Il mio Salento non è terra da movida. Non è spiagge con lettini a castello e musica da discoteca sparata a palla da dee-jay svampiti. Non traffico diurno e notturno alla disperata ricerca di un parcheggio a pagamento, abusivo ed esaurito. Non è turisti di massa local e global schiamazzanti e starnazzanti come novelle oche nel Campidoglio messapico. Non baccanali e suq di distrattismo effimero e perdigiorno. Non sabbia e scogli privati con sdraio e ombrelloni omologati, pur su lignee piattaforme posticce. Non mare nostrum abbacinato di notte dalla luce di fari potenti con il mirino puntato verso il pelo dell’acqua del litorale, sì da rendere più trendy gli happy hour al buffet di barruechi in riva al mare. Non deserti samsahariani con incolonnamenti e colli di bottiglia stile Bombay. Non villette schierate come un plotone di esecuzione di fronte al mare o in aperta campagna. Non case in semicerchio quale corona di spine conficcate nelle dune della spiaggia, un tempo segno e sogno di bellezza e libertà. Non rifiuti sparpagliati sull’arenile, o nascosti sotto. Non eco-mostri, pugno nell’occhio delle tante rivabelle-chiamatemi. Non autostrade che spianano ulivi per correre a quattro corsie verso il finibus terrae (stavolta nomen omen). Non antichi borghi trasformati in una sequenza interminabile di bar, pub, pizzerie e ristoranti (con cibi importati da chissà dove). Non spettacolini la sera e precari animatori da villaggio adibiti al divertimento di questo turismo grasso, sudato, inebetito. Non masse di pecoroni che percorrono strade e centri antichi e meravigliosi (risultato di storia e di fantasmi aggrappati alle volte dei secoli) di cui non sanno né hanno intenzione di conoscer nulla.
Il mio Salento è un’altra cosa. Il mio Salento è meno eventi (transeunti) e più cultura (permanente). Il mio Salento, forse, è tourist free.
Come lo è Noha. Ma non diciamolo troppo in giro.
M. MONTI , Presidente Consiglio Ministri
C.PASSERA, Ministro economia e infrastrutture
V. GRILLI , ministro finanze
C. CLINI, ministro ambiente
M: CATANIA, ministro agricoltura
N. VENDOLA, Pres. Regione Puglia
Nel Salento sono state progettate, finanziate e appaltate ben quattro nuove superstrade, - quattro corsie più due strade parallele di servizio - in una sub-regione periferica, non al centro di grandi flussi di traffico, già dotata di un’ampia, scorrevole, fitta rete stradale (tra l’altro vi sono già cinque superstrade: Bari-Lecce, Taranto- Brindisi, Lecce-Maglie, Lecce-Gallipoli, aeroporto Galatina-Maglie e l’incompiuta Taranto-Lecce).
Ma ciò sembra non essere sufficiente per smaltire un traffico pur limitato e di periferia, anche nei due mesi estivi.
A tali superstrade esistenti rischiano di aggiungersene altre quattro: la Circumsalentina, la Maglie-Otranto, la Maglie-Leuca, la Statale dei trulli. La prima, strada regionale n. 8, frutto di un progetto di circa venticinque anni fa poi accantonato, è stata riproposta e appaltata dalla Regione nei suoi tratti estremi, Talsano – Avetrana, Lecce-San Foca, con successivo prolungamento fino ad Otranto. Da Maglie dovrebbero partire altre due superstrade: verso Leuca (275) e verso Otranto (16). In un prossimo futuro Otranto (5000 abitanti) sarebbe collegata a Lecce da ben due autostrade (Lecce-Maglie-Otranto- anas, e Lecce –San Foca – Otranto, regionale).
Come si può legittimare tale follia? Come si può per mettere che circa duemilioni di mq. di terreno agricolo (per i quattro progetti citati) siano asfaltati; e quindi sfrattati al meno 30.000 alberi d’ulivo, diverse centinaia dei quali plurisecolari; devastati l’architettura contadina, il paesaggio, l’ambiente? Come è possibile che, in un periodo particolarmente difficile per le risorse pubbliche, si sperperino somme esorbitanti per progetti faraonici e inutili? Per di più somme insufficienti per completare tali progetti, che potrebbero restare incompiuti (come la Taranto-Lecce) con un doppio danno economico e ambientale?
Non sarebbe più proficuo all’economia pubblica, all’ambiente, ai lavoratori la promozione di progetti di messa in sicurezza, della rete esistente, solo con limitati interventi di ampliamento (della superstrada Maglie-Leuca si può accettare l’opportunità solo del tratto Maglie-Montesano, ma si boccia l’inutile prolungamento fino a pochi km da Leuca)? Non sarebbe più razionale investire le somme stanziate per rinaturalizzare le aree redsiduali (nel Salento non meno di due kmq) delle attuali strade statali o regionali e provinciali : in genere spazi ritagliati da enormi svincoli, isolati e abbandonati tra vecchi e nuovi tracciati, mega rotatorie, trasformatasi in genere in discariche abusive? Recuperare l’architettura contadina; creare nuovi percorsi ciclopedonali , adiacenti molte delle strade salentine, che congiungono paesi distanti solo pochi km?
Una nuova concezione dello sviluppo del territorio, una nuova prospettiva occupazionale, legata alla sua valorizzazione e non alla sua devastazione speculativa, un responsabile utilizzo delle risorse pubbliche impongono una radicale revisione di tali progetti.
Pertanto chiediamo che l’assenso statale e regionale a tali progetti e i relativi finanziamenti vengano erogati solo a condizione che essi siano trasformati, da inutili, devastanti, faraoniche superstrade in quelli di strade parco, senza consumo ulteriore di territorio, con adeguata messa in sicurezza della rete esistente (trascurata per mancanza di risorse) : strade parco, le uniche legittime in relazione a quanto previsto dal piano paesaggistico regionale, dal PUT, dal progetto Parco Salento.
FORUM AMBIENTE E SALUTE LECCE