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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 13/02/2023

Di Redazione (pubblicato @ 21:56:18 in NohaBlog, linkato 499 volte)

Le osservazioni tecniche sulle potenziali criticità sanitarie del­l'impianto, come accennato stasera, verranno trasmesse in Pro­vincia con richiesta di allegarle agli atti del procedimento AIA.

Mi sono soffermato stasera sul contesto epidemiologico del di­stretto di Galatina e sulla necessità di ridurre la pressione ambien­tale e il livello di rischio sanitario nell'area già gravata da un'ele­vata incidenza di patologie.

Galatina è identificata dall'Istituto Superiore di Sanità come "area cluster per tumori polmonari"; il Distretto di Galatina (com­prendente anche i Comuni limitrofi) è l'area con la più alta inci­denza complessiva di neoplasie e di malattie polmonari croniche nella Provincia di Lecce (dati del Registro Tumori della ASL Lec­ce, del Registro Tumori Puglia e dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale). Persino la salute pediatrica in quest'area necessita di un'attenzione particolare dal momento che nel distretto di Galatina sono state riscontrate alterazioni reversibili di indicatori generali di esposizione ad inquinanti ambientali nei bambini in valore dop­pio rispetto a quello osservato per la Città di Lecce nell'ambito di una estensione dello Studio Europeo MAPEC LIFE Plus.

Parliamo di un contesto epidemiologico, quello del distretto di Galatina, in cui, secondo il registro tumori di Lecce c'è, ri­spetto a tutta l'intera provincia, la più elevata incidenza per tutti i tipi di tumori, oltre ad un tasso più elevato di mortalità per ma­lattie polmonari.

Dal  nuovo  rapporto dell'Osservatorio epidemiologico regionale

sulla mortalità e i ricoveri ospedalieri, per quanto riguarda la specifica situazione del distretto socio sanitario di Galatina, la mor­talità, nel sesso maschile, fa registrare eccessi per tutti i tumori, per il tumore dell'esofago, per il tumore del polmone, per le ma­lattie dell'apparato respiratorio, in particolare per le malattie pol­monari croniche, e per tutte le cause; anche l'ospedalizzazione fa evidenziare eccessi per tumore dell'esofago, tumore del polmone, tumore della vescica, malattie ereditarie e degenerative, malattie cerebrovascolari e dell'apparato respiratorio, tra cui la pneumo­coniosi, e le malattie dell'apparato urinario nel sesso maschile; tra le donne, gli eccessi di ricoveri rispetto all'atteso riguardano le malattie ischemiche acute e le malattie cerebrovascolari. La criti­cità sanitaria dell'area di Galatina è ulteriormente attestata dal ri-scontro di danni nel Dna delle cellule della mucosa orale dei bam­bini di Galatina, come emerso dallo studio Impair condotto dal­l'università del Salento (prof. ssa A. De Donno) ed estensione dello studio europeo Mapec: nei bambini esaminati è stata riscontrata una frequenza di micronuclei (indice di esposizione a inquinanti ambientali esterni o indoor) doppia rispetto a quella riscontrata nella città di Lecce; dati confermati anche dallo studio Impair 2 in cui sono stati ripetuti i campionamenti sui bambini di Galatina, ma anche di Soleto, di Sogliano, di Sternatia e Cutrofiano. In que­sto contesto insiste anche lo stabilimento Colacem di Galatina, classificata come industria insalubre ai sensi del Testo Unico delle Leggi Sanitarie; viene collocata, dalla AGENZIA AMBIENTALE EUROPEA (EEA), al 586° posto nella graduatoria degli impianti fonte di maggior danno sanitario in Europa, essendo accredita per 584.000 tonnellate di CO2 annue e 2420 tonnellate di ossido di azoto (NOx) emesse (ma per quantità di NOx emessa la Colacem di Galatina è al 250° posto).Il cementificio Colacem di Galatina, con un'area ubicata in prossimità dei centri urbani di Galatina e dell'Unione dei Comuni della Grecia Salentina, secondo l'Agenzia Ambientale dell'Unione Europea (European Environmental Agencv, EEA), ha causato tra il 2008 e il 2012 un inquinamento tale da generare costi per danni ambientali e sanitari compresi fra 37 e 67 milioni di euro (http: nivonv.eea.europteuipublicationsicost-of-air-pollution). Questi 37-67 milioni di euro significano malattie e morti, quanti­ficate. Di questi 67 milioni di euro una piccola parte sono soldi statali, regionali ma la grossa parte sono soldi che i cittadini hanno tirato fuori di tasca propria. La valutazione dell'EEA, come rico­nosciuto dalla stessa agenzia ambientale, é perfino sottostimata per non aver incluso un'analisi economica degli impatti sull'eco­sistema e sulla biodiversità. Tale valutazione, inoltre, non tiene conto di numerose condizioni morbose della gravidanza e del pe­riodo pesatale e di patologie croniche non-trasmissibili metabo­liche, endocrine e neuro-degenerative che numerose evidenze scientifiche mettono potenzialmente in relazione alla complessa miscela di inquinanti emessa dai cementifici.

