Arriviamo alla fine di questo percorso a ostacoli con il cenno fatto dalla probabile ri-novella Sindaco al famoso comparto D7 o quel che è, vale a dire quella trentina scarsa di ettari di campagna da adibire a Mega-porco commerciale, voluto anche, soprattutto direi, da quel Pd che “è la mia casa, la mia famiglia” [l’ha detto lei, eh].
Pare che vogliano farlo partire in qualche modo, ‘sto comparto con coordinate da battaglia navale (insieme agli altri s’intende), ma stavolta non come Centro Commerciale (che avrebbe prodotto secondo gli scienziati locali del tempo, primi fra tutti dunque i “compagni”, non meno di 200 posti di lavoro, anzi 300, mi voglio rovinare), ma come “qualcosa d’altro” (immagino che lo verremo a sapere a breve grazie ai succitati muri parlanti che, visto il livello, molto probabilmente si esprimeranno in termini di Galatinaland). Lasciarla intonsa quell’area, dico quel suolo agricolo, manco a parlarne. Tanto ora che l’Ucraina vincerà finalmente la guerra grazie alle armi italiane esenti da Iva il grano e gli altri cereali li riceveremo in abbondanza direttamente da Kiev, sicuramente a prezzo di favore, e magari scortati dal battaglione Azov.
Infine una carezza alle frazioni, definite dalla Sandra Sindaco “Il Nostro Faro”. Quasi mi commuovo. Insomma la guardiana del farò a un certo punto parla di comunità energetiche. E io – che ingenuo – pensavo che le frazioni avessero già dato in termini sia di “transizione” che di “energetica” (o forse era transazione) con quelle centinaia di ettari di pannelli fotovoltaici schierati per esempio intorno a Noha come un plotone d’esecuzione. Dite che prima abbiamo scherzato e che ora si faccia sul serio? Ma sì, basterebbe un bell’impiantino di compostaggio anaerobico di qualche migliaio di tonnellate di rifiuti organici (chissà se Sandra, parlando di frazione, non intendesse proprio quella umida) per la produzione del famoso biogas (con il bio davanti tutto s’illumina d’incenso) e il gioco è fatto. Le grandi imprese non aspettano altro, pronte come sono a venderci il pacchetto (o il pacco) chiavi in mano. È capace che con il biogas a km0 diventiamo del tutto indipendenti dagli idrocarburi russi (come del resto qui nel Salento lo siamo da un pezzo in termini di gas grazie a Tap, o no?). Magari, visto il sodalizio Progressista con i 5 Stelle, si potrebbe pure pensare a una mini-centrale atomica portatile, dico quelle di quarta o quinta (ne ho perso il conto) generazione, se no come fai a trasformare l’utopia in fantascienza.
Ci sarebbe tanto altro da aggiungere, tipo il Punto essenziale ovvero esiziale sulla “raggiungibilità di Galatina” (che come noto è città abbarbicata sul cucuzzolo di una montagna impervia), onde dovremmo aspettarci qualche altra bella rotonda e non so più quanti nuovi ponti o sottopassi o circonvallazioni, rigorosamente green, puntualizziamo, in nome della Rigenerazione Urbana, della Resilienza e giacché pure della Coesione Sociale. Quando si dice una città Smartata.
Non mi è tanto chiaro invece il Punto sulla Cultura, e la sua chiave di lettura. A un certo momento della conferenza stampa la padrona di Casa Antonica, sarà stata l’emozione della seconda volta o forse la stanchezza per tutte quelle domande giornalistiche così ficcanti, ha iniziato a parlare (credo) di “élite”, ergo (immagino) di “elitismo”, ma continuava a proferire il lemma “etilismo” o “etilitarismo” o qualcosa del genere [ascoltate la registrazione, s’il vous plaît, prima di ri-stracciarvi le vesti e dunque ri-crocifiggermi]: sicuramente avrò capito male io, oppure l’audio in quell’attimo ha invertito l’ordine di successione dei fonemi provocando una metatesi. Sarà più precisa, suppongo, alla prossima conferenza (dei servizi).
Avrei qualcosa d’altro da aggiungere, se non fosse che rischio di dedicare molto spazio alla Sandra Sindaco, trascurando gli altri tre concorrenti che chissà quanto fremano, scalpitino e friggano per veder pubblicato un articolo uno sulle loro gesta eroiche, diverso dai comunicati stampa redatti dalle loro rispettive Bestie (pare si definiscano così i consulenti assoldati dai politici per le campagne elettorali). E non vorrei che mi denunciassero per omissione di discorso, vale a dire di assenza di articoli sul loro operato, o meglio pensato. Oggi come oggi c’è da aspettarsi di tutto.
Qui mi basti concludere chiedendo venia se non ho fatto cenno agli altri numerosi Punti del programma sandrigno, ma credo che quelli summenzionati siano sufficienti, uniti tra loro con un tratto di penna, a darci un’idea del disegno diciamo politico che apparirà.
In conclusione vorrei solo ricordare che la conferenza stampa oggetto di queste note si è svolta nella sala di un noto bar cittadino, tappezzato, ecco, di tutto Punto. Mo’ non chiedetemi se fosse il bar dello sport, ché certi dettagli sfuggono anche al più acuto osservatore nohano ancora a piede libero. Testimoni oculari (e olfattivi) asseriscono che nell’aere s’avvertiva un inebriante profumo di brioches.
Probabilmente quelle di Maria Antonietta.
Antonio Mellone