Ci avviamo all'ennesimo congresso, il congresso è un'assemblea di persone iscritte al Partito che decidono quali debbano essere: la direzione ideologica, i metodi pratici, le idee e le gambe su cui devono camminare queste benedettissime idee.
Il fulcro di questo processo sono proprio le idee.
Prima di affrontare il nocciolo più grosso, quello delle idee, rammentiamoci la storia di come ci siamo arrivati a questo congresso. Il congresso si è reso necessario dopo una sconfitta elettorale clamorosa, netta, che ha portato alle dimissioni di un segretario chiamato Matteo Renzi, ogni segretario che c'è stato in questo partito ha avuto sempre una sua squadra, un gruppo di persone che il segretario ritiene di fiducia. Dalla nascita dei partiti, dall'epoca della DC o del PCI, ci sono sempre state le correnti, correnti che possono essere di pensiero o di opportunità, è del tutto normale che ci siano, in un gruppo eterogeneo di esseri pensanti, la ricchezza di pensiero è rappresentata proprio da quella bella diversità.
L'abilità del segretario è quella di saper fare sintesi, di integrare opinioni diverse, di far convivere pacificamente tutte le anime in essere.
Il segretario ha questa priorità: la declinazione delle idee, non solo in senso teorico, ma anche pratico e geografico.
Un buon congresso deve dare la giuste risposte.
Ma quali sono le giuste domande?
Me ne sono venute in mente alcune:
Queste sono alcune delle migliaia di domande che potremmo farci.
Per quanto sia talvolta impegantivo, le assemblee sono una vera forma di democrazia partecipativa che può contribuire al cambiamento.
Questa storia della rete, è una bufala. Il populismo è una malattia, lo stadio precedente a qualsiasi dittatura, è il tripudio dell'incompetenza sotto gli occhi di tutti, e non ce lo meritiamo, cari amici.
Detto ciò, questo PD è ancora vivo, ci piace perché è un luogo in cui si discute, ci si fanno delle domande, e ancora proviamo a darci delle risposte.
Siamo abituati a pensare che il PD sia un blocco fisso, immobile, niente di più sbagliato, forse dovremmo immaginarlo come un autobus che può prendere direzioni diverse, ma il bello è che possiamo deciderlo insieme dove andare.
Se non volete solo stare a guardare, se volete contribuire al cambiamento, se credete che si possano spegnere i pc o gli smartphone, che si possano incontrare delle persone con cui si può discutere in maniera aperta, se entriamo nell'ottica che per avere i migliori politici, abbiamo bisogno dei migliori cittadini, diamo vita al tesseramento, ricordando che gli assenti, non hanno mai potuto fare la storia, possono solo giudicarla, a posteriori.
Saremo anche dei sognatori, possiamo anche essere stati perdenti, ma ci proviamo, ci siamo, perché il futuro lo possiamo solo costruire noi.
Ma soprattutto, credo che questa sia la migliore occasione per rispondere alla domanda delle domande, al quesito che vi ha privato del sonno e della fame:
e allora il PD????!!!!
Il PD, si mette in discussione, un'altra volta.
E voi?
Alice De Benedetto
Coordinatrice del Circolo del PD di Noha
Giovedi 15 Novembre, alle ore 18.30, Giovanni Leuzzi presenterà il suo capolavoro. Si tratta di Repútu pe lle chiazze salentine, lamento funebre per le piazze rurali del Salento, edito da Mario Congedo editore. Lo farà insieme a Gianluca Palma, un giovane sognatore errante sensibile alla bellezza.
Seguiranno degli omaggi musicali a cura di Roberto Vantaggiato e Enzo Marenaci (cantastorie del Salento), Marina Leuzzi (Cardisanti).
Il poema in ottava rima e in rigoroso dialetto salentino, che utilizza a pretesto narrativo una divertente storia paesana, fotografa, con i toni e registri più diversi e seguendo il libero andare della memoria, il rapido e per molti versi catastrofico diluirsi, in un nulla ancora indistinto, della millenaria civiltà contadina; una civiltà che nei centri rurali del Salento aveva realizzato, pur in un quadro diffuso di povertà, sfruttamento ed ingiustizia, straordinari risultati di risposta ai bisogni collettivi, di socialità ed identità culturale.
Le piazze di quei paesi, che negli ultimi anni sono state oggetto di importanti rifacimenti strutturali ed estetici dagli effetti spesso scenografici, perduta ogni funzione economica e sociale, oggi si presentano come spazi vuoti di presenza umana, freddi, senza storia, senza anima e memoria e ormai da decenni attendono nuova linfa e nuova vita, che sarà, se mai, del tutto diversa da quella di un passato leggendario ed irripetibile.
L’ottava rima, con la musica e le cadenze sue proprie, poggia sulla strepitosa padronanza di una lingua che, già grande di suo, si è strutturata nei secoli con scambi, arricchimenti ed imprestiti i più diversi, consentendo al popolo del Salento straordinarie capacità espressive, comunicative e creative; lingua che nel poema è strumento formidabile per il disegno di quadri, situazioni e personaggi, lo sviluppo del pensiero e del racconto, il dipanarsi di nostalgiche ricostruzioni e di ironiche, ma spesso amare e desolate invettive, tutte giocate tra il semiserio rimpianto del passato e la icastica condanna del presente.
Giovanni Leuzzi, laureato in Lettere Classiche, già docente nelle Scuole Superiori, da sempre impegnato in politica e per lunghi anni consigliere e vicesindaco di Cutrofiano, ha operato tutta la vita tra politica e cultura, privilegiando, oltre che importanti percorsi storico-letterari, la conoscenza e l’indagine sulla storia del Meridione e del Salento, sulle varie espressioni della cultura locale (arte, musica, religione), sulle evidenze linguistiche, espressive e documentali della macroarea griko-salentina.
Anche l’approdo recente a prove poetiche in dialetto salentino è nello stesso tempo conferma e sviluppo di tale impegno, vissuto e perseguito con costante passione.
Levèra
via Bellini 24 - Noha (Galatina)