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IL TRENO PER IL PARADISO
Di Redazione (del 14/07/2016 @ 10:57:00, in NohaBlog, linkato 2284 volte)

Sveglia ore 06.00, una mattina come tutte le altre, colazione, doccia e subito in stazione. Quante volte abbiamo preso quel treno senza mai pensare a cosa sarebbe potuto accadere ieri, oggi!

The day after.. Lacrime di un dolore inatteso, che squarcia la pace  rurale di una caldissima mattina di luglio. Non c’è tempo per la ragione, i giudizi, per i “forse sarebbe andata diversamente se..” Non c’è tempo!

Antonino aveva solo 15 anni, era in quel treno perché doveva sostenere gli esami di recupero di alcune materie scolastiche. La mattina aveva mal di pancia ed il padre gli aveva consigliato di non andarci ma, con il senso del dovere non tipicamente di un ragazzetto della sua età, gli aveva ribadito l’impegno preso.

Jolanda a settembre si sarebbe dovuta sposare. Il suo fidanzato, all’uscita dall’obitorio, urla disperato alla notizia della sua morte. Avevano sognato una vita d’amore e felicità, l’emozione futura dell’arrivo del primo figlio, i piccoli battibecchi che contraddistinguono tutte le coppie, il bacio della buonanotte nella stessa casa e gli abbracci carichi di forza di fronte ai momenti più cupi della vita.

Fulvio, originario di Galatina, dopo anni di sacrifici e lavoro, stava  rientrando in sede,dopo le meritate vacanze.  Una sua collega ancora sente risuonare le urla della moglie, in ospedale dal marito, già conscia della tragedia che l’aveva investita.

Patty, occhi chiari e bellezza genuina, era estetista e prendeva quel treno tutte le mattine per recarsi al lavoro. Ad attenderla a casa c’è ancora la sua bambina che da oggi dovrà fare a meno dei baci, degli abbracci, delle lacrime asciugate di una madre che è morta per assicurarle un futuro migliore.

E’ il tempo della solidarietà, delle code in ospedale a donare il proprio sangue per salvare quelle povere persone che hanno visto la morte in pieno volto, che hanno combattuto contro il sonno perenne, che hanno pianto, pregato, aiutato gli altri e sperato nella salvezza. Persone segnate psicologicamente e che quest’esperienza non la dimenticheranno mai, che torneranno a casa riabbracciando i loro cari come non li vedessero da anni e che pregheranno per coloro che hanno intrapreso il viaggio verso il Paradiso.

Qualcuno ha paragonato questo tragico evento ad un 11 settembre, qualcun altro ha affermato che si tratta di un’esagerazione. Non è il numero dei corpi a stabilire la gravità di un incidente perché il dolore annichilente di uno è la disgrazia di tanti.

L’oscurità sta calando in questo secondo giorno sulla campagna pugliese tinta di rosso e nero. Solo il rumore delle ruspe, che scavano tra le macerie, irrompe su una regione segnata dalla disperazione. I pugliesi hanno preferito al mare la solidarietà, il dono di se stessi per la salvezza dell’altro.

“Perché forte come la morte c’è solo l’amore!”

Antonella

 

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