Scorrendo le liste degli aspiranti ad un seggio in seno al consiglio comunale di Galatina mi sono per caso imbattuto in un Antonio Mellone, candidato dal Partito Democratico. Dapprima m’è sorto il dubbio che m’avessero candidato a mia insaputa (cosa che oggi fa tanto trendy), ma questo sospetto è stato fugato da una lettura appena più attenta dei dati.
Orbene, a scanso di equivoci, vorrei subito dire che nessuno mi ha candidato senza il mio permesso e che quel signore - che non ho il piacere di conoscere di persona - non è che un mio omonimo dal quale pare mi distingua più di un elemento.
Intanto l’aspirante consigliere comunale è della classe del 1961, mentre il sottoscritto ha la ventura (qualcun altro potrebbe dire la fortuna, o la sfortuna, a seconda dei punti di vista) di essere nato sei anni dopo, cioè nel 1967.
Un’altra differenza di non poco conto è che il candidato Antonio Mellone è di Galatina, mentre il sottoscritto è di Noha. Qualcuno di fronte a questa affermazione potrebbe nondimeno storcere il muso, considerandola non proprio ortodossa, anzi tutt’altro che rigorosa. Infatti se si volesse fare i pignoli - magari utilizzando l’insiemistica e le sue rappresentazioni per mezzo dei “diagrammi di Venn” - essendo Noha frazione di Galatina, dunque un “sottoinsieme dell’insieme Galatina”, si dovrebbe dire che tutti i nohani sono galatinesi, mentre non è sempre vero il contrario. Bè, tutto questo dal punto di vista della computisteria non fa una piega. Ma in certi ragionamenti a volte bisogna prescindere dalla matematica, lasciare per un attimo la calcolatrice da parte e mettersi in ascolto del cuore. Al quale, per definizione, non si comanda. Al sottoscritto piacerebbe dire di essere di Galatina (e non è la prima volta che gli capita di affermarlo), ma sarebbe auspicabile che a loro volta i galatinesi, facendo uno sforzo prima di elasticità e poi di reciprocità (in una sorta di vincolo sinallagmatico, come si direbbe in Diritto) dicessero una volta tanto di essere di Noha.
Ma continuiamo con i distinguo con il Mellone candidato. Il quale, salvo errori od omissioni, è un avvocato (razza con la quale francamente vorrei avere poco o nulla da spartire), mentre chi scrive è contemporaneamente dottore commercialista e direttore di banca (sanu me toccu!: ed ho detto tutto).
Siccome le differenze sono come le ciliegie: una tira l’altra, onde evitare di tirarla troppo alla lunga mi limito ad evidenziarne soltanto l’ultima. E qui non si può non parlare del fatto che l’avvocato Mellone è un esponente del PD, mentre il sottoscritto è, sì, democratico (o si sforza di esserlo) ma certamente senza partito.
Che io sia un anarchico? Il dubbio regna sovrano.
Concludo dicendo che ho voluto puntualizzare l’ovvio con questo panegirico soltanto al fine di evitare che l’eventuale confusione tra il sottoscritto ed il piddino Antonio Mellone si traduca in un danno per candidato galatinese (in termini di voti, dico). Infatti, alcuni diserterebbero (e vieterebbero agli altri) addirittura i seggi elettorali al solo sospetto di una mia candidatura alle comunali di Galatina.
Ma una cosa è certa: la politica non è il mio pane. Il che non esclude che sappia morderla. Ma di questo parlerò la prossima volta.