gen172025
Venerdì 17 gennaio alle ore 18:00, nella Sala conferenze dell’ex Palazzo De Maria, in Corte Taddeo, è previsto il primo appuntamento del Ciclo “Orizzonti:Senza confini – Musica e letteratura” con un incontro con Raffaele Astore, dal titolo “Dai Rolling Stones a De Andrè: quando la letteratura ispira la musica”, introdotto da Mario Graziuso e moderato da Daniela Vantaggiato.
“Quello tra letteratura e musica è un rapporto ancestrale. I poemi classici, le ballate medievali, l’opera, ne sono solo un esempio. Anche cantautori e rock band hanno attinto e continuano ad attingere a piene mani ai personaggi dei romanzi o ai versi dei poeti nella stesura delle loro canzoni. L’ispirazione può essere palese sin da titolo e ritornello oppure più velata. Veri e propri “metatesti” o più semplicemente parole che attraverso le note conoscono nuova vita.”
Nell’evento odierno il nostro ospite ci farà vivere, attraverso anche l’ascolto di alcuni brani, l’intrigante e coinvolgente relazione tra questi due universi, la letteratura e la musica, sempre aperti verso orizzonti senza confini per regalarci intense e nuove emozioni.
gen192025
A 88 anni ci ha lasciato Antonio Vincenti, che tutti a Noha conoscevamo come 'Ntunucciu della Margherita (il nome della mamma poi trasmesso alla prima delle sue tre figlie).
Di 'Ntunucciu non si può che parlar bene: impiegato pubblico, pendolare quotidiano dal capoluogo di provincia, il fine settimana non disdegnava di partecipare alle partite del Lecce, accompagnando allo stadio con la sua auto amici (tipo quelli del bar di Ninetto) e ragazzini affidatigli a occhi chiusi dai rispettivi genitori.
Nel corso degli anni ottanta del secolo scorso era attivissimo nelle numerose iniziative comunitarie (chi mai potrà scordare le edizioni della Via Crucis vivente), nelle quali erano coinvolte notte e giorno Margherita (la figlia grande, catechista), e la Beatrice (la figlia "menzana", organista); Monia invece era piccolina, ma in qualche modo era coinvolta anche lei.
gen212025
Domenica 19 gennaio, i volontari dell’associazione "Ricordare e sorridere" hanno donato due nuovi defibrillatori alla Città di Galatina, installati in Piazzetta Toma e Piazza San Pietro.
Alla consegna erano presenti il Sindaco Fabio Vergine, i ragazzi dell’associazione e i familiari di Andrea Santoro, il 40enne scomparso nel 2021 a causa di un arresto cardiaco.
Il defibrillatore in Piazza Toma è stato donato grazie alla generosità di Juventus Club Galatina, della famiglia e degli amici di Fabrizio Faggiano, scomparso proprio nei pressi di quel luogo lo scorso luglio.
“Da tre anni a questa parte, Andrea è il nostro faro. Ecco perché vogliamo dare sempre più forza al progetto di donare i defibrillatori. Questa volta, lo abbiamo fatto in due luoghi significativi, sia per Andrea, che amava godere della vita nel centro della Città, sia per Fabrizio, al quale è toccata la stessa tragica sorte del nostro caro”, dichiara Chiara Santoro, sorella del giovane galatinese.
Alla cerimonia era presente anche, Giuseppe Cristiano istruttore DAN Europa dal 2022: “L’importanza del defibrillatore oggi è estremamente fondamentale. Ancor più importante è però la formazione e preparazione di ciascuno di noi e credo che su questo aspetto le comunità debbano investire sempre di più”.
gen222025
I prossimi due fine settimana saranno dedicati all’orientamento presso il Polo Tecnico-Professionale di Galatina: le due sedi dell’Istituto saranno, infatti, aperte alle visite nei giorni di sabato 25/01/2025 (9.00-12.00) e sabato 01/02/2025 (9.00-12.00).
Si tratta di un’occasione importante per i ragazzi degli Istituti Comprensivi per conoscere meglio l’offerta formativa ed i docenti della scuola, fare esperienza nei laboratori scientifici e multimediali, visitare i vari ambienti di apprendimento e gli impianti sportivi presso le sedi di Viale Don Bosco (Professionale) e Viale Don Tonino Bello (Tecnico).
Nel corso delle giornate di orientamento, inoltre, sarà possibile effettuare l’iscrizione on-line per l’a.s. 2025-2026.
gen222025
A pochi mesi dalla sua scomparsa, la nostra Associazione vuole ricordare Salvatore Patera. Sono in molti a Galatina ad averlo conosciuto, chi per la sua attività lavorativa, chi per l’impegno politico, chi per la sua dedizione nell’Arciconfraternita dell’Addolorata o per l’organizzazione della festa patronale. Noi vogliamo ricordarlo per il suo rapporto con l’arte.
