Tra i sintomi dell’inaugurite compulsiva che ha colpito come il virus dell’Ebola i nostri amministratori di palazzo Orsini ci sarebbe da annoverare anche il taglio del nastro tricolore per l’inaugurazione dell’hangar tangente alla nuova tangenziale di Galatina [è la strada che, a dispetto dell’appellativo, è secante e non tangente la città: gli ingegneri a volte fanno miracoli, ndr.].
Orbene, pare che quella costruzione a strisce grigie e bordeaux non sia un hangar per contenere aeroplani ma addirittura un palazzetto dello sport o in subordine una palestra.
Sembra però che a distanza di diversi mesi dalla sua “apertura al pubblico” nessuno sportivo, principiante o veterano, anzi nessuna anima viva, abbia ancora messo piede in quello spazio circoscritto dai soliti cemento, asfalto e inferriate, nemmeno per far finta di allenarsi (sicché la tesi del ricovero di aerei o altri volatili sembra progressivamente prendere il sopravvento).
Anche l’inaugurazione di questo pala-hangar, capitata per puro caso a ridosso dell’ultima tornata elettorale, avvenne a lume di candela (non è romantico?) in quanto, guarda un po’, non c’era (e forse non c’è ancora) l’allaccio all’Enel [questo fatto mi ricorda qualcosa, ma soprattutto una spesa pubblica di 1.300.000 euro, ndr.].
E la stragrande maggioranza dei galatinesi? Zitti e mosca, come se niente fosse, proni a tutto, in una parola: vucchiperti. Ma tant’è.
Sta di fatto che codesto mega-loculo è ancora chiuso al traffico umano, mentre già alcuni pezzi, data la trascuratezza o forse anche la qualità dei materiali e delle pitture utilizzate, sembra stiano venendo meno (basti notare, per esempio, la vernice della porta di sicurezza completamente “scoppulata” e molti altri segnali di défaillance incipiente). Per non parlare poi del pavimento interno che pare sia di un materiale più consono a quello utilizzato per i lastrichi dei centri commerciali che conforme a quello richiesto per palestre e campi sportivi di un certo livello.
Che ci vuoi fare? I nostri rappresentanti sembrano fatti apposta per tagliar nastri. Mai una volta che, per isbaglio, tagliassero la corda.
Sono trascorsi 15 anni da quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, scegliendo di far cadere questa ricorrenza il 25 novembre di ogni anno. Una data simbolica che ricorda un episodio di brutale violenza e, allo stesso tempo, consente di preservare la memoria di tre donne coraggiose. Si tratta delle sorelle Mirabal, dette anche Las Mariposas (le farfalle), donne colte e rivoluzionarie, vissute nel periodo della feroce dittatura del Generale Trujillo nella Repubblica Dominicana: il 25 novembre del 1960, mentre andavano a trovare i rispettivi mariti in carcere, le tre sorelle vennero intercettate dagli uomini del dittatore, portate nei campi e uccise.
Negli anni la figura di queste donne ha ispirato numerose celebrazioni in tutto il mondo e quest’anno la loro memoria rivive anche nell’iniziativa che vede coinvolti i Comuni di Galatina, Porto Cesareo, Presicce, Scorrano, Soleto, Surano, Taurisano e Zollino.
Durante la giornata, in ogni Comune che aderisce all’iniziativa, sarà realizzata un’installazione urbana, dal titolo “La rivoluzione delle farfalle” che avrà per protagoniste sagome di farfalle disegnate sull’asfalto, per poter essere viste, percorse, sfiorate, rispettate o calpestate, conservando sempre intatte le proprie ali e quindi preservando la propria capacità di spiccare il volo. Tale installazione sarà accompagnata da momenti di riflessione sulla tematica della violenza contro le donne.
L’iniziativa è stata proposta dal Centro d’ascolto DNAdonna di Soleto, che opera nel sociale occupandosi di violenza di genere, e che ha affidato la direziona artistica del progetto a Maristella Cappelli, pittrice, Giorgia Prontera, pittrice e scultrice, e Chiara Spinelli, illustratrice.
Per l’occasione sarà installata, in ogni Comune che aderisce all’iniziativa, una luminaria raffigurante una farfalla, gentilmente messa a disposizione dalla ditta Massimo Mariano di Scorrano.
Ma l’evento non finisce qui. Infatti, gli stessi comuni ospiteranno, per l’occasione, altre iniziative per sollecitare momenti di riflessione sulla tematica della violenza di genere.
TAURISANO. Dal 23 al 30 novembre si svolgerà la seconda edizione del Festival contro la violenza sulle donne, “ PERDUTO AMORE ”, promossa dalle associazioni Lavori in corso, Nuvole, Donne insieme e Flauto magico.
PRESICCE. Dal 24 al 27 novembre, presso Palazzo Ducale (Sala del trono) P.zza del Popolo “NODO DELLA SORELLANZA" una serie di incontri, laboratori convegni organizzati dall’Assessorato ai Servizi alla persona con l’associazione Spaziodonna.
SOLETO. Il 25 novembre alle ore 19 presso la sede di DNAdonna via Risorgimento (angolo via Italia), proiezione di “ Tina - What's Love Got to Do with It ” film che racconta la vita di Tina Turner, per anni vittima di soprusi e violenze da parte del marito, e che, grazie alla forza, alla solidarietà e all'aiuto delle sue amiche è riuscita a "liberarsi" e diventare la donna di successo che tutti conosciamo.
PORTO CESAREO. Il 26 novembre alle ore 18 presso i locali della Pro Loco di Porto Cesareo , incontro pubblico di approfondimento “ Capisaldi ed innovatività della Legge Regionale 04 luglio 2014 n. 29 -Norme per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, il sostegno alle vittime, la promozione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne - ” organizzato dall'associazione culturale CittaAperta#laboratoriodiidee e DNAdonna.