Nella mattinata di ieri la giunta regionale della Puglia ha approvato, nell'ambito del ddl "omnibus", l'anagrafe pubblica degli impianti da fonti rinnovabili, sulla base di un accordo che ha coinvolto Anci e Upi e che prevede il trasferimento da parte di Comuni e Province di tutti i dati in loro possesso, relativamente a Dia e Via, sul sistema informativo regionale (SIT).
Segnalo quindi quello che è un primo, significativo, approdo di un momento di lotta partito con la mozione del 20 giugno 2010 dell'assemblea costituente dell'associazione radicale Save Salento, che ha fatto dell'anagrafe pubblica degli impianti FER un obiettivo strutturante della sua presenza sul territorio. Impegno implementato dall'adesione di diverse associazioni, tra cui spicca il Forum Ambiente e Salute - Salento e, infine, rafforzatasi con la decisione da parte di diverse forze politiche, in primo luogo il gruppo consiliare regionale dell'Udc e di altre forze riconducibili all'IDV, di sostenere la richiesta di costituzione di un'anagrafe anche attraverso la presentazione di disegni di legge.
Non intendo tuttavia in questa semplice mail ringraziare o esercitare riconoscimenti di sorta, riconoscimenti che evidentemente andrebbero indirizzati anche a chi, penso ad Angela Barbanente, dall'interno della giunta regionale si è mostrata convinta della necessità dell'anagrafe o soprattutto a chi, come molti tra voi, hanno posto in essere in lavoro silenzioso e costante a suffragio dei nostri temi.
Intendo avvertire invece che ci riserviamo il giudizio sull'adesione di questa anagrafe approvata dalla giunta a quelli che sono i nostri obiettivi caratterizzanti. Ovvero non una semplice mappatura di tutto ciò che è stato costruito sul territorio, cosa che evidentemente è pure di una qualche utilità, ma soprattutto anagrafe come strumento di democrazia e di accesso diretto attraverso la rete agli atti ambientali relativi ai progetti e agli iter autorizzativi. Tanto richiedono questioni di trasparenza, tanto richiedono esigenze di legalità e di sgombero dalle fonti rinnovabili di presenze criminali, di masnadieri, dello sfruttamento disumano del lavoro nero e immigrato, e della stessa approssimazione con cui molte volte Comuni, Province e Regione dispongo impatti devastanti sul territorio.
Ci pronunceremo non appena verrà pubblicato il testo.
Antonio Bonatesta
segretario Save Salento