Ormai anche per questa volta si seguirà il solito vecchio rituale canonico, ovvero che a eleggere il papa saranno i cardinali, coloro cioè che hanno un titolo onorifico in più dell’ordinazione episcopale.
Sì, il titolo di cardinale è un’aggiunta inutile: serve solo a dare lustro all’eletto in contraddizione con quanto dice il Vangelo, e dà diritto all’elezione del papa.
Quale diritto? È un sopruso a discapito della vera Chiesa che poggia la sua collegialità sui vescovi, sul clero e sui laici.
No, non pretendo che a eleggere il papa sia l’intera Chiesa, ma che almeno si estenda il diritto di voto a tutti vescovi del mondo.
No, non è ancora possibile. Il conclave inizierà martedì, e riguarderà i 115 cardinali aventi diritto, ovvero coloro che non hanno superato una certa veneranda età.
Ma chi sono questi cardinali?
Sinceramente non saprei su chi puntare. Forse non c’è un nome che s’imponga sugli altri, e che dia una certa speranza per il rinnovamento della Chiesa.
E allora, perché i cardinali – lo potrebbero fare! – non scelgono uno tra i tanti vescovi che potrebbero sorprenderci?
Ratzinger ha compiuto un gesto con le sue dimissioni, che ha fatto parlare tutto il mondo: perché allora i cardinali elettori non potrebbero farne un altro, eleggendo come papa un vescovo?
Non darebbero un ulteriore segno di novità uscendo da schemi secolari che hanno tolto la possibilità di eleggere un pontefice fuori dal solito giro cardinalizio?
Non penso che lo Spirito santo si senta costretto a posarsi su una piccola schiera di porporati che non sempre danno un’immagine evangelica della Chiesa.
Anzitutto toglierei questo titolo onorifico inutile, affiderei la Chiesa alla collegialità dei vescovi, dando loro più potere decisionale. Non parliamo più di primato petrino.
La Chiesa va democratizzata.
Lasciamo pure il papa a capo della Chiesa, ma solo con funzioni pastorali, carismatiche, profetiche.
Il nuovo papa sarà scelto, al di fuori della rosa dei cardinali elettori?