Egregio Assessore,
a due mesi circa dalla sua cooptazione nella giunta Montagna con la nomina ad assessore ai LL.PP. (vedremo poi il significato che assumerà questo acronimo: per lei e per noi), volevo chiederle se, nel passaggio di consegne, il suo compagno di partito (ormai dipartito), dico lineffabile suo predecessore ing. Coccioli, ha avuto modo di parlarle di una sua indagine in corso presso chissà quali uffici (indagine ahimè interrotta sul più bello per intervenute dimissioni) relativa ad uno dei più ingombranti scheletri nellarmadio dellamministrazione Pantacom tuttora felicemente regnante a Palazzo Orsini: la responsabilità connessa alla dimenticanza di una cabina elettrica necessaria al funzionamento di alcuni impianti e quindi dello stesso centro Polivalente di Noha costato la bellezza di 1.300.000,00 euro di soldi nostri e atteso dagli utilizzatori finali, chiamiamoli così, esattamente da.
Non pretendo che anche lei indossi i panni di un novello Sherlock Holmes (le cocciolate non sono il mio forte), volevo tuttavia domandarle se e cosa ha escogitato per risolvere questo annoso problema, che mi dispiace per lei, ma principalmente per noi ha dovuto ereditare.
Non mi risponda per favore che lei non centra nulla, che non sono affari suoi, che non immaginava la complessità delle rogne comunali sul tappeto, ma soprattutto sotto: quando un politico prende il posto di un altro politico accetta leredità sic et simpliciter, senza beneficio di inventario.
Gentile Assessore, non vorrei apparirle come un inquisitore papale pronto a puntarle contro un dito lunghissimo e ossuto mentre urla: Al rogo tutti i pubblici amministratori galatinesi!, né mi piace stroncare parole, opere e soprattutto omissioni delle cosiddette autorità locali (e dei giornalisti al seguito) per puro esercizio di stile. E che quando sento, leggo o vedo alcune corbellerie tali da farmi girare la testa (in verità, in verità le dico, sono altre le cose che mi girano vorticosamente), non posso fare a meno di chiederne pubblicamente conto agli autori e ai loro responsabili, cercando, nei limiti del possibile, di evitare intercalari, epiteti e locuzioni da scomunica pontificia.
A questo proposito, non so se è a conoscenza (se lo fosse ed è rimasto inerte è grave; se non lo fosse, è ancor peggio) di un altro crimine perpetrato a Noha non più tardi di qualche giorno fa. Una mano sacrilega, comandata sicuramente da un cervelletto mentulomorfo, per pulire i marciapiedi dagli sporadici ciuffetti di innocua erbetta spontanea ha azionato un irroratore erbicida spruzzando di diserbante (cancerogeno) buona parte delle povere strade della frazione, lunghi segmenti di prato dei pubblici giardini Madonna delle Grazie, e [non ridere caro lettore, quelluno che sarai, ndr.] quasi tutto il perimetro dellorto botanico di via degli Astronauti. Roba da geni in erba (nel senso che si faranno. Magari proprio di erba).
Mi sa dire qualcosa in merito? La prego, Assessore, mi risparmi la faticaccia di chiedere lumi ai politici nohani, con il rischio concreto di eventuali risposte dello stesso acume di quelle che potrebbe formulare unameba con lAlzheimer.
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Gentile Assessore, le confesso che con il suo insediamento maspettavo uno Sturm und Drang un tantino diverso da quello che mè toccato di osservare da uno dei suoi primi atti amministrativi. Non mi sto riferendo allennesima delibera di spesa da parte della sua Giunta per sopperire alle deficienze dei lavori in corso per quella autostrada Salerno-Reggio Calabria che è il Cavallino Bianco (ormai abbiamo fatto il callo non le dico dove), ma al provvedimento di alienazione dei terreni di proprietà comunale, pubblicata a quanto pare sulla Gazzetta Ufficiale, sul Burp e sui due quotidiani più letti in loco, cioè Il nuovo Quotidiano di Puglia e Il Corriere dello Sport ed. Puglia [poi uno si lamenta del livello culturale nostrano, ndr.].
