiano si evince nella delittuosa scomparsa di qualsiasi politica di rimboschimento, e di riforestazione vera, estesa, partecipata e razionale dell’Italia, che dovrebbe essere la priorità di ogni impegno in favore del clima e del microclima e non solo, del suolo, della salubrità dell’ambiente, della biodiversità, del paesaggio e dell’economia silvo-agro-pastorale. Invece si concedono finanziamenti pubblici fortissimi per una speculazione, quella industrializzante del fotovoltaico a terra che desertifica artificialmente vetrificando migliaia di ettari ed ettari di territorio, depauperandone l’ humus vitale, cancellandone la biodiversità, ed estirpandone ogni cultura, anche persino della vite e dell’ olivo, delle blasfemie, in nome di politiche di facciata contro i cosiddetti “surriscaldamenti climatici” ed il conseguente rischio di naturale desertificazione cui ampie zone dell’ Italia e del Mediterraneo sono sottoposte, come dichiarato dall’ Organizzazione delle Nazioni Unite-ONU (si pensi solo ad esempio alla Puglia). Siamo al paradosso più totale ed umanamente intollerabile! Ed è questa una denuncia forte che il comitato lancia affinché il mondo politico-amministrativo italiano ripercorra con decisone la strada dei rimboschimenti, come stanno facendo numerosi paesi europei e del mondo, dall’ Inghilterra alla Cina, abbandonando la mala strada innaturale e esecrabile della industrializzazione all’energia delle campagne!
Urge una rievangelizzazione alla cultura dell’ elementarità della natura della nostra società e di tutta la nostra presente e futura classe dirigente! Quella odierna, di destra sinistra e centro, ha fallito non solo davanti al popolo italiano, davanti alla costituzione che calpesta! Ha fallito il suo ruolo storico davanti alla Natura, e questo è gravissimo! Anche questa è una missione culturale, tra le missioni politiche-ambientaliste fondanti! Un impegno per la vita e per la bellezza della nostra sacra nazione Italia! le procedure adottate da comuni e provincie che in molti casi risulterebbero difformi ed irregolari.le procedure adottate da comuni e provincie che in molti casi risulterebbero difformi ed irregolariDa tutta Italia, come prima iniziativa del comitato, di fatto spontaneamente costituitosi intorno a questo gravissima deriva della nostra democrazia che la Green Economy Industriale odierna fortemente rappresenta, con il grave logorarsi conseguente ed il venir meno anche delle più elementari garanzie e del rispetto dei diritti dei cittadini e dei principi sanciti dalla Costituzione italiana, Si leva un appello forte al Governo e al Parlamento tutto perché intervengano facendo rispettare la nostra Costituzione ed i diritti dei cittadini frodati, ingannati e danneggiati da questa maxi-speculazione della Green Economy Industriale in atto, ed un appello ogni uomo politico italiano, di qualsiasi schieramento, perché si abroghino d’urgenza gli immorali ed esosissimi incentivi pagati da tutti i cittadini a queste implementazioni industriali per la vendita delle energie rinnovabili, che come tali, per il loro elevatissimo impatto ambientale, non sono più energie “pulite” !!!
Chiediamo il taglio in maniera retroattiva di tutti gli incentivi pubblici per tutti gli impianti eolici e fotovoltaici già realizzati, di qualsiasi potenza, industriali, cioè destinati alla produzione di energia prioritariamente per la vendita e non per l’autoconsumo, e l’azzeramento del meccanismo mistificatorio e falso-ecologista dei “certificati verdi”, ma una tassazione permanente per tutti questi impianti per il danno immane che arrecano al Paese e alla qualità della vita dei cittadini, ovunque in rivolta contro questi orrori industriali ubicati sulle campagne, in mare e persino sui laghi! Una “tassa sul brutto” che scoraggi definitivamente e che renda economicamente del tutto sconvenienti ulteriori simili sfregi e tentativi speculativi ai danni del paesaggio italiano! In tutto il percorso autorizzativo degli impianti industriali da rinnovabili i cittadini, scientemente, nella maggior parte dei casi, non sono stati messi adeguatamente a conoscenza degli iter autorizzativi, né tantomeno dei progetti, della loro entità e dell’impatto sui luoghi e sulle economie locali. La mancanza di rispetto del diritto dei cittadini locali da parte delle amministrazioni, nel coinvolgimento e nell’informazione, previsti a norma di legge per queste tipologie d’industrie, è vergognosa, soprattutto alla luce dei fatti ormai noti di errori grossolani di progettazione, falsità e di anomale omissioni e dimenticanze. Si tagli il finanziamento statale a questa frode assurda della Green Economy Industriale, che, strumentalizzando e calpestando al contempo l’ “ecologia”, grava pesantemente sui cittadini e sulle casse dello Stato, con bilanci da intere finanziarie, senza alcun beneficio per l’ambiente, ma anzi con innumerevoli danni ad esso ed al paesaggio italiano tutelato dalla Costituzione italiana, art. 9, tra i principi fondamentali. Un danno incalcolabile all’economia del Bel Paese fondata sul paesaggio attraverso il turismo! Una speculazione che inoltre disperde le ricchezze finanziarie statali, le volatilizza, poiché gran parte dei guadagni finiscono all’estero attraverso il coinvolgimento nelle proprietà di questi impianti di istituti bancari stranieri e ditte estere, con sistemi di scatole cinesi, che portano talvolta, o meglio spesso, a società off-shore con sede nei paradisi fiscali! Anche ed ancor più all’indomani del referendum contro il nucleare, con il quale gli italiani hanno espresso la volontà di favorire forme di produzione dell’energia davvero ecocompatibili e pulite, il fotovoltaico industriale che vetrifica e desertifica i campi, sottraendo spazio alle colture, ai pascoli e alla vita selvatica, ed il mega e medio eolico che falcidia i volatili e sfigura catastroficamente il paesaggio quotidiano di ognuno di noi, devono essere fermati, e sostituiti da una politica volta a favorire le produzioni di energia rinnovabile in forme davvero pulite, eticamente parlando ed ecologisticamente, che sostituiscano le forme industriali sopra accennate fisiologicamente di grave impatto ambientale: occorre favorire pertanto l’autoproduzione di energia del sole con pannelli fotovoltaici ubicati sui tetti degli edifici recenti, superfici queste biologicamente morte, inutilizzate, estesissime per centinai e centinaia di ettari; le ubicazioni su di esse dei pannelli capta sole hanno pertanto un impatto nullo ambientale ed estetico, con azzeramento del consumo di vivo suolo, e massimo rispetto del paesaggio e degli edifici, luoghi e centri storici. Si pensi alle enormi superfici dei capannoni industriali, di scuole, altri istituti, ospedali, caserme, uffici pubblici, condomini, civili abitazioni di epoca recente, parcheggi coperti, stazioni ecc. ecc. Non solo, in tal modo si aiutano direttamente i privati che installando i pannelli sui tetti di loro proprietà ne conseguono immediati sgravi in bolletta, senza più alcuna speculazione ai loro danni e ai danni delle casse dello Stato intero! Prima si inizi, con la politica dei piccoli passi, a solarizzare i tetti degli edifici recenti, all’indomani del recente referendum, rimandando alla fine di tale operazione, la valutazione di ulteriori strategie energetiche, dopo aver ponderato i virtuosi risultati così ottenuti dal paese in termini energetici!
Inoltre un appello a tutti gli enti preposti ai controlli sulle autorizzazioni rilasciate, a tappeto, si laddove per situazioni omertose o altro non vi siano esposti, sia laddove ci siano già esposti alla Magistratura per irregolarità, falsità ed omissioni! Autorizzazioni che devono essere revocate in autotutela a difesa dei cittadini vittime di tali soprusi e vengano riconosciuti i danni morali e materiali subiti. Si chiede al Governo una moratoria urgente per gli impianti industriali fotovoltaici a terra ed eolici, considerata la necessità di verificare le procedure adottate da Comuni e Province che in molti casi risulterebbero difformi e irregolari, e soprattutto al fine di impedire la catastrofica e generalizzata devastazione che la loro realizzazione comporterebbe per grandissime aree dell’intero paese, che verrebbero stuprate profondamente e snaturate senza neppure poter trovare precedenti storici oggi, per descriverne sensitivamente l’ immane portata! L’appello ad un impegno politico-trasversale forte per salvare, con l’economia di questo nostro Paese, forse per la prima volta nella sua storia, anche il paesaggio e la natura, che questi impianti falso-ecologisti, e dalle falsissime e artatamente gonfiate ricadute occupazionali, di eolico e fotovoltaico industriali, distruggono ignominiosamente! La crescente rete di persone incontratasi su facebook costituirà un Comitato Nazionale legalmente riconosciuto che sia anche portavoce e cassa di risonanza forte di tutti e possa presentare delle mozioni ai responsabili dell’ambiente! Un comitato che nasce già dalla confluenza di tantissime realtà associative, e comitati locali e nazionali e di tantissimi cittadini italiani e non amanti del paese più bello del mondo! Vogliamo essere quanto più apartitici possibile, o pan-partitici, la lotta per la difesa del territorio è appena iniziata e chi condivide questo nostro approccio alla soluzione dei problemi di tipo ambientale è invitato ad iscriversi su facebook al link: “Comitato nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi” link: http://www.facebook.com/groups/192311587488270
Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino
Forum Ambiente e Salute del Grande Salento – Rete Apartitica
dic032010
Due 20enni in arresto. I carabinieri hanno trovato una vera e propria serra con sedici piante di marijuana, più altri 160 grammi già pronti. E tutto un sofisticato sistema per la coltivazione.
I giovanissimi di Noha, con il “pollice verde”, ingegnosi nella creazione di una serra per far crescere rigogliose piante e la possibilità di buoni incassi provenienti da uno di quei lavori, però, che legge davvero non riconosce: coltivatori di marijuana. Ben sedici le piante di canapa indiana sequestrate dai carabinieri del nucleo radiomobile di Gallipoli a Noha. E in arresto sono finiti due ragazzi: Gabriele De Lorenzis, 20enne, e Andrea Emanuele Scrimieri, di un solo anno più giovane. L’operazione è stata messa a segno nella serata di ieri. Una sorta di fabbrichetta, quella realizzata di un appartamento del centro di Noha. La serra era completa di impianti di aereazione, luci speciali al neon, termostato per il controllo della temperatura e tutto quanto il necessario per ricreare il clima perfetto per la crescita.
Ma non sapevano, i due, di essere osservati da qualche tempo dai carabinieri. I quali, quando li hanno visti oltrepassare la porta, hanno deciso di mettere fine ai “giochi”. Diversi, come detto, gli strumenti utilizzati, ma anche altro materiale per il confezionamento, come bilancini di precisione, nastro adesivo, attrezzi per tritare le foglie di canape pronte per essere fumate e ben 140 grammi di marijuana già divisa in dodici dosi, più altri 20 grammi in un contenitore a parte, nonché diversi semi di canapa indiana.
La serra, in particolare, si trovava al piano superiore, cui si accede tramite delle scale che salgono dal bagno. Lì, una vera e propria serra nelle quali erano coltivate le piante, e un sistema di aereazione, ventilazione, controllo della temperature e luci al neon, degno di veri professionisti del settore. Talmente funzionale e sofisticato, che le piante erano ormai già alte più di un metro e quasi pronte per ricavarne l’erba. Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro, e i due ragazzi, arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati condotti presso la casa circondariale di Lecce a disposizione del magistrato di turno. Dovranno rispondere di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente.
feb252018
Bisognerà spiegare al sindaco Amante e ai suoi assessori la differenza tra buona gestione amministrativa e sprechi. L’attività è quasi pari allo zero, ma le pochissime cose che fanno sono sempre all’insegna del pressapochismo o di non meglio precisate intenzioni, come è avvenuto per il bando per l’assunzione part time di due agenti della polizia municipale.
E vengo al punto. Nei giorni scorsi l’amministrazione ha deciso, bontà sua, di far chiudere qualche buca presente nel manto stradale. Peccato che il materiale l’abbiano pagato a peso d’oro. Hanno utilizzato l’asfalto a freddo alla modica cifra di 17 euro il quintale, contro i 5 euro che costa l’asfalto a caldo. Uno spreco e un danno per la città che avrebbe potuto avere più del triplo delle buche rattoppato, oltre al maggior costo di smaltimento dei sacchetti che mi auguro sia stato fatto con il rispetto delle norme. Da non trascurare il fatto che l’asfalto a freddo viene utilizzato dalle amministrazioni comunali solo in casi eccezionali, ossia quando gli impianti di conglomerato bituminoso sono chiusi e bisogna intervenire con la massima urgenza per coprire una buca e per limitati quantitativi di materiali. Ho constatato la mancata formazione del personale addetto all’utilizzo dei materiali, attività di cui si deve preoccupare l’amministrazione.
Ma le brutte nuove non si limitano a questo. Hanno pensato bene di chiudere con asfalto anche i piccoli smottamenti del basolato: nel cuore del centro storico i turisti potranno “ammirare” lo scempio di cui è capace l’amministrazione Amante. Forse è il caso che la soprintendenza getti l’occhio su queste azioni scriteriate.
Quanto avvenuto per la riparazione delle buche è il simbolo di un’azione amministrativa che naviga a vista disattenta o priva di quelle competenze necessarie a produrre buona gestione. La cosa più preoccupante è che non si parla più dei debiti di Galatina, non si parla più dei moniti della Corte dei Conti tanto che sindaco e assessori pensano di poter spendere e spandere senza alcuna cura. Oltre agli sprechi, che non sono pochi, si stanno preoccupando di promuovere i dipendenti pubblici e di fare assunzioni. Hanno cominciato con il bando della polizia municipale e con il bando per un avvocato, come se Galatina avesse vinto la lotteria. Se a questo aggiungiamo il fatto che i bandi per le assunzioni vengono fatti con scarsa pubblicità e trasparenza, se ne possono trarre le dovute conclusioni. Ufficialmente hanno vinto perché erano il nuovo e sarebbero stati trasperenti, di fatto sono a Palazzo Orsini perché maestri dell’inciucio e garanti delle scelte dell’amministrazione Montagna.
Il consigliere di opposizione della “Lista De Pascalis”
Giampiero De Pascalis
feb012011
Antonio Bonatesta
segretario Save Salento
nov242018
Ho scritto al sindaco Marcello Amante per chiedergli di preoccuparsi della situazione in cui versa Galatina ad ogni acquazzone. Dopo l’ultimo temporale ho ricevuto segnalazioni da parte di cittadini avviliti per il ripetersi di allagamenti negli scantinati e nei garage, con in più la difficoltà oggettiva a trovare risposte da parte del Comune. Un amministratore accorto si sarebbe dovuto preoccupare di informare la cittadinanza sui tecnici e sugli agenti della polizia locale reperibili in caso di necessità e, ancor più dovrebbe preoccuparsi di reperire fondi per un intervento sulla rete della fogna bianca. Ci sono comuni che hanno ottenuto finanziati per milioni di euro, per il rifacimento degli impianti, Galatina non riesce ad ottenere neppure poche migliaia di euro per la videosorveglianza e il progetto per la fogna bianca non si è classificato in posizione utile per essere finanziato.
Le piogge abbondanti non sono più eventi eccezionali visto che secondo i meteorologi si ripeteranno, ma è altrettanto certo che i danni si moltiplicano anche per l’inerzia dell’amministrazione comunale. Da una parte c’è l’assenza di un piano di manutenzione periodica di griglie, pozzetti, recapiti finali; dall’altra una rete della fogna bianca che non ha la capacità di ricevere le grandi quantità d’acqua che si rovesciano durante gli acquazzoni.
Ad aggravare la situazione hanno contribuito le costruzioni di strade con collegamenti a nuovi quartieri che prima sversavano in campagna e ora sono collettati sui bacini acquiferi che non sono calibrati per raccogliere queste quantità di acque. Basta vedere la tangenziale che ha messo in tilt i collettori e i bacini calcolati per un’area ben più limitata. Ci sono zone che ormai non si allagavano più, vedi via Lombardia, e ora ad ogni acquazzone sono affogate. Tutto questo concorre al disastro. L’amministrazione comunale di Galatina non progetta e quando lo fa non tiene conto dello stato dei luoghi e non si preoccupa neppure di tenere pulite le caditoie. I cittadini pagano le conseguenze.
Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis
Giampiero De Pascalis
nov142020
Un crescente numero di galatinesi è in lutto. Altri – presi, per esempio, dalle partite su Sky, dalle uscite al centro commerciale (specie la domenica, quando potevano), e dalle gozzoviglie con gli amici da postare su face-book - non lo saranno punto, in quanto “ogni danno, ogni stento, ogni estremo timor subito scordano”, ché “la miseria loro, credo, non sanno” (grazie, Giacomino Leopardi mio). I primi, invece, compulsando il sito della provincia di Lecce, hanno scoperto di recente che le superstiti campagne intorno alla loro Città d’Arte stanno per essere ricoperte ancora una volta da decine e decine di ettari di pannelli fotovoltaici.
Evidentemente non sarà bastata la prima ondata pandemica di una dozzina di anni fa che vide soccombere sotto lastre di vetro, ferro e silicio centinaia di fertilissimi campi salentini in nome dell’“energia pulita” - del resto un’epidemia che si rispetti ne annovera almeno una seconda, di ondata: come quella in corso.
A proposito di storia, chi non ricorda le imbarazzanti figuracce di certi nostri amministratori pubblici dell’epoca nel discettare (o scettare), con la solita morfosintassi sconquassata, di codesti mega-impianti. Oltretutto, al tempo, cogliere qualche differenza di posizione “politica” tra la componente diciamo moderata e quella diciamo progressista degli schieramenti era come trovare un ago nel pagliaio. Anzi nel pagliaccio. Non che i rappresentanti in carica – a meno di generiche ancorché “commosse” adesioni alle giornate mondiali per questo o quel creato - brillino per prese di posizione, dichiarazioni d’intenti, o delibere definitive contro il consumo di suolo: ma ripensare a taluni ex symbol della politica nostrana a ogni livello è come ritrovarsi d’amblée sul set di un film con Antonio Albanese nei panni di Cetto.
Ma lasciamo che i morti seppelliscano i morti e torniamo ai giorni nostri.
Insomma, oltre ai 22 ettari di terreno agricolo da trafiggere nelle immediate adiacenze della Masseria del Duca (come da richiesta inoltrata da una srl padana nel corso del primo lockdown), proprio nei primi giorni di novembre (ottavario dei morti), in questa bella regione arancione tendente al rosso, altre due imprese, una di Milano e un’altra di Trento, hanno presentato domanda di autorizzazione per altrettanti grossi apparati industriali di produzione di energia elettrica, rispettivamente di 18 ettari in contrada Spagheto e di 12 in area Torre Pinta, per un totale di ulteriori 30 ettari tondi tondi di terreno vergine nel solo comune di Galatina. Se a questi aggiungiamo i “parchi” previsti negli agri di Galatone, e poi ancora in quelli di Cavallino, Soleto, Campi e Surbo, e in quel che resta di Lecce siamo ormai di fronte a circa 300 ettari di un novello tsunami di ferraglia e cavidotti in arrivo. A questo punto sembra quasi che gli amministratori delegati di siffatte imprese neocoloniali (a proposito, quella interessata al nostro capoluogo si chiama Lecce srl e la sede legale è addirittura in quel di Bolzano: non si può certo dire che non abbiano senso dell’umorismo certi investitori), vengano a dirci: “Cucù, ci avete svenduto o affittato per un piatto di lenticchie un altro po’ di terreni che i saggi avrebbero, con un pizzico di lungimiranza, risparmiato per l’agricoltura. Ma siete proprio dei pirla neh. Ma davvero i vostri due neuroni attivi non riescono a cogliere il fatto che questo territorio che era l’El Dorado sta per diventare l’El Degrado? Eh sì, è proprio un brutto scherzo del Padreterno dare i biscotti a chi non ha la dentiera”.
Ecco perché un bel po’ di galatinesi sono in lutto: perché hanno iniziato a nutrire qualche dubbio su “ricadute occupazionali”, “volani per la crescita”, “attrattività per gli investimenti” e altre simili pigliate per fessi, e più di una certezza sul fatto che gli impianti che a breve si troveranno sotto il culo sono dei bancomat per i promotori, e sudditanza monetaria, ambientale e perfino energetica per tutti gli altri.
Ebbene sì, come dicevo all’inizio, alcuni galatinesi sono in lutto. Molti altri ancora al (libero) rutto.
Antonio Mellone
mag022011
Si è tenuto venerdì 29 Aprile presso la Provincia di Lecce un presidio del Comitato “Cambiamo Aria” per rompere il silenzio che si è abbattuto sulla vicenda del coincenerimento in Colacem. E’ per questo che il Comitato “Cambiamo Aria” ha deciso di chiedere un incontro immediato con il Presidente Gabellone, il quale, unitamente all’Assessore Perrone ed al Consigliere Roberto Marra, ha prontamente dimostrato la disponibilità all’ascolto e ha dato ampie rassicurazioni di partecipazione e collaborazione, per cercare il bandolo di una difficile e spinosa matassa, che investe come un uragano la salute pubblica. L’ottimo risultato incassato dal Comitato è che nessuna autorizzazione sarà concessa prima che la Provincia abbia effettuato autonomamente un monitoraggio sulla situazione attuale di inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua nell’hinterland su cui insiste Colacem. Inoltre il Presidente Gabellone ha assicurato che l’iter amministrativo terrà conto di tutte le osservazioni che arriveranno sulla vicenda da parte dei Comitati, dando la possibilità agli stessi di protocollare delle repliche alle risposte presentate da Colacem ad integrazione del suo progetto, in base alle quali il coincenerimento di CDR apparirebbe come un miracolo ecologico. Infine il Presidente ha sfatato un equivoco su cui i fautori del coincenerimento e la stessa Colacem hanno giocato in questi mesi: l’autorizzazione ad incenerire CDR non è il alcun modo legata al ciclo dei rifiuti salentini, che ne rimane estraneo, né sarebbe alternativa alla creazione di un inceneritore locale, mai previsto, né ora né in futuro, sull’intero territorio provinciale. In parallelo procede la richiesta di convocazione di un nuovo Consiglio Provinciale, presentata dall’IDV e sottoscritta dal PD, che, ricalcalcando l’ordine del giorno originariamente adottato dalla Commissione Ambiente della Provincia, possa tornare ad esprimere il proprio parere politico contrario alla possibilità di coincenerimento. Da non dimenticare, tra l’altro, che sul nostro territorio aleggia la minacciosa e disastrosa richiesta, sempre allo studio della Provincia, di autorizzazione di un esperimento pilota di incenerimento di ceneri e fanghi industriali, oltre a biomasse e rifiuti, da istallarsi nella zona industriale di Soleto. Non permetteremo che il nostro territorio diventi terreno di colonizzazione di impianti inquinanti e dannosi, che continuano ad attentare alla nostra salute; continueremo a batterci per impedire ogni forma di ulteriore aggravamento del rischio di inquinamento e per attuare un costante e pressante monitoraggio sulla situazione esistente. I margini della discussione sono ancora aperti e l’esito non è per niente scontato, ogni tanto i cittadini riescono a vincere sugli inceneritori.
feb052017
Non c’è popolo al mondo più sonnacchioso, rassegnato, smemorato, in una parola, ‘vavusu’ del galatinese. Con le dovute eccezioni, s’intende. Che confermano la regola.
Gli si può fare di tutto: come per esempio liberare definitivamente il suo territorio dagli alberi residui (quercia vallonea inclusa) per farne una circonvallazione senza senso più che a doppio senso; affumicarlo con gl’inebrianti miasmi delle ciminiere di un cementificio o di una fabbrica di calce; uccidere i suoi beni culturali, come il suo stupendo centro storico, con il traffico diuturno di auto di ogni cilindrata grazie all’alibi dei negozi “che altrimenti chiuderebbero”; buttar via i soldi delle sue tasse in opere cosiddette pubbliche, inutili, costose e spesso dannose (come un hangar-palestra inservibile, un auditorium inaudito, un centro polivalente senza energia elettrica, e via elencando); devastare la sua periferia con una miriade di comparti edilizi di frontiera, quando del già costruito non si contano le volumetrie invendute, inutilizzate, abbandonate; riempire i suoi campi e, quando non bastano, anche le piazzole di sosta delle strade dei suoi suburbi con rifiuti di ogni colore, taglia, puzza e pericolo; fargli credere che certe aziende (tipo Tap, e altri gigli di camposanto) sponsorizzino la sua festa patronale o altre “iniziative culturali” per magnanimità o mecenatismo e non invece per la loro coda di paglia lunga fino alla via di Soleto; indurlo all’esultanza quando i politicanti locali se ne escono con qualcuna delle loro, tipo una novella area mercatale che consista in altri ettari di terreno da coprire con una bella coltre cemento vibrato; prenderlo per il culo con la scusa del “volano dello sviluppo” e delle “ricadute occupazionali” (ricadute una dietro l’altra) derivanti dall’ennesimo centro commerciale di una ventina di ettari da impiantare nella campagna di Collemeto; eccetera, eccetera.
A proposito di quest’ultimo centro commerciale, il 13 gennaio scorso, la solita penna ad inchiostro linfatico (siamo ormai nel campo delle ghiandole salivari), sul consueto quotidiano (il minuscolo non è casuale ma causale) scioglieva inni e canti al divino e eucaristico progetto Pantacomico, che pare abbia avuto un ulteriore OK da parte del dirigente (o digerente, vista la bocca buona e lo stomaco forte), funzionario addetto a non so cosa, tale Antonio Orefice, che tomo tomo, cacchio cacchio, immagino con l’assenso anche del commissario prefettizio Guido Aprea (o forse Guido in Apnea), con un assenso nel silenzio generale, ha cambiato nome alla città: da Galatina a Sodomina.
In un trafiletto-colpo-di-grazia, il gazzettante di corvée si presta a illustrarci tutti i punti per i quali il mega-porco commerciale è di “pubblica utilità”, anzi una figata vera e propria. Tipo: “la salvaguardia della rete commerciale della città” [come, non è dato sapere, ndr.]; “la cessione al comune di un’area di 300 metri quadrati da destinare alla promozione dei prodotti locali” [come per dire il pasticciotto di Galatina, e altre leccornie loro. Secondo me la salma del povero Andrea Ascalone, per risparmiargli ulteriore pena, l’avranno sepolta già rivoltata, ndr.]; per non parlare poi della “creazione di impianti sportivi e per il tempo libero” [da trascorrere ovviamente al centro commerciale, e dove sennò, ndr.]; e ancora “un impianto ludico-ricreativo per bambini di 10.000 metri quadri” [povere creature. Poi si lamentano se a 20 anni i figli ammazzano i genitori, ndr.] e infine – mi voglio rovinare - “il parco pubblico che sarà attrezzato, completato e ceduto al patrimonio comunale” [così i galatinesi non faranno più le loro passeggiate ecologico-romantiche con decine di giri in macchina intorno alla villa, con tanto di braccio fuori dal finestrino, ma direttamente in questo novello parco: sarà certamente più cool, anzi paracool, ndr.].
Mi sa tanto che di questo passo, tra un copia-incolla, un taglia-e-cuci, un mangia-e-bevi, un servo encomio e un codardo oltraggio, l’unica superstite rubrica del Quotidiano in grado di mantenere un sufficiente livello di autentica scientificità rimarrà quella dell’oroscopo.
*
Ora. Capisco che a Galatina la democrazia faccia ribrezzo, se non addirittura schifo, e che la maggioranza dei notabili locali con il codazzo degli accoliti preferisca il “quieta non movere”, un podestà ad un sindaco democraticamente eletto, la presa in giro alla verità. Ma santo cielo, è mai possibile che nessun elettroencefalogramma abbia dato un minimo segnale di movimento, o che nessuno abbia fiatato o alzato ciglio o storto il muso o mosso un dito all’annuncio di questo capolavoro di alta oreficeria (Orefice), ulteriore passo verso il Golgota di una città già provata da anni di malapolitica, scemenze inenarrabili e consociativismo da picchi himalaiani? Sì, evidentemente è possibile.
Oh, Galatina, per favore, smetti di farti del male una buona volta: lascia in edicola ‘sto cazzo di giornale, spegni la televisione e mettiti a leggere finalmente un libro.
Antonio Mellone
gen142011
Una petizione contro i megaimpianti fotovoltaici industriali e sperimentali sul territorio agricolo del comune di Cutrofiano, dove si sta realizzando, con il parere favorevole di Legambiente nazionale, l’impianto di Exalto s.r.l. su 26 ettari. Partiti, movimenti, liste e gruppi politici locali, associazioni, comitati e tutti gli altri organismi sociali presenti e operanti sul territorio comunale, rivolgono al sindaco ed al consiglio comunale di Cutrofiano una petizione promossa dal comitato “Forum Amici del Territorio”, in cui si dichiara la netta contrarietà agli impianti che s’intendono porre in essere.
Considerando che con le diffuse attività estrattive attraverso la coltivazione di cave a cielo aperto ed ipogee, il comune di Cutrofiano è già stato irrimediabilmente deturpato, i sottoscrittori della petizione denunciano l’abnorme proliferazione su tutto il territorio comunale di progetti riguardanti insediamenti produttivi di energia elettrica aventi carattere industriale altamente invasivi, quali impianti di centrali elettriche fotovoltaiche di media e grande estensione.
La realizzazione indiscriminata di tali impianti porterebbe, secondo il fronte del no, allo stravolgimento del territorio agricolo, alla devastazione del paesaggio tipico salentino, alla svalutazione economica di immobili limitrofi agli impianti, allo scoraggiamento di investimenti per attività agro-turistiche nuove ed esistenti, “vero motore economico nel futuro della comunità cutrofianese”: “La smisurata incentivazione del Conto Energia italiano, la più alta al mondo – si legge nel testo -, su sistemi industriali di energie rinnovabili tecnologicamente poco efficienti, con produzioni discontinue e costosi per l’utenza finale, sommata a scelte energetiche errate, coronate dal Piano energetico ambientale regionale pugliese (Pear), hanno prima favorito e successivamente avallato, con un tardivo ed ambiguo intervento di parziale limitazione, una logica basata sull’insediamento selvaggio di impianti energetici da fonti rinnovabili di media e grande potenza, autorizzati spesso solo con la denuncia di inizio attività o con un’autorizzazione regionale che comunque offende la partecipazione e la decisionalità democratiche e la corretta pianificazione territoriale”.
Le recenti linee guida della Regione Puglia del 30 dicembre 2010, in vigore dall’inizio dell’anno 2011, “non apportano efficaci strumenti di tutela del territorio agricolo, ma sottolineano la sempre più discussa discrezionalità degli organismi preposti all’autorizzazioni degli impianti”. Per questo, i sottoscritti evidenziano che la “solidarietà energetica” con altre regioni non possa diventare “il pretesto per avallare una incontrollata proliferazione di progetti energetici sul territorio comunale e pugliese, per produrre energia notevolmente sovradimensionata rispetto ai consumi che, peraltro, determina gravi sprechi nelle linee di trasmissione”.
“Si rileva altresì – si legge ancora - come grandi holding straniere, del nord e centro Italia, hanno intrapreso un’azione di ‘colonizzazione energetica’ ai nostri danni, utilizzando mediatori locali, associazioni ambientaliste compiacenti e appoggi politici trasversali”. Per quanto esposto, i sottoscriventi chiedono che il consiglio comunale di Cutrofiano, in linea con gli orientamenti già espressi, “deliberi una posizione di contrarietà a qualsiasi impianto fotovoltaico di tipo industriale e/o sperimentale, sia tradizionale e/o a concentrazione sui terreni agricoli nel Comune di Cutrofiano, favorendo gli impianti di autoconsumo privati e pubblici e indicando una limitata e selettiva scelta di pochi siti in aree industriali ed artigianali per i primi”.
Inoltre che il Consiglio comunale di Cutrofiano, la Commissione urbanistica e l’Ufficio tecnico predispongano ed approvino “un regolamento sulle energie a fonti rinnovabili per la salvaguardia e tutela del territorio comunale, integrando quanto previsto dal precedente punto al fine d’impedire la sfrenata ed incentivata corsa alla speculazione nella produzione elettrica, a discapito della salute e dell’ambiente”; che l’assise “faccia proprie tutte le direttive e le indicazioni previste” dagli appositi documenti regionali e provinciali, “individuando esattamente le zone di interesse ambientale come il ‘Parco dei Paduli’”.
“E’ opportuno ricordare inoltre – spiegano - quanto sancito dalla Costituzione Italiana, ossia che ‘La Repubblica … tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’ (art. 9), e quanto contenuto nell’articolo 2 dello Statuto della Regione Puglia, dove si chiarisce che ‘il territorio della Regione Puglia è un bene da proteggere e valorizzare in ciascuna delle sue componenti ambientale, paesaggistica, architettonica, storico-culturale e naturale’”. In virtù di questi principi i sottoscriventi ribadiscono come il “territorio non possa diventare la ‘colonia energetica’ figlia di una bolla speculativa dell’economia italiana ed europea”. La petizione ha già avuto due sottoscrizioni politiche dai circoli locali di Italia dei Valori e del Movimento “Io Sud”.
“La petizione – spiega il Geom. Gianfranco Pellegrino - mira a dare chiarezza sulle posizioni fino adesso ambigue dei vari gruppi politici locali; inoltre con la stessa il Forum preme sul Consiglio comunale al che lo stesso faccia quanto necessario a contrastare tali progetti. Il Consiglio Comunale di Cutrofiano può ancora fare molto, se attuasse le richieste indicate nella petizione renderebbe l'autorizzazione degli impianti molto complicata”.
fonte:www.comunedicutrofiano.com
mag162015
Molto atteso il ritorno a Galatina del greco Stefanos Tsitsipas.
Nello sport ci sono partite che valgono una stagione, probabilmente quella che si andrà a disputare domenica prossima, 17 maggio, a Galatina, è una di quelle.
Negli impianti del Circolo Tennis di Galatina, tutto è pronto per accogliere i tennisti del Circolo Tennis Arezzo per, si spera, poter continuare la sua risalita nelle posizioni alte della classifica del girone.
Quasi febbrile, l'attesa per il ritorno, per la prima volta in questo campionato, del fortissimo giocatore greco Stefanos Tsitsipas (2.3), che lo scorso anno ha entusiasmato le platee dei circoli tennis di mezza Italia. Il greco tesserato con il C.T. Galatina, reduce da numerosissimi successi internazionali, gode già di una classifica Atp di tutto rispetto, anche considerando la giovanissima età. Numero quindici ITF Juniores under 18, a soli 16 anni ed un tennis spettacolare e solido, il galatinese di adozione promette di dare spettacolo, sia in singolare, che in doppio.
Il C.T. Arezzo potrà schierare Farris (2.2), Biffi (2.5), Naldi (2.6), Chiodini (2.8), Funghini (3.1) e Sannuto (3.2).
Dal canto proprio, il C.T. Galatina, schiererà, oltre al greco Tsitsipas, Pierdanio Lo Priore (2.4), Davide Albertoni (2.4), Luca Giordano (2.5), Filippo Stasi (3.2) e Alberto Giannini (3.2).
”Garantiamo a tutti gli sportivi e tennisti salentini un appuntamento di alto livello tennistico. Domenica prossima, dalle 10 in poi, venite a tifare insieme a noi per il nostro Circolo. Il ritorno in casa di Stefanos, ci porterà nuove forze dal punto di vista fisico e da quello dell'entusiasmo. Andiamo avanti così...tutti insieme possiamo farcela. Forza C.T. Galatina.”
Galatina, 15 Maggio 2015
Giovanni Stasi
set032016
Mio papà Giovanni la pensa diversamente.
A 93 anni suonati continua a coltivare la sua terra. Non ha mai saputo che la sua è agricoltura biologica, o che l’agricoltura richiedesse aggettivi. I piccoli appezzamenti di terreno di sua proprietà non hanno recinti, e non capisce perché gli altri erigano degli alti muri di cinta per chiudervisi dentro.
I suoi ulivi sono sani perché non li ha mai abbandonati. Quando gli chiedo come mai certi ulivi del Salento stanno seccando, mi risponde che gli ulivi sono come le persone: soffrono la solitudine, e a volte se lasciati soli si deprimono così tanto che alcuni arrivano fino al suicidio.
Quando gli capita di vedere in giro grandi rotatorie e strade a quattro corsie esclama: “Dove andremo a finire quando l’ultimo ettaro di terra verrà asfaltato”. Meno male che non ha visto la nuova Maglie-Otranto, la Regionale 8, o il “progetto” della SS. 275, e gli altri “piani stradali in nome della sicurezza”, sennò penserebbe che ci siamo tutti bevuti il cervello.
Ogni volta che vede i terreni trafitti dagli enormi impianti di fotovoltaico mio padre dice sottovoce: “Hanno piantato tutta questa roba, ma poi che cosa mangeranno?”. Secondo me, mio padre a 93 anni riesce a guardare più avanti di chi ne ha ancora la sua permutazione: 39.
Fosse per lui e per il suo stile di vita non esisterebbero i rifiuti. Mio padre mangia poco, non spreca nulla, non beve l’acqua imbottigliata nella plastica ma quella del pozzo che lui stesso ha scavato con zappa e pala settanta anni fa, risuola più volte le scarpe, riutilizza le camicie che dismetto, perché afferma: “Sono ancora buone, basta che siano pulite e stirate”.
Dice che prima non avevamo tutta questa immondizia, e che uno spazzino che oggi si chiama operatore ecologico bastava per tutto il paese: “perché un tempo non compravamo tutta la spazzatura che invece compriamo oggi”. E quando gli racconto, a proposito, che nei centri commerciali c’è tutto quello di cui si possa aver bisogno, mio padre risponde: “Sarà pure che in un centro commerciale c’è tutto, ma io non ho bisogno di nulla”.
Mio padre non possiede un telefonino, e fino a poco tempo fa non sapeva nemmeno che con l’aggeggio con cui sto scrivendo io gli faccio le foto, come quelle a corredo di questo pezzo. Ovviamente non utilizza nemmeno Internet, “ché non ho tutto questo tempo da perdere, io”. Quando gli ho riferito che oggi con il telefonino molte persone vanno in cerca di Pokemon, mi ha replicato che sarebbe meglio che andassero a cercare lumache o ‘zanguni’ (che almeno sono commestibili).
Non va al mare, mio padre, perché preferisce la terraferma, e soprattutto – celia - “per non sporcarlo”. Non frequenta le discoteche, in quanto: “la notte penso a dormire”. Ai cocktail di tendenza nei baretti sulla spiaggia privilegia un bicchiere del suo vino durante i pasti. Non parlategli degli apericena al risto-pub con cibi-cineserie, cioè d’importazione, perché per mio padre non c’è niente di meglio dei prodotti del suo orto, e il vero ‘happy hour’ è il pane e pomodoro che mangia a casa sua.
Mio padre davanti alla televisione si addormenta subito. Dice che con tutto quello che trasmette è la cosa più intelligente da fare. E comunque la mattina si alza presto, molto presto, perché è tempo sprecato rimanere a letto dopo il sorgere del sole, “ché si rischia di diventare come tanti ‘baccalà’”.
Mio padre pensa che si è giovani ad ogni età quando la somma delle energie consumate è maggiore o tutt’al più uguale a quella delle energie assimilate con l’alimentazione (sicché l’invecchiamento inizia quando l’accumulo di calorie supera il loro utilizzo). E soprattutto che non si muore mai fino a quando si ama di più di quanto non si sia a propria volta riamati.
Il segreto di una vita lunga, per mio padre, non è la serenità o la pace dei sensi, ma la lotta continua; e quello della felicità, trovare davanti a sé un ostacolo e mettercela tutta per superarlo a prescindere dal risultato finale. Mio padre è un sognatore resistente.
Quando raccoglie i prodotti dei suoi terreni, mio padre non li tiene quasi mai tutti per sé: il più delle volte se ne priva sparpagliandoli ad amici e conoscenti. Dice che se mangi da solo rischi di affogarti. A proposito di pasti, mio padre è convinto che ci si stanchi di più a pasteggiare che a lavorare, infatti: “puoi lavorare anche fino a dieci ore di seguito, ma puoi stare seduto a tavola a mangiare al massimo per un’ora e mezza, per esagerare due; dopo non ce la fai più”.
Mio padre parla poco, pochissimo, quasi mai, ma certi silenzi sono più eloquenti e istruttivi di una lezione impartita da una cattedra universitaria.
Mio papà Giovanni in questi giorni sta leggendo un libro sulla nostra Carta Costituzionale nata dalla Resistenza (e lui, rinchiuso per due anni nel lager nazista di Berlino-Spandau, ne sa qualcosa). Siccome detesta gli stermini chiamati “riforme” si sta preparando così al referendum costituzionale, se e quando ci sarà.
Mio padre m’ha già detto che voterà NO allo scempio della sua Costituzione.
Antonio Mellone
apr232016
Martedì prossimo, 26 aprile, riprenderanno i lavori di sistemazione di Corso Porta Luce nel tratto compreso tra via Gallipoli e via Nachi. L’intervento avrà ad oggetto l’ultimazione dei lavori di pavimentazione dei marciapiedi; il completamento della pubblica illuminazione mediante l’installazione di pali in ghisa; il rifacimento del manto stradale; il tracciamento della segnaletica orizzontale e l’installazione di segnaletica verticale.
La conclusione dei lavori è prevista per la seconda decade di giugno.
In data odierna, inoltre, a seguito della predisposizione da parte della Direzione Lavori Pubblici dei necessari atti ed elaborati progettuali, è stato approvato dalla Giunta il progetto esecutivo relativo ai lavori di fornitura ed installazione di una cabina MT/BT prefabbricata della potenza di 50 Kw presso il Centro Polivalente di Noha.
Ciò consentirà di dotare la struttura, attualmente servita da un contatore di energia elettrica di 10 Kw, della potenza sufficiente al normale funzionamento degli impianti tecnologici esistenti.
