Incredibile quanto i libri si parlino tra loro. Lo diceva perfino Umberto Eco.
Quest’estate oltre a tagliare copiose fette di Mellone, ho impilato una serie libri per salirci sopra. La lettura ti permette infatti di montare sulla pila dei libri che leggi, e dunque di riuscire a guardare un po’ più in là che dalla solita altezza marciapiede.
Stavolta ho per le mani due volumi: il primo, “Palermo Connection” di Petra Reski (Fazi Editore, Roma, 2018), letto a giugno scorso in concomitanza della prima fetta di Mellone, proprio quando (combinazione?) mi recavo a Palermo per diletto; il secondo è “Pizzica Amara” di Gabriella Genisi (Rizzoli, Milano, 2019), terminato qualche giorno fa in occasione di quest’ultima fetta 2019. In mezzo, come dicevo, molti altri volumi (ma sempre troppo pochi, eh) sicuramente legati in qualche modo da un fil rigorosamente rouge.
Ebbene, questi due libri sembrano in rapporto tra loro come lo sarebbero in matematica le funzioni iniettive, se non proprio biettive. E già con questo mi sono giocato un bel po’ “mi piace”, ma non tanto per il riferimento alla proprietà delle f(x), quanto per il fatto che sto discettando di libri. Vero è che d’altro canto il vero piacere (like) non è mai un fenomeno di massa.
Ma torniamo a questi due scritti da fiato sospeso se non mozzato e alla straordinarietà delle loro relazioni: sulle rispettive copertine prevale il nero (vogliamo definirli noir? Noir); uno è edito da Darkside (Fazi), l’altro, guarda un po’, da Nero (Rizzoli); sono scritti entrambi da due donne, e donne sono pure le protagoniste, due investigatori, Serena Vitale, procuratrice antimafia a Palermo, battagliera e dalla schiena dritta (è ovvio che è la Reski), e Chicca Lopez, salentina, maresciallo dei Carabinieri, tutt’altro che allineata e coperta (io ci vedo la Genisi, che ci posso fare).
In entrambi i volumi si parla di lavori sporchi (quelli che dunque solo i galantuomini possono fare), di depistaggi istituzionali, di infiltrazioni e perbenismo, di documenti falsi e liste di proscrizione, di strategie della tensione, di smemoratezza e commemorazioni di stragi piene zeppe di retorica, di mafie e logge massoniche in cui c’è dentro di tutto, dagli alti burocrati ai faccendieri, dagli onorevoli ai magistrati che chiudono sempre un occhio.
Ma cosa sono, se non trattativa stato-mafia, i bastoni tra le ruote, il “sopire, troncare, padre molto reverendo”, la distruzione di intercettazioni telefoniche presidenziali, il cemento chiamato Sviluppo, l’affaire Xylella e la sua gestione a suon di decretini e giro di soldi, la querela temeraria a mo’ di bavaglio, il giornalismo d’accatto e da riporto, il potere sulla vita degli altri, le riforme della Costituzione promosse dai governi, le anestesie dei diciamo intellettuali, e la rimozione dal dibattito pubblico dell’ultima pesantissima sentenza di condanna (ancorché di primo grado) scaturita dal pluriennale processo Trattativa, diventata vero e proprio tabù per i benpensanti.
“Io so che questa terra è avvelenata da rifiuti tossici, scarti di una ricchezza prodotta e consumata altrove, saccheggiata nei suoi alberi in nome di una guerra contro una misteriosa epidemia, perforata in uno dei tratti di costa più belli da un tubo lungo centinaia di metri che, come una flebo nel corpo di un malato, deve pompare nelle sue vene il gas trasportato dall’oriente, attaccate anche nel suo mare con le trivelle nei fondali vicino Leuca, sempre alla ricerca di gas. Anche questo è progresso? Siamo sotto attacco. Quelli come me che avvertono ancora nella carne una ferita inflitta alla propria terra si sentono così. E si ribellano. E sono in tanti e diventano sempre di più. E sa perché? Perché ci hanno colpito nei nostri simboli più cari”.
Quest’ultimo sembra un brano scritto da Petra Reski: invece è quanto Gabriella Genisi fa dire al suo maresciallo Chicca Lopez a pag. 302. A voi scoprirne molti altri riportati nelle trame di questi due thriller da assaporare con vera appetenza cartivora.
Un romanzo in genere è narrativa, fiction, invenzione. In questi due casi, permettetemelo, è qualcosa di più che semplice calligrafia.
Eh, sì, a volte, come asserisce Petra Reski, per ovviare alle querele dei soliti prepotenti, “per dire la verità sei costretto a mentire”.
Antonio Mellone
Nella giornata di lunedì 14 ottobre verrà consegnato all'Amministrazione Comunale e quindi alla Città lo scuolabus oggetto della vittoria della trasmissione televisiva "MEZZOGIORNO IN FAMIGLIA".
La consegna avverrà, per conto della RAI ufficio gestione e pianificazione operativa, dal concessionario GRN Auto S.p.a. di Pagani (SA) incaricato dell'allestimento. L'automezzo dovrà essere quindi immatricolato e dotato, ovviamente, di polizza assicurativa. Successivamente si avrà una semplice manifestazione pubblica che vedrà protagonisti le ragazze ed i ragazzi artefici della vittoria. La nostra amministrazione ci tiene molto alla presenza dei nostri campioni e sta valutando la singole disponibilità, essendo molti di loro impegnati con gli studi universitari e quindi non immediatamente disponibili. In ogni caso sarà data opportuna comunicazione affinché la cittadinanza possa essere parte attiva dell'evento. Lo scuolabus è dotato di 25 posti a sedere, di cui due per accompagnatori ed un posto guida.
Nico Mauro, assessore al Turismo