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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 18/10/2011

Di Albino Campa (pubblicato @ 23:37:14 in Comunicato Stampa, linkato 3003 volte)

Perchè lo smaltimento costa tanto alle tasche dei cittadini; si può porre fine a questo latrocinio o dobbiamo rassegnarci a questo illegittimo saccheggio?
Perchè dobbiamo continuare a subire gli effetti di nuove discariche e nuovi inceneritori imposti contro la volontà popolare?
Eppure LA SOLUZIONE C'E'!
La Federazione della Sinistra di Galatina ha organizzato un incontro pubblico venerdì 21 ottobre alle ore 18,30 nel chiostro del Palazzo della Cultura a Galatina, per affrontare un tema delicato quello dello smaltimento dei rifiuti, che per come gestito oggi, in maniera fallace ed incompetente, costituisce solo un gravoso costo per le tasche e la salute dei cittadini, ma che potrebbe essere gestito in modo virtuoso tanto da diventare una risorsa per la cittadinanza.
L'esorbitante ed illegittima TARSU, sempre più costosa per il dissenato ricorso alle discariche ed agli inceneritori, NOI NON LA VOGLIAMO PIU' PAGARE!
Una corretta ed immediata applicazione della STRATEGIA RIFIUTI ZERO, porterebbe all'immediata riduzione dei costi per i cittadini e alla tutela della salubrità dell'ambiente in cui viviamo.
In Italia sono ormai 56 le città che hanno adottato, con notevoli benefici, la Strategia Rifiuti Zero: A GALATINA QUANDO?
Riduzione, Riciclo e Riutilizzo le tre R di una soluzione che risolva il problema e lo trasformi in un sistema eco sostenibile in grado di produrre ricchezza e lavoro.
La Federazione della Sinistra da sempre impegnata a perorare modelli di sostenibilità ambientale affronterà l'argomento alla presenza di Raphael Rossi, presidente della società ASIA di Napoli, che si occupa della raccolta dei rifiuti, esperto in metodi di raccolta differenziata, che ha raccolto la sfida lanciata dal Sindaco di Napoli per invertire la tendenza criminale del suo territorio a ricorrere all'incenerimento ed alle discariche per smaltire i rifiuti.
Al dibattito parteciparà anche Rosa Rinaldi della Segreteria Nazionale di Rifondazione Comunista e Sergio Blasi, Segretario Regionale del PD.
L'incontro sarà moderato dal giornalista Nello Trocchia, coautore con Tommaso Sodano, attuale vice sindaco di Napoli, del libro “La Peste”, che illustra come il mondo della criminalità controlla il sistema dello smaltimento dei rifiuti.
OPZIONE RIFIUTI ZERO: se le istituzioni continuano a fare orecchio di mercante  costringendoci a pagare prezzi insostenibili per favorire gli affari di pochi a danno di tutti, allora tocca ai cittadini alzare la voce e pretendere un cambio di rotta sostenibile.
LA SOLUZIONE C'E' COSTRINGIAMOLI AD ADOTTARLA!
NON SIAMO PIU' DISPOSTI A PAGARE A CAPO CHINO!

Federazione della Sinistra
Galatina
 
Di Albino Campa (pubblicato @ 23:26:49 in Un'altra chiesa, linkato 3023 volte)

Una amica mi ha passato un articolo di Manlio Dinucci, apparso su il manifesto del 4-10-2011 con il titolo «Aggressioni “benedette”». Fin dalle parole d’incipit si prova un rigurgito di rigetto e ci si chiede se a dieci anni del terzo millennio, dobbiamo ancora subire come cristiani queste indecenti parole che sono anche il segno di una ancora più indecente vita, conclamata in nome di Cristo. Il vescovo castrense è il vescovo insignito della carica vescovile e contemporaneamente di quella di generale di corpo di armata, con stellette incorporate. Intanto apprendo che la diocesi dei militari (si chiama Ordinariato militare) ha una rivista che si chiama – indovinate un po’? – «Bonus Miles Christi – Il buon soldato di Cristo». Sì, proprio così: Cristo è uno che arruola soldati e per giunta buoni, anche quando vanno a sparare ai figli, figlie, bambini, bambine, anziani di popoli che non ci conoscevano nemmeno se non per avere a capo del governo un degenerato, pazzo e tronfio piccoletto dai tacchi rialzati. Fin dove può arrivare la mistificazione! Si mescola l’acqua santa col diavolo, arte in cui in segreteria di Stato e alla Cei sono maestri senza eguali. Dice il capo di questa diocesi di soldati di Cristo armati ed educati alla violenza assassina con armi sofisticate per ammazzarne più che sia possibile, che «prova amarezza di fronte a chi invoca lo scioglimento degli eserciti, l’obiezione contro le spese militari» perché «il mondo militare contribuisce a edificare una cultura di responsabilità globale, che ha la radice nella legge naturale e trova il suo ultimo fondamento nell’unità del genere umano». Mons. Vincenzo Pelvi, come un ubriaco alle 9,00 del mattino continua, e non s’accorge delle bestialità che dice: «l’Italia, con i suoi soldati, continua a fare la sua parte per promuovere stabilità, disarmo, sviluppo e sostenere ovunque la causa dei diritti umani». Tutte queste fregnacce indegne di un prete e per giunta vescovo, sono state messe in fila una dopo l’altra dal giornale dei vescovi «Avvenire» (2 giugno 2011), segno che la presidenza approva. Sia benedetto l’esercito e gli eserciti che tanto bene fanno all’umanità con amore e compassione: sparando, squartando, bruciando, violentando, stuprando, bestemmiando. Cosa importa! Alla rientro da queste battaglie di civiltà c’è sempre un pinco-pallo di cappellano, con aspersorio e stola pronto ad assolvere e con la penitenza di andare ancora contro il nemico e «di farlo fuori prima che ti faccia fuori lui». Manlio Dinucci ricorda alcuni momenti topici che dovrebbero fare impallidire anche la Madonna nera, mentre di questi fatti, i preti di ieri e di oggi non se ne fanno un baffo:

