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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 24/09/2013

Di Antonio Mellone (pubblicato @ 14:38:36 in Eventi, linkato 3671 volte)
Per tre giorni Noha si agghinda a festa con le scintillanti luminarie De Cagna per onorare il suo santo patrono, Michele Arcangelo, “capo delle milizie celesti”.
L’impavido santo dell’Apocalisse che combatté il male nei cieli è simbolo di forza, coraggio e battaglie in nome del bene comune, proprio come quelle che i cittadini di Noha ingaggiano spesso per proteggere il proprio paesaggio dagli abusi edilizi, dalle inutili strade a quattro corsie, dalle circonvallazioni interne, dagli impianti eolici e fotovoltaici selvaggi. E se un tempo ci si rivolgeva ai santi per ricevere protezione dalle invasioni o le calamità naturali, a Noha, in questi giorni a San Michele si chiede di preservare le bellezze naturali del Salento.
Ma intanto la festa invade le strade principali ma anche vicoli e piazzette e scorre fino a lunedì 30 settembre sulle note dell’inno intonato per il patrono ed eseguito dalla nostra banda musicale sotto la bacchetta del maestro Lory Calò che scorta anche la solenne processione, sabato 28, salutata dallo sparo dei fuochi d’artificio.
Bancarelle di dolci e chincaglierie colorano le strade insieme ai sapori locali, ed il luna park sul limitare del paese mentre dalla pomposa cassa armonica in piazza San Michele si levano le sinfonie dei concerti bandistici più importanti di Puglia. In chiusura dei tre giorni la musica cambia per diventare più “contemporanea” mentre lo scintillio dei fuochi d’artificio dà appuntamento al prossimo anno. 

 

Antonio Mellone

(Trafiletto apparso su quiSalento del corrente mese)
 
Di Redazione (pubblicato @ 14:34:10 in Un'altra chiesa, linkato 1973 volte)

Da anni lo sto dicendo: a che serve la canonizzazione dei santi o dei beati? Quanto costa? Qual è il criterio per scegliere chi canonizzare o no?
La parola canonizzazione significa che la Chiesa riconosce come santi o beati, e li rende di dominio pubblico, quanti hanno vissuto secondo uno stile di vita che è conforme a certe virtù stabilite dalla Chiesa stessa. In breve, occorre essersi comportati come la Chiesa comanda.

Un dubbio c’è: che la Chiesa in tal modo si auto-santifichi. I santi servono alla Chiesa per dare più credibilità alla stessa struttura religiosa.
Anzitutto, non ho capito la differenza tra servo di Dio, beato e santo. Forse la differenza sta nel numero dei miracoli compiuti. Anche qui, quale assurdità far dipendere la canonizzazione dai miracoli. Perché sono indispensabili i miracoli? Come una prova richiesta a Dio stesso? Sappiamo che solo Dio può compierli. Ma questo non è tentare Dio? Ma che cosa sono i miracoli? Guarire fisicamente una persona? Tutto qui? Che assurdità. Una volta bastava che il popolo gridasse “santo”, e la Chiesa approvava. Oggi sarebbe pericoloso, dal momento che si osannano anche i criminali.

Ed ecco la vera domanda: a che serve canonizzare Tizio, Caio o Sempronio, quando Dio stesso ha detto di non giudicare nessuno, né in bene né in male?

I santi sono testimoni che possono esserci d’esempio e di stimolo. Ma non possiamo dimenticare che di un santo dovrei cogliere quella parte di Profezia (ognuno potrebbe esserne solo un riflesso) che, in quanto tale, è sempre attuale. Ma avete letto la biografia di qualche santo? Gli agiografi non fanno altro che evidenziare gli aspetti più caratteristici e pittoreschi, legati a qualcosa di ormai superato.

Quanti sono i profeti canonizzati dalla Chiesa? Casomai la Chiesa uccide i profeti, poi li santifica, dopo aver però tolto loro la profezia. E, così castrati, i profeti diventano innocui, muti: non possono più parlare, neppure da morti.

La Chiesa non dovrebbe più canonizzare nessuno. A parte la complessità del procedimento per l’avvio della canonizzazione e i costi che sono notevoli (chi li sostiene? con il rischio che dietro ci siano interessi non sempre nobili), ciò che veramente è inaccettabile è quel mettere in mostra una santità, con la finalità ben chiara di servire non tanto il Vangelo, quanto la struttura di una religione che ha bisogno che qualcuno garantisca la sua sopravvivenza.

Che Papa Francesco chieda i conti mi sta bene, ma dovrebbe anche cambiare tattica. La Chiesa ha bisogno sì di esempi da imitare, ma come testimoni del Cristo radicale. Ha bisogno di rispolverare i profeti del passato, senza però metter loro addosso l’aureola di un’ortodossia castrante. Ha bisogno di ascoltare le voci scomode viventi, e non di farle fuori.

La Chiesa va rinnovata nel suo mastodontico apparato, che finora l’ha tenuta in piedi, ma che potrebbe crollare di colpo. Tutti quanti ne subiremmo i contraccolpi.

don Giorgio De Capitani

 

Fotografie del 24/09/2013

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Di Albino Campa (pubblicato @ 21:48:11, vista 2422 volte)
Vignetta n.250 ...
 

Canto notturno di un pastore ...

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