lug172017
Archiviata la più brutta campagna elettorale di sempre [le successive saranno se possibile peggiori, ndr.], siamo ormai nella fase del post-elezioni comunali, della post-verità e della post-trombatura: insomma nell’era del post.
C’è appunto qualche trombato alle recenti amministrative galatinesi [trombato, non nell’altro senso purtroppo per l’interessato, ndr.] che non riesce proprio a mandar giù la sconfitta e cerca in tutti i modi di far passare per vittoria il suo sonoro siluramento, attraverso la pubblicazione di post strappalacrime pubblicati sulla piazza virtuale per antonomasia: face-book. Le lacrime agli occhi ti vengono da un lato per via degli endemici orrori morfosintattici disseminati un po’ ovunque [eh sì, signora mia, non c’è proprio nulla da fare: la situazione è davvero grammatica, ndr.]; e dall’altro, a causa dei crampi addominali da repressione risate dovuti alla diciamo sostanza, al diciamo contenuto, al diciamo noumeno dell’Alto Pensiero che, imperterrite, certe macchiette della politica locale s’ostinano a formulare addirittura per scripta che per definizione manent.
lug142017
Il volley galatinese si rafforza in quelle che sono le due massime espressioni sportive del panorama nazionale e regionale, OLIMPIA e S.B.V. GALATINA, con un legame societario permeato da unità d’intenti e d’azione, in verità atteso da molto tempo.
La frammentazione pallavolistica a Galatina, su un territorio oramai saturo di atleti vocati allo sport, non essendo più in grado di essere funzionale al suo scopo concorrenziale che... potrebbe determinare delle eccellenze, ha spinto i responsabili delle due associazioni a far fronte comune in un accorpamento di risorse umane, tecniche e finanziarie.
La cooperazione che si snoda attraverso un progetto teso a valorizzare gli elementi più interessanti del settore giovanile con l’inserimento nel roster della squadra di serie B, è frutto di condivise analisi da parte dei presidenti di OLIMPIA e di S.B.V. , Santoro e Panico.
“Considero questa collaborazione una sinergia importantissima tra le due società, afferma Luigi Santoro, indispensabile per la crescita del movimento che produrrà sia una razionalizzazione nella gestione economico-finanziaria ma, soprattutto, una valorizzazione delle risorse umane , tecniche e gestionali. L’aver cooptato dalla società amica soggetti dotati di competenze ed esperienze , è un valore aggiunto che rafforza il progetto, trasformandolo in volano per attirare nuovi iscritti ed intercettare nuove forme di sostegno finanziario e di partenariato”.
lug142017
E' ufficialmente iniziata la stagione sportiva 2017-18. Terminati i corsi di minivolley e pallavolo nei primi giorni di giugno, lo staff dirigenziale della Showy Boys Galatina ha subito avviato il lavoro di pianificazione per la nuova annata e si può affermare che l'attività in casa bianco-verde non si è mai fermata.
Particolarmente attivo l'ufficio di segreteria che già in data 1 luglio aveva provveduto alla prima e obbligatoria pratica federale quale il rinnovo dell'affiliazione alla Fipav. Successivamente è stata formalizzata l'iscrizione al campionato regionale di serie C, a cui la Showy Boys parteciperà dopo aver vinto meritatamente i play off promozione nello scorso campionato.
Il club galatinese si prepara ad affrontare la prima serie regionale da "matricola" con la consapevolezza di doversi misurare in un torneo difficile e competitivo. Ma questo fattore non preoccupa certo i dirigenti bianco-verdi che sono operativi già da tempo per completare l'organico della prima squadra.
"Abbiamo le idee molto chiare su cosa è necessario fare - spiegano dallo staff della Showy Boys - ci siamo conquistati la promozione sul campo e il diritto a partecipare al campionato di serie C e conosciamo le difficoltà e le insidie di un torneo regionale che dalle premesse sembra essere di un tasso tecnico più elevato rispetto al recente passato. Si saprà di più nel prossimo futuro ma ciò non ci distoglie dalla realtà e di continuare a perseguire i nostri obiettivi".
lug092017
La frequenza dei lidi più glamour del Salento non rientra tra le esperienze più formative del mio curriculum vitae. Le ore di sosta in codesti status in luogo da parte mia sono infatti così sporadiche e casuali che si contano sulle dita di una mano monca.
