set262011
Oggi è morto mons. Antonio Antonaci, una delle pagine più belle della nostra storia. Eccovi di seguito il video di un suo discorso tenuto nel mese di ottobre del 2007 in occasione della presentazione del libro 'Scritti in onore di Antonio Antonaci" di Antonio Mellone
set222011
Quando parliamo di “bene comune” e ci proponiamo di fare qualcosa affinché lo scopo venga raggiunto non dovremmo preoccuparci di appropriarci di meriti di alcun tipo, tantomeno se non ci competono. Non dovremmo annunciare il “nostro fare”, che fra l’altro scopriamo poi essere fatica espressa e documentata da altri, per essere le primedonne. Noi del “L’Osservatore Nohano” spesso ci siamo sorbiti prediche e contraddittori per il semplice fatto di aver difeso coerentemente i nostri principi sacrosanti di salvaguardia del bene comune, sia che si tratti di terreni da difendere dalle speculazioni più disparate sia che si tratti di beni architettonici che storicamente appartengono ai nohani. E’ doveroso ricordare, per escludere eventuali dubbi, che quando si è trattato di informare i cittadini di Noha della iniqua ripartizione dell’area agricola da adibire a terreno per il fotovoltaico, la notizia è emersa soltanto grazie ad almeno due Dialoghi di Noha a cui hanno partecipato tanti cittadini. Ovviamente non vogliamo avere la prerogativa di aver fatto qualcosa per il bene comune (molti lo hanno fatto prima di noi), tanto i fatti, i documenti ed i libri lo testimoniano, ma siamo felici che finalmente, per la seconda volta a Noha, dopo l’evento del Natale alla Masseria Colabaldi, che ci auguriamo continui alla grande, sia emerso un nuovo gruppo di volenterosi cittadini nohani, che hanno scoperto (parole precise di Giampiero De Ronzi, Mimì)
set212011
Se c’è una cosa in libreria che mi dà il voltastomaco e mi fa stringere i pugni e digrignare i denti e che inevitabilmente a priori mi porta a non acquistare un libro è vedere quelle maledette fascette colorate avvinghiate alle copertine, come sanguisughe che ne azzoppano il fascino decimandone la capacità seduttiva. Scelte editoriali alquanto discutibili perché, diciamocelo francamente, bisogna essere alquanto sempliciotti per scegliere un libro solo per il fatto che milioni di persone l’abbiano già letto, o perlomeno acquistato, prima di noi oppure che l’autore abbia già scritto quel tale romanzo.
Detto ciò, il libro che intendo presentarvi mi è stato regalato e come tale non poteva non avere un’orrenda fascetta gialla, che tra l’altro stona tantissimo con la copertina, che già di per sé non è il massimo. Io non l’avrei acquistato per i motivi di cui sopra, ma per fortuna esistono gli amici che a Natale non si dimenticano di noi. Potete quindi immaginare la faccia che ho fatto quando l’ho tirato fuori dalla carta regalo e orgoglioso me lo sono portato sotto il naso: era come se si ostinassero a gettare secchiate di rabbia e tristezza sul mio volto al solo scopo di distorcerne i lineamenti in una smorfia di disgusto. Fatica inutile però: vi sareste aspettati come minimo un urlo, un lancio fuori dalla finestra o in pasto a qualche cane o gatto, e invece ho riso di gusto leggendo le tre righe stampate su quella odiosa fascetta gialla: “I milanesi sono tosti come i rovi negli anfratti ed hanno ben donde d’esserne fieri, ma un salentino a Milano è un girasole in cantina”.
set182011
Il 15 agosto è stato pubblicata sul “British Journal of Sports Medicine” una ricerca condotta dall’Università di Queensland dal titolo “Television viewing time and reduced life expectancy: a life table analysis”. In un primo momento m’è venuto da pensare: “ah, beati loro che non hanno problemi nel raccattare soldi per fare ricerca e si possono permettere anche di affrontare questioni così superficiali”. Poi in effetti leggendo l’abstract dell’articolo mi sono accorto che i risultati, frutto di un’attenta analisi statistica, non sono per niente così banali e superficiali. Analizzando i dati raccolti su 11 mila adulti, infatti, questi ricercatori australiani sono arrivati alla conclusione che, dopo i 25 anni, per ogni ora trascorsa davanti alla TV l’aspettativa di vita potrebbe ridursi di 21.8 minuti (come fumare 2 sigarette). Beh, non è la prima volta che la scienza ci mette in guardia sulle conseguenze che inevitabilmente possono derivare dall’abuso di attività sedentaria, qual è appunto guardare la TV; non è la prima volta che sentiamo dire che passare le giornate dinanzi a quell’innocuo apparecchio è uno sport antisalutare, che aumenta fortemente l’incidenza di patologie cardiache, diabete e obesità.
set152011
Domenica 11 Settembre 2011 si è svolta a Noha la 10° Fiera dei Cavalli Madonna delle Grazie.
set132011
Giovedì 29 Settembre in occasione della festa patronale di Noha onoriamo l'Arcangelo San Michele e scopriamo i " Gioielli" artistici e culturali di Noha.
Ore 16:00 Percorso turistico culturale guidato dalla Dott.ssa Angela Beccarrisi che ci illustrerà tratti di storia, origini e rivalutazione dei beni artistici di Noha, partendo dalla Chiesa Madre.