 

 fonte: Il Galatino - Anno LVI n°3 del 10-02-2023

 

La proposta di un impianto di trattamento dei rifiuti speciali a Santa Barbara, per una capacità di trattamento di 90.000 tonnel­late / anno, conferma la tendenza in atto a trasformare il compren­sorio di Galatina in uno snodo di raccolta e smistamento di rifiuti speciali al servizio non solo della Provincia di Lecce ma di vasti territori regionali ed extra-regionali.

Appare significativa in tal senso la dichiarazione d'intenti con­tenuta nel progetto Entosal per cui "L'impianto per la sua po­sizione geografica, può concretamente fungere da centro di rife­rimento per le attività di raccolta recupero e trasporto di parti­colari tipologie di rifiuti speciali (soprattutto pericolosi, prodotti nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia. Il gestore punta a riferirsi ad un mercato più ampio di quello locale, avendo ac­cesso anche a clienti nazionali grazie alla specificità dei rifiuti trattati.”

Beninteso il termine specificità” dei rifiuti trattati non esprime la eterogeneità e la nocività dei rifiuti stessi; un elenco di circa 400 variegate tipologie, che comprende quanto di più inquinante e pericoloso provenga dalle lavorazioni industriali; non stupisce quindi che vi siano in Italia diversi produttore lieti di liberarsi di tali sostanze, che costituiscono però una vera bomba ecologica per le comunità locali. L'elenco dei codici CER (Codice Europeo dei Rifiuti) spazia dai residui dalle lavorazioni siderurgiche agli scarti animali, dai fanghi di vario tipo a bagni con cromo e in­chiostri dai residui delle concerie ai reflui petroliferi, dai rifiuti della lavorazione dell'amianto ai residui di pitture e vernici. Al­cuni di questi scarti hanno una composizione talmente problematica da poter essere definiti rifiuti di rifiuti", avendo un Codice CER indicato come "scarti inutilizzabili per il consumo o la tra­sformazione".

Un aspetto della proposta che inquieta fortemente è la presenza in gran parte delle operazioni previste di trattamenti di frantu­mazione" e di "miscelazione che potrebbero determinare, se non correttamente gestiti e controllati da enti terzi, la perdita delle caratteristiche nei rifiuti in ingresso, con possibili difficoltà suc­cessive a garantire la tracciabilità dei singoli rifiuti ed a evitare la miscelazione di rifiuti pericolosi e non pericolosi, come previ­sto dalla legge. La proposta, prima ancora di entrare nel mento dei contenuti, appare in contrasto  non solo per il progetto in sé, ma anche per il contesto politico-amministrativo in cui si pone con alcuni fon­damentali indirizzi comunitari, contenuti nella Direttiva 2008.98.CE e successive modifiche e recepite nella normativa nazionale (D.Lgs. 152'06):

