Eccovi il secondo, ed ultimo, articolo a firma di quel "mangiapreti" che risponde al nome di Antonio Mellone apparso sul volume AA.VV., "Don Mario Rossetti, un sacerdote della comunità galatinese - Giudizi sull'opera e l'eco della stampa", Panìco Editore, Galatina, 2011.
Avevo già scritto qualcosa (anzi più di qualcosa, come mi capita quando mi prudono le mani) subito dopo aver sfogliato e letto il menabò in bianco e nero del libro che - nuovo di zecca e ancora caldo di torchio - ho ora invece per le mani nella bella ed elegante edizione definitiva. Il libro è il “Don Mario Rossetti, un sacerdote della comunità galatinese”, scritto da Domenica Specchia e stampato dalle Arti Grafiche Panìco di Galatina, che in questo caso hanno assunto anche la veste dell’editore.
Sono stato uno dei primi a vedere l’opera prodotto-finito della Specchia, tanto che quando don Mario m’ha convocato nella sacrestia della Chiesa di Santa Lucia per farmene dono, il pacco di questi libri era ancora chiuso e sigillato in uno scatolone di cartone (che poi ho disimballato io stesso, come un novello ostetrico di libri, utilizzando una penna a mo’ di temperino per fenderne i sigilli di nastro adesivo, e per spacchettare finalmente quell’involucro).
Ora mi vedo piacevolmente costretto dall’evidenza a scriverne ancora per far sapere al lettore (se ve ne fosse qualcuno) che il risultato definitivo del lavoro di ricerca e di redazione della brava Domenica Specchia sul conto di don Mario vale proprio la pena di averlo nella propria biblioteca personale, possibilmente accanto agli altri due che, in ordine di apparizione, sono i ponderosi “La chiesa di San Sebastiano Martire in Galatina” del 1996 e “La chiesa di Santa Lucia in Galatina” del 2008, entrambi curati e redatti dalla penna, dai documenti e dalle immagini d’archivio dello stesso don Mario.
Questo novello volume - parte essenziale di un pezzo di storia patria esplosa nel trittico di volumi testé citati - non è l’agiografia di don Mario Rossetti (le ragioni dei santi si vedono meglio a distanza, e credo che lo slogan “santo subito” sia il frutto di una sorta di unanimità mediatica a buon mercato di cui sarebbe giusto e pio diffidare ad ogni livello), ma il compendio della narrazione di una scelta maturata nel chiuso di una stanza (o di una vita) che poi ha prodotto effetti al di là dei confini della proprietà privata, diventando messaggio e opere rivolte erga omnes.
La Specchia, insegnante di Storia dell’Arte che sembra abbia il pallino di Galatina, della sua storia, delle sue opere d’arte, e dei suoi personaggi, stavolta ha voluto produrre uno “scritto in onore” di Mons. Mario Rossetti (io ho saputo che fosse un Monsignore soltanto dal risvolto di copertina dei suoi volumi, e ne ho avuto la conferma dalle foto dell’investitura e dai documenti riprodotti in questo libro: dai colloqui con don Mario non l’avrei mai saputo), ne ha registrato i documenti, ne ha riprodotto le immagini d’epoca corredandole di didascalie (la parte più faticosa e più impegnativa nella stesura di un libro); il tutto con contegno “vergin di servo encomio e di codardo oltraggio ” (come direbbe il Manzoni), cioè senza tanti salamelecchi o lodi fuori luogo, ma anche senza denigrazioni di sorta.
Il pacco dono di questo nuovo libro galatinese si presenta come un catalogo d’arte, con copertina e custodia rigida, con rilegatura in pregiata tela verde, e con sovra-copertina con immagini, anch’essa pervasa di verde…
Il verde nella liturgia della chiesa cattolica è il colore del “tempo ordinario”. Sembra quasi che per questo prete minuto, dalla voce flebile, dall’eloquio morigerato ma colto, evidentemente è stato ordinario (forse in quanto insito in maniera forte ed ineluttabile nella sua natura) diventare sacerdote per celebrare i sacri misteri; ordinario costruire ed inaugurare nuove chiese (come quella di San Sebastiano, una tra le più ampie di Galatina); ordinario anche procedere ai restauri, puliture, tinteggiature, rifacimenti di campanili, e stuccature del tempio (come quello di Santa Lucia, arricchito nella sua facciata anche di tre statue in ceramica); tempo ordinario pure quello di insegnare tanti anni nelle scuole di ogni ordine e grado, ricevendone anche numerosi elogi da parte dei dirigenti scolastici; e ancora ordinario sedere nel consiglio d’amministrazione dell’Ospedale Civile di Galatina, occuparsi degli affari economici della diocesi di Otranto, e the last but not least prendersi cura in ormai sessant’anni di sacerdozio delle infinite “pietre vive”, con le quali costruire una casa comune fatta di pace e giustizia.
Per l’umile don Mario tutto questo sarà pure ordinario. Ma per lo scrivente (che è tutt’altro che clericale) e per molti molti altri, la statura, anche morale, di questo prete minuto al servizio di tutti è quella di un gigante. E tutto quanto contenuto in questo libro dalla copertina dal colore verde ha la tonalità dello straordinario.