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Articoli del 30/10/2013

Di Marcello D'Acquarica (pubblicato @ 18:27:50 in NohaBlog, linkato 2437 volte)
Sto cercando di capire se la questione della disoccupazione, della cementificazione a iosa, dell’inquinamento che ci uccide con i tumori, delle stragi nel mediterraneo, del reato di clandestinità, della violenza sociale che viene da ambo le parti, della sanità che cura solo i ricchi, della scuola, dell’omofobia, insomma della vita e della morte, sto cercando di capire dicevo, se tutte queste cose sono veramente risolvibili rilanciando quella stessa “crescita” che le ha prodotte. Sembrerebbe elementare pensare di no. Eppure è una presunta verità osannata in mezzo mondo. Negli anni '80 del secolo scorso, nelle fabbriche di Milano, Torino, Genova, e di tutta l’Italia, i sindacalisti, difensori proclamati di tutti i lavoratori, hanno rotto i cosiddetti per molto meno di ciò che stiamo vivendo oggi: si lottò come dei disperati per le 40 ore settimanali, per il sabato festivo, per i permessi da malattia, ecc. E avevano ragione, mica torto! Ne conseguì un clima di terrore incontrollato. Gli estremismi di quella lotta, divenuta politicizzata, uccisero un sacco di gente per bene: capi del personale, dirigenti, giornalisti e persino il presidente Aldo Moro. Incredibile! Sparavano e ammazzavano quasi tutti i giorni. Dal 1969 al 1980 furono anni di fuoco. In ogni angolo c'erano posti di blocco. Per ogni pisciata di cane ti fermavano  e ti mettevano sottosopra la macchina e te con le spalle al muro, sotto il tiro dei mitra. Trascorsero almeno una decina di anni con il terrore che un giorno si e uno no, entrassero gli scioperanti nelle aziende con le spranghe di ferro a spaccare la testa a chi non scioperava. Quelli mica scherzavano! Ci fecero stare a casa senza stipendio, a causa degli scioperi, per mesi. La gente per campare era costretta a fare un secondo lavoro in nero.  Misero in ginocchio la nazione. E adesso? Adesso il lavoro non c'è quasi più nemmeno al nord, se c'è ti fanno fare non 40, ma 80 ore, compresi straordinari e sabati, però gratis, dandoti una busta paga dimezzata, e senza promesse di continuità. Alternative? “Vedi là fuori?”, ti dicono, “c’è la fila”. Ed è vero.
Alla Indesit di None stanno per licenziarne duemila, fra diretti e indiretti, alla Moretti, ex Pininfarina, un altro migliaio circa, a Mirafiori sono in 5000 ad essere in CIG (Cassa Integrazione Guadagni) da quasi due anni, e tutte le altre centinaia di piccole aziende che chiudono i battenti, neanche fanno rumore, e più nessuno dice mezza parola. Chi perde il lavoro sono giovani con figli piccoli a carico. La famiglia sta diventando una trappola. Chi ha famiglia, in un clima difficile come questo, è ricattabile. Diventa la mucca da mungere. Gli imprenditori che falliscono si suicidano, i pensionati rubano cibo nei supermercati, i giovani che vanno all'estero in cerca di lavoro, sono discriminati, e invece qui che si fa? Un belin di niente. Nel dicembre del 2011, i tre sindacalisti dell’avemaria sempre insieme, gridavano: “il lavoro ai giovani! I 40 anni non si toccano”. Come è finita? Con sei milioni di disoccupati. E le pensioni? Non hanno il coraggio di dirci chiaro e tondo che la pensione è defunta, non esiste più. A 70 anni quanti saranno quelli che ci arriveranno e per giunta lavorando? Ma questi qui della politica, che si guardano bene dal togliersi qualche vizietto, stanno aspettando la rivoluzione?
Oggi ne ho letta un'altra sul decreto Clini del marzo 2013. In sostanza consiste in questo: permette che aumentino i megaporci, tipo shopville e grandi magazzini; i babbioni (cioè noi), attratti come sorci dal pifferaio magico di turno, comprano buttanate, anche quelle che non avevano intenzione di comprare, se no come facciamo a incrementare la produzione di spazzatura? Quindi i mafiosetti locali si spartiscono le partecipazioni pubbliche  per la raccolta. Allo smaltimento ci pensano le lobby, sempre delle mafie pubbliche e private insieme, ”insieme saremo felici” come il titolo di quella bellissima canzone di Gianni Morandi. Alla fine, i rifiuti ribattezzati CSS (Combustibile solido secondario), le famigerate eco-balle, ritornano nei camini dei cementifici, che poverini, bisogna aiutarli perché questa crisi dell'edilizia gli sta abbassando gli utili. Poi con il cemento costruiamo altri mega porci e il ciclo va in loop, circolo chiuso, il genio della perfezione. Intanto seppelliamo la terra e inquiniamo l’aria che presto ci venderanno come l’acqua, in bottiglia.
Ah no. Dimenticavo la sanità. Rischia di mandare all'aria il progetto geniale della monnezza. Con tutti stì camini che sversano veleni in cielo, in terra, in mare e in ogni luogo, quei poveri babbioni (sempre noi) si ammalano di tumori. E chi li cura se alla sanità pubblica tagliano i fondi? Ma sì, tanto muore il vicino di casa, muore il marito di Maria, muore quello che tanto era malato di Sla, ché doveva ancora fare uno già malato di Sla se non morire inginocchiato ai piedi del governo? E questo? Nemmeno una piega. Una volta si sarebbe fermata la nazione. Ma ormai ci stiamo facendo l’abitudine. Si fa a malapena un minuto di silenzio se a crepare in una sola botta sono almeno in 400. Hanno inventato la franchigia al lutto. Muoiono a Taranto dove c'è l'Ilva. Mi dice Renato, il mio collega di lavoro, che al suo paese, Torchiarolo, in ogni casa si piange un morto per tumore. Pare che sia colpa dei fumi velenosi prodotti dalla centrale di Cerano. Il triangolo delle bermuda (Lecce, Galatina, Maglie), è l’area con i più alti tassi d’inquinamento. E pensare che non abbiamo le fabbriche, ma abbiamo il più alto tasso di mortalità per tumori d’Italia. E chi se ne frega. Tanto mica muoio io. Io ho la suocera che va a messa anche per me tutte le domeniche. Anzi, un paio di volte l’anno ci vado pure io. Non posso morire, IO. Direte voi: “E adesso che ci hai raccontato tutte queste brutte verità, cosa credi di concludere?” Concludo come dice qualcuno:
“adesso che abbiamo capito di essere circondati da milioni di coglioni, possiamo anche realizzare  un bel suicidio collettivo. Tanto, nella migliore delle ipotesi ci ritroveremo di nuovo tutti a bruciare immondizia per fare cemento per costruire supermercati, e per morire di cancro, in paradiso.
Marcello D’Acquarica
 

Fotografie del 30/10/2013

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Di Albino Campa (pubblicato @ 18:51:00, vista 2719 volte)
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