  1. Rete integrata: le istituzioni locali devono creare una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali al servizio di ogni singolo bacino:
  2. Principio di autosufficienza: occorre perseguire l'autosuf­ficienza nello smaltimento dei rifiuti tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per ogni ca­tegoria di rifiuti.
  3. Principio di prossimità: la rete deve permettere il trattamen­to di ognuna delle categorie di rifiuti in uno degli impianti appro­priati più vicini grazie all'utilizzazione dei metodi e delle tecno­logie più idonei al fine dr garantire un elevato livello di prote­zione dell'ambiente e della salute pubblica.

Nel progetto in esame non si intravede né dove sia "l'integra­zione" tra i vari impianti in esercizio o previsti, né quali strategie siano adottate dagli enti locali per rispettare il principio di auto­sufficienza e minimizzare i trasferimenti.

 

Di fatto nella realtà questi principi vengono troppo spesso ignorati grazie ad una programmazione a maglie larghe della Regione, e alla totale inosservanza da parte della Provincia di Lecce degli obblighi di corretta localizzazione e di controllo degli impianti (art. 197 D. Lgs. 152/2006), ogni procedimento autoriz zativo considera ogni proposta come a sé stante, senza una ottimizzazione del sistema di raccolta ed una minimizzazione degli spostamenti cui è soggetto ciascun carico di rifiuti. Ciò indubbia­mente agevola i produttori ed i gestori, grazie ad una sostanziale deregolamentazione, che amplia discrezionalmente i limiti di mercato e facilità i traffici di rifiuti da e verso altre regioni o altri stati, imponendo però alle popolazioni locali pesanti e spesso inaccettabili ricadute ambientali, come nel nostro caso. Intanto prolificano nel comprensorio di Galatina gli impianti di tratta­mento di rifiuti speciali anche pericolosi, oltre alla Entosal, sono già autorizzati o in via di autorizzazione le società Ecom S.A.", "Sa­lento Riciclo" e "Ambiente e Riciclo" di Gelatina; "Cave Marra Ecologia di Galatone (con 2 sedi sulla S.P. Galatone-Galatina e nella zona industriale di Galatone-Nardò), Progest" di Galatone (Zona Ind.) e la stazione di trasferenza dei rifiuti organici "Bian­co nella stessa zona industriale, oltre alla ben nota Colacem di Galatina /Soleto, che da sola è autorizzata a trattare fino a 400.000 tonnellate anno di rifiuti speciali.

 

L'atteggiamento benevolo della Regione nei confronti dei vari gestori è particolarmente evidente esaminando le variazioni in­tervenute nella stesura dell'ultimo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali, approvato con Delibera Giunta Regionale n. 673 del 11.05.2022. Nella precedente versione del 2015 (appro­vato con Deliberazione Giunta Regionale n. 1023 del 19.05.2015) erano imposte delle distanze minime di sicurezza per la popola­zione insediata nell'area e per alcuni siti sensibili come scuole e strutture sanitarie, da definire in fase di autorizzazione previo stu­dio di approfondimento delle condizioni climatologiche locali (venti dominanti. altezza dei camini, tipo di emissione ecc.)

Nella versione attuale del Piano tali vincoli incredibilmente scompaiono, cosi come l'obbligo del relativo studio propedeuti­co. Perché un'area sia considerata inidonea occorre che sia og­getto di un esplicito vincolo ai sensi del Piano Regionale di Qua­lità dell'Aria (Legge Regionale n. 52 2019). In assenza di tale vincolo, gli insediamenti possono essere localizzati anche in pros­simità di centri abitati, con poche blande prescrizioni sull'inqui­namento acustico.