L’importo dei lavori è di € 18.500 oltre iva e spese tecniche, per un totale di € 24.000,00, di cui € 15.000 al netto dell’iva verranno rimborsati dall’Ente distributore dell’energia all’atto della consegna della cabina.
Nei prossimi giorni verranno avviate le procedure per l’affidamento dei lavori.
L’Assessore ai Lavori Pubblici
Emilio Tempesta
mar042016
Domenica 06 marzo, a partire dalle ore 09.30 e fino alle ore 13.00, in piazza Alighieri, potrete ritirare il vostro "Pasqualotto" e potrete inoltre consegnare i vostri tappi conoscendo così l'iniziativa "TappiAmo Galatina".
Il prezzo per singolo uovo dal peso di 300 gr., disponibile sia di cioccolato al latte che di cioccolato fondente, è di 5€. Con il suo acquisto contribuirete a coprire i costi di gestione della "Bimbulanza”: la prima ambulanza pediatrica del sud Italia, all’acquisto della quale la cittadinanza di Galatina ha partecipato con numerosi e diversi eventi benefici.
Il progetto, fortemente voluto e realizzato da don Gianni Mattia e dalla sua Associazione “Cuore e mani aperte verso chi soffre", nasce con l'intento di alleggerire il tragitto dei piccoli ospiti che in caso di necessità potranno essere trasportati nei vari spostamenti clinici tra diversi ospedali. La vera novità, che rende speciale questa iniziativa ed il progetto tutto, sempre in debito di fondi per la sua sopravvivenza, è la presenza sulla “Bimbulanza” di un volontario clown che tra sorrisi, giochi e colori, allieta la permanenza sul mezzo dei piccoli passeggeri.
I tappi sono fatti di un materiale particolare (polietilene – Pe) diverso da quello delle comuni bottiglie. Normalmente nelle operazioni di riciclaggio gli impianti non separano i tappi dalle rispettive bottiglie ma li fondono insieme. Così facendo si finisce per produrre un maggiore inquinamento. Bisogna poi sapere che anche l’utilizzo dei materiali è diverso: le bottiglie vengono utilizzate per produrre “tessuti non tessuti”, come il pile (ottenuto combinando plastica e lana), mentre i tappi riciclati sono adatti a produrre vasi per i fiori, cassette per la frutta, sedie da giardino ecc… I tappi di plastica raccolti separatamente hanno, quindi, un loro valore specifico. Inoltre la raccolta differenziata contribuisce a ridurre l’inquinamento ambientale.
Oggetto della raccolta sono tutti i tappi di plastica. Non solo quelli delle bottiglie di acqua, bibite, latte, ma anche quelli dei detersivi, dei barattoli (ad esempio la Nutella), i contenitori dei rullini fotografici o gli ovetti Kinder. Tutti possono raccogliere i tappi di plastica: dai bambini agli anziani, dai gestori di bar e ristoranti ai lavoratori presso le mense aziendali o nelle loro famiglie.
Un centro di raccolta molto importante è risultato essere quello delle scuole, dove la raccolta, trasformata in un gioco, diventa una sorta di sfida tra le classi e motivo di orgoglio per gli alunni. Senza dimenticare che, così facendo, nelle scuole i bambini imparano a non inquinare e a riciclare facendo solidarietà. Ma tutti devono essere responsabilizzati verso questa raccolta perché spesso chi getta il tappo insieme alla bottiglia semplicemente non conosce questa grande opportunità.
Vi aspettiamo Domenica 06 marzo in piazza Alighieri...
Russo Piero
set112021
Fervono le polemiche diciamo politiche in vista delle prossime (eventuali) elezioni comunali galatinesi. Lo vedi dal fatto che insomma tutti i partiti si stanno aspramente dividendo in merito all’erba. Voi penserete che l’acceso dibattito verta viepiù sul tema spinoso della legalizzazione della marijuana (per gli amici Maria). Invece no, volano gli stracci tra i contendenti, dalla destra al centro-destra (la sinistra vorrebbe far vedere che esiste sguainando la falce senza il martello, ma niente), intorno alle povere erbe spontanee che periodicamente, e sotto qualsiasi amministrazione, fanno finalmente capolino ai bordi delle strade.
Poi, tanto per mantenere la diatriba al livello del marciapiede, si buttano nelle buche (purtroppo solo metaforicamente). Anche qui il riferimento non è esattamente ai pertugi endemici del bilancio comunale, ma alle crepe dell’asfalto, magari studiato apposta perché dopo un tot di anni se non di mesi (si chiama obsolescenza programmata) si ritorni a metter mani nelle tasche di Pantalone a favore dei soliti padroni dei caterpillar. Ma si sa, le strade devono essere efficienti se no il traffico (precipuo problema di Galatina, più o meno come di Palermo) impazzisce.
Non vi dico le battute di spirito sprecate in queste belle contese che il Leopardi (non vorrei scomodare Omero) definirebbe batracomiomachie: e vai con “polmoni verdi”, “erbalife”, “green pass”, e via di seguito, a proposito del manto erboso; mentre “pozzi artesiani”, “forum” e “aviaria” abbondano al riguardo di buchi e altre superficialità appunto viarie.
E sarebbe del tutto inutile ricordare ai concorrenti che gli orifizi stradali si riproporrebbero incessantemente anche se il sindaco fosse, poniamo, il titolare effettivo di un’azienda di asfalti, e che il fenomeno, già incancrenito dalla crescita esponenziale dei comparti abitativi (speculazione edilizia sarebbe locuzione più appropriata), e quindi dello stradario, presenta ad oggi soluzioni leggermente più ardue di quelle che ci si aspetterebbe dalle equazioni di Navier-Stokes. Ma vivaddio - come insegna la stampa locale in estasi - quel che conta è il filo d’erba (altrimenti detto pagliuzza), mica le travi di colacemento.
Ma cosa pretendevate: che partiti e liste cosiddette civiche si stracciassero le vesti come Caifa per la quarantina di maestosi alberi di pino di viale don Bosco [bosco: che ironia, la sorte, ndr.] tranciati alla radice e poi trinciati perché, signora mia, davano fastidio al manto di catrame? E secondo voi ci farebbero divertire così tanto maggioranza e opposizione-chiamatemi se i rispettivi esponenti consultassero ogni tanto non dico il registro dei tumori del nostro distretto, ma almeno, che so io, i siti istituzionali di Regione e Provincia, nelle sezioni dei PAUR (nomen omen) dove quotidianamente grandinano richieste da parte delle più disparate società a responsabilità delimitata, anzi ristretta proprio, tutte volte all’imbagascimento diuturno di questa terra grazie a mega-porci commerciali, mega-parchi di fotovoltaico campestre, mega-impianti di compostaggio anaerobico o meglio analerobico (qui le oscenità o sono mega o non se ne fa niente), l’ultimo dei quali solo di qualche giorno fa relativo al trattamento di circa 80.000 tonnellate annue di rifiuti organici da trasformare in scorie speciali e percolato e gas di scarico (anzi biogas: è più carino) in un sito a qualche migliaio di metri dal centro città. Macché, meglio che a occuparsene siano i soliti “ambientalisti oltranzisti e radical chic” (copyright del ministro dei Migliori, tal Cingolani), se no come fai a far divertire il popolo con l’erba voglio.
Chissà se da qui a breve avremo il piacere di godere ancora degli esilaranti spettacoli caratteristici della precedente tornata elettorale, tipo quelli delle squadre di volontari (quasi tutti candidati al seggio) con tanto di decespugliatore in mano, visiera, guanti e scarpe antinfortunistiche pronti a sfalciare ogni filo d’erba da rotonde, banchine, marciapiedi, ville e giardini pubblici, blanditi folkloristicamente (trad: populisticamente) dal palco dei comizi dai nostri ineffabili Cetti e soprattutto Cette Laqualunque.
Non deludeteci, ragazzi: le premesse ci sono tutte.
Antonio Mellone
lug152010
Uno slogan pieno di grandi significati. E' il titolo del programma amministrativo presentato dal nostro neo-eletto Sindaco, dott. Giancarlo Coluccia. Lo si può leggere nel Galatino n. 10 del 28 Maggio scorso. Gli impegni dichiarati riguardano soprattutto l'ambiente. Il nostro Sindaco promette il mantenimento delle bellezze paesaggistiche, compreso il centro storico di Galatina (noi speriamo anche delle frazioni), del basolato, delle piste ciclabili dentro la città e nei percorsi di congiungimento con le frazioni, della viabilità. A proposito dell'ambiente, il nostro Sindaco, si sofferma molto sul tema dell'energia: …uno dei settori strategici per un futuro eco-efficiente e ambientalmente compatibile;… installare su tutti gli edifici pubblici impianti fotovoltaici;…ridurre i costi energetici della pubblica illuminazione con impianti ad energia solare; dotare i cimiteri di Galatina e delle frazioni di impianti fotovoltaici… L'articolo prosegue considerando nuove soluzioni al problema del randagismo, dell'approvvigionamento dell'acqua potabile, di una migliore ripartizione della tassa sui rifiuti premiando chi ne produce meno, ecc. Grandi idee e ottimi propositi! Ma, ahimè, appena eletto il nostro Sindaco si ritrova a dover rispondere di decisioni prese dai suoi predecessori, e confermate dal Commissario Prefettizio, sul fenomeno del fotovoltaico per piccole e grandi estensioni. La richiesta fattagli da un numeroso gruppo di cittadini è quella di fermare lo scempio di quasi 100 ettari di campagna ricoperta da pannelli fotovoltaici, in zona Roncella, Vernaglione e Gamascia. Un'area equivalente a circa una novantina di campi da calcio. Dalla mappa territoriale si evince chiaramente l'enorme estensione delle aree prestabilite dal P.E.C. (Piano Energetico Comunale) e l'eccezionale vicinanza all'abitato, anche se spezzettate in piccoli appezzamenti. Inoltre le case di molte vie a nord di Noha: v.Tito Lucrezio, v. Giovenale, v. Q. Ennio, v. Catullo, ecc., avranno le finestre con vista panoramica direttamente sul campo n. 037 di circa 25 ettari di fotovoltaico. Il panorama si avrà ancora più diretto sulle case del comparto 4 appena questo verrà realizzato. Sia il Consiglio Provinciale di Lecce che il nuovo Piano Paesaggistico Regionale (Deliberazione G.R. 20,10, 2009 n. 1947) denunciano il divieto di localizzazione su suolo di impianti fotovoltaici in aree tipicizzate come agricole, e cioè di campi agricoli, pascoli, aree rocciose e di naturalità, vigneti, uliveti, ecc. Le nostre aree sono tutto questo: campi agricoli, pascoli, aree rocciose e di naturalità! Le due linee guida dicono anche che l'area riservata all'impianto deve risultare un terzo della proprietà mentre i restanti due terzi devono continuare a rimanere di uso agricolo. L'art. 41 della Costituzione sancisce che l'iniziativa economica privata è libera, ma che tuttavia non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana (quanto a sicurezza, vista la presenza di molte abitazioni nel raggio di poche decine di metri, le aree in questione non sono, forse, conformi). La fine dei combustibili fossili, petrolio in testa, sarà una grande conquista. Ma questo non vuol dire tappezzare la terra di pannelli fotovoltaici, pale eoliche, trasmettitori di telefonia e televisione, pubblica o privata che sia, se non regolati e disciplinati con sobrietà e onestà. Il fotovoltaico è nato per salvare il territorio e non per distruggerlo. Gli impianti vanno fatti su aree già deturpate, tipo capannoni, zone industriali, cave, depositi di rifiuti su cui tanto non si potrebbe fare altro, sui tetti delle case, sulle aree cimiteriali, ecc. Mai sulla campagna ancora in uso! Sui due appezzamenti attigui tra loro, quelli più grandi, pari a circa 60 ettari in totale e indicati in mappa con le sigle 035 e 027, mentre ci raccontiamo di giustizia e ripartizione equa dei beni comuni (e il territorio è un bene comune), le ruspe e gli operai delle imprese costruttrici, con il benestare del Commissario Prefettizio, dott. Capuano (vedi Atto n. 78 del 16-02-2010 fruibile sul sito del Comune di Galatina), stanno dando inizio al sacrificio della nostra terra. Di questo sacrificio non sappiamo quanto sarà il bene restituito ai cittadini residenti, ad esclusione di particolari "convenzioni" con l'impresa costruttrice, come per esempio quella per la ristrutturazione del canile in forma appunto di donazione di una cifra pari a 192.000 euro e degli utili che serviranno a rimpinguare le casse del Comune. Da una ricerca di mercato il costo dell'impianto di un MW su grandi estensioni pare equivalga a 4 milioni di euro, se moltiplichiamo la cifra per i cento MW previsti capiamo di che cosa si sta parlando. Di certo sappiamo che, secondo il progetto, impregneranno l'area della nostre contrade di veleni affinché non crescano più alcun tipo di piante, con un forte rischio per le falde sotterrane. Di certo sappiamo che saremo privati di una natura meravigliosa e offesi dalla vista di 60 ettari di iniezioni di cemento e stagnola riflettente. E' certo che non siamo sicuri di essere esenti da nuove forme di tumori causate dai campi magnetici prodotti dai due mega impianti. La Sezione Salentina di "Italia Nostra", che difende il territorio da questo scempio anti-amore per la natura, sostiene che ci sono forti rischi per l'equilibrio del micro clima e la fauna. Per certo nessun turista verrà nel nostro Salento a portare lavoro per i nostri figli e ancor meno per visitare distese interminabili di ferraglia e silicio. Dopo aver risparmiato, volenti o dolenti, la nostra terra dallo scempio dell'industrializzazione (tranne, per fortuna, poche realtà, come l'Ilva di Taranto, l'Enichem di Brindisi, Colacem di Galatina, ecc.), con gli stenti e le fatiche di generazioni intere di emigranti, roviniamo l'attimo di magia che il Salento sta vivendo come fonte di turismo e di lavoro, colmandolo di pannelli fotovoltaici, biomasse e pali di ogni tipo!? Ma la cosa che più crea allarme nella gente è la quasi totale assenza di informazione sulla straordinarietà di tale evento. Visto che il P.E.C. è già stato preparato, ed anche attuato, sarebbe corretto e doveroso da parte dell'A.C. renderlo pubblico. Condividerlo non solo tramite i meandri contorti del net work Galatinese, che forse pochi praticano, ma con un semplicissimo manifesto di carta, magari riciclata, esposto nella bacheca in piazza, la stessa dove vengono affisse lusinghe e promesse dei candidati al tempo delle elezioni, con spreco di costi altissimi. Se non conosciamo i propositi programmati dai nostri geniali delegati e tecnici per la cura del nostro territorio, è lecito l'allarmismo di chi come noi, semplici cittadini e popolo sovrano, è continuamente bombardato dalla comunicazione (e speriamo che duri e non venga imbavagliata) che denuncia raggiri, speculazioni, e sprechi provenienti dalle personalità più insospettabili e insite a tutti i livelli, sia locali che nazionali. Se la corsa all'abbruttimento del territorio e della salute pubblica non viene regolata con determinazione e coraggio continueremo a piangere ogni giorno i tanti morti di tumore del nostro territorio, in quello che invece dovrebbe essere il cuore palpitante e salubre dell'intero Salento. Non ci appelliamo solo alle regole, che ci sono e andrebbero rispettate e non raggirate, ma soprattutto al buon senso dei nostri amministratori e degli addetti ai lavori.
Marcello D'Acquarica
dic272019
Se l’Informazione padronale smettesse di corredarsi di aggettivi (tipo padronale) e si dotasse di attributi (lungi da me il maschilismo, è un modo di dire), e dunque guarisse dall’ecolalia compulsiva che la prende e non le dà un minuto di tregua, nel senso della ripetizione copia-incollata del diciamo pensiero delle bellenove di turno, come pure delle cosiddette associazioni di categoria, o degl’imprenditori briatoregni, o dei cazzari e per parità di genere cazzare centrali e locali altrimenti detti politici, che vorrebbero per esempio abolire la parola Sovrintendenza dal dizionario di Italiano, e se iniziasse a nutrire qualche dubbio sul verbo incarnato della Scienza (sostantivo quest’ultimo da proferire con ieratica solennità), e si ponesse qualche domanda sul mondo di sottosopra nel quale ci troviamo a vivere, forse non saremmo arrivati a questo punto. E cioè, per esempio, a ripetere quasi tutti a pappagallo le parole di un Cariddi qualsiasi (o era Scilla?) riportate su quei morbidi veli senza fare una piega, tipo: Porto Turistico Di Otranto Occasione Unica. E ancora quelle topiche dello sviluppismo in servizio permanente effettivo: Importante Intercettare Le Navi Da Crociera (ma certo, come fai a non Intercettare le grandi navi di ritorno dagli speronamenti in quel di Venezia); di più: Il Progetto È Considerato Importante E Strategico (e la famosa Destagionalizzazione dove la mettiamo?).
Per non parlare delle altre belle pagine di letteratura ggiornalistica che inneggiano al Rilancio Dell’economia E Dell’Edilizia con il Via Ai Cantieri Della 275 (avranno scordato di citare la Sicurezza, signora mia: sarà per la prossima volta) e la tanta voglia di Va-lo-riz-za-re Otranto e i suoi martiri lasciando i pontili a destagionalizzare (a proposito di destagionalizzazione), mica come pretende la Sovrintendenza, pardon: la Mala Burocrazia, che s’è intestardita a voler far rispettare la legge.
Forse per non urtare i promessi sponsor si è arrivati a non dire quasi nulla contro i mega-impianti di fotovoltaico nei novelli campi di sterminio, a considerare la Sputacchina e la Xylella (spesso intercambiabili) come l’unica causa del disseccamento degli ulivi, e dunque l’abbattimento loro e di ogni altro essere vivente con sega e veleni nel raggio di 100 metri (oggi ridottisi a 10 metri, mannaggia) come la panacea della desertificazione [sic] e, giacché si trovano, anche a sciogliere inni e canti alla trasformazione dei connotati dell’olivicoltura salentina in qualcosa d’altro grazie ai favolosi filari di Favolosa (scusate l’allitterazione intensiva). Salvo errori e omissioni, mancherebbero giusto gli alberi generosamente offerti e fatti piantare dal cementificio a chilometro zero a dispetto di quegli ingrati di Complottisti, Negazionisti, Professoroni, Disfattisti e pure Ambientalisti che altro non sono, che parlano e soprattutto Scrivono Puttanate [sic], mentre gli altri fanno i fatti rimboschendo il Salento, smacchiandolo nelle famose giornate dedicate alla pulizia del mondo, e progettando per il suo bene Grandi Opere per Sviluppo (dopo Tap - per la gioia di Greta - anche il Poesidon, per dire), Ricadute Occupazionali a iosa, Turismo sine fine dicentes, e non ultimo Attrattività per gli Investimenti, qualunque cosa voglia dire.
Solidarietà davvero a tutti quei Giornalisti che si fanno un mazzo così da mane a notte, magari pure per quattro soldi, agli eterni precari della categoria, a chi trema per il futuro della propria testata, a coloro i quali, per fare il loro dovere, vengono minacciati quando non molestati a suon di querele temerarie o di esposti ai consigli di disciplina dell’ordine, e anche a chi, per tirare a campare, deve sottostare alle famose linee editoriali. Sono questi la vera forza ancora in grado di salvare categoria, territorio e ideali di libertà.
Gli altri, purtroppo, il loro tallone da killer.
Antonio Mellone
dic272019
E’ trascorso poco più di un mese da quando a seguito di un atto vandalico consistente nell’imbrattamento dei muri della chiesa di San Luigi, a nome dell’Amministrazione comunale assunsi l’impegno di installare un sistema di videosorveglianza a presidio degli immobili pubblici presenti in piazza Galluccio.
Oggi posso con molta soddisfazione prendere atto che il lavoro sinergico tra l’Assessorato e il Comando della Polizia Locale ha portato ad installare un sistema di videosorveglianza per il controllo dell’immobili a servizio dell’utenza (Chiesa San Luigi, chiesa dei Battenti, Convento di Santa Chiara).
Abbiamo posto in essere le condizioni per poter preservare piazza Galluccio dall’azione dei teppistelli e di chiunque altro ha in mente di compiere azioni a danno della collettività in questa parte di centro storico.
Abbiamo iniziato, in maniera concertata e condivisa tra Amministrazione e Attività Produttive, un percorso che in maniera razionale può consentire la videosorveglianza anche di altre parti critiche del centro antico con l’obiettivo di renderlo ancora più vivibile, sicuro e fruibile. Questa è una condizione essenziale per consentire lo sviluppo urbano e commerciale di questa parte di città che in ogni caso presenta un saldo attivo nelle nuove aperture.
In più per poter installare gli impianti di videosorveglianza sono state utilizzare le risorse di cui all’art. 208 del Codice della Strada, ossia quella norma che prevede che parte degli incassi delle multe debbano essere investite sul territorio con le modalità previste dalla stessa norma.
Infine un plauso agli Uffici del Comando di Polizia Locale che con celerità ed efficienza hanno reso possibile l'indicazione data. Su questa linea è necessario, in maniera imprescindibile, continuare nell'interesse di tutta la collettività.
L’ASSESSORE ALLA POLIZIA LOCALE
F.to Sig. Nicola MAURO
feb222014
set242013
Antonio Mellone
lug172016
Temo che alla fine della loro avventura (ci siamo quasi) non potremmo nemmeno formulare l’estremo saluto all’indirizzo della giunta Montagna e della sua opposizione all’acqua di rose (o da Bar delle Rose), quel noto requiem/refrain che fa: “La terra vi sia lieve”.
Sostanzialmente per mancanza di terra.
Sì, perché quest’amministrazione tutta PD (Partito Decespugliatore), in combutta con il CD (che non è Centro Destra, ma Cemento Dappertutto), zero ne pensa e cento ne combina.
Davvero questi signori non sanno più dove sbattere le corna per sterminare gli ultimi lembi di terreno non ancora obliterati da nuovi comparti edilizi, cappelle cimiteriali, circonvallazioni, rotatorie, mega-impianti di compostaggio, centro commerciale (eufemisticamente definito mega-parco: le cazzate, o mega o niente), e altre inutili, dannose e costose opere pubiche.
L’ultima genialata è quella dell’“area mercatale” (e già qui il lessico è tutto un programma, l’idioma una variabile, e l’idiota una costante), un’area di non so più quanti ettari di suolo da trafiggere, ma del costo certo di 582 mila euro (non un centesimo di più, né duemila euro in meno: quando si dice la precisione) da sacrificare sull’altare del ritorno in piazza di baracche (e burattini), che si moltiplicheranno – a detta dei locali economisti per caso - come i pani e i pesci del miracolo.
*
Sabato 2 luglio scorso, il Quotidiano di Lecce (ma non era fallito?) se ne esce con la solita penna, anzi pena, gongolando di una novella “area mercatale” nei seguenti termini: “L’assessore al commercio e alle attività produttive Patrizia Sabella rassicura i commercianti del mercato del giovedì e promette un deciso impegno per concludere un iter che porterà al trasloco del sito dalla parte periferica della città ad un’area più centrale che si trova nel prolungamento di via Liguria, nelle immediate vicinanze della strada che da Galatina porta alla frazione di Noha”.
Non so voi, ma io, nel leggere d’un fiato questo periodo pressoché privo di punteggiatura, in mancanza di brevetto in apnea (diurna), ho rischiato seriamente l’ipossia.
E fosse solo questo.
Nel pezzo dal titolo: “La nuova sede del mercato presto pronta” (con le virgolette, come se si trattasse di discorso diretto, non si sa bene da chi proferito visto che nel corpo dell’articolo non c’è l’ombra della locuzione virgolettata: sarà un nuovo modo di fare “giornalismo” - appunto, con le virgolette), il gazzettante dà libero sfogo alla loquacità dell’assessore Sabella, senza nemmeno rivolgere una domanda una all’augusta parvenue di giunta, tipo: “Cara Assessora, ma vi siete bevuti il cervello? Che senso ha far traslocare il mercato da una periferia all’altra?
Valeva proprio la pena di spendere l’ira di dio per la cementificazione dell’n-esima zona franca di Galatina?
E che fine poi farebbe l’enorme superficie nei dintorni della fiera (ovviamente fallita), sin qui utilizzata? Sarà abbandonata, come del resto è avvenuto per altre opere pie (voce del verbo “pijo”), tipo l’Auditorium ubicato in fondo al viale don Bosco o la Palestra Hangar piantata in asso su quella specie di circonvallazione? Oppure verrà riconvertita, rimboschita e adibita a verde, dopo aver divelto asfalto e cemento pluriennali? E, in caso di risposta affermativa, chi pagherà il tutto visto che il Comune è ormai alla canna del gas?
E, infine, al di là delle balle ripetute da mane a sera, chi è che v’ha fatto credere che i commercianti del giovedì saranno ben più fecondi, tanto da crescere e moltiplicarsi ‘sine fine dicentes’?
Non è che per caso, anche stavolta, avete dato retta agli asini raglianti librati nell’aere?”.
Invece niente di tutto questo: solo espressioni corroboranti il nulla assessorile, e inni e canti sciolti dai fedeli a loro insaputa al divino e eucaristico cementificatore di turno.
Che ci vuoi fare, signora mia? Questa è la genia di corrispondenti a nostra disposizione cresciuti probabilmente – senza nulla togliere - alla Scuola Radio Elettra (nota scuola per corrispondenza - appunto).
E pare che si sentano pure dei Whatchdogs.
Sarà perché si mettono a scodinzolare non appena sentono il suono sordo dei croccantini in scatola (opportunamente agitata dal Caltagirone di turno).
Ma alla fine, poveretti, dei croccantini non sentiranno mai nemmeno l’odore.
Antonio Mellone
mar272021
Da quando Mr. What Else? (ah no, quello era George Clooney); insomma da quando Mr. Whatever it takes, vale a dire il capo del governo dei migliori e giacché dei competenti, fa pubblica ammenda sull’uso degli inglesismi, a me quasi quasi locuzioni o semplici lemmi British iniziano a starmi simpatici. È un mio problema, lo riconosco.
Prendiamo Megatrends, che sarebbero le macro-tendenze, ma chiamiamole pure mode condivise su ampia scala. Ebbene, premesso che il Capitalismo non si può definire come un Megatrend in quanto non è una tendenza ma un dato di fatto penetrato da tempo nella nostra realtà, possiamo definire Megatrends tutti quei “cambi di passo” che in maniera più o meno veloce, più o meno palese, aiutano il suddetto Capitalismo a farsi gli affari propri in maniera più efficiente, e con tanto di Resilienza incorporata (allusione all’arte di accettare intemperie e soprusi).
Prendiamo ad esempio l’archetipo del Centro Commerciale visto dai più come una calamita (purtroppo senza accento sull’ultima). Ebbene si tratta di uno specimen che si fa viepiù impalpabile anche nella vita di ciascun individuo, tanto che non si riesce più ad avvertirne le contraddizioni. Si è giunti perfino a pensarlo come il “migliore dei mondi possibili” e amen.
Non mi riferisco evidentemente soltanto al settore del commercio o dell’artigianato tout court che cattura ormai consumatori di ogni dove con conseguente morte per strangolamento di botteghe e magazzini cittadini (tanto poi è sufficiente riempirsi la bocca di “valorizzazione dei borghi” e il problema scompare). E volutamente non tocco nemmeno il tasto delle piattaforme alla Amazon, le quali con la scusa della “convenienza” godono di ampi lasciapassare per lo sfruttamento di dipendenti e fornitori. Voglio invece aggiungere il fatto che il mito del superintensivo “polo aggregante” acchiappa i settori più disparati: dalla Giustizia (con la chiusura dei tribunali paesani costati non so più quanto in termini di debito pubblico, per concentrarli su di un'unica sede centrale, meglio se ubicata in una “cittadella della giustizia”: tanto una speculazione edilizia in più o una in meno cosa cambia ai fini della “legalità”) alla Sanità (in nome del “riordino” si spingono alla serrata gli ospedali sparpagliati sul territorio per comprimerli in grandi nosocomi: meglio se privati, modello efficienza lombarda); dalle sale cinematografiche (con lo spegnimento di quelle a km0 per accentrare il tutto nei multisala possibilmente dal logo mitologico: mo’ non vorrei spoilerare il finale del film, ma mi sa che anche qui il protagonista muore) al settore bancario (con le famose fusioni tra le filiali di paese, per ammucchiarle in una unica sede accorpante, così quanto ad assembramenti siamo apposto: pare lo voglia la Banca Centrale Ikea); dall’Energia Elettrica ovviamente con marchio “green” (enormi piantagioni su terreni agricoli di pale eoliche e pannelli fotovoltaici al posto di mini-impianti pro-capite: il tutto però comunicato con un rassicurante senso di compatibilità e armonia ambientale, e a breve, grazie alla Transizione Ecologica, con iter così superveloci che al confronto lo Sblocca Italia sarebbe una cavezza) al Compostaggio (che giammai sarà domestico o al più comunitario, ma concentrato nei mega impianti da migliaia di tonnellate di capacità, perlopiù anaerobici, pardon analerobici, pronti a procreare “biogas”, presentatici con bucolica georgica serenità e conditi con due gocce di vaselina a mo’ di Chanel n.5. Chissà quanti ne stanno fotocopiando a nostra insaputa da scodellare in conferenza dei servizi, tutti finalizzati alla “chiusura del ciclo dei rifiuti”: se no di che Recovery andiamo cianciando.)
Nell’era delle Drag Queen o dei Drag King il megatrend prioritario sta tutto nell’aborrire le teorie devastanti. Le teorie, dico, mica la prassi.
Dubbio atroce dell’ultimo minuto: ma era transizione o transumanza?
Antonio Mellone
ago072010
La sera appena trascorsa del 6 Agosto, a Noha in piazza San Michele, un gruppo di cittadini ha partecipato con grande interesse all’incontro informativo sulle problematiche create dal nuovo fenomeno degli impianti di pannelli fotovoltaici. L’incontro è stato organizzato dall’associazione Nohana, “I dialoghi di Noha”.
Siamo di fronte all’ennesimo raggiro di accordi coperti dalla legalità ed a favore del bene terra, che invece, pochi spregiudicati faccendieri, a servizio delle grandi società produttrici di energia, “combinando” affari con proprietari terrieri ignari e male informati e amministratori locali sprovveduti, trasformano in distruzione irreversibile il più indispensabile bene della vita: la terra!
Hanno partecipato alla serata, oltre agli organizzatori dei Dialoghi di Noha, alcuni illustri ospiti di Nuova Messapia, Italia Nostra Sud e Forum Ambiente e Sviluppo di Lecce.
I tecnici di Italia Nostra, hanno dimostrato alle persone presenti all’incontro, con dati e conti alla mano, che dalla promozione della cosiddetta “energia pulita” trapela molto chiaramente l’inesistenza di alcun beneficio per la popolazione ma solo danni irreparabili per il territorio.
I rappresentanti di Nuova Messapia e Forum Ambiente, hanno insistito molto sulla scarsa informazione e conoscenza dell’argomento sia da parte dei tecnici delle amministrazioni pubbliche che dei politici eletti dal popolo. Insomma siamo nelle mani di pochi “arraffa distruggi e fuggi”. Un chiaro esempio dello stile fallimentare di questo esasperante consumismo, rovina per le nuove generazioni.
La serata, iniziata alle 19,30 si è conclusa intorno alle 22,00 con grande soddisfazione da parte dei cittadini che ignoravano quasi del tutto i rovesci della medaglia di questo nuovo fenomeno che sta devastando gran parte del nostro Salento.
I cittadini, sorpresi dalle notizie avute e allarmati per la totale mancanza di informazione, hanno richiesto con sollecitudine nuovi incontri informativi.
Marcello D’Acquarica
Vedi la photogallery
(Servizio fotografico di Paola Rizzo)
dic042015
C’ è poco da fare, quando qualcosa la vogliono fare costi quel che costi la fanno. Se poi si tratta di far passarella e ruotare la coda, basta un fischio. Il problema nasce quando qualcosa non la vogliono fare. Giusto per fare un esempio (solo uno dei tanti in quanto quasi simile) il sindaco Montagna e l’assessore Coccioli li avrò sentiti e letti almeno una decina di volte impegnarsi che presto avrebbero fatto realizzare la famosa cabina che avrebbe permesso all’ENEL di allacciare il nuovo contatore che avrebbe dato piena funzionalità al Centro Polivalente di Noha .
“Sarà realizzata entro l’anno” diceva Coccioli, ma non diceva mai l’ anno a cui si riferiva. E’ così di anni ne son passati un bel po’; è passato il 2012, poi il 2013, poi il 2014 e siamo ormai agli sgoccioli del 2015 ma della cabina nessuna traccia. Son riusciti persino a costringere ll’ENEL a dover staccare, per la loro inadempienza, il contatore di cantiere e quindi lasciare senza luce l’immobile. Ora vanno avanti con un gruppo elettrogeno.
L’ultimo richiesta di avere spiegazioni alle inadempienze del sindaco e dell’assessore, peraltro del suo stesso partito, è stata fatta in occasione dell’ultimo Consiglio Comunale dalla consigliera Daniela Sindaco la quale aveva presentato un’interrogazione consiliare chiedendo, in sintesi, il perché dei ritardi. L’assessore Coccioli rispose che “avrebbe indagato”.
Veramente ci stava ben poco da indagare in quanto il tutto è frutto esclusivamente di cattiva volontà nel fare qualcosa, magari determinata anche dal maggior o minor peso specifico che ogni consigliere PD riveste all’interno del proprio partito.
Tutto ciò si ricava anche dalla lunga serie di bugie sempre addotte per giustificare l’inadempienza tra cui è sempre spiccata quella della mancanza di disponibilità liquide perché vedremo ora l’esempio pratico che allorquando vogliono reperire i soldi riescono a farlo benissimo e li trovano.
A dimostrazione di quanto detto ci viene in soccorso la delibera di Giunta Comunale n. 403 del 25 novembre in cui si torna a parlare di Cavallino Bianco e di nuove ed ulteriori spese e guarda caso la principale è più consistente proprio quella per risolvere problemi connessi all’illuminazione.
In essa si legge che “ i lavori del Cinema-Teatro Cavallino Bianco sono stati completati come da verbale in data 23.11.2015. Che l’Amministrazione Comunale ritiene, per un migliore utilizzo della struttura, procedere ad un aumento di potenza elettrica per garantire un adeguato allestimento degli impianti e luci necessari delle future manifestazioni ed eventi e che per garantire quanto in premessa è necessario procedere allo spostamento del cavo Enel e prolungarlo fino al punto di nuovo allaccio disposto da Enel Spa per attestare la conformità degli impianti e che il costo complessivo dei lavori é pari ad € 13.300,00 IVA compresa” .
Unitamente al cavo elettrico vi sono un’altra serie attività quali forniture e servizi per permettere “una celere riapertura della struttura fra cui la Scia, necessaria per il rilascio del certificato prevenzione incendi, la pulizia dei locali”. Dalla stessa delibera si ricava poi che “ occorre integrare le somme previste nel Quadro economico di progetto per il collaudo tecnico-amministrativo tra le somme a disposizione dell’Amministrazione Comunale in quanto non sufficienti”
Pertanto deliberano “di autorizzare il RUP all’utilizzo della somma di € 20.000,00 (ventimila euro) del cap. di PEG 515 “Interventi per la valorizzazione del territorio” – bilancio 2015 – Gestione residui affinché possa porre in essere tutti gli atti amministrativi necessari per l’esecuzione dei lavori, servizi e forniture necessarie per una celere riapertura della struttura nel rispetto delle normative di riferimento”.
Ecco dimostrato che quando vogliono fare qualcosa la fanno, il problema, forse, consiste proprio nella volontà di volerla veramente fare, oltre naturalmente alla capacità di chi chiede di poterla ottenere.
fonte: ilsedile.it
gen212017
ELENCO E RIEPILOGO DATI ATTIVITÀ ANNO 2016
Segreteria Comando
Servizio Informazioni, Accertamenti e Notifiche
Polizia Edilizia, ecologica ed ambientale
Randagismo
Polizia Stradale ed infortunistica:
(omessa ottemperanza ad Ordinanze Dirigenziali);
Polizia Amministrativa e Commerciale
- n. 135 pareri espressi relativi ad occupazioni di suolo pubblico temporanee;
- n. 104 ispezioni in esercizi commerciali;
- n. 30 controlli aperture esercizi commerciali
- n. 37 controlli per cessazione attività commerciali;
- n. 8 controlli per trasferimenti attività commerciali;
- n. 5 accertamenti di attività professionali e creative;
- n. 35 controlli e verifiche sorvegliabilità in esercizi pubblici;
- n. 25 controlli e accertamenti attività artigianali;
- n. 45 ordinanze dirigenziali per manifestazioni e occupazioni suolo pubblico;
- n. 2 verbali per infrazioni relative ad affissioni pubblicitarie abusive;
- n. 22 verbali per infrazioni relative ad occupazioni di suolo pubblico abusive;
- n. 6 verbali amministrativi per infrazioni a Leggi, regolamenti, Ordinanze;
- n. 15 controlli su B&B;
- n. 526 assegnazioni posteggi area mercato su Galatina e frazioni;
- n. 28 accertamenti per occupazione suolo pubblico con pedane e de hors;
- n. 22 sopralluoghi con parere per installazioni impianti pubblicitari;
- n. 6 ricorsi trattati;
- n. 2 ordinanze di ingiunzione al pagamento;
- n. 8 verifiche esposti per attività rumorose da parte di operatori commerciali ed artigianali
- n. 17 Scia diverse: sub ingressi somministrazione trasferimento sedi – commercio elettronico – agenzie di affari – sale giochi – apparecchi automatici
- n. 28 controlli osservanza ordinanze – revoche commercio mercato settimanale.
Garantita l’attività di controllo e presidio delle principali Fiere in occasione di festività: S. Biagio – Madonna della Luce – Madonna di Costantinopoli (Noha-Collemeto) – SS. Pietro e Paolo – S. Antonio – Cuore Immacolato di Maria – S. Michele (Noha).
Costante presenza in occasione di manifestazioni ed eventi nel corso dell’anno organizzati sia dall’Amministrazione sia dai privati con controlli sulle relative autorizzazioni amministrative.
Il personale del Corpo è stato spesso impegnato nello svolgere attività di accertamento e raccolta di informazioni per conto di uffici comunali (SUAP-Tributi) ed altri enti terzi (Camera di Commercio – Provincia- Regione - altri Comuni).
IL DIRIGENTE
Dott. Antonio OREFICE
giu102022
Non più confinata nel perimetro del Salento, ora la questione di sposta in Parlamento. Il caso Colacem approda infatti in Commissione Ambiente della Camera: richiesta di audizione urgente per gli impianti di Gubbio, Sesto Campano e per quello salentino di Galatina. Comitati dei cittadini, sindaci, associazioni da più parti d’Italia si sono coordinati in una comparazione di dati sanitari, report scientifici prodotti nel corso dei mesi e confrontati sulle sospette correlazioni tra anomalie sanitarie ed emissioni registrate nelle comunità che vivono a ridosso dei cementifici di Colacem spa.
Dopo una lunga serie di confronti, la decisione di elaborare il dossier “Emergenza sanitaria nelle aree urbane in prossimità dei cementifici Colacem di Galatina, Gubbio e Sesto Campano”, presentato il 6 giugno con richiesta di audizione urgente alle deputate Alessia Rotta e Rossella Muroni (ex presidente di Legambiente) presso la Commissione Ambiente della Camera. A sottoscrivere il report e dare input alle fasi successive il Comitato civico Ambiente e salute di Lecce, il Comitato No Css nelle cementerie di Gubbio, Comitato per la tutela ambientale della Conca Eugubina e l’associazione molisana Mamme, salute e ambiente di Venafro.
Nel 2017, dopo quella presentata dal Movimento Cinque Stelle dell’anno prima, l’ex ministro e allora deputato di Sinistra Italiana Stefano Fassina aveva proceduto con una interrogazione parlamentare sull’impianto galatinese, proponendo la sospensione dell’attività industriale in attesa della Vis, Valutazione impatto sanitario. Nelle zone di Sesto Campano nel territorio di Isernia, Galatina e Gubbio, in provincia di Perugia, hanno sede i tre cementifici di proprietà della società Colacem, terzo gruppo italiano per produzione, con un totale di sei stabilimenti in Italia (gli altri tre si trovano in provincia di Varese, in quella di Arezzo e a Ragusa). Ulteriori quattro impianti anche nel resto del mondo: Tunisia, Albania, Haiti, Repubblica Dominicana.
I vari comitati di cittadini hanno dunque raccolto un dossier sull’emergenza sanitaria in quelle comunità. Il dossier è stato presentato, come riportato su, lunedì scorso alla presidente e vice presidente della Commissione Ambiente della Camera, Alessia Rotta e Rossella Muroni. La raccolta di dati relativi alla situazione sanitaria, ambientale e autorizzativa dei tre cementifici, per i portavoce dei comitati, dimostrerebbe una precisa modalità operativa aziendale portata avanti da decine di anni e che si sarebbe andata a incastrare con un certo immobilismo da parte di alcune amministrazioni locali nel volere affrontare quella rappresenta come una delle maggiori vertenze ambientali nazionali
Dal punto di vista sanitario, il report presentato alle due parlamentari parla di dati numerici che configurano una vera e propria emergenza. Concentrazione di inquinanti e rischio di mortalità delle quali vi abbiamo parlato già un anno addietro, con riferimento alla forte apprensione manifestata da undici sigle mediche, dalla Lega italiana tumori ed emersa in uno studio del Cnr: il distretto del cementificio di Galatina era stato infatti dichiarato “zona rossa” per l’incidenza di neoplasie polmonari. C’è da dire che nel Salento, quanto meno, un registro dei tumori esiste. (E non presenta appunto cifre rassicuranti.) Nel 2021, però, la Regione Umbria lo ha invece abolito “perché troppo costoso”.
