mag152012
Eccovi di seguito il secondo dei tre contributi alla Storia di Noha scaturiti dalle ricerche continue del nostro P. Francesco D'Acquarica
I nomi preferiti dalla gente
La popolazione si affidava quasi sempre alla tradizione che voleva venisse ripetuto il nome degli avi e dei congiunti più prossimi. Il nome assegnato ad un figlio, in caso di morte, veniva ridato al figlio successivo, a dimostrazione di quanto fosse importante il vincolo parentale.
A parte qualche antico nome di origine e di devozione della liturgia greca come per esempio Staurofila (amante della croce) per le donne o Basilio, Cipriano, Teodoro (Totaru), Gregorio… i nomi più diffusi erano:
Anzitutto Maria, il nome dolcissimo della Madonna, che supera tutti con 382 volte. Poi viene quello del protettore del Paese e cioè S.Michele nelle diverse forme di Michele, Angelo, Arcangelo: 200 volte al maschile ma 77 volte al femminile come Angela o Michela.
Poi Anna con più di 100 volte, Giuseppe con 115 volte al maschile e 92 volte al femminile, Vito con 113 volte al maschile e 68 al femminile. Viene poi Antonio 184 volte al maschile e 92 al femminile. Ma anche Francesco con 90 volte al maschile e 45 al femminile, Donato con 97 volte al maschile e 68 al femminile, Carmine con 45 volte al maschile e 46 al femminile. Ma troviamo anche Lucia con 92 volte, Salvatore con 46 volte al maschile e 2 al femminile.
I figli di nessuno o proietti
Anche a Noha si era organizzati per accogliere, battezzare, curare o seppellire i figli di nessuno.
I nati abbandonati venivano posti in una sorta di cassetta rotante, detta ruota dei proietti, destinata ad accogliere coloro che con un'espressione più cruda e realistica venivano buttati via (dal latino proicere formato da pro e jacere, gettare avanti a sè). Il termine projetto fu usato anche per indicare, unito al nome proprio, l'identità anagrafica dell'infante abbandonato che assumeva così quel cognome.
A Noha abbiamo delle annotazioni nei registri del 1800.
Ecco qualche esempio interessante.
* 10 Novembre 1810 - Liberato Leonardo nato da genitori incerti e da magnitivi del Governo esibitomi a battezarlo nella mia chiesa parrochiale portato dalla donna che introduce la ruota fissa nella casa destinata a Maria Caldarone, segni del proietto bambino coll'orucebicolo in volto in una fascia lacera con una pezza di lana nera e consegnato alla Nudrice Rosa Casaluci di Nohe.
Ma il nostro piccolo Liberato Leonardo non ce la farà. Pochi mesi dopo lo stesso parroco ci parla della sepoltura nella sua chiesa parrocchiale, informandoci anche del nome del Sindaco di Noha in quell’epoca.
Infatti leggiamo:
* Le 4 Febraro 1811 - A dì sudetto alle ore venti del giorno è morto un proietto esposto alla ruota procreato da genitori incerti alle diece del mese di novembre da me battezzato ed imposto il nome Liberato Leonardo e con ordinativo del Sindaco D. Fortunato Tondi l’ò data nella mia parrochiale chiesa la sepoltura.
Altri casi.
* 28 Ottobre 1817 - Dalla donna che abita nella casa delli esposti mi è stato portato un proietto quale ò battezato e li ò imposto il nome Giovanne, procreato da Padri incerti.
* Le 29 8bre del 1817 - E' morto un figliolo proietto di giorni due per nome Fortunato Simone ed il suo corpo è sepelito nella chiesa parrochiale.
* Adì 19 Marzo 1709 - Io D.Nicol'Antonio Soli Arciprete della Chiesa Parrocchiale di Nohe ho battezzato un'infante ritrovato esposto à dì 18 detto 1709 ad hore due di notte avanti alla casa di Sabbatino Benedetto, nato da un giorno in circa, e portava il biglietto che havesse havuto la forma et impostoli il nome Giuseppe, et io pred.to Arciprete per star più sicuro del sacramento l'ho fatto portare in chiesa e l'ho battezzato sub condizione con il medesimo nome di Giuseppe, il padrino fu Orazio Donno chierico selvaggio di Nohe.
* Adì 15 Marzo 1719 - Io sotto scritto Arcipr. della Parrocchial Chiesa di Noe ho battezzato una infante ritrovata esposta à dì 14 detto ad hore due avanti giorno nella porta piccola della nostra madrice chiesa sopra la Carnara ritrovata da Domenico Marrazzo, Sindico hodierno e da Angel'Ant.o Fonzeca primo auditore di questa Città di Nohe, nata da giorni venti in circa, li fu posto il nome di Fortunata, questa portava una cartella sopra di essa, e diceva così: Batteggiata Antonia Fortunata. Et io per stare più sicuro della validità del sacramento l'ho fatto portare in chiesa e l'ho battezzata secondo il Rito della S.R.Chiesa; però sub condizione, si non es baptizata ego te baptizo; la commare fu Marina Prudenzano di questo casale di Nohe.
* 28 Ottobre 1817 - Dalla donna che abita nella casa delli esposti mi è stato portato un proietto quale ò battezato e li ò imposto il nome Giovanne, procreato da Padri incerti. D. Oronzio Arc. Stifani.
* 11 Settembre 1821 - Mi è stato portato in Chiesa un esposito ritrovato nel suburbio di Nohe da Padri incerti procreato per nome Liberato …
* Noha li 27 Novembre 1832 - Gaetana de Lelli, figlia di padre e madre ignoti fu battezzata da me sottoscritto che mi fu lasciata all’uscio della mia porta ad ore sei.
Casi di povertà
Molte volte il Parroco sottolinea la situazione di povertà con l’espressione “fu sepelita dentro questa mia parrocchial chiesa per carità siando povera”, che semplicementevuol dire che il funerale fu fatto gratuitamente, perché persona povera.
* Nel 1810 di una certa Giovanna Ramundo consorte di Paschale Cascione coniugi un tempo di Nohe degenti in feudo, in età di anni 40 fece passaggio da questa a meglior vita, lasciò due filli non possedeva casa di abbitazione ne poteri di sorte alcuna, ma povera in Christo ed alle ore ventidue del giorno si fecero l'esequie.
* Bella anche questa testimonianza del 1811 dove leggiamo che la
Vedova Angela Sesini della Terra di Martano povera in Christo in età di anni 60 fece passaggio da questa a meglior vita mentre dimorava nel casino di campagna del Rev. Arciprete di Galatina. E’ da apprezzare la generosità dell’arciprete di Galatina che aveva messo il suo casino di campagna a disposizione di questa poveretta.
* E fa tenerezza questa informazione del 1816 dove con pudore il parroco accenna alla quindicenne Vita Barazzo della terra di Aradeo povera figlia che andava elemosinando in età di anni quindeci ricevuti anticipatamente li santi sagramenti … ecc. ecc.
Oppure il caso di una vedova che:
* 1811 - non possedeva casa di abbitazione ma abbitava in casa locanda, non possedeva sorte di poteri nessuna, ma poverissimo in Gesu Christo, ed alle ore ventiuna del giorno si fecero l'esequie nella mia parrochiale dove il suo corpo sepolto giace nella mia chiesa parrochiale.
Sono tutti casi di povere donne che vivono di stenti. Una volta ho trovato la descrizione al maschile e si tratta di un anziano di 65 anni che fu sepelito per carità siando povero.
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