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Durante il viaggio di ritorno a Torino, nel tratto della costa brindisina, abbiamo assistito a dei fenomeni naturali che ci hanno praticamente onorati del loro spettacolo togliendoci così ogni dubbio, se mai ne avessimo avuti, della meraviglia che è il nostro Salento.
Sullo sfondo della centrale di Cerano, come a indicarne la criminosa presenza, sovrastava un enorme e straordinario arcobaleno. Mai visto uno così grande. A base larga, come la lama di un gladio romano, fendeva il cielo stracolmo di cirri e di inquieti cumuli multicolore.
Alla nostra sinistra, a ovest, la luce del tramonto ormai prossimo ma ancora luminoso, contrastava con lo spettacolo pirotecnico che nel mentre ci sbalordiva a est. Lo scenario impetuoso era animato ulteriormente da vere e proprie sfilate di decine e decine di stormi neri, migliaia di uccelli, credo fossero tordi. Tutti insieme come se fossero impegnati in un saggio di danza, volteggiando leggeri fra le nuvole disegnavano eliche e strascichi di veli fluttuanti al vento.
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Galatina in Movimento si ripropone di fornire un modesto e qualificato contributo per un progetto di amministrazione della Città lontano da vecchie e compassate logiche di sistema, problema questo ormai divenuto quasi un inestricabile rompicapo e alla soluzione del quale sembra che i galatinesi ci abbiano quasi rinunciato.
Con lo stesso e rafforzato entusiasmo ci accingiamo a riparlare della nostra idea originaria, forti di una identità politica già nota ai cittadini e, soprattutto, ben distinta dai partiti classici, dai quali – ancora una volta – ce ne distacchiamo con convinzione, nonostante il loro paternalistico tentativo di tributarci una sorta di “contiguità” con essi.
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Di seguito il primo dei quattro video del funerale de L'Osservatore Nohano.
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Di seguito il secondo dei quattro video del funerale de L'Osservatore Nohano.
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Di seguito il terzo dei quattro video del funerale de L'Osservatore Nohano.
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Di seguito l'ultimo dei quattro video del funerale de L'Osservatore Nohano.
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Nell’ambito delle lezioni dell’Università Popolare “Aldo Vallone” di Galatina per l’anno accademico 2011-2012, venerdì 20 gennaio 2012 alle ore 18.00 presso il Museo “Pietro Cavoti” nel Palazzo della Cultura (1° piano) avrà luogo la lezione dal titolo “Medicalizzazione della vita e della società: un approccio critico al mondo del farmaco” a cura di Michele Stursi.
Tutti sono invitati a questo evento culturale.
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Intervista a P. Francesco D'Acquarica, nel Presepe Vivente di Noha.
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Se le automobili possono andare a sbattere, se i treni possono deragliare, se gli aerei possono precipitare, le navi possono affondare. E se poi affondano per le superficialità degli esseri umani, allora al danno causato si aggiunge la beffa di una tragedia che può essere evitata se chi è chiamato ad affrontare determinate situazioni lo fa con giudizio, responsabilità e onore.
Ma la tragedia della Concordia sfortunatamente assomiglia per troppi aspetti alla nostra situazione nazionale. Un Paese che affonda lì, proprio davanti agli occhi di tutti, a due passi dalla riva dove incuriositi spettatori si accalcano per assistere alle ultime ore di luce della nostra imbarcazione. Tutto sembrava bello a bordo quando le luci, il lusso, il cibo e gli spettacoli occupavano il nostro tempo. E nessuno sapeva o si preoccupava se chi era nella cabina di pilotaggio, messo lì per garantire la sicurezza e la buona traversata di tutti, pagato fior di quattrini, fosse stato il primo ad arrendersi, abbandonando la sua nave ad una tragica fine. Poi la tragedia dove tutti, indistintamente, cercano di salvarsi, dimenticandosi della dignità umana che non riconosce più né donne, né bambini, né anziani, né disabili, tranne qualche rara eccezione. Tutti credono di meritare di scampare alla fine a posto di qualcun altro. Ed è l’Italia che affonda in acque gelide, trascinando tutti sotto indistintamente, sacrificando solo gli innocenti e sottraendo dal pericolo chi ha provocato l’incagliamento. Perché si sa che chi comanda qualcosa è sempre ai piani alti, ed è più facile che si salvi. Sono i poveracci rinchiusi nelle stive dei motori a rimetterci la pelle, quelli che fanno andare avanti la barca, sperando che chi è al timone mantenga la giusta rotta. E pensare che una volta viaggiavamo tutti in acque ben più profonde, essendo il fiore all’occhiello della flotta. Solo ora qualcuno cerca di sbrogliare le funi che reggono le scialuppe, con la speranza di salvare il salvabile, ma questa nave è troppo inclinata per effettuare le operazioni di soccorso.