Grazie Marcello. Con quelle foto che hai pubblicato sul sito di Noha, mi hai fatto ricordare ancora una volta i miei 51 anni di Sacerdozio. Mi hai fatto rivedere prostrato e disteso a terra davanti all'altare, con in me tanta calma, tanta quiete, tanta pace, e anche tanta emozione.
Mi ero preparato con tanti anni di studio, tanti sacrifici. Ma ora non ero più il “tal dei tali”, non ero più io, ma Sacerdote di Cristo e per sempre, per la Chiesa e per le Missioni. Quel 18 marzo lo ricordo come una giornata di emozioni e di commozione intensa.
Poi mi hai ricordato la giornata memorabile del lunedì di Pasqua a Noha: 3 APRILE 1961.
Il vecchio Parroco, don Paolo, venne a casa a darmi il suo abbraccio ora fraterno. Fu il primo e anche l'ultimo. L'anno dopo infatti morì.
Tu eri accanto a mamma che ti teneva per mano, perché, birichino, di appena sei anni, avresti potuto combinare una delle tue.
Ricordo la festa di quel giorno ben organizzata, al di là di ogni mia aspettativa.
Ero emozionato e mi resi subito conto che in quel giorno non sarei stato capace di dire una parola. Ricordo la chiesa gremita di gente: al mio arrivo tutti cantavano.
Poi la Messa solenne, la prima che celebravo in questo tempio dove ero stato battezzato, dove avevo imparato a conoscere e ad amare le cose di Dio.
Durante la Messa ebbi la gioia di dare la Comunione a papà e mamma e ai parenti. C'era pure il nonno, tanto anziano, ma ancora là, a vedere il mio sogno realizzato. Per nonna celebrai una messa di suffragio. Il Signore l'aveva chiamata a sé dopo anni di sofferenza, paralizzata in un letto solo tre anni prima. Quante gioie, quante soddisfazioni che mi ripagavano le sofferenze e le rinunce di tanti anni di impegno!
51 anni sono una vita. Quanti volti ho conosciuto. Quanti fratelli ho incontrato in Canada, in Kenya, in Etiopia, in Italia. Quanti cammini incrociati. Quanti consigli elargiti. Quante famiglie salvate. Quanti giovani recuperati. Quante difficoltà superate, ma anche quante lacrime versate per le situazioni che superavano le mie forze, facendo i conti con la libertà di adesione dell’uomo.
Ringrazio il Signore perché attraverso il Sacerdozio ho assaporato la tenerezza, l’amore, la paternità di Dio.
In questi 51 anni di servizio nella Chiesa per le Missioni molteplici sono state le attività pastorali, condotte spero con umiltà, devozione, fermezza e spirito evangelico, pur di seminare il bene là dove l’ubbidienza mi ha chiamato.
Credo che per questo mi sono sempre sentito amato e rispettato, diventando punto di riferimento e confidente.
Tanto volte la gente mi ha cercato per un consiglio, un incoraggiamento, una stretta di mano, una preghiera.
Nel nome del Signore ho cercato di portare consolazione, unione, serenità, pace.