Un altro aspetto inquietante su cui meditare è costituito da una strategia che si sta diffondendo in questi anni nelle amministra­zioni pubbliche, pressate da un lato dai gestori, desiderosi di dare avvio alle attività, e dall'altro lato dalle associazioni e comunità locali preoccupate per gli effetti ambientali: la finta opposizione.

In pratica la Provincia o il Comune di turno emettono il diniego all’autorizzazione alla conclusione del procedimento autorizzativo ma senza poi motivarlo con solide argomentazioni scienti­fiche. In tal senso fa scuola e merita di essere riportata per stral­cio la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Comune di Gelatina, che chiedeva la conferma del diniego stabilito dalla Provincia di Lecce e annullato dal Tar ad uno degli impianti prima citati poi effettivamente realizzato anche sulla ba­se di questa sentenza: 'Il Consiglio Comunale di Galatina si è li­mitato a richiamare l'esistenza di un ambito paesaggistico tute­lato ma non ha saputo o potuto indicare quali specifiche caratteristiche dell’intervento in progetto arrechino pregiudizio al con­testo tutelato".

Per quanto concerne poi gli impatti cumulativi (aspetto essen­ziale collocandosi l'insediamento in un contesto in cui operano altre strutture simili), il Tar aveva notato "la genericità delle obie­zioni del Comune nelle quali non è contenuta nessuna valutazione tecnico-scientifica quanto al consumo di territorio, non si citano infatti le superfici già interessate dagli impianti in esame, nonché la vicinanza dell'impianto dal più vicino centro urbanizzato, e le ripercussioni negative che la sua realizzazione determinerebbe sulla collettività - (Gazzetta del Mezzogiorno. 22.06.2020).

Ma questo atteggiamento dell'Amministrazione Comunale non è isolato, se anche la nuova compagine oggi al governo cittadino ha fatto notare la sua assenza alla Conferenza di Servizi convo­cata sull'argomento. Grave segnale di indifferenza nei confronti della salute collettiva e dei beni comuni.

Né stupisce, se questo è l'andazzo nei procedimenti ammini­strativi nella nostra realtà, che nel Rapporto Ecomafia 2022 di Legambiente, la Puglia occupi il 3° posto in Italia per reati am­bientali e che nella stessa classifica la provincia di Lecce si ponga al decimo posto, mentre nella classifica dei reati legati al ciclo dei rifiuti la Puglia occupi il 4° posto in Italia, mentre la provincia di Lecce sia al 18° posto.

La criminalità odierna non è quella di un tempo, che agiva a suon di lupara ed estorsioni, ma si è evoluta ed ha infiltrati nelle nostre istituzioni nutrendosi di assenze e silenzi, istruttorie ca­renti, di autorizzazioni a maglie larghe e di controlli inadeguati. come è stato denunciato più volte dalla nostra magistratura.

Antonio De Giorgi

 fonte: Il Galatino - Anno LVI n°3 del 10-02-2023

 
Di Antonio Mellone (pubblicato @ 08:15:31 in NohaBlog, linkato 719 volte)

L’altro pomeriggio, di rientro a casa dopo una giornata di lavoro non del tutto poetica, la regina madre mi fa: “Di là c’è posta per te”. Oddio – rifletto trasalendo - o un’altra multa (sarò passato col rosso nohano), oppure l’n-esima querela dalla solidità accusatoria di un castello di carte, o forse l’agenzia delle entrate che s’è presa una cotta per me, o maisia una raccomandata della banca [magari spedita dal sottoscritto medesimo senza accorgersene, ndr.]. Sicuramente non sarà la busta arancione dell’Inps: non ho l’età (rimugino tra orgoglio e depressione) e oltretutto dai simulatori on-line le mie aspettative pensionistiche sono asintotiche a zero come minimo per i prossimi dieci anni.

