E' facile gettare fango sfruttando una situazione delicata che vede coinvolti dei giovani lavoratori. L'avvocato Forte, prima di parlare, dovrebbe informarsi e studiarsi tutti gli atti promanati dalla precedente amministrazione. Il bando per la gestione del Museo Cavoti prevedeva una clausola di salvaguardia mirata proprio a tutelare chi in questi anni ha dedicato non solo il proprio lavoro ma anche il proprio tempo libero ad un'istituzione quale il museo che meriterebbe sicuramente molte più risorse. La clausola di salvaguardia assegnava una forte premialità ai partecipanti che avessero garantito la riassunzione part-time a tempo indeterminato delle tre lavoratrici del museo ed è proprio in funzione di questo che la ditta aggiudicatrice è risultata in sede di valutazione prima tra le cinque concorrenti. Se oggi un comportamento contrario agli impegni assunti da parte della stessa ditta pregiudica il diritto al lavoro degli addetti al museo e non viene sanzionato dagli uffici, cosa centra l'amministrazione Coluccia?
Essere accusati di aver destinato poche risorse al museo è poi il solito ritornello di chi non vuole fare i conti con le poche risorse a disposizione di un'ente come il comune, subbissato dai debiti lasciati proprio da chi ha male amministrato nella precedente amministrazione Antonica. E comunque le risorse messe a disposizione del museo dall'amministrazione Coluccia sono le stesse che le precedenti amministrazioni, in periodi di disponibilità economiche ben diverse, avevano sempre destinato.
Tutto ciò chiarito, le odierne dichiarazioni dell'ex assessore Forte appaiono ancora di più come atti di mero sciacallaggio politico da campagna elettorale che non come atti in difesa dei lavoratori del museo. Difesa dei lavoratori che si pratica con la predisposizione delle succitate clausole di salvaguardia, come fatto dalla nostra amministrazione, e non si predica con comunicati in campagna elettorale che, tra l'altro, non individuano nemmeno le reali responsabilità ma che alimentano solo sterili polemiche.
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