Laboratori e centri di ricerca hanno evidenziato la presenza di diossina nel latte materno e nella placenta umana, oltre a una elevata concentrazione di metalli pesanti nella vegetazione, nella falda acquifera e nel suolo. Le preoccupazioni delle popolazioni locali sono poi lievitate dopo il sequestro delle polveri presso lo stabilimento di Galatina eseguito dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, che ha evidenziato caratterizzazioni insufficienti nella composizione dei rifiuti, così come indicato anche in sede di Ctu, Consulenza tecnica d'ufficio.
“I cementifici sono industrie obbligatoriamente subordinate alla Via, la Valutazione di impatto ambientale. Eppure nessuno dei tre è stato mai valutato, nonostante l’Agenzia europea per l’ambiente ne abbia indicati due tra i 600 impianti maggiormente inquinanti d’Europa. L’emergenza rifiuti in Campania fu decretata dal presidente del consiglio Ciampi nel 1994, 28 anni fa. Da quasi trent’anni in Italia si discute su dove mettere i rifiuti. Il governo ha continuato a favorire l’incenerimento, in particolare nei cementifici, in netto contrasto con gli obiettivi europei per la riduzione delle emissioni di carbonio e il recupero dei materiali scartati”, scrivono dai comitati che hanno sottoscritto il dossier, ora sulle scrivanie delle due deputate della Repubblica.
Valentina Murrieri
(fonte: lecceprima)
mag242022
Al via la rete di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. È stato sottoscritto nei giorni scorsi il protocollo di intesa teso alla realizzazione di questa rete tra il Comune e le tre aziende ENEL X MOBILITY, ACEA INNOVATION e BE CHARGE, con i cui legali rappresentanti, nel rispetto di quanto previsto nell’avviso pubblico, si è raggiunto un accordo sulle modalità di assegnazione delle postazioni dedicate all’installazione delle colonnine di ricarica.
Come promesso dall’amministrazione galatinese, saranno ben quindici (15) i punti di ricarica che verranno installati su: Piazza Valdoni, Via Calatafimini, Via Ugo Lisi, Campus, Noha, Piazza Cesari, Piazzale Stazione, Piazzale Campanella, Piazza Lago Maggiore, Piazza Toma, Collemeto, Piazza Fedele, Via Ippolito De Maria, Piazzale Vittima delle Foibe e su Largo Bianchini.
Una delle principali cause dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane in Europa è legato alle emissioni in atmosfera dei veicoli a combustione interna, come evidenziato da numerosi studi sul tema; la mobilità urbana rappresenta, per l’Unione Europea, un fattore di crescita e occupazione, oltre che un presupposto indispensabile per una politica di sviluppo sostenibile, tanto che la Commissione Europea ha adottato nel 2011 il “Libro Bianco Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile” allo scopo di promuovere il dibattito sui grandi temi e criticità della mobilità e ricercare, in collaborazione con tutte le parti interessate, soluzioni efficaci e percorribili per lo sviluppo di sistemi di mobilità sostenibile.
“Siamo fieri di poter realizzare quest’opera - dichiara il primo cittadino galatinese Dott. Marcello Amante - che ben si innesta con i solleciti provenienti dalla Commissione Europea agli Stati membri al fine di ridurre le emissioni nocive nell’atmosfera e ammodernare i sistemi stradali urbani ed extraurbani con la realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica di veicoli elettrici sui nostri territori come obiettivo prioritario e urgente nell’ottica di tutelare la salute e l’ambiente. I nostri 15 stalli rappresentano oggi un nuovo punto di partenza verso una mobilità e un futuro sostenibili”.
L’Assessore Nico Mauro esprime un “Un grazie agli Uffici comunali (Polizia Locale e Ufficio Tecnico) per il fattivo impegno nella realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica di veicoli elettrici e per la proficua sinergia che si è sviluppata tra gli stessi. Galatina avrà i suoi punti di ricarica elettrica dei veicoli e questa rete rappresenta solo l’inizio perché altri impianti nel tempo potranno essere realizzati per ampliare l’offerta anche in relazione all’andamento del mercato dei veicoli elettrici.
Ufficio Stampa Marcello Amante
lug092018
Lega il suo nome a quello della prima squadra di pallavolo maschile , il prestigioso marchio “EFFICIENZA ENERGIA” , un’azienda nata come gruppo di consulenza energetica e poi evoluta in una società per la realizzazione edile ed impiantistica, finalizzata al risparmio energetico ed operante ,da leader, nel settore industriale , servizio e domestico.
Antesignana nel campo delle fonti energetiche rinnovabili, l’azienda galatinese abbina il suo autorevole marchio al progetto di una società ,OLIMPIA S.B.V. GALATINA, che per il terzo anno consecutivo è presente sul palcoscenico pallavolistico nazionale.
“La scelta di affiancare con il nostro marchio, si legge in una nota dell’azienda, la realtà pallavolistica galatinese presieduta da Luigi Santoro, è un partenariato che diventa non solo un fattore di produzione di reddito e di potenziali utili per il nostro gruppo , ma anche un sostegno sotto l’aspetto etico , teso a salvaguardare, possibilmente a migliorare, la condizione economico-sociale nell’area di influenza della nostra impresa.
Offrire vicinanza e supporto allo sport , nella fattispecie condividendo il progetto di OLIMPIA S.B.V. GALATINA, è contribuire alla sua crescita, alla formazione tecnica e di stile di vita dei suoi giovani atleti , con un’iniziativa a forte impatto che crea valore, consolidando la nostra “Responsabilità Sociale di Impresa”.
“Efficienza Energia”: un’azienda incardinata sui questi due termini correlati che propone una vasta gamma di servizi per il risparmio energetico e la salvaguardia dell’ambiente, con l’obiettivo primario di ridurre il consumo del combustibile fossile attraverso edifici energeticamente efficienti, grazie al crescente uso delle fonti energetiche rinnovabili.
E in questo ambito, l’azienda salentina è stata pioniere, dal momento che opera sin dal 2010, pressoché dagli albori della questione del risparmio energetico.
I progetti e gli interventi da finanziare, realizzare o cui prestare consulenza provengono dal settore dell’industria, dal terziario (Pubbliche Amministrazioni, commercio, imprese agricole, uffici) o da altri utenti finali, dislocati in tutta Italia. Pur mantenendo infatti la sua sede legale e operativa a Galatina, la ditta opera su suolo nazionale.
Hanno aderito alle sue campagne oltre 100 amministrazioni comunali delle regioni di Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Molise e moltissime aziende, soprattutto del Sud-Italia per le quali svolge attività di consulenza per l’efficientamento energetico di edifici pubblici e privati.
Mi preme ringraziare , dichiara il presidente Santoro, l’amministratore di “Efficienza Energia”, dottor Pierantonio Fiorentino ,che ha voluto schierarsi al nostro fianco condividendo obiettivi e finalità del progetto , legando il suo brand al nostro impegno e permettendoci di pianificare al meglio il futuro.
Porteremo orgogliosamente , in tutte le attività che si susseguiranno durante l’anno sportivo, la visibilità del marchio “Efficienza Energia” in tutti i palazzetti evidenziando, in particolare, come questo connubio produca messaggi positivi verso l’esterno, a testimonianza del forte e significativo impegno sociale dell’Azienda coinvolta”.
Piero de lorentis
RESPONSABILE COMUNICAZIONE
OLIMPIA S.B.V. GALATINA
lug272024
Sono partiti e continueranno per circa un mese i lavori di efficientamento energetico di tutta l’area della zona industriale di Galatina per circa 340 Ha.
L’intervento è all’interno di un progetto ASI 2 milioni di euro finanziato con fondi della ZES.
L’impianto della pubblica illuminazione della zona industriale è composto da n. 9 quadri elettrici e n. 599 punti luce per una potenza nominale pari 55,36 kW.
L’intervento prevede la messa a norma e il ripristino di tutte le strade con upgrade e con 579 sorgenti a tecnologia LED di ultima generazione.
Verranno sostituiti e messi a norma moltissimi pali, installato un sistema di telecontrollo e telegestione da remoto, realizzata la pulizia dalle erbacce intorno a pali e quadri con verifica e sigillatura degli impianti.
Sono previsti:
“Si tratta di un intervento poderoso che permetterà finalmente la risoluzione di un problema che conosciamo dall’inizio della nostra consiliatura – dice il consigliere Gatto, consigliere con delega al ramo – ed oggi crediamo di aver posto rimedio.”
Andrea Gatto
mag032017
Caro dottor Serravezza,
scusaci se ti stiamo lasciando da solo in questo sciopero della fame e della sete contro il TAP, se nel nostro perbenismo di facciata rimaniamo stravaccati sui nostri comodi divani & divani, se ce ne fottiamo del mondo ubicato al di fuori dell’uscio di casa nostra, salvo poi stracciarci le vesti quanto capita al mondo di attraversare il tinello del nostro appartamento.
Scusaci, dottore, se parli ai sordi, ai muti, ai ciechi e ai cerebrolesi che siamo diventati, e se con il nostro silenzio-assenso stiamo permettendo alle multinazionali del capitalismo di rapina di fare nella nostra terra quel cazzo che vogliono, come l’import-export dei loro modelli fatti di finanza fasulla, di spazzatura, di mafia, di sterilità e morte.
Scusaci se non abbiamo fatto raggiungere il quorum richiesto al referendum sulle trivelle in mare, però poi andiamo in massa a votare alle primarie per scegliere il leader di un partito che ha trasformato la sinistra nell’opposto di se stessa (con il Jobs Act, per dire, è iniziato l’esodo del partito dal suo insediamento sociale) e ha sferrato un attacco micidiale alla nostra Costituzione.
Scusaci, dunque, se non siamo riusciti ancora a liberarci di quarant’anni di monossido di democrazia cristiana, di venti altri di berlusconismo e dei prossimi venti di renzismo, e se stiamo riempiendo i nostri consigli comunali di gente impresentabile.
Scusaci ancora se abbiamo infarcito le nostre campagne di impianti fotovoltaici e pale eoliche con la scusa delle energie rinnovabili e alternative, e poi continuiamo a trivellare la Basilicata per il petrolio, a seguitare con il carbone a Cerano, a permettere i rigassificatori, e a farci penetrare da un tubo del gas senza manco proferire una parola.
Scusaci se resistiamo poco, non lottiamo abbastanza, non sogniamo più, e se alla verità intransigente che taglia, disaggrega e divide preferiamo gli inciuci, il partito unico della nazione, le grandi intese, le pacche sulla spalla, l’eterna trattativa stato-mafia.
Scusaci se applaudiamo ancora ai Twiga del Briatore di turno, se permettiamo un novello porto turistico a Otranto per grandi navi (e giacché anche un altro gasdotto, il Poseidon), se non mandiamo al diavolo la lady inglese e i suoi legulei che vorrebbero impiantare un villaggio extralusso a Sarparea, se stiamo uccidendo le nostre coste con non so più quanti stabilimenti balneari, e se vogliamo un’autostrada a quattro corsie fino a Santa Maria ‘de finibus terrae’.
Scusaci se abbiamo permesso l’eradicazione del Salento con il piano Silletti, non abbiamo reagito al decimo (de-ci-mo) decreto salva-Ilva (mica salva-polmoni), ce ne siamo bellamente sbattuti dello scempio Tempa Rossa, se sappiamo poco dei veleni della discarica Burgesi, e se crediamo che “sviluppo” e “ricadute occupazionali” si trovino nel funerale di trenta ettari di terreno dove impiantare l’ennesimo mega-centro commerciale.
Scusaci se abbiamo battuto tutti i record quanto a numerosità di tumori e neoplasie, e, nonostante tutto, stiamo ancora a chiedere le correlazioni tra i veleni che fuoriescono dalle ciminiere di un cementificio e le malattie: sì, vogliamo “i riscontri, le analisi, i numeri, le prove” - anche se le prove sono sotto gli occhi di tutti, ma nessuno le vede.
Scusaci, infine, se non sappiamo nulla di nulla, e se ci “informiamo” ancora guardando il Tg Rai (che non ti hanno cagato nemmeno di striscio), o Tele Orba o leggendo quotidiani caltagironei e altre mezze calzette più o meno prezzolate del Mezzogiorno.
Scusaci tanto, dottor Serravezza, se siamo dei grandissimi stronzi.
Antonio Mellone
mar162018
Post di Loredana Tundo (assessore LLPP Comune Galatina) del 14 marzo 2018
“A cosa stai pensando Loredana?
Penso di scrivere le informazioni di cui volevo far partecipi i miei concittadini, in risposta ad alcune domande pervenute negli ultimi tempi. Mi sono presa tutto il tempo necessario per verificare lo stato delle cose e perché è importante fare bene e rispondere altrettanto correttamente. Non ho mai fatto nulla in maniera superficiale.
Ci è stato chiesto di conoscere lo stato di avanzamento dei lavori riguardanti alcuni immobili di proprietà comunale e precisamente:
1) Casa del Pellegrino. Immobile che una volta ristrutturato sarà adibito ad alloggi per le persone in difficoltà sociale ed economica. Importo finanziato 320.000,00. I lavori sono stati già avviati e si farà di tutto per finire entro l’anno.
2) Palestra dell’istituto Comprensivo Polo 2 di Via Arno. Siamo in attesa del disciplinare per capire se dopo l’ammissione già comunicataci, arriverà anche il finanziamento.
3)Istituto Comprensivo Polo 1 Piazza F. Cesari, appalto di 1.000.000,00 di euro. E’ in corso il procedimento di gara, gestito dalla Stazione Unica Appaltante, che dovrà fare una commissione per esaminare l’offerta tecnica.
4) Lavori per la costruzione del secondo tratto della tangenziale sud-ovest. Su questo non possiamo dare notizie in quanto i lavori sono di competenza della provincia. Comunque sarà nostra cura informarci circa i tempi per la realizzazione.
5) Cavallino Bianco secondo lotto lavori per la sistemazione della torre scenica e del foyer. Attualmente l’appalto dei lavori è sospeso per la verifica dei requisiti della ditta aggiudicatrice dell’appalto.
6)Trasferimento uffici comunali. Al momento è stato sospeso il trasferimento per la verifica degli impianti e della struttura che avrebbe dovuto ospitare alcuni uffici comunali.
7)Ristrutturazione Ex Convento Santa Chiara. Oramai siamo in dirittura d’arrivo, sono rimaste da fare solo le rifiniture e a breve la struttura sarà inaugurata e potrà accogliere famiglie in difficoltà economiche e sociali, così come previsto.”
A cosa stiamo pensando noi
Grazie Assessore LOREDANA TUNDO delle risposte alle nostre domande. Abbiamo aspettato più di due mesi ma alla fine le risposte sono arrivate.
Ci aspettavamo di più francamente e Le diciamo il perché.
Si farà di tutto per finire entro l’anno? Le persone in difficolta sociale ed economica devono ancora aspettare, se tutto andrà bene ben 9 mesi? Qual è il cronoprogramma dei lavori? Quanti mesi ha la ditta per completare i lavori? Ci sembra eccessivo aspettare 9 mesi per completare dei lavori per un importo di 320.000,00. Potrebbe precisare meglio perché tempi così lunghi? E soprattutto perché i lavori sono iniziati solo ora?
Potrebbe precisare e rendere pubblici gli atti del finanziamento o eventuali solleciti fatti presso gli uffici regionali per conoscere i tempi della firma del disciplinare?
Bene, aspettiamo di conoscere l’inizio dei lavori.
Gentile Assessore, Le facciamo presente che i lavori del secondo tratto della tangenziale sud ovest sono fermi da molti mesi, si tratta di una strada che interessa il territorio del Comune di Galatina e che migliorerebbe sensibilmente la viabilità comunale come è già stato per il il primo tratto.
Le ricordiamo inoltre che la strada è cofinanziata con risorse del Comune di Galatina e che gli uffici delle Provincia devono dare risposte sui tempi di costruzione della strada.
Le facciamo presente che quando c’era da completare il primo tratto della tangenziale, si è avuta una intensa trattativa con la Provincia per migliorare la strada e a seguito di ciò il Comune ha beneficiato anche di modifiche migliorative del tratto stradale rispetto al progetto iniziale.
Anche per questo Assessore, ci deve scusare, ma la sua risposta ci appare sbrigativa. I cittadini devono sapere quando si conclude l’iter per l’aggiudicazione della gara d’appalto e quali saranno i tempi previsti dei lavori.
All’insediamento della vostra Amministrazione, giugno 2017, avevate sul tavolo già un progetto pronto per il trasferimento degli uffici. Avevate anche le risorse economiche per trasferire gli uffici e migliorare la fruibilità degli utenti per il bene dei cittadini di Galatina. Fino a circa tre anni la struttura ospitava degnamente gli uffici del Tribunale.
Ci chiediamo cosa si sta ancora verificando e perché questi tempi lunghissimi?
Avete la volontà concreta di trasferire gli uffici? Vorremmo saperlo per evitare fraintendimenti.
“A breve la struttura sarà disponibile”. Assessore, Le chiediamo i tempi di apertura della struttura. Che cosa significa “alcune rifiniture”? La struttura doveva essere terminata e assegnata alle famiglie in difficoltà entro lo scorso anno. Le famiglie in difficoltà e i cittadini di Galatina hanno urgente bisogno di risposte precise, non approssimative che non aggiungono nulla alle nostre domande.
Le auguriamo buon lavoro e fiduciosi, aspettiamo risposte concrete.
Abbiamo lasciato tante possibilità concrete per migliorare Galatina e ci teniamo particolarmente affinché si realizzino i lavori nel migliore dei modi e nei tempi giusti.
Andrea Coccioli
Segretario del Partito Democratico di Galatina
set032021
A fronte di performance economiche solide come "il cemento", sarebbero però stati ridotti i monitoraggi ambientali. Da una lettura alle oltre 130 pagine del report divulgato da Colacem emergerebbe infatti un sostanziale incremento dell’utile dell’esercizio rispetto al 2019 da parte del gruppo industriale (il dato si riferisce alla totalità degli impianti, diffusi in Italia e all’estero), davanti però a una altrettanta, evidente riduzione delle spese di investimento per la protezione ambientale di diversi punti percentuali (due le voci riscontrabili a pagina 7 del dossier).
Alcuni dei dirigenti della Colacem, questa mattina, erano a Galatina proprio per presentare il 14esimo report sulla sostenibilità ambientale (che alleghiamo integralmente all’articolo), illustrando i propri progetti aziendali in un futuro di riconversione “green”. Ad essere assenti, semmai, erano i primi cittadini dei comuni limitrofi. Oltre a una manciata di amministratori comunali infatti, soltanto tre gli esponenti della politica locale: il consigliere regionale Donato Metallo, la presidente del consiglio pugliese Loredana Capone e l’assessore alla Formazione e lavoro Sebastiano Leo.
Eppure mancano ormai pochi giorni alla Conferenza dei servizi prevista per lunedì prossimo, presso la Provincia di Lecce, nella quale la società a capo di uno dei più produttivi cementifici italiani sarà chiamata a presentare la Vis, la Valutazione di impatto sanitario, sollecitata nei mesi scorsi dall’Osservatorio ambiente e salute presso il Dipartimento di prevenzione della Asl salentina e su pressione di diverse organizzazioni ambientaliste e ben undici sigle mediche. Queste ultime, oltre a premere su una riduzione della pressione ambientale, hanno altresì richiesto di subordinare le autorizzazioni dell’impianto alla Vis.
Quella di lunedì 6 settembre anticiperà peraltro di un mese esatto un’altra data molto attesa: il 6 ottobre. Giorno in cui è prevista la sentenza del Tar del capoluogo salentino: il Tribunale amministrativo si esprimerà in merito al ricorso presentato da cinque associazioni (Coordinamento civico Ambiente e salute, Italia Nostra sezione Sud Salento, CittadinanzAttiva Puglia, Forum amici del territorio e Noi ambiente e beni culturali) intervenute ad adiuvandum accanto ai sindaci del circondario per chiedere che l’autorizzazione provinciale all’impianto galatinese venga rilasciata soltanto sulla scorta dei garanzie sanitarie a tutela dei cittadini.
“Interrogata” dalla nostra testata circa la preoccupazione per un’area (quella galatinese) ad alta incidenza tumorale per malattie polmonari, l’azienda ha garantito che fornirà tutte le risposte e i dati nel giorno della conferenza dei servizi, lunedì prossimo. Bisognerà dunque attendere appena qualche giorno per avere una risposta ufficiale su quelle connessioni tra emissioni inquinanti e cluster tumorali emerse dal rapporto Protos dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, che avevamo reso pubblico in un articolo pubblicato nel mese di maggio.
Valentina Murrieri
(Giornalista LeccePrima)
giu242024
Nel silenzio politico da parte della Provincia di Lecce e senza che vi sia una pianificazione regionale, le terre del Salento leccese, anno dopo anno, si stanno trasformando in un gigantesco polo industriale nazionale per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti speciali, pericolosi e non.
Un territorio che nelle previsioni del Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani (PRGRU) individua come fabbisogno di trattamento del rifiuto biodegradabile per la provincia di Lecce 100.000 tonnellate/anno, vede ammontare a circa 3.000.000 di tonnellate annue (t/a) la quota di rifiuti, pericolosi e non, accolti e processati negli impianti di trattamento e stoccaggio rifiuti se si aggiungessero anche i nuovi mega-impianti industriali in attesa di autorizzazione presso la Provincia di Lecce e quelli in progetto. Pendono come macigni sulla testa e sulla salute dei cittadini: discariche, una per tutte la discarica di Corigliano d’Otranto, posta sulla falda freatica che disseta tutto il Salento; rischio di incenerimento di rifiuti (CSS) presso cementificio Colacem a Galatina; nuovi impianti per rifiuti speciali e per grandi e nocive centrali a biogas (se ne contano almeno 10); richieste di aumento di capacità degli impianti di rifiuti già esistenti.
Questo è il drammatico dato reso noto dalle associazioni salentine a tutela della Salute e dell'Ambiente, che promette di aumentare. A pagare il prezzo più alto sono i cittadini di Galatina, dove, a quasi 80 anni di attività del cementificio che ha avuto il via libera dal Presidente Emiliano di bruciare CSS, mostra, secondo i dati di Puglia Salute, dati epidemiologici e un quadro sanitario estremamente allarmante. Il cuore insalubre del Salento sembra essere proprio la Zona Industriale - ZES Galatina/Soleto: qui si concentra un numero impressionante di opifici industriali di prima classe (che dovrebbero per norma essere tenuti essere lontani dalle abitazioni) dannosi alla salute, attivi da anni: l’imponente cementificio Colacem, una fonderia, una zincheria, bitumifici, aziende di rifiuti, e solo da questi impianti la quantità di rifiuti processati e prodotti raggiunge ben 800.000 t/a, di cui la metà inceneriti da Colacem.
Non a caso Galatina ed il suo hinterland è indicata, come confermato dal registro dei Tumori di Asl pubblicato lo scorso anno, tra le città con i picchi di patologie tumorali più alti rispetto agli altri comuni del circondario; situazione gravissima emersa nello Studio Protos (Studio caso-controllo sui fattori di rischio per tumore polmonare in Provincia di Lecce), in cui risulta la persistenza di un’area cluster per tumori polmonari maschili nel Salento centro-adriatico corrispondente ai Comuni del circondario Colacem.
Cosa accadrebbe a Galatina se, oltre a questo, la Provincia di Lecce autorizzasse i mega-impianti di rifiuti e l’amministrazione comunale desse seguito all'insana proposta annunciata dal governatore Emiliano di bruciare rifiuti (CSS, combustibile solido secondario derivato dalla lavorazione dei rifiuti urbani) nel cementificio?
Al fine di approfondire l’argomento e individuare forme di mobilitazione cittadina, le associazioni:
Forum Amici del Territorio E.T.S, ISDE-Medici per l’Ambiente, Associazione Medici per l’Ambiente, sezione di Lecce, A.I.R.S.A. (Associazione Indipendente Ricerca Salute e Ambiente), Coordinamento Civico Ambiente e Salute Prov. di Lecce, NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina (Le), Forum Ambiente e Salute – Lecce, Nuova Messapia di Soleto (Le), Natural-mente No Rifiuti di Collemeto, Galatone Bene Comune, Salento km0, Zero Waste Italy
organizzano un incontro pubblico dal titolo:
“EMERGENZA SANITARIA A GALATINA: NO A NUOVI impianti DI RIFIUTI E AL CEMENTO”
che si terrà Mercoledì 26 Giugno 2024 ore 19:00 presso Villa Comunale a Galatina
NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina (Le)
mar162023
Egregio Signor Sindaco, Dr. Fabio Vergine, egregio Presidente della Commissione per la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dell’Ospedale S. Caterina Novella, Dr. Antonio Antonaci; egregi consiglieri tutti.
Noi del Direttivo NoiAmbiente e Beni Culturali, che mi onoro di rappresentare, abbiamo preso atto, dal sito della Provincia (Albo Pretorio – Amministrazione Trasparente) che su Galatina ci sono nuove richieste di installazione e di ampliamento di siti per il trattamento di rifiuti pericolosi e non. E più precisamente:
ENTOSAL SRL, di cui tanto si parla e si scrive in questi ultimi giorni, appartiene ad un gruppo di ben sei aziende facenti capo a Ethan Group spa. Operano a tutto campo nel settore dell’Ecologia, e sono le seguenti: ELITE Ambiente srl; EXECO srl; EURO VENETA srl; EMME TRASPORTI SRL; EXOREX srl. Tutte aziende del Nord Est, fra Vicenza e Padova, ma che estendono le loro attività nel Sud Italia.
ENTOSAL SRL acquisisce di fatto una attività di gestione rifiuti già esistente la cui autorizzazione è stata però revocata dalla Provincia di Lecce con determina n° 494 del 24/11/2017. “Con il nuovo impianto di Santa Barbara il gruppo Ethan vorrebbe offrire un servizio alle aziende del sud Italia, sia direttamente ai produttori sia agli imballaggi raccolti dagli altri impianti del sud Italia. “ (testo rilevato dalla Relazione tecnica del gestore proponente)
Si tratterebbe di attività di bonifiche ambientali, e consistono principalmente in: rimozione e stoccaggio dell’amianto (R12); miscelazione di oli ed emulsioni oleose (R12); stoccaggio provvisorio dei rifiuti anche pericolosi destinati allo smaltimento; trattamento di inertizzazione dei rifiuti (fanghi e polveri); raccolta e riciclo dei rifiuti agricoli, quali confezioni vuote di agrofarmaci, teli agricoli, reti, pneumatici, olio, filtri, batterie, trattamento di rifiuti pericolosi e non, finalizzato alla preparazione di miscele per termovalorizzatori o comunque inceneritori.
Occorre però fare molta attenzione, perché quello che è dichiarato nel verbale della C.d.s. del 12-12-2022, dove il Comune di Galatina, pur essendo informato non era presente, e mi riferisco ai volumi di rifiuti trattati, pari a “90.000 tonnellate anno, ripartita in 47.500 tonnellate di rifiuti non pericolosi e 42.500 tonnellate di rifiuti pericolosi”, non corrisponde alle dichiarazioni che lo stesso gestore specifica nella sua Relazione tecnica allegata al fascicolo dei documenti richiesti dalla Provincia in sede di valutazione PAUR, così dichiara ENTOSAL:
“…Nella logica di ottimizzare le potenzialità produttive dell’impianto e di servire le attività presenti sul territorio, non vengono definiti i quantitativi massimi stoccabili o lavorabili per ogni singolo codice EER lasciando pertanto la possibilità all’impianto di ottimizzare gli ingressi in funzione delle richieste di mercato”.
Inoltre, sempre nella relazione tecnica, ed esattamente alla pag.7, così dichiara la società proponente:
“Con il nuovo impianto in Puglia, (e si riferisce naturalmente a Santa Barbara) il gruppo Ethan vorrebbe offrire tale servizio ai produttori degli altri impianti del sud Italia. Si fa inoltre presente che ad oggi Elite Ambiente (una delle sei consociate) svolge già un servizio di ritiro di suddette tipologie di rifiuti provenienti dal Sud Italia che verrebbero convogliate al nuovo impianto (sempre a Santa Barbara) con evidenti positive ricadute per i produttori dei rifiuti, sia in termini ambientali che di costi di smaltimento.”
Quindi se le 90 000 t/a dichiarate nel verbale della cds del 12 – 12 -2022 sono una quantità probabilmente spropositata rispetto alla sostenibilità del nostro territorio, aprendo le porte alle “variabili di mercato” ed alle “altre società del Gruppo Ethan”, ci ritroveremmo ad avere a che fare con una vera e propria bomba ecologica.
N.B.: tengo a precisare che le informazioni qui riportate sono tutte trascritte dalla Relazione tecnica depositata negli atti, in rete e disponibili al pubblico: AIA - AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE.
Conclusione:
l’importante aspetto riguardante la salute di ogni cittadino, è quello di una corretta comunicazione. I cittadini spesso si ritrovano coinvolti in inserimenti straordinari di attività impattanti sulla loro stessa vita, a cose fatte. Ed è bene dirlo, ci rimettono e ci rimettiamo in prima persona, non soldi, non stiamo parlando di soldi… ma della stessa vita. Sfortunatamente chi muore e soffre per colpa dell’inquinamento ogni giorno accanto a noi non sono solo alberi, di per sé un dramma tutto salentino, ma sono fratelli, parenti, amici, indiscriminatamente donne, uomini e bambini.
Ben vengano i progetti che portano vantaggi economici e occupazione nel nostro territorio, ma a che prezzo?
Anche noi vogliamo che sia curata l'immagine di Galatina, l’immagine di Galatina siamo tutti noi, che sia positiva e attrattiva, che i suoi valori abbiano credibilità, ma oggi più che mai è necessario un piano di difesa, far sapere all'opinione pubblica che davanti alla questione ambientale non si sta facendo finta di niente ma si sta attivando un programma, con lo studio sulle cause e relative azioni preventive. Quindi chiediamo:
Grazie per l’ascolto egregi signor Sindaco, Presidente Dr Antonio Antonacci e grazie a voi tutti consiglieri.
Presidente dell’Associazione NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina:
Marcello D’Acquarica
mag092018
E’ stato il monopolio delle squadre baresi a caratterizzare semifinali e finali regionali del campionato Under 13, nella versione 3x3, offrendo delle prestazioni di buon livello e mettendo fuori gioco nei quarti e nelle semifinali i padroni di casa ,rispettivamente OLIMPIA S.B.V. GALATINA E SHOWY BOYS.
La manifestazione indetta dalla FIPAV PUGLIA ed organizzata dalla dirigenza dell’OLIMPIA S.B.V. si è svolta, nelle fasi eliminatorie (quarti e semifinali), in contemporanea sui due impianti galatinesi: Scuola Media “Giovanni XXIII” e Palasport “ Fernando Panico” determinando al termine delle eliminatorie le due squadre finaliste.
Nel primo raggruppamento sono confluite AKITA TEAM VOLLEY S. MARZANO, SCUOLA E VOLLEY ALTAMURA, SHOWY BOYS GALATINA e VOLLEY SAVA.
Fuori subito ai quarti S.Marzano e Sava , l’Altamura non ha trovato ostacoli e ha regolato la Showy Boys garantendosi il diritto di disputare la finale.
Il secondo gruppo invece ha annoverato PALLAVOLO S.VITO, OLIMPIA S.B.V. GALATINA,MATERDOMINI CASTELLANA e PRIMIGI ALBEROBELLO.
Quest’ultimi si sono imposti con facilità sui padroni di casa dell’Olimpia SBV Galatina e poi hanno battagliato con la Materdomini Castellana rimontando un set e conquistando la finale.
Lo spettacolo offerto dai giovanissimi primi attori ha infiammato il pubblico : la folta rappresentanza barese ha sovrastato gli spettatori indigeni, ormai fuori dai giochi, tifando per i propri beniamini in un crescendo di gara che alla fine ha visto prevalere la Primigi Alberobello.
Con il titolo di campioni regionali Under 13 è scattata per la Primigi anche la partecipazione alle Fasi Nazionali del Campionato in questione, a cui si unirà anche l’altra finalista Altamura a rappresentare il volley pugliese.
La premiazione , quale atto conclusivo della manifestazione, ha registrato la presenza di autorità sportive e politiche che hanno consegnato i riconoscimenti rituali ad atleti e tecnici.
Registriamo la presenza del consigliere regionale Antonio Mattei, del vice presidente territoriale di Lecce Piero de lorentis, del vice presidente dell’Olimpia S.B.V. Francesco Liguori, di una gloria del volley salentino Dario Preste, del vice sindaco ed assessore alle politiche giovanili e allo sport Maria Rosaria Giaccari e della dirigente Istituto Comprensivo polo 3 , professoressa Rosanna Lagna.
Il protocollo federale non prevedeva una gara fra le due semifinaliste perdenti , pertanto coppe e medaglie federali sono state assegnate agli attori della finale regionale .
Gli organizzatori dell’evento però hanno inteso, di propria iniziativa, gratificare le squadre escluse dall’atto finale con la consegna di medaglie bronzee a ricordo dell’evento.
A conclusione della serata un buffet a base di rosticceria e di una vasta gamma di dolciumi ha allietato anche gli animi degli sconfitti.
allietato anche gli animi degli sconfitti.
Fase Regionale Under 13 Maschile (3vs3) - Finale |
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Gara |
G |
Data / ora |
Squadra casa |
Squadra ospite |
Risul. |
Dettagli |
|
---|---|---|---|---|---|---|---|
9836 |
1 |
06/05/18 19:00 |
SCUOLA & VOLLEY ALTAMURA |
PRIMIGI ALBEROBELLO |
0 - 2 |
8-1510-15 |
Pos. |
Squadra |
Punti |
PG |
PV |
PP |
S.F. |
S.S. |
Q.S. |
P.F. |
P.S. |
Q.P. |
Penal. |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 |
PRIMIGI ALBEROBELLO |
3 |
1 |
1 |
0 |
2 |
0 |
--- |
30 |
18 |
1,67 |
0 |
2 |
SCUOLA & VOLLEY ALTAMURA |
0 |
1 |
0 |
1 |
0 |
2 |
0 |
18 |
30 |
0,6 |
0 |
Piero de lorentis
ago192024
Parchi eolici, fotovoltaici e altro ancora. Il loro prodotto non è l'ossigeno e gli scarti non sono legna, foglie, frutti, fiori, humus e boschi. No.
Quindi vanno chiamati col nome giusto, e cioè industrie produttrici anche di energia ma soprattutto di profitti a terzi.
È così evidente l'inganno insito nel nome, che sicuramente i fautori di questa roba sono convinti che noi altri del popolo siamo una massa di cretini.
A detta del MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica - https://va.mite.gov.it/it-IT/Procedure/ViaElenco/27/14) in mezza Italia stanno per essere impiantati migliaia, ma che dico: milioni di parchi.
Secondo il GSE (Gestore dei Servizi Energetici https://atla.gse.it/atlaimpianti/project/Atlaimpianti_Internet.html), la provincia di Lecce si è aggiudicata il secondo posto dopo Brescia come area con il maggior numero di impianti fotovoltaici, e ora a quanto pare vogliono primeggiare altrettanto con l'eolico e i rifiuti pericolosi.
Infatti, il nostro territorio, dico soprattutto le campagne di Galatina in cui risiede una delle molteplici teste del mostro, sarà straziato dalle “linee di congiunzione” di cavi che partiranno (o arriveranno) alla centrale Terna, per un “Parco Eolico off-shore Odra” a 12 km dalla costa. Il parco eolico interessa un’area pari a circa 162 kmq (1KM PARI A 100 Ha) e sarà composto da 90 aerogeneratori. Così dopo la terra potremo dire addio anche al mare.
E così la nostra bella Gggalatina, primeggerà nel groviglio disarticolato di recinti e reticolati senza l'ombra di uno sputo verde che sia un cespuglio, una scrascia, una finta siepe di plastica, come vorrebbe il regolamento comunale, per nascondere alla vista dei malcapitati abitanti avvezzi al villeggiar nei campi, la devastazione che si trova all'interno dei sopradetti “parchi”.
Certamente ne hanno di fantasia, o se vogliamo essere più realisti, la fantasia somiglia più che altro ad una P.P.I.C. (Presa Per Il Chiul), per chiamare “Parchi” le “Industrie” e denominarli utilizzando i nomi delle nostre antiche masserie. Così, giusto per fare qualche esempio, un parco che nasce intorno a Torre Pinta, storica masseria galatinese che ha visto più saraceni che F35 da combattimento, come lo vuoi chiamare? Ma certo: Impianto solare fotovoltaico denominato "Pinta".
O quell'altro della masseria “Giumente”, giusto per ricordare ai posteri che una volta le femmine dei cavalli non erano fatte di ferraglia e silicio. O ancora “La Lama”, “San Vito”, “Santa Barbara”, povera Santa Barbara nostra, che il Sindaco Vergine, suo fedele difensore contro quell’altro acronimo ENTOSAL (SAL ENTO abbia pietà di noi).
Ora che finalmente Galatina, così come Nardò, Gallipoli, Cutrofiano, Soleto, Corigliano, insomma ogni Comune del leccese finalmente, avrà il suo ennesimo parco, alla faccia di tutti quegli illusi ambientalisti che rompono le scatole con questi cacchio di alberi che al primo calore bruciano, uffa… e poi se sopravvivono mettono radici e spaccano il cemento, sporcano, danneggiano il traffico e chissà poi se non ci consumano pure l'acqua di falda. Meno male che ora potremo tranquillamente ammirare i Parchi in diretta stando comodamente stravaccati sul divano con tanto di pompa refrigerante, in gloria di quel che fu il “PARCO MAI NATO”.
Direttamente dal sito del MASE:
LA LAMA 12 Ha; SANTA BARBARA 34 Ha; MASS. GIUMENTE 40 Ha; SAN Vito 20 Ha; GUIDANO FLYNIS PV S.R.L.34 Ha; Soleto New Solar Blue S.r.l 46 Ha ; Pinta 20 Ha; Whysol-E Copertino Sviluppo S.r.l. 103 ha; Nardò SOLARANTO S.r.l.62 ha; Corigliano ARNG SOLAR XI S.R.L 72 Ha;
Senza contare il famigerato 4% del totale di 8193 ettari già coperto con i soliti parchi nel 2010, PER UN TOTALE DI CIRCA 443 ETTARI di campagna immersa nei territori di antiche masserie, coltivate e coltivabili a grano, vigneti, uliveti, ortaggi, e ogni altro ben che fu di Dio.
Marcello D’Acquarica
feb272014
Ho degli amici masochisti che non mi lasciano un minuto in pace. Voglio dire che pare godano nel segnalarmi degli articoli (si fa per dire) apparsi su “Il Quotidiano di Lecce” (un giornale – si fa sempre per dire – che di mia sponte non sfiorerei nemmeno con una canna; ma che sembra ancora il più letto a Galatina e dintorni. Ed ho detto tutto).Il trafiletto sbucato come brucacchia in data odierna ha per titolo "Centro polivalente di Noha: quando l’entrata in funzione?" a firma di tal G. Tun.
Non voglio qui entrare nel merito della sintassi del componimento (e ce ne sarebbe da chiosare, eccome), ma soffermarmi su alcune corbellerie (come si fa a concentrarne così tante in così poche righe?) disseminate fra quelle colonne; tipo che “l’immobile è ubicato nella frazione di Noha in piazza San Michele Arcangelo” (falso, è situato da tutt’altra parte, per la precisione in piazza Ciro Menotti); che l’edificio “fino a pochi anni addietro era utilizzato a scuola elementare” (vent’anni e passa sembrano “pochi anni addietro” all’autore del carme); che “l’immobile per renderlo operativo bisognava dotarlo di una potenza elettrica di circa 50 kw quindi di una linea elettrica ad alta tensione, mentre al momento viene fornita solo in bassa con un allaccio da cantiere da 10 kw” (non è proprio così, sia i 50 che i 10 kw sono sempre tecnicamente in “bassa tensione”: per evitare figuracce il “giornalista” si sarebbe potuto informare sull’argomento da egli stesso trattato, semplicemente chiedendo lumi al suo elettricista, senza la necessità di scomodare un ingegnere elettronico).
Ma dove il G.Tun. ha superato se stesso - ignorando probabilmente di cosa egli stesso stesse scrivendo – è stato nel riportare con tanto di virgolette la stupidaggine attribuita al consigliere Gervasi, che suona così: “Chiedo, inoltre, di conoscere per quale motivo non vi sia stato ancora l’allaccio alla rete elettrica? [sic]”. Cosa centra in quella frase il punto interrogativo rimane un mistero; ma soprattutto bisognerebbe far sapere al Gervasi ed al suo cronista-per-caso che questo benedetto allaccio esiste, e da tempo, ma non è sufficiente per far funzionare tutti ma proprio tutti gli impianti.
Infine, nel pezzo de quo (questo si arguisce, salvo errori od omissioni, anche da titolo virgolettato) pare come se la ristrutturata vecchia scuola elementare di Noha fosse chiusa al pubblico e quindi non ancora funzionante. Ovviamente non è così. Funziona eccome, grazie agli eroi del Cesfet (Info: centropolivalentenoha@cesfet.it - referente dott.ssa Giuseppina Vizzino) che nonostante tutto da mesi hanno messo su “una realtà ricreativa e formativa” con tanto di “percorsi di sostegno e recupero scolastico”, inoltre “i ragazzi sono coinvolti in diverse attività creative e di espressione come laboratori, teatro, canto e danza creativa”
*
Chissà quando sarà stata l’ultima volta che l’autore di queste frasi a piacere ha messo piede a Noha, prima di parlarne così compiutamente. Forse “pochi anni addietro”, sempre secondo il suo metro.
*
Povera editoria (tema già sviluppato in un altro intervento a firma – per esteso - del sottoscritto, pubblicato su questo sito non più tardi del 7 febbraio scorso, dal titolo “Contraffatto Quotidiano”, a proposito di un altro brano di fantasia apparso, guarda caso, sul medesimo Geniale).
