gen242016
A qualcuno importa se la piazza più importante di Noha sembra appartenere ad un paese da terzo mondo?
A qualcuno importa se abbiamo una storia millenaria come comunità, se il vasellame recuperato dalle tombe messapiche di via Galatina-Noha (detta anche curve-curve) è scomparso dal museo di Galatina?
A qualcuno importa se un nostro antenato oltre duemila anni orsono ha inciso il suo nome su di una stele (o menhir che dir si voglia) e quella pietra marcisce nell'incuria e nell'abbandono?
A qualcuno importa se le casette di Cosimo Mariano sono diventate un ammasso di pietre? A qualcuno importa se i resti del castello medioevale del XIV secolo, hanno nelle mura più crepe che decenni?
A qualcuno importa se il frantoio ipogeo di Noha, uno dei più grandi del Salento, sottostante la via Castello è terra di conquista per tavernette, cantine e cessi in cui scaricare le proprie fogne?
A qualcuno importa se l'unico e ultimo polmone di verde del centro abitato diventerà scavo per fondamenta di novelli centri residenziali? A qualcuno importa ancora se Noha, nata sull'incrocio millenario di due grandi arterie pre-romane, finirà per essere non più la nostra cittadina animata da antiche tradizioni, come per esempio quella della Fiera dei cavalli, ma un grande casermone dormitorio?
A qualcuno importa se gli pseudo-amministratori del vicino Comune di Galatina e relativi delegati vogliono cancellarne anche il nome? Questo è il paese reale. Tutto il resto sono solite promesse, parole vuote di significato, inutili chiacchiere.
Marcello D’Acquarica
Commenti
Caro Marcello, forse, e ribadisco forse, importa solo agli abitanti di Noha, ma forse nemmeno a loro, altrimenti il frantoio ipogeo non sarebbe ridotto in quelle condizioni,
e come questo, tanti altri comportamenti da condannare.
Certamente non importa un fico secco ad Altri (leggi amministrazione comunale), anzi importa solo quando deve incamerare le tasse provenienti da Noha, tutto il resto è noia, solo noia, maledetta noia, parafrasando un famoso romanaccio che non c'è più!
Vabbè ma non è che stiamo parlando di Pompei, no? E i privati proprietari dei vari beni (casette, ecc.) che aspettano? Vogliono "li contrhibbuti de la Comune"?
Beh, consentimi caro Antonio Fermat:
passi per le "casiceddhe", ma il resto?
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