Ormai, come si dice, è glamour trascorrere il lunedì pasquetta in quell’“Arcadia” che risponde al nome di Noha, dove dalla mattina alla sera si avrà modo di assaporare il gusto pieno della vita salentina non ancora OGM.
Dalle prime ore dell’alba e fino all’ora del simposio, sul bel prato ubicato nei dintorni dell’antica chiesetta dedicata alla Madonna di Costantinopoli avrà luogo la 62° fiera dei Cavalli (la prima dedicata alla memoria del suo storico organizzatore, il povero Tonio Rossetti, venuto a mancare proprio qualche settimana fa).
Per il pranzo, i viaggiatori (non ci piace appellarli turisti: questi ultimi è meglio che vadano ad incolonnarsi altrove) non hanno che l’imbarazzo della scelta, che va dalla classica scampagnata in una delle praterie intorno a Noha alla degustazione delle leccornie da “Le Putìè”, l’ottimo ristorante locale di via Agrigento, numero 35 (cfr. anche Tripadvisor, che lo considera uno dei migliori della zona quanto al rapporto qualità/prezzo). In alternativa potrebbe farsi invitare al desco da qualche nohano doc disponibile, sulla cui tavola non manca certo il bendidio.
Nel pomeriggio, poi, dopo la siesta (qui da noi è d’uopo un'oretta di pennichella postprandiale, soprattutto nei giorni di festa), precisamente alle ore 18.00, la statua della “Madonna delle Cuddhrure”, quella vestita a festa con il manto celeste e con il mazzolin di fiori in mano, lascia la chiesa madre di San Michele Arcangelo e, portata in spalla dalle donne nohane, come tradizione vuole, si dirige alla volta della chiesetta a lei dedicata, dove avranno luogo le laudi e le altre preghiere di rito.
Alla fine della sacra funzione, tutti si muovono alla volta del grande prato (quello stesso della fiera dei cavalli) dove c'è la presa della cuccagna che culmina con lo sventolio della bandiera italiana e la distribuzione delle caramelle gettate in diverse direzioni dalla sommità di quella pertica, espugnata dal solito Michelino Pipìo (nel senso di pijo la cuccagna), il "ragazzo" cinquantenne che ormai da qualche lustro riesce a conquistare, con l’agilità di un diciottenne, le prelibatezze appese con lo spago alla ruota di bicicletta issata in cima a quell’alto pennone preventivamente ingrassato ben bene per renderlo scivoloso.
Al termine della cuccagna, con una sincronia da orologio svizzero (non nohano: staremmo freschi) partono verso il cielo i fuochi artificiali, al cui epilogo l’“assemblea” si scioglie per sparpagliarsi subito dopo nei diversi quartieri di Noha dove vengono incendiate le corvine “Curemme” appese in alto sulle strade sin dall’inizio della Quaresima. Le brevi cerimonie di ecpirosi catartica si concludono con la distribuzione a tutti gli astanti di fette di colomba pasquale, biscotti e cuddhrure, innaffiate da abbondanti libagioni di spumante, prosecco, o brachetto.
La serata si conclude in musica con il gran concerto bandistico di Noha - diretto dalla nostra brava Lory Calò - il quale, dal palcoscenico allestito nei pressi del testé restaurato Calvario, si esibirà nei brani musicali più belli di sempre, che vanno dalle marce tradizionali alla musica pop e jazz.
Questa è Noha, la sua passione, il suo appeal: non un paesaggio da cartolina, magari ritoccato con Photoshop, ma una miscela di sobrietà, genuinità, umanità.
Sabato 4 aprile, Gaia Ferrara ha fatto tappa nella città di Galatina per raccogliere chilometri, 12000 in tutto, in favore dell’integrazione fra le diverse culture.
Il progetto di Gaia Ferrara e dell'Associazione Viandando prevede di percorrere 12000 km in bici” è il primo di sei progetti di Migranti e Migrati. E’ una raccolta di chilometri percorsi in bici, nella primavera 2015, da parte di chiunque voglia partecipare. E’ un percorso collettivo: i chilometri percorsi da ognuno si sommeranno per conquistare l’ambizioso traguardo che ci siamo dati.
Dodicimila chilometri è la distanza che un migrante può percorrere dal nord Africa all’Europa del nord. Dieci volte la distanza che la scorsa estate Gaia Ferrara ha percorso in solitaria, per sensibilizzare sui temi dell’immigrazione e restituire dignità ai circa 300 migranti morti ed abbandonati nel 1996 a largo di Portopalo di Capopassero, in Sicilia.
Così Gaia è salita nuovamente in sella alla sua bici per contribuire alla raccolta, pedalando per circa 2000 chilometri lungo quasi tutta l’Italia. L’obiettivo è quello di accendere i riflettori sulle tematiche connesse al fenomeno migratorio ed all’incontro ed integrazione fra le diverse culture, condannando l’orrore di migliaia di persone lasciate morire ogni giorno nei nostri mari.
Chiunque vorrà partecipare al progetto dovrà solo decidere dove e quando pedalare e raccontare insieme ai chilometri percorsi, anche le scoperte e le riflessioni lungo la via. Basterà registrarsi sul sito viandando.eu e donare i chilometri percorsi per contribuire alla raccolta che porterà al raggiungimento dei 12mila chilometri, assieme a foto e racconti di viaggio.
Il progetto è realizzato con il patrocinio del CONI, di Federeazione Ciclistica italiana e Unione Nazionale Pro Loco D’Italia, la collaborazione di ARCI, Amnesty International. Libera, Libera Accademia di Roma e Università Popolare dello Sport.
A percorrere insieme a Gaia Ferrara 8 km di strada è stata l’associazione Bicivetta - Ciclofficina Popolare, (via principessa iolanda, Galatina) che, con la sua presidente Francesca Lagna e un gruppo di associati, hanno accompagnato Gaia da Corigliano d’Otranto a Galatina in sella alle loro biciclette. Ad attenderli a Galatina presso i Laboratori Urbani P.Art in Via Cafaro, in rappresentanza della Amministrazione Comunale di Galatina, c’era Andrea Coccioli, Assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili.
All’incontro con Gaia Ferrara erano presenti anche due ragazzi dello SPRAR* di Galatina che hanno raccontato la loro storia fatta di fuga dalle guerre e migrazione alla ricerca di una vita migliore.
“E’ sempre molto educativo sensibilizzare e stimolare la riflessione e il dibattito rispetto alle tematiche relative al fenomeno migratorio. Alimentare continuamente la cultura di pace, integrazione e fratellanza tra i popoli è un dovere di tutti per coltivare il percoso che ci deve portare ad una maggiore solidarietà tra popoli e culture differenti”- Andrea Coccioli
*SPRAR - Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati politici. L'iniziativa dello SPRAR prevede un percorso di inclusione sociale di rifugiati politici.
per maggiori informazioni: www.viandando.eu
Andrea Coccioli