Nel silenzio politico da parte della Provincia di Lecce e senza che vi sia una pianificazione regionale, le terre del Salento leccese, anno dopo anno, si stanno trasformando in un gigantesco polo industriale nazionale per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti speciali, pericolosi e non.
Un territorio che nelle previsioni del Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani (PRGRU) individua come fabbisogno di trattamento del rifiuto biodegradabile per la provincia di Lecce 100.000 tonnellate/anno, vede ammontare a circa 3.000.000 di tonnellate annue (t/a) la quota di rifiuti, pericolosi e non, accolti e processati negli impianti di trattamento e stoccaggio rifiuti se si aggiungessero anche i nuovi mega-impianti industriali in attesa di autorizzazione presso la Provincia di Lecce e quelli in progetto. Pendono come macigni sulla testa e sulla salute dei cittadini: discariche, una per tutte la discarica di Corigliano d’Otranto, posta sulla falda freatica che disseta tutto il Salento; rischio di incenerimento di rifiuti (CSS) presso cementificio Colacem a Galatina; nuovi impianti per rifiuti speciali e per grandi e nocive centrali a biogas (se ne contano almeno 10); richieste di aumento di capacità degli impianti di rifiuti già esistenti.
Questo è il drammatico dato reso noto dalle associazioni salentine a tutela della Salute e dell'Ambiente, che promette di aumentare. A pagare il prezzo più alto sono i cittadini di Galatina, dove, a quasi 80 anni di attività del cementificio che ha avuto il via libera dal Presidente Emiliano di bruciare CSS, mostra, secondo i dati di Puglia Salute, dati epidemiologici e un quadro sanitario estremamente allarmante. Il cuore insalubre del Salento sembra essere proprio la Zona Industriale - ZES Galatina/Soleto: qui si concentra un numero impressionante di opifici industriali di prima classe (che dovrebbero per norma essere tenuti essere lontani dalle abitazioni) dannosi alla salute, attivi da anni: l’imponente cementificio Colacem, una fonderia, una zincheria, bitumifici, aziende di rifiuti, e solo da questi impianti la quantità di rifiuti processati e prodotti raggiunge ben 800.000 t/a, di cui la metà inceneriti da Colacem.
Non a caso Galatina ed il suo hinterland è indicata, come confermato dal registro dei Tumori di Asl pubblicato lo scorso anno, tra le città con i picchi di patologie tumorali più alti rispetto agli altri comuni del circondario; situazione gravissima emersa nello Studio Protos (Studio caso-controllo sui fattori di rischio per tumore polmonare in Provincia di Lecce), in cui risulta la persistenza di un’area cluster per tumori polmonari maschili nel Salento centro-adriatico corrispondente ai Comuni del circondario Colacem.
Cosa accadrebbe a Galatina se, oltre a questo, la Provincia di Lecce autorizzasse i mega-impianti di rifiuti e l’amministrazione comunale desse seguito all'insana proposta annunciata dal governatore Emiliano di bruciare rifiuti (CSS, combustibile solido secondario derivato dalla lavorazione dei rifiuti urbani) nel cementificio?
Al fine di approfondire l’argomento e individuare forme di mobilitazione cittadina, le associazioni:
Forum Amici del Territorio E.T.S, ISDE-Medici per l’Ambiente, Associazione Medici per l’Ambiente, sezione di Lecce, A.I.R.S.A. (Associazione Indipendente Ricerca Salute e Ambiente), Coordinamento Civico Ambiente e Salute Prov. di Lecce, NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina (Le), Forum Ambiente e Salute – Lecce, Nuova Messapia di Soleto (Le), Natural-mente No Rifiuti di Collemeto, Galatone Bene Comune, Salento km0, Zero Waste Italy
organizzano un incontro pubblico dal titolo:
“EMERGENZA SANITARIA A GALATINA: NO A NUOVI IMPIANTI DI RIFIUTI E AL CEMENTO”
che si terrà Mercoledì 26 Giugno 2024 ore 19:00 presso Villa Comunale a Galatina
NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina (Le)