Ci sono settimane in cui la congiunzione astrale (ovviamente non ci credo) ti permette di riuscire a far tutto: oltre al resto, leggere un libro, andare al cinema, frequentare un teatro e scrivere un pezzo per i tuoi quattro lettori tendenti a uno.
La scorsa settimana, per esempio, non solo ho partecipato al sublime spettacolo teatrale su Giulio Cesare Vanini: “Il più bello e il più maligno spirito”, a cura della compagnia Alibi presso Levèra di Noha (lasciatemelo dire: uno tra i circoli culturali più attivi del Salento, che dico, di Puglia) e visto al cinema il mirabile remake “A star is born”, con Bradley Cooper e Lady GaGa, ma ho letto d’un fiato anche tre libri.
Certo, non sto parlando di tre dei sette ponderosi tomi della Recherche di Proust, per quelli ci avrei impiegato un po’ di più, ma di tre volumi meno inabbordabili ancora caldi di torchio, come “Il giro dell’oca” di Erri De Luca (di questo autore non riesco proprio ad attendere le edizioni economiche, questa volta di Feltrinelli), “So che un giorno tornerai” di Luca Bianchini (chiedo venia, ma come diceva quello semel in anno…), ma soprattutto “Il patto sporco” con Nino Di Matteo a cura di Saverio Lodato (Chiarelettere).
Vorrei soffermarmi un attimo su quest’ultimo scorrevolissimo trattato, di cui consiglio vivamente la lettura. Come qualcuno di voi sa, benché giornali e tv abbiano dato la notizia un po’ sottotono, il 20 aprile 2018 la Corte d’assise di Palermo ha pronunciato una sentenza di condanna (in primo grado) alla fine del lungo processo sulla Trattativa. Nonostante anni di delegittimazioni, silenzi, depistaggi, derisioni, intimidazioni e mistificazioni contro Nino Di Matteo e gli altri inquirenti da parte di tanti buoni a nulla ma capaci di tutto, inclusi politici, istituzioni, giornalisti e (addirittura) magistrati, si è giunti finalmente a un primo importante verdetto giudiziario, con il quale, motivate in 5.252 pagine, si infliggono pene a mafiosi ma anche a uomini dello Stato. Ora spero che una buona volta si riesca a capire il fatto che gli esponenti delle istituzioni non erano accusati per il fatto di aver “trattato” (nessuno infatti era imputato per questo), ma per il reato di “minaccia a corpo politico dello Stato”: insomma i mafiosi, di aver minacciato quei governi, eseguendo stragi (a Roma, Milano e Firenze, e prima ancora a Capaci e a Palermo) e consumando minacce accompagnate da richieste e papelli volti a influenzare le decisioni degli organi dello Stato; gli uomini delle istituzioni, per il medesimo reato ma a titolo di concorso.
Non è stata ancora scritta la parola Fine a questa storia tremenda: si è solo usciti da un pantano insidiosissimo, e il cammino è ancora lungo. Ma nell’attesa della verità definitiva, mi sia permesso di sentirmi un pizzico orgoglioso per aver partecipato insieme ad altri alla manifestazione del 14 novembre 2015 in piazza Santi Apostoli a Roma al fine di rompere il muro di omertà e vigliaccherie intorno alla figura del magistrato Nino di Matteo; come sono altrettanto orgoglioso per la dedica vergata da Salvatore Borsellino sul libro “Paolo Borsellino e l’agenda rossa”, donatomi dallo stesso fratello di Paolo circa un anno fa. Anche questo, perché no, mi sprona ad andare avanti e a non smettere di scrivere parole, benché contrarie o critiche o addirittura satiriche contro ogni forma di bullismo ecologico, politico o di qualsiasi altro genere.