Ancora tutto preso dalle irresolute cogitazioni the queen mother continua: “Sine, me li hanno consegnati dei bambini delle scuole di Noha: ‘Tieni signora, mi hanno detto, questi sono per l’Antonio’. Ma non ho avuto il tempo di chiedere di chi erano figli, sai, dovevo assolutamente pulire casa ché sta tutta sporca [per la cronaca a casa nostra, asettica ab imis fundamentis, non entra un acaro da decenni per il terrore di soccombere immantinente, ndr.]”.

Insomma, superata la paresi dei primi istanti, e a dispetto di tutto quello che avevo paventato, mi ritrovo tra le mani quattro fogli variopinti, disegnati con passione, ricchi di scritte in versi e una sigla di rivendicazione che a tratti sa un po’ di eversivo se non proprio di rivoluzionario e quasi quasi insurrezionalista: Poeteppisti.

Cerco di decifrare le immagini, quella quindicina di cuori effigiati, il cielo azzurro, i prati verdi, gli alberi, “la marina dove il Po discende”, i fiori e infine la coppia che si direbbe di innamorati, e quindi le nuvole: ebbene sì, non possono che essere Paolo Malatesta da Rimini e Francesca Polenta da Ravenna, gli amanti sbattuti dal vento delle passioni da vivi, e quindi per contrappasso strapazzati dalla bufera perversa nei secoli dei secoli amen, come narrato da Dante Alighieri nelle terzine del canto V del suo Inferno. Il tutto confermato dalle strofe riportate su quelle pagine a mo’ di didascalia, alcuni a caratteri cubitali multicolori “come l’aere, quand’è ben pïorno, per l’altrui raggio che ’n sé si reflette, di diversi color diventa addorno”.

Mentre mi si stampa in volto il disiato riso penso che v’è una bella differenza tra Teppisti, Teppistelli e Poeteppisti. Della prima categoria, cioè dei Teppisti, fanno parte tendenzialmente i mammasantissima della cupola padronale, dico della classe dirigente: dagli amministratori infedeli agli speculatori di ogni risma, dai militari bellicosi ai politicanti tutti “armiamoci-e-partite-ma-per-la-pace” (infatti per spegnere il fuoco basta buttarci su un po’ di benzina super), dagli scienziati al servizio del soldo agli accademici genuflessi agli oligarchi che però qui da noi si chiamano filantropi mecenati e magnati, dalle gazzette dell’impero (che mandano in stampa il Testo Unico quotidiano con l’obiettivo di sollevarci dalla fatica di pensare autonomamente) ai guitti affascinatori di platee manipolabili prima durante e dopo il campionato canoro rivierasco. Il che ha come risultati, dico a caso, la devastazione dei beni comuni, l’asservimento della politica ai mercati, la guerra permanente, la mortificazione della scuola statale, la sanità pubblica in rianimazione (mentre la privata scoppia di salute), la banalizzazione del vocabolario, la ricerca scientifica promossa o retrocessa a dogma, la pax mafiosa, varie ed eventuali.

Vengono poi i Teppistelli (tipo ladri di galline, scemi di guerra, fascistelli redivivi, vandali acefali, bulli di periferia in degrado programmato, bassa manovalanza dei padrini di turno, autolesionisti di complemento…), di fatto sudditi felici e balenghi dei suddetti Teppisti, mandati avanti per giustificare “le reazioni indignate” dei perbenisti di prima classe, e dunque spianare la strada alle eterne “emergenze” fatte di regole, intimidazioni e propaganda pro fidelizzazioni e obbedienza massive.          

Infine i Poeteppisti, così invisi a Teppisti e Teppistelli, in quanto pericolosissimi per i primi e per i secondi per via del loro vizio di usare il cervello, allenandolo pure con lo studio serio e la ricerca di informazioni alternative.

Che ci posso fare: sono i miei preferiti, anche se, in assoluto anonimato, han provato (riuscendoci) a farmi il verso. Con quelle immagini e con quegli endecasillabi dell’Inferno mi son sentito in Paradiso.