Sì, povera stampa, ultimamente corroborata anche da una novella categoria di “giornalisti”: quelli che non solo non sanno scrivere, ma nemmeno leggere.
Antonio Mellone
giu242024
Il Salento rischia di diventare la discarica d’Italia. Da diversi mesi il timore di ambientalisti e scienziati è quello di vedere il territorio trasformarsi nell’hub dei rifiuti nazionali. Un vero e proprio polo industriale per il trattamento e lo smaltimento di scarti speciali, pericolosi e non. Il tutto davanti a una pianificazione politica carente, in un clima di deregolamentazione che rende più complessa la tracciabilità dei rifiuti all’interno della filiera e getta le basi per ptenziali traffici illeciti.
Sul territorio - piegato da un alto tasso di incidenza di patologie tumorali – il fabbisogno di trattamento del rifiuto biodegradabile si aggira attorno alle 100mila tonnellate all’anno (dati consultabili tramite Piano regionale rifiuti). Tante quelle individuate dal Piano regionale gestione rifiuti urbani. Tuttavia, la provincia leccese potrebbe veder salire a ben 3 milioni di tonnellate annue la quota di rifiuti, pericolosi e non, accolti e processati negli impianti di trattamento e stoccaggio se si aggiungessero anche i nuovi mega-impianti industriali in attesa di autorizzazione presso la Provincia di Lecce e quelli in progetto. Si parla di almeno una trentina di realtà, tutte consultabili sull’Albo pretorio della Provincia, tra manifestazioni di interesse e progetti già in attesa di autorizzazioni.
Tra i vari siti che destano preoccupazione, la discarica di Corigliano d’Otranto, progettata sulla falda freatica dove insistono i pozzi di emungimento dell’Acquedotto Pugliese, per fornire l’acqua da bere alla comunità. Tra gli altri timori quello dell’incenerimento dei rifiuti (combustibile solido secondario) all’interno del cementificio Colacem di Galatina. E poi, ancora, si contano una decina tra impianti per il trattamento degli scarti speciali e centrali a biogas, oltre alla richiesta di aumento della capacità delle centrali già esistenti.
Eppure, la produzione media annua di rifiuti speciali in Italia è di circa 2,5 tonnellate pro capite (circa 147 milioni di tonnellate per 59 milioni di abitanti). “Nei soli Comuni di Galatina e Galatone si concentra una capacità di trattamento di almeno 800mila tonnellate anno, corrispondente ad una capacità media di circa 20 tonnellate per abitante e per anno”, fanno sapere ambientalisti e medici impegnati nelle vertenze e nel documento che hanno condiviso con sindaci, Palazzo dei Celestini, Arpa (agenzia regionale per la protezione ambientale) e Regione Puglia.
Le preoccupazioni montano fra ambientalisti e parte della comunità medica, soprattutto per l’area dell’entroterra, quella “maledetta” compresa tra Galatina e Soleto, dove i dati epidemiologici allarmanti e dove, al contempo, vi è la maggiore concentrazione di impianti cosiddetti di “prima classe”, quelli cioè ritenuti nocivi e che dovrebbero essere distanziati dai nuclei abitati. L'incenerimento dei rifiuti nei cementifici, per esempio, ha ottenuto il "placet" da parte del presidente Michele Emiliano per poter bruciare il Css. Il governatore si era detto infatti senza preclusioni ideologiche durante l'edizione degli Stati generali dei rifiuti in Puglia, a Bari nel mese di marzo.
Una situazione ambientale e sanitaria preoccupante, di cui vi avevamo parlato già in passato e che è emersa nel report Protos, un dossier sui fattori di rischio per tumore polmonare sul territorio, dove risulta la persistenza di un’area cluster per cancro che colpisce gli uomini nei comuni dell’hinterland galatinese. Due le preoccupazioni: le eventuali autorizzazioni che la Provincia potrebbe concedere agli impianti di rifiuti; e la possibilità che il Comune di Galatina dia seguito all’idea sempre più acclamata nelle stanze della politica di bruciare i rifiuti nel cementificio. Apprensioni che hanno portato i comitati del territorio a organizzare un incontro per mercoledì 26 giugno, alle 19 nel centro di Galatina, coinvolgendo politici, scienziati e tutte le principali associazioni del territorio per mettere un freno alla “colonizzazione” del territorio da parte delle industrie della spazzatura.
Valentina Murrieri
fonte: LeccePrima
feb212017
Due anni fa, come oggi, si spegneva mio zio Don Donato Mellone, parroco di Noha. Gli mancava qualche mese per raggiungere le novanta primavere.
Non è qui d’uopo dare dei colpi di scalpello nell’abbozzo di un suo profilo: l’ho già fatto altrove, in altri testi.
Qui mi limito soltanto a ribadire che questo prete non ha vissuto 67 anni di sacerdozio per se stesso, ma per gli altri. Sicché il suo referente è sempre stato il suo Dio.
Non credo abbia mai avuto rimpianti. E sono certo che se con lui avessi fatto il gioco “se tornassi indietro cosa faresti?”, senza esitazione mi avrebbe risposto ancora il prete, e allo stesso modo. Magari cambiando due o tre piccole cose, ma la scelta sarebbe stata sempre la stessa.
Don Donato era nato per fare il prete e sapeva di esserlo fino in fondo, come il primo giorno.
Non è mai stato un grande condottiero, né mai ha avuto l’indole o l’estro del manager o del pubblicitario (ma forse non è nemmeno questo che vien richiesto a un sacerdote).
La sua fede era fermissima ma discreta e rispettosa, e certamente proprio per questo non l’ha mai imposta, semmai solo proposta agli altri, con onestà e senza fanatismi. La sua religiosità non è mai stata senza sorriso, né mai si è trasformata in arroganza dello spirito.
Non era attaccato ai soldi, che non lo hanno mai né smosso né commosso. Tanto denaro è passato certamente dalle sue mani, specialmente per la costruzione del complesso monumentale della Madonna delle Grazie in Noha; ma non si è mai fermata più del necessario ed è sempre andata dove doveva andare: all’ecclesia, alla costruzione di chiese, oratori e canoniche (opere anche di grande mole edilizia, per le quali non ha mai voluto lasciare cartigli a perenne memoria, come pure si usa), al rifacimento di solai, agli strumenti musicali liturgici, agli oggetti sacri, ai libri. Ma soprattutto a chi ne aveva bisogno.
Non ha mai pensato al suo benessere. La sua casa (due vani più servizi) era quella stessa dei suoi genitori. Non ha mai avuto ville al mare o in campagna, non macchine di lusso, non assicurazioni, non chissà quali risparmi, non conoscenze altolocate. Né mai alcuna forma di nepotismo ha lontanamente sfiorato la sua forma mentis.
Sostanzialmente coerente con l’annuncio del Vangelo, è sempre stato un prete povero ma senza ostentazione. Nel senso che era povero, ma ostentava il benessere (il che è molto evangelico: “quando digiunate profumatevi il capo e lavatevi la faccia” - Mt 6: 16-18).
Infine beato e sofferente (o beato proprio in quanto sofferente per molti anni): dolori atroci alle articolazioni, vista fioca, udito quasi zero, artrite reumatoide deformante, e via di seguito.
Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita celebrando i sacri misteri, animando le celebrazioni liturgiche suonando l’organo, studiando sui libri come un seminarista alle prime armi, incontrando i fedeli, gli amici e i parenti, e pregando in continuazione.
Chissà per chi pregava, per chi continuava a consumare ancor di più i suoi poveri occhi miopi. Nel suo ufficio era sempre piegato sulle sudate carte, sulla scrittura sacra, già dalle prime ore dell’alba e, dopo la messa, nel corso di tutta la giornata. Leggere scritture sacre era per lui come obbedire ad una precedenza dell’ascolto. Il giorno pigliava così una marcia d’inizio, con una caparra di parole sacre da rigirare in bocca per tutta la giornata, come un nocciolo d’oliva.
Gli piaceva la battuta effervescente, sempre contenuta nei limiti del bon ton e dello humour inglese. Sapeva stare in compagnia con tutti, gli piaceva ascoltare le barzellette più che dirle, e non disdegnava qualche risata sonora che ha sempre considerato alla stessa stregua di una sana lettura spirituale.
Amava la buona cucina, soprattutto quella mediterranea che accompagnava spesso con il peperoncino piccante (secco, crudo, ma specialmente fritto). Non facevano per lui invece le besciamelle, le panne, la maionese e gli altri intrugli della nouvelle cousine, e detestava la cipolla cotta, che non voleva vedere né sentire in nessun modo. Ma la cosa che più di tutto adorava erano i frutti di mare: in particolare le cozze nere, crude, nature, senza alcun condimento (da accompagnare possibilmente con un buon bicchiere di vino, ove possibile pieno zeppo di cubetti di ghiaccio).
*
Il tempo avrà potuto pure agire sul fisico, come fa con tutti, ma non sicuramente sulla sua forza d’animo e sulla freschezza del suo sacerdozio che sembrava rinnovarsi giorno per giorno, fino all’ultimo.
Nonostante quella sua vista debolissima, don Donato ha saputo guardare e osservare molto chiaramente i tempi, i segni, le persone e gli avvenimenti dell’umana avventura sub speculo aeternitatis.
Finché Dio ha voluto.
Antonio Mellone
P.S. Martedì 21 febbraio 2017, alle ore 18, in chiesa madre a Noha, verrà celebrata una messa in suffragio di don Donato
ott232018
L’inadeguatezza di questa amministrazione non sembra avere fine e le prove purtroppo ci vengono fornite quotidianamente dall’incapacità nel saper intercettare i fondi che ci vengono messi a disposizione.
Stiamo parlando di un altro finanziamento regionale, quello inerente l’avviso pubblico per la concessione di contributi per adeguamento degli impianti sportivi comunali, che ci auguriamo non vada perso anche se con ogni probabilità sarà così.
Nei giorni scorsi infatti è stata pubblicata dalla Regione Puglia la graduatoria dei 102 progetti idonei per il finanziamento. Quello del comune di Galatina, inerente la realizzazione della pavimentazione del Palazzetto dello Sport, è posizionato al 57° posto della graduatoria, ovvero tra quelli che probabilmente non beneficeranno dei fondi.
La dotazione finanzia messa a disposizione dalla Regione per i progetti presentati nel 2017 infatti è stata di circa 4,5 milioni e non saranno sufficienti a finanziare tutti i progetti idonei. Salvo dimenticanze da parte dei nostri amministratori, se il progetta verrà riproposto con il bando relativo al 2018, in cui è stata prevista una dotazione finanziaria di circa 8 milioni di euro, allora potremmo avere qualche speranza di essere finanziati se riusciremo almeno a posizionarci tra i primi 80-85 in graduatoria.
A questo punto, se consideriamo ancora una volta che nelle prime posizioni figurano, tra gli altri, i progetti di Castrignano, Soleto, Racale, Taviano, Surano e Collepasso, giusto per citarne alcuni, appare chiaro come l’incapacità di presentare progetti validi non sia figlia del caso ma derivi da una carenza strutturale di competenze, esperienza e professionalità di questa amministrazione.
Non ci capacitiamo di come sia possibile perdere puntualmente finanziamenti su finanziamenti, soprattutto se consideriamo la necessità e l’urgenza degli interventi previsti da queste misure. Non capiamo cosa facciano e a cosa pensino tutto il giorno gli esponenti della maggioranza se non a cercare il modo di porre in essere azioni possano dare slancio alla nostra città e che riescano a dare credibilità alle favolette raccontate in campagna elettorale.
In una situazione del genere, in cui restano solo macerie e ad esse se ne aggiungono quotidianamente delle altre, appare del tutto improduttivo pensare alla sola promozione e sponsorizzazione di un territorio svilito come il nostro, attrattivo solo grazie alla propria storia ed alle proprie tradizioni, se poi i visitatori, gli utenti ed i cittadini non vengono messi di fronte alla concreta possibilità di poter usufruire e di ammirare servizi e strutture all’altezza. E’ inutile e controproducente propagandare il proprio ego politico davanti a questi risultati umilianti ed eloquenti.
A questo punto, assodata l’assenza di quelle che sono le prerogative minime richieste ad una maggioranza di governo cittadino e superato abbondantemente il tempo per studiare ed apprendere il funzionamento della macchina amministrativa, sarebbe il caso che questa amministrazione, abbandonando l’arroganza e la presunzione che la contraddistingue, si facesse aiutare da qualcuno più esperto e competente per il bene della città.
Il Segretario
Pierluigi Mandorino
feb172020
È di 120.000 euro l’importo finanziato dalla Regione Puglia per il nuovo sistema di videosorveglianza comunale sul territorio di Galatina, Collemeto e Noha che permetterà l’istallazione di 17 nuove telecamere di ultima generazione nei punti ritenuti più sensibili della Città e frazioni, non ancora coperti dall’attuale sistema di videosorveglianza.
È questo il risultato ottenuto dall’Amministrazione Amante che con un corposo progetto ha partecipato al bando promosso della Regione Puglia e rivolto al finanziamento di impianti di videosorveglianza sul territorio comunale.
Il progetto parte da lontano e si innesta nel protocollo firmato con la Prefettura di Lecce nel giugno 2018 e rivolto all’attuazione dei Patti per la sicurezza urbana ed installazione di sistemi di videosorveglianza. Nel contesto della valorizzazione dei rapporti istituzionali l’impegno dell’Amministrazione è stato proprio quello di ricercare e reperire le risorse per il finanziamento e l’attuazione del patto.
Gi obiettivi raggiunti sono quelli di aumentare la vivibilità del contesto urbano, prevenire e contrastare i fenomeni di inciviltà urbana e di microcriminalità, incrementare nel cittadino la percezione di prossimità delle istituzioni.
Il progetto prevede la videosorveglianza dei seguenti punti sensibili della Città e delle frazioni:
area mercatale, via Kennedy, via Viola/via Martinez, piazza Lago Maggiore, piazza Vecchia, piazza Cavoti, piazza Arcudi, piazza Toma/via D’Enghien/via G. del Ponte, via Roma/Ospedale, via Galatone/S.P. 352, via Montegrappa/via Don Tonino Bello, via Soleto/via Crotone, Cimiteri di Galatina, Noha, Collemeto, piazza XXIV Maggio (Noha), piazza Madonna di Costantinopoli (Collemeto).
Le telecamere s’integreranno con l’attuale impianto di videosorveglianza andando a creare un sistema a rete che permetterà di garantire un elevato grado di sicurezza urbana.
Nico Mauro, Assessore alla Polizia Locale e Loredana Tundo, Assessore ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica, esprimono “un plauso agli uffici dei Lavori Pubblici e del Comando della Polizia Locale che hanno contribuito a raggiungere questo risultato ognuno per le proprie competenze e con lavoro sinergico.
Nel proseguire l’impegno per una maggior sicurezza sul territorio comunale e per andare incontro alla domanda di legalità e rispetto delle regole, abbiamo sempre guardato con attenzione agli strumenti tecnologici per implementare i servizi sul territorio, coscienti che oggi la tecnologia supporta gli uffici e permette di risolvere diversi situazioni. Potremo dare risposte alle richieste di vivibilità e legalità dei residenti di alcune zone critiche del paese, aumentando la percezione della sicurezza sociale. Il tempo sta dando i risultati prefissati.”.
L’ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI E URBANISTICA
F.to Dott.ssa Loredana Tundo
L’ASSESSORE ALLA POLIZIA LOCALE
F.to Sig. Nicola MAURO
mag132021
Il 18 maggio, presso la Provincia, la Conferenza servizi per riesame Aia. Asl Lecce ha sollecitato a dicembre la Regione, ma ne è seguito un silenzio istituzionale: nell'articolo la lettera inviata all'ente
Mancano pochi giorni al tavolo istituzionale su una delle questioni ambientali e sanitarie più controverse del Salento e relativa a una zona dichiarata “rossa” per emergenza tumorale. Si aprirà infatti il prossimo 18 maggio, presso la Provincia di Lecce, la Conferenza dei servizi per il riesame dell'Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale su Colacem: voluto dall’ente per evitare che il cementificio incorra nel giudizio, sentenza attesa da tre anni, che il Tar Lecce pronuncerà nel mese di ottobre. Dopo la contesa autorizzazione del 2018, poi riesaminata l’anno dopo, si ritenta ora di rivedere il provvedimento che autorizzerebbe il cementificio galatinese a continuare per altri 12 anni a provocare potenziali danni sanitari e presunti accumuli di inquinanti. Ecco le ragioni del ricorso al Tar: davanti alle prescrizioni disattese nel provvedimento autorizzativo del 2018 per la tutela dell'ambiente e della salute, ai mancati monitoraggi di Arpa Puglia, al preoccupante quadro sanitario che rasenta l’emergenza, hanno risposto i sindaci con una denuncia presso il Tribunale amministrativo.
Di istituzionale, tuttavia, non c’è solo il tavolo, ma anche il silenzio. Quello della Regione Puglia, in primis, che non si è ancora espressa su un impianto che produce 600 mila tonnellate all'anno di CO2, nonostante la sollecitazione da parte di Asl Lecce a dicembre scorso. L’Osservatorio ambiente e salute istituito presso il Dipartimento di prevenzione di via Miglietta, infatti, aveva scritto all’Aress, l’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale, per chiedere di procedere alla valutazione dei danni e dell’impatto sanitario e ambientale nell’area inclusa nei distretti socio-sanitari di Galatina e Maglie, “con particolare riferimento alle potenziali ricadute cumulative di tutte le attività produttive presenti nell’area industriale di Galatina-Soleto fino a Maglie e comuni limitrofi”. In esclusiva, alleghiamo qui accanto la missiva.
La richiesta è stata anche sollecitata da undici sigle mediche (Appello medici-2): chiedono la riduzione della pressione ambientale, subordinando l’autorizzazione a Colacem alla Valutazione di impatto sanitario (Vis). Davanti all’emissione di sostanze inquinanti alla quale il territorio è esposto da quasi 80 anni, i referenti delle organizzazioni e del Coordinamento civico ambiente e salute hanno infatti scritto - oltre ai sindaci delle amministrazioni del circondario galatinese - al dirigente della Sezione Aia della Regione, al dirigente del Settore Ambiente della Provincia, alla Asl di Lecce e alla Commissione Ambiente del consiglio regionale. Si legge nella missiva: “A livello locale, l’impianto Colacem è posizionato ai margini di un’area urbana (Galatina), già caratterizzata, secondo rilevazioni Arpa, da livelli di particolato fine (PM2.5, media annuale) nei limiti di legge ma costantemente superiori a 10μg/m3, soglia raccomandata dalle Linee Guida 2005 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ai fini della tutela sanitaria, con concentrazioni di questo inquinante spesso più alte rispetto alle medie provinciali e regionali. L’impianto è inoltre localizzato in immediata prossimità (anche nel raggio di 1Km) di attività produttive, case civili, scuole, impianti sportivi, zone agricole. In questo contesto, il semplice rispetto dei limiti normativi non può tranquillizzare chi è responsabile della tutela della salute di una popolazione, in quanto: (a) la maggior parte degli inquinanti emessi dalla Colacem NON ha un livello al di sotto del quale possa essere considerato “innocuo” dal punto di vista sanitario; (b) alcuni degli inquinanti emessi (diossine, PCB, metalli pesanti) sono non biodegradabili, persistenti nell’ambiente, trasmissibili con la catena alimentare e bioaccumulabili; (c) alcuni tra gli inquinanti più pericolosi in termini sanitari NON sono né normati né monitorati; (d) gli effetti sanitari, anche rispettando i limiti di legge, sono maggiori per particolari categorie a rischio (bambini, donne in gravidanza, anziani, ammalati cronici). Da questo punto di vista, particolare timore è generato, soprattutto per la fascia pediatrica della popolazione residente, dalle emissioni di metalli pesanti, che potrebbero persino essere incrementate in seguito a sostituzione dei combustibili fossili attualmente utilizzati con eventuali combustibili derivati da rifiuti”.
Non sono gli unici ad aver preso posizione sulla vicenda. Negli anni scorsi, infatti, anche dalla compagine politica non sono mancate le richieste: nel 2017, Stefano Fassina presentò una interrogazione parlamentare, la seconda dopo quella del Movimento 5 Stelle dell’anno prima, con la quale chiedeva la sospensione dell’attività industriale fino a nuova Aia. Il tutto richiamando a memoria anche l’operazione “Araba Fenice” della Direzione distrettuale antimafia del gennaio 2018, nella quale Colacem fu coinvolta per presunti illeciti nell’utilizzo e smaltimento dei rifiuti. Qualche mese prima che Fassina interpellasse il Governo, inoltre, anche l’allora vicepresidente della Commissione ambiente della Regione, Mario Pendinelli, si mosse nello stesso solco a Bari, chiedendo un’audizione in Commissione. Ma da Bari, nessuna risposta è pervenuta alla Asl Lecce.
Nessun chiarimento sul progetto in cantiere dell’utilizzo del Css, ovvero di bruciare rifiuti e combustibili da essi derivati che andrebbero a sommarsi alle emissioni già prodotte. Lo stabilimento industriale galatinese rilascia infatti in atmosfera polveri a meno di un chilometro dai centri abitati, oltre a metalli pesanti nella falda, monossido di carbonio e Arsenico. Non a caso l’area del Galatinese, dove insistono anche diversi altri opifici insalubri, è stata dichiarata la zona con la maggiore incidenza di neoplasie e tumori polmonari dell’intera provincia. A segnalarlo, nei dati recenti, sono stati l’Istituto Superiore di Sanità, Cnr e la Asl di Lecce. Nello specifico, l’intero distretto di Galatina verserebbe in una situazione sanitaria particolarmente grave: tutti i comuni che orbitano attorno all’impianto Colacem evidenziano una preoccupante incidenza di neoplasie e malattie polmonari croniche, così come sottolineato dal Registro tumori dell’Azienda sanitaria locale e dell’Osservatorio epidemiologico regionale. Tanto che l’Iss ha identificato il circondario come “area cluster per tumori polmonari”.
Vi sono due studi sull’incidenza del tumore polmonare nel Salento. Uno condotto sotto la supervisione scientifica dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr (protos-3) e che alleghiamo integralmente. E un altro, che risale al 2014, sfornato dall’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima sempre del Consiglio nazionale delle ricerche. Entrambi i dossier, concentrati sulle evidenze epidemiologiche nella zona di Sogliano Cavour, Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto e Soleto, sottolineano i gravi fattori di rischio legati alla cementificio. Lo studio Mapec Life mette al centro i danni pediatrici sui micronuclei boccali nei bambini. “L’Istituto superiore di sanità individuava un “cluster” per mortalità da tumore polmonare negli uomini all’area centrale del Salento leccese, comprendente 50 Comuni, con 3.846 decessi registrati, contro i 3.447 attesi (da https://www.sanita.puglia).
Al contempo, l’Iss ha identificato anche un cluster di mortalità per neoplasie polmonari nelle donne limitatamente al capoluogo leccese con 248 decessi registrati contro 150 attesi. L’Istituto Superiore di Sanità, analizzando l’incidenza di tumori polmonari nei maschi ha evidenziato un cluster ben definito che includeva 16 Comuni dell’area centrale salentina (355 casi confermati contro 285 attesi) comprendenti i Comuni di Galatina, Galatone, Seclì, Neviano, Aradeo, Collepasso, Cutrofiano, Sogliano, Soleto, Sternatia, Zollino, Maglie, Melpignano, Castrignano dei Greci, Corigliano, Cursi”, si legge a pagina 2 dello studio Protos e pubblicato nel luglio del 2019. Dalle stesse mappe del Salento pubblicate tra le pagine del dossier, si evince la significativa esposizione della cittadinanza del distretto di Galatina alla presenza di SO2, il Biossido di zolfo. Osservabili nel rapporto pubblicato in allegato in questo articolo.
giu082021
Il 23 aprile 2021 è stato pubblicato sull'albo on-line della Provincia di Lecce l'ultimo mega progetto di fotovoltaico a terra.
Un impiantino industriale di fotovoltaico a terra per un'estensione di 103 ettari, pari alla grandezza di una città di 10.000 abitanti.
La capacità di produzione è di 60 Megawatt. La fantasia contorta è quella di spacciarlo per "impianto agro-ovi-fotovoltaico e biomonitoraggio ambientale" (è più facile colpire con il vocabolario: basta aggiungerci agro, bio, eco, green e altri detersivi del genere), ma nulla viene detto su 103 ettari di territorio agricolo e paesaggio naturale e storico trasformati di fatto in zona industriale. Con buona pace dell'articolo 9 della Costituzione Italiana, pensato dai nostri padri costituenti per difendere il paesaggio della Repubblica, un Bene Pubblico.
Per non farci mancare nulla, accanto all'impianto di 103 ettari citato, si unisce un altro che ospiterà pannelli in silicio per la produzione di 4 megawatt in territorio di Nardò. E poi ancora su Galatina, Lecce, Carmiano, Porto Cesareo, Copertino e via discorrendo.
Ormai abbiamo quasi perso il conto del numero di codesti “parchi” e la loro estensione totale, che un popolo sano di mente avrebbe chiamato “Consumo di Suolo vergine e naturale”.
Sono altre centinaia di ettari di terra bellissima, ancora tutta da scoprire nelle sue testimonianze storico culturali e archeologiche, migliaia di muretti a secco e centinaia di antiche ville, chiese rurali e masserie, veri tesori in completo abbandono. Beni unici al mondo che vengono continuamente tagliati fuori da ogni percorso se non addirittura fagocitati da "impianti agro-ovi-fotovoltaico e biomonitoraggio ambientale".
Chiediamo agli amministratori del territorio, e nello specifico al nostro sindaco Marcello Amante:
Il Direttivo di NoiAmbente e Beni Culturali
ott202023
Si è tenuto ieri a Galatina, presso il Teatro Cavallino Bianco, il primo degli incontri informativi organizzati da Terna per illustrare il progetto del nuovo Elettrodotto Italia-Grecia. L’opera è contenuta nel Piano biennale di sviluppo dell’Ente e collegherà i due Paesi con un doppio cavo a 380.000 V interrato (per 50 km) e sottomarino (per 250 km), con stazione di conversione corrente continua/alternata per la parte italiana a Galatina.
Erano presenti esponenti di diverse associazioni ambientaliste tra cui Italia Nostra Sez. Sud Salento (Mario Fiorella), Galatone Bene Comune (Antonio De Giorgi), Noi Ambiente e Beni Culturali (Marcello d’Acquarica)
Nella documentazione allegata alla proposta, tuttavia, non si evincono argomentazioni tecnico-scientifiche che giustifichino la realizzazione di tale infrastruttura, che si sommerebbe a quella esistente e realizzata una ventina di anni fa e che - si ricorda - solo grazie alla decisa opposizione delle associazioni ambientaliste e delle comunità locali fu convertita da devastante conduttura aerea, con decine di tralicci alti 36 metri, ad una interrata. Sono diversi gli aspetti che non hanno convinto gli ambientalisti presenti.
1.L’obiettivo di “rafforzare il ruolo dell’Italia quale hub elettrico del Mediterraneo” cozza violentemente con un elementare principio di pianificazione energetica, cioè quello di ragionare in termini di bacino per equilibrare domanda ed offerta di energia e annullare o ridurre gli scambi tra aree diverse, al fine di limitare perdite di trasporto e impatti ambientali, in un quadro di generazione distribuita;
2.L’altro obiettivo di “integrazione della produzione efficiente degli impianti alimentati da fonte rinnovabile non programmabile, con conseguente riduzione della over-generation” appare poco realistico, considerando che al contrario la generazione di energia da fonte rinnovabile è fortemente in ritardo rispetto agli obiettivi fissati dall’ultima PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima). Il Piano infatti si pone un obiettivo di copertura delle rinnovabili elettriche del 65% sui consumi finali di elettricità al 2030, mentre attualmente siamo al 30% circa, né si intravede come colmare tale gap, considerando l’attuale tendenza politica governativa al rilancio delle fonti fossili e del gas in particolare;
3.Il progetto prevede una nuova area di 7,5 ettari da adibire alla stazione di trasformazione nella campagna di Galatina, in un’area caratterizzata da valenza storico-culturali e costellata di insediamenti residenziali e ricettivi, mentre ignora il possibile riutilizzo almeno parziale della vicina centrale di trasformazione esistente, che resta ancora in gran parte inutilizzata;
4.L’approdo a mare interessa un’area delicata della costa di Melendugno, densa di emergenze storiche e archeologiche, che subirà gli impatti e le servitù conseguenti.
In definitiva, l’opera appare rispondente più a logiche di mercato legate agli scambi internazionali di energia elettrica, che a reali esigenze del territorio; da queste il territorio salentino rischia di ricevere solo impatti negativi, a fronte di vantaggi effimeri e miopi “compensazioni”, che però si teme scateneranno le bramosie delle amministrazioni locali.
I prossimi incontri informativi si terranno martedì 24 ottobre presso il Comune di Calimera e mercoledì 25 ottobre presso il Comune di Melendugno.
Galatone, 18 ottobre
Ing. Antonio De Giorgi
(settore energia Galatone Bene Comune)
mag192011
Rubati cavi di alimentazione e smontati i quadri elettrici. Sospesa l'erogazione e avviati i lavori di ripristino.
L’intervento immediato dei tecnici ha consentito di ristabilire la minima funzionalità (25%) dell’impianto di pompaggio a servizio del serbatoio di Corigliano d’Otranto, oggetto questa notte di furto e danni al sistema elettrico. Al momento quindi, Acquedotto Pugliese garantisce un minimo di flusso dell’erogazione ai Comuni a valle della rete.
I Comuni interessati sono: Maglie, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto, Galatina (con le frazioni di Collemeto, Santa Barbara e Noha), Castro, Diso Ortelle, Soleto, Scorrano, Castrignano dei Greci, Cursi, Martano, Bagnolo, Palmariggi, Uggiano la Chiesa, la zona ASI di Maglie, Giuggianello, Sanarica, Muro Leccese, Nociglia, San Cassiano e Botrugno.
I residenti interessati sono vivamente pregati di collaborare con Acquedotto Pugliese razionalizzando al massimo i consumi ed evitando gli usi non prioritari dell’acqua, onde evitare il completo svuotamento della rete. I consumi, infatti, costituiscono una variabile fondamentale per limitare al minimo i disagi.
Malfattori nella notte hanno asportato i cavi di alimentazione, smontato i quadri elettrici e i trasformatori degli impianti elettrici a servizio del serbatoio di Corigliano d’Otranto. Il furto sta determinando lo svuotamento progressivo del serbatoio e quindi della rete a valle.
I lavori di riparazione procederanno ininterrottamente fino al completo ripristino delle opere danneggiate e della piena funzionalità del servizio. Al momento, comunque non è possibile prevedere la durata dell’intervento.
Per informazioni chiamare il numero verde 800.735.735 o consultare la sezione “Che acqua fa” su www.aqp.it.
gen162016
Non mettetevi mai a discutere con un politico galatinese (e men che meno nohano): vi porta al suo stesso livello e vi batte con l’esperienza. E poi, detto tra noi, un terzo che guarda la scena potrebbe non riuscire a cogliere la differenza tra voi e lui.
Nel corso delle recenti festività natalizie, m’è capitato d’incontrare uno dei pezzi grossi della politica nohana [si sa che talvolta in politica, come nella legge di gravitazione universale di Newton, l’importanza dei protagonisti è direttamente proporzionale alla massa di corbellerie proferite moltiplicate per le cazzate prodotte, e inversamente proporzionale al quadrato dei loro redditi, ndr].
Nossignori, stavolta non è quella che pensate voi, ma un altro soggetto di sesso probabilmente opposto.
Orbene, mi son fermato solo pochi secondi per porgere gli auguri di buone feste a questo signore e, giacché c’ero, chiedergli succintamente conto delle opere, delle parole e soprattutto delle omissioni (di pensieri, si sa, nemmeno l’ombra) di questa sedicente Amministrazione Comunale.
Il Tizio se ne esce con la solita solfa: “E’ facile per te scrivere: vorrei vederti all’opera” (o qualcosa del genere); e poi con quest’altra castroneria mondiale simile alla prima: “Tra un anno e mezzo, o quando sarà, candidati pure tu, così, quando sarai eletto, in un mese e mezzo risolvi tutti i problemi che ci sono”.
Sarebbe stato del tutto inutile ricordargli che a Palazzo Orsini ora c’è lui e i suoi compagni di merende e non il sottoscritto; che è lui, non io, che insieme ai suoi sodali ha voluto farsi avanti promettendo mari e Montagna (e non solo nel periodo elettorale); che nessuno gli ha mai chiesto di risolvere tutti i problemi sul tappeto (anche perché la patologia principale del nostro Comune è rappresentata, guarda un po’, dai politici come lui – cioè la quasi totalità - e in certi casi, come questo, l’omeopatia è assolutamente inefficace); che sarebbe ora che la smettessero (lui e tutto il cucuzzaro assessorile di palazzo) di prenderci in giro con le solite chiacchiere trionfalistiche, della serie tutto-va-ben-madama-la-marchesa; che questa giunta ha collezionato più fiaschi della cantina sociale dello storico Castello di Noha; che il cosiddetto Centro Polivalente nohano, utilizzato negli ultimi tre mesi a intermittenza grazie a provvisori gruppi elettrogeni prêt-à-porter – mentre sul tema s’ode ancora l’eco delle esilaranti interrogazioni-farsa in seno al consiglio comunale tra compagni dello stesso partito (Sindaco/Coccioli) - è in dolce attesa di una cabina elettrica necessaria per il funzionamento dei suoi impianti, esattamente da; e che per loro fortuna (dei politici, dico) la stragrande maggioranza dei concittadini non sa una beneamata mazza di tutto questo (l’ignoranza delle persone, come noto, è un instrumentum regni), non legge gli articoli di Noha.it (ma al massimo gli edulcorati-stampa pubblicati altrove), e se per caso dovesse leggerli fa pure finta, come pragmatismo comanda, di non comprenderli o non averli visti.
*
Oltretutto sembra che, da tempo, a palazzo Orsini si sia annidata una genia di inquilini (burocrati & politici) di rara maleducazione. Esattamente un anno fa, i ragazzi dell’Associazione del Presepe Vivente di Noha indirizzarono all’illustrissimo signor sindaco di Galatina una lettera con la quale richiedevano la concessione in comodato d’uso della casa e della torre dell’orologio di Noha, quella svettante nella pubblica piazza San Michele ormai quasi per quotidiano miracolo.
Come hanno già dimostrato di saper ben fare, e da anni, e senza spesa di pubblico denaro, i ragazzi dell’Associazione del Presepe Vivente avrebbero rimesso a nuovo e ridato decorosità alla torre civica di Noha, ancor oggi, purtroppo, emblema massimo di insipienza, sciatteria e ottusità di chi fa finta di governarci.
Secondo voi, signori e signore, ad un anno di distanza, qualcuno dei bifolchi del palazzo di città ha mai dato uno straccio di risposta alla suddetta lettera? Fosse anche un diniego, un cenno del capo, una pernacchia? Nulla di nulla, elettroencefalogramma(tica) piatto, come sempre.
*
Ora, proprio di recente, questi s’ignori felicemente regnanti sembrano tutti commossi, tutti determinati e pronti ad accorrere al capezzale della Trozza di Noha, danneggiata dal coglione di turno. Non vedono l’ora di dimostrare efficienza, tempestività, amore per la cultura e l’arte: insomma la solita lavata di faccia, con un bell’intervento riparatore da commissionare con quattro soldi (giusto per rimanere al di sotto di certe cifre e al riparo da certe procedure) alla solita ditta amica.
*
Non s’accorgono, questi Attila comunali, che, così facendo, hanno raso al suolo la loro credibilità (semmai ne avessero avuto una), e soprattutto stanno radendo a zero quel che rimane dei nostri beni culturali, della dignità di un popolo, della Politica, dell’ambiente, della ragione e, non ultimo, della buona creanza.
Sembrano tutti attori protagonisti di un film dell’orrore dal titolo: “Quo rado?”
Antonio Mellone
Lettera indirizzata al Sindaco del Comune di Galatina, protocollata e in attesa di una qualche risposta da oltre un anno.
nov052014
ott072010
Raimondo Rodia
fonte:galatina.blogolandia.it
set302017
“Nel Consiglio Comunale di Galatina, quello di martedì 26 settembre 2017, i lungimiranti politici locali, in maniera bipartisan, decidono finalmente di dire ad alta voce e addirittura all’unisono ‘Stop al consumo di territorio’, di annunciare al mondo che basta con il cemento e l’asfalto, e che non ha senso uccidere ulteriori 25 ettari di fertile campagna di contrada Cascioni attraverso la creazione di un inutile, anacronistico e dannoso mega-porco commerciale, promosso dagli speculatori di turno e caldeggiato da chi non coglie il senso dell’ulteriore dramma ecologico ed economico che ne deriverebbe.”.
Poi ti svegli, la dolce visione onirica svanisce, e ti ritrovi nel bel mezzo di un incubo.
“Sogno o son desto?” mi son più volte chiesto mentre ascoltavo allibito gli interventi dei miei Diciamo Rappresentanti politici in seno a quel consiglio comunale, pieno zeppo del nulla cosmico [bei tempi quando questo nulla era almeno comico, ndr.]: un nulla tuttavia pericoloso in grado ancora una volta di scrivere una delle pagine più losche della storia di Galatina.
C’era da discutere - ma invero di reali Discussioni Politiche, nemmeno l’ombra - sull’ennesima convenzione [o meglio circonvenzione, per giunta d’incapace, ndr.] tra Comune e Pantacom, la società a responsabilità segata che vorrebbe costruire un centro commerciale nella periferia di Collemeto.
Qualche dirigente comunale, in maniera maldestra e giacché c’era pure con mille refusi (e altrettanti pallosissimi interminabili “errata corrige” comunicati agli astanti Tafazzi), fa votare quasi all’unanimità, tranne un contrario, un paio di astenuti e i soliti assenti [per la verità, assenti anche quando fisicamente presenti, ndr.], l’ennesima modifica alla suddetta convenzione, dando così l’imprimatur alla definitiva approvazione dello scempio da parte della Regione, e spingendo la povera monaca di conza, vale a dire Galatina, verso la clausura nell’ennesimo centro commerciale.
La precedente versione della suddetta cir-convenzione [tra l’altro approvata da quasi tutti i consiglieri di destra: incluso dunque il PD, ndr.] prevedeva, a ristoro del macello ecologico derivante dalla colata, nientepopodimeno che un “parco urbano” di 5 ettari [da noi, una cosa del genere, è da considerarsi ormai come un bosco a tutti gli effetti, ndr.] con tanto “di piante, panchine, sentieri, impianti di illuminazione, e un’area giochi per bambini”. Insomma un’oasi nel deserto di fronte alla cattedrale [da intitolare probabilmente agli 800 beati/beoti martiri di Collemeto, quelli della famosa raccolta firme pro-Pat (Pat è il diminutivo, anzi il vezzeggiativo di Pantacom), ndr.].
Pare che per questioni legate all’aspetto idrogeologico dell’area non sia assolutamente possibile piantare degli alberi [e pensare che un tempo erano gli alberi il miglior antidoto a certi dissesti, ndr.], ma solo cespugli, sicché, anziché lasciare il mondo come sta e dire a Pantacom: “Signori, la convenzione è quella che abbiamo a suo tempo siglato insieme e da lì non ci muoviamo di un millimetro; questo è quanto; è stato un piacere; arrivederci”, si mettono invece a spianarle la strada, parlando di fantomatiche penali milionarie, e di altre simili minchiate, e barattano così il genius loci, il territorio e finanche la loro anima per 420.000 denari emessi dalla Bce [euro che, detto tra noi, Galatina vedrà con il binocolo, ndr.].
Ma quel che risulta oltremodo ridicolo [per fortuna il ridicolo non ha mai ammazzato nessuno, se no l’altra sera in quell’aula consiliare avrebbe fatto un’ecatombe, ndr.] è il livello del cosiddetto dibattito. Uno pensava che con le precedenti amministrazioni ci si fosse asintoticamente avvicinati allo zero. Ma a quanto pare, con l’attuale, non solo l’abbiam toccato, ma a breve saremo costretti a utilizzare i numeri relativi (in particolar modo quelli con il meno davanti).
Ora. Nessuno pretende che i consigli comunali locali siano dei seminari su Wittgenstein, e nemmeno che gli interventi siano perfetti e irreprensibili dal punto di vista della dizione [vabbè, qualche ‘nciarfisciamento ci sta pure: ma, per favore, non esageriamo, ndr.], o inappuntabili quanto a chiarezza o impeccabili nella sintassi, bensì soprattutto nella logica e nella coerenza politica, che spesso sono apparse, come dire, ossimoriche.
Intanto c’è stato l’intervento di un discreto manipolo di politici della maggioranza che han così tanto fatto brillare della loro stessa perspicuità il “nuovo modo di fare politica", da meritare sul campo (ad honorem, diciamo) il cambio di denominazione della loro fazione: da Andare Oltre ad Andare A Cagare [i perbenisti per favore si voltino dall’altra parte o bazzichino lontano il più possibile dai miei appunti, ndr.].
Gli esponenti di codesto gruppo (alcuni pivelli, o presunti tali) nelle loro dichiarazioni di voto sembravano ostili al mega-porco, anzi contrarissimi, convinti, ma così tanto, ma veramente tanto, che il sottoscritto, dagli spalti riservati al pubblico (sparuto, anzi sparito dalla circolazione), stava per sciogliersi in un caloroso applauso al loro indirizzo.
Un applauso davvero scrosciante, l’avrebbero meritato da lì a qualche minuto, allorché le loro manine si sono alzate nel voto unanime a favore della novella suddetta cir-convenzione-d’incapace-pro-porco-Pantacom: quando si dice Andare Oltre la coerenza, la dignità politica e la decenza.