Orbene, il terreno che riguarda Noha è un suolo in Via degli Astronauti, con destinazione D2 del PUG [chissà perché questo D2 mi ricorda tanto le zone per fabbricati artigianali, se non per supermercati o addirittura Iper: se ne sentiva giusto la mancanza a Noha e dintorni, ndr.] suddiviso in due lotti, prezzo a base dasta € 116.240,00 ed € 21.600,00.
Ora, a prescindere dal poveretto che andrebbe a buttar via i suoi soldi per lacquisto di quei terreni (o dalla Banca Etruria di turno che andrebbe a finanziarlo) le chiedo: ma che male fanno al Comune quei suoli pittoreschi, finalmente incolti, fatti di preziosi prati rocciosi e carsici, ricchi di tanta preistorica autoctona biodiversità, ultimo baluardo privo di cemento, asfalto e inutili volumetrie? Ma vi repelle proprio lidea di scrollarvi di dosso lappellativo di Giunta Attila? Vi rendete conto che, con queste genialate, ogni vostra mossa è come quella di un elefante in una biblioteca di libri antichi, e la vostra politica come un meteorite in una serra di orchidee?
Non mi dica, per favore, che lo fate per noi, per racimolare un po di soldi, magari per sopperire monetariamente alla dimenticanza di una cabina elettrica in un centro Polivalente, o per finanziare i lavori di sistemazione del puteale di una Trozza danneggiata dai Vandali, o per restaurare una torre civica e un orologio fermo dai tempi del Cretaceo, o altre amenità del genere, perché non vi crede più nessuno (eccetto i quei quattro PD, Pragmatici Devoti vostri seguaci). Meglio sarebbe lasciare il mondo così comè, piuttosto che assediarlo in nome di un attivismo di maniera che non porta a nulla di buono.
Il fine vero, diciamocela tutta, è invece quello di batter cassa, ma nel peggiore dei modi, con la svendita cioè dei gioielli di famiglia (e i terreni, soprattutto quelli intonsi, lo sono. Capisco, la vostra cervice trova particolarmente ostico questo passaggio), pur di allungare di qualche giorno lagonia delle finanze del nostro Comune, sempre sullorlo di una crisi di servi.
Gentile Assessore, anche se il buongiorno si vede dal mattino, qualche possibilità vorrei lasciargliela. Le auguro, e soprattutto mi auguro in qualità di cittadino, che per il suo assessorato riesca ad utilizzare la testa e non i piedi (da cui il termine Lavori Podologici, a proposito di LL.PP., assunto di fatto dagli uffici dei suoi augusti predecessori).
Non pretendo che nella sua giunta sannoverino dei miei ammiratori, né che facciano la ola per i miei interventi su questo sito (figurarsi), tuttavia le chiederei di evitare lo snobismo tipico fin qui registrato dai pubblici amministratori di maggioranza e di opposizione liquida (come direbbe Bauman): il far finta di nulla, il sopire troncare di manzoniana memoria, il bendarsi gli occhi, la bocca e le orecchie non pagano più politicamente da un pezzo.
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Gentile Assessore, nellaugurarle buon lavoro (pubblico), attendo trepidante le sue risposte. Confido che, almeno con lei (scusi la franchezza), si riduca lalto tasso di scemenze pro-capite che mè toccato di sorbirmi fino allaltro ieri da parte dei suoi compagni di merende.
Con cordialità.
Antonio Mellone
P.S. La sera di domenica 20 marzo scorso, nelle strade principali di Noha ha avuto luogo una bellissima Via Crucis vivente seguita da oltre mille persone provenienti da ogni dove. Orbene, nonostante le preventive comunicazioni e gli inviti spediti al Comando, non sè visto in giro per la frazione nessun Vigile Urbano, non per rappresentanza (non sapremmo che farcene) ma per la sicurezza delle strade e il servizio dordine. Evidentemente erano tutti alle prese con i sabburchi di Galatina.
