Da qualche giorno ha preso il via un importante progetto partecipativo di citizen-journalism, grazie alla collaborazione tra la testata giornalistica italiana La Stampa e quella britannica The Guardian, masoprattutto grazie alle segnalazioni di tutti i cittadini europei. L’intento è quello di censire e rendere visibili attraverso la costruzione di una mappa interattiva i danni apportati alla cultura dalla crisi e soprattutto dalle politiche “scriteriate” adottate dai governi europei in riposta ad essa.
La crisi infatti non è un animale amorfo, come ci vogliono far credere, che si aggira per le città saccheggiando e distruggendo a caso, la crisi non esiste di per sé, la crisi è nient’altro che una parolina partorita dalla fantasia dei nostri amministratori per aggirare la frase: “abbiamo gestito male la cosa pubblica e ora siamo nei guai”.
Dinanzi a ciò, noi cittadini non possiamo rimanere inermi ed assistere seduti comodamente in poltrona alla distruzione della nostra società da parte di uomini incapaci che hanno solo premura d’inseguire gli interessi personali, siamo chiamati a partecipare, a collaborare con le istituzioni e quando necessario a far sentire la propria voce, anche arrivando a commissariare le autorità incompetenti.
Il progetto di costruzione di una mappa interattiva dei tagli alla cultura si inserisce in un quadro di partecipazione attiva del cittadino alla salvaguardia del bene comune: è infatti possibile segnalare, utilizzando il form alla pagina http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/464628/, gli effetti che i tagli alla cultura hanno avuto sulla nostra città (luoghi e iniziative culturali che risentono della decurtazione improvvisa delle risorse a disposizione o che addirittura rischiano di scomparire).
Una cosa balza agli occhi osservando la mappa interattiva in fase di costruzione (al sito http://www.guardian.co.uk/culture/interactive/2012/aug/03/europe-arts-cuts-culture-austerity): in Puglia, nel Salento, a Lecce, a Galatina non c’è alcuna segnalazione! Mi viene quindi da pensare che come al solito noi del Sud ci lamentiamo per niente, che stiamo bene e che la crisi è materia da settentrionalisti, ma per fortuna conosco il mio Sud, la mia terra, e sono certo che questo è solo il frutto di una partecipazione poco attenta, molto delegataria, della cosa pubblica.
Per Galatina e frazioni è giunto il momento di inforcare il mouse e dar voce una volta tanto agli interessi personali!
Michele Stursi