Fin dalla vigilia si preparava in piazza San Michele, dove di solito ancora oggi viene posizionata la cassa armonica che ospita l’orchestra per la festa del nostro santo protettore, la focara. Portare sarcine di sarmente per la gente di allora non era un problema. Si faceva quasi a gara per fare in modo che il falò fosse bello e quasi imponente.
Nell’attesa della mezzanotte si accendeva il falò per scaldare Gesù Bambino che nasceva (in realtà per scaldare se stessi nella notte invernale trascorsa per lo più all’addiaccio).
Durante la seconda guerra mondiale la focara in piazza fu sospesa per evidenti ragioni; ma la tradizione riprese subito dopo, a guerra finita.
A mezzanotte nasceva Gesù Bambino.
Quando la chiesa era ormai quasi colma, cominciava la Messa di mezzanotte.
In chiesa non c’erano i banchi come oggi. In un angolo v’erano accatastate tantissime sedie di paglia che il sagrestano gestiva come in una sorta di piccolo commercio, dando in affitto la sedia a chi la voleva per la Messa. Io di solito avevo l’incarico da mia nonna e dalla zia di portarne due da casa, onde risparmiare la “tassa” da devolvere al sagrestano. Una sull’altra le impilavo in testa e percorrevo la distanza dalla loro casa che era in Vico Pigno fino alla Chiesa. Poi mi ripagavano con una manciata di fave rrustute che per me erano leccornie gustosissime.
Le mamme con i figli più piccoli o ragazzi, le donne e le ragazze occupavano, compostissime, i primi posti, tutte rigorosamente con il velo in testa (nero se sposate, bianco o di altri colori se in cerca di marito o ancora troppo giovani). Seguivano gli uomini che spesso restavano in piedi o al più appoggiati alle colonne (e non si sa se queste reggessero gli astanti, o viceversa).
La messa era cantata ed in latino, la cosiddetta Messa “de Angelis”. Tutti la conoscevano a memoria e tutti cantavano: non c’era bisogno di fogli o di libri dei canti. La celebrazione terminava con il classico “Tu scendi dalle stelle”.
Al momento del Gloria, la nascita del Bambino era evidenziata da una piccola processione composta da noi chierichetti, il cerimoniere e l’incensiere, e con il celebrante che portava la statua del Bambino: si percorreva la breve distanza dall’altare maggiore al presepio che era a due passi mentre l’assemblea, accompagnata dall’organo, cantava, sempre in latino, il Gloria in excelsis Deo, tipico canto degli Angeli di Betlemme.
Ricordo un particolare, e questo non solo durante la notte di Natale ma nel corso di ogni domenica. Durante la preghiera eucaristica, anche questa in latino, e sottovoce dal solo celebrante, si sentiva nell’assemblea, zona uomini, soltanto un continuo scatarrare. Anzi, sul pavimento vicino alle colonne l’arciprete faceva spargere a terra del tufo stumpatu perché sovente gli uomini usavano sputare continuamente per terra (anche dentro la chiesa!), nonostante i cartelli con la scritta molto evidente: vietato sputare. Però c’è da dire che quando suonava il campanello che avvisava che era giunto il momento della consacrazione, come d’incanto ogni rumore, ed ogni colpo di tosse cessava, e si creava un magico silenzio che però puntualmente terminava alla seconda scampanellata, segno della fine della consacrazione.
P. Francesco D’Acquarica
Abbiamo preso atto del comunicato dell’Amministrazione Montagna, in cui si evince che nella realizzanda Tangenziale Sud-Ovest ALCUNE delle problematiche evidenziate da più parti, avrà un'evoluzione positiva grazie "all'immediata disponibilità e sensibilità dell'Amministrazione Provinciale nell'affrontare e risolvere le problematicità".
Non era un risultato scontato, vista la rigidità dei tecnici provinciali intervenuti in occasione dell'incontro pubblico del 30 ottobre u.s., quindi oggi riconosciamo a tutti coloro che si sono interessati al problema la considerazione che meritano; in particolare va riconosciuto al Presidente Gabellone attenzione e concretezza verso il problema, nella consapevolezza che essendo un bando e un finanziamento dell’Amministrazione Provinciale, l’impegno maggiore è avvenuto proprio da quest’ultima. Parte del merito crediamo di poterlo distribuire a quanti, tra cui noi, hanno contribuito a sollevare ed evidenziare le potenziali problematiche, con relative perplessità, sul progetto previsto e già in fase di realizzazione.
La soddisfazione per ALCUNE modifiche ottenute, che rappresentano il "minimo sindacale” per una buona politica amministrativa, non può offuscare le perplessità per la mancata risoluzione di ALTRE problematiche evidenziate, di sicuro forte impatto negativo per i cittadini della zona interessata.
Vogliamo ricordare :
- la totale assenza di ogni studio sull'inquinamento acustico e dell'aria che il traffico veicolare causerà; argomento di non poco conto, considerando che la strada, nel suo tragitto, costeggerà due palazzine nel Rione Nachi, una scuola, un asilo, alcune abitazioni già esistenti e senza dimenticare che la strada in futuro attraverserà comparti previsti dal PUG a destinazione residenziale.
- l'opportunità di un adeguamento strutturale, con specifica attenzione al Rione Nachi.
- la mancanza di ogni informazione in merito alla quota stradale assegnata rispetto ai piani esistenti, elemento non di poco conto se si voglia prevedere una successiva facile, ma principalmente poco dispendiosa per le casse comunali, integrazione con il tessuto stradale esistente.
Sull’argomento è di questi giorni l’intervento dell’Ing. Quida che, pur essendo vicino ad una parte politica dell’attuale amministrazione, con onestà intellettuale, ricorda la storia della procedura che ha portato all’attuale progetto, riconoscendo che “Solo ora” ci accorgiamo che il progetto redatto dalla Provincia è ad uso … della provincia! Trattasi di una strada a scorrimento veloce impostata a quota più alta di un metro rispetto alle zone adiacenti. Viene completamente ignorato il contesto urbano, dividendo praticamente in due i quartieri che attraversa......
“Allo stato delle cose, ora, salvando il salvabile, non resta che impostare la realizzazione di quella strada in modo che, a posteriori, possa essere declassata a strada comunale consentendone la graduale integrazione con tutto il contesto urbanistico ci cui fa parte”.
Oggi si richiede all’Amministrazione di svolgere appieno il suo ruolo politico, a tutela dell’esigenze della città, con maggiore impegno per un ulteriore approfondimento su tutto il tracciato riprendendo e riaprendo immediatamente un confronto con l’Amministrazione Provinciale affinché siano risolte, oltre ad ALCUNE, anche le ALTRE problematiche in discussione, alla ricerca del miglior risultato possibile nell’interesse dei galatinesi.
Nessuna polemica strumentale, quindi, nè posizioni preconcette, ma molto più semplicemente buon senso e voglia di contribuire al bene della Città .
Galatina 14/12/2012
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