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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 30/06/2019

Avrei voluto raccontarvi della mia recente vacanza palermitana. Invece no: mi tocca aprire le Fette di Mellone Estate 2019 parlando di una cosa nostra, non meno grave di quell’altra.

Qualche giorno fa, un politico locale di gran calibro - quello che poverino si sacrifica per noi in Parlamento come nessuno mai – verga su Fb un commovente comunicato stampa, poi condiviso in un gruppo galatinese, in cui scopre l’aria calda nella vecchia scuola elementare di Noha.

Planando dal pero, il cittadino onorevole viene a scoprire con sette o otto anni di ritardo che il suddetto complesso scolastico, riconvertito nel frattempo in Centro Polivalente, fu ristrutturato con quella parte anatomica che nonostante la credenza tutto porta men che fortuna, a suon di milioni di euro di debito pubblico. Ma si trattò di una “ristrutturazione” (con le virgolette), giacché l’allaccio elettrico rimase così provvisorio che ai condizionatori non ha mai fatto né caldo né freddo, l’ascensore è ancora incellofanato, e l’impianto fotovoltaico in terrazza sembra abbia la protezione 100 della Vichy.

Ma il problema non è mica questo. E nemmeno il fatto che il cosiddetto portavoce del popolo abbia dato la sua solidarietà all’associazione benemerita che utilizza quel complesso double-face, cioè forno crematorio d’estate/igloo d’inverno, con mille  difficoltà - come se non bastassero tutti gli altri disagi.

Dicevo che il problema non è codesta presa d’atto, né l’impegno generico o la promessa con la mano sul cuore da parte del deputato nostrano  “di sentire il sindaco e gli uffici preposti per cercare di trovare insieme una soluzione”: ci sta tutto, potremmo pure dire che certi post fanno parte della propaganda, o se proprio volete populismo, di cui nessun partito sulla faccia della terra è immune. Il guaio serio è invece quel che ne è seguito.

Vale a dire un messaggio, che dico, un vero e proprio avvertimento da parte di un sedicente avvocato difensore dell’onorevole (sedicente nel senso di difensore di parte, non di avvocato) contro chiunque osi storcere il muso, alzare ciglio, rivolgere qualche critica anticonformista e, dio non voglia, azzardare pure un po’ di satira iconoclasta. Insomma, ecco la frase di rito postata tra le altre carinerie dall’avvocato del portavoce del popolo: “[…] Da questo momento, qualora un commento sarà considerato offensivo e oltre ogni lecito limite [chissà quale sarà mai codesto “lecito limite”: vuoi vedere che magari lo deciderà di volta in volta Rocco Casalino? ndr.], darò seguito al mandato ricevuto e agirò presso le opportune sedi giudiziarie a tutela dei diritti ed interessi del mio assistito (ma, soprattutto, amico), eccetera, eccetera”.

Scusate: ma questa roba non vi pare una specie di intimidazione a mezzo social? Non vi suona come una censura o una forma di intolleranza verso il dissenso? Magari colpendone uno per edulcorarne cento? Chiedo eh.

È seguito un silenzio tra il surreale e il grottesco che dura tuttora, e non invece un mandato a quel paese da parte del mandante rivolto al suo legale, una smentita urbi et orbi, un “dai che scherzavo”, ovvero “no, vi prego, non dategli retta, fate pure delle vignette caricaturali sul sottoscritto, scrivete sul mio conto articoli caustici e commenti sferzanti, e mi raccomando siate sarcastici, taglienti, corrosivi, se no qui io rischio veramente l’irrilevanza politica. Anzi la scomparsa nel nulla, come è capitato a tanti altri diciamo politici locali allergici all’intelligenza”. Invece nulla di nulla.   