L'accidentale presenza del sottoscritto all’interno di certi recinti è dettata più dalla voglia di studiare l’omologante fenomeno antro-politico (una specie di stage in Sociologia a proprie spese) che da una forma di epicureismo applicato.
Io preferirei invece scogliere e spiagge – a trovarne in giro - senza stabilimenti balneari esclusivi che, appunto, mi escludono: anche perché certi stili di vita stanno allo scrivente come la crema pasticciera sulla pepata di cozze.
Mi piacerebbe che il demanio pubblico continuasse ad essere tale: cioè pubblico, inalienabile, imprescrittibile, e possibilmente salvaguardato dalle concessioni ai privati per un piatto di quattro salti in padella.
Prediligo francamente i sempre più rari litorali liberi da tubi, pali, chiodi, piattaforme, gradini, passamano, tettoie, tende, sbarre, ponticelli, paraventi, porte, cancelli, legno e ferro, e soprattutto da botteghini all’ingresso e parcheggiatori un po’ prima (che magari alla richiesta di rilascio di uno straccio di scontrino fiscale ti rispondono con un’unica emissione di voce molto simile a un muggito, quando non a un belato).
Io scelgo gli arenili senza lettini, sdraio, amache, poltrone, puffi, tavolini, cabine, ombrelloni e box-doccia. Oltretutto credo che sia più igienica la spiaggia rivoltata da vento e moto ondoso e sciacquata dall’acqua salata che il nylon della branda lavato a fine stagione “con la suca”.
Opto per le superstiti marine preservate dalla musica a palla, nefandezza culturale nonché cafonata molesta che ti costringe a sgolarti pure in riva al mare, anche solo per scambiare due chiacchiere con l’interlocutrice di turno. E’ che mi piacerebbe decidere da me quali, quando e a che volume ascoltare i brani della colonna sonora della mia vita. Son fatto così: tifoso accanito di quella pace che ‘il mondo irride ma che rapir non può’.
Adoro leggere i miei libri avvolto da sovrumani silenzi e profondissima quiete, o al più con il sottofondo de ‘lu rusciu de lu mare’. Ma questa forse l’ho già detta altrove.
lug092017
Purtoppo sono a segnalarvi, nel caso non ve ne foste già accorti, l'ennesimo rogo.
Purtroppo questa volta non è stato in aperta campagna, non è stato per la pessima abitudine, che alcuni hanno, di bruciare le stoppie, ma si è trattato di deficienza pura elevata all'ennesima potenza!!!
Il luogo è la fine di via Seneca, dove sino a pochi giorni fa alcuni palmizi facefano bella mostra di loro. lo stato attuale è quello che si vede in foto.
Nella, forse vana, speranza che i colpevoli vengano individuati e puniti come meritano, cordialmente saluto.
Ranieri De Leito
lug092017
Lunedì 10 luglio, nell’ambito della rassegna letteraria estiva, la libreria Fiordilibro presenta presso il Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina, alle ore 19,30 Caterina Soffici, giornalista italiana che vive e lavora a Londra con il suo primo romanzo Non Fermarmi edito da Feltrinelli .
Dialogherà con l’autrice Paola Bisconti.
Bartolomeo e Florence i due protagonisti di Nessuno può fermarmi, l’uno stralunato e gentile studente di filosofia l’altra, una magnifica vecchia signora inglese che frequentava i suoi nonni a Little Italy,il quartiere degli immigrati italiani a Londra. Dal loro viaggio intrapreso insieme alla ricerca della vera storia famigliare del giovane, emergerà un episodio caduto nell’oblio: il naufragio dell’Arandora Star, carica di internati italiani e silurata dai tedeschi. Nella tragedia del 2 luglio 1940 annegano in 446, civili deportati dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini all’Inghilterra, vittime innocenti del sospetto e della xenofobia. Bartolomeo e Florence sottraggono al silenzio le storie di quelle vite spezzate, e avanzano stretti l’uno all’altra - un ragazzo che si fa uomo e una vecchia che ritrova la tenacia della giovinezza- verso l’ultima incredibile rivelazione. Una grande storia, che Caterina Soffici racconta con la potenza di un romanzo popolare civile. Un romanzo sull’amore e l’amicizia, sull’emigrazione e la paura dell’altro, la sopravvivenza e il passato cha ritorna.
