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Articoli del 20/06/2015

Di Antonio Mellone (pubblicato @ 08:32:34 in NohaBlog, linkato 2770 volte)

A volte mi chiedo che cosa abbiano fatto di male i galatinesi per meritarsi la giunta Montagna, la connessa maggioranza e la relativa pseudo-opposizione (a parte l’averne votato i membri, s’intende).

Non so se qualcuno di voi ricorda ancora la storia della Pantacom srl, la società inattiva, con capitale sociale liquefatto per perdite (poi ricostituto), con zero dipendenti e zero fatturato; su dai, quella della famiglia Perrone (che, tra i suoi più illustri esponenti, annovera Paolo, l’amatissimo sindaco di Lecce); la società a responsabilità limitatissima, la quale - secondo una Convenzione (o meglio cir-Convenzione d’incapace) piena zeppa di spiritosaggini, tipo la creazione di un numero di posti di lavoro a più zeri [forse prima della virgola, ndr], siglata con il nostro Comune - avrebbe dovuto costruire, non si sa bene con quali capitali, un bel centro commerciale a chilometro zero partendo da Collemeto.

Orbene, non ci crederete: la suddetta SRL ha promosso un ricorso davanti al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) per impugnare l’unica decisione giusta azzeccata dal Comune di Galatina da una quindicina d’anni a questa parte: “la revoca con effetto immediato delle autorizzazioni rilasciate alla società Pantacom srl per l'apertura dell'area commerciale integrata” [non si capisce con cosa “integrata”: forse con l’habitat da cementificare. Ndr].

A Palazzo Orsini, come al solito, son caduti dalle nuvole: non s’aspettavano punto d’essere ripagati con codesta ingratitudine, anzi alto tradimento prima che il gallo cantasse, dopo che la banda larga altrimenti detta Consiglio Comunale, sfidando il ridicolo, e soprattutto decretando la condanna a morte di una campagna di rara bellezza, aveva approvato la pantacomica cascionea pressoché all’unanimità (ad eccezione di Rifondazione Comunista, che, dunque, per coerenza, rimase nella stessa maggioranza come se niente fosse).

Da lì in poi fu tutto un susseguirsi di “volani per lo sviluppo” e “ ricadute occupazionali”: fior fior di cosiddetti politici galatinesi, nonché responsabili di progetto e i soliti economisti per caso, anziché ricordarsi del fatto che sarebbe sempre meglio tacere passando per idioti che parlare fugando tutti i dubbi, rilasciavano interviste a gogò a giornalisti improvvisati (benché iscritti all’albo da più di trent’anni) sulle magnifiche sorti e progressive circa l’n-esimo ipermercato salentino, fatto da 20 e passa ettari di viali, piazzali, parcheggi, rotonde e un imprecisato numero di enormi scatoloni prefabbricati in cemento e vetro, decisamente fuori scala per Galatina.

Gli operatori della cosiddetta informazione, a loro volta, sembrava riportassero tutte le panzane da bar (però proferite con il topico contegno galatinese) con un afflato, anzi un empito mistico a metà strada fra il sollievo e la rivincita (non si sa bene su chi): e questo la dice lunga sull’asservimento, forse a loro insaputa, delle classi giornalistiche e intellettuali locali alla greppia dei poteri che, in teoria, dovrebbero controllare.

Per dire, l’assessore Coccioli (un nome, una garanzia) gongolava in un suo comunicato stampa, o forse dalla sua pagina di fb, e i “giornalisti” di cui sopra ricopiavano senza fiatare su siti e giornali (giornali, si fa per dire) le seguenti elucubrazioni: “La conferenza dei servizi si è conclusa favorevolmente in merito alla realizzazione del centro commerciale. Tutti i parametri del regolamento regionale 27/2011 sono stati rispettati. Ritengo di affermare che il lavoro svolto dall' ufficio tecnico settore Urbanistica e dall'ufficio commercio del comune di Galatina sia stato completamente orientato alle buone pratiche amministrative. Un plauso a tutti gli uffici che hanno lavorato in maniera puntuale e conforme a tutte le normative di settore garantendo, in tutti i passaggi amministrativi, il buon esito della procedura”. Ecco, l’assessore Coccioli plaudiva (oltre a “ritenere di affermare”).

Un altro assessore, indovinate chi, gli faceva eco nello stesso mese di ottobre 2013 sugli stessi organi-cassa-di-risonanza: “La conferenza si è svolta in maniera molto corretta. L'ufficio urbanistica della Regione Puglia ha riconosciuto il buon lavoro svolto dai nostri tecnici sia dell'Urbanistica, sia del Suap esprimendo parere favorevole all'insediamento commerciale. Siamo convinti che la realizzazione del Centro di Contrada Cascioni porterà importanti benefici per la comunità galatinese" [la sottolineatura è nostra; la convinzione, sua, ndr].

Peccato però che nessuno, a proposito di “buona pratiche amministrative”, s’era accorto che la Pantacom srl valeva come il due di coppe quando c’è briscola a denari e che non avrebbe potuto garantire proprio un bel niente, figurarsi l’“investimento” e i posti di lavoro, non avendo il becco di un quattrino (bastava limitarsi a leggere l’attivo dello stato patrimoniale pubblicato dalla Camera di Commercio) e presentando una struttura economico/patrimoniale/finanziaria così tenera che si tagliava (e si taglia tuttavia) con un grissino. Per evitare danno e beffa, sarebbe stato sufficiente leggere quattro dati di bilancio, o, in caso di lacune in materia, chiedere lumi ad uno studente di terza ragioneria. E dunque prevenire i danni, votando di conseguenza. Vale a dire contro la mega-porcata del secolo.

Antonio Mellone
 

Fotografie del 20/06/2015

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