nov242010
Di seguito il comunicato stampa del comitato di Cutrofiano che annuncia la loro prima battaglia vinta contro la guerra del fotovoltaico agricolo che sta distruggendo il nostro territorio.
PRIMA VITTORIA DEL COMITATO NELLA LOTTA CONTRO IL FOTOVOLTAICO SU SUOLO AGRICOLO
Il “Forum Amici del Territorio” è lieto di comunicare a tutta la cittadinanza, che in data 23 novembre 2010, la società Fotowatio presente nei tre mega impianti fotovoltaici di 108 ettari, rinuncia alla realizzazione del suo progetto di 32 ettari.
Per questo primo successo si ringraziano:
- gli oltre 1.300 Cittadini, che hanno sottoscritto la petizione popolare proposta dal Comitato;
- il Consiglio Comunale che ad unanimità ha espresso parere negativo alla realizzazione degli impianti industriali fotovoltaici;
- le associazioni “Italia Nostra”, “Forum Ambiente e Salute”, “Save Salento”, e “Comitato di Noha ”, per il loro sostegno.
Il Forum, soddisfatto di questo importantissimo risultato, rimarrà vigile e continuerà la sua azione di contrasto a tutti i progetti di impianti industriali fotovoltaici su suolo agricolo.
Il Presidente
Gianfranco Pellegrino
Ecco invece il comunicato con il quale la Fotowatio rinuncia ufficialmente alla realizzazione del parco fotovoltaico a Cutrofiano
Commenti
Se non siamo uniti noi di Noha non vinceremo mai. E ci faremo coprire da pannelli fotovoltaici, da eternit, da scorie, da asfalto, da cemento, da rifiuti, e compagnia cantando. Stiamo aspettando che gli altri facciano qualcosa per noi? Stiamo aspettando che le nostre autorità civili, religiose e militari si muovano in questo senso?
Campa cavallo.
Ciao Antonio,
oltre a tutto quello che sta succedendo nel nostro bel salento, si aggiunge la decisione di ieri da parte della Puglia di accogliere un pò di spazzatura campana: BEN 5 MILIONI DI TONNELLATE. L'unica regione che ne riceverà una quantità così enorme. Più della metà delle altre regioni hanno detto di no, altre invece riceveranno all'incirca 150 tonnellate, noi 5 milioni. Siamo noi considerati spazzatura d'Italia.
Cittadini anche dai comuni vicini in corteo a Casarano contro il progetto di centrale a biomasse di Italgest. "Un crimine contro ambiente e salute pubblica", secondo la Lilt e attivisti di Legambiente
CASARANO - Visto dall’alto, a bordo di un aereo, il Salento è una chiazza sfocata di smog. E a peggiorare la situazione ci si mettono nuovi progetti industriali di sfruttamento delle energie cosiddette “rinnovabili”, come la centrale a biomasse che il gruppo Italgest “minaccia” di costruire a Casarano.
“Minaccia” è propriamente l'unico termine che diversi cittadini di Casarano e dintorni riescono ad utilizzare quando si parla della centrale “Heliantos 2”. Per molti, un potenziale danno all'ambiente e alla salute pubblica su cui si prepara battaglia all’interno della stessa amministrazione comunale della città.
E intanto, oggi, la cittadinanza si è mobilitata per ribadire i motivi del “no” al progetto, organizzando un corteo per le vie di Casarano cui hanno aderito numerosi sindaci di comuni salentini, gruppi politici e varie associazioni da Legambiente alla Lilt fino a Cittadinanza attiva.
Dal palco allestito proprio di fronte alla sede del comune, Giuseppe Serravezza, presidente della Lilt di Lecce, ha ribadito l’incidenza delle neoplasie tumorali nel territorio salentino, derivanti “all’80 per cento dall’inquinamento prodotto da centrali di questo tipo e dalle conseguenti emissioni di idrocarburi, metalli pesanti e Co2”.
“Non passa giorno che l’Unione Europea non ci intimi di ridurre gli allarmanti livelli di inquinamento nella nostra Regione – ha continuato Serravezza -. Fino a venti anni fa, nel Salento non si moriva di cancro. Ora il trend rispetto al nord d’Italia si è totalmente invertito”.
“Non è giusto e non ha senso parlare di energia pulita”, ha sottolineato Maurizio Manna di Legambiente Lecce “per una centrale che importa oli
“Non è giusto e non ha senso parlare di energia pulita”, ha sottolineato Maurizio Manna di Legambiente Lecce “per una centrale che importa oli provenienti dall'Africa per bruciarli qui, nel Salento, in un territorio già vessato dalla presenza di impianti come la Colacem e Cerano”.
E la protesta stessa non ha orIgine nel pregiudizio contro le energie alternative, giacché le centrali a biomasse “sono accettabili se si ragiona in termini di piccoli impianti a filiera cortissima, che non aggiungono il danno ambientale dei carburanti usati per il trasporto della materia prima”, ha precisato Manna.
Le preoccupazioni verso Heliantos 2 sono ad ampio raggio e riguardano anche l’eventuale approvazione del progetto che, a differenza di quanto accaduto a Lecce per la centrale gemella del gruppo Italgest, creerebbe un precedente scomodo per analoghi piani industriali (vedi la centrale a biomasse di Cavallino).
“Undici consiglieri hanno già richiesto la convocazione urgente di un Consiglio comunale per bocciare Heliantos 2”, ha spiegato Remigio Venuti, consigliere del Partito democratico. “Ci auguriamo che questo avvenga prima del pronunciamento della Regione in conferenza dei servizi. E’ inaccettabile, infatti, che il comune di Casarano non abbia ancora assunto una propria posizione sulla vicenda”.
Su tutto è pesata l’assenza davanti al palco di Paride DeMasi, presidente del gruppo Italgest, che proprio ieri aveva garantito la propria partecipazione al corteo per ribadire la bontà del progetto contro chi “mistificando la realtà, pensa di giocare con l’emotività della gente”. In realtà, era presente altrove, in città, con una contromanifestazione, insieme ai dipendenti dell'azienda.
“Abbiamo partecipato alla manifestazione contro l’impianto a Casarano verificando quello che sapevamo da tempo, i soliti e pochi noti a presenziare insieme a qualche rappresen
Abbiamo partecipato alla manifestazione contro l’impianto a Casarano verificando quello che sapevamo da tempo, i soliti e pochi noti a presenziare insieme a qualche rappresentante di altri paesi solo in piazza San Domenico. Non sono riusciti nemmeno a fare un corteo stante l’esiguità del numero dei partecipanti”, commentano dal Comitato per lo sviluppo di Casarano. “La maggioranza silenziosa dei cittadini casaranesi non si lascia prendere in giro dalle continue comunicazioni eco-terroristiche che tanto stanno inquinando il clima in città”.
“Veleni politici e diatribe da cortile non possono mortificare la voglia di sviluppo della gente perbene della città. Noi che eravamo presenti abbiamo visto avvicinarsi e partecipare al nostro gruppo numerose persone che spontaneamente hanno manifestato la loro solidarietà. D’accordo con le forze dell’ordine – concludono - ci siamo poi spostati per permettere la libera manifestazione del corteo”.
Marina Schirinzi
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