Altro capitolo dell’appassionante ricerca di P. Francesco. In questa nona puntata si succedono più papi che arcipreti di Noha.
La redazione
FABIO FORNARI (? – 1596)
Vescovo di Nardò dal 1583 al 1596
Dal 1583 al 1596 i Pontefici furono:
Gregorio XIII (1502-1585) Papa dal 1572 al 1585
Sisto V (1521-1590) Papa dal 1585 al 1590
Urbano VII (1521-1590) Papa nel 1590
Gregorio XIV (1535-1591) Papa dal 1590 al 1591
Innocenzo IX (1519-1591) Papa nel 1591
Clemente VIII (1563-1605) Papa dal 1592 al 1605
Gli arcipreti che si susseguono a Noha sono:
Don Salvatore Colafilippi (1550-1600), parroco dal 1570 al 1600
Don Stefano Sergio (1570-1612), parroco dal 1600 al 1612
Fabio Fornari di Brindisi, laureato in diritto civile ed ecclesiastico, era nipote, per parte della madre, del suo predecessore Cesare Bovio. Era già stato arcidiacono di Brindisi e vicario generale di quella diocesi, prima, e successivamente di Nardò. Esperto, quindi, nel governo della chiesa, fu eletto Vescovo di Nardò subito dopo la morte dello zio, il 23 febbraio 1583 dal Papa Gregorio XIII.
Il 19 marzo 1583 prese possesso canonico della diocesi.
Compì grandi ed importanti opere, specialmente nel Comune di Galatone dove rifece dalle fondamenta l’antica chiesa matrice di rito e culto greco. A lui si deve la costruzione della chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie sulla Lecce-Gallipoli.
Il Fornari fu caro a tutti i cittadini della diocesi, ma specialmente al clero. Aumentò il reddito dei canonici e vi aggiunse altri benefici.
Nel 1585 compì la visita pastorale della quale ci ha tramandato poche notizie e di scarsa importanza. Il 30 agosto 1592 tenne un sinodo diocesano, i cui atti sono pervenuti sino a noi, in un manoscritto comprendente la breve relazione della visita pastorale. Fece costruire nella cattedrale gli stalli del coro in legno di noce, con al centro quello riservato al vescovo e sormontato dal suo stemma, con galero e nappe.
Nel ministero pastorale fu coadiuvato da quattro vicari generali:
* l’arcidiacono Giovanni Francesco Nestore di Nardò, dottore nelle due leggi e già vicario capitolare, i cui decreti e bolle datano dal 27 febbraio 1583 al 1° agosto 1587;
* il can. abate Leonardo Trono di Nardò, i cui atti vanno dal 1589 al 1590;
* l’arcidiacono Scipione Nestore, succeduto a Giovanni Francesco Nestore quando questi morì. Scipione Nestore di Nardò era laureato in teologia e in diritto;
* e il preposito Donato Maria Vernaleone, patrizio neritino, dottissimo in sacra teologia e nelle lettere greche, strenuo difensore dei diritti della chiesa.
Fabio Fornari si spense in Galatone il 26 febbraio 1596 nel palazzo da lui costruito, accanto alla chiesa della B. V. delle Grazie, dove amava ritirarsi. Come egli stesso aveva disposto, fu sepolto nella chiesa della B. V. delle Grazie a Galatone. Sulla sua tomba fu posta la seguente epigrafe:
A FABIO FORNARI
Dottore nelle Leggi Vescovo di Nardò
Questo presule Fornari ardente di divina fiamma
insieme con la fiamma lucente in cielo
anche nel mondo splende
per cui con la sua luce così illumina
la fiamma galatea
da essere perenne luce di doppia fiamma
L’anno del Signore 1596.
Nel 1714, durante l’episcopato del grande Vescovo Antonio Sanfelice, le spoglie di Fabio Fornari furono traslate in un luogo più in vista, dov fu apposta quest’altra epigrafe:
FABIO FORNARI della Chiesa di Nardò
Prima vicario generale ben presto vescovo
apprezzatissimo per la esimia perizia nel diritto canonico
nel celebrare sinodi e nel riformare costumi
compì egregiamente il suo ufficio sacerdotale
Qui trasportò il di lui corpo
e il ricordo ormai dimenticato rinnovò
ANTONIO SANFELICE VESCOVO DI NARDÒ
l’anno del Signore 1714.
Relazione con la chiesa di Noha
Anche se non c’è nulla di particolare da sottolineare, con tutta sicurezza si può affermare che l’arciprete di Noha, don Salvatore Colafilippi, partecipò al Sinodo diocesano del 1582 e nella visita pastorale della diocesi del 1585 il presule visitò anche la chiesa di Noha.
E’ risaputo che Fabio Fornari fu uno dei massimi promotori della latinizzazione del culto in diocesi di Nardò. Nessun Vescovo neritino gli fu pari nell’opera di estirpazione del sostrato greco, ancora saldamente radicato nel costume religioso salentino. Era deciso ad eliminare ogni traccia di grecità, e penso che risalga a questo periodo il culto alla Madonna delle Grazie, molto sentito a Noha ancora oggi, in sostituzione del culto alla Madonna di Costantinopoli.
L’arciprete don Stefano Sergio, che fu parroco per 12 anni, successore del Colafilippi, è passato alla storia come colui che rifece completamente l’antica chiesa di S. Angelo. Per questo fece apporre una lapide (oggi non più esistente) fissata sul portale principale della chiesa con la seguente scritta: “Don Stefano Sergio eresse dalle fondamenta nell’anno del Signore 1602”.
