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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 26/11/2013

Di Albino Campa (pubblicato @ 21:24:31 in Presepe Vivente, linkato 2705 volte)

I ragazzi del presepe vivente di Noha sono già al lavoro nell'antica Masseria Colabaldi per l'allestimento della scenografia, con la colonna sonora di Fabrizio de Andrè.

Anche a Noha quest'anno si racconterà la storia di un Dio che si fa uomo nella cornice dell'antica Masseria Colabaldi, bene culturale insigne, svettante ancora oggi, dopo cinque secoli di Storia, dall'acropoli di Noha.

A Noha c'è un gruppo affiatato di variegata umanità che, sfidando ogni avversità, riesce ogni anno a far rivivere il grande miracolo della ri-nascita.

Questa è la strada per rivivere la storia dell'Uomo e degli Uomini

Strada di pietre e di gente strada luogo di incontro e di dialogo strada da percorrere per trasformarsi da spettatori ad attori-protagonisti della scena.
Presepe vivente di Noha - presso l'antica Masseria Colabaldi - viale Alberto dalla Chiesa - Noha-Galatina - 25 -26 -29 dicembre 2013 e 1 - 5 - 6 gennaio 2014

 
Di Redazione (pubblicato @ 20:42:29 in Comunicato Stampa, linkato 2810 volte)
Sabato 30 novembre alle 18:00 nella sala “ C. Contaldo” a Palazzo della Cultura, Galatina, un’importante occasione per conoscere la storia degli Spinola, duchi di S. Pietro in Galatina per quasi due secoli, tra il 600 e l’ 800.
Li conosceremo attraverso la presentazione del lavoro storico,artistico e archivistico condotto da Roberto Santamaria, dell’Archivio di Stato di Genova, curatore del volume “Palazzo Doria Spinola – architettura e arredi di una dimora aristocratica genovese”.

L’opera rappresenta una preziosa chiave d’accesso a un mondo di gusto, arte, cultura e consuetudini che emergono attraverso la scoperta di documenti inediti,antichi inventari della potentissima famiglia.

Ricca di memorie galatinesi, la pubblicazione riveste notevole interesse per la città di Galatina e costituisce un’occasione prestigiosa per legare la Città alla pienezza della sua stessa storia e delle sue relazioni.

In questi termini il prof. Giancarlo Vallone ha scritto al Sindaco Cosimo Montagna e all’Assessore alla Cultura Daniela Vantaggiato, che hanno inteso cogliere questa opportunità da presentare al pubblico.

L'intervento di Vallone, che alla complessità della stagione galatinese degli Spinola ha dedicato parte dei suoi studi, pubblicando per ultimo “Galatina, i duchi Spinola -Allegazioni settecentesche”, ci consentirà di mettere a confronto due mondi diversi e di scoprire un pezzo di storia di amministrazione cittadina impegnata in un complicato e secolare contenzioso con i suoi feudatari, distanti e assenti.

Durante la serata saranno svelati spettacolosi tesori, attraverso la proiezione di materiale documentale, con la collaborazione qualificata di Luigi Galante.

 
Di Marcello D'Acquarica (pubblicato @ 00:23:05 in NohaBlog, linkato 2648 volte)

Hai voglia a scrivere articoli di denuncia contro lo scempio ambientale che ci sta uccidendo; hai voglia a dire che non sono un buon affare le “grandi opere” come - cito a caso - il mega-porco commerciale, i parchi fotovoltaici (scusate, ma nei parchi un tempo non c’erano gli alberi?), le autostrade fino a Santa Maria di Leuca e magari anche oltre, gli inceneritori travestiti da cementifici, i comparti per “civili” abitazioni da piazzare nei terreni agricoli (comparti contrassegnati sulle mappe con coordinate da battaglia navale, da colpire e affondare), le speculazioni-edilizie altrimenti chiamate “circonvallazioni interne”, le nuove aree mercatali da far rovesciare direttamente da una betoniera, e poi ancora recisioni di gelsi, querce vallonee, pini silvestri, e, giacché ci siamo, pure uliveti, con la scusa della Xylella, la peste bubbonica del nuovo medioevo che stiamo vivendo. Ogni occasione è buona agli Attila di casa nostra (la a di casa potrebbe essere sostituita da una o) per non far crescere, dopo il loro passaggio, nemmeno un filo d’erba.

No, dicevo, queste “opere” non sono un buon business in termini economico-finanziari; e non lo sono nemmeno per via dei danni tremendi che possono derivare dalle cosiddette bizze meteorologiche, sempre più frequenti, di cui sono invece concausa (anche se non lo si vuole ammettere).  

Quando succedono le catastrofi (quella sarda è una tra le più recenti, ma ce ne stanno a bizzeffe prima di questa) gli ebeti nostrani danno la colpa al cielo, alla pioggia, alla “straordinarietà” dell’evento, invece che dare un’occhiata alla povera nostra Madre Terra che tanti figli degeneri stanno contribuendo a ferire e possibilmente anche a sopprimere con cementificazioni senza capo né coda ed altri ecocidi camuffati da “interesse pubblico”.  

Alcuni amici mi dicono che sembra io abbia il pallino fisso del mega-porco commerciale. Vorrei tranquillizzarli dicendo che non sono che all’inizio del tractatus, diciamo pure al primo capitolo. E soprattutto vorrei far capire a tutti che il mega-porco è un modello, un emblema, un esempio topico, per eccellenza voglio dire, di biocidio, di stupidità umana sancita quasi all’unanimità da un consiglio comunale indecoroso, come tanti purtroppo ce ne stanno in giro per il Salento e nel resto d’Italia. Dunque diciamo che sostituendo alla parola “mega-porco” qualsiasi altra nefandezza comunale il prodotto non cambia, ed il ragionamento fila liscio lo stesso. 

Molti altri fanno finta di non leggere questi articoletti, non li vedono proprio, anche se coinvolti fino al collo, acciuffati per la loro zazzera, tirati in ballo più o meno direttamente da certe caustiche locuzioni.

Invece so che li leggono, eccome, questi trafiletti. Anzi, tapini, sembra li rileggano più volte, magari alla spasmodica ricerca di qualche virgola fuori posto, estremo per qualche bella querela. Che non s’azzardano a presentare punto onde evitare ben più solenni sputtanamenti.

Questi signorotti, signora mia, preferiscono le articolesse vergate da “giornalisti” compiacenti, dotati di penne anzi piume all’inchiostro simpatico, meglio se intinte nella saliva. E tacciono, non vedono, non sentono, non fiatano. Insomma, il silenzio degli indecenti.

Antonio Mellone
 

Fotografie del 26/11/2013

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Di Marcello D'Acquarica (pubblicato @ 22:58:31, vista 3245 volte)
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