Per riprendere il discorso iniziato con l’articolo a mia firma dal titolo “Il candidato” apparso recentemente su questo sito, vi racconto un aneddoto realmente accaduto.
Qualche giorno addietro, m’incontra per caso a Noha un signore di mia conoscenza (non ne dirò ovviamente il nome) che dall’interno della sua macchina, abbassando il finestrino mi fa: “Allora ti stai cimentando!?”
Non ci voleva mica una laurea alla Bocconi per capire subito due cose: la prima, che alludesse ad una mia candidatura alle imminenti amministrative per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale di Galatina (a ridaje!) e la seconda, strettamente connessa alla prima, che avesse letto il mio succitato articolo (o che quanto meno avesse visto la vignetta satirica di Marcello a corredo di quell’articolo).
Insomma, si vedeva da mille miglia di distanza quanto il mio interlocutore giocasse in qualche modo a fare lo gnorri.
Dico subito che il suo tentativo di sfottò (?) fu stroncato da una mia battuta spontanea e fulminea che giocando con l’assonanza - e non con l’etimologia del gerundio che aveva utilizzato l’astante - fu la seguente: “Ormai lo dovresti sapere a memoria che sono contrario al cemento!”. E gli ribadivo anche che quell’Antonio Mellone, candidato, non era il sottoscritto (che invece è candido, vale a dire senza macchia di tessere partitiche).
E’ stata sufficiente questa risposta lapidaria per lasciare a bocca asciutta l’amico che in una manciata di nanosecondi se la svignava scomparendo dalla mia vista...
Avrei potuto aggiungere, se ne avessi avuto l’opportunità e il tempo (chiedo venia per il pleonasmo), che la democrazia può essere: a) rappresentativa; b) diretta; c) partecipativa, e che senza la compresenza di questi tre pilastri armoniosamente combinati tra loro vani sarebbero tutti gli sforzi per stabilire modelli di governo che prevedano la partecipazione dei cittadini. Da Wikipedia si legge che la democrazia rappresentativa “è una forma di governo nella quale gli aventi diritto eleggono dei rappresentanti per essere governati”; nella democrazia diretta, invece,“i cittadini in quanto popolo sovrano non sono soltanto elettori che delegano il proprio potere politico ai rappresentanti ma sono anche legislatori e amministratori della cosa pubblica” (un esempio tipico di democrazia diretta è l’istituto del referendum). Infine c’è la democrazia partecipativa che “lavora per creare le condizioni per cui tutti i membri di un corpo politico possano portare contributi significativi ai processi di decisione”.
Mi piacerebbe che fosse chiaro una buona volta che non si fa Politica soltanto se ci si candida alle elezioni, o se si stampa la propria faccia su di un manifesto con tanto di slogan pacchiano o su di un santino (per poi sparire dalla circolazione fino alla successiva tornata elettorale). La Politica vera (notare la maiuscola) si esprime in mille modi, tutti parimenti importanti e degni di rispetto.
Ci sono anche a Noha persone che non rinunciano all’impegno, alla passione civile, alla razionalità critica, alla partecipazione e non hanno intenzione di dimettersi né oggi né mai dalla cittadinanza attiva. C’è gente che non ha voglia di mollare, e che vuol fare Politica anche senza avere i posti d’onore nelle processioni solenni dietro la statua del santo di turno.
E fanno e sono Politica tutte quelle voci libere che sovente sono stecca nel coro belante del pensiero unico dominante.
Si è già dimostrato mille volte, anche qui da noi, che quando pezzi importanti della cosiddetta “società civile” trovano un canale per manifestare visibilmente il proprio malcontento, lorsignori-politici sono costretti a tenerne conto, anche se dispongono della più bulgara maggioranza politica, culturale o mediatica in seno ai consigli o ai parlamenti.
Davanti alla democrazia partecipativa e finalmente matura nulla è più ineluttabile, nemmeno di fronte ai luoghi comuni più strutturati, anzi più incarniti a mo’ di sacro totem nella nostra mente. Tutto si può dunque ridiscutere e nulla più può esserci imposto dall’alto.
Per far questo va coltivato il terreno di coltura che è composto da tante cose: dalla rete di lotte diffuse, dalle iniziative individuali, dalle rivendicazioni locali, e - perché no - anche dalla satira corrosiva e graffiante (che fa irritare soprattutto chi ha la coda di paglia), dalla redazione di un giornalino libero (senza padroni e senza padrini, in cui possano esprimersi liberamente tutti), da un appello contro l’indecenza, dall’esercizio della critica e della solidarietà sul territorio e sul web, dal combinato disposto di questi e altri fattori. E siamo noi e la nostra inventiva civica a creare quotidianamente l’humus per questo terreno di coltura.
