A proposito di bellezza, oggi ci siamo ritrovati con la Nostra Terra, sotto un cielo azzurro e splendido e l'abbiamo amata, la Nostra Terra. Amata e ringraziata per la vita che ci dona. Tant'è che se fosse per cemento e catrame di cui ci circondano e ci circondiamo, non potremmo essere così come siamo: vivi.
A pregare con noi nostra Madre Terra c'erano:
Paola che ha portato con sé Chiara, l'altra Paola che invece ha portato con sé la piccola Mia, poi sempre a pregare con noi, c'erano ancora Lucia, Gabriella, Tamara, Stefania e Paolo, Federico, Albino, Angela, Giovanna, Angelo, Fernando e Maria Rosaria, Pierluigi, il delegato della nostra Noha e l'instancabile Loredana, a cui assicuriamo il posto fisso, se lo merita proprio il contratto a tempo indeterminato perché riesce sempre a ristorare le nostre GG Ecologiche con dolci e caffè al momento giusto.
Infine dobbiamo dire, che insieme a noi, a pregare Nostra Madre Terra, c'era un docile cagnolino anche lui (o forse era una lei) ci ha tenuto compagnia durante la pausa caffè, meritandosi cosi oltre alla nostra amicizia, un pezzetto di dolce.
Abbiamo fatto del nostro meglio per togliere dalla nostra Amata Terra un po' di sporcizia, che non se la merita proprio e nel mentre abbiamo sentito il suo silenzioso ringraziamento sibilato dal vento di tramontana. Ora cari amici e concittadini, facciamo a voi la preghiera di smettere di insudiciare Nostra Madre Terra. Per il Suo bene ma soprattutto per il bene dei vostri stessi figli. Almeno a loro non si può non voler bene.
Abbiamo rimosso 18 sacchi di rifiuti, di cui 13 colmi di bottiglie di vetro. All'incirca 1300 bottiglie quasi tutte adoperate per contenere birra.
Purtroppo la plastica è rimasta bruciata nel terreno con gli ultimi falò, impregnandolo così di veleni.
Altri piccoli ingombranti sistemati nei tre mucchi raccolti, sono per lo più i resti di metallo che i vari incendi non hanno potuto sciogliere.
Vi ricordiamo cari concittadini che l' azienda incaricata dal Comune passa a prelevare i rifiuti di ogni genere, ogni giorno, per tutto l'anno feste comprese, davanti alla nostra porta di casa.
Il Direttivo di Noiambiente e Beni Culturali di Noha e Galatina
A proposito di "murales" e "cippi mistici", di cui tanto si è discusso in questi ultimi giorni fra le parti della politica di casa nostra, si può dire che forse quanto è accaduto è servito a chiarire alcuni concetti apparentemente banali, ma che hanno invece una notevole importanza: quella dell’identità di una comunità e della sua storia.
Stiamo parlando dell’improvviso tsunami manifestatosi con spasmodici "spargimenti" di colori sulla facciata esterna dello stabile dell'anagrafe di Noha che hanno lasciato basiti molti cittadini, non solo nohani ma anche galatinesi.
Appare finalmente chiaro quanto l'attuale amministrazione Vergine abbia semplicemente completato un programma confezionato dalla precedente nel corso della sua legislatura (nel mentre si attendono con trepidazione le novelle iniziative con relativi finanziamenti, ndr.), mettendoci di suo soltanto la ciliegina sulla torta.
Stiamo parlando degli sviluppi grafici del famigerato murales sulla via del Calvario (mai metafora fu più azzeccata di questa), quantomeno discutibili, non soltanto dal punto di vista diciamo artistico, quanto da quello contenutistico e direi soprattutto politico, dacché la popolazione era all’oscuro di tutto, fino alla miracolosa apparizione del san Paolo (fuori le mura).
Si è parlato di “fondere” la storia di Noha con il fenomeno del tarantismo tramite un murales, o addirittura di una forma di “gemellaggio” fra due comunità. Ora, se è vero che Galatina fosse “immune” dagli effetti nefasti del morso di una taranta, è anche vero che Noha, salvo errori, non ha mai avuto a che fare con storie di pizzicati, balli, suonatori e tamburelli: a meno che non si voglia riscrivere la storia soltanto per inverare un teorema, insistendo con la narrazione assillante frutto dell’ormai stucchevole marketing territoriale cinico e rozzo, insofferente a ogni differenza, tutto chiacchiere senza distintivo, volto a eliminare ogni sapere non finalizzato a uno scopo pratico, utilitaristico e consumistico. È anche questa la famosa Cancel Culture, con la preghiera di non tradurre “cultura della cancellazione” ma, al contrario, “cancellazione della cultura”.
Del resto è scritto su centinaia di pagine di libri che nel corso della storia Noha ha avuto ben poco o quasi niente da spartire con le sorti di Galatina, almeno fino al tardo 1700. Oltretutto, fino alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, financo la parrocchia nohana era incardinata in una diocesi affatto diversa rispetto a quella di pertinenza del capoluogo.
A questo punto viene da chiedersi quale beneficio potrà mai generarsi nelle giovani menti delle nostre comunità, se si continuano a seminare (anche inconsapevolmente) confusione, voglia di omologazione, riduzionismo globale, damnatio memoriae, e incertezza con meschini stratagemmi tendenti tutti a cancellare il nome di Noha ad ogni piè sospinto.
Noha è orgogliosa di essere parte del comune di Galatina, ci mancherebbe altro: ma una cosa è dir questo, un’altra è fare di tutto per corroborare la presunzione onde sia il presente a giudicare la storia passata, disponendone la condanna o la sua cancellazione.
Ma non è l’oggi a dover insegnare al passato come avrebbe dovuto comportarsi. Semmai esattamente il contrario.
Marcello D’Acquarica
Nelle scorse ore ho appreso dal social Facebook della cerimonia organizzata per l'assegnazione del “Premio Città di Galatina - Beniamino De Maria” e della conseguente assegnazione già definita nei fatti e resa pubblica da un post pubblicato nel pomeriggio di ieri dal Club per l'Unesco di Galatina e della Grecia Salentina, successivamente rimosso.
Preciso che la predetta commissione è stata convocata per il giorno 09/10/2023 p.v. e della stessa sono stato nominato componente quale rappresentante delle forze politiche di minoranza, proprio per la individuazione dell'illustre concittadino meritevole del premio.
Evidente che se tale notizia fosse confermata, svilirebbe sia il ruolo della Commissione e dei suoi emeriti componenti, chiamati a ratificare una decisione già presa, sia l'importanza del premio, proprio perché la valutazione della commissione per la sua qualificata composizione (Magnifico Rettore dell'Università del Salento, Presidente dell'Ordine dei Medici e Parroco della chiesa Matrice), conferisce dignità e valore alle proposte ed alle scelte conseguenti.
Le chiedo, pertanto, di chiarire immediatamente la natura del manifesto riportante tra gli altri il logo della nostra Città, al fine di poter trarre le opportune considerazioni riguardo alla mia permanenza nella commissione.
Con Osservanza.