Ho voluto seguire il consiglio di una mia carissima amica nohana, una di quelle persone che amano la propria terra e si incazzano quando le cose precipitano, come sta accadendo in questi ultimi tempi anche a Noha. Di che si tratta? Per esempio di strani falò notturni, accesi con plastiche varie, per la maggior parte residui della pacciamatura, fumi che ammorbano l’aria di diossina che è altamente cancerogena, di sacchi di immondizia seminati un po’ ovunque, di pozzi artesiani con acqua non più potabile, di intolleranze agli alimenti e non solo, e dulcis in fundo di un crescente numero di persone (anche giovani) che si ammalano delle più svariate forme di cancro. E tutto ciò sempre e anche a Noha. O ci stiamo abituando pure a questo oppure siamo diventati tutti un popolo di incoscienti.
Dice la mia amica: “Adesso finalmente qualcuno pagherà”.
“Perché?” Le chiedo io.
E lei: “perché a Galatina sono arrivati i georgofili”.
“E chi sarebbero questi georgofili?” Mi risponde prontamente: “Vatti a sentire cosa dicono a Palazzo Orsini”.
Così mi manda un link alla presentazione de “La carta di Galatina”, promossa dall’Accademia dei georgofili. “Intenta a garantire la tutela del territorio, il diritto al cibo e un equo reddito ai produttori agricoli”. Così c’è scritto sull’anteprima del video.
Guardo il video e cerco di ascoltare tutti. L’audio a volte è pessimo. Soprattutto ascolto con piacere il nostro caro amico Ivano Gioffreda dell’associazione Spazi Popolari, che combatte a proprio rischio e pericolo contro le mafie che spingono per l’uso di prodotti chimici in agricoltura. E’ scontato che persone come Ivano, così cariche di passione e di entusiasmo per la salvezza della natura, non mi sorprendano, cosa invece che fa il dr. Roberto Fatano, Presidente di un’associazione delle imprese delle professioni e Amministratore dei mercati generali di Lecce.
Queste sono alcune delle sue parole che potete ascoltare anche voi:
“Come amministratore dei mercati generali vi dico che la parte pubblica, quando fa le verifiche sui principi attivi utilizzati in agricoltura, lo fa per un terzo rispetto ad una verità esistenziale, e lo fa sulle verdure e sulle insalate a foglia larga. Purtroppo molte volte riscontriamo che dei produttori andrebbero messi in carcere e buttata via la chiave perché non hanno consapevolezza di quello che stanno facendo.
E poi continua: “Produrre senza chimica, i prodotti non vengono bene? Allora meglio ammalarsi di tumori?
Abbiamo fatto tramite la Nielsen (agenzia maggiormente accreditata in Italia per fare le verifiche sullo scaffale dei supermercati) un’indagine, da cui si evince che anche le famiglie meno abbienti sarebbero disposte a spendere fra il 40 e il 70% in più per comprare prodotti coltivati senza chimica, se fossero sicure di essere tali”. Roberto Fatano continua dicendo tante altre cose molto interessanti.
Cose che tutti sospettiamo, ma dette da una persona competente e anche da un addetto ai lavori, è tutto un altro dire.
Mi pare che stiamo facendo anche noi come gli operai dell’Ilva di Taranto, che pur di non perdere il lavoro, si sono rassegnati a vedere i loro figli morire di cancro. Così conclude la mia amica: U porcu binchiatu vota a pileddhra sotta ssusu.
Nel senso che quando uno si è riempito la pancia non si preoccupa di niente altro.
Marcello D'Acquarica