Basta vedere chi votiamo per capire il livello di torpore nel quale siamo caduti da qualche decennio a questa parte. E fosse solo torpore.
Non è mia intenzione di pontificare qui di seguito sulle magnifiche sorti e progressive dell’Italia intera, poveretta, ma limitarmi a qualche denuncia concernente le cose di casa nostra, che molti finti tonti locali ancora una volta considereranno come la classica filippica a firma del sottoscritto, cui non dare alcun seguito (e dimostrando, se ce ne fosse ancora il bisogno, che è ormai giunto il tempo di rimuovere quel “finti”).
Vi confesso subito che ho dovuto contare fino a cento, anzi fino a mille, prima di vergare queste note, che altrimenti rischiavano di essere composte soltanto da espressioni indistinguibili da quelle proferite da uno scaricatore di porto inviperito formate da improperi, invettive e castime tra le più triviali (benché il mio idioma aborra certi scurrili frasari).
Vi dico in breve che di recente son salito sulla torre dell’orologio di Noha per dare un’occhiata al suo, diciamo così, stato dell’arte. E forse sarebbe stato meglio non vedere, prima, o far finta di nulla, poi; ergo bendarmi gli occhi, turarmi le orecchie ed imbavagliarmi, sia ex-ante e sia ex-post (come fanno molti nohani e altrettanti loro compari galatinesi). Invece son qui a certificare l’estremo degrado in cui versa da diversi lustri quel bene culturale nohano, nonché il mancato rispetto delle più elementari condizioni di messa in sicurezza di quella specie di torre di Pisa, o meglio degli asinelli (in minuscolo), prospiciente la pubblica piazza cittadina.
Sì, perché a compromettere oltremodo la staticità, anzi a peggiorare la precarietà di quelle pietre antiche e belle, in cima alla terrazza della torre del fu-orologio di Noha s’è sviluppata una vegetazione spontanea così rigogliosa e fitta, un vero e proprio giardino pensile, che dico?, un pascolo, una flora fatta di tarassachi e cicore creste e forse anche gramigna, un insieme di ruddhre, insomma un vivaio di piante così ricco e variegato che le praterie de lu Runceddhra o quelle di contrada Cascioni vorrebbero assomigliargli. Una sorta di verde pubblico alternativo e a costo zero.
Ma quel monumento di tutto ha bisogno men che della fitoterapia.
All’interno della costruzione, poi, che sembra essersi trasformata da ex-casa comunale in torre colombaia, c’è un sudiciume, un’aria mefitica, un olezzo pestilenziale tale che non si ha più davvero il coraggio di pensare a cosa possa nascondersi sotto il primo corposo strato di guano di piccione.
Ma non è solo questo.
E’ che il cosiddetto Comune di Galatina (che sembra non aver proprio nulla in comune con Noha), non sa nemmeno dell’esistenza di questa torre ottocentesca, degli annessi locali (che un tempo erano gli uffici dell’anagrafe cittadina), dei muschi e dei licheni che stanno crescendo e moltiplicandosi in cima alla lammia cumonale prospiciente la piazza San Michele.
Eppure ogni tanto i nostri “amministratori”, con qualche funzionario da riporto, ci passano accanto, anzi sotto (ed il rischio che l’immobile diventi mobile rovinando inesorabile sulle loro testoline più o meno implumi diventa sempre più concreto). Evidentemente anche costoro non ci vedono, non ci sentono, e soprattutto non ci pensano.
“Ma quand’è che questi signori si fanno vivi nel cuore di Noha, passando accanto a quella torre?” – mi chiederete curiosi, se non con un pizzico di scetticismo.
Risposta: ma obviously nelle occasioni solenni, nel corso dei pubblici comizi durante le campagne elettorali, e anche tutte le volte in cui, quando non impettiti e fasciati di tricolore, si esibiscono in sperticati elogi dell’evento, dell’ospite, del santo, della reliquia in visita di cortesia, e, giacché si trovano, della propria fazione (stavo per dire Frazione: ma quando mai?) non disdegnando neppure di farsi immortalare, in foto o video amatoriali, proni al bacio del sacro anello dell’alto (e ove capitasse anche del basso) prelato di turno.
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L’orologio della torre civica di Noha, ormai da troppo lustri, segnala solo un fatto: mala tempora currunt.
Antonio Mellone
Commenti
Mi ritrovo,con quello che dice il prof.Antonio.....un paese come Galatina,alle "cozze"...mai cosi'in basso.
Non c'e'niente di buono,solo astrattismo solo M.....un paese in cui,da 10 anni suonati c'e'INDIFFERENZA strafottenza e ahime'ignoranza....figlia di politche passate SUPERFICIALI ED OTTUSE....ed adesso ci lecchiamo quelle ferite....un sindaco che,va alla B.I.T.e che fail "paladino della taranta....della conoscenza della realta'in questa terra....boo cose assurde,ma perche'non trova accordi con ditte.....industriali per la crescita del territorio di posti di lavoro,e'vero si debbano trovare con "lanternino"ma non si fa nulla.....giovani scappano e quei pochi,pochissimi lavorano in Galatina...citta'tarantolata l'ha detto e spiegato a Milano il sindaco.....non e'cosi?
Poveri noi...come siamo caduti in basso come,siamo caduti......giu'per terra e non sara'facile rialzarsi specie adesso crisi mondiale.....Galatina che fine orribile, e le povere frazioni ahime'peggio che,peggio......SORTE NOSCIA
Io,spero che Galatina,le frazioni possano uscire da questa situazione cosi devastante ma anche e sopratutto da parte del Parlamento Italiano.
Essere piu'uniti nelle,vicende che attanagliano tante persone che soffrono,che mandano tantissimi my day....come ancòra di salvataggio deve inculcare,nelle coscienze d'ogniuno una piu'propensione per il prossimo e per,la pluralita'della gente in modo armonico e in modo benevolo.....senza essere irritanti e mettendo grandi barriere,www.noha.it poi e'un sito che fa aprire gl'occhi e la mente,grazie!!!
Solo,per dire che 9marzo 2014 dopo festa della donna ci sara'torneo di dama Italiana presso palazzo-cultura sala Celestino Contaldo...cosi'almeno si fa qualcosa di serio e divertente giorno 9marzo 2104 presso palazzo Zefferino Rizzelli,dal 20 dicembre 2008 d'accordo,spero si possa fare torneo dama anche e sopratutto in Noha.....credo si possa e si potra'fare?
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