Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Io e Dio. Una guida dei perplessi
(di Vito Mancuso; Editore: Garzanti Libri; Settembre 2011)
Perché chiedersi che fare se e quando Dio dovesse chiederci di uccidere il proprio figlio?
Perché Dio dovrebbe chiedercelo? Per mettere alla prova la nostra Fede? Ma non è la nostra Fede
prova di morigeratezza e di Amore?
Si è scoperto analizzando ritrovamenti di resti umani che le comunità di 150000 anni fa, parliamo di uomini preistorici, ospitavano e quindi offrivano cura ed accoglienza a individui con malformazioni, diremmo oggi: disabili.
È stato ritrovato uno scheletro di un uomo risalente a 100.000 anni fa che aveva vissuto almeno venti anni con una gamba rotta. Non si può sopravvivere in certe condizioni senza l’aiuto di qualcun altro.
A questo punto viene da chiedersi dove sia finita la civiltà che oggi tanto decantiamo, se accantoniamo, nella migliore delle ipotesi, i nostri cari in strutture di accoglienza, a volte profittatrici e con scarso senso dell’etica. Quando obbediamo al comandamento di Gesù che dice “amare il prossimo è amare Dio”, oppure: “se avete dato da mangiare, da bere, ecc…. lo avete dato a me” (Matteo 25,31-46), se allontaniamo dal nostro calore, dal nostro affetto chi ha bisogno, delegando ad altri, che siano pseudo-strutture private o create appositamente per la nostra effimera immagine?
La carità, dovrebbe sorprenderci sempre come accadde ai discepoli che sorpresi, appunto, si chiesero:
“Signore, quando ti abbiamo visto affamato, o assetato, o forestiero, o ignudo, o infermo, o in prigione e non ti abbiamo soccorso?".
La carità non lavora in silenzio e senza sceneggiate di apparenza?
Che cos’è Dio se non il Bene Assoluto? Quello stesso bene che opera in noi e che è il nostro unico appiglio, la nostra unica ancora di salvezza. Il bene, dice V. M. a pag. 173, è una forza sconvolgente che si esprime con l’amore per la terra in quanto generatrice della catena alimentare, nella sessualità, quale forza di vita, nell’amore. Il bene inteso come servizio generoso è il vero miracolo che va contro la tragicità della vita stessa. E’ la dimensione ottimistica e drammatica nello stesso tempo.
Il messaggio di Gesù è importante per l’insegnamento del bene. La guida della nostra Chiesa, ha bisogno di riconciliarsi con la realtà. Il ‘900 ha portato molti cambiamenti, ha visto la falsità del messaggio di carità con il silenzio dei massacri di milioni di Ebrei e zingari. Ha manifestato la sua inciviltà nelle guerre di religione nei Balcani, in Iraq, in Israele e nella Palestina. Se la scienza non avesse forzato alcune contrarietà dogmatiche oggi moriremmo ancora di vaiolo o di poliomelite, così come si muore di AIDS a causa delle contrarietà nei contraccettivi. Per essere credibili bisogna spogliarsi dalla presunzione accusatrice, bisogna disporsi umilmente allo stesso livello dell’altro da cui pretendiamo l’ascolto. La Fede ha senso se è resa da tutti compatibile con le esigenze della vita. I Vangeli vanno letti con responsabilità, confrontandone i concetti liberamente per conoscerne il concetto straorinario di rivoluzione, considerati i tempi.
Il Bene Assoluto è negli occhi e nel cuore di Gesù, non può venire da questo mondo, ma possiamo e dobbiamo esercitarci e impegnarci coerentemente.
Un tempo c’era ingenuità, analfabetismo, superstizione, oggi invece siamo nel liquido, dice lo scrittore Vito Mancuso, occorre parlare con onestà a se stessi (e poi agli altri) se non si vuole far morire a fuoco lento tenendo calmi tutti come se nulla fosse cambiato. E’ necessario guardare in faccia il mondo che ha bisogno di credere nella forza del bene e dell’essere protagonisti attivi e non semplici spettatori. Bisogna vivere la perplessità, perché questa abita la mente di chi pensa e non si dispera, né predica sventure.
Marcello D’Acquarica