C’è pure chi ha accennato – e te pareva - agli immancabili 200 posti di lavoro [gli interessati in cerca di occupazione inizino a mandare già sin d’ora i loro curricula, non si sa mai, ndr.], per concludere con l’ineffabile intervento del portavoce dei Cinque Stelle che ha votato No, ma ha blaterato di ristori o risarcimenti insufficienti per cui si sarebbe potuto magari chiedere di più, se non altro per l’enorme perdita di tempo da parte degli uffici della curia galatinese. Va bene, ma non era questo il punto principale.
I temi veramente importanti erano altri ed era necessario esplicitarli in quell’assise (se solo fossero stati pensati): e cioè che nessun risarcimento sarebbe stato sufficiente a riparare i danni di un mega-porco commerciale; che un consiglio comunale non è stato istituito per ratificare alcunché, men che meno le cir-convenzioni al ribasso con soggetti come Pantacom, società oltretutto “inattiva”, che non danno uno straccio di garanzia; che se davvero il gruppo più corposo della maggioranza avesse manifestato un pizzico di coerenza tra il dire e il fare, e soprattutto la schiena dritta, votando contro il mega-porco (com'era nei suoi propositi pre-elettorali), avrebbe con molte probabilità fermato la corsa verso il baratro, e non solo commerciale, di un intero territorio; che l’impianto di un centro commerciale oggi è così anacronistico che potrebbe esser paragonato all’utilizzo del Televideo per leggere le notizie; che i fantomatici (o pantacomici) risarcimenti a carico del comune sono una presa per il culo inventata da chissà chi [perché mai il comune avrebbe dovuto risarcire Pantacom? Perché non ha voluto cambiare la convenzione? E che cavolo di “convenzione” sarebbe codesta, etimologicamente parlando? ndr.]. E altre motivazioni del genere, ben più forti dell’insufficienza di un risarcimento.
*
Ma, a quanto m’è dato di capire, il vero problema qui non sono i rappresentanti, ma i rappresentati; non gli eletti ma gli elettori; non la Pantacom ma Galatina stessa. La bella addormentata nel bosco. Ormai scomparso. Per convenzione.
Antonio Mellone
ott142014
Non augurerei la lettura del famoso “Decreto Sblocca-Italia” nemmeno ai miei peggiori nemici (che in questo periodo a quanto pare s’annoverano a bizzeffe). Questo non solo nella speranza di indirizzarli a più amene o più colte e raffinate pagine di letteratura (figurarsi) ma perché codesto decreto - redatto da qualche burocrate e sicuramente non letto nemmeno da presidente e ministri firmatari - è orripilante, non solo nella forma ma anche e direi soprattutto nella sostanza.
Cosa stabilisce questo decre(pi)to che, già efficace, attende di essere convertito in legge dal fu Parlamento? Ovviamente una serie infinita di cosiddette “libertà”.
Per esempio già al primo articolo prevede che l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato sia nominato commissario per la realizzazione degli assi ferroviari Bari-Napoli e Palermo-Messina-Catania. Dunque, essendo “commissario” questo signore avrebbe un potere tale da considerarsi alla pari delle altre amministrazioni, anzi di più. Può decidere, per dire, se tenere o meno in conto eventuali pareri avversi da parte degli enti territoriali. In sostanza un potere privo di freni. Se, poniamo, si decidesse di sventrare un’altura, magari piena di amianto, o demolire un centro storico, nessuno potrà osare respingere il progetto per incompatibilità con la tutela del territorio.
Ma questo è il minimo. Tra le altre decretinate c’è anche quella che accorcia, anzi dimezza i tempi con i quali valutare la pericolosità degli inceneritori (alla Colacem ne gongolerebbero); e poi quella che sancisce la fine dell’“archeologia preventiva” (d’ora in poi, cioè, in caso di ritrovamenti archeologici, anche importanti, le Soprintendenze non potranno più indicare agli interessati come tutelare e valorizzare le scoperte, ma saranno costrette ad accettare le soluzioni proposte dalle ditte, che di fatto vengono abilitate a prendere “in consegna” gli eventuali reperti. Sarebbe come chiedere al lupo come desideri proteggere il gregge di pecore. Roba da manicomio criminale); c’è anche la chicca del silenzio-assenso. Come funziona quest’amenità? E’ presto detto: se nei famosi 60 giorni la Soprintendenza non riesce a esaminare un’autorizzazione paesaggistica – per la costruzione, dico a caso, di un Mega-Impianto di compostaggio da 30.000 tonnellate annue - il silenzio viene interpretato come assenso.
Con il silenzio-assenso ogni richiesta si intende accolta, anche se comporta la distruzione di un’area archeologica, lo sventramento di un palazzo barocco, la riconversione di una chiesa in una discoteca, l’edificazione di un condominio sulla spiaggia, la costruzione di un Mega-Porco in contrada Cascioni a Collemeto (anche se, a dire il vero, in questo caso c’è stato solo l’assenso: il silenzio è solo quello degli incoscienti).
Pazienza se poi una Soprintendenza non possa esprimere il suo parere entro i termini prestabiliti in quanto (dolosamente?) depotenziata grazie ai famosi tagli alla spesa pubblica. Come fa, infatti, un povero Soprintendente, che spesso deve lavorare con l’aiuto del bidello o della custode, a fronteggiare l’assedio di orde di impresari e costruttori assistiti da agguerritissimi studi associati di ingegneri, architetti, geometri, legulei e altri guastatori?
Ma non finisce qui. C’è un’altra disposizione che (obviously) liberalizza in modo selvaggio le torri eoliche e gli impianti fotovoltaici e a biomasse, per i quali di fatto non sarà più necessaria alcuna autorizzazione paesaggistica (già quella di prima valeva come il due di coppe con briscola a bastoni: basta vedere in che condizioni siamo nel Salento, anzi, senza andare tanto lontano, a Noha, con l’accerchiamento del fotovoltaico – che come dimostrato nel mio “Dai campi di sterminio allo sterminio dei campi” di circa un anno fa produce milioni di euro all’anno per una società a proprietà tedesca).
Che dire infine della libertà delle trivelle in mare, in terra, in cielo e in ogni luogo? Nulla altro, davvero, se non che questo decreto “Sciocca Italia” consegna il nostro Paese già devastato ai devastatori, traveste i costruttori in commissari delle cosiddette grandi opere, elimina nella sostanza ogni forma di controllo pubblico.
Mi chiedo con quale faccia chi approverà la legge di conversione di questo decretino andrà ai funerali delle vittime delle alluvioni causate dallo stupro edilizio del territorio nelle tante prossime venture Genova.
A fronte delle mille ragionevoli preoccupazioni per questo decreto (anzi secreto, come un muco) c’è invece chi si esalta, eccome. Già me li vedo i protagonisti delle larghe intese di Palazzo Orsini fregarsi le mani per questa ennesima Montagna spianata.
Antonio Mellone
gen182015
Stimolato dal “dialogo” alquanto acceso, emerso in fine serata, al convegno che si è svolto l’otto gennaio presso il Centro Polivalente di Noha, mi sono voluto aggiornare sul problema che ha mandato in visibilio una parte di cittadini intervenuti e l’Assessore Roberta Forte accompagnata dal delegato per la frazione di Noha, avv. Daniela Sindaco.
Leggo quindi su di un sito locale un articolo del 4 dicembre scorso da parte dell’Associazione Difesa del Territorio sul degrado e lo scempio che riguarda la zona industriale di Galatina-Soleto, sul depuratore saccheggiato e abbandonato a se stesso e su una serie di aziende regolarmente allacciate e per il quale servizio hanno pagato fior di quattrini, ma sono costrette a movimentare i reflui verso altri lidi. Se i presupposti su cui si vuole costruire il famigerato sito per il compostaggio dei rifiuti organici di Galatina sono questi, c’è ben poco da sperare.
Questa deduzione è discutibile, non lo metto in dubbio, ma anche il contrario lo è, visto che stiamo trattando di una potenziale fonte di malattie tumorali, come se intorno a noi non ce ne fossero già abbastanza.
Non entro nel merito dei vantaggi o degli svantaggi di un sito di compostaggio, è sufficiente dedicare poche decine di minuti in rete per farsi una cultura a proposito.
Non nego neanche che capita di imbattersi facilmente in tanti bellissimi video di presentazione di siti illustrati e decantati come se fossero la panacea di tutti i mali o la gallina dalle uova d’oro. Si parla del pericolo del percolato, che altrimenti finirebbe nelle falde acquifere, del biogas per produrre energia elettrica e del compost per le nostre campagne al posto dei concimi chimici tanto criticati dai naturalisti. Ma, ahimè, non mancano le note dolenti. La rete è piena di istruzioni e di informazioni sulle modalità di trasformazione dei rifiuti organici del nostro bidone marrone in compost per l’agricoltura. Ma è piena anche di incidenti dovuti alla cattiva gestione dei siti. Per chi fosse interessato al proprio futuro allego delle brevi descrizioni con relativi riferimenti in rete:
-morti per inalazioni da compostaggio: http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/07/28/news/aprilia_due_operai_morti_in_un_impianto_di_compostaggio-92577303/
-percolato nelle acque di scolo chiuso a Brindisi:
-se non è puzza è percolato:
-i consumi di energia diminuiscono, (nel caso qualcuno pensi di usare il biogas per produrre energia elettrica):
E’ evidente che avviare a compostaggio i bio-rifiuti anziché sotterrarli in discarica o bruciarli convenga a tutti. Ma soprattutto converrà a chi ne ricaverà degli utili economici, e cioè i soliti privati. Ma noi mica siamo invidiosi se qualcuno, operando lealmente nel ciclo del recupero dei rifiuti, ricava degli utili economici. Quello che ci preoccupa invece è il fatto che nel nostro paese, soprattutto di questi tempi, parlare di lealtà è come fidarsi del diavolo. Perché in teoria tutto pare che funzioni perfettamente, mentre nella realtà avviene quanto succede al depuratore summenzionato dai nostri amici dell’Associazione Difesa del Territorio. Il fatto è che qui non stiamo parlando solo dell’ennesima cattedrale di cemento che ci toglie la terra da sotto i piedi, bensì di una potenziale fonte di malattie tumorali per i cittadini (compresi i nostri figli) di Galatina e dintorni.
Leggo ancora su un altro sito locale:
“ricadute occupazionali immediate (per la costruzione dell’impianto) e a regime (le maestranze impiegate nella gestione). Infine – fa notare il consigliere regionale – una volta entrato in funzione, il compostaggio farà diminuire le imposte sulla spazzatura, sulle quali pesano i costi di trasporto della frazione umida dei rifiuti e gli oneri (presenti e futuri) dell’ecotassa”.
Maestranze? Quante? Diminuzione delle tariffe? Ma non doveva già accadere con la differenziata?
“Cosimo Montagna, sindaco di Galatina, Graziano Vantaggiato primo cittadino di Soleto e Angelo Tondo, presidente del consorzio Asi, hanno commentato all’unisono l’intesa siglata: “La realizzazione degli impianti di compostaggio infatti ci libererà dalla schiavitù e dal disastro ambientale delle discariche, dal rischio ambientale che ne deriva e dai cattivi odori. Chiudere il cerchio con il potenziamento degli impianti di differenziazione e riciclo dei rifiuti è l’unica strada possibile contro l’incenerimento e le discariche. Un grande passo di civiltà ambientale nel rispetto del nostro territorio.”
Peccato che contro l’incenerimento e le discariche ci sarebbe anche l’impegno di ridurre la produzione di rifiuti, che fra l’altro compriamo tutti i giorni, e invece nessuno ne parla. Inoltre l’unico vero segno di civiltà ambientale che dovrebbero promuovere i nostri cari sindaci e il presidente ASI, è una campagna di informazione sul progetto con dati alla mano e demandare quindi la decisione di realizzare il sito di compostaggio a professionisti competenti non di parte (e soprattutto senza interessi: ma sarebbe come trovare un ago nel pagliaio) e infine ad un referendum dei cittadini. Oppure a Galatina abbiamo deciso di compostare anche la democrazia?
lug222018
Non c’era il bisogno di essere i soliti maligni ovvero complottisti per capire che il sopralluogo comune effettuato nel Salento il 19 luglio scorso dal “nuovo” ministro dell’agricoltura Centinaio (ideal-tipo Calenda: ma li fanno con lo stampino?) avrebbe portato al nulla cosmico o alternativamente al tutto comico.
Certo, a leggere i titoli tossici e i cloni delle cronache dei Diciamo Giornalisti glocal - che più che sulla tastiera talvolta sembra battano sul marciapiede - la visita del brillante ospite leghista è stata tutta un susseguirsi di incontrovertibili trionfi.
Il novello Alberto da Giussano (che detto tra noi pare non sia mai esistito), lancia in resta, elmo in capo e petto in fuori, s’è messo in testa, e non c’è verso di smuoverlo, di debellare la Xylella Fastidiosa a tutti i costi: fosse anche con un bel decretino Martina-bis (cioè con eradicazioni anche di alberi incolumi nel raggio di 100 metri al quadrato per Pi Greca e pesticidi a gogò), e la possibilità, ovviamente, di reimpianti di Favolosa, un cespuglio che osano chiamare ulivo e che sta alla Puglia come il pecorino sulle cartellate.
Qualcuno dei piccoli scrivani salentini, evidentemente con l’ausilio di un apparato digitale strettamente connesso all’apparato intestinale – specialmente nel tratto finale - senza il bisogno di transitare (postulando la sua presenza) da quello encefalico, ha scritto che il ministro “ha le idee molto chiare” [sic] ed è “venuto in Puglia per rendersi conto direttamente dei danni provocati dall'infezione”. Povera stella, anzi cinque.
Non pago di ciò, con il turibolo che gli funge da penna, il giornalingua di corvée riporta compiaciuto le parole dell’augusto neo-sinistro delle politiche agricole: “Mi avevano detto del disastro, ma quando ho visto intere campagne piene di tronchi d'ulivo morti ho preso consapevolezza di cosa sia veramente la Xylella”. Meno male che aveva le idee chiare, il ministro.
Ora. Un giornalista senza virgolette avrebbe subito chiosato: “Eccone un altro che non ha capito un cazzo”; o quanto meno avrebbe obiettato a ministro e accoliti di complemento che una pagliacciata del genere, ancorché ministeriale, è tutto men che una visita “per prendere consapevolezza” di un problema molto serio. Invece no, tutto uno sbrodolamento di inchiostro simpatico shakerato come manco un Mojito.
Oltretutto perfino un “giornalista” arriverebbe a chiedersi (e a chiedere) come si possa in un sol giorno, anzi in poche ore, atterrare all’aeroporto di Brindisi (alle 9.30), giungere a Lecce, incontrare quel Cicerone di Emiliano in polo scura che affina e fa tanto potere al popolo, effettuare sopralluoghi a Cannole e a Presicce e giacché anche a Uggiano la Chiesa, Galatone, Taviano e Matino, registrare un video con il telefonino da dentro l’abitacolo dell’auto (a proposito di dati “scientifici”), andare in prefettura, conferire con il presidente del Cnr, mettere qualcosa sotto i denti per pausa pranzo (almeno un panino l’avranno offerto a ‘sto poveretto), ascoltare le istituzioni scientifiche, dare udienza ai rappresentanti degli agricoltori, riunirsi con i sindacati, seguire gli interventi dei sindaci dei comuni interessati dal problema, salutare la Deputazione di Lecce e Brindisi, dar retta pure agli europarlamentari Paolo De Castro e Raffaele Fitto [su quest’ultimo punto tutta la mia solidarietà al ministro in trasferta, ndr.], rispondere alle domande dei giornalisti (ove ci fossero mai stati tempo, domande e soprattutto giornalisti), rientrare alle 18 di corsa a Brindisi per il volo di ritorno in patria, comporre finalmente il tanto sospirato post per fb, e infine (soprattutto) capirci qualcosa.
Nessun accenno, per quanto ovvio, ai campi sperimentali dove il metodo Scortichini sembra stia dando eccellenti frutti, in tutti i sensi. Nossignore: “troncare, sopire, padre molto reverendo, sopire, troncare” (troncare gli ulivi, s’intende). Peccato che nella foto presa in prestito da Rai-News gli alberi alle spalle del corteo ministeriale sembrino vivi e vegeti: quando si dice la sfiga a proposito dello slogan “sta-sicca-tutto”.
E così, grazie alla visita del Ministro Centinaio, e a dispetto dei soliti negazionisti da querela, abbiamo finalmente scoperto che la Xylella è ormai la causa per antonomasia del disseccamento dei nostri ulivi (“antonomasia”, come noto, è quella figura retorica che consiste nell’usare un nome comune al posto di un nome proprio o, viceversa, come in questo caso, un nome proprio, vale a dire Xylella, al posto di un nome o una locuzione comune, tipo complesso di disseccamento rapido dell’olivo).
Ma lasciamo ancora una volta la parola direttamente all’esimio ministro, anch’egli probabilmente del partito della sega: “Ho visto situazioni che racconterò a chi si riempie la bocca parlando da Roma, Milano, Firenze e Genova, senza conoscere i fatti e affermando che si tratti di fake news, allora, a questo punto, dico che anche Gian Marco Centinaio è una fake news”.
D’accordissimo con lei, signor ministro. Soprattutto sulla lapidaria sintesi conclusiva.
Antonio Mellone
mar172019
Francesco Bramato e la Meloncella tonda di Galatina |
Vito Mele e le sue meloncelle |
Il paniere dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali di Puglia si arricchisce di un nuovo gioiello: la Meloncella Tonda di Galatina, antica varietà di Cucumis melo, un piccolo melone che si consuma immaturo. Un ortaggio vicino all’estinzione, se non fosse per pochissimi agricoltori-custodi, che ancora oggi la coltivano.
Galatina si conferma, quindi, città di eccellenze agroalimentari e, in particolare, orticole come la Cicoria di Galatina e la Patata Sieglinde, quest’ultima prodotto DOP.
L’importante riconoscimento per la Meloncella Tonda arriva dopo la ricerca sul campo e bibliografica condotta dall’antropologa Francesca Casaluci nell’ambito del progetto BiodiverSO, per il recupero della biodiversità delle specie orticole di Puglia: «Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto e le informazioni avute dagli agricoltori galatinesi custodi di questa antica varietà, in particolare Vito Mele e Francesco Bramato, il primo contadino per passione, il secondo agricoltore di professione, che vende i suoi prodotti in via Pasquale Cafaro, nei pressi della scuola media Giovanni Pascoli. Sono loro che mi hanno permesso di raccogliere preziose informazioni su questo ortaggio unico nel suo genere per aspetto e sapore».
Importante è stata anche la ricerca bibliografica. In particolare Tommaso Vanna nel suo “Galatina” del 1845 descrive l’agricoltura dell’ubertosa cittadina, famosa ancora oggi nel circondario per la fertilità e la produttività delle sue campagne. Egli descrive la coltivazione delle meloncelle:
«La coltivazione de’ melloni è abbondantissima nel territorio di Galatina, piantandosene centinaja di tomolate, di moggia nove ognuna; e tanta è la vendita che si fa di tale frutto, che i contadini pagano di affitto per ogni moggio anche grana ottanta per fare soltanto tale piantagione per un solo anno (…). Si provvedono di tal frutto molti paesi vicini; e si espongono al mercato sino a tutto gennajo, conservandosi quasi per tutto l’anno le meloncelle, che si hanno dalle stesse piante di mellone, per alleggerire la pianta e far ingrossare i due o tre melloni che si lasciano per la maturazione».
Rilevante è poi la presenza della Meloncella tonda tra le tavole illustrate del Museo Orazio Comes di Portici (Na), risalente all’inizio del ‘900, in cui vengono raffigurate alcune varietà coltivate nel Regno di Napoli.
Le Meloncelle tonde sono precoci, dall’aspetto vivido, buccia lucida, costolute. Il colore è verde brillante, con chiazze più chiare in corrispondenza delle scanalature. Il sapore è dolce e la consistenza acquosa, più di altre varietà. Per la sua coltivazione sono totalmente assenti impianti di irrigazione: cresce in completa aridocoltura. La “tonda” è una meloncella che si produce e consuma solo su Galatina. Spostandosi di soli pochi chilometri si possono trovare altre varietà: in questo modo ciascuno ha la sua identità agroalimentare.
«Abbiamo più volte collaborato con Francesca Casaluci su progetti destinati alla valorizzazione del territorio, riconoscendole capacità e competenza» afferma l'assessore alle Attività produttive Nico Mauro. «A nome di tutta la comunità, ringrazio Francesca per l'impegno, certo che l'obiettivo raggiunto di qualificare i prodotti della nostra terra, rafforzi l'identità del territorio e crei i presupposti per uno sviluppo economico».
Grazie a questo riconoscimento, Galatina conferma la sua fama nella produzione orticola e aggiunge un altro prodotto agroalimentare nel suo ricco paniere. Un motivo in più per lavorare sulla valorizzazione, insieme ai vari attori della filiera, per far conoscere e apprezzare questi prodotti ad un pubblico sempre più ampio.
Ufficio Stampa Marcello Amante
ago292019
E’ già tempo di svelarsi: almeno nella presentazione di tutti gli attori che rappresenteranno a livello nazionale il grande volley galatinese col marchio di fabbrica OLIMPIA SBV GALATINA.
E così sarà, sabato 31 agostoalle ore 21:30. Negli impianti sportivi adiacenti il PalaPanico, nel cuore dello spettacolo d’intrattenimento di BAR ITALIA, organizzato dall’Associazione di volontariato “AMICI DELLA MADONNINA”, verrà presentata la rosa dei giocatori, lo staff tecnico, l’equipe medico-sanitaria e tutto l’organico societario di Efficienza Energia.
Non sarà solo una doverosa passerella per testare il primo impatto squadra-tifosi, la cui conoscenza de visu è trainante per tutto il contesto sportivo e non solo, ma anche un messaggio di stimolo per tutto l’ambiente cittadino, politico ed imprenditoriale compresi.
L’enorme impegno economico-organizzativo che per il quarto anno consecutivo viene messo in campo, dà una rilevante visibilità nazionale al volley galatinese e alla nostra città. Specularmente proietta il nostro territorio in una fascia d’interesse turistico-culturale di livello che, intrecciandosi con i patrimoni artistici e le attività artigianali, fa rete con tutti i settori operativi della vita civile.
Un grande impegno quindi per OLIMPIA SBV che ha profuso enormi risorse costruendo, sotto l’attenta regia del DG Stefanelli, un roster di alta qualità. Sarà l’occasione per tutti di conoscere gli atleti nuovi arrivati che si aggregheranno ai riconfermati Marco Lotito, Giuseppe Apollonio, Francesco Pierri, Santo Buracci e Donato Musardo.
Il palco ospiterà i palleggiatori Gabriele Parisi ed Asclepio Nicolazzo, i centrali Mirko Torsello, Mattia Lezzi e Francesco Tundo, i laterali ricettori Ferdinando Lentini e Domenico Maiorana, l’opposto Riccardo De Lorentis.
La struttura organizzativa societaria sarà in prima fila, rappresentata dal presidente Luigi Santoro, dal suo vice Francesco Liguori, dal team manager Francesco Stefanelli, dai dirigenti Katia Santoro, Antonello Apollonio, Pierluigi Mangia, Vincenzo Liguori e dal responsabile della comunicazione Piero de Lorentis che ripartirà il suo impegno anche sul fronte S.B.V.
Anche lo staff medico-sanitario rinnova la sua formazione con alla guida il medico sociale Antonio Palumbo e il fisioterapista Danilo Franco, mentre per ciò che attiene alla preparazione fisica degli atleti il compito è affidato a Graziano Russo quale responsabile dell’Area Fitness e ad Andrea Blasi per la preparazione atletica.
La conduzione tecnica naturalmente è affidata al riconfermato mister Giovanni Stomeo e al suo secondo Antonio Bray che, in tempo reale, si avvarranno dei dati rilevati durante le gare dallo scoutman Antonello Sarubbi.
Una scacchiera quasi completa in tutti i suoi pezzi (mancherebbe un quarto laterale ?!?) che certamente offrirà all’allenatore strategie per utilizzare al meglio il potenziale a disposizione e raggiungere l’obiettivo prefissato.
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA ENERGIA GAS & POWER
GALATINA
apr062019
«Dei 500 milioni di euro che il Governo stanzierà in favore dei Comuni per opere di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile, 21 milioni saranno destinati alla Puglia. Più nel dettaglio 6.750.000 euro saranno destinati a Lecce e provincia. Di questi, 130 mila euro andranno al Comune di Galatina». A darne notizia sono il deputato Leonardo Donno e il senatore Cataldo Mininno del Movimento 5 Stelle .
«È l’effetto della “norma Fraccaro” contenuta nell’articolo 31 del Decreto Crescita approvato dal Consiglio dei Ministri. L’obiettivo della norma - spiegano - è quello di finanziare gli investimenti sul territorio per favorire la crescita nell’ottica della sostenibilità. Le risorse, assegnate dal Ministero dello Sviluppo economico per un totale di 500 milioni nell’anno 2019 a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione, verranno erogate a tutti i Comuni in proporzione alla popolazione residente. Sono previste soglie contributive che vanno dai 50mila euro per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti ai 250mila euro erogati in favore dei comuni oltre i 250mila abitanti. (In allegato la ripartizione fondi nel Leccese con le somme che saranno stanziate per ogni singolo Comune).
Le risorse - proseguono i pentastellati - finanzieranno opere per promuovere il risparmio energetico negli edifici pubblici e per consentire l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre i Comuni potranno utilizzare i fondi anche per la messa in sicurezza degli edifici pubblici. Infine, si potranno finanziare progetti per la mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Ogni singola amministrazione potrà finanziare una o più opere pubbliche a condizione che esse non abbiano già ottenuto finanziamenti e siano aggiuntive rispetto a quelle già programmate. Il contributo sarà corrisposto in due quote di pari importo. La prima sarà a titolo di anticipazione, mentre la seconda sarà erogata come saldo con le procedure previste dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014-20, sulla base di specifiche richieste avanzate dal Mise e dopo l’esito positivo dell’istruttoria avanzata dal ministero. Le opere dovranno essere avviate dai comuni entro il 15 ottobre 2019, pena la perdita del beneficio economico. Le risorse saranno assegnate con decreto del Mise entro il 25 aprile.
Per la Puglia si tratta di un’occasione preziosa, una grandissima opportunità per avviare quel grande piano di messa in sicurezza del territorio che i Comuni e le Province non sono in grado di sostenere da soli».
giu052013
Domenica prossima, 09 giugno, a partire dalle ore 9,30, presso gli impianti del Circolo Tennis di Galatina, si terrà quella che ormai i galatinesi appassionati di tennis definiscono “la partita più importante della stagione”, malgrado la partita dei play-out contro il Tennis Club Terni sia solo una delle due possibilità che il C.T. Galatina ha per confermare un meritato posto in serie B. La perdente tra Galatina e Terni, infatti, avrà una ulteriore possibilità di rimanere in B, giocando contro il Rimini.
Domenica, sarà anche un'ottima occasione per presentare a tutti gli appassionati di tennis, i nuovi campi estivi organizzati dal C.T. Galatina e dalla ludoteca Castellinaria. Delle occasioni di apprendimento e di sport per tutti i bambini dai 3 ai 14 anni. Un formibabile incontro tra discipline didattiche (ad es. potenziamento degli studi appresi, compiti per le vacanze, corsi di inglese) e discipline sportive (tennis, volley, calcetto, basket, ecc.).
“Invito tutti gli appassionati di tennis a raggiungerci domenica prossima, per conoscere le molteplici iniziative dei nostri campi estivi e tifare insieme a noi per questa partita importantissima. Ma tornando alla serie B, mi sento di dire che dopo un campionato formidabile, è quasi un delitto trovare il C.T. Galatina nei play-out, per quanto abbiamo dato a livello di concentrazione, voglia di vincere e qualità tecniche. Ma guardiamo avanti! Ora siamo qui, ed in questa fase la posta in gioco è altissima. Potremmo pagare ogni errore a caro prezzo. Non abbassiamo la guardia perché non voglio cali di tensione.”
Galatina, 04 Giugno 2013
Filippo Stasi
Direttore Sportivo - “C.T. Galatina”
mag312020
Almeno in questa prima stesura le disposizioni federali ghigliottinano la pallavolo.
Sulla scorta delle linee guida elaborate dall’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il supporto del CONI e delle Federazioni Sportive Nazionali, il presidente Cattaneo, suo malgrado, ha costretto le società di volley ad intraprendere un percorso minato.
Vero è che non poteva fare altrimenti, dovendo ottemperare ai disposti del DPCM del 17 maggio in materia di previdenza e sicurezza sociale, ma una versione più attenuata poteva essere proposta all’Ufficio per lo Sport per limare alcuni aspetti.
La condivisione della neo figura del Covid Manager e delle sue incombenze in seno alle società è un ottimo spunto di partenza; così come lo è la modalità di gestione degli spazi comuni all’interno degli impianti, la loro pulizia e sanificazione che ben si adattano alla prevenzione della trasmissione dell’infezione dal virus.
Ma costringere gli atleti ad indossare la mascherina anche durante l’allenamento, seppur individuale, impedendo l’esecuzione di esercizi di gioco, sia tecnici che competitivi (come il 6vs6, il 5vs5, il 4vs4 e via dicendo), è veramente innaturale per il volley.
La concessione di eseguire esercizi analitici e sintetici nel rispetto del distanziamento sociale è una forma perversa di distorsione di uno sport che snatura gli schemi tecnici, riducendo la seduta di allenamento ad una didattica di base per l’avviamento alla pallavolo.
La dissonanza con i protocolli di altre discipline, passati anch’essi sotto la revisione dell’Ufficio dello Sport, è quanto mai sconcertante in una comparazione di modalità di allenamento.
Si pensi al rugby: l'organismo del governo mondiale, il World Rugby, ha approvato un decalogo di regole sperimentali relative a mischia, attrezzatura, o ad altre situazioni in cui i giocatori si trovano a contatto per contendersi il pallone a terra.
Ebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità, confermando che il rischio diventa alto con 15 minuti cumulativi di vicinanza ad un infetto, ha proposto la riduzione dei minuti per ogni tipologia di fondamentale per abbattere la possibilità del contagio.
E stiamo parlando di una disciplina che, in un fondamentale come il pacchetto di mischia, vede formarsi due schieramenti contrapposti formati da otto giocatori per squadra con contatto spalla a spalla.
Ora in uno sport non di contatto come il volley, dove i momenti in cui gli atleti si accostano per eseguire il muro o compiere un salvataggio con intervento simultaneo sono condensati in frazioni di secondi (da 1,5 a 2,5 s.), sembra veramente poco realistica una ripartenza della pallavolo con le limitazioni imposte.
L’augurio è che le indicazioni del protocollo Fipav vengano modificate in parallelo ad un auspicato appiattimento della curva epidemica. La stessa federazione infatti ha aperto a tutte le società la disponibilità a ricevere suggerimenti e considerazioni al fine di migliorare il documento, laddove possibile.
Naturalmente rimarranno fermi i requisiti su cui è incardinato il protocollo nei suoi principi fondamentali: la tutela della salute di tutti i suoi tesserati e la tutela dei rappresentati legali delle società.
Un'altra problematica legata alle lungaggini burocratiche, riguarda l’annosa questione dell’uso in concessione delle palestre scolastiche alle società, che l’epidemia in atto contribuirà ad acuire.
Nel rammentare che l’attività di tutte le associazioni pallavolistiche che fanno reclutamento e formazione di base si sviluppa al 95% in impianti scolastici, sarebbe opportuno che Ministero dello Sport e MIUR si attivassero fin da ora, su sollecitazione del CONI, per un’incondizionata concessione da parte dei dirigenti scolastici all’utilizzo delle palestre.
Il compito per superare le riottosità di quest’ultimi (per fortuna non tutti allineati), dovrebbe essere dato ai titolari di assets, provincia e comune, includendo nelle operazioni di sanificazione di tutto il fabbricato scolastico anche le palestre.
E’ un augurio alla ripartenza sportiva, alla vita sociale e all’estirpazione del virus.
ADDETTO STAMPA
SALENTO BEST VOLLEY GALATINA
Zaira Gemma
dic102010
Con una lettera raccomandata inviata in data 30 novembre 2010 che aveva come oggetto ” istanza di intervento tecnico per il controllo dei progetti denominati "Gamascia1- Società Fotowatio Italia Galatina S.r.l. " e "Galatina – Società SunRay Italy S.r.l." indirizzata al sindaco e per conoscenza all’assessore al ramo Carmine Spoti, ed inoltre a Maria Grazia Sederino Consigliere Comunale con delega all'Energia da fonti rinnovabili, il comitato ” I dialoghi di Noha ” a contestato la scelta di invadere il territorio con campi sterminati di silicio. Ma ecco il testo della missiva ” Gentilissimo Signor Sindaco e gentilissimi arch.tto Maria Grazia Sederino e avv. Carmine Spoti, con la presente, il Comitato "I Dialoghi di Noha", con i suoi degni rappresentanti Marcello D'Acquarica, Antonio Mellone, che supportati da oltre 350 cittadini che ne hanno condiviso le battaglie, lottando contro le facili concessioni volte a distruggere centinaia di ettari di campagna ( come per esempio le ben 11 concessioni "furbescamente" attigue in Contrada Roncella ), si appellano alle Vostre Autorità affinché vengano autorizzati ed eseguiti in tempi brevi, da parte degli enti tecnici competenti, come già avvenuto per la concessione in area Duca, i controlli dei progetti in oggetto, come prescritto nelle norme di sicurezza delle Autorizzazioni Uniche pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 90 del 20.05.2010 di SunRay S.r.l. e n. 148 del 23.09.2010 di Fotowatio S.r.l. Fra le condizioni poste sui Bollettini indicati, è spesso presente il diniego dell'uso del cemento (vedi per es. al punto 15 di pag. 14665 del B.U.R.P. n. 90), cosa che contrasta fortemente con la probabile costruzione di una mega centrale elettrica su piattaforma in cemento armato volturata dalle due società suddette in favore di TERNA – Rete Elettrica Nazionale S.p.A. Sono tante le potenziali incongruenze da verificarsi in corso d'opera.
A titolo esemplificativo si citano alcune: i possibili ritrovamenti archeologici; la corrispondenza ai dettami che riguardano il divieto dell'uso di prodotti chimici; l'autorizzazione allo scavo di pozzi per l'utilizzazione delle acque sotterranee; il controllo delle piantumazioni perimetrali; le distanze dal ciglio strada e dalle abitazioni; la recinzione, che deve essere realizzata lasciando ogni 10 metri varchi delle dimensioni di 40×40 cm, o in alternativa la rete deve essere posta ad un'altezza di 30 cm dal suolo, al fine di consentire il passaggio di animali selvatici; la costruzione delle piste provvisorie all'interno dell'area, che invece sembrano essere state fatte in modo definitivo; i termini di inizio, completamento e collaudi; le eventuali depressioni morfologiche soggette a fenomeni alluvionali; gli scavi dei cavi-dotti di attraversamento delle S.P. 41 e 47; l'autorizzazione per gli eventuali tagli di piante di origine naturale e non, e la salvaguardia dei muretti a secco presenti sul confine delle aree delle società interessate. In riferimento all'articolo 9 del Bollettino n. 90, che dice:
…il controllo e le verifiche sono demandate al Comune, la Regione Puglia Servizio Energia, Reti e Infrastrutture materiali per lo sviluppo si riserva ogni successivo ulteriore accertamento…, chiediamo, quindi, che siano monitorate, mediante l'Ufficio Tecnico e la vigilanza edilizia, le attività degli impianti relativi alle Autorizzazioni Uniche rilasciate alle Società SunRay Italy S.r.l. ed alla Società Fotowatio Italia Galatina S.r.l. “.
Pare che in risposta alla lettera proprio oggi a detta del consigliere comunale Pepe si svolgeranno i controlli, da parte delle autorità comunali preposte, calendarizzati e programmati per venerdì 10 dicembre. Vi terremo sicuramente informati sui risvolti e controlli e sopratutto sulle scelte finali dell’amministrazione comunale Coluccia riguardo l’impianti in questione, ricordando, come già l’attuale amministrazione si sia spesa in favore di questi progetti, in cambio di ammodernamenti e costruzioni di nuovi canili comunali, oppure la manuntenzione delle villette cittadine S. Francesco in centro e Giovanni Fedele nel rione Italia.
Raimondo Rodia
http://galatina.blogolandia.it/
ago182018
Ridisegnati dalla FIPAV gli otto gironi nazionali del campionato di serie B, in un mix di viciniorietà geografica e di valenza tecnica di squadre, ecco generati i due gironi E e G in cui si misureranno le compagini pugliesi, inseguendo il sogno(non per tutte) che porta dritto alla nuova A3, come da riforma dei campionati che cambierà le fattezze dell’intero movimento.
Si parte nel week-end di sabato 13 e domenica 14 ottobre, per poi arrivare alla bandiera a scacchi il 4 maggio 2019: come nella scorsa stagione, è ancora girone G.
Quattordici squadre, per un lungo viaggio verso Basilicata e Campania con uno sbarco nell’isola d’Ischia, oltre a tre infuocati derby che si preannunciano avvincenti.
Non ci saranno promozioni dirette, ma play-off tra prime e seconde classificate degli 8 gironi, per stabilire le sette squadre promosse che insieme alle diciassette squadre retrocesse dalla A2, andranno a formare l’organico della nuova A3 per la prossima stagione.
Per Bari, Andria, Lucera e Cerignola inserite nel girone E, l’abbandono delle trasferte in Campania, Basilicata e sud Salento avrà, come contro altare, un’appartenenza territoriale tutta centro adriatica, toccando Marche, Abruzzo ed Umbria, oltre naturalmente ai rispettivi derby pugliesi.
Efficienza Energia Galatina, collocata nel girone G unitamente alle pugliesi Casarano Volley, Fulgor Tricase, Erredi Taranto e alla lucana Virtus Potenza, farà visita per ben nove volte in Campania, confrontandosi con Atripalda Volleyball, Snav Folgore Massa, Volley Marcianise, Normanna Aversa Academy, As Ischia Pallavolo, Cml Vesuvio Cimitile, Tya Marigliano 1995, Pozzuoli Volley, Emrafoods Gis Ottaviano.
Il calendario ha proposto nella prima giornata l’esordio casalingo della squadra del presidente Santoro contro la Normanna Aversa Academy , ancora in standby nella composizione del roster, che nella passata stagione si fermò nella rincorsa alla serie A2 a pochi metri dal traguardo sconfitta in gara tre dalla Conad Lamezia.
La situazione del volley ad Aversa però cammina lungo un crinale pericoloso che è quello della costrizione all’abbandono per mancanza d’impianti. Delle due squadre portabandiera del volley in terra campana, la Sigma Aversa di serie A2 ha ceduto il titolo al Piacenza, mentre la Normanna Aversa, già quasi orfana dello sponsor Romeo Gestioni, si vede sfrattata dal “PalaJacazzi” per lavori di ammodernamento ed ampliamento necessari ad ospitare gare di basket delle prossime Universiadi.
Non sarà facile individuare campi di gioco alternativi data la carenza delle strutture ed a questo dovrà aggiungersi un lievitar di costi che potrebbe portare a drastiche decisioni da parte di quei vertici societari.
La disgregazione della Sigma ha consentito ad alcune compagini di acquisire le prestazioni sportive di atleti di valore ; è il caso del centrale Iacobelli passato all’Ottaviano, del laterale Esposito alla Folgore Massa, del posto quattro Monto’ al Marcianise, di Marco Vacchiano al Pozzuoli e di Enrico Libraro , martello pesante ( 4891 punti negli ultimi dodici anni di serie A2), di raggiungere il fratello Antonio(palleggiatore) e il padre Gennaro( allenatore) alla casa madre Ottaviano.
E sarà proprio la EMRAFOODS OTTAVIANO , orfana dell’opposto Di Felice e del centrale Bianco , sostituiti al meglio dallo “squalo” Peppe Scialò e dal centrale Giacobelli, a recitare un ruolo di candidata alla vittoria.
A parere degli addetti ai lavori i comprimari che sgomiteranno con i campani sono da individuarsi nella Fulgor Tricase con L. Parisi, Di Felice, Bisanti e Muccio, nell’Erredi Taranto con G. Parisi, Roberti , Garofalo e Giosa, nel TYA Marigliano con Bianco, Aliperti, Di Giorgio e Rumiano.
Poi le mine vaganti Casarano Volley con Laterza, Zanette e Gribov e il giovane gruppo del Marcianise con gli esperti Di Florio, Montò e Pecoraro a far da balia, in attesa dell’ultimazione degli organici delle altre società per tracciare una graduatoria di merito.
Efficienza Energia Galatina, Giocoleria Potenza, Normanna Aversa, Atripalda Volleyball, Cimitile Vesuvio, Pozzuoli Volley e Ischia Pallavolo sono al lavoro per quadrare una rosa ancora incompleta in alcuni posti chiave.
Intenzione delle tre società campane neopromosse è confermare l’intelaiatura dello scorso anno, innestando nei ruoli fondamentali atleti del calibro di Calabrese e Vacchiano(Pozzuoli) , Salerno e Picariello (Atripalda), Spera e D’Ambrosio(Cimitile).
Lavora sotto traccia anche il DG Stefanelli di Energia Efficienza Galatina, che conta di affidare a mister Stomeo ,entro fine agosto, una squadra completa ed ambiziosa con un roster che possa far sognare la tifoseria.
Piero de lorentis
RESPONSABILE AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA ENERGIA GALATINA
apr162023
Dall'ultimo Report dei tumori di Asl - Lecce 2021, comprendente il periodo che va dal 2013 al 2017, in provincia di Lecce, rispetto alla media regionale, il primo dato che balza all’occhio è l’eccessiva incidenza del tumore al polmone (+24%):
le aree maggiormente colpite sono quelle servite dai distretti sanitari di Galatina e Gagliano del Capo.
