Oggi, grazie a papa Francesco, la concezione stessa della chiesa da parte di tanti preti “scomodi” sta venendo a galla forse con più determinazione, per non dire veemenza (tanto che il numero degli articoli pubblicati nella rubrica “Un’altra chiesa” tenuta su Noha.it, si è vieppiù ridotto non presentandosene quasi più il bisogno: è lo stesso papa, infatti, che ne sembra essere ormai il portavoce).
Intendiamoci: qui non stiamo dicendo che Francesco sia un papa rivoluzionario, né si potrebbe pretenderlo (e forse nemmeno augurarlo): i due termini sono, infatti, un ossimoro storico e teologico.
Resta il fatto che papa Francesco sembra aver imboccato una strada “altra”, rispetto a quella dei suoi predecessori: quelli parlavano al mondo a condizione che il mondo riconoscesse la sua subalternità; Francesco, invece, sembra farlo con rispetto, se non da pari. Per dire delle cose mai viste prima, in una delle udienze ai giornalisti, Francesco evita di dare “l’apostolica benedizione” per riguardo verso i non cattolici e i non credenti, limitandosi ad un minuto di silenzio.
Un altro esempio fresco fresco ci vien dato dal recente family day 2015 [è appena il caso di ricordare che il precedente, quello del 2007, quello al quale parteciparono anche i leader politici che rispondevano ai nomi di Casini, Fini, Berlusconi – che tra l’altro avevano a carico più di una famiglia, quindi esperti in materia – e poi ovviamente Giovanardi (come si farebbe senza di lui?), Mastella, Sandro Bondi, Formigoni ed altri figuri di omogeneo lignaggio, fu appoggiato dal Vaticano; questo no, almeno non ufficialmente, ndr]. Ecco, a proposito di famiglia, lo stesso Francesco è arrivato a dire cose di buon senso, come per esempio il fatto che talvolta lasciarsi potrebbe essere moralmente necessario allorché bisogna difendere il coniuge non solo da prepotenza o violenza, ma persino dall’estraneità e dall’indifferenza.
Altro che Kiko Arguello, ex-pittore, quindi fondatore dei Neocatecumenali, accolto da un’ovazione come una pop star al family day 2015. Questo soggetto dal palco della manifestazione è riuscito a concentrare nel suo intervento non so più quante farneticazioni consecutive (impensabili nemmeno se proferite in pieno medioevo). Se volete che vi si accapponi la pelle date un’occhiata a questo breve terrificante video in cui il santone spagnolo, applauditissimo dagli astanti con contorno di preti e vescovi, blatera di femminicidio, dando quasi la colpa di tutto alla donna, fomite di ogni crimine compiuto dall’uomo:
Ma ritorniamo a Francesco, e lasciamo i pazzi o i fanatici o i furbi arringare le loro folle inebetite.
Certo, c’è il rischio concreto che la gente si illuda che le aperture di questo papa siano definitive. Niente di più illusorio. Basta che il suo successore sia un “normalizzatore” e la festa è finita. La gerarchia conservatrice infatti sa aspettare: i papi passano; la curia, le mafie, i fanatismi e l’interesse per il potere fine a se stesso purtroppo no.
Ma che bello pensare che non sia così.
Antonio Mellone