Avrei voluto dire al mio (ormai malcapitato) interlocutore tutte queste cose; invece gli ho risposto con una battuta delle mie.
Ma poi a pensarci bene, quel gioco di parole dette così a mo’ di celia, quasi a freddo, condensava in una sorta di sintesi epesegetica tutto il lavoro di democrazia partecipativa che da qualche lustro cerco di portare avanti, bene o male, insieme agli altri amici di questo blog. A questo servono gli articoli, i libri, gli interventi su questo sito, le trasmissioni televisive, i video di denuncia e mai di rinuncia, il nostro giornalino L’Osservatore Nohano (che, tranne per i ciechi e per i sordi, oggi è più vivo e attuale che mai), la raccolta di firme (a favore dei beni culturali, dell’acqua pubblica, della felicità bene comune, dell’aria pulita, della legalità, dei rifiuti zero, ecc.) e le svariate battaglie (contro il CDR, contro il fotovoltaico delinquente in mezzo alla campagna, contro il cemento, contro la mafia, contro la stupidità masochista che ci sta portando alla tomba…).
Questa è Politica; questa è democrazia. Forse molto più attiva di quella che si esercita stando assisi su di un seggio, o su di una poltrona, o su di una sdraio, o distesi su di un lettino (c’è chi trascorre la sua vita da addormentato) anche in seno ad un’assemblea di politici di professione.
Secondo alcuni è un'arte, secondo molti è di moda, secondo altri è una scorciatoia per arrivare a qualcosa, altri invece credono sia motivo di vergogna o nel peggiore dei casi un reato; insomma, quello del copia/incolla è diventato un must in tutti gli ambiti della vita quotidiana.
Alcuni esempi hanno fatto scalpore. Dan Brown che pare abbia copiato la trama de “il Codice da Vinci” da un saggio di due storici inglesi, oppure Michael Jackson, veniva accusato di plagio da Al Bano perché la canzone “ I cigni di Balaka” del 1987 sarebbe identica a Will You Be There del 1991 (in realtà si scoprì che copiarono entrambi da un vecchio brano dei Nativi Americani); o anche la recente vicenda legata alle controversie tra Apple e Samsung per un possibile caso di “copia/incolla” subiti dalla casa di Cupertino (il caso riguarda i modelli di smartphone Iphone ed il Galaxy SII).
Abbiamo effettuato una ricerca sui programmi dei candidati alla carica di sindaco di Galatina. Questa ricerca, insieme a quella effettuata sui leit motive che hanno caratterizzato la vita politica galatinese, saranno presto scaricabili dal nostro blog e richiedono un lavoro di fino che ha impiegato tutto il nostro direttivo per circa una settimana. Ora ve ne presenteremo alcuni stralci.
Il primo programma elettorale esaminato è quello di Antonio Pepe candidato della coalizione di centrodestra. Abbiamo notato che la parte relativa alla “Banda larga”, ad esempio, è stranamente uguale al progetto del Comune di Reggio Emilia pubblicato in data 14/10/2010 nel Sito Ufficiale del Comune di Reggio Emilia. Così anche nel programma di Coluccia, candidato del terzo polo che forse era assente nel momento in cui i suoi andavano a prendere le parti relative a “trasparenza, onestà e partecipazione” dal sito del Comune di Civitavecchia, dal programma del Pd di Valenzano e da una associazione di Ladispoli. Il caso del candidato sindaco delle civiche, invece, è singolare. Qui si tratta di un auto-copia/incolla. L'avvocato Gervasi, fin dalla premessa copia il programma di Galatina in movimento del 2010(civica che è all'interno della sua coalizione). Fanno eccezione solo alcune piccole parti, ma in questo caso le citazioni sembrano palesi. Una menzione particolare poi, deve averla il candidato sindaco del centrosinistra. Cosimo Montagna, in base a quello che abbiamo potuto notare, non copia da nessuno in particolare, ma riprende dei concetti cari al centrosinistra nazionale e locale: acqua bene comune, fedeltà fiscale, bilancio partecipato. Per questi motivi ci sentiamo di “assolverlo con formula piena” e notare che si è, almeno in questo caso, lavorato in fase programmatica. Lo stesso lavoro che qualcun altro non ha ritenuto opportuno fare.
Che si tratti di copiatura meticolosa o di plagio creativo, occorre che ognuno di noi faccia una seria riflessione sul significato che ogni candidato sindaco ripone nel programma e nel rispetto dei cittadini di Galatina. La campagna elettorale in corso di svolgimento contribuirà a farci capire quali siano i reali programmi dei nostri quattro candidati e delle loro coalizioni.