Venerdì 18 marzo, Lucrezia Lante Della Rovere è stata ospite nel Teatro Cavallino Bianco di Galatina, con lo spettacolo IO SONO MISIA - lape regina dei geni.
Al centro della scena unenorme poltrona di velluto verde, luci soffuse, un bicchiere di vino come tramite tra presente e passato, come lasciapassare per le emozioni, come condivisione nostalgica.
Misia Sert siede lì, davanti alla platea. elegante, intelligente, irrequieta, sognante. Il suo fluire di pensieri è contagioso, è una vera e propria necessità di raccontare e raccontarsi, per stimolare la curiosità ed arricchire la parte intellettuale di ognuno di noi, impedendo che si assopisca.
Cattura da subito lattenzione con una serie di aneddoti sulla sua vita amorosa, su eventi, su personaggi che hanno preso parte al Salotto dellAlta Società che era la sua casa, nella Parigi dinizio Novecento.
Definita da Marcel Proust un monumento di storia, collocata nellasse del gusto francese come lobelisco di Luxor nellasse degli Champs Elysées, scoprì personalità come quella Cocò Chanel.
Una splendida interpretazione, firmata Vittorio Cielo e la regia di Francesco Zecca, che ci accompagna in questo viaggio travolgente, ricco, appassionato. Uno spettacolo fuori dal comune, adatto ad un pubblico colto, capace di apprezzare il genere e di capire il linguaggio a tratti complesso per chi non conosce le figure riportate in vita dalla voce di Misia. Infatti, nonostante che sul palco sia da sola, accompagnata soltanto dalle note di un pianoforte in lontananza, descrive in maniera così vivida tali personalità, da farcele immaginare accanto a lei, come se il monologo diventasse un continuo dialogo. Parigi è la culla dei suoi ricordi, il suo Salotto, il grembo che ha generato quei momenti dispirazione, diventati poi realtà concreta, modello esemplare per i posteri.
Si definisce una cercatrice di meraviglie umane; Misia dice di non saper suonare perché ama la musica, di averla imparata stando seduta sulle ginocchia del vecchio Franz Liszt, dice di aver visto Pablo Ruiz divenire Picasso, di aver visto Igor Fdorovič Stravinskij incendiarsi nella Sagra di Primavera, di aver inspirato Proust a scrivere ogni cosa. Una donna geniale, ricca di contraddizioni che la rendono interessante ed originale. Una donna vissuta, segnata da un passato travagliato, da amori finiti.
La sua esistenza è strettamente connessa con la figura di Chanel, con cui aveva instaurato un patto di mutuo soccorso e la promessa che ciascuna avrebbe avuto cura dellaltra nel momento della morte. Misia se ne andrà per prima, nel 1950, straziata dal dolore e dalloppio con cui cercava di affogarlo.
Chanel ne curerà la toilette funeraria.
Una donna che assapora la cultura non come concetto astratto o mera nozione appresa in ununiversità, ma che vive in prima persona con lArte e la invita a cena.
Uno spettacolo perfetto per risvegliare la voglia di frequentare Luoghi come il Teatro, unopportunità per non fermare gli impulsi di coloro che sentono ardere nel loro interno la voglia di creare, scrivere, stravolgere, guardare il mondo come una meravigliosa opera dArte.
Unopportunità che non placa la sete di conoscenza, ma la amplifica fino allo sfinimento.
Una splendida Lucrezia Lante Della Rovere, capace di destreggiarsi alla perfezione, senza mai inciampare tra un verso e laltro, nonostante le difficoltà dei temi.
Un monologo che non è fine a se stesso, ma che lascia un messaggio e la speranza che il presente possa continuare ad apprezzare i valori dellArte e della Conoscenza. La stessa attrice afferma di aver compiuto attraverso la sua performance, un viaggio interiore attraverso le mille sfumature di Misia Sert, attraverso le numerose pieghe del suo carattere, indossate con grazia e fierezza.
Gli uomini hanno bisogno di una sfinge per partorire la bellezza, per diventare artisti.
Giada Serra