apr022017
Delle due l’una: o i sempre più numerosi candidati alla cadrega di sindaco di Galatina sono stati colpiti da allergia acuta ai simboli dei loro tradizionali partiti, oppure i loro tradizionali partiti non vogliono più saperne nulla (di esporsi, dico, per la bella faccia dei loro ex-supporters, anzi supposters).
Quale che sia la motivazione, la conseguenza è il proliferare incontrollato di liste cosiddette civiche, nate anche per nascondere la fazione di turno (e magari le sue malefatte) e far sembrare i candidati come casti e puri, svincolati, indipendenti e addirittura liberi dalle solite forze (o forse) politiche di riferimento.
Insomma un’operazione di maquillage, una specie di cambiamento del pelo ma non del vizio di confonderci le idee.
In questa confusione somma uno non sa più a chi dare il proprio voto. Però magari sa bene a chi non darlo, specialmente se ha la pazienza di leggere i miei brani viziati dal solito “conflitto antagonistico” [sic], oppure pervasi di “populismo” (figurarsi se non m’arrivava pure l’accusa di populismo), ovvero tipici del “fuoriuscito del PD” (quando mai vi sarei entrato rimane un mistero della fede politica), se non addirittura “intrisi di comunismo” (scansa-e-libera-Signore), una sommatoria di slogan (ché manco le slides di Renzi), dunque veri e propri monumenti all’“antipolitica” (e te pareva).
Certi signori, non essendo abituati alla libertà di informazione e di pensiero, non possono nemmeno immaginare che esista qualche cittadino senza padroni né partiti presi che giudica di volta in volta questo o quel politico, elogiandolo quando dice o fa qualcosa di buono e criticandolo nel caso contrario (il 99% delle volte, nel mio caso specifico). Essendo intruppati e allineati intruppano e allineano anche gli altri. E non s’accorgono che attribuendomi di volta in volta questa o quella matrice partitica non fanno altro che corroborare la mia assoluta libertà e indipendenza.
Ecco, vorrei puntualizzare ancora una volta il fatto che io non sono “amico” - né vero né falso - di nessuno (politicamente, s’intende): quando qualcuno sostiene le mie battaglie lo sostengo a mia volta; quando qualcuno fa o dice cazzate lo combatto eccome (e giacché mi trovo, per mio diletto, ne faccio pure oggetto di scherno o, se volete - utilizzando un lemma sconosciuto all’intellighenzia del pasticciotto - di satira).
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A proposito di cazzate.
Pare che il PD di Galatina (in “conflitto antagonistico” con quello di Noha, mo’ siamo llà) abbia presentato ai piedi dell’altare palazzorsiniano il suo agnello sacrificale nella persona della signora Paola Carrozzini. La quale, in uno dei suoi primi comunicati stampa (forse il primo in assoluto), se ne esce con l’impegno prioritario “alla realizzazione di ben 36 appartamenti da destinare, con affitti bassi, a coppie giovani e famiglia monoreddito al fine di rispondere all’emergenza abitativa” [sic]. Questo, “oltre ad ampliare l’offerta abitativa diventa occasione di riqualificazione urbana di un’area attualmente in degrado e un’opportunità di lavoro per le imprese, priorità assoluta in questo tempo di crisi economica”. Ovviamente.
Ragazzi, che cosa volete da me? Questo era il top a cui si poteva puntare: un pensiero politico di metà anni ’80 del secolo scorso, quello (funesto) per cui lo “sviluppo” e le “ricadute occupazionali” si ottengono solo con i mattoni, il cemento, l’asfalto, e il debito pubblico. Chissà se chi proferisce queste corbellerie supreme ci è o ci faccia, e se sia mai stato in giro per la città a contemplare le centinaia, che dico, le migliaia di case e appartamenti vuoti, sfitti e/o in vendita (per non parlare dei capannoni industrial-artigianali). Nell’attesa di saperlo sciroppiamoci quest’altro allarme, anzi emergenza: quella abitativa, ma soprattutto inventiva.
A questo punto tanto valeva evitare scissioni e inneggiare compatti all togheter now: Sindaco Daniela Sindaco for ever. Per dire.
