Ragazzi, lo confesso, è dura. E’ quasi impossibile star dietro a quella macchina da guerra che è l’amministrazione Montagna (che non fa proprio rima con campagna), composta da un bel gruppo di novelli Attila, i quali ce la stanno mettendo tutta (riuscendoci benissimo) per passare alla storia come i nuovi flagelli del bio.
L’ultima boutade (da tradurre con buttanata) di sindaco Cosimino e assessora Roberta, che hanno pure fatto finta di azzuffarsi nel pollaio con il consigliere regionale Galati(nese), riguarda il nuovo impianto di compostaggio “in conformità a quanto previsto nel Piano Regionale dei Rifiuti, che la individua (Galatina, ndr.) come uno dei tre siti necessari per il conferimento della frazione organica e congeniali per situazione geografica e bacino di utenza”.
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Continua a Galatina, il ciclo di incontri di approfondimento sui diversi aspetti storici, culturali ed artistici della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria.
“MARIA D’ENGHIEN: Contessa, Regina, Committente”, questo il titolo del secondo incontro che si terrà, venerdì 14 febbraio alle ore 18.30, presso la Sala di Cultura Francescana, con l’intervento del Dr. Mario Cazzato, Architetto e Storiografo salentino, nonché Autore di numerose pubblicazioni, in particolare quelle sulla Basilica di Santa Caterina e sulla Famiglia degli Orsini del Balzo; presenta la Dott.ssa Angela Beccarisi, Storica dell’Arte.
Contessa, Principessa, Regina, Guerriera, Mecenate, Amministratrice, Maria d’Enghien rappresenta, tra le donne dell’Italia meridionale di fine Trecento, prima metà del Quattrocento, una donna di governo, esperta nell’arte della politica e della diplomazia, in definitiva un modello femminile di straordinaria attualità.
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Basta vedere chi votiamo per capire il livello di torpore nel quale siamo caduti da qualche decennio a questa parte. E fosse solo torpore.
Non è mia intenzione di pontificare qui di seguito sulle magnifiche sorti e progressive dell’Italia intera, poveretta, ma limitarmi a qualche denuncia concernente le cose di casa nostra, che molti finti tonti locali ancora una volta considereranno come la classica filippica a firma del sottoscritto, cui non dare alcun seguito (e dimostrando, se ce ne fosse ancora il bisogno, che è ormai giunto il tempo di rimuovere quel “finti”).
Vi confesso subito che ho dovuto contare fino a cento, anzi fino a mille, prima di vergare queste note, che altrimenti rischiavano di essere composte soltanto da espressioni indistinguibili da quelle proferite da uno scaricatore di porto inviperito formate da improperi, invettive e castime tra le più triviali (benché il mio idioma aborra certi scurrili frasari).
Vi dico in breve che di recente son salito sulla torre dell’orologio di Noha per dare un’occhiata al suo, diciamo così, stato dell’arte. E forse sarebbe stato meglio non vedere, prima, o far finta di nulla, poi; ergo bendarmi gli occhi, turarmi le orecchie ed imbavagliarmi, sia ex-ante e sia ex-post (come fanno molti nohani e altrettanti loro compari galatinesi). Invece son qui a certificare l’estremo degrado in cui versa da diversi lustri quel bene culturale nohano, nonché il mancato rispetto delle più elementari condizioni di messa in sicurezza di quella specie di torre di Pisa, o meglio degli asinelli (in minuscolo), prospiciente la pubblica piazza cittadina.
Sì, perché a compromettere oltremodo la staticità, anzi a peggiorare la precarietà di quelle pietre antiche e belle, in cima alla terrazza della torre del fu-orologio di Noha s’è sviluppata una vegetazione spontanea così rigogliosa e fitta, un vero e proprio giardino pensile, che dico?, un pascolo, una flora fatta di tarassachi e cicore creste e forse anche gramigna, un insieme di ruddhre, insomma un vivaio di piante così ricco e variegato che le praterie de lu Runceddhra o quelle di contrada Cascioni vorrebbero assomigliargli. Una sorta di verde pubblico alternativo e a costo zero.
Ma quel monumento di tutto ha bisogno men che della fitoterapia.
All’interno della costruzione, poi, che sembra essersi trasformata da ex-casa comunale in torre colombaia, c’è un sudiciume, un’aria mefitica, un olezzo pestilenziale tale che non si ha più davvero il coraggio di pensare a cosa possa nascondersi sotto il primo corposo strato di guano di piccione.
Ma non è solo questo.