Salvatore, dopo aver frequentato noti cartapestai leccesi, per anni si è dedicato alla sua passione: la creazione di statue in cartapesta. Un impegno che lo ha accompagnato per molti anni, fino a pochi giorni prima della sua scomparsa. Questa mostra vuole essere un tributo, appunto, alla sua passione per la cartapesta esponendo alcune delle sue opere che la famiglia mette a disposizione per far conoscere l’Artista Salvatore Patera.
gen222025
Fin da piccolo ho assorbito i segreti delle pietre, dei dirupi carsici, della terra rossa, dei simboli lasciati sulla pietra, oggi vi svelo un percorso magico, tre luoghi uniti da vecchie strade messapiche risalenti al V secolo a. C. quindi molto prima dell’arrivo delle Aquile Romane. Andiamo a scoprire le tre Fate del Destino quest’ultima parola sostituisce il termine ” Fato ” una volta i due termini non erano accomunati. Il destino può essere visto come preordinato da Dio o derivato dalla volontà umana. Il Fato invece è un termine di origine latina (fatum, ovvero ciò che è detto) e originariamente indicava la decisione irrevocabile di un Dio. Dal plurale della parola latina fatum, ovvero fata, derivano le moderne fate, in origine considerate dee del destino.
Dai romani fu identificato con le Parche, dalle quali dipendeva il destino degli uomini, uguali alle tre Moire greche. Proprio loro abbiamo individuato in questo percorso magico che inizia nelle campagne di Galugnano, presso la chiesa di Santa Maria dei Pisanei, meglio conosciuta come chiesa Madonna della Neve. Le tre Moire erano la personificazione del destino a cui non si sfugge. Il loro compito era tessere il filo del fato di ogni uomo, svolgerlo ed infine reciderlo segnandone la morte. La prima di loro, affrescata a Galugnano, reggeva il filo dei giorni per la tela della vita, le tre Fate erano le tessitrici della vita, decidevano al momento della nascita il destino assegnato ad ogni persona e neppure gli Dei potevano modificare tale corso. La lunghezza dei fili può variare, esattamente come quella della vita degli uomini. Le tre Fate sono presenti nei tre momenti culminanti della vita umana: nascita, matrimonio, morte.
Dopo la scoperta incredibile, lasciamo la prima fata ( Cloto ), per correre su un vecchio tratturo di campagna che a volte interseca vecchie strade oggi coperte di bitume per arrivare al “ Lacco del Capraro ” un lago che si crea nella stagione delle piogge essendo una depressione carsica. In questo luogo, forte si sente l’energia. Battuto dal vento, è un luogo infestato da anime perse in cerca di un corpo. Ormai siamo alla periferia di Soleto ed entriamo dalla località Fontanelle, che conserva seppellita sotto metri di terra e roccia la mitica città messapica ” Sallentia “. All’interno della chiesa di Santo Stefano troviamo la seconda Fata e la fotografiamo. Quella che nel mito era Lachesi, che dispensava la sorte avvolgendo al fuso il filo che a ciascuno individuo era assegnato. Lasciamo la bellezza degli affreschi di Santo Stefano per conoscere dei dipinti meno conosciuti ma altrettanto belli.
La nostra ricerca ci porta a Nociglia in una chiesa straordinaria Santa Maria de Itri dove sveleremo la terza Fata Atropo l’inesorabile, che tagliava il filo con il coltello ben visibile in foto che riposa nella cintura ma pronta ad usarlo quando giunge il momento di arrestare la vita.
Atropo l’ultima Fata che recide la Vita, trova nella sua azione una parte essenziale del segreto di questa chiesa, riscontrabile non solo nelle misere osse conservate al di sotto di essa. Qui si svolgerà la battaglia finale tra le potenze della luce e dell’ordine e quelle delle tenebre e del caos in seguito alla quale l’intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato.
Raimondo Rodia
Mai una volta che si possa dire che la Tonia Maiorano non avesse lo sguardo sicuro e il saluto cordiale, nemmeno nei momenti meno sereni, come quelli di questi ultimi mesi che l'hanno vista lottare, con il buon senso che comunque caratterizzava la sua indole, manifestando con determinazione la speranza e la voglia di guarire. Il segreto della sua forza stava proprio in quella sua genuinità possiamo dire genetica, roba d'altri tempi, ma che lei manifestava con fermezza. Tonia resterà per sempre una nohana tutta d'un pezzo, coriacea fuori e tenera, tenerissima dentro, soprattutto buona come il pane.
Amava la vita e al pari amava il suo paese, tant'è che seguiva con interesse le pubblicazioni de L'osservatore Nohano del tempo che fu. Così, con la stessa mitezza del clima di questi giorni, Tonia ha raggiunto sua sorella Rita, con cui ha trascorso buona parte della sua vita nella casa degli amati genitori.
A tutti i familiari di Tonia, e ai nohani che le furono amici, giungano le nostre più sentite condoglianze.
Noha.it
gen232025
Molti rimarranno stupiti da questa mia affermazione, ma forse bisogna riscrivere la storia del grande letterato conosciuto col nome di William Shakespeare. Il personaggio aveva un altro nome ed un altra storia da raccontare. Allora proviamo a fare delle congetture. Alcuni studi recenti raccontano che William Shakespeare, lo scrittore inglese per antonomasia, non era inglese ma italiano, pare proprio che le più recenti ricerche dimostrino che tutti gli studiosi di letteratura e del teatro elisabettiano hanno preso un abbaglio: William Shakespeare era messinese, quindi italiano.