1. Nel 1911, nella chiesa di S. Stefano dei Cavalieri in Pisa, parata con bandiere strappate ai turchi nel Cinquecento, il cardinale Maffi invitava i soldati in partenza per la guerra di Libia, a «incrociare le baionette con le scimitarre» per portare nella chiesa «altre bandiere sorelle» e in tal modo «redimere l'Italia, la terra nostra, di novelle glorie».

2. Il 2 ottobre 1935, all’annuncio di Mussolini che iniziava la guerra di Etiopia, Mons. Cazzani, vescovo di Cremona, da perfetto fascista indirizzava al popolo una sua pastorale, dove si leggono queste perle: «Veri cristiani, preghiamo per quel povero popolo di Etiopia, perché si persuada di aprire le sue porte al progresso dell’umanità, e di concedere le terre, ch’egli non sa e non può rendere fruttifere, alle braccia esuberanti di un altro popolo più numeroso e più avanzato».

3. Il 28 ottobre 1935, ricorrendo il 13° anniversario della marcia su Roma, nel Duomo di Milano, il cardinale Alfredo Ildelfonso Schuster così celebrava: «Cooperiamo con Dio, in questa missione nazionale e cattolica di bene, nel momento in cui, sui campi di Etiopia, il vessillo d’Italia reca in trionfo la Croce di Cristo, spezza le catene agli schiavi. Invochiamo la benedizione e protezione del Signore sul nostro incomparabile Condottiero».

4. L’8 novembre 1935, sempre in relazione alla guerra di Etiopia Mons. Valeri, arcivescovo di Brindisi e Ostuni, scrive anch’egli una pastorale al suo popolo: «L’Italia non domandava che un po’ di spazio per i suoi figli, aumentati meravigliosamente da formare una grande Nazione di oltre 45 milioni di abitanti, e lo domandava a un popolo 5 volte meno numeroso del nostro e che detiene, non si sa perché e con quale diritto, un’estensione di territorio 4 volte più grande dell’Italia senza che sappia sfruttare i tesori di cui lo ha arricchito la Provvidenza a vantaggio dell’uomo. Per molti anni si pazientò, sopportando aggressioni e soprusi, e quando, non potendone più, ricorremmo al diritto delle armi, fummo giudicati aggressori».

 5. Oggi dopo 76 anni, un altro cappellano militare, anima persa e senza Dio, tale don Vincenzo Caiazzo, che celebra Messa sulla portaerei Garibaldi, che di fatto è la sua parrocchia, popolata di caccia, missili bombe con cui lui e quelli come lui bombardano la Libia, garantisce che «l’Italia sta proteggendo i diritti umani e dei popoli, per questo siamo in mezzo al mare» perché la motivazione teologica è chiara: «I valori militari vanno a braccetto con i valori cristiani».

Oggi, 29 giugno 2011. Di fronte a questo rinnegamento del Vangelo e viene solo voglia di dire «Povero Cristo!», costoro dovrebbero essere le «guide», coloro che dovrebbero insegnare a «discernere» il grano dal loglio, la violenza dalla non-violenza, il vero dal falso, il giusto dall’ingiusto, la pace dalla guerra. Costoro sono l’autorità nella Chiesa che si annettono Cristo a loro uso e consumo, lo militarizzano, lo circondano di armi e di morte e poi vanno nei salotti clericali a difendere la vita. Che Dio li perdoni, se può, perché costoro non hanno smarrito solo la fede, ma «c’hanno perduto il ben de l’intelletto» (Dante, Inf. III,18).

don Paolo Farinella
 

Fotografie del 18/10/2011

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