E’ che il cosiddetto Comune di Galatina (che sembra non aver proprio nulla in comune con Noha), non sa nemmeno dell’esistenza di questa torre ottocentesca, degli annessi locali (che un tempo erano gli uffici dell’anagrafe cittadina), dei muschi e dei licheni che stanno crescendo e moltiplicandosi in cima alla lammia cumonale prospiciente la piazza San Michele.
Eppure ogni tanto i nostri “amministratori”, con qualche funzionario da riporto, ci passano accanto, anzi sotto (ed il rischio che l’immobile diventi mobile rovinando inesorabile sulle loro testoline più o meno implumi diventa sempre più concreto). Evidentemente anche costoro non ci vedono, non ci sentono, e soprattutto non ci pensano.
“Ma quand’è che questi signori si fanno vivi nel cuore di Noha, passando accanto a quella torre?” – mi chiederete curiosi, se non con un pizzico di scetticismo.
Risposta: ma obviously nelle occasioni solenni, nel corso dei pubblici comizi durante le campagne elettorali, e anche tutte le volte in cui, quando non impettiti e fasciati di tricolore, si esibiscono in sperticati elogi dell’evento, dell’ospite, del santo, della reliquia in visita di cortesia, e, giacché si trovano, della propria fazione (stavo per dire Frazione: ma quando mai?) non disdegnando neppure di farsi immortalare, in foto o video amatoriali, proni al bacio del sacro anello dell’alto (e ove capitasse anche del basso) prelato di turno.
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L’orologio della torre civica di Noha, ormai da troppo lustri, segnala solo un fatto: mala tempora currunt.
Antonio Mellone
Il Laboratorio Teatrale " Madonna delle Grazie " è lieta di annunciare che dopo i successi conseguiti con le rappresentazioni precedenti, domenica 02 marzo manderà in scena presso il Teatro dell'Oratorio di via Tiziano, entrata ore 19,00 e inizio spettacolo ore 19,30 la commedia " Agenzia Investigativa " di Samy Fayad con la regia di Fernando Mita.
info e prenotazioni tel. 0836 602129 - 338/4881380
Domenica 16 febbraio si è svolto il congresso cittadino di Sinistra Ecologia Libertà. Sono intervenuti Francesco Luceri (coordinatore uscente), Danilo Scorrano (Segreteria Provinciale SEL) e i segretari o delegati di tutto il centro sinistra galatinese.
Il costruttivo confronto tra il coordinatore di SEL Galatina e i rappresentanti del centro sinistra ha portato all’emergere di punti di convergenza tra le linee guida comuni e ha evidenziato la necessità di eliminare alcune difficoltà nel sistema comunicativo tra i diversi circoli locali. Il coordinatore uscente ha ricordato, nella sua relazione di apertura, il contributo svolto da SEL nella campagna elettorale che ha portato all’elezione dell’Amministrazione Montagna e ha sottolineato che, nonostante l’assenza di un proprio rappresentante all’interno della Consiglio Comunale, il circolo continua a svolgere una funzione di vigilanza sull’operato dell’Amministrazione, affinché non si discosti da quanto previsto nel programma: «la nostra, ha detto Luceri, è una posizione di appoggio critico, laddove per critico è da intendersi una critica positiva, propositiva, costruttiva e non il contrario». Il coordinatore ha evidenziato, inoltre, come su alcuni punti dell’operato svolto finora nel Governo cittadino, il parere di SEL rimanga fortemente negativo: «basti citare lo sciagurato caso del megaparco di contrada Cascioni: una scelta infelice che non risolve i problemi ma li acuisce, che promette senza poter mantenere, che distrugge senza creare».
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GALATINA – Museo Civivo "PIETRO CAVOTI" (presso Palazzo della Cultura ex Convitto Colonna).
Si tratta di 6 incontri settimanali, rivolti a bambini, a giovani e ad adulti, e si terranno ogni giovedì dalle 17:00 alle 19:30 con inizio il 20 febbraio e fine il 27 marzo 2014. Lo scopo di questo laboratorio è quello di coniugare scrittura ed oralità e, partendo proprio dal racconto, di agevolare il dialogo intergenerazionale (piccoli, giovani, adulti) e di R-innovare i vecchi racconti (“li cunti de na fiata”). Scrivere, Ascoltare e Raccontare Storie, nei luoghi della cultura ed in questo caso del Museo per rendere quest’ultimo un luogo più vivo e vicino alla gente. Nel primo incontro di giovedì 20 febbraio verranno indicate le modalità per partecipare al concorso che invita i cittadini ad esprimere la loro creatività, cimentandosi in un testo letterario (saggio, racconto, poesia, articolo giornalistico) avente come tema ispiratore la città di Galatina nei suoi aspetti culturali, storici e sociali. Si potrà partecipare al concorso dal 20 febbraio fino al 21 marzo.