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La cultura è importante (e, come canta Mino De Santis, “è pesante”). Se tralasci i libri e il teatro e il cinema, e passi il fine settimana magari al centro commerciale o alle solite “mangiate”, rischi di fare la fine di certe sciagure definite Politici che pensano che un volume sia solo l’effetto dei decibel, parlano a vanvera anche di argomenti che non conoscono, e si esprimono come si esprimono. Perfino nei comunicati-stampa (scripta manent) che giornalisti dotati di grande sense of humour, e giustamente spietati, si divertono a pubblicare “verbatim” (parola per parola) sui propri blog, senza dunque correggerne gli smodati e tuttavia esilaranti strafalcioni.
Qualcun altro, poveretto, non coglie ancora il fatto drammatico che continuare a esibire il potere perduto è come cercare di mettersi le mani in tasca non sapendo, come il re della fiaba, di essere completamente nudo.
Dicono che sono molto chiaro nelle mie esposizioni e che, nonostante tutto, non mi do mai per vinto.
Ebbene sì, lo riconosco: mi spiego ma non mi spezzo.
Antonio Mellone
E’ una brutta caduta per il sestetto salentino . Mai in partita nelle prime due frazioni, rovinoso nei fondamentali di ricezione e servizio, obbliga uno Zonno poco scattante negli spostamenti a servire gli avanti con attacchi scontati, prede dei muri napoletani e di ricostruzioni facili ed efficaci .
Nel primo set, sul punteggio di 7-4 per i padroni di casa , mister Stomeo chiama il time out dopo aver subito un break di cinque punti , ma due errori al servizio ed un muro subito da Buracci stabilizzano il divario a quattro punti(12-8) dopo una pipe di Lotito. Il cambio palla è sistematicamente capitalizzato dai ragazzi di mister Libraro (14/10 ,16/11, 20/14 ) che accelerano nel finale complice un fallo da seconda linea di Buracci e una ricezione difettosa di Durante. Un primo tempo di Bonina chiude il set sul 25-17.
L’approccio alla gara è evanescente in questa prima parte: Scialò imperversa su una distribuzione di Antonio Libraro che difficilmente dà tempo al muro salentino di comporsi,
Iaccarino e Musardo con una ricezione lontana da rete non ingannano con i loro improbabili movimenti la prima linea dell’Ottaviano.
Così Lotito e Durante trovano dei blocchi che arginano i loro attacchi e Buracci si affida a colpi d’appoggio o a pallonetti che, ben intuiti, portano ad una facile ricostruzione.
Nel secondo set ,con Antonio Libraro in P1 sul punteggio di 4-4 , altro break pesantissimo di sei punti per i capani (10-4): alimentano questo divario un fallo di doppia fischiato con eccessiva fiscalità a Zonno, un ace su Durante ed un fallo d’invasione.
Mister Stomeo chiama i suoi ai bordi del campo sul 14-6, ma lo smarrimento della squadra ne limita le difficoltà nel servizio che diventa sempre più facile nella ricezione e nella distribuzione. Guancia ed E. Libraro imperversano, Ardito recupera palloni quasi persi ed il divario si porta sul 22-11.
La squadra sbanda: Calò per Zonno e De Lorentis per Durante sono i cambi proposti dal tecnico salentino, ma non è la soluzione . Anche Lotito accusa il momento no, sbaglia il servizio e il punteggio di 25-13 porta sul due a zero i padroni di casa .
Nella terza frazione la partenza è positiva per Efficienza Energia (0-3): la ricezione ha percentuali di positività che consentono a Zonno di servire i suoi attaccanti con parabole più spinte, Buracci e Musardo si fanno sentire, Lotito con manualità attacca il muro alto degli avversari e Pierri opera con grandi interventi .
Il vantaggio di 14-13 per gli Ottavianesi alimenta speranze in Buracci e compagni: Musardo accorcia il distacco con un primo tempo carico di rabbia e potenza(16-15), Zonno e Durante vengono rilevati da Calò e De Lorentis che malamente sbaglia il servizio flot.