lug052017
A festa conclusa, continua “ancora per un giorno” il viaggio-racconto sulle tre giornate del 28, 29 e 30 giugno, e il loro “ruolo” differente all’interno dei festeggiamenti, in onore dei SS. patroni Pietro e Paolo, per rimarcare la differenza esistente tra i due Santi nella Città: una differenza mirabilmente sintetizzata nel famoso detto locale Paulu busca e Pietro mangia e nell’appellativo di San Paolo, chiamato lu santu de li forastieri.
l’architettura e gli spazi...in tour: - Chiesa Santi Pietro e Paolo Apostoli - Cappella San Paolo c/o Palazzo Marra Tedesco (già Tondi Vignola) - Casa Museo del Tarantismo - Museo Civico “Pietro Cavoti” opere del maestro Luigi Caiuli “Tarantate” mostra “IL VELENO DELLA DEVOZIONE” a cura di Federica Tornese e Toni Candeloro.
Calendario visite guidate:
07 luglio 2017 >> start 18.00
lug032017
Dopo tre giorni di entusiasmanti incontri, il Ct Galatina si è laureato Campione D'Italia Lady 40. La squadra del Presidente Giovanni Stasi ha vinto tutti e tre le gare a disposizione in questa Final Four ottimamente organizzato dal locale circolo. Le protagoniste di questo enorme e insperato successo sono:
Carlotta Stasi (maestra del Ct Galatina) che ha chiuso la Final Four da imbattuta, Valentina Terio che ha subito l'unico stop all'esordio dovuto al caldo eccessivo, Laura Giuri e Sara Musardo. Nella prima giorata il Ct Galatina ha battuto Asd Prati Pescara 2 a 1, nella seconda e nella terza giornata ha battuto rispettivamente il Villa Aurelia Roma e il Royal Torino con il punteggio di 3 a 0. Grande soddisfazione anche per i tanti appassionati presenti a sostenere la squadra galatinese che nonostante i 40 gradi hanno atteso con trepidazione la chiusura dell'ultimo incontro per dare il via alla festa sul campo.
giu302017
Esattamente cinquantacinque anni fa come oggi, proprio nel giorno del suo onomastico, si spegneva a Noha il parroco mons. Paolo Tundo (1888 - 1962).
Non ho conosciuto personalmente don Paolo (del quale sono uno dei pronipoti: egli era infatti fratello della madre di mio papà, nonna Maria Scala), ma i documenti, le foto ingiallite e le testimonianze raccolte in famiglia e tra la gente di Noha mi han permesso di dare alcuni colpi di scalpello nell’abbozzo di un suo profilo biografico (raccolto poi in un libretto edito elegantemente da Panìco Editore di Galatina nel 2003).
Il ricordo di papa Paulu sembra non subire l’ingiuria del tempo o il rischio dell’oblio soprattutto nella memoria di quei nohani la cui età è ormai quella della canizie, laddove non della calvizie. Il compito di chi ama lo studio, del resto, è anche quello di render lieve la terra, cioè mantenere vivo il ricordo degli epigoni della Storia patria (che, come più volte detto, è Storia tout court non di seconda scelta), anche nella mente delle nuove generazioni. E lo fa con la ricerca e la pubblicazione delle testimonianze documentali che, si sa, sono come le ciliegie: una tira l’altra.
Qualche giorno fa, continuando a rovistare tra le carte dell’archivio di un altro archimandrita di Noha, il compianto don Donato Mellone (Noha, 1925 – 2015), successore di don Paolo [e fratello di mio padre Giovanni, ndr.] mi sono imbattuto in una scoperta straordinaria: il discorso d’ingresso alla parrocchia di Noha pronunciato coram populo dallo zio monsignore il 22 giugno 1934, vergato con la stilografica su di un foglio incartapecorito da decine di lustri.
La grafia è chiara e precisa, e in fondo facilmente leggibile da chiunque vi si assuefaccia dopo poche righe di lettura. Ve lo ripropongo di seguito trascritto verbatim, non senza prima avervi fatto notare il livello culturale dell’antico patriarca di Noha, che denota lungo commercio con le lettere [cosa rara in quell’epoca, e, ahinoi, pure nell’attuale, ndr.], il suo stile aulico che fa pendant con la prosa del tempo, nonché la maniera dannunziana di alcune espressioni arcipretali.