Non tocco il problema dell’amnistia ai carcerati. Non saprei esattamente se il Papa si riferisse ad un condono di pena anche nel campo civile. Vorrei parlare invece di ciò che ritengo più attinente al campo della fede, ovvero della remissione dei peccati e delle indulgenze.
Non vorrei tornare a parlare delle indulgenze. Ho già detto più volte il mio pensiero, che si fonda su argomenti anche teologici. Le indulgenze sono la più grossa balla della Chiesa, che per secoli e secoli ha distribuito grazie e condoni a titolo “personale”, strumentalizzando i voleri di Dio secondo interessi puramente terreni. Fino a quando parlerà di indulgenze, la Chiesa resterà vittima di se stessa, e starà al gioco di chi imbroglia e inganna le anime più allocche.
Sul ritorno ad una grande confessione assolutoria dei peccati da estendere a tutti, ho forti dubbi sulla sua efficacia interiore. Sarà un fallimento generale, anche perché, dopo aver allontanato numerosi penitenti perché scomunicati, sarà difficile dir loro: Scusate, siamo stati troppo cattivi! Ora vi aspettiamo…
A parte il fatto che anche qui, oltre ad una iniziale irritazione, la gente, anche credente, ha imparato a fregarsene delle scomuniche. La Chiesa ha scomunicato i comunisti, e i comunisti hanno continuato come prima, e, se si sono poi estinti, non è stato per le scomuniche, ma perché i tempi sono cambiati. Quando i comunisti sono passati all’altra sponda, votando Berlusconi e Lega, allora la Chiesa li ha riammessi ai sacramenti. Mi chiedo: era meglio il comunismo oppure il berlusconismo e il razzismo leghista? Ora la Chiesa, almeno in parte, si sta accorgendo di ciò che di male ha fatto il berlusconismo e ciò che di male sta facendo la Lega. Troppo tardi!
Non vorrei insistere nel ripetere che oggi bisognerebbe riscoprire ciò che è il vero “peccato”, in una società dove i comportamenti personali incidono nella misura in cui i rapporti sociali sono violati dal punto di vista soprattutto della giustizia e della fratellanza. Non credo che la masturbazione o l’uso del preservativo producano effetti devastanti sulla società. Anche il problema degli omo per la Chiesa non è mai stato una questione diciamo di carattere sociale, ma solo etico, in nome di quelle norme veterotestamentarie che erano il prodotto di un altro tipo di società, sempre condizionata dalla religione. Dio approva ciò che la religione vuole.
Perché la Chiesa è ancora così chiusa al sesso, ai diritti civili da estendere anche alle coppie di fatto, agli omo, ecc.?E poi parla di amnistia ai carcerati? Ma chi sono i veri carcerati? Solo quelli che si trovano nelle prigioni statali? E che dire delle anime rese schiave da una religione senza cuore?
Da ultimo. Presso gli ebrei, il giubileo aveva anzitutto uno scopo di carattere sociale. Ogni tot anni, i debiti venivano estinti e i beni della terra tornavano agli antichi proprietari: questo per evitare l’accumulo, ciò che oggi chiamiamo latifondismo o capitalismo. Perché il Papa non parla di queste cose? Perché non invita i potenti a estinguere i loro crediti nei riguardi delle popolazioni più povere: povere anche perché sfruttate dagli stessi creditori?
Mi sarei aspettato che il papa, per il prossimo giubileo, calcasse la mano su coloro che hanno troppo, per aver rubato a milioni di persone il loro diritto ad avere il “suo”. Non sto dicendo che la Chiesa, nelle sue Encicliche sociali, non abbia mai parlato di destinazione universale dei beni, ma vorrei dire che il Giubileo è una grande occasione per insistere e battere questo chiodo.
Ma tutto si ridurrà ad una grande messinscena, anche spettacolare, con una tale migrazione di pellegrini da competere con la massa dei poveracci che fuggono dai loro paesi in cerca di un po’ di felicità. Tranne che questi ultimi procurano paure e anche violenze, mentre i romei in cerca di qualche perdono per le loro malefatte faranno magari crescere il pil e anche le casse vaticane.
0209/2015
Don Giorgio De Capitani
Sorprende leggere un articolo approssimativo con annesso titolo roboante apparso alcuni giorni fa sulla testata giornalistica di trnews.it. “Un Ospedale abbandonato?” recita il titolo, riferendosi all’Ospedale Santa Caterina Novella di Galatina. Poi leggendo ancora, si punta il dito al reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva. Si pubblicano foto, senza specificare a quale area si riferiscano.
Da responsabile dell’associazione AMICI Onlus, esprimo tutta la mia solidarietà a quanti, medici e personale infermieristico lavorano ininterrottamente da anni per rendere un servizio di qualità ai tanti pazienti di quell’ospedale e in particolare del reparto che per ovvi motivi conosco molto bene e frequento. Un reparto sempre pulito e funzionante, che risponde bene alla domanda di salute e assistenza che viene dal territorio. Non è corretto pubblicare foto che ritraggono altri ambienti interdetti al pubblico, ai pazienti, ambienti non funzionali alla normale vita del reparto alludendo al cattivo funzionamento dell’intera divisione di gastroenterologia. Sembra più un attacco frontale all’Ospedale di Galatina che, tra l’altro, da molto tempo chiede maggiore attenzione perché attrattore di numerosi pazienti che richiedono sempre migliori servizi sanitari. Inviterei chi ha scritto il pezzo giornalistico ad andare in reparto, intervistare i medici e i pazienti, non limitandosi a visitare, forse, un sottoscala inutilizzato. Sarebbe auspicabile intanto fornire informazioni corrette al fine di stimolare una migliore e giusta interlocuzione tra chi deve e può fare di più per l’ospedale, e i fruitori che sono sempre la parte debole a cui bisogna dare risposte. Un’aggressione gratuita come quella che è stata perpetrata ai danni del Reparto di Gastroenterologia di Galatina indebolisce un sistema fragile e certamente migliorabile, con il rischio di distruggere un indispensabile riferimento per i malati salentini. Da parte in causa, amerei sentire di iniziative volte a potenziare e rinforzare anziché ad aumentare la distanza tra il ‘bisogno’ e il ‘servizio’.
Galatina, 20-09-2015