Domenica 18 c.m., a Noha in piazza San Michele, nel convegno pubblico organizzato dalla Sezione del PD di Noha, si sono trattati argomenti molto importanti:
Tutti argomenti che scottano sulla pelle sociale. Nonostante questo, il tempo concesso ai relatori, per svariate ragioni, è stato troppo risicato. Forse ogni argomento avrebbe potuto essere sviluppato in un convegno a parte.
E’ inutile qui ribadire quale sia l’immane lavoro della scuola e quanto il diritto al lavoro venga ormai considerato come un optional, onde la Costituzione della Repubblica Italiana appare ormai come la classica foglia di fico: mi riferisco sia al diritto all’istruzione e sia al diritto al lavoro, senza tralasciare il diritto alla salute (di cui ho avuto modo di far cenno nel mio intervento).
Peccato che a raccontarsela siamo sempre noi quattro gatti.
Mi consola però il fatto che stiamo aumentando se non altro in termini numerici, ma siamo pur sempre pochi per arrivare a ricoprire il ruolo di Davide (contro Golia).
Forse c'è qualcosa di sbagliato nella nostra comunicazione se non riusciamo nell'intento di informare come si deve. O forse il potere dei mezzi di comunicazione (dalla televisione alla carta stampata, ai social pieni di chiacchiere, scemenze e soprattutto di pubblicità) è tale che noi altri abbiamo senso soltanto nel ruolo di consumatori acefali.
A tutto questo si aggiunga il ruolo della politica, sempre più marginale, e sempre più asservita al potere di un’economia (sempre più finanziaria) che tutto fagocita, tutto depreda, tutto giustifica.
Certo tutto si lega: istruzione, lavoro, salute. E il fil rouge che tiene unito il tutto è la coscienza, cioè la consapevolezza che si acquisisce con lo studio serio e con la dignità del lavoro. Con il sapere e il diritto al lavoro, cioè con la coscienza sociale, forse non saremmo nel bel mezzo del “Cluster dei sedici comuni” in cui Galatina primeggia con la più alta percentuale di patologie tumorali.
Lo dichiara Protos (Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese), la Asl Nazionale, con il registro dei tumori 2013 2017 e il CNR nelle sporadiche e incomplete indagini epidemiologiche in cui denuncia la novità che a Galatina e dintorni si muore anche per leucemie, per fattori ambientali e non solo professionali.
Il mio intervento, incentrato sui disastri sanitari di Galatina e circondario, i cui dati la Asl poi tiene di fatto nei suoi cassetti, si è basato sul dubbio atroce se questi siano colpa del destino, oppure di un ambiente svenduto al miglior offerente.
Siamo flebili sospiri che volano nell'etere, quasi come il raglio degli asini. Non è per scaricare sempre la colpa sugli altri, ma davvero questi tre argomenti sono una spina nel fianco per tutti, e il bello è che non ci sono vinti e vincitori. I vincitori sono i soliti, quelli che, agevolati dal disordine mentale di chi dovrebbe tutelarci, ci stanno invadendo con rifiuti, veleni, asfalti, eradicazioni di piante autoctone, mega-impianti di ogni sorta, e soprattutto turismo: però il tutto con il prefisso bio, green, eco, slow eccetera, che fa più effetto.
Su questa falsariga siamo ormai convinti che a Galatina si muoia di tumori per colpa delle emissioni che una fatale commistione di venti e rilievi topografici particolari portano veleni da Cerano e da Taranto [sic]. E meno male che il CNR in una sua indagine epidemiologica pubblicata in rete ha sancito che le suddette emissioni lambiscono appena la parte nord della Provincia di Lecce. E difatti conclude così:
Quindi resta lontano da quell'area di picchi di tumori che tutti gli studi collocano più o meno nell'area centro orientale, tra Galatina e Otranto.
Dovremmo diventare un corpo unico, socialmente intendo, invece stiamo correndo nella piana che è quasi un deserto, senza né alberi e né alvei di fiumi, in modalità sparsa, ognuno con la sua strampalata bandiera autoreferenziale. Facile preda del deserto che avanza.
E invece la soluzione c’è, lunga e complessa certamente, ma possibile e doverosa, come lo stesso CNR consiglia fortemente:
In conclusione, nella zona del cluster di Lecce, fra Galatina e Otranto, le patologie tumorali aumentano ma non si sono fatti studi epidemiologici, come è accaduto a Taranto, svolto nel caso del processo all'Ilva che ha saputo misurare il danno ambientale e collegarlo al danno sanitario, che possano cioè riannodare il filo spezzato tra ambiente e salute, nesso di causalità e cioè il rapporto di causa ed effetto.”
Quindi la prima cosa da fare è essere informati, la successiva è chiedere aiuto tutti insieme, alla politica, agli amministratori, agli enti competenti. Facciamo sentire la nostra voce chiedendo che sia prioritaria la salvaguardia della vita più che quella del portafoglio dei soliti noti. Pretendiamolo, è nel nostro diritto.
P.S.: I grafici con i dati su Galatina, riportati nel testo sono pubblici e si possono consultare dai collegamenti qui di seguito riportati:
CNR: http://www.inemar.arpa.puglia.it/report_standard.asp?anno=2015
ASL NAZIONALE: https://www.sanita.puglia.it/web/rt/rapporti
PROTOS: Report tecnico protos_luglio 2019_f_CDS_COLACEM.pdf (provincia.le.it)
Marcello D’Acquarica