Tra gli studiosi c’è chi, analizzando la sua firma, ha sostenuto che non fosse neppure capace di leggere e scrivere. Uno studioso italiano afferma che Shakespeare non fosse altro che un prestanome di John Florio, poeta di origine italiane, attivo in Inghilterra nel ‘600, il fatto che su di lui esistano solo pochissimi documenti non fa che aumentare la curiosità. Poteva il figlio del guantaio di Stratford-upon-Avon essere l’autore di opere immortali come Romeo e Giulietta, il Mercante di Venezia, lo stesso Otello? O dobbiamo constatare che dietro il nome di William Shakespeare si potesse nascondere un altro nome, un altra storia, quella che lo scrittore Henry James definì nel 1903 “ la più grande e più riuscita frode che sia mai stata realizzata nei confronti di un mondo paziente ”. Da una storia da me ricostruita, la famiglia di Giovanni Florio alias William Shakespeare era composta dal padre Michelangelo Florio autore tra l’altro di un racconto in dialetto messinese ” Tantu trafficu ppe nenti ” che ricorda non solo per assonanza al titolo, la più conosciuta ” Tanto rumore per nulla “, la madre Guglielma Crollalanza traduzione letterale al maschile in lingua inglese di William ( Guglielmo ) Crolla ( Shake ) Lanza o lancia ( Speare ), nome preso in prestito traducendo il nome e cognome della madre. La famiglia Florio perseguitata a Messina per essere calvinista, in un periodo dominato dall’inquisizione cattolica, scappa dal suo territorio e si rifugia nel Salento, forse a Galatina, dove prende il nome di una famiglia che secondo i documenti proveniva da Nardò o Gallipoli, vale a dire la famiglia Vignola. Perchè affermiamo questo?, per varie ragioni. La fuga dall’inquisizione doveva essere credibile il più possibile. La scelta di Galatina non è casuale, la famiglia Florio aveva proprio in Giovanni un grande linguista, che consigliò alla famiglia, la venuta nel Salento a Galatina, in un area linguistica greca. Il dialetto leccese e messinese sono similari proprio per la radice greca di molte parole dialettali. Inventano un nuovo cognome, anche con la complicità dei Vignola però mantengono lo stemma di famiglia della madre, lo stemma araldico dei Crollalanza. Proprio questo stemma si trova in piazza Vecchia è diviso a metà con i Tondi nel famoso palazzo delle Tarantate a Galatina. Sempre la nostra famiglia Florio ormai girovaga per sfuggire all’inquisizione, si trasferisce a Venezia proprio nel palazzo di un certo Otello che qualche anno prima aveva ucciso la moglie Desdemona per gelosia. Da qui tutta la famiglia si trasferisce a Milano dove il giovane Giovanni Florio si innamora di una contessina di nome Giulia ma le famiglie non approvano questo amore, facile pensare a due grandi opere di Shakespeare. Un passaggio nella patria di Lutero dove Giovanni incontra e nasce un amicizia con Giordano Bruno che finirà arso dal fuoco dell’inquisizione a Roma in campo de Fiori dove campeggia oggi la sua statua. Infine in Inghilterra dove l’abile linguista Giovanni divenuto John Florio apprezzato nella corte Elisabettiana sotto falso nome per coprire le sue origini italiane con l’aiuto del padre Michelangelo e dello stesso William Shakespeare scalcagnato attore di teatro creano i magnifici scritti ed opere. Il linguista Giovanni Florio in arte William Shakespeare abilissimo nel creare nuovi neologismi amplifica 60.000 parole italiane in oltre 150.000 parole inglesi.
gen232025
Levèra dà nuovamente il via alla sua rassegna teatrale, iniziativa da anni molto apprezzata e partecipata.
La programmazione, in collaborazione con la compagnìa Alibi Teatro (Artisti Liberi Indipendenti) e l’associazione Essenza vedrà in cartellone sei appuntamenti da ora fino a Maggio.
Grande novità di questo 2025 è la sala teatro, rinnovata e portata ad un’ atmosfera intima ed elegante, pronta ad accogliere tutti gli appassionati.
Il primo spettacolo è previsto per Domenica 26 Gennaio alle ore 21.00 presso la sede del circolo e sarà “L’urlo” da Bernard Marie Koltès e di Alibi Teatro. Una cantata di getto, uno sproloquio di attore e musica, in un periodo in cui la vita umana sembra smarrire centralità rispetto alla provenienza geografica e sociale, ai percorsi che compie, ai pericoli che agita in noi l’incontro con lo straniero, con l’altro.
In scena la musica di Max Nocco e Gustavo D'Aversa in un monologo tutto d’un fiato, che ferma lo spettatore con una scusa qualsiasi e lo trascina nell’esperienza rara di un incontro in carne ed ossa con uno sconosciuto.