Ore 19:00 Solenne Celebrazione Eucaristica presso la Chiesa di San Michele presieduta dal Parroco Rev.mo Sac.Francesco Coluccia con la partecipazione dei genitori e dei ragazzi della Comunità Parrocchiale, a conclusione dell'itinerario artistico, come segno di unità e vitalità tra le culture incontrare e i beni ammirati.
La S.V. è invitata a partecipare
fonte: Gruppo Mimi'
set132011
“Chiudiamo le scuole!”, urlava nel 1914 Giovanni Papini nel suo pamphlet contro le scuole, definendole “casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi”, “reclusori per minorenni istruiti per soddisfare a bisogni pratici e prettamente borghesi”, “ il mezzo più decente per levarsi di casa i figlioli che danno noia” e ancora “fabbriche privilegiate di cretini di stato”. (scarica il pamphlet di Papini in allegato all’articolo).
Le provocazioni di Papini per certi versi suonano alquanto attuali pur risalendo all’inizio del ‘900. Ancora oggi sentiamo dire da più parti che la scuola “non insegna quasi mai ciò che un uomo dovrà fare effettivamente nella vita, per la quale occorre poi un faticoso e lungo noviziato autodidattico”, “appena passati gli esami e ottenuti i diplomi bisogna rivomitare tutto quello che s’è ingozzato in quei forzati banchetti e ricominciare da capo”. Tuttavia nei secoli la scuola e i metodi di insegnamento hanno fatto molti passi in avanti, è cambiato il rapporto tra studente e professore che non è più visto come colui che “detta il suo verbo dall’alto” o che si abbandona alla “sadica voluttà di potere annoiare, intimorire e tormentare impunemente qualche migliaio di bambini o di giovani”. Giovanni Papini qui si riferisce ovviamente ad un ambiente scolastico ormai ampiamente superato, ma leggendo il pamphlet alcuni aspetti sembrano ritornare ancora oggi e se non fossero così intelligenti quelle stesse parole starebbero bene sulla bocca di un qualsiasi politico della seconda repubblica.
Oggigiorno si sta cercando di arrivare per vie traverse alla chiusura della scuola pubblica, ma i motivi sono ben distanti da quelli che saggiamente era riuscito ad argomentare allora il Papini (motivi alquanto discutibili, risibili se vogliamo), ovvero la libertà di imparare a contatto con la realtà, di vivere la fanciullezza e la giovinezza senza alcun incarceramento scolastico, la libertà di scegliere. Il sistema scolastico italiano è come un superstite di una guerra (di riforme che si sono rovinosamente avvicendate negli anni), che l’ha portato in uno stato confusionale tale per cui vivacchia, cerca di tirare avanti giorno dopo giorno grazie alla buona volontà di chi gli sta intorno, ma sa che prima o poi dovrà farla finita.
Attenzione, i Papini di oggi non si vogliono più uccidere la scuola in quanto “casamento o reclusorio”, ma piuttosto “le ragioni della civiltà, l’educazione dello spirito, l’avanzamento del sapere” di cui è garante nella società. Il guaio è uno solo, direbbe Papini rivolgendosi ai nostri politici, “Nessuno – fuorché a discorsi – pensa al miglioramento della nazione, allo sviluppo del pensiero e tanto meno a quello cui si dovrebbe pensar di più: al bene dei figliuoli”.
Michele Stursi
set122011
Sabato sera, nella suggestiva piazza antistante il santuario Madonna delle Grazie in Sanarica, si è svolta la celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Mons. Donato Negro, per la nomina di don Emanuele Vincenti a parroco della parrocchia Madonna dell’Assunta in Sanarica. A don Emanuele, ordinato sacerdote della diocesi di Otranto il 6 ottobre 2007, è stato affidato il primo incarico di parroco, dopo aver svolto il suo servizio di vice-parroco nella parrocchia Madonna Immacolata in Otranto.
Nell’affollata piazza, varie emozioni si sono mescolate tra loro: l’orgoglio dei compaesani di don Emanuele, il dispiacere dei cittadini di Sanarica per il trasferimento di don Luciano Rametta, ormai ex-parroco, al seminario regionale in Molfetta, la loro calorosa accoglienza per il nuovo giovane parroco, il rammarico degli otrantini per lo spostamento dell’amato viceparroco a Sanarica. Una celebrazione semplice e sentita, dunque, nella generale commozione e vicinanza a don Emanuele.
set112011
11 settembre di 10 anni fa. Ero ancora un ragazzino al primo anno di liceo. Ero ancora alquanto ingenuo e il mondo aveva a sua disposizione una mente sgombra e morbida, facile da maneggiare e plasmare, da scalfire e modellare a piacimento. Mi offrivo nella mia innocenza a tutto ciò che era in grado di meravigliarmi, di interrogarmi, e mi aggrappavo ai fatti, agli oggetti e ad ogni nuova sensazione capace di scuotermi e distrarmi. Basta poco quando si è così giovani e forse per questa ragione non riesco a dimenticare, non riesco a cancellare dalla mente quelle orribili immagini, quelle urla, quei pianti, e nonostante il tempo invecchi e degradi il mondo e le sue idee, ancora oggi rimane vivo in me il ricordo di quella serata passata dinanzi alla TV, di quei giorni trascorsi a sfogliare meccanicamente giornali e riveste, a scorazzare a bocca aperta, incredulo, tra le pagine di Internet.