San Michele Arcangelo
A Noha non si può fare a meno di San Michele Arcangelo, come nessun popolo può fare a meno dei suoi Santi, i suoi più fedeli impiegati, sempre in servizio permanente effettivo. Lo sportello di San Michele Arcangelo di Noha, come quello dei suoi colleghi di paradiso, è aperto giorno e notte, propenso a dispensare miracoli alla supplica di una misura anche minima di pronto soccorso. Questanno poi San Michele è particolarmente contento: gli hanno finalmente restaurato altare e nicchia barocca in pietra di Lecce, quella dalla quale saffaccia brandendo lo scudo su cui è impresso il suo motto Quis ut Deus, mentre vibra ancora un colpo tremendo sul capo del rivale, il serpente antico.
E se è contento il protettore, sarà contento anche il popolo nohano che festeggerà come sempre e per tre giorni lonomastico del suo Santo Arcangelo, non facendogli mancare la colonna sonora delle bande e dei concerti sinfonici di Puglia, liridescenza ed i ricami degli archi di luce (linquinamento luminoso si può anche tollerare semel in anno); ed ancora, il profumo e la gustosità delle pietanze della cucina più buona del mondo, ed il fragoroso spettacolo di artiglieria pirotecnica: quei fuochi artificiali, quelle cannonate che, sì, mirano verso il cielo, ma a salve, e per ringraziarlo.
Antonio Mellone