Probabilmente nessuno ha ancora detto al cittadino portavoce (e al portavoce del portavoce) che il politico che minaccia o addirittura arriva a querelare la critica o la satira, tutelate oltretutto dalla Costituzione, è un politico al crepuscolo da un pezzo; che una democrazia è tanto più sana quanto più feroce e graffiante è il giudizio (il contrario si chiamerebbe fascismo); e che l’avversario per definizione sta sempre lì, controlla quel che fai o dici o scrivi, evidenzia i tuoi strafalcioni, e ti costringe a essere all’altezza dei tuoi proclami.

E pensare che eravamo tutti Charlie.

Quanto a me, che continuo a segnalare che il re è nudo ma fa cagare anche in cappa magna ed ermellino, per precauzione tengo sempre pronto un borsone con pigiama, ciabatte, spazzolino e altre cose utili in caso di blitz. Non si sa mai.

Nel frattempo nessuno può impedirmi di continuare a osservare certi pOLITICI e la loro invidiabile capacità di guardarsi allo specchio (o nei Selfie) senza riuscire a mandarsi a fanculo.

Antonio Mellone

 
Di Andrea Coccioli (pubblicato @ 14:47:12 in Comunicato Stampa, linkato 1035 volte)

Finalmente dopo 16 giorni in mare i migranti a bordo della Sea-Watch3 sono sbarcati. Verranno assistiti da personale medico specializzato e potranno immaginare un futuro migliore ricollocati in diversi paesi europei.

Il Capitano della nave è stato arrestato. Ci sarà un processo come è giusto che sia. Sono sicuro che dimostrerà ai giudici che il salvataggio delle persone in mare era vitale e che non si potevano più tenerli a bordo dopo 14 giorni. Vedremo cosa diranno i giudici sul mancato rispetto della legge rispetto alle condizioni ormai insostenibili di 46 migranti a bordo.

Ora, finalmente mi aspetto che il Ministro degli interni partecipi ai summit europei dove si decide sulle politiche migratorie che ora hanno regole sfavorevoli per l’Italia incapace di gestire le emergenze. 

Per noi italiani è molto chiaro che va rivisto il trattato di Schengen e il regolamento di Dublino. Noi siamo una democrazia rappresentativa e mi aspetto che chi ci rappresenta si preoccupi di cercare e di trovare una soluzione che porti a una solidale e obbligatoria condivisione delle responsabilità e del peso delle migrazioni fra tutti i Paesi Ue. 

Per fare questo, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini o in sua senza il Presidente Conte, che rappresentano il governo, devono partecipare alle riunioni europee dove si decide sulle politiche migratorie. Faccio presente che negli ultimi mesi su sette incontri organizzati fino ad oggi, il vicepremier ha presenziato solo a uno. Ultima assenza in ordine di tempo quella del 6 giugno in Lussemburgo.

E’ necessario che il nostro governo cominci a lavorare duramente in Europa per costruire una politica comunitaria delle migrazioni.

Si può immaginare una linea politica di accessi legali e controllati nell’Ue da parte di cittadini di altri Paesi; serve rafforzare una politica di cooperazione allo sviluppo con i Paesi di origine e di transito delle migrazioni, così da aiutare quelle nazioni finalmente a crescere economicamente e socialmente. Ora, i paesi di origine, sono pieni di miseria e  guerre interne.

Fare solo propaganda sulla pelle delle persone non funziona più. Dobbiamo convivere con i flussi migratori e dobbiamo saperli gestire. Lo possiamo fare solo se l’Europa unita si mobilita a cercare soluzioni migliori di quelle ora scritte sui trattati europei. Per farlo, il nostro paese deve essere presente in Europa, deve partecipare alle riunioni e rivendicare il cambiamento tanto sventolato in campagna elettorale ma mai praticato. 

Mi chiedo perchè dopo 14 giorni non si è intervenuti per trarre in salvo i migranti dopo che il Comandante della Sea-Watch3 Carola Rachele, ha inviato numerose richieste di aiuto al ministro e alle strutture competenti ancora prima di forzare il blocco? 