La chiesa di S. Angelo già esisteva da molto tempo. Non sappiamo quale fosse la sua architettura, ma con ragionevole certezza possiamo dire che fosse quasi del tutto fatiscente, se è vero come è vero che il nostro Don Stefano decise di rifarla sin dalle fondamenta. Ormai oltre all’altare maggiore vi sono altri altari, uno dedicato a San Michele, uno alla Madonna Immacolata, un altro alla Madonna del Rosario. E’ sempre don Stefano Sergio che sulla soglia della porta che conduceva alle tombe ipogee della chiesa madre fece scolpire una lapide con una scritta in latino che traduciamo così:
“Finalmente riposo da ogni fatica. A.D. 1602”.
L’arcipretura di don Stefano Sergio durò 12 anni. Altre notizie non ci è dato di sapere.
[Continua]
P. Francesco D’Acquarica
L’impegno di questa amministrazione nella promozione della Cultura come volano sociale e, quindi, anche economico si evince da molti atti già posti in essere, dalla partecipazione con successo al bando della Community Library alla valorizzazione delle attività del Museo passando per un dialogo serrato e proficuo con le scuole di ogni ordine e grado della Città e dalla programmazione di un fitto calendario di appuntamenti culturali previsto per i mesi a venire. Tra le attività per l’immediato futuro un ruolo centrale lo occupa senza dubbio la promozione della lettura, l’incontro con autori, scrittori, artisti e la conoscenza diretta e non mediata del loro percorso personale e culturale. Linea d’intervento questa perfettamente coerente ed in sintonia con le linee-guida della Regione Puglia che ha scelto di attuare uno sforzo senza precedenti per aumentare il numero dei lettori nella regione (la Puglia) che legge meno nella nazione (l’Italia) che legge meno in Europa. E la connessione tra numero di lettori e indici economici è emersa con tale chiarezza ormai che non viene più messa in discussione nel dibattito pubblico. Ecco allora che l’amministrazione di Galatina si pone l’obiettivo di avvicinare scrittori e lettori, creando connessioni, sviluppando relazioni, istituendo reti che il più delle volte arricchiscono tutti gli attori in gioco.
La rassegna che il Comune di Galatina propone va proprio in questa direzione nel momento in cui il mercato librario registra un importante fatto nuovo: le vendite di libri sono in ripresa! Ma all’interno di questo dato, che è già di per sé positivo, ce n’è un altro che apre davvero il cuore alla speranza e che fa davvero piacere segnalare. A scoprire l’amore per i libri sono i bambini. Ma non quelli delle scuole elementari. Quelli proprio piccoli, dai tre ai cinque anni. Sono oltre un milione quelli che nel nostro paese, da soli o in compagnia, con gli amichetti oppure con mamma e papà, spesso con i nonni, leggono, colorano, sfogliano libri e album tutti i giorni. Ma non è solo una questione quantitativa.
La rassegna eleva il livello della proposta culturale mettendo in relazione autori importanti, portatori di una visione, capaci di arricchire e di stimolare il pubblico della nostra Città e di risvegliarne quella fame di cultura che l’ha da sempre caratterizzato. Evento dopo evento, incontro dopo incontro, le tappe della rassegna diventeranno appuntamenti fissi per la comunità di Galatina che si troverà ad alternare autori di fama nazionale ad autori che hanno scelto di valorizzare il loro territorio d’origine passando spesso anche da giovani emergenti. Una carrellata di appuntamenti che è e resterà necessariamente aperta e che verrà arricchita nel corso del suo naturale percorso di crescita. Una carrellata di appuntamenti che coprirà tematiche differenti e complementari incrociando anche le esigenze di diverse fasce d’età: dalla letteratura classica ai libri per bambini, dalla saggistica alla storia della cultura e delle tradizioni locali, dalla cultura pop e mediatica a proposte di nicchia.
Leggere un libro è come uscire cinquanta volte a cena con l’autore, conoscerne il pensiero su diversi argomenti, discutere e confrontarsi con lui pur senza conoscerlo. Nella nostra rassegna lo incontreremo anche fisicamente, ci scambieremo opinioni e sensazioni, e ci andremo anche a cena. Come fosse la cinquantunesima volta. Come fosse un amico di vecchia data col quale abbiamo condiviso non solo le pagine dei suoi libri ma anche quelle della nostra vita.
Il primo appuntamento della rassegna letteraria “Dammi una L” sarà giovedì 22 marzo a partire dalle ore 18,30 nella Sala Celestino Contaldo presso il Palazzo della Cultura, e verrà ospitato il giornalista de La Gazzetta dello Sport Francesco Ceniti che, insieme alla signora Tonina, ha scritto il libro inchiesta su Marco Pantani, sulla carriera, sulle accuse di doping e sugli eventi poco chiari circa la sua morte. Anche da questo libro è stata riaperta l’inchiesta da parte della Magistratura per approfondire molti aspetti. La mamma del campione romagnolo presenta una sua visione del rapporto con il figlio, mentre Ceniti ripercorre cronologicamente la vita, le gesta sportive e anche le vicende giudiziarie.
L’appuntamento, moderato dal giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno, Antonio Liguori, vedrà tra gli ospiti Elio Aggiano, ciclista che ha gareggiato con Pantani e altri ospiti provenienti dagli altri sport che daranno il loro contributo. Il pubblico si interfaccerà come l’autore e con tutti gli ospiti per capire e analizzare cosa è successo realmente a uno dei campioni più amati della nostra nazione.
Ass.re Cristina Dettù