\\ Home Page : Articolo
Cartelli vietano utilizzo di acqua attorno a Colacem: è inquinata? Richiesta di lumi ad Asl e Regione
Di Redazione (del 20/01/2022 @ 19:41:11, in Comunicato Stampa, linkato 861 volte)

Da oltre un anno è ben leggibile, su appositi cartelli, il divieto di prelevare e utilizzare le acque sotterranee nell’area che circonda il cementificio Colacem di Galatina. Una presunta, sospetta ammissione di falda inquinata evidentemente, in un’area peraltro già dichiarata “rossa” per incidenza di patologie tumorali (soprattutto polmonari) e della quale aveva parlato nei mesi scorsi, allegando documenti in anteprima. Non si tratta di un vero e proprio esposto per ora, quanto di una richiesta di informazioni che il comitato ha avanzato tramite l’avvocato Salvatore Ruberti, dell’Ufficio legale di Adusbef, indirizzando una missiva alla stessa Colacem, alla Regione Puglia, alla Provincia di Lecce, a tutte le amministrazioni comunali del circondario galatinese e alla Asl del capoluogo salentino.

Una richiesta di dati e accertamenti rilevante anche per il fatto che, in questo modo, i cittadini possono esercitare il proprio diritto all’informazione ambientale. I cartelli sono stati affissi a partire dal mese di settembre del 2020, attorno al perimetro dell’impianto industriale di via Corigliano d’Otranto. Ve ne sono di due tipi. Il primo recita: “Avviso di individuazione delle zone di rispetto per gli scarichi delle acque meteoriche e di dilavamento soggette a regolamentazione ai sensi dei commi 5 e 6 dell’articolo 13 del Regolamento regionale numero 26/13. Divieto di prelievo e di utilizzo di acque sotterranee per uso irriguo entro un raggio di 130 metri”.

Nel secondo cartello, è invece riportato il seguente testo: “Avviso di individuazione delle zone di rispetto per gli scarichi delle acque meteoriche e di dilavamento soggette a regolamentazione ai sensi dei commi 1 e 6 dell’articolo 13 del Regolamento Regionale numero 26/13. Divieto di prelievo e di utilizzo di acque sotterranee da destinare al consumo umano entro un raggio di 400 metri”.

Va da sé che entrambi i messaggi abbiano inevitabilmente scatenato allarme e preoccupazione tra i cittadini e tra le associazioni che compongono il Coordinamento civico ambiente e salute. Si sono tutti costituiti in un comitato, circa 15 famiglie del circondario, per inviare la richiesta di accesso agli atti tramite i legali di Adusbef, l’associazione per la difesa dei diritti dei consumatori. I cartelli presenterebbero una inquietante certezza e una zona d’ombra: intanto, è fuori dubbio che il divieto di emungimento e di utilizzo delle risorse idriche suscitino non poche apprensioni. Al contempo, si assiste a una carenza di informazioni relativamente alle motivazioni di quei divieti.

La normativa nazionale del Codice dell’ambiente e quella regionale stabiliscono che, nel periodo necessario per l’individuazione e delimitazione delle aree di tutela assoluta delle zone di rispetto e delle zone di protezione, gli scarichi delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne nei corsi d’acqua episodici, naturali ed artificiali, sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo non possano avvenire a meno di 500 metri dalle opere di captazione di acque sotterranee destinate a consumo umano.  E a meno di 250 metri dalle opere di captazione delle opere di acque sotterranee per uso irriguo.

Alla luce di questo scenario, nella domanda di informazioni avanzata da Adusbef, viene richiesta l’indicazione del tipo di opera di captazione di acque sotterranee e la loro ubicazione, così come una chiara determinazione ed indicazione sia dell'area di tutela assoluta, sia della zona di rispetto. Il comitato intende inoltre ricevere maggiori ragguagli circa il divieto di prelievo e di utilizzo di acque sotterranee destinate sia al consumo umano, sia all’uso irriguo. I chiarimenti messi per iscritto nella missiva riguardano, tra gli altri, anche le procedure e le operazioni di convogliamento, separazione, raccolta, trattamento e scarico delle acque di prima pioggia e di lavaggi. Il comitato chiede, infine, un parere motivato da parte di Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) e delle Asl di Lecce circa l’assenza o presenza di rischi di inquinamento della falda idrica o di pericoli per l’ambiente e la salute umana nell’area interessata.

Valentina Murrieri

(fonte Lecceprima)

 

Commenti

Nessun commento trovato.

Lascia un messaggio

Testo (max 2000 caratteri)

Smile arrabbiato Smile assonnato Smile bacio Smile diavolo Smile linguaccia Smile morto Smile occhiali Smile occhiolino Smile risatona Smile sorriso Smile timido Smile triste


Disclaimer
L'indirizzo IP del mittente viene registrato, in ogni caso si raccomanda la buona educazione.

Canto notturno di un pastore ...

Categorie News


Catalogati per mese:


Gli interventi più cliccati

Sondaggi


Info


Quanti siamo

Ci sono  persone collegate

Seguici sui Canali di

facebook Twitter YouTube Google Buzz

Calendario

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
14
16
17
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             

Meteo

Previsioni del Tempo

La Raccolta Differenziata