Abbiamo chiesto un parere ad Angela Beccarisi sul misterioso affresco spuntato per caso su di un muro del Castello di Noha. Ecco le sue prime impressioni scaturite dopo il sopralluogo della dottoressa esperta in Beni Culturali, autrice di diverse pubblicazioni di storia e arte locali.
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Tanti interrogativi pone la scoperta di un piccolo affresco segnalato da Marcello d' Acquarica e l'Associazione Presepe Vivente di Noha, su un muro prospiciente l'attuale giardino del palazzo baronale di Noha ( fraz. Di Galatina).
Sulla stessa area sorge una torre merlata presumibilmente del XIII secolo, quando Noha viene citata in un documento del 1292 come casale, ovvero villaggio privo di mura. Da quella data, però, di fatti ne sono accaduti e il giardino del palazzo baronale e relative costruzioni hanno visto pesanti cambiamenti. Non ultimo la creazione di un pozzo artesiano tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso per la famosa distilleria Galluccio di Noha, produttrice di brandy, nel mezzo di detto giardino e la creazione di un aranceto negli anni Cinquanta che ha portato all'innalzamento di circa un metro del terreno.
E poi gli anni Ottanta con l'apertura della nuova strada Noha-Galatina che ha finito per dividere a metà la fabbrica Galluccio e l'aranceto in cui è stato rinvenuto l'affresco.
L'immagine riporta un cavaliere con l'elmo, su di un rosso cavallo e molto interessante risulta la porzione di intonaco che circonda l'affresco diversa dal resto del muro. Si tratta di uno strato di «coccio pesto (tecnica diffusa dall'epoca romana fino al secolo scorso), di un secondo strato più sottile messo tempo dopo e infine una scialbatura di calce » (Angelo Micello).
Sembrerebbe che questa porzione di muro sia stata preservata nel corso dei secoli e abbia fatto da supporto al muro della fine del XVIII secolo. Viene da chiedersi come mai l'affresco risulti su una parete su cui non si evidenzia alcuna edicola votiva esterna e a poca distanza dal livello del terreno.
Affascinante l'idea che possa trattarsi di scene cavalleresche del XIII secolo, ma per avere conferme bisogna attendere studi più approfonditi.
Angela Beccarisi