Si chiama Frumento ed è la “nuova” focacceria-pizzeria-rosticceria da asporto di Noha con affaccio sui bei giardini Madonna delle Grazie, fresca, anzi ancora calda (il forno a legna arde da questa mattina) di inaugurazione.
Ho messo Nuova tra virgolette perché di fatto Frumento è frutto di una tradizione, vale a dire la naturale prosecuzione di Scacco Matto di via Pigno: quella era gestita storicamente da papà Luigi e mamma Ada; questa da Giuseppe Patera, che dunque s’è fatto le ossa (e i muscoli del pizzaiolo) nella bottega di famiglia, coadiuvato dalla zita, la dolce Melissa Lisi, ragazza ‘ngarbata come poche.
Nuovo di zecca è però tutto il resto, il bancone, i cassetti per la lievitazione, palo palino e spatola in acciaio inox, il marmo per le pizze, il banco refrigerato, i taglieri di legno, gli scaffali portavivande (e porta bevande) e non so più cos’altro. Antico è invece il frumento, farine nobili, base dell’alimentazione del Mediterraneo, nonché le tecniche di impasto, la lievitazione naturale (lievito madre eh: ché la lentezza è sinonimo di qualità), cottura, farcitura, e dunque qualche immancabile prezioso segreto.
Il resto verrà da sé, ché Giuseppe e Melissa hanno dentro il fermento della conoscenza, e tanta voglia di squisitezze, e perché no anche di novità: meglio se tra le migliori di terra salentina - senza tralasciare però alcune ghiottonerie fuoriporta, come per esempio le napoletane (tanto di cappello).
Come accennato sopra, Frumento, dirimpettaia - ma al di qua della villa - della chiesa della Madonna delle Grazie, si trova in una posizione felice, per non dire strategica: non solo perché ubicata in uno dei luoghi più verdi e ameni di Noha (anche se, a dire il vero, a Noha è difficile trovare strade piazze o quartieri poco accoglienti), ma anche perché ha quali vicine due altre eccellenze nohane: la pasticceria Zucchero & Cannella (di cui ho già avuto modo di discettare su questi stessi schermi) e La Frutteria della brillante, incredibile Sabina, senza r (di cui avrò modo di parlare da qui a breve), sicché in questa benedetta via Mameli il gusto dei palati raffinati è in buone mani.
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Tempo fa, nel corso di un seminario di Economia, uno studente mi chiedeva quale fosse per me la differenza tra un negozietto di paese e il grande magazzino (o la filiale) di una multinazionale.
Gli risposi: nel negozietto di paese compri (quel che ti serve); altrove ti vendi.
Antonio Mellone
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