Antonio Mellone

 

Domenica 12 febbraio 2023 nella sede del PD di Piazza San Michele di Noha, si è svolto il Congresso del Partito Democratico per il rinnovo delle cariche dirigenziali locali e nazionali.
I lavori sono iniziati con il dibattito sulle linee programmatiche del partito secondo le mozioni Bonaccini, Cuperlo, De Micheli e Schlein, al termine del quale è stata presentata e sottoscritta da tutti gli iscritti presenti la candidatura unitaria di Michele Scalese a Segretario, il quale ha dato lettura delle linee politico-programmatiche del locale Circolo rivolte al territorio. Assieme al neo segretario, risultano essere eletti nel Direttivo - costituito per la maggior parte da giovani – Conte Sara, Mariano Michele, Caputo Francesco Pio, Tripolino Paola, Gatto Bruno, Frassanito Emilia, Linciano Christian, Paoli Manuela, Cisotta Pantaleo. I lavori proseguiranno in seno alla prossima convocazione del Direttivo dove il Segretario Scalese comporrà la nuova Segreteria. Molteplici i messaggi di auguri da parte degli iscritti e simpatizzanti del Circolo di Noha e mediante  telefonate e i messaggi arrivati dalla segreteria provinciale e da tutta la rappresentanza parlamentare e regionale PD del territorio.

Buon lavoro Michele

Circolo PD Noha

 

Nella mattinata di domenica 12 febbraio si è svolto il congresso del PD, che ha visto una forte partecipazione di iscritti,  nonché la presenza del segretario regionale Domenico De Santis, che con il suo discorso introduttivo ha portato i presenti a  motivarsi maggiormente e appassionarsi ai temi nazionali e regionali. Presente anche il Presidente della provincia Stefano Minerva, da sempre vicino al circolo del Partito Democratico di Galatina, che  ha ribadito la sua volontà e l’impegno a portare avanti tematiche di interesse cittadino anche  in conseguenza del fatto che tali impegni erano già stati assunti nella campagna elettore di giugno 2022.

Il circolo di Galatina, è tra i primi in provincia per numero di tesserati e partecipazione alla vita politica. In effetti oltre l' 80% degli iscritti ha partecipato al voto di oggi, determinando una scelta che ha portato ai seguenti risultati per l’elezione del segretario nazionale:

 

Votanti        87

  • Bonacini       8       (9%)
  • De Micheli    0       (0%)         
  • Schlein         22     (26%)
  • Cuperlo        57      (65%)

 

Si è passati poi alle votazioni per il segretario di circolo.

Per acclamazione è stato eletto segretario il Dr. Antonio Mele

Per scelta e decisione condivisa con il Circolo del PD di Noha,  si è deciso di dotarci di un coordinatore cittadino, votando all’unanimità l’Avv. Massimo Marra, che ha quindi assunto il ruolo di Segretario dell’unione cittadina.

Inoltre, durante il dibattito è emersa la volontà chiara e forte di creare un circolo tematico nella Fraz. di Collemeto, territorio in cui è fondamentale una presenza critica e attenta,  per affrontare, tra le altre,  le specifiche tematiche di natura ambientale,  che purtroppo insistono in questo momento.

Nei prossimi giorni, tutti gli iscritti si incontreranno in assemblea in maniera  democratica e partecipativa,  per eleggere gli organismi dirigenti del partito (direttivo e segreteria), nonché il Presidente.

Con la celebrazione del congresso, il  Partito Democratico apre le porte alla partecipazione responsabile di tutti gli iscritti,   i quali sapranno portare idee, entusiasmo e nuova energia.

Per quanto ovvio, è rinnovato l’appoggio alla nostra rappresentanza  consigliere,  per il lavoro fin qui svolto in consiglio comunale, nonché per quello che andranno a svolgere.

Un ringraziamento speciale a tutti gli iscritti, che  con pazienza e passione hanno contribuito alla buona riuscita del Congresso.

 

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 

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