Nel frattempo il Salento, senza nessun piano programmato, rischia di diventare il Far West per siti di trattamento di rifiuti per mezza Italia.
La proposta di un impianto di trattamento dei rifiuti speciali a Santa Barbara (Galatina - Le), per una capacità di trattamento, secondo il progetto iniziale, di 90.000 tonnellate/anno, è solo l’ultima di una nutrita serie di proposte di impianti per il trattamento di rifiuti speciali e pericolosi, che presentano un’anomala e inquietante concentrazione nella Provincia di Lecce ed in particolare nel comprensorio Galatina-Galatone e comuni vicini.
Riportiamo qui un elenco non esaustivo di tali insediamenti:
Da questi dati derivano alcune importanti considerazioni:
Per sottolineare la gravità del fenomeno in corso e la necessità di un deciso cambio di rotta da parte delle autorità preposte alla pianificazione, alle autorizzazioni ed ai controlli degli impianti (Regione, Province, Comuni, Arpa, Asl) basti considerare che, se la produzione media annua di rifiuti speciali in Italia è di circa 2,5 tonnellate pro capite (circa 147 milioni di tonnellate per 59 milioni di abitanti), nei soli Comuni di Galatina e Galatone si concentra una capacità di trattamento di almeno 600.000 tonnellate anno, corrispondente ad una capacità media di circa 15 tonnellate per abitante e per anno!
Ci rifiutiamo di pensare che i nostri amministratori accettino consapevolmente di trasformare il nostro territorio in un ricettacolo nazionale di rifiuti speciali, come purtroppo sta avvenendo. Ci attendiamo pertanto un conseguente sussulto di orgoglio, con il recupero della corretta programmazione ed immediate contromisure rispetto ai fenomeni in atto.
Il presente Comunicato viene inviato agli uffici competenti della Regione Puglia, della Provincia di Lecce, dell’Arpa, dell’Asl, ai comuni di Galatina, Galatone, Seclì, Neviano, Aradeo, Collepasso, Cutrofiano, Sogliano, Soleto, Sternatia, Zollino, Maglie, Melpignano, Castrignano dei Greci, Corigliano, Cursi, agli organi di informazione.
Le associazioni:
Comitato Spina Morrone - Galatone
AIRSA (Associazione Indipendente Ricerca Salute e Ambiente)
Associazione ODV Adotta Dog Ets – Uggiano La Chiesa
Coordinamento Civico Ambiente e Salute della prov. di Lecce - Galatina
Forum Ambiente e Salute - Lecce
Forum Amici del Territorio ETS - Cutrofiano
Comitato Spina Morrone - Galatone
Galatone Bene Comune – Galatone
Medici per l’Ambiente-ISDE Italia (AIMPA)
Natural-mente NO RIFIUTI - Collemeto di Galatina
Noi Ambiente e Beni Culturali di Noha e Galatina
Nuova Messapia - Soleto
Organizzazione di Volontariato Mobius Circle- APS - Lecce
Salento km0 APS – Galatina
dic262023
Ha ripreso vita dopo un black out di tre anni, dovuto al Covid, il consueto appuntamento che il Comitato Territoriale di Lecce ha organizzato per premiare le eccellenze salentine del volley.
L'Hotel Leone di Messapia di Lecce ha accolto dirigenti, atleti, addetti ai lavori e rappresentanti istituzionali con calore e deferenza, con quel sottile fascino di chi si trova in prima in fila e non sul loggione.
E’ stata una serata di pallavolo all’insegna di una ritrovata aggregazione, di un flusso passionale mai sopito, di un profluvio di amarcord che ha contagiato in un continuo vocio i tanti partecipanti.
Si è avuta la netta impressione che tutti i convenuti, circa trecento, si siano voluti collocare all’interno di un puzzle per completare con i propri progetti e le loro azioni la figura dei grandi traguardi raggiunti dal tecnico campione del mondo Fefè De Giorgi.
Fronte al palco e seduto al tavolo dei vertici federali, è stato proprio l’allenatore della Nazionale il faro della manifestazione.
Ne hanno tratto una contenuta soddisfazione il Presidente Federale Giuseppe Manfredi, il segretario generale Stefano Bellotti, il Presidente Regionale Paolo Indiveri e il Responsabile delle squadre nazionali azzurre di beach volley Luigi Dell’Anna, nell’osservare lo slalom del tecnico azzurro tra i vari tavoli che, senza mai sottrarsi al ruolo pubblico istituzionale, ha acconsentito alle tante foto di rito.
La passerella d’onore è spettata, come è d’obbligo, alle autorità politiche salentine locali, provinciali e regionali, con le quali il Presidente Territoriale Pierandrea Piccinni continua ad intessere instancabilmente proficue relazioni, finalizzando accordi sull’utilizzazione dell’impiantistica scolastica e programmando eventi pallavolistici di rilevante interesse.
Non meno importante è la collaborazione con l’Università del Salento, avviata due anni orsono con il rettore Fabio Pollice, il prof. Attilio Pisanò e il prof. Luigi Melica, responsabili del Corso di Diritto e Management dello Sport, da sempre vicini alla realtà pallavolistica. Ed è da questo dialogo istituzionale che è scaturito l’accordo tra i due enti definendo l’Ecotekne, sede del Campus universitario salentino, quale nuova sede del Ct Fipav Lecce.
Il saluto ai conviviali lo hanno portato il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, l’assessore allo sport Paolo Foresio e il vice presidente della provincia Antonio Leo, a cui si sono aggiunti il Presidente del consiglio regionale Loredana Capone e l’assessore regionale Alessandro Delli Noci .
Particolarmente gradito è stato il saluto espresso dal Presidente dell’U.S. Lecce, Saverio Sticchi Damiani, che ha rimarcato come l’attuale andamento della squadra salentina nel campionato di calcio di serie A stia rispettando la tabella di marcia stilata per una tranquilla permanenza.
Lo scambio di omaggi con Pierandrea Piccinni, un gagliardetto con i colori sociali del Lecce e un ulivo stilizzato con due pallavolisti del Comitato Fipav, ha sancito il legame tra le due istituzioni, rafforzando la passione che lega queste due discipline sportive al Salento.
Le premiazioni diluite nei vari intervalli conviviali hanno gratificato le società vincitrici dei titoli dei campionati territoriali, regionali e nazionali, le new entry e le consolidate presenze di militanza di gruppi sportivi come il Volley Specchia (50 anni), la Magic Galatina (25 anni) e la S.B.V. Galatina per la sua decennale attività.
I premi speciali sono andati a Fefè De Giorgi e a Vincenzo Fanizza per il loro percorso in azzurro, a Camillo Placì per la sua splendida carriera e a Giuseppe Manfredi come dirigente d'eccellenza.
Tra i premi più attesi hanno fatto spicco quelli consegnati ai migliori atleti salentini Raffaele Colaci e Valeria Caracuta , mentre a Fabrizio Licchelli è stato assegnato il "Trofeo Fernando Panico" come miglior tecnico salentino della stagione 2022/2023.
E’ stato Corrado Panico, fratello del compianto allenatore, unitamente a Fefè De Giorgi a premiare l’allenatore del Casarano per il magnifico percorso effettuato, riscuotendo il consenso e il plauso della platea.
Piero de Lorentis
Area Comunicazione SBV Galatina
giu012019
Ampia soddisfazione esprimono il Sindaco Marcello Pasquale Amante e l’assessore Loredana Tundo per i lavori che gli uffici dei lavori pubblici hanno portato a termine in questi ultimi giorni, oltre ad altri che sono in cantiere e dei quali si darà notizia a breve.
Uno degli ultimi atti di indirizzo dati dalla giunta riguarda la risoluzione dei problemi che interessano i cimiteri di Galatina, Noha e Collemeto. Il Dirigente Territorio e Qualità Urbana ha lavorato su una proposta che, attraverso bando pubblico, selezionerà gli operatori economici interessati alla presentazione di proposte di Project-financing, da porre in essere in tempi rapidi, per avviare una procedura per l’affidamento e la realizzazione di lavori di adeguamento normativo e ampliamento dei cimiteri di Galatina, Noha e Collemeto.
"Si è partiti per tempo" dice il Sindaco Amante "scadendo il contratto nel 2021, con un altro atto di indirizzo per la presentazione di proposte di Project-financing per la realizzazione di interventi di efficientamento energetico, adeguamento normativo e ampliamento degli impianti di illuminazione pubblica e di segnalazione luminosa presenti su tutto il territorio comunale".
"Sono contenta" interviene l’Assessore Loredana Tundo "di come si sta lavorando in questi ultimi mesi, tanti progetti in cantiere e tanto lavoro che ci consentirà di poter dare una svolta alla nostra città".
Ufficio Stampa Marcello Amante
apr182020
In queste settimane caratterizzate dall’emergenza coronavirus, l’attività dell’amministrazione comunale è andata avanti con il completamento dei progetti sui quali si era già al lavoro. E’ di oggi l’approvazione da parte della giunta comunale del progetto esecutivo per i lavori di ristrutturazione dell’edificio “ex tribunale” di via Monte Bianco, da destinare a nuova sede degli uffici comunali, per un importo pari a circa 480mila euro.
I lavori di adeguamento dell’immobile, al fine di ospitare gli uffici comunali, sono stati da sempre al centro dell’attenzione della nostra azione amministrativa e, una volta ultimati, l’ex tribunale potrà garantire un’adeguata collocazione dei diversi uffici e la loro piena fruibilità da parte dei cittadini di Galatina.
In particolare, il progetto prevede che al piano terra dell’immobile siano allocati i settori Anagrafe, Tributi ed Ufficio Tari, Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili, mentre al primo piano avranno sede gli uffici dei Lavori Pubblici, Urbanistica e Suap. Come è facilmente intuibile un simile accorpamento non permetterà solo una maggiore comunicazione e collaborazione tra diversi uffici e un’estrema comodità per l’utenza, ma garantirà anche di liberare definitivamente alcuni immobili già presenti sul piano delle alienazioni e di destinare a nuovo utilizzo gli altri immobili.
Ricordiamo che l’immobile in questione è già stato oggetto di interventi per un importo di 130mila euro derivanti dal decreto crescita e destinato all’adeguamento degli impianti. Nel dettaglio, i lavori già eseguiti sull’immobile hanno riguardato la sistemazione della cabina di trasformazione e il rinnovo di tutti i quadri elettrici predisponendoli alla tipologia degli impianti previsti, con un lavoro sinergico tra i due progetti.
Loredana Tundo
Assessore ai Lavori Pubblici
lug042021
Sarà situato presso la palazzina uffici del quartiere fieristico il nuovo Centro per l’Impiego di Galatina ed i comuni di Aradeo, Cutrofiano, Neviano, Seclì, Sogliano Cavour, Soleto.
ARPAL Puglia (Agenzia Regionale sulle politiche attive del lavoro) ha accolto la nostra proposta di ricollocazione del nuovo CPI che lascerà la sede di Via Vallone.
La Regione Puglia (Assessorato alle politiche attive sul lavoro) ha stanziato la somma di oltre 800.000,00 euro per la riqualificazione del primo piano della palazzina che subirà quindi interventi per il rifacimento degli impianti e per l’accoglienza dei 25 addetti impegnati nella gestione.
La ricollocazione del nuovo Centro per l’Impiego è il primo tassello all’interno di una proposta avanzata da questa Amministrazione Comunale per la creazione di un Centro di Formazione e Riqualificazione Professionale nell’ambito degli interventi futuri a sostegno delle politiche Attive sul lavoro.
Come noto, con Deliberazione della Giunta Comunale abbiamo proposto ad ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive sul Lavoro) che il Quartiere Fieristico divenga sede di Iniziativa Pilota per l’insediamento di una Industry Academy Multisettoriale che coniughi la formazione con la pratica e che permetta al settore manifatturiero e turistico di essere parte del progetto di formazione.
Si tratta di guardare al futuro del mondo del lavoro per il quale si impegneranno nei prossimi anni sempre maggiori risorse nel perfezionamento e la riqualificazione della abilità di giovani e meno giovani.
Per il Quartiere Fieristico pensiamo alla costruzione di una nuova identità, non esclusiva, pronta ad accettare, qualora si creassero i presupposti, altre iniziative come le fiere.
Queste ultime, anche se storicamente favorevoli per il territorio, risultano essere economicamente non sostenibili per l’intera struttura che quindi va ripensata per un utilizzo multisettoriale.
Marcello Amante – Sindaco di Galatina
Nico Mauro - Assessore alle Attività Produttive
mar152015
Continua a suscitare e destare grande stupore ed incredulità ciò che avviene nel Centro Polivalente per Minori di Noha, immobile utilizzato, da qualche tempo, per feste di compleanno e ricorrenze varie che niente hanno a che vedere con la destinazione e l’uso istituzionale del fabbricato.
Si organizzano, quindi, feste di compleanno da parte di soggetti privati l’ultima è quella tenutasi la sera del 07.03.2015 - autorizzate, non si capisce a che titolo e con quale autorità, dal rappresentante del Comune nella frazione che, a quanto pare, dispone anche delle chiavi dell’immobile. Circostanza, questa, accertata dal Comando dei Vigili Urbani di Galatina, intervenuti durante la predetta serata.
Ora, al di là di ogni altra considerazione e valutazione, tale situazione è del tutto inimmaginabile ed incomprensibile e non si capisce come ciò possa accadere nella gestione di una struttura pubblica, senza che alcuno intervenga per porre fine a tali abusi. E’ il loro personale modo di interpretare il mandato ricevuto dagli elettori?
Il Consorzio Europa Servizi Formazione e Terzo Settore (C.E.S.F. e T.) di Lecce, poi, titolare della concessione quinquennale, a partire dal 24.05.2013, per la gestione di tale Centro, con l’utilizzo dei fondi POR FERS 2007-2013, ASSE III LINEA 3.2, che fine ha fatto? Si è completamente dileguato ed è sparito? Ha rimesso il tutto nelle mani della rappresentante istituzionale di Noha, come emergerebbe dai comportamenti e dalle circostanze? E quale personale ora ha in carico il Consorzio per assicurare i servizi di cui alla concessione ed al capitolato speciale? Sono mai state determinate le quote per l’uso degli impianti ed approvate le relative tariffe da parte del Comune? Ed ancora, il Servizio Sociale Professionale di Ambito a cui è affidata, ai sensi dell’art. 5 della convenzione, la direzione, il monitoraggio, la supervisione e la valutazione delle attività del Centro, che cosa ha fatto sinora? Ha mai effettuato un controllo tecnico - amministrativo sulle attività e sulla gestione? E’ stato dormiente e beatamente assopito? E per quale ragione recondita?
La struttura, ancora, ad oltre due anni dalla conclusione dei lavori di ristrutturazione, è sempre incompiuta ed ha un collegamento elettrico ad un impianto di cantiere, non si sa quanto tecnicamente corretto; inoltre, l’immobile ha un’agibilità provvisoria e parziale, e non si comprende che tipo di attività possono svolgersi al suo interno. Certamente quelle socio-educativo e ludico-ricreative, ma non feste (private) e veglioncini.
Sindaco Montagna, è sotto gli occhi di tutti ormai l’irresponsabilità e la superficialità della vostra azione politica, assolutamente incapace di frenare e contenere gli “eccessi di entusiasmo” dei suoi componenti. Ma l’Amministrazione che oggi rappresenta, anche se visto il suo totale silenzio a noi sorge più di un dubbio, non si era proposta di governare il bene comune rispettando i criteri della trasparenza e della legalità?
Alla minoranza, oggi, considerato l’assordante silenzio e la continua ed inspiegabile mancanza di risposte, frutto della spavalderia e dell’arroganza che contraddistingue il vostro operato, non rimane altro che interpellare le autorità giudiziarie preposte per appurare e chiarire se vi siano responsabilità concrete nelle numerose inadempienze più volte denunciate.
A quanto ci è dato sapere, anche mentre scriviamo questo comunicato è in corso l’ennesima festa di compleanno, organizzata da soggetto privato per la quale si rivolge invito alle Autorità preposte di compiere le opportune e dovute verifiche.
Giancarlo Coluccia
Carlo Gervasi
Antonio Pepe
Francesco Sabato
Massimo Giannini
Giuseppe Spoti
Francesca Tundo
mar152020
E’ emergenza nazionale coronavirus: inutile tergiversare. E lo sport, pallavolo in primis, ha bloccato ogni sua attività sin dal 24 febbraio, giorno in cui ha adottato misure più stringenti di quelle emanate dal DPCM del 04 e dell’11 marzo.
Il messaggio inviato a tutte le società pallavolistiche dal Presidente Federale Pietro Bruno Cattaneo ha inteso chiarire i motivi e le ragioni che hanno spinto la FIPAV, in questo momento delicato per il Paese, a prendere provvedimenti ancor più restrittivi del decreto presidenziale.
“L’obiettivo principale della Federazione, dichiara il numero uno di Via Vitorchiano, è la tutela della salute di tutti i nostri tesserati. Questa deve essere la stella polare dei nostri comportamenti che deve condizionare tutte le nostre decisioni. La salute di tutti gli affiliati è un bene primario che va tutelato al di sopra di ogni interesse, pertanto tutta l’attività sportiva dei campionati di serie B nazionale, regionali e territoriali è sospesa fino al 03 aprile”.
Un’analoga decisione è stata adottata dalle Leghe di serie A maschile e femminile, che hanno la gestione di quei campionati, con la sospensione delle gare programmate a porte chiuse a decorrere dall’otto marzo.
Una responsabilità sociale e sanitaria quindi che ha coinvolto la maggior parte della società pallavolistiche locali con l’astensione dagli allenamenti dei propri gruppi di ogni ordine e grado. Rimangono vietate anche le sedute ginniche in impianti arieggiati e chiusi al pubblico in ossequio al DPCM dell’undici marzo.
Ripartire dunque il 04 aprile sarà impossibile; ripartire a metà aprile quasi impossibile stante le indicazioni dell’ordine dei medici che consigliano di non riprendere l'attività fino a netto miglioramento dell'emergenza Covid 19.
Ipotizzare la data del 02 maggio e la ripresa degli allenamenti a porte chiuse dopo Pasqua, per far ritornare in forma fisica gli atleti, è la soluzione più realistica ma il futuro dei vari campionati è nettamente segnato. Si rischia se il blocco delle attività sportive non dovesse essere rimosso dopo il 03 aprile, un affollamento di gare infrasettimanali da recuperare che logisticamente diverrebbe impossibile calendarizzare.
Efficienza Energia, come tutte le altre società, è ferma dal 22 febbraio dopo la vittoriosa trasferta di Sorrento e dovrebbe recuperare le gare casalinghe con Casarano, Napoli, Ischia e Tricase intervallate da un turno di riposo: in trasferta l’attendono Martina, Avellino e Marcianise.
Analoga situazione in serie C per Salento Best Volley: Grottaglie, Potenza, Triggiano e Bari, sponda ASEM, sono le trasferte che attendono il gruppo di mister Dicillo, a fronte di incontri casalinghi con Ruffano, Lecce e Modugno.
Nella peggiore delle ipotesi il perdurare del blocco farebbe slittare le date delle varie fasi di play off (16 maggio), coppa Italia (8 e 11 aprile), con la sovrapposizione di eventi improcrastinabili.
Si pensi alle manifestazioni in agenda tra maggio e giugno delle varie finali nazionali U.14-16-18 e dei campionati Europei Under 18 in programma a Lecce dal 10 al 19 luglio che potrebbero essere cancellate, come non è da escludere che la crescita epidemica con valori esponenziali possa portare all’annullamento dei vari campionati.
E’ della scorsa settimana la volontà di Efficienza Energia e della Salento Best Volley di sospendere ogni attività che per voce dei rispettivi presidenti Luigi Santoro e Corrado Panico hanno adottato il principio di massima cautela emanando il seguente comunicato:
In merito all’emergenza sanitaria nazionale in atto, S.B.V. ed OLIMPIA GALATINA hanno reputato d’intraprendere ogni possibile azione preventiva tesa a contenere la propagazione del virus, sospendendo tutti gli allenamenti collettivi già programmati. Il momento così delicato richiede la massima comprensione e collaborazione da parte di tutti al fine di tutelare la sicurezza pubblica e personale”.
RESPONSABILE AREA COMUNICAZIONE
SBV OLIMPIA GALATINA
lug242015
Gentile assessore Coccioli,
ti scrivo con la consapevolezza che, come al tuo solito, farai finta di non aver letto questo pezzo (non è la prima, né sarà l’ultima volta).
Il problema, do you remember?, è sempre quello della vecchia scuola elementare di Noha, quasi del tutto ristrutturata ma, appunto, rimasta in mezzo al guado per via di una cabina elettrica dimenticata nella penna di chissà quale ingegnere progettista lautamente retribuito, onde, con il solo allaccio di cantiere (ma quanto durano ‘sti benedetti cantieri a Galatina e dintorni?), in quella scuola diventata nel frattempo Centro (quasi) Polivalente, non funzionano ancora - sebbene installati e nuovi di zecca - né l’ascensore, né l’impianto fotovoltaico, né l’impianto di condizionamento dell’aria.
Abbiamo già sperimentato quanto i nostri politici di Palazzo Orsini siano di fatto tutti chiacchiere e sedativo, ovvero portatori sani di sorrisi ma soprattutto di promesse per allocchi [l’ultima cocciolata, per dire, suonava più o meno così: “Si prevede l’esecuzione dell’intervento di realizzazione della cabina così come sopra detto necessaria ad Enel per fornire i 50 KW richiesti attivando i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014”. - Chissà che, parlando di 2014, l’assessore più “promettente” della storia locale non ipotizzasse a suo tempo la reincarnazione, o la vita del mondo che verrà, amen, ndr]; così come non c’è da aspettarsi nulla da certi cittadini affetti da pragmatismo cronico che non considerano codesto scempio di pubblico denaro come un qualcosa di insopportabile, ma come una normale prassi su cui non vale la pena poi di soffermarsi più di tanto (e ripetono con salmodiante democristiano acume: “U fattu è fattu e l’arciprevate è mortu” – da qualche mese ormai in tutti i sensi).
*
Gentile assessore Coccioli, come ben saprai, dal 13 luglio scorso e fino al 13 agosto prossimo, il Cesfet con la collaborazione di alcune associazioni di Noha, ha organizzato “DoppiamentEstate”, un campo scuola pomeridiano per i bambini ed i ragazzi della scuola elementare e media di Noha e paraggi. Orbene, visto il caldo di questi giorni, quel campus si è trasformato in una vera e propria scuola di sopravvivenza in pieno deserto subsahariano: in mancanza di aria condizionata, infatti, le aule del primo piano hanno una temperatura media vicina a quella descritta nell’Inferno dantesco dal sesto girone e fino all’ottavo [in inverno, al contrario, la temperatura scende per assestarsi intorno alla condizione termica del nono cerchio, nelle immediate adiacenze del lago di Cocito, ndr].
Caro assessore, prova un po’ tu a svolgere i compiti o a fare i laboratori previsti dal programma in quelle aule scolastiche in questo periodo buone solo per infornare il pane, e poi ne parliamo.
*
Gentile ingegnere, concludo.
Sappi che probabilmente per molti galatinesi e altrettanti nohani, belli addormentati sul divano - usi a scrivere scemenze su face-book, oltretutto sgrammaticate – il problema del Centro Polifunzionale di Noha non esiste. Invece i ragazzi del campus di Noha, di gran lunga più svegli dei cosiddetti adulti, hanno capito tutto, e hanno colto immediatamente che, così a mezz’aria, senza cabina elettrica in grado di far funzionare gli impianti, quell’immobile pubblico di piazza Ciro Menotti è un’opera non solo priva di senso ma soprattutto offensiva per i soldi che ha succhiato (stiamo parlando di 1.300.000,00 euro per pronta cassa: bruscolini).
Un’ultima cosa, signor Coccioli, vorrei dirti. Ed è questa: tu puoi provare a prendere in giro tutti, ma con i bambini sei capitato male.
I nostri ragazzi, infatti, hanno capito benissimo che la cialtroneria, che per definizione ha le gambe corte, sovente ha nome e cognome: connotati che spesso combaciano con quelli di numerosi esponenti di una classe dirigente e politica locale dalla fedina penale probabilmente ancora pulita, ma dalla coscienza (penosa) certamente sporca.
Con la stima di sempre.
Antonio Mellone
ago202015
Al Circolo Tennis Galatina, torna il “Torneo Open maschile e femminile – Memorial G. Galluccio”. Dal 13 al 23 si gioca per un montepremi di 2.600 euro.
Il torneo ha un montepremi di 2.600,00 Euro, è in svolgimento presso gli impianti di via Guidano a Galatina fino al 23 Agosto e vedrà affrontarsi affrontarsi tennisti di livello nazionale, professionisti e semiprofessionisti.
Ancora una volta, il Circolo Tennis Galatina vuol dire garanzia di spettacolo tennistico.
Il torneo vanta circa 120 tra tennisti e tenniste, provenienti da tutte le parti d'Italia; con 22 giocatori di 2^ Categoria , 30 di 3^ categoria e circa sessanta atleti di 4^ categoria, impegnati in tre diversi tabelloni di selezione per raggiungere il tabellone principale con i migliori giocatori.
Tra gli iscritti, i tennisti che quest'anno hanno disputato la serie B per il Circolo Tennis Galatina.
Gli orari del Torneo andranno dalle 16 fino a tarda serata. La finale sarà sul campo centrale del CT Galatina il 23 Agosto; per tutta la durata della manifestazione l'ingresso sarà libero.
nov242010
Di seguito il comunicato stampa del comitato di Cutrofiano che annuncia la loro prima battaglia vinta contro la guerra del fotovoltaico agricolo che sta distruggendo il nostro territorio.
PRIMA VITTORIA DEL COMITATO NELLA LOTTA CONTRO IL FOTOVOLTAICO SU SUOLO AGRICOLO
Il “Forum Amici del Territorio” è lieto di comunicare a tutta la cittadinanza, che in data 23 novembre 2010, la società Fotowatio presente nei tre mega impianti fotovoltaici di 108 ettari, rinuncia alla realizzazione del suo progetto di 32 ettari.
Per questo primo successo si ringraziano:
- gli oltre 1.300 Cittadini, che hanno sottoscritto la petizione popolare proposta dal Comitato;
- il Consiglio Comunale che ad unanimità ha espresso parere negativo alla realizzazione degli impianti industriali fotovoltaici;
- le associazioni “Italia Nostra”, “Forum Ambiente e Salute”, “Save Salento”, e “Comitato di Noha ”, per il loro sostegno.
Il Forum, soddisfatto di questo importantissimo risultato, rimarrà vigile e continuerà la sua azione di contrasto a tutti i progetti di impianti industriali fotovoltaici su suolo agricolo.
Il Presidente
Gianfranco Pellegrino
Ecco invece il comunicato con il quale la Fotowatio rinuncia ufficialmente alla realizzazione del parco fotovoltaico a Cutrofiano
lug282019
Sul trasferimento degli uffici comunali presso la sede dell’ex tribunale di Galatina il segretario del locale circolo del PD, Andrea Coccioli, vorrebbe imporre alla nostra amministrazione la stessa approssimazione che lui, da assessore ai lavori pubblici della giunta Montagna, usò quando inaugurò un immobile inagibile soltanto perché sia era in campagna elettorale. La pseudo consegna dei lavori, infatti, avvenne nel maggio 2014 a pochi giorni dalle europee dello stesso anno ed avvenne in maniera così approssimativa che la stessa palestra per l’occasione usufruiva di un gruppo elettrogeno per l’illuminazione e che l’assessore non verificò nemmeno che il pavimento della stessa fosse compatibile con gli usi che di quella palestra si sarebbero fatti. L’amministrazione attuale di Galatina ragiona e lavora in modo differente. Non solo sta risolvendo problemi che questa città si trascina da anni ma non intende in nessun modo lasciare in eredità a chi verrà dopo strascichi di problemi per cose fatte male o a metà.
Abbiamo già spiegato al segretario del PD che è in corso la verifica degli impianti dell’ex tribunale al fine di adeguare il progetto all’uso specifico che di quell’immobile se ne farà quando lì verranno collocati gli uffici comunali. Ed è significativo notare come la data dell’affidamento di tale incarico sia precedente a quella del comunicato stampa del PD. E lo stesso Coccioli lo sa talmente bene che il giorno del sit-in nei pressi dell’ingresso del tribunale, sul retro dell’immobile, i tecnici erano già al lavoro per la prevista verifica degli impianti. Una sorta di tentativo di mettere il cappello politico su un intervento portato avanti da questa amministrazione quello inscenato dal PD locale se non fosse che, nello stesso momento, vi erano più tecnici al lavoro sul retro o dentro l’immobile che esponenti del suo partito sul marciapiede a manifestare. Ci aspettiamo ora un nuovo sit-in del PD, magari il giorno prima dell’inaugurazione della palestra di via Montinari, la stessa che lui da assessore inaugurò con tanta approssimazione elettorale, che noi stiamo adeguando e i cui lavori partiranno nell’estate grazie ad un finanziamento ottenuto dalla amministrazione Amante.
Loredana Tundo
giu062015
Dalle 10 contro il Ferratella di Roma del fortissimo colombiano Rodriguez.
Con la prossima partita, volge al termine la stagione di serie B del C. T. Galatina. Dalle ore 10, infatti, presso gli impianti sportivi di Via Guidano a Galatina, i salentini si giocheranno contro il Ferratella di Roma, squadra che occupa il primo posto in classifica, le ultime carte per accedere alla fase dei playout da quarta o da quinta nel girone 4.
La situazione del girone è la seguente: primo il Ferratella con 15 punti, secondo il Reggio Emilia con 12 punti, Pesaro con 9 punti, Padova con 7 punti, Galatina con 6 punti, Arezzo con 3 e fanalino di coda il Palermo con 0 punti.
Sarebbe dunque molto importante per il C.T. Galatina conquistare il quarto posto ed avere così la possibilità di giocare i playoff in casa. In caso di quinto posto, invece, la permanenza il serie B sarebbe tutta da conquistare lontano da Galatina.
Analizziamo insieme i possibili scenari per i salentini:
- In caso di vittoria, decisamente improbabile data la caratura della squadra che i salentini incontreranno, il C.T. Galatina arriverebbe quarto in caso di pareggio o sconfitta del Padova contro il Pesaro;
- In caso di pareggio, invece, il C.T. Galatina sarebbe quarto solo se il Padova perdesse;
- In caso di sconfitta, il quinto posto nel girone sarebbe comunque automatico ed i salentini andrebbero con molta probabilità a Bolzano (quarta classificata del girone 1).
Fondamentale dunque, l'apporto di tutto il pubblico appassionato di tennis che vorrà venire a trovarci per questa, probabilissima, ultima giornata di campionato. Alto sicuramente il livello di tennis con la possibilità di vedere l'imbattuto numero uno del Ferratella ed ex numero 600 A.T.P. Cristian Rodriguez.
Galatina, 05 Giugno 2015
Circolo Tennis Galatina
dic312021
Con delibera di giunta 353 del 9 dicembre l’amministrazione del Sindaco Marcello Amante candida i 33 alloggi popolari di proprietà dell’Ente di via Lucrezio a Noha per un importante intervento di recupero e riqualificazione dal costo di circa € 2.300.000,00, interamente a carico delle finanze regionali e/o nazionali.
Interventi previsti per l’efficientamento energetico:
- coibentazione tramite “cappotto” delle pareti esterne, per una razionalizzazione dei consumi garantendo un miglior comfort;
- sostituzione di tutti gli attuali infissi esterni con nuovi realizzati in alluminio a taglio termico;
- sostituzione delle attuali caldaie a gas, tradizionali e di vecchia generazione, con generatori ibridi di ultima generazione (pompa di calore + caldaia a condensazione ad alta efficienza);
- realizzazione di impianti fotovoltaici della potenza di 2 kW per ogni unità immobiliare che verranno posizionati sul lastrico solare e serviranno a produrre energia destinata totalmente all’autoconsumo delle singole unità abitative
Interventi previsti per il miglioramento sismico:
- inserimento nella struttura di elementi resistenti dissipativi esterni che possano assorbire le azioni sismiche. Preliminarmente a tale intervento si procederà al ripristino delle armature corrose ed alla ricostruzione del copriferro degli elementi strutturali in facciata che risultano essere stati soggetti a forti fenomeni di corrosione ed espulsione del calcestruzzo
“L’edilizia popolare paga spesso il prezzo delle pessime condizioni finanziarie in cui versano gli Enti proprietari che non dispongono di risorse adeguate per i necessari interventi straordinari che il passare del tempo richiede” - afferma il Sindaco Marcello Amante – “l’aver oggi potuto candidare i 33 appartamenti dell’immobile di Noha sfruttando l’opportunità del PNRR, tramite l’avviso regionale, è per me e la mia squadra motivo di soddisfazione perché ci permette di dare una risposta concreta e reale alle sollecitazioni giunte dagli assegnatari”
“Salvaguardare, con la prevenzione, l’incolumità delle 33 famiglie assegnatarie prevedendo interventi di adeguamento sismico e di ripristino strutturale dell’immobile, finito di realizzare nel 1996 con tecniche costruttive del periodo, era ed è per tutta l’amministrazione una priorità” – dichiara l’assessore ai LLPP Loredana Tundo – “oggi diamo una risposta sia in termini di sicurezza che di adeguamento alle recenti norme di efficientamento energetico con il rinnovo di infissi e caldaie in tutti gli appartamenti che farà fare un salto di ben 4 classi, con ovvii benefici ambientali ed economici. Voglio ringraziare gli uffici del mio assessorato per aver messo in campo tutte le aggiuntive energie necessarie e il consigliere Vito Albano Tundo per avermi affiancato nell’iter burocratico”.
Ufficio Stampa Marcello Amante
lug092024
Muttura, frutto dell’originale drammaturgia di Walter Prete e rappresentata dalla compagnia Alibi, artisti liberi e indipendenti, è lo spettacolo promosso da Levèra venerdì 5 luglio scorso presso i Giardini Madonna delle Grazie di Noha.
Il tema? Tutto quel che ruota intorno ai rifiuti (che paradossalmente sembrano la parte più pulita dell’insieme).
Chissà perché nell’introdurre il mio pensiero, un attimo prima della tragicommedia a me è venuta in mente Leonia: che, come noto, è una delle città che Italo Calvino immagina descritta da Marco Polo a Kublai Khan ne “Le città invisibili” (1972). L’autore, riguardo alla città di Leonia, ricorda la situazione di molte metropoli moderne. A Leonia, infatti, i cittadini consumano cibi e oggetti in quantità industriali rinnovando ogni giorno abiti, soprammobili, arredamenti, costruendo case inutili e producendo una montagna di rifiuti accatastati alla periferia della città che nessuno sa dove smaltire.
Ho letto queste parole e sono subito diventate per me pietre pesanti sulla coscienza. Quando i nostri ragazzi vanno via da questa terra per svariate ragioni (lavoro, studio, o altro), portano con sé un certo ricordo, ed è cosa naturale. Se quel ricordo è intriso di bellezza, e cioè di arte, di storia millenaria, di giardini e di vita e aria sana, i nostri figli saranno orgogliosi di appartenere a questa terra, e quindi è molto probabile che sentiranno il bisogno di ritornare. E così facendo restituiranno la bellezza ricevuta, e il miracolo certamente continuerà.
Ma se il ricordo che i nostri ragazzi portano con sé è quello di una terra bruciata, di una città/cemento, senza alberi, con l'aria che puzza di plastiche bruciate e uova marce e per giunta con la vocazione del commercio di rifiuti che prevarica vocazioni, diciamo così, meno inquinanti, quei nostri figli probabilmente non sentiranno il desiderio di tornare e con loro perderemo anche la speranza della futura bellezza.
Ora però qui non si tratta più di difendere solo la bellezza, bensì qualcosa di molto più importante: la salute. È scientificamente accertato che la questione ambientale è connessa direttamente all’inquinamento. E i protagonisti più attivi sono proprio i rifiuti. Certo, è un problema che riguarda tutto il mondo, ma un conto è avere a che fare con il poco e un altro con il troppo.
Bene, vi do un paio di notizie.
La prima risale a qualche settimana addietro. Attraverso la stampa, il Presidente della Regione Puglia ha dichiarato che, essendoci molti comuni, fra cui Foggia, Taranto e Bari, in ritardo nella raccolta differenziata, e siccome i fondi sono sempre più scarsi, s’è pensato di risolvere il problema (parliamo di milioni di tonnellate di rifiuti) incenerendoli nei cementifici. Non entro nel merito del “a chi conviene” e della inadeguatezza di un cementificio rispetto ad un inceneritore, sono ambedue pericolosissimi in quanto generano rifiuti speciali per cui occorrono discariche speciali, con conseguente spargimento di inquinanti speciali e ingestibili che nessun filtro è in grado di trattenere, se non i nostri polmoni. Diciamo che con i rifiuti nel cementificio galatinese, forse questo territorio ha già dato. E chiudo qui l’argomento.(https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/puglia/1484859/emiliano-agli-stati-generali-dei-rifiuti-in-puglia-molte-innovazioni-in-arrivo)
La seconda notizia è che non passa giorno che, grazie ai nostri amici del Coordinamento Civico Ambiente e Salute, Isde e di tante altre associazioni locali, accedendo agli atti pubblicati sull’albo pretorio della Provincia, non saltino fuori nuove società (e anche qui non entro nel merito del chi e del come e del perché proprio qui da noi) società, dicevo, che chiedono di voler realizzare impianti nella provincia di Lecce per il trattamento di rifiuti, o altre società già esistenti che chiedono di voler raddoppiare le rispettive quantità di rifiuti da trattare tra i più disparati: dall’organico al sanitario, dagli inerti agli speciali, dai pericolosi ai cosiddetti non pericolosi, dai tossici al piombo, all’amianto, ai fanghi e ai rifiuti per incenerimento. Roba che è già un rischio tenerla accatastata nei recinti all’aperto degli opifici, in balia dei venti.
Da Surbo in giù fino a Presicce o giù di lì, passando per Maglie e Gallipoli, abbiamo contato una quarantina circa di impianti. Conteggiando le tonnellate, quelle riportate sui documenti ovviamente, siamo all’incirca a quota tre milioni di t/a (tonnellate annue).
Solo nel comprensorio di Galatina, che si estende fino ai confini di Soleto, Sogliano e Galatone, abbiamo contato una quindicina di aziende dl settore, e siamo a circa un terzo del totale. Vale a dire un milione di t/a. Ovviamente sono dati cartacei, e non completi, e quindi molto indicativi, ma già così terribili. Tutto ciò va ben oltre la drammatica “leggerezza del PUG” galatinese. (https://www.ilsedile.it/galatina-i-cittadini-dovranno-pagare-260-000-euro-in-piu-per-la-tari-il-consiglio-comunale-ha-adeguato-il-piano-tariffario/).
Entosal, con le sue 90.000 t/a, divenute poi nel giro di un paio di rettifiche d’esame, 24.000 (alla cui apertura i nostri amministratori sia comunali che provinciali, continuano a dire di opporsi), Entosal dicevo, è solo la punta dell’iceberg e al Comune sanno tutto. Difatti solo all’interno della ZES galatinese attendono l’autorizzazione altre aziende simili ad Entosal, per un totale di rifiuti pari a 150.000 t/a che si andrebbero ad aggiungere alle circa 800.000 t/a già trattate da alcuni anni sempre nello stesso posto. A due passi dalle case dei galatinesi, sotto il naso di migliaia di cittadini inermi, e mica possiamo davvero credere alla favola che le emissioni si fermano davanti ad un recinto immaginario? Insomma, Leonia è viva.
Diciamo che un metodo per contrastare tutto questo squilibrio è quello di passare attraverso l’informazione, come questa iniziativa organizzata dai ragazzi di Leverà. Così come anche quello di coltivare dal basso l’onestà intellettuale. Se non ci parliamo e non ci ascoltiamo, illudendoci che tutto vada sempre bene, non ci sarà nessun marketing salvifico a salvarci da certi rischi. Ricordo che i rifiuti sottoterra non dormono, anzi più invecchiano e più fanno danni e risalgono attraversando il nostro sangue, e sopra la terra, cioè nell’aria, passando attraverso i nostri polmoni e facendoci ammalare. Muoiono anche i ragazzi, non più soltanto i vecchi e gli anziani. L'età scende, la malagestione sale.
Allora, rivendichiamolo questo nostro benedetto diritto di vivere in un ambiente sano. Chiediamo alle istituzioni di non concedere nuove autorizzazioni per altri impianti di trattamento rifiuti, se non prima di aver realizzato un piano di sostenibilità e di prossimità territoriale in equilibrio con l’ambiente.
Marcello D’Acquarica
lug282023
Sono giorni, questi ultimi, di annunciazioni per grandi cambiamenti, novità che interesseranno a breve Galatina e frazioni.
Lei stesso, Signor Sindaco, in un post pubblicato sulla Sua pagina social, avvisa noi cittadini in merito a questa rivoluzione, pregandoci di aver pazienza e di prepararci al conseguente, ineluttabile disagio, a partire dal corrente mese di luglio.
Si parla anche di piste ciclopedonali che congiungeranno Galatina a Noha, e perfino Noha ad Aradeo. Insomma.
Nel corso di un’intervista, ci ha dato inoltre l’annuncio della importante partecipazione di Galatina, “prima in tutta la provincia”, al progetto ZES (Zona Economica Speciale), che interessa un'area di 50 ettari inseriti in un denso contesto urbano, grazie a una legge più o meno datata (T.U. delle leggi sanitarie R.D. 1265/1934). Una legge che, ahinoi, nel caso di Galatina non tutela gli abitanti da precise distanze delle case - sia vecchie che da nuovi insediamenti - da opifici insalubri e rischiosi per la salute.