Il secondo ed ultimo time out del tecnico galatinese serve a ben poco: Scialò e Giacobelli non si fermano ,anzi è propria una sette violenta di quest’ultimo a chiudere l’incontro sul 25-21.
Certo, non si poteva pensare di fermare una corazzata come Ottaviano, destinata assieme a Tricase e Massa a fare un campionato di vertice, ma quanto meno opporre una resistenza non passiva era l’obiettivo della vigilia. Sono emerse delle negatività purtroppo evidenziate durante gli allenamenti: una è la tipologia di servizio il cui coefficiente di difficoltà nelle sue espressioni, al salto o al salto flottante , è poco incidente , l’altra è la mancanza di reattività caratteriale del gruppo.
Cerchiamo di recuperare almeno quest’ultima componente nella prossima settimana, quando verrà a farci visita la Tya Marigliano, capolista a punteggio pieno assieme a Ottaviano,Tricase e Massa Lubrense.
GIS OTTAVIANO-EFFICIENZA ENERGIA GALATINA 3-0 (25-17,25-13,25-21)
OTTAVIANO A.Libraro,E.Libraro,Guancia,Scialò,Giacobelli,Bonina,Ndrecai,D’Alessandro,Lucarelli,Ammirati,Settembre,Ardito(L), Iervolino(L)
All. Gennaro Libraro
EFFICIENZA ENERGIA GALATINA
Calò(K),Zonno,Rossetti,Musardo,Iaccarino,Buracci,Persichino,Lotito,Durante,Bray,De Lorentis, Pierri(L),Apollonio(L).
All. Giovanni Stomeo
In molte occasioni abbiamo assistito all’incapacità di questa amministrazione nel saper cogliere le opportunità di intervento offerte dai vari finanziamenti a cui puntualmente i nostri progetti sono rimasti esclusi. In altre ancora abbiamo denunciato la perdita di parte della nostra centralità a causa di scelte insensate e mortificanti.
E’ questo il caso dei Concerti del Chiosto, evento concertistico di elevato spessore culturale e musicale seguito a livello locale da un pubblico numeroso ed a livello nazionale da appositi programmi della RAI che, dopo vent’anni, dovrebbe passare nel comune di Soleto che sembrerebbe aver dato la propria disponibilità a sostenere la manifestazione.
Uno smacco pesantissimo per la nostra città che, sin dal 1998 in cui furono fondati i Concerti del Chiostro, ha sempre tratto beneficio da questa importante vetrina, valorizzando, sostenendo e facendo crescere, a prescindere dal colore politico delle varie amministrazione che si sono succedute, una delle ultime eccellenze del nostro territorio.
Questo largo sostegno e apprezzamento dimostrato dalla classe politica cittadina in questi anni si è interrotto oggi a causa della gestione del Sindaco Amante che, coerentemente con la propria linea politica e in continuità con l’amministrazione Montagna, sta portando a termine l’opera di distruzione e smembramento della città.
Non è bastata la longevità, lo spessore musicale e nemmeno il largo apprezzamento del pubblico e degli addetti ai lavori a convincere il Sindaco a sostenere questo evento come invece ha fatto intelligentemente il comune di Soleto, bravo ad accogliere e a dare continuità a questa manifestazione musicale. Infatti se l’appuntamento di quest’anno fosse saltato, i concerti del Chiostro non avrebbero più potuto avere accesso ai finanziamenti regionali. Pertanto dovremo dire grazie a Soleto se questa manifestazione continuerà ad esistere.
A Galatina invece l’arroganza e l’incapacità al potere stanno portando la città allo sfascio come testimoniato dalla scelta di chiudere la porta ai concerti del Chiostro, giustificata probabilmente dalla scarsità delle risorse economiche, salvo poi riuscire a reperirle per quella porcheria di operazione che ha visto il finanziamento di 5.000 euro all’archeoclub per gestire non si sa bene cosa.
Giuseppe Spoti
Consigliere comunale – Partito Socialista