A Natale mi è giunto in direttissima da Milano - tramite il sig. Cimino, l’arcinoto ai pugliesi-milanesi corriere di Sannicola - un regalo molto gradito, direi addirittura strepitoso: un enorme scatolone contenente cinque faldoni-archivio (o raccoglitori formato protocollo, o registratori a leva secretaire, o come cavolo si chiamano), quelli di cartone robusto con il foro con anello di metallo sul dorso, per facilitarne l’estrazione dall’involucro; sì, quelli con all’interno i gancetti centrali in acciaio nichelato o cromato con pressino, pronti ad accogliere le buste porta-documenti formato A4; dai, chi non conosce ormai le buste di polipropilene trasparente con la foratura universale sul bordo?
Ma forse è più facile che li vediate direttamente dall’immagine qui allegata piuttosto che desumerne sagoma e fattispecie dai miei intrecci di parole.
Ebbene, il regalo non è mica lo scatolone, e non sono mica questi raccoglitori, o le buste, o i gancetti (sì, anche questa roba, per carità), ma soprattutto quello che questi raccoglitori stupendi di colore azzurro e bianco contengono, e principalmente la cura con cui il tutto è stato predisposto. E qui, prima che mi scordi, v’è da notare un’altra finezza: i colori azzurro e bianco utilizzati: sono i colori “sociali” di Noha (mentre, come tutti sanno, i colori dello stemma della nobile famiglia De Noha erano l’azzurro e l’oro).
Cosa contengono questi raccoglitori? Come? Non l’avete ancora intuito? Ma ovviamente tutte le pagine a colori di quell’arma di distinzione di massa che fu L’Osservatore Nohano, il quinquennale mensile on-line di questo sito.
Non ci crederete, ma qui siamo di fronte ad un’opera d’arte frutto di un lavoro certosino, laborioso, durato circa nove mesi (putacaso). Ognuna delle novecento e passa pagine del nostro rotocalco on-line è stata stampata fronte-retro, e a colori!, ed inserita in maniera ordinata (come io non avrei mai saputo fare) in ognuna delle oltre 450 buste di polipropilene trasparente con la foratura universale sul bordo.
Una cosa è dire di questo capolavoro, un’altra è vedere, toccare, sfogliare questa meraviglia, consultarla, estrarne le singole schede per gli usi più disparati. E’ un’opera utilissima e degna della migliore biblioteca pubblica. E chissà che un domani quest’opera non trovi alloggio presso la biblioteca pubblica nohana (ho detto “un domani”: per ora me la tengo io).
Quando Internet non ci sarà più, o quando i file di Noha.it si saranno tutti cancellati per chissà quale novello baco del millennio, L’Osservatore Nohano continuerà ad esistere in formato cartaceo, custodito ed ordinato come nel corso degli anni il sottoscritto non è mai riuscito a fare (mentre qualcuno dei nostri 25 lettori sì).
Chi ha confezionato questa strenna?
Il mio amico Fabio Solidoro, milanese doc ma nohano d’adozione, con l’ausilio di due complici (che lo supportano e sovente lo sopportano) e che rispondono ai nomi di Laura, sua moglie, che più che una donna è una santa, e Luca D’Acquarica, nohano di nascita ma milanese d’adozione. Il trio, Solenghi-Lopez-Marchesini, eccolo qua, ritratto in una foto scattata nel corso del solleone 2012.
A loro, signore e signori, il ringraziamento e l’applauso.
Clap, clap, clap.
Antonio Mellone
Eccovi di seguito la lettera a firma di Fabio, Laura e Luca a corredo dell’opera de quo.