La ZES Adriatica interregionale Puglia–Molise è una piattaforma online e pienamente digitale georeferenziata del territorio, compresa quindi la zona industriale di Galatina e quella adiacente di Soleto. Si tratta, cosi si dice, di una mappa che fornisce tutte le informazioni utili per cui qualsiasi imprenditore può chiedere di localizzare il proprio insediamento produttivo dove più gli aggrada, compresa, ovviamente, la nostra zona industriale. La quale con i suoi 17 ettari di infrastrutture (che si innalzano altissime nel cielo e a tratti semi dirute) fa da viale principale di ingresso alla nostra bellissima colta e storica città.
In ultimo, in occasione dell'inaugurazione della 64a fiera campionaria regionale, nel corso della nostra festa patronale iniziata il giorno 27 giugno scorso, è stato presentato dall’architetto leccese Alfredo Foresta (i maligni parlerebbero di ossimoro) un nuovo progetto riguardante il sito di 20 ettari, che includono la Fiera Commerciale di Galatina.
In base alla rapidissima presentazione dell'architetto, s’è compreso che sono in arrivo enormi volumetrie per congressi, piste sportive, piscine con vasche lunghe fino a 50 metri, impianti di produzione di energia elettrica e di recupero delle acque pluviali e/o piovane.
Tanta roba, si direbbe nello slang di questi giorni.
Alla luce di questi stravolgimenti è normale che i cittadini di Galatina e frazioni (almeno quelli degni della carica di cittadino) si pongano degli interrogativi. E si chiedano in primis che impatti avrebbero queste ulteriori “grandi opere pubbliche” sul loro habitat e quindi sulla loro salute. Purtroppo, ad oggi, Galatina è annoverata fra i 16 comuni di un Cluster con la più alta percentuale di tumori (cfr. registro dei tumori, dati ASL, CNR E PROTOS), e non vorremmo che quest’ulteriore consumo di suolo rappresentasse il colpo di grazia a un territorio già martoriato.
Non ci sembra di aver sentito qualcosa in merito alla “riforestazione” o al “ripristino dei luoghi”. Quanto alle cosiddette “comunità energetiche” meglio per ora lasciar perdere, tanto temiamo le solite operazioni di green-washing così di moda in questi tempi di emergenze à la carte: chissà perché invece temiamo solo ulteriori rotatorie, cemento, asfalto, comparti edilizie e infinite volumetrie.
Di questo passo forse ci vorrebbe ben più della temporanea pazienza da Lei richiesta ultimamente alla cittadinanza nei suoi accorati appelli.
Cordialità.
Il Direttivo di Noiambiente e Beni Culturali di Noha e Galatina
lug202023
Oggetto: ADEGUAMENTO NORMATIVO, MIGLIORAMENTO SISMICO E MESSA IN SICUREZZA DELL’EDIFICIO SCOLASTICO DELLA SCUOLA SECONDARIA DI VIA CORIGLIANO 2° E 3° POLO DI GALATINA – INTERROGAZIONE.
Con riferimento all’oggetto, il sottoscritto EMANUELE MARIANO, nella sua qualità di Consigliere Comunale, con la presente
premesso che
considerato che
rifacimento impermeabilizzazione coperture
risanamento strutturale di solai ed altri elementi strutturali
rifacimento e adeguamento servizi igienici
rifacimento pavimentazione
risanamento intonaci e murature
sostituzione infissi
abbattimento barriere architettoniche
adeguamento antincendio
messa a norma impianti;
ripristino edile di superfici di murature, intonaci e tinteggiature, pavimenti nonché il ripristino impiantistico per spostamento di impianti elettrici, idrico fognari e sanitari;
tenuto conto che
chiede
alla S. V. di sapere:
Il sottoscritto, inoltre, chiede ai sensi dell’art. 18, comma 3, del Regolamento del Consiglio Comunale che l’interrogazione e la risposta siano comunicate al Consiglio.
Con Osservanza.
Emanuele Mariano
Consigliere Comunale Forza Civica
******************************************************************
Oggetto: atti di inciviltà nel centro storico e danneggiamento facciata Chiesa SS. Pietro e Paolo di Galatina. Richiesta adozione provvedimenti (ordinanza).- Interrogazione.
Con riferimento all’oggetto, il sottoscritto EMANUELE MARIANO, nella sua qualità di Consigliere Comunale, con la presente
premesso che
- nei giorni scorsi si sono verificati alcuni episodi di danneggiamento dei capitelli in pietra leccese posti sul sagrato della chiesa madre, causati dal lancio di palloni da parte di alcuni ragazzini (sottolineando la probabile totale innocenza del gesto ma, nello stesso tempo, la mancanza di controllo e di interesse da parte dei rispettivi genitori);
- soprattutto nelle ore tardo pomeridiane e serali, i bambini sono soliti giocare nei pressi e sopra il sagrato della chiesa, calciando sovente il pallone contro i portoni di ingresso;
- continue sono le lamentele da parte dei residenti del centro storico per il comportamento maleducato di alcuni ragazzi soprattutto nelle ore serali/notturne;
considerato che
- la chiesa madre rappresenta una delle principali “bellezze architettoniche” della nostra cittadina e come tale andrebbe preservata da qualsiasi azione che possa anche minimamente comprometterne la sua integrità e la sua storia;
- che l’intero centro storico andrebbe preservato da atti di inciviltà;
tenuto conto
- che è quantomai necessario mettere in atto azioni concrete che possano tutelare il bene in questione, salvaguardando nel contempo il sacrosanto diritto dei bambini allo svago ed alla socialità in genere;
chiede
alla S. V. di sapere:
Il sottoscritto, inoltre, chiede ai sensi dell’art. 18, comma 3, del Regolamento del Consiglio Comunale che l’interrogazione e la risposta siano comunicate al Consiglio.
Con Osservanza.
Emanuele Mariano
Consigliere Comunale Forza Civica
ott142024
“Ho visto io più di uno impacciato come un pulcino nella stoppa e che non sapeva dove darsi il capo……
Raccontategli tutto l’accaduto e vedrete che egli vi dirà su due piedi di quelle cose che a noi non verrebbero in testa a pensarci un anno”
Questo disse Agnese nei Promessi Sposi, quando consigliò a Renzo di rivolgersi all’azzeccagarbugli per salvare la sua Lucia dal “bravo” Don Rodrigo.
Non servì allora e per la verità non serve ora.
La nota, scritta evidentemente per questa amministrazione dal miglior azzeccagarbugli mai incontrato in questi due anni e mezzo di mandato, ha certamente un valore letterario ma non ha un senso politico.
La domanda allora è diretta, ed è rivolta al Sindaco, poiché ha scelto di ascrive a se’ ed alla Giunta la responsabilità della difesa d’ufficio delle scelte che si stanno formalmente “formando” nel Comune di Soleto, ma impattano sostanzialmente sulla nostra Città.
Allora Sig. Sindaco: FORSU si o FORSU no?
Ma descriviamo i fatti per migliore completezza e amor di verità.
Nel marzo del 2024 i Sigg. Resta Giancarlo e Forina Vincenzo, rappresentanti della FORENERGY Srls, società con capitale sociale di 5.000 euro, presentano un progetto del valore di 28 milioni di euro per la realizzazione di un “Impianto industriale per la produzione di biometano da trattamento anaerobico di 40.000 tonnellate di rifiuti”.
Le associazioni ambientaliste, almeno quelle non asservite a questa maggioranza, iniziano doverosamente a segnalare l’allarme.
L’8/10 si tiene, come per legge, la conferenza dei servizi in Provincia per avviare l’iter autorizzativo.
Il Sindaco di Galatina, pare, non sappia nulla. Non viene neanche interessato dalla sua vicesindaca che sicuramente era invece informata dei fatti.
Il Sindaco di Soleto (di cui la vicesindaco è compagna) era infatti presentissimo alla predetta conferenza di servizi. Il resto della giunta Galatinese, compreso l’assessore all’ambiente, pare, non sapesse nulla.
Lo stesso assessore, appena ricevuta la notizia, si muove a tutela degli interessi della città, chiedendo a gran voce, a mezzo Pec, che Galatina venga coinvolta.
La Provincia allora aspetta che in conferenza, qualcuno di Galatina, tra tecnici e politici si colleghi da remoto per partecipare formalmente, ma Galatina resta assente e silente.
Nella conferenza dei servizi (il cui verbale sarà verificabile tra qualche giorno), gli enti e le associazioni ambientaliste presenti, esprimono preoccupazioni per una serie di questioni di fondamentale importanza, tra cui:
ed il più importante per noi:
E a poco serve l’osservazione del Sindaco di Soleto che si dice favorevole all’impianto di prossimità. Evidentemente parlava della prossimità a Galatina! O forse intendeva piccoli impianti di compostaggio di comunità. Ma questo è un altro discorso, e siamo ben disponibili a spiegargli le differenze.
Ma tornando all’impianto di cui trattasi, la madre di tutte le questioni è: dov’è la Pubblica Utilità? Perchè la pubblica utilità è cosa ben diversa dall’utilità degli uomini pubblici (ovviamente si parla di utilità politica - con qualche leggero retropensiero-).
Galatina ha altri opifici che gestiscono rifiuti. Forse sono già troppi.
L’impatto cumulativo degli impianti che gestiscono rifiuti dovrebbe essere la prima preoccupazione della politica.
E aspettando di sapere cosa pensano Sindaco e Giunta di Galatina di ciò che sta avvenendo riguardo a COLACEM, il loro dovere è, senza se e senza ma, preoccuparsi di ciò che decidono a Soleto ma che impatta di sicuro in casa nostra.
Il Sindaco Vergine invece, con la sua nota in risposta alle nostre sollecitazioni, ci lascia un dubbio di manzoniana memoria.
Può Renzo, o non può Renzo, mettersi dritto e fiero davanti al “bravo” Don Rodrigo a difesa della bella Lucia, stretta tra due fuochi così ingenuamente da dover coinvolgere tutta la Giunta?
Evidentemente non ci riesce. Ma purtroppo il deficit di consapevolezza oggi non è più un problema solo del Sindaco Vergine ma coinvolge l’intera città.
Per questo sentiamo il dovere di un’azione politica suppletiva.
Mostreremo il progetto alla Città, per la verità pubblico da mesi, ma che il Sindaco forse non ha ancora letto.
Perché oltre al danno della mortificazione dei Galatinesi rispetto ai desiderata del Sindaco di Soleto, non possiamo subire la beffa di chi dice, a mezzo di azzeccagarbugli, che usiamo toni strumentali.
La questione è seria. E noi abbiamo compreso i fatti VERAMENTE!!!
Ed inoltre la finta ingenuità, la sudditanza politica, la falsa ipocrisia non vivono da queste parti!!!
CIRCOLI PARTITO DEMOCRATICO
GALATINA E NOHA
lug012024
Il capannone industriale di via degli Andriani. Fraz. Santa Barbara di Galatina, venne acquisito nel 2016 da ENTOSAL srl, da procedura fallimentare contro la Società preesistente che operava nello stesso settore del trattamento dei rifiuti dal 2002.
Molto probabilmente la popolazione non sa che all’interno del capannone erano state abbandonate dalla precedente società fallita, da almeno 5 anni, tonnellate di rifiuti pericolosi e non pericolosi ancora da lavorare, poi smaltite regolarmente a proprie spese da Entosal srl.
La Polizia Provinciale di Lecce, A.R.P.A. e l’Amministrazione Comunale di Galatina erano state tutte informate fin dal 2017 dell’operazione di sgombero, preventiva alla successiva richiesta di autorizzazione al trattamento rifiuti. Oltre ad accogliere molto favorevolmente l’iniziativa di sgombero dei rifiuti presenti nel capannone, nulla si eccepiva su una futura attività di trattamento rifiuti, visto che prima si faceva nel sito proprio la stessa attività.
La società Entosal srl, quindi, oltre a farsi carico della rimozione e smaltimento dei rifiuti di non sua proprietà, vuole e sta operando nel rispetto della sicurezza, della salute e dell’ambiente rispettando tutte le normative per realizzare una realtà imprenditoriale importante che recupera rifiuti di plastica e metallo (pericolosi e non pericolosi) di privati e attività lavorative locali per trasformarli in materia prima seconda (plastica e metallo), esattamente come l’attività che c’era prima, ma con ogni accorgimento a norma di legge e in linea con le più rigorose e moderne tecniche capaci di evitare la benché minima emissione di qualsiasi natura. Nulla è stato lasciato al caso, ogni processo è studiato e garantito in ogni fase della lavorazione, ribadiamo garantendo il rispetto della salute, dell’ambiente e della sicurezza e mettendole al primo posto, esattamente come fanno altri impianti già autorizzati nel nord Italia.
Dispiace leggere e sentire falsità, informazioni tecniche non vere e addirittura vere e proprie diffamazioni, che la società deciderà di perseguire nelle sedi opportune. Da più persone, attivisti, tecnici, ecc., viene distorta la realtà dei fatti e i contenuti del procedimento autorizzativo regolarmente presentato. I fini di queste persone non sono certamente la tutela dell’ambiente e della cittadinanza, in quanto è la legge (uguale per tutti) deputata a tutelarci, non gli interessi personali di qualcuno volti il più delle volte ad ottenere solo visibilità. Abbiamo sentito parole e terminologie molto gravi, davvero diffamanti: anche qui la legge verrà applicata a nostra tutela.
A titolo di esempio elenchiamo alcune notizie false che sono state più volte diffuse, anche da personalità importanti che evidentemente non hanno letto o voluto leggere con attenzione la documentazione tecnica presentata da Entosal srl:
Tutte queste informazioni sono scritte nero su bianco sulle centinaia di documenti tecnici e relazioni depositati e liberamente consultabili da chiunque.
Non vogliamo che la nostra attività e la nostra professionalità venga strumentalizzata politicamente o da altre persone in cerca di visibilità o tornaconto. Il nostro è un lavoro serio in piena linea con i principi della Transizione Ecologica in atto ed è rivolto al recupero di risorse dai rifiuti.
Siamo a disposizione di tutta la cittadinanza e di chiunque volesse avere informazioni sul progetto e sul tipo di attività.
Entosal srl
La Direzione
giu292023
Domenica 18 c.m., a Noha in piazza San Michele, nel convegno pubblico organizzato dalla Sezione del PD di Noha, si sono trattati argomenti molto importanti:
Tutti argomenti che scottano sulla pelle sociale. Nonostante questo, il tempo concesso ai relatori, per svariate ragioni, è stato troppo risicato. Forse ogni argomento avrebbe potuto essere sviluppato in un convegno a parte.
E’ inutile qui ribadire quale sia l’immane lavoro della scuola e quanto il diritto al lavoro venga ormai considerato come un optional, onde la Costituzione della Repubblica Italiana appare ormai come la classica foglia di fico: mi riferisco sia al diritto all’istruzione e sia al diritto al lavoro, senza tralasciare il diritto alla salute (di cui ho avuto modo di far cenno nel mio intervento).
Peccato che a raccontarsela siamo sempre noi quattro gatti.
Mi consola però il fatto che stiamo aumentando se non altro in termini numerici, ma siamo pur sempre pochi per arrivare a ricoprire il ruolo di Davide (contro Golia).
Forse c'è qualcosa di sbagliato nella nostra comunicazione se non riusciamo nell'intento di informare come si deve. O forse il potere dei mezzi di comunicazione (dalla televisione alla carta stampata, ai social pieni di chiacchiere, scemenze e soprattutto di pubblicità) è tale che noi altri abbiamo senso soltanto nel ruolo di consumatori acefali.
A tutto questo si aggiunga il ruolo della politica, sempre più marginale, e sempre più asservita al potere di un’economia (sempre più finanziaria) che tutto fagocita, tutto depreda, tutto giustifica.
Certo tutto si lega: istruzione, lavoro, salute. E il fil rouge che tiene unito il tutto è la coscienza, cioè la consapevolezza che si acquisisce con lo studio serio e con la dignità del lavoro. Con il sapere e il diritto al lavoro, cioè con la coscienza sociale, forse non saremmo nel bel mezzo del “Cluster dei sedici comuni” in cui Galatina primeggia con la più alta percentuale di patologie tumorali.
Lo dichiara Protos (Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese), la Asl Nazionale, con il registro dei tumori 2013 2017 e il CNR nelle sporadiche e incomplete indagini epidemiologiche in cui denuncia la novità che a Galatina e dintorni si muore anche per leucemie, per fattori ambientali e non solo professionali.
Il mio intervento, incentrato sui disastri sanitari di Galatina e circondario, i cui dati la Asl poi tiene di fatto nei suoi cassetti, si è basato sul dubbio atroce se questi siano colpa del destino, oppure di un ambiente svenduto al miglior offerente.
Siamo flebili sospiri che volano nell'etere, quasi come il raglio degli asini. Non è per scaricare sempre la colpa sugli altri, ma davvero questi tre argomenti sono una spina nel fianco per tutti, e il bello è che non ci sono vinti e vincitori. I vincitori sono i soliti, quelli che, agevolati dal disordine mentale di chi dovrebbe tutelarci, ci stanno invadendo con rifiuti, veleni, asfalti, eradicazioni di piante autoctone, mega-impianti di ogni sorta, e soprattutto turismo: però il tutto con il prefisso bio, green, eco, slow eccetera, che fa più effetto.
Su questa falsariga siamo ormai convinti che a Galatina si muoia di tumori per colpa delle emissioni che una fatale commistione di venti e rilievi topografici particolari portano veleni da Cerano e da Taranto [sic]. E meno male che il CNR in una sua indagine epidemiologica pubblicata in rete ha sancito che le suddette emissioni lambiscono appena la parte nord della Provincia di Lecce. E difatti conclude così:
Quindi resta lontano da quell'area di picchi di tumori che tutti gli studi collocano più o meno nell'area centro orientale, tra Galatina e Otranto.
Dovremmo diventare un corpo unico, socialmente intendo, invece stiamo correndo nella piana che è quasi un deserto, senza né alberi e né alvei di fiumi, in modalità sparsa, ognuno con la sua strampalata bandiera autoreferenziale. Facile preda del deserto che avanza.
E invece la soluzione c’è, lunga e complessa certamente, ma possibile e doverosa, come lo stesso CNR consiglia fortemente:
In conclusione, nella zona del cluster di Lecce, fra Galatina e Otranto, le patologie tumorali aumentano ma non si sono fatti studi epidemiologici, come è accaduto a Taranto, svolto nel caso del processo all'Ilva che ha saputo misurare il danno ambientale e collegarlo al danno sanitario, che possano cioè riannodare il filo spezzato tra ambiente e salute, nesso di causalità e cioè il rapporto di causa ed effetto.”
Quindi la prima cosa da fare è essere informati, la successiva è chiedere aiuto tutti insieme, alla politica, agli amministratori, agli enti competenti. Facciamo sentire la nostra voce chiedendo che sia prioritaria la salvaguardia della vita più che quella del portafoglio dei soliti noti. Pretendiamolo, è nel nostro diritto.
P.S.: I grafici con i dati su Galatina, riportati nel testo sono pubblici e si possono consultare dai collegamenti qui di seguito riportati:
CNR: http://www.inemar.arpa.puglia.it/report_standard.asp?anno=2015
ASL NAZIONALE: https://www.sanita.puglia.it/web/rt/rapporti
PROTOS: Report tecnico protos_luglio 2019_f_CDS_COLACEM.pdf (provincia.le.it)
Marcello D’Acquarica
mag102017
Viste le condizioni atmosferiche il convegno avrà luogo sempre alle ore 18 nei locali del Bar Delle Rose, sempre in piazza Alighieri
In piazza per dibattere sul “diritto negato alla salute di una comunità”, quella di Galatina nello specifico, per quanto tema e titolo possano trovare tragico contesto in molte altre zone del Salento e della Puglia.
Punto di partenza è il caso Colacem, il cementificio alle porte di Galatina, ma l’occasione è pensata per dare alle comunità locali una maggiore informazione si rischi cui si espone chi vive nel territorio e per individuare le linee di azione che potrebbero offrire adeguati strumenti di tutela.
In piazza Alighieri (in caso di pioggia nella sala Celestino Contaldo di Palazzo della Cultura) dalle ore 18, dopo gli interventi istituzionali dei sindaci della zona, a relazionare sul tema ci sono:
Modera Antonio Mellone.
[fonte quiSalento, Maggio 2017]
set082021
Gentile Sindaco, mi permetto di scriverle per sollecitare i lavori di adeguamento delle scuole di Galatina alla luce anche dei finanziamenti governativi per il miglioramento e la funzionalità degli spazi. Sono sicuro che avrà già ricevuto in questi ultimi mesi la lista degli interventi prioritari da effettuare nelle scuole sia dall’ufficio tecnico comunale sia dalle Dirigenti scolastiche delle nostre scuole ma per non lasciare nulla di intentato vorrei segnalare delle inefficienze che reputo importante porre alla sua attenzione.
Adeguamento Spazi esterni
Come sa negli ultimi anni gli studenti hanno più che mai bisogno di utilizzare anche gli spazi esterni per allargare il setting didattico e fare in modo che il distanziamento possa limitare la trasmissione del virus. Le nostre scuole sono infrastrutturate con spazi esterni che, se migliorati, possono dare un contributo in termini di sicurezza agli spazi utilizzabili e a disposizione dell’utenza scolastica considerando anche il clima favorevole del nostro territorio. Le ricordo anche che in alcuni istituti scolastici non sono stati ancora completati i lavori di ristrutturazione iniziati ormai molti anni fa. Questo comporta la sfiducia di ragazzi e famiglie verso le istituzioni e la loro capacità di risolvere i problemi legati alle strutture scolastiche. Non è più una mancanza cronica di risorse (sono state messe a disposizione negli anni scorsi) ma forse la mancanza di volontà o il disinteresse alla risoluzione vera e convinta di questi problemi che devono avere priorità assoluta perché trattasi della vita dei nostri ragazzi. E questo a mio avviso risulta molto grave con responsabilità precise da individuare;
Potenziamento illuminazione artificiale interna
Potenziare in modo significativo l'illuminazione interna degli Istituti scolastici. In alcune sedi risulta assolutamente insufficiente e fuori norma con possibili gravi ricadute sulla salute dei ragazzi e dei docenti;
Sicurezza delle apparecchiature elettroniche
Serve installare impianti di allarme collegati con le forze dell'ordine. Negli ultimi mesi le scuole hanno ricevuto tanti finanziamenti anche dalla Comunità europea per il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche ma le scuole rimangono vulnerabili allo scasso e ai furti che ogni anno recano danni ben calcolabili sia sotto l’aspetto materiale che didattico. Il tutto sempre a scapito dei ragazzi che rimangano privi degli idonei e fondamentali strumenti digitali per la didattica ormai indispensabili;
Adeguamento di tutti gli infissi esterni
Gli infissi esterni necessitano di un attento intervento di messa in sicurezza perché risultano in alcuni casi assolutamente inadeguati e poco sicuri per l’incolumità dei ragazzi e degli insegnanti;
Sicurezza antincendio delle strutture
Alcune strutture scolastiche necessitano dell’adeguamento degli impianti antincendio per poter ottenere la relativa certificazione da parte dei Vigili del Fuoco;
Miglioramento dell’impianto idrico per ritornare a bere acqua pulita e sicura erogata dalla scuola
E’ un fenomeno ormai consolidato il fatto che i ragazzi non bevono l’acqua del rubinetto della scuola per almeno un motivo. L’acqua non appare sicura. I ragazzi quindi nella migliore delle ipotesi si dotano di borracce e bottiglie di plastica gravando ulteriormente il peso del loro zaino.
Previa analisi delle acque disponibili dalla rete pubblica, si potrebbe pensare ad un piccolo impianto di depurazione dell’acqua per renderla più salubre.
Si potrebbe in prima battuta verificare le vetuste tubazioni che portano acqua all’interno delle strutture e magari sostituirle. Gli impianti che rendono migliore l’acqua proveniente dall’Acquedotto Pugliese sono ormai ampiamente collaudati ed economici. Pochissime scuole rendono questo fondamentale servizio all’utenza e sarebbe anche un notevole risparmio economico per chi invece continua a comprare acqua in bottiglie di plastica utilizzando i distributori automatici presenti in quasi tutti gli istituti scolastici.
Andrea Coccioli
Coordinamento Provinciale Italia Viva
Responsabile all'innovazione digitale
gen162014
Camminando per le strade di questa grande città che è Torino, fino a una ventina di anni orsono, mi imbattevo spesso in grandi cassoni pieni di rifiuti di ogni genere, a volte anche di oggetti ancora in buono stato. Nel mentre, pensavo al mio paese dove mai avrebbero gettato nulla che non fosse stato riutilizzabile. Mi sbagliavo di grosso.
Il malcostume del “buttare” e “comprare” cose inutili, ahimè, è dilagato ovunque. Adesso leggo, perfino su quotidiani galatinesi, che i cinesi fanno grandi affari con i materiali di riciclaggio di opere dismesse. Perdiamo la saggezza perché dimentichiamo il passato, ma ora finalmente ci accorgiamo che i rifiuti ci costano un occhio della testa. Meglio tardi che mai.
La stessa cosa vale per il cimitero. Nei camposanti di Torino e cintura, dove tuttora risiedo, le sepolture hanno un contratto decennale. Dopo dieci anni, quel che resta delle salme, viene rimosso e, pagando il giusto, ricollocato in cellette piccolissime, oppure conferite nell’ossario comune. Prova concreta di come finisce la storia materiale di ognuno di noi.
Certo è edificante pensare che ognuno di noi valga quanto un sovrano, e quindi degno di sepolture monumentali, ma di fatto sovrani dovremmo esserlo in vita e nel rispetto del prossimo. Il vero monumento dovrebbe essere ciò che gli altri ricorderanno di noi. Punto.
Al mio paese non si muore mai, pensavo, perché anche dopo morti tutti restano là, marmorei nel tempo e nella memoria. Invece, devo constatare che la realtà è ben diversa. Come d'altronde già dettavano gli antichi testi sacri: "Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai". (Genesi 3,19)
L’aumento del numero degli abitanti innesca automaticamente la necessità di adeguare i servizi, come per esempio: scuole, strade, impianti fognari, consumi e a raccolta dei rifiuti, spazi di verde pubblico, spazi formativi, culturali e non per ultimo, lo spazio adibito alla cura della memoria di chi lascia questo mondo.
Il consumo del territorio, di cui cominciano a farsi portavoce molti sindaci, va considerato in funzione del reale fabbisogno. A che serve togliere alla terra, che è sempre la prima fonte di vita per l’uomo, anche solo un centimetro quadrato, se da quel sacrificio non tornano benefici per le attuali e future generazioni?
Quale beneficio abbiamo occupando un metro cubo (tale è la dimensione standard di un loculo; Circolare del Ministero della Sanità 24/06/1993 n. 24) per decenni e secoli, se di fatto all’interno di questo spazio, ciò che resta occuperebbe sì e no una ventesima parte di quello stesso spazio?
In sostanza da tempo mi preoccupavo di questo cimitero che nel giro di pochi decenni ha raddoppiato l’estensione, ma ha anche conservato usanze non più sostenibili per ovvie ragioni.
L’usanza metropolitana di elevare in altezza le tumulazioni va presa in considerazione seriamente (anche da parte dell’assessore Andrea Coccioli) perché permette di non consumare altra terra. Questo tipo di ragionamento è presente nel nostro cimitero dal 1951, lo testimonia la struttura dedicata alla Confraternità della Madonna delle Grazie. Perché non ripetere l’operazione nell’edificio di fronte adibito a Chiesa, che di fatto non è più utilizzato nonostante sia stato “restaurato”? Non sarebbero solo 20 i nuovi loculi disponibili, ma oltre 200. Inoltre rimarrebbe anche lo spazio per pregare.
Le soluzioni non mancano, quello che manca, mi sa, è sempre la buona volontà di ognuno.
Speriamo che a nessuno dei nostri amministratori venga in mente di ampliare ancora il cimitero di Noha a spese di altra campagna, né di far costruire altre cappelle private che tolgono spazio a tutti, erette in nome di una discutibile vanagloria.
Marcello D’Acquarica
dic212015
I re mogi di palazzo Orsini – che carini - ci hanno fatto un altro bel regalo di Natale: le luminarie più tristi, tamarre e sottotono del mondo. In tutta Noha, concentrate in centro, s’annoverano sei o al massimo sette di codeste serie di luci a stallattite di tre metri e mezzo di lunghezza cadauna, non di più, appese su cavi stesi ad capocchiam in piazza San Michele. Sicuramente queste “luci” non contribuiranno oltremodo all’inquinamento luminoso di cui pure soffrono le nostre città.
Sappiamo che il comune di Galatina è alla canna del gas (ma, sia chiaro, non per colpa nostra), e nessuno della frazione pretende di avere a Natale le luminarie della festa patronale di Scorrano, o quelle degli stand di Disneyland ad Orlando (in Florida), o la fantasmagoria caleidoscopica e volgare delle luci topiche dei centri commerciali (che tanto - così pare - piacciono a Sindaco & co.).
Ma c’è un limite a tutto. E si chiama presa per il culo.
Cari politici nostrani, la prossima volta, ove possibile, evitateci la beffa (limitandovi magari al solo danno), e provate a risparmiare qualche centinaio di euro di soldi pubblici (non meritano di più certe schifezze), e soprattutto la perdita di tempo per l’installazione di queste zagareddhre di led cinesi buone soltanto per far concorrenza alle lampade votive dei loculi di un cimitero. Talora, in nome del buon gusto (ad averne), sono preferibili le omissioni a quelle che con un certo sense of humour voi definite “opere”. A volte, come questa, basterebbe il pensiero.
Guardate che i cittadini di Noha sono comprensivi, oltre che pazienti e di bocca buona; e, come ampiamente dimostrato, ci vuole ben altro (ormai non saprei più cos’altro) prima che da elettori frastornati si trasformino in detrattori coscienti.
Sicché, giunti a questo punto, noi tutti vi preghiamo umilmente di liberarci quanto prima (auspicabilmente prima di Natale) da queste grottesche cinquanta sfumature di grigiore, che sembrano condurci dritti dritti nelle scene del film “Empire” di Andy Warhol o in quelle di qualche lungometraggio dei fratelli Coen ambientato nel deserto del Nevada.
Nei prossimi giorni, infatti, verranno a visitare il nostro presepe vivente (modestamente il più bello di Puglia – non a caso senza il patrocinio del comune) centinaia, speriamo migliaia di visitatori provenienti da ogni dove.
Ecco, vorremmo affrancare i nostri ospiti da questa caricatura; e noi altri nohani, da questa ennesima figura del cavolo (per non usare un lemma connesso alla fine del processo digestivo dei cavoli).
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P.S. Il fantasma delle cabine elettriche sembra accanirsi contro questa Amministrazione Comunale. Nei giorni scorsi tutti avrete saputo o addirittura partecipato di persona all’inaugurazione del Cavallino Bianco di Galatina. A dire il vero, non s’è ancora capito che cosa abbiano inaugurato congiuntamente il presidente della regione Puglia e il sindaco di Galatina, quest’ultimo bardato con fascia tricolore come un cavallo alla festa del bestiame: forse la spesa della prima tranche di soldi pubblici, mi pare 800.000 euro o giù di lì.
Orbene non ci crederete, tutti questi soldi (e altrettanti pare ne arriveranno) non sono bastati per un allaccio Enel buono per far funzionare come si deve l’impianto elettrico e tutti i suoi apparati. Tanto che la giunta comunale s’è dovuta riunire in fretta e furia per approvare nuove ed ulteriori spese per un totale di altri 20.000 euro (massì, a casa bruciata metti fuoco) ritenendo “per un migliore utilizzo della struttura, [di] procedere ad un aumento di potenza elettrica per garantire un adeguato allestimento degli impianti e luci necessari delle future manifestazioni ed eventi” [cfr. dispositivo Deliberazione della Giunta Comunale, n. 403/2015- scomparsa dal sito del Comune]. Come, come? Il progettista non aveva previsto (visto prima), cioè in fase di progetto, questo “adeguato allestimento degli impianti e luci necessari delle future manifestazioni ed eventi”? Non aveva intuito a tempo debito che un teatro “necessita di impianti e luci necessari alle future manifestazioni ed eventi”? Mistero della fede (politica).
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Orbene, faccio presente che a Noha esiste un Centro Polivalente al buio - per la cui ristrutturazione furono spesi indarno 1.300.000,00 euro di soldi dei contribuenti - che attende ancora oggi questa cabina elettrica precisamente da.
Ora, al di là delle chiacchiere della nostra consigliera delegata, la quale, in uno scatto di mecenatismo, si è addirittura dichiarata disposta a finanziare di tasca propria questa benedetta cabina elettrica (evidentemente – e glielo auguriamo di cuore – gli ultimi redditi non saranno paragonabili nemmeno lontanamente a quelli dei due anni precedenti) ci chiediamo come mai a Galatina per il Cavallino Bianco la delibera è arrivata in quattro e quattro otto, mentre a Noha per il Centro Polivalente dopo tanto tempo siamo ancora costretti a usare le lampade a petrolio. Ci chiediamo se possano esistere cittadini di serie A e cittadini di serie F (frazioni); e se, dunque, a questo punto, non sarebbe d’uopo che i consiglieri comunali di Noha, di ogni schieramento, per protesta contro questa ennesima dimostrazione di sciatteria nei confronti della nostra cittadina, non si dimettessero in massa, guidati proprio dalla delegata per la frazione di Noha, al secolo avv. Daniela Sindaco.
See: campa Cavallino, ché la superba cresce.
Antonio Mellone
giu092020
E’ una Showy Boys inarrestabile, che non smette mai di stupire e che alle porte della nuova stagione sportiva ha presentato l’accordo di collaborazione con il Consorzio Vero Volley Monza, una delle più importanti realtà pallavolistiche in Italia, unica ad avere due formazioni, maschile e femminile, nella massima serie nazionale, e soprattutto in prima linea con il settore giovanile e i suoi 1600 allievi tesserati.
Che ci fosse aria di novità in casa Showy Boys lo si era capito già da qualche settimana grazie anche alle comunicazioni ufficiali del sito internet e dei canali social.
“Abbiamo voluto fortemente questa partnership e siamo al lavoro con lo staff del Consorzio per la programmazione dell’attività sin dallo scorso mese di gennaio - dichiara il presidente della Showy Boys Galatina, Daniele G. Masciullo - una volta definito l’accordo ed i programmi con lo staff di Vero Volley Monza, con a capo la presidente Alessandra Marzari, che ringrazio per l’entusiasmo e la disponibilità con cui ha accolto la nostra realtà, l’emergenza Covid-19 ha rallentato l’ufficializzazione, ma ora siamo pronti a partecipare attivamente alle attività del Consorzio. E’ una grande opportunità per il nostro movimento perché avremo la possibilità di confrontarci con la struttura della realtà monzese, con il suo staff, attraverso i progetti di ricerca e l’utilizzo di nuove tecnologie a cui abbiamo accesso - aggiunge Masciullo - la partnership permette di usufruire di programmi di formazione specifica, tecnica e relazionale per i nostri allenatori, gli allievi che partecipano alla Scuola Volley ed i loro genitori, oltre a molte altre opportunità. Mi piace evidenziare che il Consorzio è una struttura non orientata esclusivamente al risultato agonistico, ma punta allo sviluppo delle realtà sportive, alla diffusione della cultura sportiva, alla individuazione e crescita dei giovani giocatori sempre con un’attenzione particolare alla persona e ai valori sociali”.
L’obiettivo dell’accordo di collaborazione è quello di costruire una modalità di lavoro condivisa e diretta a più attività: l’organizzazione di stage sul territorio con la presenza dello staff tecnico del Consorzio; la partecipazione di atleti e atlete della Showy Boys alle giornate di allenamento che saranno calendarizzate presso gli impianti sportivi di Monza e Milano; la formazione dei tecnici grazie a una serie di eventi, corsi e conference call presentati ogni mese da Vero Volley; la formazione dei dirigenti grazie agli stage di lavoro con gli staff delle prime squadre del Consorzio; il coordinamento tecnico congiunto per la stesura e supervisione di un percorso didattico di alto livello “disegnato” ad hoc per gli allievi più talentuosi; l’utilizzo di una piattaforma gestionale messa a disposizione dal Consorzio e della biblioteca digitale per la fruizione del materiale didattico; il supporto dell’area marketing e comunicazione per l’organizzazione di manifestazioni sul territorio; la partecipazione al Vero Volley Day e altri meetings con la “casa madre”.
“Quella della Showy Boys è una Scuola Volley in continuo sviluppo e orientata alla formazione e lo sarà ancora di più grazie alla collaborazione con il Vero Volley - conclude il presidente Daniele G. Masciullo - il Consorzio rappresenta un modello, sia in ambito organizzativo che sportivo, con idee e valori a noi molto vicini. Questa partnership rappresenta un importante tassello per la crescita della nostra realtà, verso nuovi e ambiziosi traguardi, e un ulteriore salto di qualità nell’offerta didattica rivolta ai più giovani”.
www.showyboys.com
mar032014
In un batter d’occhio l’orologio della torre civica di Noha è passato da un guiness dei primati all’altro: da “l’orologio pubblico più fermo del mondo” a “l’orologio pubblico più veloce del mondo” (e quindi, ad honorem, “l’orologio pubblico più ridicolo del mondo”). Insomma un nuovo miracolo nohano, un richiamo turistico mica male, un ritrovato della tecnologia del futuro (anteriore), una meraviglia ai nostri occhi.
Se vi capita di transitare da piazza San Michele alzate lo sguardo verso l’apice della torre, e date un’occhiata alle lancette di questo cronometro incastonato nel corpo di un’aquila ormai acefala scolpita in pietra leccese: non c’è bisogno di essere degli osservatori nohani per accorgersi che i due indicatori coordinati corrono così in fretta che in una manciata di minuti avranno effettuato tanti giri quanti ne occorrono per trascorrere più o meno una mezza giornata.
E’ come se dopo oltre venti anni di fermo l’orologio di Noha sia d’un tratto impazzito ed abbia deciso su due piedi (anzi su due lancette) di sgranchirsi le gambe, di prendersi una rivincita, di mettersi improvvisamente a correre, di andare alla ricerca del tempo perduto [non me ne voglia Marcel Proust se per l’occasione rubo la locuzione-titolo del suo capolavoro, uno dei massimi della letteratura universale, ndr.].
La storia recente di questo orologio non è uno scherzo del destino, ma il destino di uno scherzo: quello di aver ancora una volta pervicacemente eletto e quindi issato a palazzo Orsini una massa di cosiddetti rappresentanti politici, i quali, con la complicità di alcuni funzionari dell’ufficio tecnico, credono ancora, nel 2014, di prenderci per il cucù [avete presente quegli orologi a pendolo che segnalano le ore con l’uscita dell’uccellino che imita il verso del cuculo? Appunto. Vogliono prenderci per il cuculo].
Questo fenomeno che più che misterioso è da considerarsi da baraccone è dovuto al fatto che i nostri belli addormentati sulle sdraio di palazzo Orsini suppongono che tutti ma proprio tutti i cittadini abbiano l’anello al naso, o che siano ancora ben bene aggrappati ai rami degli alberi come i primati (stavolta non nel senso del guiness di cui all’inizio, ma delle scimmie); sicché da un lato in tal modo ritengono di rispondere per le rime a noi altri che andiamo denunciando, ormai da alcuni lustri, lo squallore in cui si trova la nostra torre civica (la quale è da considerarsi come un bene culturale tra i più emblematici dell’universitas di Noha), e dall’altro pensano di gettar fumo negli occhi dei loro poveri elettori, ostentando un attivismo e un pragmatismo di maniera fuori luogo e ormai fuori tempo massimo (evidenziando, ancora una volta, il loro, come dire?, spaventoso vuoto pneumatico-culturale).
Così, un bel dì, avranno mandato in cima a quella torre qualche elettricista di buona volontà per mettere in funzione questo benedetto orologio. Non è che ci volesse chissà quale arte, a dirla tutta. “Fanne cu gira, cusì nu li sentimu chiui, quisti quai de Nove”, avrà blaterato qualche assessore a non so che travestito da Silvan (nonostante il carnevale galatinese sia passato ormai da un pezzo).
Ora volevo spiegare ai poveretti che si trovano senza nemmeno sapere come nelle stanze dei bottoni di Galatina che a Noha, come anche a Venezia (dove c’è la torre dell’orologio con i mori) o a Londra (che ospita il Big Ben), o altrove nel mondo, non c’è bisogno di un orologio ubicato d’in su la vetta di una torre antica per conoscere l’ora. Tutti ormai dispongono di orologi, cellulari, i-phone, ed altre diavolerie che cronometrano (ricordandolo semmai sfuggisse) ogni secondo di questa vita transeunte.
Ma una torre civica, il suo orologio e la sua storia, sono emblemi della civiltà di quel luogo. Il progresso di una città si misura anche e soprattutto da questo e non dalle sfilate di carnevale (tra l’altro organizzate male con l’aggravante dello sperpero di pubblico denaro).
Quanto più un popolo sa valutare e conservare il suo patrimonio d’arte, tanto più si sente spinto a rendere l’ambiente, anche fisico, in cui i monumenti esistono, più prezioso e civile.
Invece siamo costretti ad osservare i nostri tesori cadere a pezzi, trascurati e abbandonati come obelischi all’inciviltà. Se un uomo avesse ricevuto in dono o in eredità un tesoro e lo lasciasse andare in rovina sarebbe considerato un folle. Qui da noi invece ti fanno sindaco.
A Noha è l’incuria a farla da padrone. Qui abbiamo un patrimonio storico ed artistico che si sta sbriciolando in silenzio: si stanno polverizzando le casiceddhre, e il castello, e la torre medievale, e la casa rossa, e il calvario. E di conseguenza (difficile cogliere il nesso, vero?) le menti dei cittadini.
A Galatina e dintorni evidentemente si nutre ancora il concetto che con la storia, l’arte, il bello e la cultura non si mangi. E che l’unica vera ricchezza siano centri commerciali, le circonvallazioni, le aree mercatali cementificate, i comparti di villette a schiera, e ultimamente anche i mega-impianti di compostaggio (tra l’altro in nome dell’ecologia).