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Le nostre case sono sempre frutto di una vita di sacrifici, e vederseli sfasciare (i sacrifici) da mega opere volute da politici che le propongono senza consultare i diretti interessati fa venire l’orticaria nei loro confronti. Ma tant’è che a subire il danno è sempre il solito pantalone.
Il fatto è che a volte si supera proprio il confine del buon senso e un cittadino si stufa anche di soffocare nel silenzio la rabbia per aver dato fiducia al politico di turno che, sia nel locale che nel nazionale, spesso non ha nemmeno le competenze. Vedi per esempio lo scempio del traffico di attraversamento di Noha, specie in via Giotto, dove purtroppo contiamo già due incidenti mortali nel giro di poco più di un anno; consideriamo poi i marciapiedi inagibili, le strade principali che si allagano ad ogni batter di pioggerellina, le case lesionate da scavi programmati senza alcun criterio, le esalazioni fognarie, per non parlare delle dubbie fumate color arcobaleno che fuoriescono dai camini del vicino cementificio e che da qualche tempo inquietano le notti dei cittadini (cfr. sul tema il seguente articolo http://www.tagpress.it/ambiente-territorio/un-esposto-contro-il-cementificio-colacem-di-galatina-da-parte-di-forum-ambiente-e-salute/).
Ma veniamo al dunque.
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Campeggia a tutta pagina, su uno dei maggiori quotidiani di oggi, il titolo a caratteri cubitali: "Presi i ladri ma la reliquia di Wojtyla non si trova". Come se il fatto fosse di interesse nazionale e di una gravità senza pari, tra i mille reali problemi che affliggono la vita sociale, politica ed economica di questo Paese. Di notte, dei ladri si sono introdotti nella chiesetta di san Pietro della Ienca, al Gran Sasso, trafugando un reliquiario ed un crocifisso.
Apriti cielo! Notizie sui giornali e sui telegiornali, locali e nazionali; interviste a Vescovi e sacerdoti; interrogativi sulle Messe nere e sedute spiritiche. In particolare, nell'ascoltare la notizia dal telegiornale della sera, mi sono sentito come un marziano catapultato in un mondo extra, incomprensibile e impossibile ad ogni comunicazione. Come prete avrei dovuto fremere di sdegno, stigmatizzando una società "senza più religione!" Avrei dovuto segnarmi col segno della croce e pronunciare giaculatorie riparatrici contro la vergognosa "profanazione". E invece sono rimasto freddamente indifferente dal fatto e fortemente disgustato dalla generale indignazione. Si è parlato e scritto di "alto valore", di "dissacrazione", di "pubblica ignominia", come se avessero sequestrato il padreterno, quando invece si trattava di un semplice pezzetto di stoffa macchiata di sangue.
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Consultando alcuni siti internet di Galatina ho notato con piacere che lei non lesina l’utilizzo di carta e penna per vergare comunicati-stampa o rispondere alle interviste dei giornalisti di turno o anche, diciamo così, replicare alle istanze del popolo.
A questo punto, colgo anch’io l’occasione per rivolgerle alcune domande, ovviamente nella veste di semplice cittadino, certo di ottenerne risposta.
Non si preoccupi più di tanto: il tema da trattare non è poi così vasto da spaziare e comprendere tutti gli ambiti di sua competenza, e non abbraccia le problematiche che vanno dagli impianti sportivi ai cimiteri (un domani, se vuole, ne potremmo pure parlare), ma è circoscritto ad uno ed un solo argomento, sul quale avrà accumulato ormai copiosa documentazione, oltre che una sua personale opinione (onde per rispondere sarebbero sufficienti poche righe e non ponderosi trattati).
Voglio tornare, allora, sul tema della vecchia scuola elementare di Noha, ristrutturata di tutto punto, ma ahimè, ancora non al 100%, se è vero come è vero che ad oggi, per via del mancato allaccio alla rete elettrica con i famosi 50kwh (se non erro esiste solo quello “provvisorio” o “di cantiere” di 10 kwh) all’interno di quel bene culturale ci sono alcune cose fondamentali, dunque non bazzecole, che sono tuttora fuori uso. Mi riferisco all’ascensore, all’impianto di riscaldamento e di condizionamento, nonché all’impianto di pannelli fotovoltaici installato sulla terrazza di quella scuola.
Vorrei chiederle, a questo proposito, quanto segue.
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