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L’altro giorno, su leccatina.it mi metto a leggere quello che aveva tutta l’aria di un necrologio. La giornalista - devo riconoscere - ne scrive di veramente belli. E commoventi.
Così, mentre più di una lacrima furtiva iniziava a imperlare i miei occhi, mi sono accorto (che scemo) che non si trattava del morto di turno, ma della presentazione dell’ennesimo candidato alla poltrona di primo cittadino di Galatina: “Gli occhi lucidi sono venuti a tanti, forse a tutti. Quegli applausi spontanei a sottolineare un momento, che nel sapore della scommessa mescola quello del cambiamento, ha allargato il cuore, aperto molti sorrisi e sciolto la lingua a un candidato sindaco che non sapeva bene cosa aspettarsi dal suo primo intervento pubblico”. Povera stella. Figurarsi noi.
Bene. Nell’attesa che i giornalisti nostrani inizino a fare le pulci ai candidati, magari ponendo loro delle domande vere, che so io, sui programmi (che in questo paese di sottosopra sembra si redigano dopo non prima dell’aggregazione dei gruppi politici), più che articoli contentiamoci di leggere le lettere strappalacrime di un’Amante.
Antonio Mellone
Commenti
Antonio, ho la sensazione che tutto il tuo pensiero si possa riassumere in una semplice espressione: sanu me toccu! Pensa, io nutro il dubbio che quelle facce comprendano a malapena il senso almeno della prima frase, figuriamoci se sono in grado di elaborare un programma. Se mi dovessero chiedere di candidarmi a Galatina, io mi offenderei. Lo giuro, lo prenderei come un insulto alla mia intelligenza poiché c'è un solo requisito per farsi eleggere: QI pari a zero. Se la dote è questa, la maggior parte di quelle facce avrebbero elevatissime possibilità di farcela.
Fabrizio, io penso invece che quasi tutti i soggetti ritratti nella foto (quel "quasi" è per via del solito beneficio del dubbio: oltretutto non ho il piacere di conoscerli tutti) siano delle brave persone. Voglio sperarlo. Ma il requisito "brava persona", e dunque i requisiti dell'onestà, della gentilezza, della preparazione, dell'accoglienza, eccetera, non siano sufficienti per essere un buon sindaco. Ci vuole qualcosa di più: ci vorrebbe un respiro più profondo, ampio, lungimirante. E soprattutto la capacità di riconoscere che a volte si sono dette e fatte delle cazzate (in termini politici, s'intende). Riusciranno per una volta i nostri eroi (quelli navigati, dico) ad ammettere uno, dico uno solo, dei loro errori? Ecco, questo sarebbe un segnale di intelligenza.
Chiedo venia: il requisito "brava persona" eccetera... non è sufficiente per...
Antonio, è vero ciò che dici. Visti, però, i (non) risultati di precedenti amministrazioni e commissariamenti, constatato che alcuni di questi personaggi sopra menzionati e candidati hanno già contribuito alla rovina del Comune e delle cose comuni, deduco che ci sono già tutte le premesse per supporre chi ci aspetteranno altre tragi-commedie, che faranno ridere gli incoscienti e piangere chi, come te, ci crede (e fai bene a farlo). Fino ad ora il centro polivalente (tanto per fare un esempio) è stato utilizzato per le feste di compleanno dei figli di..., in futuro mi sa che qualcuno, al suo interno, realizzerà il proprio magazzino personale (non si può spendere 1.600,000,00 euro per fare qualcosa di serio). D'altronde, anche i compleanni hanno la loro importanza, specie se a invecchiare sono alcune spiccate (o meglio, spacciate) personalità.
E c'è ancora un'altra cosa: quando intervistano i conoscenti di qualcuno che poco prima ha commesso un reato, siamo soliti sentire che quel tipo "era una brava persona". Io, però, nell'epoca del relativismo assoluto, considero ormai priva di contenuto e di verità quest'espressione, soprattutto se gli interessati sono i cosiddetti politici. Ma si, vinca il migliore, tanto un altro cosimino montagna è già alle porte.
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