Invece, cari miei, un popolo si evolve con la cultura (e sarà per questo che si tende a raderla al suolo).
Ecco, volevo parlare di un orologio ed ho finito con il fare il necrologio dei soliti personaggi in cerca di elettore. Sì, non puoi tacere di fronte al grottesco. Come ad esempio il fatto che ora le lancette dell’orologio di Noha girano come girano.
E anche a me girano. Eccome girano.
ago082024
Finita la guerra, l’Italia era in macerie e la popolazione in estrema sofferenza. Era prevedibile che i nuovi governanti dovessero chiedere ulteriori sacrifici agli italiani per avviare la cosiddetta “ricostruzione”, questo c’era da aspettarselo, ma non certo con l’inganno. Non lo meritava nessuno, tantomeno la povera gente che aveva già vissuto cinque anni di tragedie.
Il 2 Giugno 1946, gli italiani furono chiamati al voto, e per la prima volta nella storia l’Italia divenne una Repubblica.
Il 25 giugno 1946, pochi giorni dopo, fra le macerie lasciate dalla guerra, si riuniva a Montecitorio l’Assemblea costituente, composta da 556 deputati, e per la prima volta in Parlamento vennero elette 21 donne. Con la Costituzione saranno garantiti i principi che affermeranno i valori fondamentali di Libertà, Uguaglianza, Solidarietà che sono ancora oggi vitali.
La Costituzione entrò in vigore il primo gennaio del 1948, ma occorrevano ancora molti anni prima che tutti gli articoli trovassero applicazione nella vita reale degli italiani.
A pochi giorni dalla nascita dell’Assemblea costituente, il 20 giugno del 1946, il governo italiano e quello belga, siglarono un accordo cosiddetto “uomo-carbone”. Esattamente 2 mila e 500 tonnellate di carbone ogni mille minatori. Il carbone doveva servire ad avviare la macchina industriale, che avrebbe portato lavoro e benessere alla nazione. Invece si rivelò un vero raggiro.
La propaganda avviata dai due governi per attirare l’attenzione di chi cercava un lavoro fu subdola, faceva leva su promesse di grossi salari, di una sanità gratuita e di case per tutti. Invece il lavoro si rivelò in tutta la sua pericolosità, in quanto alle case i nostri emigranti, una volta in Belgio, trovarono baracche di lamiera o di legno, residui dei campi di concentramento adoperati durante la guerra. E non per ultimo, ci fu l’obbligo perentorio di non poter fare altri lavori se non dopo almeno 5 anni di miniera. “La mina” la chiamavano nel gergo popolare.
Cinque anni era il tempo previsto da uno studio sanitario eseguito dal governo belga, in cui veniva appurato che il rischio di ammalarsi di silicosi per i minatori sarebbe avvenuto quasi con assoluta certezza, appunto entro un massimo di 5 anni, il tempo necessario quindi per sfruttare la manodopera fino all’ultimo respiro. Un lavoro sporco in tutti i sensi.
Per chi si rifiutava c’era la prigione per almeno un anno, in attesa di essere rispedito indietro con il divieto incondizionato di ritornare. Tra questi “imprevisti” dissimulati dalla propaganda dal “manifesto rosa”, così era chiamato il comunicato affisso in tutti i Comuni d’Italia, il peggiore inganno è stato il mancato riconoscimento della silicosi come malattia professionale, una malattia che si sapeva essere mortale. Esistono sul tema decine di libri e articoli che hanno sviscerato quasi ogni aspetto della vicenda dei circa 300mila italiani che dal 20 giugno del 1946 presero la via del Belgio, al ritmo di duemila a settimana, per gettare i propri corpi nelle miniere di carbone. Oggi nessuno di noi si sognerebbe di mandare i propri figli a fare un lavoro così gravoso, tanto meno a mille metri sottoterra, a sputare carbone senza l’ausilio di protezioni, con pochissime norme di sicurezza e con la certezza di morire prematuramente.
All’ombra di quel trattato, quindi, si aprirà il dramma di migliaia di lavoratori, che si troveranno ad affrontare durissime condizioni di vita e di lavoro, e queste saliranno drammaticamente alla ribalta alcuni anni dopo, quando la mattina dell'8 agosto del 1956, in un incendio scoppiato nella miniera del Bois du Cazier di Marcinelle, a mille metri sottoterra, perderanno la vita 262 persone, tra cui 136 immigrati italiani, di cui ben 16 salentini. Nessuno di quei 16 era di Noha, ma alcuni dei nostri concittadini ci andarono molto vicini.
Le testimonianze di tante sofferenze e dei sacrifici che hanno dovuto fare anche le famiglie dei nostri compaesani, sono tantissime. Ne abbiamo raccolte alcune di Noha. Il valore che può scaturire dalla lettura di quei vissuti, seppur velato dal tempo, è talmente prezioso per il nostro quotidiano e per il futuro delle nuove generazioni che vale la pena considerare con impegno. Un insegnamento quello del sacrificio e del dono della propria vita pari ad un martirio. E con mia grande sorpresa scopro che dall’altra parte, dalla parte di chi è custode di quei preziosissimi segreti, c’è un forte desiderio di condivisione, quasi una liberazione.
E’ grazie al mio amico Roberto, che incontro Angelo in uno dei miei tanti andirivieni a Noha. Lo incontriamo nella sua casa di campagna, verso Sirgole. Dove, dopo 27 anni di miniera, va a godersi il suo giardino. E’ in questa occasione che ritrovo Aldo, figlio di Angelo e mio vecchio compagno di scuola.
Non vedevo Aldo Chezzi dai primi anni delle elementari, quasi una sessantina di anni fa, eppure è viva l’immagine di quei due bambini che uscendo da scuola si lanciavano in una corsa folle giù per la discesa di via Fabio Filzi con attorno al collo il grembiule a mo’ di mantello da super eroi, sognavano di librarsi in volo nel cielo. E Siamo volati
davvero, lui in un cielo un po’ diverso dal mio, e me lo racconta.
Suo papà Angelo si “arruola” per il Belgio nel 1946. Dopo appena un paio di anni, ritorna a Noha per sposare Lucia Congedo.
Beringen è a nord est, verso il confine con l’Olanda. La destinazione della miniera in cui andare a lavorare la sceglieva il Governo belga al momento della selezione. Questa di fatto era una visita molto approfondita, così raccontava Angelo: “ci visitavano anche nella bocca, come se fossimo dei cavalli”. Sotto la stazione di Milano avevano organizzato un grande centro per le selezioni, dove due medici italiani e due belga, si occupavano delle visite che erano talmente meticolose da durare anche tre giorni. Per essere considerati idonei occorreva essere in perfetta
salute, alcuni li rispedivano indietro solo perché avevano lievi difetti fisici, bastava anche solo una venuzza più evidente, e venivano respinti. Angelo nella miniera di Beringen fa il carpentiere, in pratica è addetto alle armature delle gallerie che i suoi compagni di lavoro scavano man mano. Dopo solo 5 anni compra casa a Noha. La sua vita procede in minera con una breve pausa per malattia che trascorre al paese, fino al 1974 anno in cui va finalmente in pensione.
Aldo invece, fa parte della generazione che ha vissuto la miniera con molti meno rischi degli anni ’50 e ’60, si scavava ancora, certo, ma con l’ausilio di mezzi meccanici e asserviti dalla tecnologia più moderna. Ha studiato nelle scuole belga ed è diventato un tecnico di impianti elettrici. Dopo 26 anni di lavoro e di vita in Belgio, non dimentica Noha, ma deve restare in Belgio dove crescono i suoi figli, e appena può vola giù a Noha anche per pochi giorni, a continuare il sogno di Angelo, rifugiandosi nel suo meraviglioso giardino di Sirgole, fra la vigna e gli alberi da frutta e gli ortaggi ed ogni ben di Dio che la nostra Terra se trattata bene sa dare.
Raffaele Rizzo, nasce a Noha il 22 gennaio 1919 in Vico Congedo, la sua è l’ultima casa del vico, dopo ci sono solo prati e fichi d’India. Raffaele è uno dei tanti braccianti senza terra. Insieme ad altri si raccolgono la mattina presto in piazza dove il possidente di turno seleziona la forza lavoro, a giornata.
Noha in quel tempo contava poco più di mille abitanti e offriva pochissime possibilità di lavoro, i braccianti erano numerosi e venivano sfruttati senza un adeguato salario.
Raffaele ha un sogno, quello di costruire un forno per continuare l’attività di sua mamma Maria, che al paese era conosciuta come “a Maria Furnara”.
Nel 1948 si sposa con Maria Annunziata Congedo, una bella ragazza di Aradeo. Intanto di nascosto da Maria, con la complicità di suo fratello Narduccio che lavorava già a Marcinelle insieme al cognato Mario Mangia di Galatina, organizza il suo trasferimento in Belgio. Vuole andarci solo per lavorare qualche anno e realizzare il suo sogno. Maria quando viene a saperlo non è contenta, ma sapendo che sarebbe stato in compagnia del fratello e della sorella Donata, stringe i denti e dopo appena due anni, nel 1950 acquistano la casa davanti all’edificio scolastico, oggi piazza Ciro Menotti. Ma il sogno di Raffaele è sempre quello di comprare la zona attigua alla nuova casa per costruire il forno.
La vita in miniera è dura, soprattutto quella di Bois du Cazier di Marcinelle, è una delle miniere più vecchie, risale alla fine del 1800. Vi sono già accaduti molti incidenti gravi. Una volta morirono 40 persone a causa di una esplosione di gas. La proprietà non intende investire denaro per la ristrutturazione di quella miniera già così sfruttata e bisognosa di alti costi di ammodernamento. I pozzi sono profondi oltre mille metri e le sue gallerie sono lunghe anche decine di chilometri. Lì sotto scarseggia l’aria, e la bocca si impasta di carbone, ma la cosa peggiore è la polvere di silicio, quella è talmente sottile che penetra nei polmoni fino a farli indurire e ahimè, scoppiare.
Poi vi era anche il pericolo del grisù, il gas inodore e incolore che a volte si sprigionava sotto i colpi dei picconi, e faceva addormentare gli sfortunati che, se non se ne accorgevano in tempo per fuggire via, ci lasciavano la pelle.
Intanto sta per nascere Antonio, il terzo figlio di Raffaele, è il mese di maggio del 1953. Raffaele purtroppo non riuscirà a vedere il suo piccolo. Manca solo un mese al rientro a casa ma durante gli scavi in galleria, viene travolto da un crollo ed un masso lo colpisce in testa ferendolo mortalmente. Stranamente in quel momento è solo e nessuno gli presta soccorso. Raffaele muore così, solitario, in una galleria profonda e buia in un incidente mortale a Marcinelle nel 1953. I suoi resti saranno trasferiti nel cimitero di Noha, all’incirca un anno dopo, accompagnati dal fratello Narduccio, che dopo la tragedia in famiglia, non ne vuole più sapere di miniere in Belgio, tant’è che dopo qualche anno va a lavorare in Germania. Ma siamo già negli anni ’60, e le cose non sono più come nel 1946.
Ho avuto l’onore di incontrare una persona davvero esemplare, d’altri tempi: Carmelina Patera, moglie di Torquato Carallo morto nel '96. Carmelina ha un carattere meraviglioso, nonostante le sue sofferenze, mi accoglie con un sorriso dolcissimo, mi aspettava e tra una frase e l’altra non finisce mai di dire: “…bei figli, belle persone, molto educate”. Si ricorda dei D’Acquarica che abitavano in via Aradeo all’angolo con via Messina. Lei stava con la sua famiglia nella casa in via Benevento, a due passi dalla casa di Raffaele Rizzo e di Cesare Lisi, in fondo Noha è tutta lì. Sembrava che li unisse il destino.
Si ricorda di tutti i suoi vicini, e me li elenca uno per uno, di ogni casa e di ogni famiglia, nome per nome perfino in ordine di età. Carmelina ha una memoria di ferro.
Canta, mentre racconta canta canzoni dei suoi tempi. E piange, si, ogni tanto piange per i dolori che ha ai piedi. È sofferente Carmelina, dobbiamo fare presto perché la sua resistenza richiede sostentamento e riposo.
Carmelina nasce nella casa di via Benevento nel 1928, a 20 anni lei dice di essere “donna da marito” e mi racconta che sapeva cucire perché era andata alla scuola di taglio da Toma a Galatina. Grazie ad un suo cugino incontrò Torquato che veniva da Aradeo, se ne innamorò subito. Torquato aveva già un lavoro in Belgio, anche lui è stato uno dei primi a rispondere alla seconda chiamata della Patria. Torquato e Carmelina si sposarono nel 1954 senza tanti preamboli, una “fuitina”. Racconta Carmelina che a portarla via da casa fu suo cugino, con la macchina andarono in una campagna, e subito dopo il matrimonio in chiesa, a Noha ovviamente.
Don Paolo che conosceva bene i suoi parrocchiani e sapeva a cosa sarebbero andati incontro quelli che partivano per il Belgio, come forma di incoraggiamento, diede loro la benedizione dicendo testuali parole: “ …e così finalmente vedremo i soldi del Belgio”. Il viaggio, racconta Carmelina, cominciò in corriera fino a Lecce, si partiva presto, alle 4 del mattino. Il treno era brutto, duro, di legno. Ma nella valigia oltre alla farina, c’era una bottiglia di vino, e il pane e pomodoro e le sarde, e pure una bottiglia di olio. Il viaggio durava quasi tre giorni. Tre lunghissimi giorni. Era il mese di maggio e per fortuna non faceva freddo.
Giunti a destinazione, a Beringen, nel cantone Fiammingo, lo stesso posto dove stavano i Chezzi, il treno si fermò in una stazione di scarico merci, la stessa dove insisteva il campo di lavoro, lontano dal paese. Ai nuovi arrivati non era concesso scendere in stazione, per evitare di farli incontrare con gli altri operai belga. Gli immigrati non erano ben visti dai cittadini belga, perché a causa loro, il costo del lavoro diminuiva. La solita lotta fra poveri, insomma. Una volta arrivati al campo, “la femme”, così la chiama Carmelina, la signora addetta all’accoglienza, li accompagnò ognuno nella sua baracca. Case di legno e di lamiera, le stesse adoperate per i campi di concentramento durante la guerra. In pratica si ritrovarono in un campo di concentramento. Case normali, quelle fatte con i mattoni, in Belgio non c’erano ancora per i minatori stranieri.
Fra i suoi ricordi, Carmelina lamenta le frequenti visite dietro la porta della baracca di ragazzi marocchini e turchi che la corteggiavano, operai della loro stessa miniera, ma senza famiglia. Aveva paura Carmelina, perché lei era bella e allora lo diceva alla Femme che aveva paura. Poi finalmente, i datori di lavoro gli diedero una casa di mattoni. Da quel momento in poi nella vita di Carmelina e di Torquato c’è un solo desiderio: tornare a casa. A Noha, dove l’accoglienza ha un solo calore, quello del nostro sole e della nostra aria mite.
Sembrava tutto calcolato, il 24 maggio di quest’anno, dopo poche settimane dal nostro incontro, Carmelina decide di non soffrire più e sicuramente torna dal suo Torquato a riprendere quell’altro viaggio che li renderà entrambi felici per sempre.
E’ stato un grande onore per me incontrarti e salutarti. Grazie Carmelina.
Antonio Martella, classe 1923.
Nasce a Monteroni il 2 marzo.
A Monteroni lavora insieme al padre in una cava di pietre di proprietà della famiglia. Ma si guadagna poco e come la maggior parte dei salentini si muove per cercare fortuna altrove. Anche lui, terminata la guerra, a poco più di vent’anni aderisce alla chiamata per le miniere del Belgio. Il primo libretto di lavoro lo ottiene a Chatelineau, un villaggio belga situato nella provincia dell'Hainaut. Lavora in miniera dal 17 luglio 1946 fino al 6 giugno 1950, allorquando si trasferisce a JUMET. Città del Belgio nella provincia del Hainaut, circondario di Charleroi. Forma, con altri centri, quasi un solo abitato con Charleroi, sita 5 km. più a sud in piena zona carbonifera, è un centro estrattivo, e possiede
varie industrie metallurgiche, soprattutto fabbriche di caldaie.
Antonio, dopo aver soddisfatto i 5 anni obbligatori di miniera può finalmente lavorare in una fabbrica di bottiglie. È il 5 settembre del 1950. Da qui esce per l’ultima volta il
16 dicembre del 1955. Entra nella S.A. des charbonnages du Nord de Gilly. E’ una vecchia miniera e quindi pericolosa quanto quella di Marcinelle. Dopo l’incidente di Marcinelle, spaventati per l’accaduto, non riuscendo a vivere con quell’incubo terribile che incombeva su di loro, insieme alla moglie Brigida Bolognese di Noha, e la figlia Ada che era nata in Belgio nel loro primo anno di matrimonio, fanno finalmente ritorno a Noha.
Cesare Lisi, classe 1930, vive con la sua famiglia nella vecchia casa paterna di via Benevento, angolo con vico Scotti.
Nel 1953 si sposa con Maria Concetta Bray di Neviano. Nel 1964, consigliato da alcuni suoi parenti che sono già in Belgio, nelle miniere di Corso, sempre dalle parti di Beringen, per guadagnare qualche soldo in più, anche Cesare parte per andare a fare il minatore e per stare insieme alla famiglia porta tutti con sé.
Ma sentono fortemente il distacco della terra natia, la casa è piccola e mancano i servizi necessari. Così decide di far tornare al paese la moglie e le due bambine. Si sacrifica restando solo in Belgio a lavorare nelle miniere. Il viaggio è lungo e costoso; quindi, torna a casa una volta l’anno a passare qualche giorno con la sua famigliola.
Anche Cesare, dopo qualche anno di sacrifici, riesce a comprare una casa più grande a Noha, la nuova casa ha tre camere ed un garage. Qui fa crescere tutta la sua famiglia che con il passare degli anni diventa numerosa. Cesare è una persona determinata, va avanti così fino al 1980, quando finalmente in pensione, ritorna a Noha definitivamente. Purtroppo, i sacrifici fatti durante tutta la vita incidono gravemente sulla sua salute. Muore fra le braccia del figlio Gianni a soli 53 anni di vita.
Per concludere possiamo dire che è vero che per la salvezza del Paese, nel 1945 a fine guerra, ci son voluti grandi uomini, ma chi ha realizzato i fatti invece, chi ci ha rimesso del suo, anche la vita, è stata la gente comune, e sono loro i veri grandi uomini.
Oggi noi dobbiamo molto a questi partigiani del lavoro che, pur avendolo fatto perché costretti dalla necessità, è anche vero che con il loro sacrificio si sono prestati al gioco di quel drammatico momento storico e hanno concesso all’Italia il tempo di consegnare ai posteri la Costituzione, quella carta gloriosa che è nostro dovere difendere a denti stretti, oggi più che mai, dalle malversazioni di politici senza scrupoli. Un motivo in più per continuare a difendere i nostri diritti, gli stessi per cui i nostri concittadini hanno sacrificato la loro giovinezza in un paese straniero, affrontando enormi sacrifici, a volte rischiando la vita, e altre rimettendocela. Per lasciare a noi una condizione sociale più dignitosa.
Ringrazio gli amici, figli dei protagonisti di questa importante storia, per avermi aiutato a ricordare:
Aldo e Manola, Gina, Salvatore, Luigina, Gianni e Vito.
Marcello D’Acquarica
giu152013
Nel pomeriggio inoltrato di mercoledì 12 giugno scorso, si è tenuto a Galatina il convegno dal titolo “C’è il creato da difendere”, promosso da svariate associazioni di promozione e tutela della salute, della cultura e della bellezza, cioè dell’intelligenza civica tout court.
Iniziato con i topici tre quarti d’ora di ritardo accademico (onde Galatina e dintorni sono noti ormai in tutto il mondo - e se talvolta un simposio dovesse iniziare con puntualità non staremmo più a Galatina), il dibattito è stato moderato dall’ottima Tiziana Colluto, giornalista whatchdog, cioè cane da guardia, come dovrebbe essere ogni giornalista, e non come qualche altro suo collega (si fa per dire) che fa sì il cane, ma leccante, scodinzolante e riportante la voce del padrone (infatti non mi pare che la Colluto scriva per il Quotidiano di Lecce), ed ha avuto quali relatori assisi al desco la vice-presidente della Regione Puglia, nonché assessore alla qualità del Territorio, arch. Angela Barbanente, ed il sindaco di Galatina, dott. Cosimo Montagna.
Ma alla tavola rotonda hanno partecipato molti esponenti di associazioni e comitati convenuti che dopo la prolusione (invero un po’ prolissa da parte dell’assessora) hanno preso la parola per denunciare, rivendicare, implorare, render noto, chiedere interventi (consistenti soprattutto nel non far danni) per questa Puglia, questo Salento, e questa povera Galatina, presentati nelle varie Bit come tanti paradisi terrestri, quando nella realtà sono stati trasformati in poco tempo in altrettanti purgatori, se non ancora in inferni, da fumi, diossina, cemento, asfalto, mafie, discariche, percolati, impianti fotovoltaici in mezzo ai campi, strade a quattro follie, circonvallazioni interne, querce e gelsi segati o in procinto di esserlo, laghetti oggetto di scempio ecologico,piani sregolatori, comparti denominati con coordinate da battaglia navale da colpire e affondare, villettopoli (incluse quelle a schiera), distruzione del paesaggio, megaporci (il concetto di “parco” è invece ben altra cosa: ci hanno pure espropriato il vocabolario), zone artigianali ed industriali ormai inutili, depuratori che non depurano, imminenti aree mercatali mattonate in cima a via Liguria...
Peccato che a codesta tavola che più che rotonda m’è sembrata sghemba - non solo per l’asimmetria degli interventi, ma anche per il fatto che i relatori non assisi in cattedra, al fine di prendere la parola, tra gradini, pedane e microfoni, han dovuto fare i contorsionismi – non ci sia stato il tempo per far conferire tutti i prenotati con il dovuto rispetto.
Infatti l’una (l’assessora) si è dilungata oltremodo a descrivere un piano fantastico che sembrava scritto, come ha ben detto l’Anita Rossetti, per una regione diversa dalla nostra (“Assessore, ma lei dove vive?”), per un piccolo mondo antico, forse nemmeno italiano (ovvero un piano paesaggistico applicato nella nostra Puglia, ma al contrario o con un meno davanti); l’altro, il sindaco, che per un impegno credo “istituzionale”, come si dice in questi casi, aveva l’urgenza di chiudere l’incontro in un ragionevole intorno destro delle venti. Poi uno si chiede: ma se uno partecipa in qualità di relatore ad un convegno importante come questo, non sarebbe appena il caso di evitare altri impegni?
Ma tant’è. Chissà che fine ha fatto il bon ton istituzionale di una volta.
Ma il fatto non è tanto o solo questo.
E’ che m’è sembrato di vedere il mio sindaco - con l’immancabile codazzo di qualche assessore di complemento - mantenere un contegno asettico, istituzionale (appunto), neutro, quasi impassibile, a tratti impenetrabile. Quasi prigioniero del suo ruolo, il primo cittadino, sembrava non riuscire – né si è sforzato punto – a capire quello che stava succedendo intorno a sé, in quella sala.
E quando è intervenuto non mi è sembrato capace di dire nemmeno una parola fuori dal protocollo; ha recitato pedissequamente la solita solfa e con l’arcinoto ma stucchevole linguaggio (“volano” e “ricadute”) ha ribadito in una sorta di excusatio non petita (tutt’altro che sentita) che il “Mega-parco è un progetto politico che parte da lontano, da altre amministrazioni” e che dunque l’attuale, trovandosi quasi alla fine del percorso, non poteva fare più di tanto (infatti, l’ha considerato “di interesse pubblico” dandone definitivamente l’imprimatur).
Peccato, davvero un bel peccato, aver dovuto sentire dal tutore della salute pubblica comunale quelle risposte che avevano in quell’aula la stessa attinenza che hanno i cavoli a merenda.
Un altro appuntamento con la storia mancato, un’altra occasione perduta per il mio sindaco, per la sua amministrazione, per la maggioranza, e per la minoranza della maggioranza (rappresentata da qualche consigliere comunale, che, memore di antiche battaglie, avrebbe il diritto-dovere di ottenere francamente un po’ di più dalle scelte politiche, evitando - per favore - il manzoniano e democristiano “sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire” adottato per il quieto vivere).
Ma come, caro Sindaco, ti dicono che l’incidenza dei tumori a Galatina è altissima, addirittura tra le più alte del Salento, e tu anziché proferire probabilmente per la prima volta in vita tua e ad altissima voce un liberatorio e salutare STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO, che significherebbe un “basta” una volta per tutte allo scempio che ci circonda ed alle cause dei mali che tutti gli studi clinici elencano, dapprima ti arrampichi sugli specchi in politichese puro, e poi in una sorta di cupio dissolvi (cioè “a casa bruciata metti fuoco”) rivendichi la circonvallazione interna, e, non contento, dici e certifichi pure che il Mega-parco in contrada Cascioni è “di interesse pubblico”? Ed aggiungi a mo’ di ciliegina sulla torta, quasi a giustificazione non richiesta, che noi (popolino) non immaginiamo nemmeno quanta gente disperata ogni giorno viene a bussare alla tua porta in cerca di occupazione?
Non sia mai che tu dica a questa povera gente che i posti di lavoro in questo centro commerciale sono una boiata pazzesca. No, assolutamente no: con il tuo atteggiamento attendista, accomodante, possibilista su questa robaccia continui anche tu ad illudere le persone con questa storia delle “ricadute” (mantra buono per ogni occasione e soprattutto per gli allocchi) e non spieghi invece che nessun galatinese guadagnerà nemmeno un fico secco (e come potrebbe più) dalla scomparsa di Contrada Cascioni.
Poi, costernato, prima di andartene dal convegno, ti guardi attorno e vedi che ci sono molti esponenti di associazioni provenienti da ogni dove, finanche da Taranto, Brindisi ed oltre, e cerchi (invano) il volto di qualche galatinese.
Tranne il solito pugno di amici attivisti, il cui numero non scomoda nemmeno le dita di una mano, capisci, un po’ sconsolato, che i concittadini di Galatina sono quasi del tutto assenti.
Vorresti immaginarli tutti in bicicletta per le strade del centro o in campagna, ma non ti riesce proprio in questa città bici-free (altro che Ogm-free appiccicata sulla cartellonistica). E temi che si saranno andati a cacciare in qualche centro commerciale, magari in quello di Surbo in attesa di quello nuovo di zecca da inaugurare e aspergere con acqua benedetta in Contrada Cascioni, ad un fischio da Collemeto.
Non c’è niente da fare: quando a Galatina parli di creato da difendere, i galatinesi capiscono reato da cui difendersi. E subito mettono mano alla pistola. Per puntarsela alla tempia.
P.S. Io preferisco il pittore(sco) e un po’ confusionario Tonino Baldari, la sua passione e la sua intransigenza nella lotta per la bellezza e la salute, rispetto ai perbenisti di facciata, sedicenti “moderati” in tiro, sprezzanti e sogghignanti come tante iene ridens.
mag112018
Nella mattinata di oggi, giovedì 10 maggio, la Regione Puglia ha confermato il finanziamento di 825.000,00 euro per il progetto di riqualificazione del Cavallino Bianco. Il processo è stato lungo e pieno di imprevisti, e Galatina ha rischiato la revoca del finanziamento, ma alla fine i fondi che si era aggiudicata arriveranno.
Il ritardo nell’avvio dei lavori è stato causato dai tempi lunghi impiegati dalla Stazione Unica Appaltante per la definizione della gara. Quando tutto sembrava procedere al meglio, e i lavori erano stati appaltati sotto riserva alla prima ditta aggiudicatrice del bando, la Provincia ha comunicato che l’impresa non risultava possedere i requisiti e quindi il RUP ha dovuto attivarsi revocando l’affidamento alla prima classificata, riaffidando i lavori alla ditta Alfa impianti SRL, sottoscrivendo il verbale di effettivo inizio lavori il 7 maggio. Con il secondo lotto di lavori appaltati, grazie al progettista e direttore lavori Architetto Enrico Ampolo, il Cavallino Bianco sarà completato, contrariamente all’originario progetto che prevedeva il lavoro complessivo diviso in tre tempi.
Oggi c’è stato l’incontro tra i funzionari della Regione e il comune di Galatina nelle persone dell’assessore ai lavori pubblici Loredana Tundo, l’architetto Nicola Miglietta e il RUP geometra Daniele Grappa, che con un verbale sottoscritto dalle parti ha confermato l’erogazione del finanziamento e il pagamento del primo 5%, avendo avviato regolarmente i lavori.
“L’iter per sbloccare questa situazione – afferma l’assessore Loredana Tundo – non è stato semplice, e ci ha visti impegnati per evitare che un finanziamento già assegnato andasse perso. Grazie al lavoro di tutti, grazie alla competenza dell’Arch. Nicola Miglietta e del RUP Daniele Grappa e a tutta la macchina amministrativa, il Cavallino Bianco finalmente avrà la sua ristrutturazione e potrà essere restituito alla Città entro il 28 febbraio del 2019”.
Ufficio Stampa Marcello Amante
mar032017
Il giorno 7 marzo 2017 a Lecce presso la sede della Provincia si terrà la “Conferenza dei servizi per il rinnovo dell’A.I.A. Colacem”. La notizia non è nuova, la novità è che questa volta un gruppo di cittadini, associazioni e comitati civici ha scritto al commissario prefettizio Guido Aprea, organo amministrativo di riferimento per il Comune di Galatina dopo le dimissioni del sindaco Cosimo Montagna, per sollecitare il Comune a prendere parte alla Conferenza dei Servizi fissata per il rilascio dell’A.I.A. alla Colacem, che per l’occasione ha avanzato la richiesta di innalzamento del suo camino principale di ulteriori dieci metri.
La società civile è rimasta del tutto sconcertata quando ha appreso la notizia che alla Conferenza dei Servizi tenutasi lo scorso 24 novembre 2016 nessun rappresentante del Comune di Galatina fosse presente, malgrado la cittadina rivesta un ruolo chiave in questa delicata fase.
I cittadini, hanno rammentato le preoccupazioni della comunità circa la situazione sanitaria ed epidemiologica del comprensorio, che vede alti livelli d’inquinamento dell’aria, confermati da dati allarmanti sull’incidenza di neoplasie nella zona compresa tra i comuni di Galatina, Sogliano e Cutrofiano, così come emerso dall’ormai noto Report “Ambiente e Salute” pubblicato nel 2016.
Il Comune di Galatina ha un obbligo morale e civico a partecipare alla suddetta Conferenza dei Servizi, potendo difatti formulare utili osservazioni e imporre talune prescrizioni a tutela della salute dei cittadini e della salubrità del territorio.
La reiterata assenza di un rappresentante del Comune di Galatina sarebbe vista come una grave mancanza e come un senso di abbandono da parte delle istituzioni verso i cittadini.
Si segnala la presenza di 49 punti di emissioni inquinanti dello stabilimento, di cui solo 1 (quello di cottura del clinker) dotato di monitoraggio, la presenza di un enorme deposito di carbone a cielo aperto (41.000 tonnellate su un’area di 1,4 ettari) che determina una ulteriore fonte di pericolose emissioni inquinanti. A questo si aggiunge il perdurante impiego di rifiuti nella produzione di cemento, tra cui le ceneri della combustione di centrali quale quella termoelettrica di Cerano che costituiscono un ennesimo rischio per la salute pubblica e dei i lavoratori del settore edile. Infine non è da trascurare l’effetto cumulativo delle emissioni dovuto alla presenza di altre sorgenti inquinanti quali le Centrali Enel, l’Ilva, e altre industrie insalubri che impattano sull’ambiente in maniera diffusa.
Al Commissario è stato dunque chiesto di dotarsi di tutti gli strumenti utili a vigilare con la massima efficacia sull’operato degli impianti industriali siti sul territorio comunale, avvalendosi del supporto di consulenti tecnici e di intraprendere anche azioni congiunte con le altre amministrazioni locali.
Con la stessa intensità si rivolge un appello preventivo alla classe politica e ai futuri amministratori affinché nei propri programmi elettorali e di governo non dimentichino la questione ambientale e sanitaria del comune di Galatina.
I rappresentanti delle associazioni e dei comitati cittadini:
Salento Km0
Associazione Bicivetta
set142012
All’incontro del 7 settembre scorso, oltre all’assessore ing. Andrea Coccioli, a farci da Cicerone c’era anche l’ing. Marcello Memmi, consulente e direttore dei lavori.
L’ing. Memmi, orgoglioso della sua creatura, in maniera garbata e puntuale, ri-portandoci negli spazi e negli ambienti di quella che ormai un’era geologica fa fu la nostra scuola elementare ci ha spiegato in dettaglio tempi e modi della ricostruzione quasi ab imis del manufatto, e poi ancora lavori eseguiti, accortezze, volumetrie, impiantistica, sistemi di sicurezza, qualità dei materiali, differenze tra il “prima” e il “dopo”.
Noi abbiamo ascoltato il tutto con molta attenzione, ponendo delle domande e ricevendo risposte più che adeguate.
L’opera ci è parsa molto bella, non c’è che dire. Sembra ci sia tutto l’occorrente (tranne un piccolo particolare di cui diremo), e sembra che davvero i lavori siano stati eseguiti a regola d’arte. Ma a ben guardare e a dirla tutta, ci sono alcuni piccoli dettagli – inezie se rapportate all’economia dell’intero edificium - che difficilmente sfuggono all’osservatore, pur distratto ma dai riflessi appena un poco più vivaci di quelli di un bradipo sedato.
Non sapendo da dove cominciare per prima, partiamo dall’alto. Ci riferiamo ai chiamenti del solaio, in particolare alle civature tra le chianche che ricoprono il lastrico solare. Questa copertura nuova di zecca sembra già bisognosa di un rifacimento, se non altro con spatola e pennello. Ma sì, anche i lastricati dei solai delle nostre case necessitano di un ripristino ogni due anni circa, e considerato che i lavori alla vecchia scuola elementare sono terminati da oltre un anno e mezzo, ci siamo quasi. Cosa sarà mai il dover provvedere ad un nuovo restauro prima ancora che la struttura venga inaugurata? Volete mettere l’ebbrezza di inaugurare, proprio qui da noi, la nuovissima tipologia di intervento in edilizia pubblica, il cosiddetto restauro del restauro, o restauro al quadrato? Che ci volete fare: a Noha siamo abituati a queste e a ben altre novità.
Sempre rimanendo sulla terrazza della vecchia scuola, si notano in tutto il loro splendore dei pannelli fotovoltaici (che, come diremo meglio nella quarta parte di queste note, per ora stanno riflettendo; nel senso che si sono presi una pausa di riflessione). Anche in questo caso ci pare che francamente si sarebbe potuto fare un piccolo sforzo in più, come per esempio sfruttare al meglio tutta la terrazza (e non una parte soltanto, tra l’altro utilizzata forse in maniera poco efficiente con tutti quegli spazi vuoti che certamente sarebbe stato meglio riempire con altre lastre fotovoltaiche, come ci pare che fosse previsto nel progetto).
Scendendo a valle del fabbricato, abbiamo osservato altre bazzecole qua e là sparpagliate. Una di queste è la zoccolatura in pietra leccese che per tre lati circonda in funzione protettiva la parte inferiore della parete perimetrale della scuola, per un’altezza pari a poco più o poco meno di mezzo metro. Non ci crederete ma questa zoccolatura, tanto per cambiare, è stata dipinta non si sa bene se a tempera o con altra pittura sintetica. Cos’è che non va? Semplice: la vernice di questo battiscopa esterno sta scoppulandu anzitempo. Chissà chi sia quello scienziato che si fa pure chiamare mesciu che anziché star fermo con le mani s’è munito di secchio di vernice e pennello (rimane il dubbio se si tratti di un pennello grande o di un grande pennello) per dare una mano di tinta. Ma come si fa a far capire una buona volta, anche e soprattutto agli addetti ai lavori, che la fisionomia autentica delle opere in pietra leccese è quella che è data dalla pietra stessa, senza alcuna tinteggiatura di qualsiasi genere (e men che meno monocromatica)?
Questo fatto c’induce ad una breve digressione. Qualche annetto fa, anche la facciata di uno dei più importanti monumenti nohani, nonché le colonne tortili di seicentesche are ivi contenute, in nome di un “restauro a tempi da record” portato avanti dagli “uomini del fare” (quello che gli pare), furono ricoperti da una mano (sacrilega) di vernice, “però color pietra leccese”. Per il bene di tutti, e senza peli sulla lingua com’è nostr’uso, facemmo presente a committenti e maestranze che non era il caso…
A dire il vero, per fortuna si corse ai ripari in tempi ragionevoli, ed alla fin fine fu pure fatto un buon lavoro. In compenso, anziché essere lodati e ringraziati ogni momento per aver fatto notare quello che stava per diventare uno scempio (errare humanum est, perseverare ovest) fummo scomunicati per lesa maestà secondo il più classico dei processi sommari (o somari?). Ma questa è un’altra storia.
Antonio Mellone
set162012
Ritornando alla nostra bella (ma ancora addormentata) scuola, non si può non evidenziare un altro paio di inezie: quisquilie, le abbiamo definite, rispetto alle enormità di cui parleremo nella quarta (ma non ultima) parte di questi scritti.
Un’altra di queste bazzecole è rappresentata dai bianchi infissi in alluminio (o PVC, o qualcosa del genere). Pare siano all’avanguardia, con tanto di tenuta ermetica, isolamento termico, vetrocamera doppia, guarnizioni a prova di piogge monsoniche, alluvioni, tempeste tropicali, e funzionali addirittura al comfort acustico. Sennonché una delle cose che salta subito anche all’occhio più distratto (o lesso) è questa. Come mai questi serramenti, belli, nuovi, stupendi, spettacolari, all’ultimo grido (appunto), non sono dotati di imposte (cioè ante, o scuri, o persiane)? Se si volesse cioè proiettare in pubblico qualcosa su di uno schermo – tipo un film o una lezione - come si fa a ricreare il buio necessario? Forse sarà previsto (ma non lo si sa ancora: è un segreto) che il centro sociale funzioni soltanto di sera, previo spegnimento di tutte le luci pubbliche e private ubicate nel raggio di un paio di chilometri dalle vecchie scuole elementari di Noha. Potrebbe essere, ma c’è il rischio di una luna troppo luminosa.
Chissà se tra le attrezzature e gli arredamenti (a proposito, siamo ancora in attesa della famosa lista che l’assessore Coccioli s’era impegnato di inviarci) sono previste le imposte per quelle meravigliose finestre? O forse che le “imposte” sono quelle che dovremo sborsare ancora una volta noi cittadini per ovviare a questa sorta dimenticanza? Ma sì, potremmo coprire ermeticamente i vetri delle finestre con dei giornali (magari con “il Quotidiano di Lecce” – è l’unica funzione per cui crediamo sia stampato) con tanto di scotch e di nastro isolante. Vuoi mettere il divertimento ogni volta? E poi quel che conta non è che si veda, ma che si senta.
E a proposito di sentire, chissà se sono previsti, oltre ad un minimo sindacale rappresentato da sedie e scrivanie ed un proiettore, anche degli impianti sonori (microfoni, altoparlanti, amplificatori) per quell’aula magna di 120 mq, o se invece tra le caratteristiche da richiedere al relatore di turno non ci sia quella delle tonsille da tenore o soprano, mentre a tutti i partecipanti ai convegni verranno distribuiti degli apparecchi auricolari a cura dello sponsor ufficiale – bisogna pur trovarne uno – come potrebbe essere la Amplifon? Anzi si potrebbe far così: l’oratore incaricato, se proprio volesse venire a conferire con i nohani, dovrebbe portarsi dietro, come minimo, microfono e cassa acustica (la prolunga con un po’ di sforzo potremmo pure mettercela noi).
Ve lo immaginate un Carlo Rubbia (o un Umberto Eco, per dire) che fa il diavolo a quattro pur di presentare la sua lectio magistralis nella nostra scuola di Noha testé restaurata, e noi che, sdegnati, lo rimandiamo indietro sol perché ha scordato di contattare (lui, non noi) il service per l’amplificazione? “Nossignore, senza quei marchingegni qui non se ne fa nulla”.
E che il tizio non si azzardasse a voler proiettare su di uno sfondo bianco la lezione preparata in Power Point. Ma chi si crede di essere questo qua? Un professorone? Se ne stesse a casa sua, ché noi stiamo bene così.
* * *
E, in questo viaggio tutt’altro che virtuale presso la nostra scuola terminiamo questa puntata sul marciapiede (c’è il rischio che sul marciapiede ci finisca un’intera comunità). Orbene, non so se avete avuto modo di dare un’occhiata o di camminare sui marciapiedi che circondano per tutto l’isolato quella scuola. Qualcuno potrebbe pure averci dato un’occhiata, ma di sicuro nessuno ci avrà potuto camminare. Dire che quei marciapiedi sono pericolosi è dire poco: sconnessi, pieni di buche, e con mattoni sollevati, rotti, ondulati a mo’ di cunette e dossi. Il mite ingegnere Memmi ci ha riferito che “non era nel capitolato il rifacimento del marciapiede perimetrale”. Certo Ingegnere. Ma crediamo non fosse nel capitolato nemmeno il fatto che l’impresa che per questo bel lavoro pubblico sarebbe stata remunerata con 1.300.000 euro di soldi nostri dovesse rompere i marciapiedi (e non solo quelli perimetrali) per poi lasciarli in balia della trascuratezza, come si dice, fregandosene bellamente. Chi li avrebbe ridotti in quello stato? Mia nonna? Le prove di questo sono inconfutabili, caro ingegnere, e le capirebbe anche un bambino di scuola elementare. Appunto.
Antonio Mellone