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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 15/03/2013

Di Redazione (pubblicato @ 12:00:39 in Cronaca, linkato 3566 volte)

Il canile di Noha è tristemente conosciuto da anni per la crudeltà con cui sono stati trattati i suoi piccoli ospiti. Nel 2000, infatti, per “evitare l’inquinamento acustico”, gran parte degli ospiti del canile fu trattata in modo indegno e orribile: furono infatti recise le loro corde vocali con un elettrobisturi. Questo vuol dire che, quando i cani tentavano di abbaiare, dalla loro bocca non usciva alcun suono.

Il canile non ha più i 200 ospiti che erano presenti al momento della feroce operazione, ed è ancora sotto sequestro.

Il caso all’epoca fece molto scalpore, e nel 2001 il titolare del canile, come affermava Geapress in un articolo del 2010, “fu destinatario di un decreto penale di condanna per maltrattamento di animali. A quella data c’era solo l’articolo 727CP che puniva il maltrattamento di animali, niente carcere e multe irrisorie“.

Tuttavia restano lì ancora 13 cani, angeli senza colpe, molti dei quali sono anziani e non hanno mai visto qualcosa di neanche lontanamente assimilabile al concetto di ‘vita’. Infatti si legge dal video realizzato dai volontari che gli ultimi 13 superstiti non escono mai dalla loro cella buia e non vi sono aree di sgambamento, e che non sono ammessi nella struttura volontari e veterinari. Inoltre, ricorda il video, non hanno più voce per l’abuso subito alle corde vocali, continuando così ogni giorno a vivere l’atroce tragedia a cui sono stati sottoposti anni fa.

Per questo motivo le volontarie lanciano un disperato appello per l’adozione di queste 13 vite innocenti. Affermano infatti:

I cani, vittime delle atrocità umane, meritano un riscatto. Sarebbe dunque un’adozione del cuore, un modo per dimostrare ancor di più il proprio amore per gli animali.

Nel caso in cui qualcuno di voi volesse fare qualcosa per questi cani ma non può adottarne uno, può rendersi comunque utile e diventare una mamma e un papà a distanza: si possono infatti tirare fuori di lì i cani che versano in condizioni disperate e che non possono attendere ancora, e li si affida a cure veterinarie e a pensioni confortevoli, in attesa che il piccolo in questione venga adottato definitivamente. Il progetto che organizza queste adozioni a distanza si chiama P.A.C.A.V. (Progetto Aiuta un Cane A Vivere) e chiede un impegno minimo mensile di 5 euro a un massimo deciso dalle possibilità di chi offre il proprio aiuto, protratto fino ad adozione del cane in difficoltà. L’Associazione P.A.C.A.V. ha anche una pagina Facebook che si può visitare cliccando qui. Gli adottanti a distanza, entrando in contatto con P.A.C.A.V. su Facebook, potranno avere notizie sui ‘figlioletti pelosi adottivi’ con notizie, eventuali referti medici e fotografie. Avranno inoltre un certificato di adozione a distanza.

Dal 2013 l’Associazione P.A.C.A.V. è ufficialmente Onlus, quindi le donazioni sono deducibili dalle tasse.

Per info su come donare, cliccate qui.

Gli angeli rimasti nel canile di Noha li potete vedere in questo video che alleghiamo all’articolo e che è visionabile anche su Youtube a questo link. I volontari di P.A.C.A.V. affermano che il video è stato girato alcune settimane fa, quando i cani erano ancora 39.

Per chiedere info alle volontarie che hanno realizzato questo video, si può scrivere ai seguenti indirizzi e-mail: oraassociazione@gmail.com; paolarollo271959@libero.it; claudiafus@gmail.com.

Nel video, inoltre, si trovano anche i numeri telefonici di riferimento dei volontari in questione. A ognuno di questi riferimenti è possibile chiedere info sia per le adozioni in famiglia che a distanza. Buona fortuna ai piccoli e ai loro nuovi amici di buon cuore!

 

fonte: Attualissimo.it

 

Continuare la battaglia in favore della verità e della giustizia per non dimenticare quello che la strage di Piazza Fontana ha significato nella storia del Paese e raccontare dentro quella  storia l’esperienza vissuta e la storia di un ragazzo del sud come tanti, dalle due patrie, costretto ad emigrare, l’esperienza umana come sindacalista e pubblico amministratore.
Con queste parole Fortunato Zinni, Sindaco di Bresso, introduce il saggio “Piazza Fontana nessuno è Stato”  scritto dopo la sentenza della Cassazione del 3 maggio 2005, dopo quasi trentasei anni dall’eccidio avvenuto il 12 dicembre 1969 a Milano. Un’ esperienza che coinvolse direttamente l’autore, all’epoca funzionario presso la Filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana.

Martedì 19 marzo p.v., alle ore 19.00 presso il Palazzo della Cultura la Città  di Galatina  incontra  il Sindaco di Bresso in un dibattito aperto sul tema, condividendo una immutata volontà di lottare per tenere viva la memoria perché la verità da qualche parte c’è.

L’evento è inserito nel  Programma promosso dall’Amministrazione Comunale di Galatina Identità in dialogo _ Prospettive Meridiane, a cura dell’Assessorato alla Cultura.

 

Fotografie del 15/03/2013

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