Perchè 46 persone stremate dalla fatica sono state lasciate a mare?

La risposta è chiara. Solo per fini propagandistici, elettorali e più like su facebook. Senza soluzione al problema. Che, purtroppo, si ripresenterà puntuale. 

Andrea Coccioli

Segretario del Partito Democratico di Galatina

 
Di Redazione (pubblicato @ 14:44:55 in Comunicato Stampa, linkato 1033 volte)

Ogni volta che assistiamo ad operazioni clientelari ed opache, come quella che ha visto ricadere la nomina di soggetto attuatore della rassegna “A cuore scalzo” ad una Associazione appena costituita, subiamo oltre al danno anche la beffa di essere destinatari delle lezioni di etica e moralità del profeta di turno.

Su tutti l’Assessore Cristina Dettù che, nel tentativo di giustificare e difendere ciò che è impossibile difendere, parla a sproposito di senso di comunità, di identità, di orgoglio e di gratuità. Caro Assessore il senso di comunità non lo si può fare e disfare a proprio piacimento. E’ stata proprio la coalizione di cui fai parte a dividere in due la città e non lo ha fatto su temi concreti, sulla base di una diversa ideologia politica o su una diversa  visione prospettica della città. La divisione che avete volutamente e strumentalmente creato nell’ultima campagna elettorale è basata sulla distinzione tra il bene e il male. In questa perversa strategia politica vi siete autoproclamati come il bene e avete considerato come il male tutti quelli diversi e contro di voi. A condurre questa opera di mistificazione della realtà non siete stati soli però. Prima di voi altri piccoli personaggi, sfruttando i mezzi a loro disposizione, hanno contribuito ad inculcare nella mente dei cittadini circostanze diverse dalla realtà, condizionando la vita politica della città e non solo quella.

Da quando questa Amministrazione si è insediata ci siamo ritrovati a discutere troppo spesso di clientelismi e fin’ora lo abbiamo fatto su vicende che vedono in ballo poche migliaia di euro. Non osiamo immaginare cosa succederà quando arriveranno alcuni grossi finanziamenti, come quello inerente la riqualificazione del Palazzo della Cultura.

Tra le altre cose, inoltre, non se ne può più della solita filastrocca delle difficoltà ereditate dal passato da parte di questa Amministrazione. Sarebbe il caso che, almeno per una volta, ci diceste a cosa o a chi vi riferite visto e considerato che nella passata Amministrazione tra i banchi dell’opposizione, mentre aumentavano i debiti e la città veniva svuotata e saccheggiata, sedeva sempre in silenzio Marcello Amante.

Galatina non merita questo tipo di comportamenti. Non merita l’ipocrisia di personaggi che dopo aver militato e tratto benefici per una vita dai partiti si risvegliano civici e liberi, non merita persone che camminano a testa alta solo in campagna elettorale, non merita persone che pensano di avere un valore solo grazie alla carica che ricoprono, non merita menestrelli e buffoni di corte che si ergono a pseudo intellettuali sempre allineati e schierati con il potere, non merita burattini comandati a bacchetta da chi è sempre attivo nelle retrovie della politica.

Galatina si è stancata dell’ipocrisia, della superficialità, dell’incapacità, della furbizia, dell’arroganza, della falsità e degli imbrogli.

La nostra città ha bisogno di una classe dirigente seria e preparata, che si interessi di prospettive e di temi concreti, che esca dall’isolamento politico in cui il Sindaco Amante l’ha condotta in pochissimo tempo e che non si invischi in questioni simili a quelle a cui si assiste al mercato delle noccioline.

Alla luce di tutto ciò chi ha il potere di fermare o frenare questo modo indecoroso di amministrare lo faccia subito per non rendersi corresponsabile  di questo dannoso e pericoloso assalto alla diligenza.

Pierluigi Mandorino

Segretario -  Partito Socialista

 

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